Anime & Manga > Pokemon
Segui la storia  |       
Autore: Justice Gundam    20/12/2017    2 recensioni
Seguito di Best Wishes Reload. Due mesi dopo la sconfitta del Team Plasma, Ash, Pikachu e Misty cominciano un nuovo viaggio nel continente di Kalos, per inseguire i loro sogni e cercare risposte ai tanti misteri che ormai circondano le loro vicende nel mondo dei Pokemon. Un nuovo tipo di evoluzione, il potere sconosciuto dell´Aura, vecchi e nuovi amici, il mistero di una guerra che devastó il mondo tremila anni fa... questo ed altro attende i giovani eroi nel loro viaggio, che li porterá a scoprire segreti che prima d´ora non avevano neanche sospettato... (Pokeshipping) (Contestshipping)
Genere: Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ash, Misty, Serena, Un po' tutti | Coppie: Ash/Misty, Drew/Vera
Note: AU | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Anime
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Pokemon XY Reload
 

Una fanfiction di Pokemon scritta da: Justice Gundam

----------

Capitolo 16 - Nemici occulti e spocchiose allenatrici


Castel Vanità aveva tirato un sospiro di sollievo, almeno per il momento. Il Team Flare era stato fermato, e gli ostaggi erano stati liberati. Tuttavia, non si trattava esattamente di un'occasione di festeggiamenti. Anche se il peggio era stato impedito, l'organizzazione criminale era riuscita ad allontanarsi con la Mawilite che era nascosta nei sotterranei del Maniero Sottotono, dando all'intera cittadina motivo di allarme. Mentre attendevano davanti alle porte dell'antico castello che arrivasse una delle Agenti Jenny si turno per interrogarli, Ash e i suoi compagni di viaggio percepivano quasi la tensione non del tutto scemata che ancora pervadeva l'atmosfera.

Serena e i due fratellini di Luminopoli erano particolarmente in ansia per quello che era successo. L'amica d'infanzia di Ash era appoggiata con la schiena ad un muro del castello, e guardava le persone che si avvincendavano, ascoltava i loro discorsi e rifletteva con evidente apprensione.
"E così... c'è qualcuno che vuole sfruttare le Megapietre per i loro scopi. Non so quanto ci sia di vero nella storia di Kalos e dell'antico re, ma sicuramente la storia dell'Arma Suprema e della distruzione che ha portato... quello non è stato inventato. Dobbiamo capire cosa sta succedendo... e cercare di fare quello che possiamo per impedire al Team Flare di impossessarsi di altre Megapietre."

"Serena?" chiese la voce di Clem. Serena guardò alla propria destra, e vide la bambina bionda e il suo Dedenne che la guardavano, volendo in qualche modo rassicurarla. "Va tutto bene? Tra poco arriverà l'Agente Jenny per farci delle domande..."

"Ah? Ehm... scusa, Clem, va tutto bene!" affermò la giovane di Borgo Bozzetto. "Stavo pensando a quello che era successo... avranno anche un modo di vestire ridicolo, ma quel Team Flare non è da sottovalutare, soprattutto se vogliono le Megapietre. Piuttosto, se è vero che sta arrivando l'Agente Jenny, è meglio che mi prepari!"

Serena si mise a posto i vestiti come meglio poteva, e fece cenno alla sua Delphox, che stava in piedi accanto a lei e attendeva paziente. "Del, phox?" chiese l'elegante volpe-maga, per poi fare un cenno e indicare con un cenno della testa verso Ash, Pikachu, Misty e Lem. I suoi compagni di viaggio erano raccolti attorno ad un'Agente Jenny accompagnata da un Herdier dall'aspetto vispo, e stavano rispondendo alle domande della poliziotta.

"Sì, Delphox... mi ero solo persa nei miei pensieri." affermò Serena. Cercò di mettere da parte i pensieri negativi, almeno per il momento. Il Team Flare era stato sconfitto, almeno per il momento, e potevano almeno per un po' rilassarsi nella coscienza che Castel Vanità era al sicuro. "Andiamo, se possiamo dare una mano con le indagini..."

"Denne!" rispose Dedenne. Il criceto elettrico fece un occhiolino e prese la testa del quartetto mentre si dirigevano verso il resto del gruppo, in piedi accanto ad un grande salice piangente.

"E quindi... i vostri Pokemon sono riusciti ad uscire dalle Pokeball e a liberarvi." stava dicendo la poliziotta dai capelli azzurri. Il suo Herdier stava fiutando Pikachu e Froakie con aria sospettosa, e il topolino elettrico diede qualche segno di insofferenza. "Ma com'è successo? Che io sappia, un Pokemon non è in grado di uscire da solo da una sfera Pokè."

Misty ridacchiò nervosamente. Se solo ci fossero stati il suo Psyduck o il Croagunk di Brock, avrebbe potuto dimostrare che invece era proprio così...

"Froak!" esclamò il ranocchio azzurro. Dal tono della sua voce, si capiva che era particolarmente ansioso di sostenere le parole di Ash.

"In realtà... è andata proprio così!" disse Ash, un po' imbarazzato. Sperava che a Froakie non dispiacesse troppo, e comunque non aveva certo intenzione di parlare con tanta leggerezza dello strano potere che lo starter di Kalos aveva dimostrato.

"Mi scusi, agente Jenny, con tutto il dovuto rispetto... non credo che sia questo il punto della situazione." intervenne Serena, calma ma ferma. "In questo momento... stiamo parlando del Team Flare, e di un altro gruppo che sta rapendo Pokemon in varie parti di Kalos. Loro sono la minaccia più urgente, direi."

"Dedenne!" affermò il criceto elettrico. Il Bunnelby di Lem annuì energicamente in direzione del suo amico - finora, avevano sentito parlare di questo nuovo gruppo in termini nebulosi, ed era una minaccia ancora distante... ma i ragazzi erano ben consapevoli che trascurarla era un'imprudenza, nella migliore delle ipotesi.

La poliziotta e il suo Herdier storsero un po' il naso. Il fatto che quella ragazza li stesse contraddicendo in quel modo non andava loro molto a genio... ma dovevano ammettere che aveva ragione a richiamare la loro attenzione sul problema più urgente. "E va bene... immagino che certi dettagli debbano per forza passare in secondo piano." disse l'Agente Jenny, ed Herdier si mise subito ad annusare Dedenne e a guardarlo come se volesse fargli il terzo grado. "Allora, com'erano queste reclute del Team Flare? Avete riconosciuto qualcuno?"

Serena alzò gli occhi al cielo. Che razza di domanda era? "No, non abbiamo riconosciuto nessuno..." rispose, trattenendo il desiderio di dare una risposta sarcastica. "Erano vestiti in maniera... estremamente vistosa e pacchiana, con dei completi rossi, gli occhiali da sole rossi, e delle pettinature piuttosto ridicole. Cose che forse sarebbero andate di moda vent'anni fa... e comunque, parlavano di un nuovo mondo che loro volevano creare, e offrivano di unirci alla loro organizzazione pagando la cifra di cinque milioni di Pokedollari."

"Un club esclusivo, eh?" affermò sarcastica l'Agente Jenny, mentre annotava ogni singolo particolare che Serena dava. "Grazie, immagino che queste informazioni ci saranno molto utili... comunque, tenetevi disponibili, potremmo ancora avere bisogno di voi. Non lasciate questa città prima di domani mattina. A presto."

"A presto..." rispose Ash, stancamente. Anche se aveva vissuto momenti ben più concitati, la giornata non era certo stata rilassante, e l'ultima cosa che voleva era essere visto come un sospetto... l'atteggiamento di quella Agente Jenny non era certo dei più fiduciosi.

"E comunque, non credo che potremmo andare da qualche parte, ora come ora..." disse Lem. Non era ancora sera, ma poco ci mancava, e non avrebbero fatto molta strada anche se fossero partiti in quel momento. Il giovane inventore sospirò e si guardò attorno, magari alla ricerca di un posto dove avrebbero potuto cenare e passare la notte. "Il che significa... che siamo fermi qui, per stanotte."

"Non ti piace, fratellone?" chiese la piccola Clem. "Io la trovo una cittadina molto affascinante!"

"Pikachu..." disse Pikachu, che doveva ammettere che Castel Vanità aveva qualcosa di pittoresco. Una città che viveva ancora in parte come diversi secoli fa, dall'aspetto tranquillo e gioviale... al topolino elettrico non sarebbe dispiaciuto fermrsi lì per un po', ma il loro viaggio per Kalos avrebbe presto imposto loro di ripartire.

"Non è che non mi piaccia, per quello..." disse Lem, un po' imbarazzato. A volte, aveva l'impressione che la sua sorellina fosse ben più smaliziata e pronta di risposta di lui. "E' solo che... come posso dire... ecco... trovarmi in un posto come questo mi dà la strana impressione di tornare indietro nel tempo. Faccio fatica a spiegarmi come facciano gli abitanti di questa città a vivere senza tante delle comodità dei nostri tempi."

"Lo trovo un po' strano anch'io, lo ammetto..." disse Misty, in accordo con il biondino quattrocchi. "Però... sì, è vero anche quello che dice Clem. E' una bella città, a modo suo. Non sarà grandiosa come Luminopoli, o colorata come Novartopoli, ma ha la sua attrattiva."

"Beh, in fondo si tratta solo di una nottata." disse Lem. "Va bene, conosco un po' di posti in cui possiamo mangiare e dormire per una notte ad un prezzo ragionevole. E magari, fare anche un po' di pratica con i nostri Pokemon, una volta che li avremo condotti al Pokemon Center. Dobbiamo fare in modo di essere sempre pronti, per quando affronteremo di nuovo il Team Flare... o per quando questi misteriosi rapitori di Pokemon si faranno vivi."

"Froakie..." disse Froakie. Il ranocchio azzurro e Pikachu si guardarono in maniera significativa per qualche istante. Senza usare tante parole, i due Pokemon si intendevano già in maniera quasi perfetta... forse era per lo strano potere posseduto da Froakie, o forse perchè Pikachu era ormai un esperto nel farsi un'idea del carattere dei Pokemon che entravano a far parte della squadra di Ash... ma comunque, il topolino elettrico aveva il sentore che si stesse formando un rapporto di profonda fiducia tra lui e il nuovo arrivato. Era una sensazione che raramente aveva provato...

"Pika pi, pika pika chu. Pika pika?" chiese il topolino elettrico. Lui e Froakie si erano messi a camminare l'uno a fianco dell'altro, e adesso stavano discutendo, mentre il gruppo si dirigeva con calma verso il centro della cittadina. Delphox si stava guardando attorno, e i suoi occhi si fermarono per qualche istante sul fiume che scorreva sotto il ponte che stavano percorrendo... un placido corso d'acqua sul quale stava nuotando una piccola famiglia composta da due Swanna con cinque Ducklett al seguito.

"Froak! Froak!" rispose Froakie, un po' incerto. Delphox guardò il ranocchio azzurro con comprensione, ma cercando al tempo stesso di capire cosa fosse quella strana energia che percepiva in lui. Assomigliava molto all'Aura... nei suoi viaggi, Delphox aveva già avuto modo di incontrare un paio di Pokemon in grado di usare questo raro potere... in particolare, un Lucario che nonostante lo svantaggio del tipo, le aveva dato parecchio filo da torcere prima di essere sconfitto...

Eppure, l'energia che Froakie possedeva dava una sensazione un po' diversa rispetto all'Aura, e Delphox non sapeva cosa potesse essere...
"Phox... Del, delphox?" chiese la Pokemon Fuoco/Psico. Froakie rivolse a lei la sua attenzione, e pensò alla domanda per qualche attimo, prima di alzare le spalle e scuotere la testa. Non aveva una risposta per quella domanda.

"Dedenne... denne!" affermò Dedenne, anche lui interessato alla discussione. Bunnelby si affiancò al gruppo, zampettando vivacemente a fianco di Pikachu. Sentendosi un po' imbarazzato per tutti quei Pokemon che gli stavano attorno, il Pokemon ranocchio cercò di schermirsi.

"Froak..." mormorò imbarazzato.

Pikachu diede una pacca amichevole sulla spalla del suo nuovo compagno di squadra. "Pika pikachu! Pika pika!" esclamò, nel tentativo di coinvolgere anche Froakie nell'atmosfera di cordialità che si respirava in quel momento. Ash guardò soddisfatto i suoi Pokemon e quelli dei suoi compagni di viaggio che facevano bisboccia tra di loro - la squadra dei Pokemon che si erano uniti a lui lì a Kalos sembrava già formare un gruppo unito.

Il giovane aspirante Pokemon Master aveva come l'impressione che questa unità sarebbe stata vitale più avanti...

 

----------

 

Il suono di passi interruppe l'inquietante silenzio del corridoio, e un paio di individui vestiti con una strana divisa, una sorta di armatura completa di elmetto che nascondeva in parte i loro volti, si avvicinò alla grande porta in acciaio, recando con sè alcune gabbiette in cui erano tenuti dei piccoli Pokemon dall'aspetto sofferente ed indifeso - uno di loro aveva con sè un piccolo Cleffa che si scagliava contro le barre in acciaio della sua prigione, nell'inutile tentativo di riconquistare la libertà: ogni volta che toccava le sbarre, la sensazione di bruciore che gli era data dal contatto con il ferro lo costringeva a ritirarsi. L'altro individuo aveva invece con sè un Pokemon un po' più grande, che aveva a malapena lo spazio di muoversi in quell'angusta gabbia: alto poco meno di mezzo metro, sembrava una nuvola di zucchero filato rosa con occhi tondi e languidi, e un'espressione un po' melensa sul viso, con tanto di lingua fuori, oltre che una codina a pendolo di colore rosa più scuro che si agitava lentamente dietro di lui. Si manteneva il più possibile calmo ed immobile, consapevole che non avrebbe avuto molto successo se avesse provato a liberarsi.

"Eh. Non un granchè come Pokemon... non credo che il capo sarà troppo soddisfatto." disse uno dei due individui, mentre gettava uno sguardo di disapprovazione ai due Pokemon imprigionati. "Certo, non è che sia rimasto molto altro, da quelle parti..."

"Comunque, si tratta di due Pokemon Folletto." affermò l'altro individuo. "Ne abbiamo bisogno perche i nostri capi continuino i loro studi... se non riescono a venire a capo di questo dilemma, i nostri piani per il futuro ne saranno danneggiati."

"Già... se non altro, sono due cavie interessanti." continuò il primo. Con movimenti lenti e misurati, raggiunse la porta e appoggiò una mano su un pannello piazzato alla sua destra. Si sentì qualche suono, e il pannello si illuminò di rosso per qualche istante... poi diventò verde, e la porta si aprì con un sibilo meccanico, permettendo ai due individui di entrare nella loro base segreta.  

La stanza sotterranea era illuminata da alcune lampade alogene appese al soffitto, e scarsamente arredata, se non per qualche tavolo sparso qua e là con una precisione quasi ossessiva, come se la persona che aveva piazzato lì i mobili avesse una fissazione per l'ordine e la simmetria. Alcuni individui, vestiti con le stesse divise particolari dei primi due, erano seduti ai tavoli o in piedi accanto ad essi, e alcuni di loro avevano con sè delle gabbiette nelle quali erano tenuti altri Pokemon - un Jigglypuff, a cui i misteriosi individui avevano messo un bavaglio in modo che non potesse addormentarli cantando; un paio di Snubbull, un Marill, un Mime Jr. e anche un Togetic. Tutti i Pokemon sembravano spaventati o rassegnati, ma sopportavano la situazione con quanta più dignità possibile date le circostanze.

"Ah, ecco qui i nostri ritardatari." affermò uno dei tizi in divisa seduti ai tavoli, mentre guardava verso gli ultimi due arrivati, e sfoderava un sorrisetto divertito. "Cosa stavate facendo, lì nelle paludi? Giocavate a nascondino con quei due bambolotti?"

"Swiiiirl!" esclamò il Pokemon zuccherino, agitandosi per esprimere la sua irritazione per la definizione che si era sentito affibbiare. Insomma, essere messo in gabbia era già una seccatura di per sè, e adesso si mettevano pure a prenderlo in giro? A tutto c'è un limite!

"Intanto, abbiamo catturato altri due Pokemon Folletto, e sono sicuro che al dottore farà molto piacere." affermò tranquillo l'uomo con il Cleffa. Il tizio che aveva parlato per primo alzò gli occhi al cielo, e scelse saggiamente di tenere la bocca chiusa. In fondo, il suo collega aveva pur sempre eseguito la missione. "Piuttosto, sapete come stanno andando gli esperimenti con gli altri Pokemon rapiti? Quelli che non sono di tipo Folletto, voglio dire."

"IL dottore ci ha comunicato che è più o meno allo stesso punto, circa mezz'ora fa." rispose un'altra recluta, una donna che indossava una versione femminile di quella strana divisa, corredata con una sciarpa rossa attorno al collo. "Tutti gli altri Pokemon che abbiamo catturato sono compatibili, ma quelli di tipo Folletto... per qualche motivo, non si prestano bene al trattamento."

"E' per questo che mi servono altri Pokemon Folletto. Mi servono quante più cavie possibile, per proseguire i miei studi, e trovare il modo di rendere anche i Pokemon di quel tipo suscettibili al trattamento." intervenne un uomo alto e dagli ampi vestiti che era entrato da un corridoio sull'altro lato della grande sala. Immediatamente, le reclute sedute si alzarono in segno di saluto e rispetto, con dei movimenti rapidi che indicavano un timore reverenziale nei confronti dell'uomo: alto, snello, con addosso un camice da laboratorio bianco decorato unicamente con delle linee blu sul torace e sulle maniche, aveva i capelli di colore blu-grigio tenuti abbastanza lunghi, e un ciuffo zigzagante che si estendeva per una notevole distanza di fronte a lui. Un paio di occhiali sfumati di grigio nascondeva in parte i suoi occhi dell'espressione fredda e controllata, e sotto il suo camice si vedevano appena i suoi pantaloni viola e le sue scarpe nere.

"Cleffa!" si lamentò il Cleffa ingabbiato.

"Dottor Genus." disse una delle reclute, mentre l'individuo in camice cominciava ad esaminare i Pokemon che i suoi sottoposti gli avevano portato. Un Jigglypuff sgranò gli occhi, restando quasi congelato dalla paura sotto lo sguardo gelido dell'uomo, che lo osservava con il distacco di un chirurgo che si appresta a compiere qualche macabra operazione - e che ne aveva portate a termine così tante, da essere completamente desensibilizzato alle sofferenze dei suoi pazienti. Anche alcune delle reclute provarono un brivido di paura. Bastava guardare Genus per rendersi conto che l'unica cosa che gli interessava di quei Pokemon era quanto fossero adatti ai suoi studi.

"Hmm. Sì, immagino che a rigore, questo Pokemon vada bene." disse il Dr. Genus. Passò oltre la gabbietta di Jigglypuff come niente fosse, e continuò metodicamente ad esaminare gli altri Pokemon catturati, in completo silenzio tranne che per le laconiche valutazioni che dava alla fine di ogni controllo.

"Non mi sembra molto robusto. Non mi servirà a molto."

"Questo soggetto mostra delle tendenze alla ribellione. Poco male. Saprò come domarlo."

"Hmm... un Togetic, eh? Questo è un Pokemon raro. Forse è meglio non sprecarlo per degli esperimenti. Vale molto di più vivo e in salute."

"Ehm... mi perdoni, Dr. Genus?" una delle reclute ebbe il coraggio di chiedere una volta che lo scienziato ebbe completato l'esame di Togetic. Senza perdere un colpo, Genus si riavviò il lungo ciuffo che aveva sulla fronte e guardò verso il suo subordinato, rivolgendogli appena un cenno della testa per dirgli di andare avanti. "Per... per quanto riguarda il resto del nostro progetto, come... ehm... come sta procedendo?"

"Se ti riferisci alle mie ricerche sui Pokemon Leggendari di Kalos, ci sono delle novità interessanti, in effetti." affermò il dottore. La sua espressione stoica venne almeno un po' resa più umana - anche se non molto meno inquietante - da un sorriso soddisfatto che apparve sul suo volto smunto. "Per adesso, abbiamo scoperto l'esistenza di alcuni Pokemon che potrebbero rivelarsi delle grandi fonti di energia e potere - in particolare, Diancie, una Pokemon Leggendaria che governa su un regno sotterraneo di cristalli e minerali. Stiamo impiegando parte delle risorse che i nostri superiori ci hanno concesso per scoprire dove si trova il regno di Diancie, e una volta che lo avremo trovato, avremo trovato con esso una fonte pressochè inesauribile di energia e risorse monetarie. Per il resto... non siamo ancora riusciti a trovare il luogo dove si trova Yveltal, ma abbiamo scoperto diverse cose interessanti sulla grande guerra che infiammò i continenti di Kalos e Torren, millenni fa. Questo ci dà delle indicazioni su dove cercare in seguito. Purtroppo... ci sono anche delle notizie negative. Ho fatto qualche studio sulla Mega Evoluzione, e temo che sia inutile per i nostri scopi. La sua natura stessa la rende incompatibile con il nostro progetto. Peccato, perchè sarebbe stata di grande aiuto. Ma non importa. Si possono sempre trovare delle strade alternative."           

"Capisco..." disse la recluta. Non che la cosa gli importasse molto - non aveva la più pallida idea di cosa fossero tutte quelle complicazioni sulla Mega Evoluzione di cui parlava Genus, e sinceramente, non gli importava più di tanto. Meno interagiva con le inquietanti teorie di quell'uomo, meglio era. "Va bene... in tal caso, immagino che per adesso ci concentreremo su questa Diancie e sull'ubicazione del suo regno, dico bene?"

"Sì, mi sembra la cosa più sensata da fare, per il momento. Ho ragione di credere che una volta scoperto, ci fornirà delle indicazioni anche su Yveltal." affermò Genus con cauta soddisfazione. "Comunque, il progetto va avanti in maniera indipendente. Se permettete, ora devo continuare ad esaminare i Pokemon Folletto che mi avete portato. Dunque, dov'ero rimasto? Ah, ecco. Questo Cleffa mi sembra un po' troppo piccolo e fragile. Per adesso, lo terremo in riserva."

"Cleffa?" esclamò la forma pre-evoluta di Clefairy. Per fortuna, l'esame non durò a lungo, prima che il Dr. Genus passasse ad esaminare qualche altro malcapitato Pokemon... il Pokemon simile a zucchero filato che era stato catturato con lui.

"Questo è un Pokemon che non ho mai visto prima d'ora." affermò Genus. "Penso che... valga la pena studiarlo un po', prima di fare degli esperimenti su di lui. Sicuri che è un Pokemon Folletto?"

"Ne siamo sicuri, dottore." rispose la recluta che lo aveva catturato. "Si tratta di uno Swirlix, un Pokemon Folletto originario di Kalos. Non è molto comune in altri continenti."

Genus si sfregò il mento e annuì lentamente. "Capisco... va bene, potrà comuque esserci utile. Il prossimo." affermò, e si diresse verso il soggetto successivo.

 

----------

 

Rabbiosamente, il Pokemon racchiuso nel cilindro di vetro battè un pugno contro il muro semitrasparente che lo separava costantemente dal mondo esterno. L'attesa stava diventando sempre più snervante. Sarebbe addirittura giunto a dire che avrebbe preferito che il Dr. Genus tornasse per sottoporlo a qualche altro dei suoi esperimenti, piuttosto che restare lì in attesa di chissà cosa.

Con un sospiro rassegnato, l'elegante Pokemon Folletto si sedette per terra, ritenendo che se non altro fosse il caso di conservare le forze per quando il dottore fosse tornato. Non potè fare a meno di ripensare a come quell'assurda situazione fosse iniziata. Lui e i suoi compagni avevano vissuto in pace, fino a pochi giorni prima... fino a quando non erano arrivati quegli strani individui vestiti con quelle strane tute futuristiche, e con quegli elmetti che nascondevano in parte i loro volti, e avevano cominciato ad imprigionare i suoi simili, e a costringerlo a fare quello che loro volevano. Aveva visto fin troppo bene quello di cui erano capaci quelle persone... fin troppo spesso, ormai, aveva visto il dottore scomparire dietro una porta assieme a qualche Pokemon catturato. Ne seguivano degli inquietanti rumori... e dopo alcune ore, soltanto il dottore usciva dalla stanza. Non gli era mai stato chiaro cosa succedesse ai Pokemon che portava con sè... e che, per qualche strano motivo, erano tutti Pokemon Folletto... ma non aveva neanche la curiosità di scoprirlo. Non credeva che lo avrebbe fatto dormire meglio di quel poco che già dormiva...

E così, Florges non faceva che attendere. Aspettava che arrivasse il momento giusto per ribellarsi. Aspettava che arrivasse qualcuno a salvare lui e i suoi simili. O forse aspettava che arrivasse il momento di diventare lui stesso cavia per gli esperimenti del dottore...

No, non doveva perdere la speranza, per quanto difficile potesse essere la situazione. Lui era il leader dei Pokemon Folletto delle paludi di Romantopoli. Non poteva lasciarsi togliere la volontà di combattere da qualche malfattore proveniente da chissà quale luogo infernale lontano da Kalos, qualunque cosa stessero architettando.

Prese un bel respiro, in modo da calmarsi un po', e si sedette sul freddo pavimento della capsula. Finchè poteva, avrebbe cercato di rendere le cose difficili a coloro che avevano invaso la sua terra. Non sarebbero riusciti ad avare tanto facilmente quello che volevano... non finchè lui fosse riuscito a reggere.
        

----------

 

Marin sospirò annoiata, guardando la sua Pokeball vuota intanto che Chespin e Flabèbè facevano pratica, rincorrendosi e giocando nell'erba alta vicino a lei. Dopo quella battaglia mozzafiato con Narciso, il giovane studioso di Mega Evoluzione aveva ripreso il suo viaggio, e adesso era seduto su una roccia a diversi metri da lei, completamente perso nel suo mondo mentre faceva delle annotazioni sul suo bloc notes. Il suo possente Charizard era in piedi accanto a lui come una fedele guardia del corpo, e attendeva con pazienza che il ragazzo completasse quello che stava facendo.

"A volte non capisco proprio Alan... che ci sarà di tanto divertente nel prendere tutti quegli appunti." affermò la bambina. "Io mi annoierei da morire a fare quello che sta facendo lui adesso. E non abbiamo trovato nessuno che avesse una Megapietra da quando Alan ha affrontato Narciso."

"Chespin..." disse il piccolo Chespie. Lo starter d'Erba si distrasse dal suo allenamento quanto bastava per gettare uno sguardo al ragazzo più grande e al suo Charizard, entrambi impegnati nelle loro attività. L'impressione che Chespie aveva era che Alan fosse diventato più serio e concentrato di quanto già non fosse, dopo la sconfitta subita per mano del Superquattro. Aveva accettato la sconfitta con grazia e dignità, ma adesso c'era qualcosa che si agitava nell'animo del ragazzo. Qualcosa che lo rodeva e lo tormentava... Chespie non era ben sicuro di cosa fosse, ma aveva l'impressione che il ragazzo ce l'avesse per certi versi con sè stesso per non essere stato all'altezza...  

"Non capisco poi perchè... Narciso è uno degli allenatori di Pokemon più forti del mondo, non c'è alcuna vergogna a perdere con uno come lui." disse tra sè la bambina, mentre osservava il suo compagno di viaggio e il suo Charizard che continuavano a studiare e prendere appunti.

"Questo è il nostro punto debole, Charizard... dobbiamo migliorare le nostre difese. Al momento, la squadra è carente nella difesa contro i Pokemon Lotta." affermò Alan. "Abbiamo bisogno di trovare un modo di coprire questo nostro punto debole."

"Charrr..." grugnì il massiccio Charizard. Non poteva dare torto al suo allenatore. Di tutti i Pokemon che Alan aveva, ben tre erano particolarmente sensibili al tipo Lotta.

"Comunque, per adesso quello su cui dobbiamo concentrarci... è continuare i nostri studi sulla Mega Evoluzione, ed evitare che le Megapietre finiscano in mani sbagliate." continuò il ragazzo. "HO sentito dire che il Team Flare si sta impadronendo di alcune Megapietre in varie parti di Kalos. Dobbiamo evitare a tutti i costi che ne trovino altre."

"Che cos'è il Team Flare, Alan?" chiese repentinamente Marin, e per un attimo, lo stoico giovane allenatore restò di stucco. Si era avvicinata così rapidamente, che lui non se n'era accorto se non quando aveva iniziato a parlare.

Riprese rapidamente il suo contegno, e cominciò a dare la sua risposta. "Non conosci il Team Flare? Sei proprio una novellina, dovresti aggiornarti un po'." affermò. Vedendo che Marin stava facendo un'espressione offesa, gonfiando le guance e socchiudendo gli occhi, il ragazzo lasciò perdere. "Il Team Flare è un'organizzazione criminale che ha cominciato da diverso tempo ad operare in segreto qui a Kalos. Vestono con dei ridicoli abiti rossi, e dicono di voler creare un nuovo mondo per le persone che loro considerano degne. Per quanto mi riguarda, le loro sono tutte fandonie, ma non si può negare che siano pericolosi. Uno dei motivi per cui sto studiando la Mega Evoluzione è proprio quello di fare sì che il Team Flare non possa usarla per i loro scopi."

"Capisco..." affermò la piccola Marin. "Beh, se si dovessero presentare, sono sicura che tu saprai sistemarli a dovere! E anche io e i miei Pokemon ci stiamo allenando! Vedrai che un giorno diventeremo anche noi forti come te e il tuo Charizard."

Alan fece un mezzo sorriso. "Ne devi mangiare ancora di pagnotte. Comunque, buona fortuna. Se non altro, ammetto che l'entusiasmo e i numeri ce li hai." rispose. Anche se  aveva usato il suo classico tono calmo e apparentemente indifferente, Marin e i suoi Pokemon ebbero la netta impressione che volesse sinceramente lodarli per i loro sforzi. "E va bene. Tra poco ci rimettiamo in viaggio. Se sei ancora decisa a seguirmi, ti consiglio di prepararti, perchè ci sarà un bel po' di strada da fare."

"Certo che sono ancora decisa! Te l'ho detto, io non mi tiro indietro tanto facilmente!" esclamò con sicurezza Marin. "Okay, Chespie, Flabèbè... finiamo il nostro allenamento, e poi rimettiamoci in cammino!"

"Ches chespin!" esclamò il piccolo Chespie, prima di rimettersi in guardia e continuare a fare pratica delle sue mosse assieme a Flabèbè. Il Pokemon Folletto rimase sorpreso per un attimo, ma si riebbe subito e scansò agilmente l'attacco Frustata con cui lo starter d'Erba cercò di colpirlo. Poi, eseguì un elegante giro su sè stesso e usò il suo attacco Vento Di Fata, scagliando una raffica di luccicante polverina rosa che colpì Chespie e lo fece indietreggiare. Il Pokemon Castanriccio scosse la testa, un po' stordito, ma si riebbe quasi subito e rispose con un abile attacco Rotolamento: si chiuse su sè stesso come un armadillo e si lanciò contro Flabèbè, sferrando un colpo deciso e facendo barcollare il folletto fluttuante. Con un'esclamazione di disappunto, Flabèbè cercò di riacquistare l'assetto di volo e si sollevò in aria, in modo da evitare Chespin quando quest'ultimo passò rotolando a velocità ancora maggiore. Il Pokemon d'Erba atterrò su tutte e quattro le zampe e si girò di scatto, in modo da tenersi pronto alla mossa successiva del suo avversario... e infatti, quando si vide arrivare addosso una raffica di Foglielama scagliate da Flabèbè, si mise rapidamente in guardia e bloccò l'attacco.

"Hm. Sì, devo ammettere che si impegnano." commentò laconico il giovane Alan.

Charizard osservò attentamente i due Pokemon che continuavano a scambiarsi un attacco dopo l'altro, con Marin che cercava di pensare a qualche nuova strategia da usare. Un Pokemon rotto a tutte le esperienze come lui non aveva difficoltà a rendersi conto del potenziale di un Pokemon e del suo allenatore, e non aveva difficoltà ad ammettere che in effetti avevano tutte le carte in regola per diventare allenatori di prima classe. Ma per adesso... erano soltanto dei cuccioli. E il possente ma gentile Charizard si chiedeva se fosse davvero saggio portarli con loro in quella che sicuramente sarebbe stata una missione pericolosa. Al momento, erano del tutto impreparati ad affrontare i pericoli che comportava opporsi al Team Flare...

"Charizarrrd?" chiese il drago di fuoco al suo migliore amico ed allenatore.

Alan non rispose per alcuni secondi, e Charizard credette per un attimo che non avesse sentito... restò sorpreso quando Alan iniziò a dare la sua risposta, senza neanche voltarsi verso di lui. "Io non li sto certo costringendo a venire con noi. Anche Marin è un'allenatrice di Pokemon, ed è abbastanza grande da fare le sue scelte." affermò. "Fintanto che non mette in pericolo la nostra missione, non vedo perchè rifiutarle di venire con noi. In ogni caso... proteggere lei e i suoi Pokemon fa parte anche questo del nostro compito, non pensi anche tu?"

"Char!" grugnì il Pokemon Fuoco/Volante. Alan aveva ragione, su questo non si poteva discutere, ma questo non voleva comunque dire che gli andasse molto l'idea che Marin e i suoi Pokemon fossero esposti ai pericoli del loro viaggio.

Il dragone corrugò la fronte, riaffermando a sè stesso che si sarebbe impegnato ancora di più per fare in modo che i loro giovani compagni di viaggio rimanessero al sicuro.

 

----------

 

Poco lontano da Castel Vanità, lungo un fiume che scorreva pacatamente tra le foreste e le catene montuose di quelle regione di Kalos, sorgeva un grande castello dall'aspetto elegante ed impressionante al tempo stesso, costruito in solido marmo grigio e decorato con delle vetrate istoriate di colori sgragianti e  grandi finestre che facevano passare i raggi del sole in ogni stanza del suo agnifico interno. Frequentato da allenatori di ogni tipo, il Castello Lotta era un luogo in cui chiunque volesse mettere alla prova la sua abilità come allenatore poteva lottare con altri, vincendo dei fittizi titoli nobiliari a seconda del numero di sfide che accumulava. Era un luogo molto popolare tra i giovani e i meno giovani di Kalos... e in quella giornata particolare, il Castello Lotta stava per ricevere un'ospite molto speciale.

"Interessante. E così, questo è il Castello Lotta di cui ho sentito tanto parlare." disse la giovane, puntando uno sguardo a metà fra l'intrigato e lo spocchioso al magnifico castello. "Se non altro, devo ammettere che non hanno badato a spese per ristrutturarlo e mantenerlo. Bene, bene... immagino che sarà una piacevole distrazione."

"Marrrowak?" esclamò il Pokemon che camminava con lei - un rettile bipede dalle squame del colore della sabbia, con il ventre di colore più chiaro e la testa coperta da un teschio allungato che gli faceva da elmetto. In una mano teneva un grande osso fossilizzato come una clava, e lo sguardo nei suoi occhi color ocra esprimeva determinazione e forse un pizzico di tristezza.

"Certo che ne sono sicura, Marowak!" affermò la ragazza, riavviando con un gesto elegante e al tempo stesso arrogante i suoi lunghi capelli castani scuri, tenuti impeccabilmente ordinati come anche la sua uniforme scolastica blu-verde completa di minigonna, il suo cravattino rosso, la camicetta bianca a maniche corte che portava sotto l'uniforme, e le sue scarpe nere e lucide sopra un paio di calzettoni bianchi alti fino alle ginocchia. "Sono curiosa di vedere quanto sono abili gli allenatori di Kalos. E quale posto migliore di questo per incontrarne quanti più possibile? Sono convinta che sarà una giornata piena di sorprese. Non pensi anche tu?"

Il Pokemon Guardaossi fece un cenno con la testa, prima che lui e la sua allenatrice cominciassero a dirigersi verso il ponte levatoio che dava accesso al Castello Lotta, tra due folti e ben tenuti cespugli di rose colorate.

"Preparatevi, allenatori del Castello. La grande Giselle è venuta a farvi vedere come lottano i veri maestri di Pokemon!"

 

----------

 

Come quasi sempre, l'interno del Castello Lotta era pieno di giovani allenatori ansiosi di confrontarsi tra di loro... e in quel momento, sotto lo sguardo di due cameriere elegantemente vestite che facevano da arbitri, si stavano affrontando un giovanotto dai capelli castani chiari, vestito di un elegante completo grigio, e una biondina con un grazioso cappellino a larghe falde, vestita di un completino azzurro e di un paio di scarpe dai tacchi alti. I loro Pokemon, rispettivamente un Horsea e una Ledyba, si stavano affrontando sopra uno spiazzo adibito appositamente a ring, in modo che i magnifici pavimenti ricoperti di moquette del castello non dovessero sporcarsi troppo... e al momento, appariva evidente che il ragazzo con l'Horsea era in vantaggio.

"Aaaah, così non va!" esclamò la ragazzina bionda, con una comica espressione di panico dipinta sul volto. "Ledyba, usa Cometapugno!"

"Tutto qui?" chiese retoricamente il ragazzo, pettinandosi i capelli con una mano. "Horsea, prego... concludi questo imbarazzante scontro con Raggiaurora."

La Pokemon coccinella cercò di attaccare direttamente Horsea e colpirlo con i suoi piccoli pugni, ma il cavalluccio marino evitò abilmente l'attacco e rispose scagliando un raggio multicolore dalla sua bocca ad imbuto. Ledyba cercò di scansarsi, ma ad una distanza così ravvicinata, era davvero difficile mancare il bersaglio, e infatti Ledyba venne colpita in pieno al torace ed emise un'esclamazione di disappunto prima di scivolare a terra senza più forze.

"Ledyba non è più in grado di combattere." affermò una delle cameriere con un inchino. "Il Baronetto Herrison e il suo Horsea vincono questo incontro."

"In virtù delle vittorie conseguite fino a questo momento, il Baronetto Harrison viene altresì insignito del titolo di Visconte." continuò l'altra. "Ci auguriamo che vorrà continuare a deliziarci con la sua presenza, e che continuerà a farsi onore."

"Potete starne certe, signorine." rispose il ragazzo. Si voltò verso le cameriere e fece il più elegante sorriso che gli riuscisse, facendo addirittura brillare i denti con un ben distinto rumore di luccichio! Si stava beando della vittoria, quando un annuncio da un altoparlante interruppe il momento autocelebrativo.

"Attenzione. Il Castello Lotta è lieto di dare oggi il benvenuto ad una nuova ospite. Preghiamo i nostri gentili ospiti di dare un caloroso saluto alla Baronessa Giselle, proveniente dal continente di Kanto."

Gli allenatori presenti nello sfarzoso soggiorno furono un po' sorpresi dalla notizia. Non era inusuale che qualche allenatore proveniente da altri continenti prendesse a frequentare il Castello Lotta, ma quelli provenienti da Kanto erano davvero rari. Perciò, la bella ragazza dai lunghi capelli castani, dai vestiti impeccabilmente ben tenuti e dall'espressione altezzosa che stava entrando in quel momento, accompagnata da un Marowak altrettanto deciso, divenne quasi subito il centro dell'attenzione.

"Buongiorno a tutti." si presentò, senza perdere la sua alterigia. "Onorata di entrare a far parte di questo gruppo. Mi presento, il mio nome è Giselle, e vengo da Kanto. Sono una studentessa modello dell'Accademia Pokemon Tech, e sono qui a Kalos per dare prova di me stessa! Non starò ad annoiarvi parlandovi dei miei meriti, della mia eleganza o della mia grandissima modestia. Molti mi considerano una promessa, molti un genio dei Pokemon, ma io sono semplicemente..."

La ragazza si mise in posa con una mano sul fianco e l'altro braccio levato in aria, e una stella a cinque punte passò vicino a lei, creando un buffo effetto scenico.

"...Giselle!"

"Marowak!" esclamò Marowak puntando il suo osso-clava verso l'alto, anche se non sembrava eccessivamente convinto...

Un silenzio colmo di imbarazzo era calato sul salone, e tutti gli allenatori stavano guardando stupiti in direzione della nuova arrivata e del suo Marowak. Giselle, per quanto la riguardava, non era per nulla preoccupata, e manteneva la posa in cui si era messa, orgogliosa della bella figura che era convinta di aver fatto!

"Hehee... sicuramente questa mia entrata in scena ha fatto colpo!" pensò tra sè. Quando decise che si era divertita abbastanza a lungo a tenerli sulle spine, la giovane allenatrice di Kanto si mise un po' a posto i vestiti - non che ne avessero bisogno, ma una perfezionista come Giselle non si accontentava di essere semplicemente "presentabile" - e fece qualche passo nello sfarzoso salone, decorato con degli splendidi mobili d'epoca e con un grande lampadario di cristallo finemente intagliato appeso al soffitto. "Hmm, un ambiente un po' retrò, devo dire, ma ha il suo fascino. Non per niente Kalos è conosciuto come il paese della bellezza. Ma... temo di non poter dire di essere granchè impressionata dagli allenatori che vedo qui. Mi danno tutti l'impressione di essere dei novellini, senza offesa si intende."

"Ma chi è quella? E che razza di discorsi fa?" chiese una ragazza un po' più grande, che stava osservando la nuova arrivata con un misto di meraviglia e disgusto.

"Sarà qualche figlia di papà proveniente da Azzurropoli o da Zafferanopoli. Quelle sono le due città più evolute di quel paese di campagnoli." rispose il ragazzo che era stato appena nominato Visconte. "Ammetto che è carina, ma con quel suo caratteraccio, non mi stupisce che non abbia un fidanzato."

"Tesoro, hai mai sentito il proverbio, 'meglio soli che male accompagnati'?" ribattè tranquilla Giselle, sempre con la risposta pronta. "Anche se ammetto che non è facile non soccombere all'invidia quando si è di fronte ad una persona di indubbio talento come la sottoscritta. Bellezza, carisma, intelligenza e abilità come allenatrice, e i miei Pokemon sono allenati con cura, affetto e la massima attenzione!"

"Mar, marowak!" il suo Marowak incrociò le braccia sul petto e disse di sì con la testa. Forse Giselle aveva un'alta opinione di sè stessa, ma i suoi Pokemon erano i primi a dire che aveva i suoi buoni motivi.

Il giovane Visconte, colto in contropiede da quella rapida risposta, cominciò a perdere la pazienza. "Ugh... ma sentitela! Forse lì a Kanto, in mezzo a tanti campagnoli, ti sarai fatta una buona fama, ma in un paese come Kalos, sei a malapena decente, signorina! Avanti, Horsea, falle vedere quello che voglio dire! Usa Bollaraggio!"

"Horseaaaa!" esclamò il cavalluccio marino azzurro. Prese fiato per un istante e poi scagliò una raffica di bolle d'acqua contro il Marowak di Giselle, che non aveva avuto nemmeno il tempo di mettersi in guardia. Il Pokemon Guardaossa era ancora voltato di spalle, e sembrava non essere in grado di opporre resistenza...

Ma Giselle si era aspettata una mossa simile, e sorrise tra sè. Tipico di certe persone rozze che credono di risolvere tutto con la forza.

"Prevedibile. Marowak, usa Ossomerang." disse con calma snervante.

Il Pokemon di Terra reagì con una rapidità quasi fulminea. Si girò di scatto, tenendo il suo osso-clava con una mano sola, e scagliò la sua arma con abilità, potenza e precisione - al punto che l'osso volteggiante intercettò la scarica di bolle e la tagliò con la stessa facilità di un coltello che penetra nel burro! L'attacco Bollaraggio si disperse senza fare alcun danno, e l'Ossomerang proseguì la sua traiettoria e colpì in pieno Horsea, lasciandogli appena il tempo di spalancare gli occhi per l'incredulità. L'arma improvvisata ma potente di Marowak colpì il Pokemon d'Acqua in mezzo alla fronte con uno schianto che lasciò sbalorditi gli allenatori... e anche le cameriere che facevano da arbitri! Horsea si schiantò a terra con un grosso bernoccolo sulla testa e gli occhi trasformati in spirali, mentre l'Ossomerang tornava indietro seguendo una traiettoria ad arco, e Marowak lo afferrava al volo come niente fosse.

"La prossima volta, ragazzo mio... non credere che basti il vantaggio del tipo a farti vincere." avvertì Giselle.

Marowak bilanciò il suo osso-clava su una spalla come un esperto, e fece un cenno con la mano libera, con tutta l'aria di chiedere se ci fossero avversari un po' più forti di così. "Mar? Marowak!" esclamò, incitando chi avesse voglia di farsi avanti.

La maggior parte degli ospiti del Castello Lotta era rimasto sbalordito dall'abilità dimostrata da Giselle e dal suo Marowak, e si tiravano indietro per paura di fare la stessa figura del neo-visconte - il quale, da parte sua, era caduto in ginocchio con dei comici fiumi di lacrime che gli scorrevano lungo le guance come due cascate in miniatura! Tuttavia, una dei presenti ebbe abbastanza fegato - o sconsideratezza - da accettare la sfida.

"Ah, è così che la mettiamo?" esclamò una giovane donna dai capelli azzurrini. "Prima di tutto, vediamo come te la cavi quando non puoi usare gli attacchi del tuo Marowak! Vai, Haunter!"

La ragazza fece uscire dalla sua Pokeball un Pokemon Spettro/Veleno di un tipo ben noto, di colore viola, con un corpo frastagliato davanti al quale fluttuavano due mani dotate di tre dita ciascuna, circondate da un misterioso bagliore rosso. Il viso terminava su entrambi i lati con tre spuntoni e aveva due grandi occhi triangolari bianchi con piccole pupille nere e una larga bocca munita di affilati denti viola.

"Haaaaunteeeeer!" esclamò il Pokemon gassoso, muovendo le mani artigliate in aria per fare paura a Marowak. Senza alcun risultato, visto che il Pokemon Guardaossa restò fermo al suo posto senza cambiare nemmeno espressione.

"Marrrrowak..." affermò scuotendo la testa.

"Aaah, capisco, capisco." disse Giselle, e si voltò verso la ragazza in modo da concederle tutta la sua attenzione. "Immagino che hai pensato che l'abilità Levitazione del tuo Haunter lo protegga dagli attacchi del mio Marowak. Sì, questo sarebbe anche vero... ma hai dimenticato che Marowak non impara solo attacchi di tipo Terra! Ma... è giusto che anche qualche altro dei miei Pokemon faccia un po' di esercizio. Marowak, puoi tornare per un momento?"

Il Pokemon Guardaossi annuì silenziosamente e si lasciò richiamare nella sfera, che poi Giselle appese alla sua cintura con il piglio dell'allenatrice esperta che era. "Grazie, Marowak. Adesso... Bellossom, puoi venire fuori un momento? Grazie!"

Giselle fece uscire il suo Pokemon successivo... una graziosa creatura simile ad una piantina alta circa mezzo metro che sembrava imitare una ballerina hawaiiana, con due corte braccia e la testa rotonda, con un paio di splendidi fiori rossi che le facevano da capelli. Le sue gambe erano nascoste da un gonnellino fatto di ampie foglie verdi e gialle, e i suoi occhi nero-verdi, con un paio di chiazze rosse sulle guance, davano al suo volto tondeggiante un'espressione vivace e dolce.

"Bellossom!" disse la Pokemon Fiore con voce melodiosa.

"Usa una Pokemon d'Erba contro un Haunter?" commentò un ragazzo, che evidentemente non aveva capito molto bene la lezione che Giselle aveva impartito poco prima. "O quella ragazza è stupida, o è troppo sicura di sè."

Un altro allenatore, che sembrava avere un po' più di buonsenso, cercò di essere più prudente. "O forse è davvero tanto brava come dice di essere. Non l'hai vista come ha umiliato il povero Herrison?"   

"Tsk... ha avuto un semplice colpo di fortuna! Herrison l'ha sottovalutata! Ma adesso Beatrice le darà una bella lezione! Lei è una Contessa!" rispose l'altro. Davanti a loro, la battaglia era iniziata, e Haunter aveva iniziato subito con un attacco Fangobomba, spalancando le fauci e scagliando un proiettile di fango tossico violaceo contro la Bellossom di Giselle.

"Prevedibile anche questo." disse Giselle. "Prego, Bellossom... usa Protezione e poi Introforza!"

"Bell!" esclamò la graziosa Pokemon floreale, che eseguì un aggraziato passo di danza, una piroetta, e alzò uno scudo energetico attorno a sè, che la protesse dall'attacco di Haunter e lo fece disperdere senza alcun effetto. La Contessa Beatrice storse il naso, ma si ripromise che con l'attacco successivo sarebbe riuscita a mettere a terra quell'insopportabile fiorellino...

Peccato che Bellossom non gliene diede il tempo. Non appena Protezione cessò il suo effetto, la Pokemon Fiore fece una piroetta, aprì le braccia e scagliò una raffica di colpi energetici contro il Pokemon Spettro/Veleno, che cercò di volare via per evitarli, ma non fu abbastanza rapido, e venne raggiunto in piena faccia da alcuni colpi che esplosero in un tripudio di luci rosate! Il Pokemon fantasma emise un cupo ululato di dolore, per poi crollare a terra come un sacco di patate e perdere i sensi.

"Anche... anche Haunter è stato messo fuori combattimento." affermò una delle cameriere-arbitri. "La Baronessa Giselle vince l'incontro... ed è promossa a Viscontessa..."

Giselle si mise in posa. "Non ho mai avuto dubbi in proposito. Ottimo lavoro, Bellossom!" disse. La Pokemon Fiore, per celebrare la sua facile vittoria, si era messa a fare una lenta danza hawaiiana e a spargere petali rossi attorno a sè. "Ma ho come l'impressione che i qui presenti non abbiano l'abilità necessaria per offrirmi una battaglia degna dei miei Pokemon."

"Viscontessa Giselle!" esclamò un ragazzo dai capelli castani, vestito in maniera elegante ma non certo sgargiante. La ragazzina di Kanto guardò incuriosita verso di lui, e il ragazzino, che doveva aveva un paio d'anni meno di lei, fece un rapido inchino. "Sono... sono rimasto stupefatto dalla sua tecnica di lotta! Sarei... sarei onorato se volesse accettarmi come suo allievo!"

"Anch'io, Viscontessa Giselle!" continuò un altro ragazzo, questa volta un biondino vestito di azzurro.

"Posso... posso chiederle la stessa cosa anch'io?" fu la volta di una ragazzina piccola e magra con lunghi capelli neri.

Giselle e Bellossom sbatterono gli occhi, un po' stupite, ma non ci misero molto a decidere. Dopo che si furono scambiate uno sguardo di intesa, Giselle si mise le mani sui fianchi e disse di sì con la testa. "Beh, sì, immagino che si possa fare. Farò in modo che come allenatori e come persone possiate arrivare al mio livello... o quasi. Vi avverto, però, sono un'insegnante molto esigente, e non tollero che i miei allievi battano la fiacca o diano meno del massimo. Sono stata chiara?" rispose con sicurezza.

"Certamente, maestra!" fu la risposta in perfetto unisono dei tre ragazzi, mentre molti degli altri allenatori guardavano Giselle con un misto di invidia, impressione ed antipatia. La ragazzina dai capelli castani sorrise soddisfatta, ripensando con un po' di nostalgia a quando era più giovane e faceva più o meno la stessa cosa con i ragazzi della Pokemon Academy Tech. Chissà come se la stava cavando Joe in quel momento...

 

----------

 

Quella sera, in una piccola locanda di Castel Vanità...

"Molto bene... da questa cittadina, si va verso ovest per raggiungere delle attrazioni molto interessanti." stava dicendo il gioane inventore biondo, mentre mostrava ad Ash e Pikachu una mappa elettronica della zona di Kalos in cui si trovavano. "Andando verso nord-ovest, si raggiunge un breve ma pittoresco viale alberato che conduce alla Reggia Aurea, una sontuosa abitazione che ha fatto da dimora al re di Kalos 300 anni fa come simbolo della sua autorità. Attualmente funge da museo, e può essere visitata pagando una modesta somma. In compenso, tutte le stanze possono essere visitate, e le guide sono sempre disponibili per raccontare la storia del palazzo."

"Dev'essere un posto molto bello... hehee, sono sicuro che Misty suggerirà di visitarlo con la scusa che è un posto molto romantico!" rispose il giovane. "E tu, Lem? Hai mai visitato la Reggia Aurea?"

"A dire la verità, no..." ammise il biondino, tormentando un po' il ciuffetto a forma di saetta che spiccava sulla sua testa. "Voglio dire, non ho mai viaggiato molto lontano da Luminopoli, e poi... beh, sai com'è, quando sono diventato Capopalestra, il mio tempo libero si è molto ridotto. E quello che ho, preferisco usarlo per creare qualche nuova invenzione... immagino che sia stato anche per avere un po' più di tempo per me che ho cercato di inventare Lembot!"

"Pikachu!" rispose Pikachu, e drizzò le orecchie per dire che comprendeva. Anche Ash doveva ammettere di capire il punto di vista del suo nuovo amico. Non gli sarebbe davvero piaciuta l'idea di restare rinchiuso in una Palestra ad aspettare gli sfidanti, e poteva capire la frustrazione di Misty nell'essere costretta a restare a Celestopoli mentre le sue sorelle andavano in crociera...

"Comunque... visto che ti interessa, faremo un salto alla Reggia aurea! Sarà l'occasione perfetta per vederla dal vivo!" affermò Lem. "E poi... beh, ci sono un sacco di altre cose interessanti da vedere prima che arriviamo a Petroglifari! L'Orto della Bacche, il Castello Lotta, la Grotta Trait D'Union..."

"Stupendo! Sono sicuro che ci divertiremo, vero, Pikachu?" esclamò Ash, la cui passione per il viaggio ardeva più che mai. "Ma... immagino che per oggi, sia il caso di prendersi una buona notte di riposo. Ci sarà da camminare un bel po', da domani in poi..."

"Pika pika..." rispose Pikachu sgranchendosi la schiena. Da domani in poi, aveva l'impressione che l'allenamento si sarebbe fatto molto più intenso...   
 

----------

          

CONTINUA...

 

Note dell'autore: Il nuovo nemico comincia a farsi vedere. E sembra davvero pericoloso. Certo, non ho ancora rivelato quali siano i loro piani, e abbiamo visto soltanto uno dei loro comandanti... ma danno l'impressione di essere abbastanza pericolosi, eh? Si faranno sentire ancora di più, nel corso di questa avventura...
E così, è tornato in scena un personaggio della vecchia serie... e il suo stile è come sempre inconfondibile! Aspettate che Ash e i suoi compagni la rivedano. Voleranno le scintille, questo è sicuro!
Per adesso, mi basti dire che mi dispiace per il tempo che ci ho messo per aggiornare. Tra i problemi al mio PC, lo stress del lavoro e i lavori in casa, non sono riuscito a lavorare granchè... cercherò di fare di più adesso che iniziano le vacanze di Natale e avrò molto più tempo a mia disposizione.
Sicuramente aggiornerò Glazed Challenge tra qualche giorno, e cercherò di aggiornare anche qualche altra storia! Grazie della vostra pazienza, e a presto!

 

 

  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Pokemon / Vai alla pagina dell'autore: Justice Gundam