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Autore: XtinaA    21/12/2017    5 recensioni
-E allora perché non gliel'hai ancora cantata? Forse ti vergogni?- lo provocò Marco.
-Ma che vergognarmi? Ve volessi la potrei cantare anche qua davanti a tutti lo sai.-
-Addirittura? Non ci credo che saresti capace di farlo.- continuò Marco.
-Mi stai sfidando?- disse Kidd serio.
-Perché no? Se la canti veramente ti pago una birra. Ci stai?- disse il biondo.
Il rosso ci penso su ma decise che la posto in gioco era troppo bassa per quella sfida. Che divertimento c'era a scommettere solo una birra?
-Ci sto ma se perdi ti dovrai far truccare da me e venire qua davanti a tutti truccato.- disse con un ghigno ferino sul viso affilato.
Marco sbattè le palpebre diverse volte, preso decisamente in contropiede da quella sfida.
-E se vinco io?- gli chiese.
-.Decidi tu amico.- disse Kidd sempre più eccitato da quella sfida improvvisa.
-Ti farai i capelli come i miei.- disse Marco con una scintilla malefica che faceva brillare i suoi occhi.- Affare fatto?- chiese poi porgendo la mano verso il rosso per sigillare la loro promessa.
*
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Pairings :
KIddxLaw;
MarcoxAce
Genere: Comico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Eustass Kidd, Marco, Portuguese D. Ace, Trafalgar Law | Coppie: Eustass Kidd/Trafalgar Law
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Angolo autrice:

Eccomi qua con questa nuova One-shot che in teoria non era in programma ma come sapete basta poco per darmi l'ispirazione e farmi partire la fanfiction. Ultimamente infatti come avrete visto sono stata impegnata con nuovi progetti, tra cui Slave e due nuove one-shot inclusa questa, e sicuramente vi starete chiedendo quando aggiornerò Around the World ma tranquilli che non l'ho abbandonata. La aggionerò prima di quanto pensiate!

Ma prima ecco questa nuova storia che dedico con tutta me stessa alla mia cara amica ThelviaBB <3 é una piccola storia senza troppe pretese, forse addirittura fluffosa ma spero comunque che ti possa piacere <3 é un modo per ringraziarti delle nostre belle chiacchierate, da cui è partita grazie a te l'idea per questa storia, e del supporto che mi dai <3 Ma come farei senza di te???

La canzone di Kidd è palesemente ispirata sia a Sweet Child O' Mine dei Guns'n'Roses che a I don't wanna to miss a Thing degli Aerosmith, che sono due delle più belle canzoni d'amore rock secondo me e spero di non averle rovinate ahaha

Per ora è tutto e non mi resta che augurare a tutti buona lettura!


Mai sfidare Eustass Kidd!



Tutto era iniziato in quel freddo pomeriggio invernale. Law aveva pensato di trascorrerlo immerso nei suoi libri visto che mancava davvero poco alla sua tesi, ma naturalmente Kidd, il suo compagno, non ne aveva voluto sapere di lasciarlo studiare in pace almeno per una volta.
-Giuro che se ti vedo ancora con il naso sui libri farai diventare scemo anche me.- gli aveva detto essapserato.
-Nessuno ti dice di stare lì a guardare. Lo sai che cosa ho tra meno di un mese.- aveva risposto il moro senza perdere il suo consueto glaciale autocontrollo.
Allora Kidd si era avvicinato a grandi passi e aveva chiuso con un colpo secco il libro di anatomia di Law.
Il futuro medico aveva sbuffato sonoramente ma non aveva avuto modo di replicare perché il rosso lo aveva minacciato di gettarlo sotto la doccia, anche vestito se necessario, se non lo avesse fatto sulle sue gambe visto che ormai aveva già preso appuntamento con Ace e Marco, ovvero una coppia di loro amici conosciuta tempo prima.
Non che a Law dispiacessero troppo quelle serate tra coppie, ma era così teso in vista della tesi che non era sicuro di essere una buona compagnia in certe occasioni. Aveva ancora parecchio da studiare e anche alcune cose da rivedere con il suo tutor, ed ogni ora persa senza studiare poteva costargli la laurea.
Kidd annuì soddisfatto quando il moro, fatta una rapida doccia fredda, terminò di cambiarsi e si diressero verso la macchina.
Indubbiamente Law sapeva che Kidd lo faceva per lui, perché lo vedeva teso mentre si aggirava per la casa con pesanti volumi tra le dita magre, gli occhiali da vista sul naso, e l'immancabile tazza di caffè che era diventata la sua inseparabile compagna durante quelle lunghe notti insonni.
Erano stati anni difficili per lui quelli in cui aveva dovuto fare delle pesanti rinunce e tante di quelle litigate con Kidd che neppure voleva ricordarle, come quando con ce la faceva proprio ad uscire con lui nonostante avessero progettato l'uscita per giorni ma lui era nel bel mezzo di un esame impegnativo o ancora quando non si ricordava del compleanno di Kidd o non poteva andare alla sua festa perché era in un periodo duro.
Certo Kidd non sempre gli andava incontro e non riusciva proprio a tenersi tutto dentro , anzi bastava un nonnulla per scatenare un incendio con lui. Ma dopo quattro anni, di cui due di convivenza, aveva imparato a frasi scivolare addosso alcune cose e a capire meglio il carattere contraddittorio del moro.
Law era però consapevole che, a discapito del suo pessimo carattere, Kidd c'era sempre stato mentre un altro al suo posto lo avrebbe piantato in asso dopo una settimana.
Ecco perché nonostante la discussione che aveva avuto in casa il moro gli accarezzava distrattamente la mano inanellata. Quando arrivarono al locale era era già tutto dimenticato e pensavano a divertirsi in compagnia dei loro amici.
Videro Ace sbracciarsi per attirare la loro attenzione in mezzo a tutta quella gente a e non fu semplice districarsi in mezzo alla folla andata lì ad ascoltare la musica di una qualche band esordiente e a sorseggiare qualche drink.
I due riuscirono alla fine a raggiungere i loro amici. Ace li accolse con ampio sorriso e pacche sulla spalla mentre Marco sollevò impercettibilmente le sopracciglia in un gesto di saluto.
-Siete riusciti a venire alla fine. Pensavo ci avreste abbandonati.- disse Ace.
-Dillo a questo stronzo qua che non voleva mollare quei cacchio di libri. Ho dovuto praticamente trascinarlo via.- disse Kidd indicando Law.
.-Problemi con la tesi?- domandò Ace.
-Lasciamo perdere. Non ho voglia di parlare di università anche qua.- rispose Law appoggiando i gomiti sul tavolo.
-Come vuoi amico ma sappi che sei in buona compagnia. Anche io non ce la faccio più con questa cavolo di università. Non capisco perché quel vecchio rimbambito continua ad insistere su questo punto quando io gli ho sempre detto di voler diventare un pompiere .- disse il moro con le lentiggini.
Non era la prima volta che si sfogava con loro riguardo l'argomento ed anche i suoi amici con un nonno del genere probabilmente sarebbero andati fuori di testa. Ace non era il tipo che amava farsi mettere i piedi in testa, anzi aveva un carattere ribelle e focoso, e per questo si scontrava spesso con il suo nonno autoritario.
Marco gli scompigliò delicatamente la chioma corvina prima di appoggiargli una mano sulla spalla in un gesto protettivo.
-La mia offerta per quella famosa fuga è sempre valida sai?- gli disse con la sua voce bassa.
Ace sorrise e gli posò un bacio sulla mano di Marco che ciondolava vicina al suo viso.
-E tu come faresti con il lavoro?-
-Ne troverei uno nuovo, non sai quanta richiesta c'è per i falconieri.- disse il biondo portandosi il bicchiere di birra alle labbra.
-Avete finito con questa scena da vomito o dobbiamo lasciarvi soli?- domandò Kidd riportando la coppia alla realtà.
-Ma come siamo delicatini. E allora noi cosa dovremmo dire quando ti attacchi come una ventosa a Trafalgar?- lo provocò il biondo.
-Io non mi attacco a nessuno come una ventosa, sia chiaro.- sibilò velenoso il rosso.
-Come no. Fossi al tuo posto Trafalgar gli direi di tenersi le mani a posto almeno in pubblico.- disse Marco sollevando il sopracciglio con chiari intenti sarcastici.
Law ignorò le parole del suo amico e si limitò ad ordinare del rum per se e per Kidd. Non aveva voglia li litigare, non quella sera in cii aveva i nervi a fiori di pelle e avrebbe detto cose di cui si sarebbe probabilmente pentito.
-A proposito di voi due, come va la canzone che stavi scrivendo per Law?- domandò con fare del tutto innocente Ace.
Kidd tossì e sputacchiò tutto il rum che stava bevendo e solo grazie al pronto intervento di Law non rischiò di soffocare. Assottigliò lo sguardo e se avesse potuto avrebbe volentieri stretto le sue mani attorno al collo di Ace.
Quando Law si fu assicurato che il suo compagno non rischiava di strozzarsi bevendo, lo guardò interrogativo.
-Cos'è questa storia?- gli chiese.
-Uff, doveva essere una fottuta sorpresa ed invece è tutto rovinato ora grazie ad un certo imbecille.- ringhiò passandosi una mano tra le ciocche di fuoco.
-Scusa amico ma pensavo che Law lo sapesse già.- si giustificò il moro.
-E' finita questa canzone?- gli chiese Law.
-Più o meno.-
-E allora perché non gliel'hai ancora cantata? Forse ti vergogni?- lo provocò Marco.
-Ma che vergognarmi? Ve volessi la potrei cantare anche qua davanti a tutti lo sai.-
-Addirittura? Non ci credo che saresti capace di farlo.- continuò Marco.
-Mi stai sfidando?- disse Kidd serio.
-Perché no? Se la canti veramente ti pago una birra. Ci stai?- disse il biondo.
Il rosso ci penso su ma decise che la posto in gioco era troppo bassa per quella sfida. Che divertimento c'era a scommettere solo una birra?
-Ci sto ma se perdi ti dovrai far truccare da me e venire qua davanti a tutti truccato.- disse con un ghigno ferino sul viso affilato.
Marco sbattè le palpebre diverse volte, preso decisamente in contropiede da quella sfida.
-E se vinco io?- gli chiese.
-.Decidi tu amico.- disse Kidd sempre più eccitato da quella sfida improvvisa.
-Ti farai i capelli come i miei.- disse Marco con una scintilla malefica che faceva brillare i suoi occhi.- Affare fatto?- chiese poi porgendo la mano verso il rosso per sigillare la loro promessa.
Prima che Kidd potesse ricambiare il gesto, Law gli mise una mano sulla spalla.
-Kidd sei sicuro? Ti vuoi giocare i tuoi capelli per una stpida scommessa? Non ne vale la pena e lo sai.- disse cercando di far ragionare il suo fidanzato.
Kidd gli diede un bacio a fior di labbra prima di stringere la mano a Marco.
Poi si alzò e andò verso il palco, in cui la band stava per riprendere l'esibizione dopo una breve pausa e spiegò la situazione al cantante.
-Una scommessa? Sembra una ficata.- disse entusiasta lui. - Facci fare un altro pezzo e poi il palco è tutto tuo fratello.-
Kidd lo ringraziò e si sedette lì vicino per attendere il suo turno.
Erano anni che prendeva lezioni di chitarra da un insegnante privato, tale Brook che pagava con le entrare del suo lavoro come istruttore di Karate, e il suo maestro gli ripeteva spesso che era davvero bravo e che avrebbe dovuto tentare la carriera come musicista. Kidd non si era mai esibito in pubblico, se non qualche volta davanti a Law o ai suoi amici nel tempo libero, ma i suoi pezzi, quelli che scriveva e provava di nascosto e di cui nessuno sapeva nulla, non li aveva fatti sentire a nessuno, neppure al maestro Brook.
Si chiese seriamente se quella non fosse la sua vera strada, come riteneva il maestro. Se così fosse stato avrebbe dovuto lasciare un lavoro sicuro e che gli piaceva abbastanza, per iniziare qualcosa di nuovo e che inizialmente sarebbe stato poco redditizio. Senza contare la concorrenza che avrebbe dovuto sbaragliare per arrivare in alto.

Non era sicuro di voler rinunciare a tutto quello che aveva. Non era da lui rimuginare così tanto sulle cose. Cantare gli piaceva davvero ma si sentiva come sull'orlo di un baratro se ci pensava troppo.
Si riscosse quando il cantante della band lo chiamò sul palco e gli passò la sua chitarra. Poi gli fece l'occhiolino e scesero per fargli spazio.
Kidd di ritrovò con tutti gli occhi dei presenti puntati addosso e fu una strana sensazione. Probabilmente i più si stavano chiedendo il perché di quell'improvviso cambiamento di programma e lo fissavano incuriositi.
Cercò Law con lo sguardo e quando lo trovò vide i suoi occhi plumbei puntati addosso.
Fece scorrere il plettro sulle corde e subito la sala fu invasa da una serie di note dal carattere vagamente rockeggiante e con un ritmo che era impossibile ignorare.
Ricordava esattamente ogni nota ed ogni parola di quella canzone su cui aveva lavorato per lungo tempo, mai soddisfatto del risultato. Voleva che esprimesse tutto quello che provava per il suo compagno e che capisse tutte le emozioni contrastanti che gli faceva provare, dalla voglia di ucciderlo fino a quella sciocca felicità quando si sfioravano.
Non era sicuramente una canzone d'amore classica, con promesse di amore eterno o frasi su quanto fosse meraviglioso il loro amore. Non sarebbe stata nel suo stile, era una canzone che nel profondo avrebbero capito solo lui e Law. C'erano sicuramente parole forti, e qualcuna volgare di tanto in tanto, e l'inizio ruotava attorno al colore plumbeo degli occhi di Law, che lo riportavo alla sua infanzia grigia, buia e fredda. Se ci pensava troppo rischiava di venire travolto da quegli avvenimenti del passato che aveva cercato di dimenticare con tutte le sue forze ma che ancora lo tormentavano. Ecco perchè amava immergere le mani nei sui morbidi capelli corvini, perchè quel calore lo faceva star bene e potevano nasconderlo dai mostri del passato.

E quando lo guardava sentiva di non aver più paura ma di poter andare ovunque senza doversi preoccupare di niente. Per questo non si sarebbe mai stancato di guardarlo dormire la notte, il ritmico alzarsi e abbassarsi del suo petto chiedendosi cosa stesse sognando, se di loro o chissà cosa. Quei momenti, così come altri che trascorrevano insieme, erano racchiusi nella sua mente e ne faceva tesoro. E se durante la notte aveva paura di chiudere gli occhi e addormentarsi sempre a causa di quegli incubi e pregava di poter scivolare in un sonno senza sogni, bastava che gli baciasse gli occhi delicatamente e senza svegliarlo per poter riprendere a respirare tranquillamente e stare finalmente bene.

Erano cose che non aveva mai detto a Law, che tuttavia sapeva della sua infanzia e adolescenza travagliata tra orfanotrofi, droghe e piccoli furti.

Sembrava che in quella canzone Kidd avesse messo tutto se stesso e non aveva paura di mostrare al mondo quanto ci teneva al suo compagno, e quanto gli fosse importante per vivere una vita normale.
Alla fine della canzone il pubblico reagì con uno scroscio di applausi che Kidd meritò fino all'ultimo. Tornò al tavolino in cui lo attendevano gli altri tre ragazzi, con un sorriso stampato sul volto. Aveva vinto la scommessa.
-Mi sa che qualcuno si deve truccare ora.- disse con una smorfia poco rassicurante.


Rinchiusi nell'area riservata al personale, Kidd armeggiava con i suoi "giocattoli" preferiti, com'era solito chiamarli lui.
Prese una matita nera che stese sia sulla rima inferiore che superiore degli occhi del biondo, facendoli sembrare più grandi ed espressivi. Diede un'abbondante strato di mascara, un velo di blush pescato e sulle labbra un rossetto bordeaux.
-Non avevi un rossetto più chiaro da mettermi? Cazzo, mi sento un pagliaccio.-
-Hai le labbra troppo carnose per uno più chiaro e ora lasciami lavorare se non vuoi che ti metta anche i glitter.-
Terminò il tutto con del gloss trasparente. Law aveva osservato ogni gesto del suo compagno con ammirazione, visto che Kidd metteva tutto quell'impegno solo quando si trattava di trucco, motori ed arti marziali.
Avevano detto ad Ace di aspettare al tavolino, sia per fargli una sorpresa sia per non rischiare di restare in piedi a lavoro finito. E anche perché così Marco sarebbe stato ancora più in imbarazzo, aveva pensato Kidd malefico.
-Quasi mi commuovo davanti alla mia opera.- ridacchiò il rosso tutto soddisfatto. Il biondo si rifiutò di guardarsi in qualsiasi specchio e si diresse a testa bassa verso la sala ancora gremita.
Law trattenne Kidd per un braccio, facendolo voltare verso di lui.
-Mh?- fece Kidd.
-La canzone... Mi piace.- disse il moro. Avrebbe voluto dire che l'aveva trovata bellissima e che nessuno gli aveva mai fatto un regalo così bello. Avrebbe voluto ringraziarlo e fargli capire che anche lui a modo suo lo aveva aiutato a farsi forza ed andare avanti ma non lo fece. Limitandosi a mettersi in punta di piedi per dargli un bacio.
Ci avrebbe pensato quel gesto a fargli capire tutto quello che la canzone gli aveva trasmesso.
Non erano da Kidd quei gesti così gentili e , nelle rare volte in cui capitavano, Law sapeva che valevano molto di più.
Kidd gli afferrò alcune ciocche di capelli e le strinse tra le dita. Aveva capito cosa voleva dirgli il moro ed era felice che avesse afferrato tutti i messaggi e i significati nascosti della canzone.

Marco si sedette imbarazzato come non era mai stato in tutta la sua vita. Neanche quando si era chiuso fuori di casa e aveva dovuto aspettare l'intervento dei vigili del fuoco in mutande aveva provato così tanta vergogna.
Bevve un sorso della sua birra ormai tiepida, per annegare i suoi dispiaceri, e notò che il rossetto non aveva lasciato alcuna traccia sul vetro.
-Marco?- lo chiamo Ace. Il biondo non si voltò ma continuò a guardare ostinatamente davanti a se.
-Guardami per favore.- gli disse mettendogli una mano sotto il mento per farlo voltare verso di lui.
Marco sgranò gli occhi incredulo. Ace era... Truccato?
Aveva un delicato ombretto dorato che donava luminosità al suo incarnato pallido, una riga di eye-liner ed un rossetto chiaro sulle labbra.
-Ma cosa diavolo hai fatto?- gli chiese.
-Vedi quella ragazza laggiù?- disse Ace indicando una ragazza con i capelli castani seduta insieme ad altre ragazze. -E' la truccatrice che si è occupata dei membri di questa band. Ho pensato che ti avrebbe piacere, sai mal comune, mezzo gaudio.- disse con le gote arrossate per l'imbarazzo. Forse nonostante tutto il suo gesto non aveva fatto sentire meglio Marco come aveva sperato. Forse aveva sbagliato tutto ed ora il biondo si sentiva ancora più in imbarazzo...
Marco lo attirò a se per abbracciarlo. Poggiò la testa sulla fronte di Ace, accarezzandogli la chioma corvina spettinata. Non aveva parole per descrivere quanto fosse stato incredibile il suo compagno con quel gesto.
Il moro non aveva idea di avergli salvato la serata per l'ennesima volta.

   
 
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