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Autore: _Akimi    20/12/2017    3 recensioni
Post-canon
"E Diana la riconosce subito, nello sguardo di Victor, una velata tristezza che probabilmente un ragazzo così giovane non dovrebbe mai provare; ha ben compreso che esporsi durante la loro lotta è stato complesso e lo capisce, davvero, perché adattarsi ad una nuova vita non è mai facile, non lo è stato neppure per lei."
Genere: Commedia, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Diana Prince, Victor Stone
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Metamorphōsis

{But now I think I'm able to carry on
It's been a long, a long time coming
But I know a change is gonna come, oh yes it will}

 
 
Per un bruco sono sufficienti una decina di giorni per diventare crisalide; quest'ultima è la fase intermedia, il momento meno allettante all'occhio umano.
La crisalide precede l'attimo in cui la farfalla nasce, è il bozzolo in cui il piccolo, insignificante bruco si nasconde, riparandosi dalle intemperie e dai pericolo esterni.
Victor si è sentito a lungo come in una crisalide; un paragone sciocco, forse, ma lo è stato perché non poteva sopportare ciò che era diventato e aveva trovato anche lui il suo bozzolo.
Una prigione e una fortezza nel medesimo momento: si nascondeva dal mondo per timore, ma al contempo era lì, intrappolato in quelle familiari, quattro mura di casa sua.
Ora ha abbandonato il suo rifugio, non crede di essere divenuto una farfalla, ma si sente un qualcosa, qualcosa di vivo e di utile.
La sua nuova esistenza è cominciata negli StarLabs con suo padre ed è certo – o almeno spera – che durerà più a lungo di quella di un lepidottero.

«Buongiorno Diana.»
Allontana i pensieri non appena sente il suono dei tacchi riecheggiare nell'incompleta sala della giustizia; intravede la figura dell'amazzone attraverso le proiezioni del suo sistema e si ferma, solo per un breve attimo, alzando lo sguardo verso di lei.
«Non lo chiamerei esattamente un buon giorno; oggi è di riposo, dovresti passare la giornata con tuo padre.»
Diana lo rimprovera con lo sguardo; non è mai troppo severa con i più giovani della lega, ma preoccuparsi per loro è compreso nei compiti che le spettano come eroina e, in quanto tale, crede sia fondamentale anche trascorrere del tempo con la propria famiglia.
«Il crimine non va mai in vacanza.»
Victor risponde, il suo sguardo è ormai tornato sui diversi schemi che lo tenevano prima impegnato, ma un breve e quasi impercettibile sorriso si fa spazio sul suo viso, trattenuto solamente da un vago colpo di tosse.
«E poi lo hai detto tu, è giorno di riposo, perché sei qui?»
È una piccola vittoria, la sua, lo capisce perché vede la principessa alzare lo sguardo, sbuffa divertita e non può che dargli ragione, anche se è orgogliosa e non pare disposta ad accettare di avere torto così facilmente.

«Vuoi una risposta sincera?»
Diana si avvicina a piccoli passi verso di lui, diversi dati le colorano la pelle non appena cerca di coprire con il proprio braccio le proiezioni; non è abbastanza per allontanarlo dal lavoro, ma in ogni modo, Victor si ferma, facendo scomparire con un semplice gesto della mano tutte le sue intricate informazioni.
«Se potessi, ritornerei a casa. Non sai quanto mi mancano le battute di caccia con le mie sorelle.»
Bisbiglia lei, come se si trattasse di un importante segreto; non ha molte occasioni per parlare con qualcuno della sua vita a Themyscira, in fondo sono passati anni da quando è giunta sulla Terra, ma non si è scordata delle giornate della sua infanzia, i duri allenamenti, ma anche i banchetti e i giochi insieme a tutte le altre amazzoni.
«Immagino che andare a caccia sia un'attività molto più divertente che parlare con mio padre di lavoro.»
Victor appare poco convinto, non è una buona alternativa quella di passare un'intera giornata da solo, controllando nell'attesa che succeda qualcosa, ma costretto a scegliere, eviterebbe di dover sopportare il blaterare continuo e disinteressato di suo padre.

«Non può essere davvero così noioso.»
Parla in risposta Diana, un sorriso malinconico appare sul suo volto ed è facile ricordare la propria infanzia.
Sa come si comportano i figli sulla Terra, non è poi così diverso da quando lei era bambina; sua madre è stata paziente e Diana, deve pur ammetterlo, era sin troppo curiosa e difficilmente era disposta a starsene buona durante i giorni di studio.
«Oh, fidati, alle volte lo è, ma non deve essere stato facile rimanere da solo all'improvviso.»
E Diana la riconosce subito, nello sguardo di Victor, una velata tristezza che probabilmente un ragazzo così giovane non dovrebbe mai provare; ha ben compreso che esporsi durante la loro lotta è stato complesso e lo capisce, davvero, perché adattarsi ad una nuova vita non è mai facile, non lo è stato neppure per lei.

«Sai di che cosa abbiamo bisogno io e te?»
Domanda infine, Victor le dedica un'espressione confusa e non sa cosa aspettarsi, anche se il sorriso che nota sul suo viso lo porta ad immaginare una qualsiasi attività che li allontani dallo stress di essere eroi ogni giorno.
«Io gelato, tanto gelato. E mi dovresti insegnare a giocare ad uno di quei vostri videogames; non dirlo a Barry, ma quando cerca di spiegarmi come funziona va troppo veloce.»
Victor dubita che una persona come Diana non riesca a premere dei tasti per combattere avversari virtuali, ma trascorrere un pomeriggio con lei non potrebbe certo annoiarlo.
E poi, conoscere i propri colleghi fa sempre parte del lavoro, no?
 
Angolo dell'autrice-
La citazione all'inizio è presa dalla canzone A change is gonna come; originale di Sam Cooke e forse una delle canzoni afroamericane più famose; le versioni  che amo di più sono quelle di Otis Redding e dei Fugees, tempi completamente diversi, ma entrambe le interpretazioni da brividi.
Mi sono affezionata molto a Cyborg di JL, a quanto pare c'è chi si è lamentato perché nella prima parte del film ha fatto troppo teen drama, ma invece credo che sia stata l'occasione in cui ha potuto dimostrare un po' più di spessore, dato che tendenzialmente non se lo fila nessuno.
  
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