L'isola che in questo momento si ergeva davanti ai nostri
eroi non era estremamente grande, tuttavia li colpiva molto. Questo
perché, a prima vista, essa sembrava inabitata: non c'erano
persone ne edifici di un qualsiasi genere, era semplicemente una
distesa d'erba e sabbia al di sopra dell'oceano.
"Sarebbe questa?"- chiese Brock a Madame Shirley.
"Si- rispose la donna.
Questa è l'Isola Arcana più vicina al Nuovo
Mondo. Si chiama Isola
Rossa".
"Isola Rossa?"- si chiese il gruppo di Allenatori.
"Il nome non ha importanza- disse all'improvviso Paul, attirando
l'attenzione di tutti.
Abbiamo un obbiettivo da raggiungere su quest'isola, quindi diamoci una
mossa e cerchiamo il Saggio".
Ognuno dei presenti annuì e così il gruppo
cominciò a scendere dalla nave e a esplorare la zona.
Ben presto la sensazione di "luogo inospitale" svanì
completamente.
Su quella parte tanto piccola dell'isola c'erano infatti numerosissime
palme, ciascuna accomunata alle altre dal fatto di essere estremamente
alta- tanto da raggiungere l'altezza del sole- e dalla presenza di
coloratissimi frutti che brulicavano su di esse: mele, pesche, uva...
Inoltre pure il paesaggio era molto interessante a vedersi: tra una
palma e l'altra crescevano distese di soffice erba verde e cespugli
dagli incantevoli fiori rossi, gialli, arancioni, viola...
Insomma, nonostante all'apparenza sembrasse solo una "misera" spiaggia,
in realtà osservando questa zona con più
attenzione si poteva chiaramente notare un luogo capace di donare, a
chiunque vi si trovasse, una grande dose di tranquillità e
di vita.
"È molto meglio di come sembrava da lontano!"-
affermò Lucinda sorridente, mentre Piplup e Pikachu si
fermavano ad annusare i fiori.
"Qui c'è moltissima frutta..."- disse Brock osservando gli
alberi, per poi accovacciarsi sulla gamba destra e toccare l'erba e la
sabbia:
"E il terreno nonostante il sole non è neanche tanto secco,
quindi questi alberi possono anche crescere rigogliosamente".
"Complimenti Brock, vedo che ne sai di cose!"- gli disse Shakki e il
ragazzo, di risposta, mise una mano dietro la testa leggermente
imbarazzato.
Nel frattempo che parlavano, tuttavia, nessuno si accorse della
presenza tra i cespugli di vari occhietti, i quali fissavano loro con
estrema attenzione; l'unico ad accorgersi ovviamente di qualcosa fu
Rayleigh, il quale però subito dopo essersi girato verso i
cespugli decise di non farci troppo caso: se erano dei semplici animali
selvatici, perché preoccuparsi?
"Bene ragazzi, ascoltate- cominciò a parlare il vecchio
ex-pirata.
Nessuno di noi sa quanto sia grande quest'isola, nemmeno io; e proprio
per questo, dobbiamo evitare a tutti i costi di separarci ora che la
esploreremo.
Siamo intesi?".
I protagonisti annuirono e così si formò un
gruppo omogeneo e unito con a capo proprio Rayleigh. A seguire c'erano
le coppie di Shirley e Shakki, Zoey e Kenny, Paul e Barry e infine
quella di Brock e Lucinda.
A essere in fondo, da soli, c'erano Ash e Pikachu; l'intero gruppo
prese così una strada a Ovest.
Oltre le palme già citate si ergeva una fitta foresta, dove
gli alberi facevano filtrare poca luce attraverso i rami e quindi
l'aria era più fresca a causa dell'ombra; i nostri eroi
fissavano con curiosità ciò che avevano davanti e
onde si addentravano, pensando che proprio oltre quella foresta
avrebbero trovato una qualche città e dunque, a rigor di
logica, qualcuno che li potesse aiutare.
Ma come sempre, quando si viaggia in compagnia possono sorgere dei
problemi a causa della disattenzione
di uno dei membri...
"Pika-pi!".
"Che ti prende Pikachu?".
Pikachu era sceso dalla spalla di Ash e aveva indicato un cumulo di
terra alla loro destra.
Il ragazzo si avvicinò a esso curioso e si abbasso con le
mani sulle ginocchia; inizialmente non accadde nulla, ma passato
qualche secondo esso cominciò a muoversi.
Qualcosa, sebbene piccolo, era sottoterra.
"Stai in guardia Pikachu- disse Ash.
Non sappiamo cosa vive su quest'isola!".
"Pika...".
I due rimasero fermi e in silenzio. Erano concentratissimi e
più tempo cominciava a passare, più la loro
attenzione aumentava e sudavano freddo: qualunque cosa sarebbe uscita,
non ne conoscevano le intenzioni e quindi non era da escludere la
possibilità di un combattimento ravvicinato e improvviso
(anche per questo, poi, l'attesa era a dir poco snervante sebbene di
pochi secondi).
Improvvisamente qualcosa uscì fuori e sbatté
contro il mento del povero che Ash che, trovandosi accovacciato in quel
momento, cadde a terra di colpo. Rialzatosi immediatamente dopo, egli
rimase colpito da ciò che aveva davanti:
"E questo cos'è?"- si chiese il ragazzo massaggiandosi
ancora il mento.
Davanti a lui e Pikachu era appena comparso un piccolo essere dal corpo
marrone e tondeggiante, alto più o meno quanto il Pokemon
Topo e dai piccoli occhi neri; e non appena il giovane Allenatore gli
avvicinò la mano sinistra, questi fece un enorme balzo da
sottoterra e afferrò quella stessa mano con le sue zampe
anteriori, per poi infine scaraventare un incredulo Ash al suolo dalla
parte opposta.
"Pika-pi!"- gridò Pikachu preoccupato, dopodiché
si diresse dal ragazzo. Quest'ultimo per fortuna si alzò
senza problemi, tuttavia gli faceva leggermente male il collo e quindi
se lo massaggiò, facendo anche una smorfia e mostrandosi
arrabbiato:
"Ma si può sapere che ti prende?!"- fece l'Allenatore di
Biancavilla con un tono aggressivo.
La misteriosa creatura non si curò minimamente della sua
reazione e urlò al cielo, sorprendendo i due che aveva
davanti poiché non ne capivano il senso.
Il loro problemi a comprendere però non durarono molto;
infatti, come risposta immediata all'urlo, Ash e Pikachu iniziarono a
sentire dei rumori tra i cespugli. Allenatore e Pokemon reagirono
mettendosi di nuovo all'erta con il medesimo nervosismo, e dopo pochi
attimi rimasero di stucco: un intero esercito di animali della stessa
specie del primo- circa una ventina- aveva risposto alla sua chiamata,
e adesso stava puntando verso di loro pronto a combatterli.
"Goooooooooo!"- gridò il loro capo, e questi di risposta si
gettarono a grandissima velocità contro i due avversari.
Uno di loro colpì Pikachu con la coda mentre era ancora
sulla spalla di Ash, facendolo cadere e ruzzolare a terra; un altro,
invece, diede una violentissima testata alla pancia del giovane,
facendolo barcollare e poi cadere in ginocchio.
E tutti i restanti continuarono ad attaccare con lo stesso ritmo,
alcuni saltando e correndo, altri sbucando da sottoterra e facendo
mosse di arti marziali: prese, capovolgimenti, colpi di coda e persino
pugni in grado di spaccare la roccia!
Ovviamente i nostri riuscivano a schivarli, ma era davvero dura.
"Ma chi diamine sono questi animali?!"- fece Ash esterrefatto, per poi
tornare a concentrarsi sulla situazione:
"A ogni modo dobbiamo respingerli. Forza Pikachu, usa Fulmine!".
"Pika...".
Purtroppo Pikachu non riuscì a sferrare la mossa, in quanto
venne scaraventato da un pugno verso un albero mentre stava ancora
accumulando elettricità; e anche il suo Allenatore venne
subito colpito in faccia da una coda e cadde a terra.
Negli occhi di quegli animali c'era sempre più voglia di
attaccarli, senza tuttavia un motivo ben chiaro: era come se li
odiassero.
Tuttavia, ad Ash questo non importava affatto.
Lui voleva solo farla
finita.
"Sono andati di nuovo sottoterra...
Pikachu, pianta la coda nel terreno e scarica l'energia elettrica a
piena potenza!".
Il Pokémon Topo eseguì prontamente l'ordine, e si
generò un enorme fascio di luce al quale seguirono delle
scosse e delle frantumazioni del terreno; il risultato fu una serie
davvero numerosa di animali a terra bruciacchiati, che tuttavia
riuscivano ancora a rialzarsi.
Inoltre il loro capo, che aveva dato origine a tutto, non era ancora
stato colpito e si trovava perfettamente in piedi (sebbene non fosse
contento per come stesse andando la battaglia).
E fu proprio il capo che, in quel momento, si gettò verso
Pikachu in una posa da karateka per sferrare un violentissimo gancio
destro.
"Fai attenzione!"- gridò Ash al suo amico, che
fortunatamente riuscì a spostarsi in tempo.
Tuttavia, quello fu solo il primo di una serie di colpi in successione:
incitato e ammirato dal resto del gruppo, il piccolo animale marrone
ingaggiò infatti uno scontro corpo a corpo con il suo
avversario, che cercava di evitare ogni colpo sebbene visibilmente
innervosito.
E Ash non era da meno, tanto che sudava freddo. Ma non si
scoraggiò.
"Non demordere Pikachu! Usa Codacciaio!".
Immediatamente la sfida prese un andamento opposto a quello precedente.
Stavolta Pikachu non stava cercando di schivare i colpi avversari, ma
anzi li stava parando con la sua coda, causando lo stupore sia del
nemico che dei suoi compagni- i quali ora avevano gli occhi sgranati e
la mascella spalancata per ciò che stava accadendo al loro
leader.
Il botta e risposta dei due contendenti, sebbene piuttosto intenso,
durò pochi secondi e mostrò in maniera
estremamente palese la superiorità offensiva del
Pokémon Topo, il quale infatti non ebbe alcun problema a
contrastare uno dopo l'altro i pugni dell'avversario; alla fine,
dunque, ci fu l'ultimo atto:
"Chuuu... pika!".
Schivato l'ultimo pugno attraverso una finta sorprendente, Pikachu
colpì duramente la testa dell'animale con la sua
potentissima mossa e quest'ultimo, di risposta immediata, cadde a terra
ruzzolando.
Quando si rialzò qualche attimo dopo, aveva un grosso
bernoccolo sulla testa e digrignava i denti.
"Chiudiamo in fretta questa storia!- esclamò Ash alzando il
pugno al cielo.
Pikachu, adesso usa Fulmine!".
"Pikaaa... chuuuuu!".
L'attacco elettrico generò un'esplosione di proporzioni
gigantesche. Si alzò infatti un enorme polverone in tutta la
zona, che una volta visibile apparve piena di bruciature sia per terra
che sul gli alberi; quanto agli animali che li avevano aggrediti,
questi stavolta erano rimasti del tutto privi di sensi e giacevano
immobili al suolo.
"Bene- disse Ash guardando ai suoi piedi.
A questo punto possiamo prosegui...".
Fu in quel momento che il ragazzo e Pikachu si accorsero di un
dettaglio tanto piccolo quanto fondamentale e preoccupante:
"Dove diamine sono finiti gli altri?!"-
gridò il giovane Allenatore in preda all'ansia, con le mani
tra i capelli e la consapevolezza di aver commesso una castroneria
senza precedenti.
000000000000000000000000000000
Erano circa dieci minuti che Ash continuava a vagare disperato e
ansimante alla ricerca dei suoi amici, ricerca che tuttavia non stava
dando alcun risultato positivo. Purtroppo la foresta era molto
più fitta e grande di quanto si potesse immaginare, e
bastava perdere di vista il sentiero principale per smarrirsi
totalmente.
"Come ho potuto commettere un errore simile..."- borbottava il giovane
Allenatore continuando a camminare.
Pikachu invece era sceso dalla sua spalla e stava cercando di annusare
il terreno per scovare le loro tracce; tuttavia, anche in questo modo
non c'erano progressi, e il povero roditore sospirava con le orecchie
abbassate.
A un tratto però, proprio durante tale clima di
negatività, entrambi sentirono uno strano rumore e si misero
all'erta.
"Pi!"- fece il Pokemon rizzando subito le orecchie.
"Cosa sarà stato?"- si chiese invece il suo Allenatore.
Pochi istanti dopo, i due lo sentirono nuovamente.
Qualcosa o qualcuno si stava spostando tra i cespugli e, cosa
più importante, li stava raggiungendo.
"Ancora..."- fece Ash pensando di trovarsi davanti agli stessi animali
di prima. Per istinto, egli reagì prendendo un grosso sasso
da terra.
"Andate via, bestiacce!"- gridò il ragazzo lanciando quel
sasso con tutta la forza che risiedeva nel braccio. Riuscì a
colpire il cespuglio, ma incredibilmente proprio da quest'ultimo
vennero tirati dei piccoli pezzetti di pietra impolverati, che caddero
ai piedi dei protagonisti.
"Ora basta, li affronteremo a viso aperto!"- affermò con
determinazione Ash, per poi rivolgersi al suo amico:
"Va bene Pikachu, al mio tre.
Uno... due...".
In quel momento sbucò qualcosa dal cespuglio: sembrava un
piede.
"Tre!"
Con una forza a dir poco straordinaria e una grande furia combattiva,
Ash e Pikachu si gettarono ad aggredire chi o cosa stesse uscendo dal
cespuglio; tuttavia il Pokemon, a differenza dell'Allenatore, si
fermò di scatto non appena riconobbe cosa aveva davanti: un
ragazzo.
Quanto ad Ash...
"Ma che diavolo..."- fecero entrambi gli individui una volta
che si accorsero di non avere davanti chissà quale animale o
nemico da combattere, e soprattutto quando si accorsero di star
sbattendo contro un albero di mele. Mele molto ma molto grosse, e che
caddero a pioggia sulle loro povere teste creando non pochi lividi e
bernoccoli vari; alla termine della "franata" Pikachu era l'unico a
essere rimasto in disparte, e adesso stava guardando, con una faccia
allibita, il suo migliore amico e lo sconosciuto appena incontrato
sommersi da una quantità sorprendente di mele giganti.
Dopo qualche attimo sufficiente a riprendersi...
"Ahia, che botta..."- disse Ash massaggiandosi la testa, per poi
prendere una mela in mano e osservarla meglio:
"Non mi sembravano così grosse sulla riva dell'isola".
"È perché siamo nella zona est della foresta...".
Sentita questa voce, Ash si girò immediatamente: per un
attimo si era scordato del tutto riguardo la persona che era stata
"schiacciata" assieme a lui.
Una volta che lo vide gli porse la mano destra e così
entrambi, ponendo anche un piede per terra, riuscirono a rialzarsi da
quel mucchio di frutta.
"Mi spiace di averti aggredito...- disse il ragazzo di Biancavilla
mettendosi una mano dietro la testa.
Vedi, prima ero stato attaccato da degli animali, quindi quando ti ho
sentito tra i cespugli ho pensato mi stessero aggredendo di nuovo".
La persona davanti ad Ash, inizialmente stupita di ciò che
era successo, adesso aveva le mani sui fianchi e comprendeva meglio il
suo atteggiamento; ragion per cui, non mostrò nessun segno
di rabbia.
"Ho capito, hai voluto difenderti- disse lui sorridendo.
Allora non c'è problema, puoi stare tranquillo!".
"Grazie"- disse il giovane Allenatore, ora calmo e rassicurato.
Immediatamente Pikachu gli saltò in spalla, e fu in quel
momento che l'altro ragazzo si avvicinò di più
mostrando una leggera curiosità:
"Scusami, ma cos'hai sulla spalla?- gli chiese guardando il topo
elettrico.
Sembra una specie di peluche".
Ash però non sapeva proprio come rispondergli: era forse il
caso di rivelare a uno sconosciuto l'esistenza dei Pokemon e tutta la
storia di come lui e i suoi amici erano giunti sull'isola?
No, per niente. Infatti il giovane Allenatore, dopo qualche istante di
silenzio, decise di non dire nulla di particolare.
"Non è niente, non farci caso".
Sorprendentemente, la persona davanti al ragazzo di Biancavilla
reagì accettando la sua risposta con una
sincerità senza precedenti:
"Va bene, lascia stare!"- disse lui sorridendo.
Il giovane Allenatore e il suo Pokemon rimasero abbastanza colpiti da
tale atteggiamento, e assunsero delle espressioni perplesse sui loro
volti.
Di norma, infatti, qualcuno si sarebbe potuto facilmente impressionare,
o avrebbe pensato che gli si stesse nascondendo qualcosa; lui, invece,
non fece minimamente caso a dettagli come il tono o la maniera
attraverso cui erano state dette quelle parole, e forse addirittura non
gli importava nemmeno delle stesse parole.
Come Ash aveva parlato, così lui gli aveva creduto. Punto e
basta.
Tuttavia non ci diedero molto peso, dato che forse era meglio
così in quanto risparmiava ipotetiche domande.
Tutt'a un tratto però al ragazzo torno in mente
ciò che stava facendo prima, e si mise nuovamente le mani
tra i capelli mostrando ansia.
"Devo cercare gli altri!"- esclamò il ragazzo,
dopodiché si rimise alla loro ricerca pur non sapendo,
ovviamente, dove andare.
Prima però che potesse muoversi, l'altro ragazzo lo prese
per la manica della giacca:
"Aspetta!- esclamò fermandolo.
Perché sei così agitato tutt'a un tratto?
Qualcosa non va?".
Ash si girò subito verso di lui:
"Forse puoi aiutarmi- gli disse liberandosi dalla sua presa.
Sai dirmi come posso uscire da questa foresta?
Io e i miei amici la stavamo esplorando, ma mi sono allontanato dal
gruppo accidentalmente e li sto ancora cercando".
"Beh, non c'è problema. Ecco, dovresti andare...".
In quel momento il ragazzo si interruppe: ciò che
seguì sarebbe entrato a mani basse nella storia come il non plus ultra della
demenzialità.
"Sai, credo di essermi perso anch'io..."- disse lui in maniera
estremamente schietta.
A sentirlo, Ash cadde direttamente a terra per lo shock assieme a
Pikachu.
"Ero stato attirato qui dall'esplosione di poco fa, ma non ho pensato
che mi sarei allontanato fin troppo dai miei amici... Scusami!"-
concluse lui con una mano dietro la testa.
La cosa più strana era che nei suoi occhi e nel suo tono di
voce non si scorgevano ne panico ne preoccupazione, era calmissimo; e
come prima la sua particolare sincerità, anche questo
atteggiamento di adesso colpiva abbastanza sia Pikachu che Ash.
"Non ci posso credere..."- fece quest'ultimo con uno sguardo allibito e
scioccato, sempre seduto a terra.
Entri pochi secondi però cambiò stato d'animo
riflettendo sulla situazione effettiva in cui si trovava.
Il risultato? Contro ogni possibile azione che ci si aspetterebbe da
altre persone, e sopratutto senza un apparente motivazione...
Ash rise. Rise davvero di gusto, tanto che sembrava aver scordato
totalmente il problema che fino a pochi secondi fa lo affliggeva.
"Pika-pi?"- fece Pikachu, avvicinandosi al suo Allenatore e inclinando
la testa come segno di perplessità. Anche l'altro ragazzo
aveva il medesimo stato d'animo.
"Perché stai ridendo?".
"Perché nessuno di noi due sa come tornare indietro- gli
rispose schiettamente il giovane di Biancavilla.
Non fraintendermi: non sto dicendo che non significa niente,
è solo che mi sembra davvero assurdo pensare che io e te
neanche ci conosciamo eppure abbiamo agito allo stesso modo, non ti
pare?
Arrivati a questo punto, direi che possiamo anche prenderla sul
ridere!".
Con queste ultime parole l'allegria di Ash divenne davvero contagiosa e
raggiunse anche gli altri due del gruppo. L'intero trio quindi diede
vita a un circolo di
risate in compagnia, dimostrando di riuscire a prendere
con leggerezza tale situazione.
Nel frattempo...
00000000000000000000000000000
"Non posso credere che Ash si sia perso!"- esclamò Lucinda
con una mano sulla fronte.
"Io invece ci credo"- commento Paul a braccia conserte e con un tono
infastidito.
Il gruppo si era accorto proprio in quel momento della sparizione del
loro amico, e stavano ragionando riguardo un modo per ritrovarlo;
avrebbero potuto provare con un Pokemon dall'alto, ma forse non era il
caso di far conoscere queste creature a eventuali abitanti dell'Isola
Rossa.
Rimaneva quindi l'opzione più "classica": mandare qualcuno a
cercarlo in mezzo al verde fittissimo, facendolo forse sudare anche per
delle ore.
"Lucinda, Zoey, andate voi a cercare Ash e Pikachu. Una volta che li
trovate, proseguite con loro: ci incontreremo verso la fine della
foresta"- disse Rayleigh alle due ragazze.
"Rayleigh, aspetta...- lo interruppe Shakki.
Hai detto tu stesso all'inizio che non ci saremmo mai dovuti separare
gli uni dagli altri; non credi che Lucinda e Zoey rischierebbero di
smarrirsi com'è successo al loro amico, se mai si
avventurassero da sole nella foresta?".
L'anziano indicò per risposta un albero davanti a loro,
sulla cui corteccia cresceva il muschio.
"Forse Ash non lo ha notato- disse lui-, ma qui ci sono numerosi punti
di riferimento naturali, e uno di questi è sicuramente
quell'albero.
Se ne terremo tutti conto, eviteremo di perderci o passare due volte
nello stesso punto".
Alla fine quindi nessuno ebbe nulla in contrario, e le due
Coordinatrici vennero mandate alla ricerca di Ash; a loro
però si unì anche Brock, il quale aveva infatti
mostrato varie volte di essere dotato di un grande spirito di
osservazione.
Il gruppo quindi si diresse a Nord-Est.
Dopo qualche minuto di camminata facendo attenzione a
rimanere uniti...
"Non ho mai viaggiato in maniera fissa con voi, ma conoscendo Ash
immagino che gli possa capitare benissimo di perdersi
così!"- disse Zoey facendosi scappare una risatina.
"In effetti a volte gli capita di distrarsi, hai ragione!"- le rispose
Lucinda, anche lei ridendo un pochino assieme a Brock.
Improvvisamente però Piplup cominciò ad agitarsi
tra le braccia della ragazza, sorprendendola:
"Che ti prende, Piplup?"- gli chiese, ma il Pokémon Pinguino
reagì liberandosi dalla sua presa e indicando al gruppo un
punto lontano verso Nord.
"Forse Piplup ha sentito Ash e Pikachu da quella parte..."-
ipotizzò Zoey.
"Potrebbe essere solo istinto, ma vale la pena provare secondo me. Voi
che dite?"- disse invece Brock.
In realtà nessuno la pensava così, e mai lo
avrebbe fatto. Si sapeva benissimo ormai che Piplup aveva un pessimo
senso dell'orientamento, ragion per cui avevano tutti paura riguardo la
possibilità, anche solo minima, che fosse lui a guidarli;
nonostante ciò, Lucinda decise comunque di assecondare il
suo Pokemon e il gruppo si diresse così nella direzione da
lui indicata.
Dopo qualche secondo di camminata Piplup si fermò
bruscamente, e indicò un albero in mezzo a due grossi
cespugli, alti quanto la metà di esso, che stava alla sua
destra. Sembrava particolarmente deciso.
"Credi che siano lì?"- chiese la sua Allenatrice. Il Pokemon
annuì con le zampe anteriori sui fianchi, sempre
più convinto.
"Allora tanto vale dare un'occhiata"- disse Brock, per poi avvicinarsi
all'albero e guardare tra i grandi e fittissimi cespugli.
"Ash, Pikachu, per caso siete...".
Il ragazzo non fece in tempo a completare la frase che, con una
velocità sorprendente, dai cespugli sbucò un
formichiere grande poco più di Piplup.
Brock cadde così a terra per lo shock, mentre l'animale, una
volta visti i nostri eroi, siccome non aveva cattive intenzioni se ne
andò via di corsa.
"...qui?"- concluse il giovane dalla pelle scura.
Il trio di Allenatori diresse subito degli sguardi verso il povero
Pokemon Pinguino. Non erano di rabbia o di delusione, bensì
erano gli sguardi di chi si aspettava che una cosa accadesse in un
modo, e questa era appena accaduta in tal modo.
Da parte sua, invece, Piplup abbassò la testa sudando
freddo, come per dire "scusatemi".
All'improvviso però qualcosa ruppe il clima
"patetico-comico" che si era creato: dal nulla, senza che nessuno
potesse capirne la provenienza esatta, si sentì un grido di
dolore piuttosto acuto.
"Cosa è stato?"- si chiese Lucinda, girandosi a vuoto per
comprendere da dove venisse tale grido.
"Credo che qualcuno si sia fatto male un po' più avanti, ma
dubito fosse Ash. Era troppo acuto come grido..."- le rispose Zoey.
Alla ragazza di Duefoglie però non interessava se era Ash
oppure no: se una persona si era fatta male, andava aiutata a
prescindere se la si conoscesse o meno, giusto?
"Andiamo comunque"- disse alla fine lei.
Il gruppo quindi corse ancora più a Nord, giungendo in breve
tempo presso una zona dove era difficile camminare a causa della
presenza di dossi e dislivelli; e infatti, proprio a causa di uno di
questi dislivelli, una ragazza dai lunghi capelli era inciampata e
sembrava essersi slogata una caviglia. Accanto a lei c'era anche
un'altra donna, più grande, che si era inginocchiata e le
stava dando un'occhiata veloce per cercare di comprendere le sue
condizioni.
Le due donne si accorsero immediatamente dei protagonisti, e alzarono
lo sguardo verso di loro.
"Voi chi siete?"- chiese la donna più grande con
perplessità. Lucinda cercò di avvicinarsi alle
due e di parlarle gentilmente:
"Scusateci se piombiamo così all'improvviso- disse.
Avevamo sentito un lamento, e siamo corsi per vedere cos'era successo".
"E ora che siamo qui, possiamo darvi una mano se volete"- aggiunse Zoey.
Le due ragazze furono estremamente contente della
disponibilità appena mostrata.
"Davvero sareste disposte ad aiutarmi?!- chiese sorridendo di gioia la
ragazza a terra.
Vi ringrazio di cuore!".
"Io mi chiamo Lucinda"- cominciò a presentarsi la giovane
Coordinatrice, dopodiché indico gli altri due:
"Loro invece sono i miei amici Zoey e...".
La ragazza si interruppe quando notò l'assenza del terzo
membro dal gruppo; assenza che tuttavia non era al 100% veritiera dal
momento che, come le fecero subito notare Zoey e Piplup, in
realtà Brock aveva già avuto modo di
"presentarsi" alle due ragazze...
Inutile specificare il silenzio imbarazzante e le mani sulle fronti che
ci furono da parte delle due Coordinatrici e del Pokemon.
"Io sono Brock, signore!"- disse inginocchiato e cercando di apparire
"romantico", con la mano destra che teneva quella della donna a terra.
"O dolce fanciulla che hai smarrito la via e adesso giaci a terra, non
devi sentirti in pericolo; nonostante la situazione sfavorevole,
infatti, il tuo coraggioso e forte cavaliere è arrivato in
soccorso!".
Le due donne erano scioccate da tale comportamento, tanto che
preferivano rimanere in silenzio e con sguardi allibiti piuttosto che
proferire parola.
Immediatamente dopo Brock spostò i suoi occhi verso la donna
più grande:
"E tu, invece, una donna così gentile e benevola verso la
sua amica...
Cosa ne diresti se io, te e lei, una volta lasciateci alle spalle
questa spiacevole vicenda provassimo a conoscerci meglio? Magari con un
appuntamento a lume di candela?".
Il ragazzo non si accorse che, mentre parlava con le due sconosciute,
Croagunk era già uscito fuori dalla sua Pokeball e si stava
accingendo a usare la zampa; ma prima che potesse farlo, qualcosa
lasciò di stucco tutti i presenti (lui compreso):
"Lascia stare le mie donne, disgustoso idiota!".
Con una velocità e una potenza fisica letteralmente
"disumani", un
misterioso individuo si gettò sul povero Allenatore
e gli diede un calcio così forte da spedirlo in mezzo a
decine di alberi, cespugli e anche rovi spinosi che si trovavano alla
loro destra: fu un volo pazzesco, lungo a occhio decine di chilometri!
Lucinda, Zoey, Croagunk e le due sconosciute erano rimaste senza fiato,
in particolare però i primi tre: per qualche strano motivo,
le altre due avevano (quella giacente a terra) una mano sulla fronte e
(quella più grande) la testa abbassata e gli occhi chiusi.
Subito lo sconosciuto appena apparso si rivolse a loro, e lo fece con
un tono di voce talmente smielato e un viso talmente da pesce lesso che
faceva imbarazzare:
"Ora che quel pazzo è andato via, non avere più
timore mia cara: ci sono io a prendermi cura di te...".
Egli non riuscì a terminare la frase che la ragazza a terra
mutò subito atteggiamento. Visibilmente scocciata e
infastidita per ciò che stava accadendo, ella infatti
mostrò una furia incredibile e diede un violentissimo pugno
sul viso del ragazzo davanti a lei; questi, di risposta, cadde a terra
con una faccia rossa e fumante.
"Sei sempre il solito imbecille!-
gridò lei piena di rabbia.
Come ti è saltato in mente di colpire un
ragazzo?! Ero contenta che mi aiutasse!".
Nel frattempo le due
Coordinatrici e i Pokemon erano ancora più sbalordite dal
comportamento dello sconosciuto, non tanto però
perché aveva colpito Brock quanto piuttosto per come aveva
parlato con le due donne.
"Hai visto Zoey?"- chiese Lucinda avvicinandosi all'orecchio della sua
amica.
"Si- le rispose lei parlando sempre all'orecchio della sua amica.
Chiunque sia, quel tizio si è comportato in maniera davvero
molto simile a Brock. Piuttosto curioso".
In quel momento le due si ricordarono subito del loro amico, ancora in
mezzo a tutti quegli alberi; preoccupate quindi per le sue condizioni,
le due si attivarono subito per andare da lui.
Ma fortunatamente (o sfortunatamente,
questioni di punti di vista)...
"Si può sapere cosa diamine ti prende?!"-
gridò a squarciagola il ragazzo dalla pelle scura, che a
quanto pare si era ripreso molto più in fretta di quanto ci
si potesse aspettare. Ovviamente ne erano tutti felici, ma
ciò che seguì non fu altrettanto "lieto"; anzi,
fu piuttosto demenziale.
"Ti rendi conto della forza con cui mi hai aggredito?!
Potevi uccidermi!"- urlò lui mettendosi davanti
all'altro ragazzo, naso contro naso. Da parte sua, quest'ultimo assunse
invece uno sguardo infastidito e arrabbiato:
"Senti un po' tu, ma almeno ti rendi conto di che cosa hai
fatto a quella povera ragazza?!"- fece lui spostandosi da
Brock e indicando la tizia a terra, che in quel momento sembrava essere
davvero vicinissima a un esaurimento nervoso, tanto che digrignava i
denti e le pulsava una vena sulla fronte.
"Ma di cosa stai parlando?- ribatté Brock, stavolta con un
tono leggermente più calmo.
Io la stavo solo aiutando a rialzarsi!".
"Ma se le facevi il filo!"- esclamò furibondo l'altro
ragazzo, e fu allora che la situazione prese una svolta tanto
apocalittica quanto assurda. Mentre infatti le quattro femmine e i due
Pokemon erano rimasti del tutto scioccati da quest'ultima frase, tanto
che erano rossi come pomodori e a bocca aperta, i due ragazzi si misero
di nuovo fisicamente l'uno contro l'altro e diedero inizio a una
litigata davvero molto, ma molto, ma molto accesa: nei i loro occhi
ardeva il fuoco, e scoccavano scintille fortissime praticamente
dappertutto.
L'intera foresta divenne, in men che non si dica, un campo di battaglia
per questi due uomini che si accingevano a combattere un duello verbale
senza esclusione di colpi- o forse sarebbe meglio dire "un duello
demenziale senza esclusione di stupidaggini", visto che le ragazze,
anziché dal loro "ardore", erano colpite
dall'inutilità e dal nosense di tutta questa faccenda.
"Io farle il filo?! E tu allora, che hai cominciato a parlare in
maniera talmente stupida?!".
"Quella era "gentilezza", troglodita!".
"Cos'hai detto?! Hai il coraggio di darmi del "troglodita" dopo che mi
hai dato quella specie di calcio assassino?!
Per me sei patetico!".
"Ripetilo se hai il coraggio, occhi socchiusi!".
"Sei patetico, sopracciglio
attorcigliato...".
Il duello si concluse.
Fortunatamente per tutti, Croagunk diede due colpi di Velenpuntura dritti
in mezzo alle chiappe dei due cretini, che di conseguenza
rabbrividirono come mai prima d'ora e assunsero degli sguardi
estremamente sofferenti, tanto che sembravano essere malati di qualche
morbo pericoloso; e purtroppo per loro, questo non fu l'unico colpo che
subirono. Una volta che furono a terra esanimi, i due infatti
guardarono d'istinto al cielo ancora doloranti, e videro Lucinda e
l'altra ragazza tenere le mani in una posa molto pericolosa...
"Dateci un taglio, brutti imbecilli!"- gridarono
a squarciagola le due, colpendoli con una breve serie di schiaffi tanto
rapidi quanto dolorosi.
Un tremendo gemito di dolore si diffuse in quel momento per tutta
l'area, spaventando anche numerosi uccelli che volarono via dagli
alberi.
Dopo che i due pazzi riuscirono a darsi finalmente una
calmata, anche perché le loro faccio erano letteralmente
piene zeppe di lividi, il gruppo poté tornare a una
conversazione seria.
"La gamba non mi sembra rotta, però credo che ci vorrebbe il
parere esperto di un medico..."- commento Zoey osservando la parte
dolorante della sua nuova amica.
"Se è per questo, noi conosciamo un ottimo medico- le
rispose subito la donna più grande.
Dobbiamo chiedere a lui".
"Ok, ma dove si trova in questo momento?"- chiese Lucinda appoggiata
vicino alla ragazza giacente.
"In città, credo. Quando siamo partite lo abbiamo lasciato
lì"- rispose quest'ultima.
In quel momento entrambe le Coordinatrici inclinarono la testa in segno
di perplessità:
"Città?"- chiese Lucinda.
"Partite?"- chiese invece Zoey.
"Oltre la foresta c'è una ridente cittadina costruita in
legno- cominciò a spiegare la donna più grande.
Quando siamo arrivati tutt'e tre su quest'isola, abbiamo deciso di
stabilirci temporaneamente li.
È successo esattamente due giorni fa".
Parlò a questo punto l'altra ragazza, con un tono tuttavia
più scocciato:
"Pochi minuti fa però un nostro amico si è
allontanato dal gruppo, così noi due siamo partite per
cercarlo e io sono accidentalmente caduta".
Le ragazze però non compresero bene l'ultima frase:
"Noi due?"- chiesero all'unisono entrambe.
In quel momento il "pazzo" si alzò e parlò di
nuovo con quel ridicolo tono da dongiovanni:
"Io ero in cerca di ingredienti, poi però ho sentito il mio
angelo gemere di dolore e sono accorso...".
"Piantala!"- lo zittirono urlando tutti i presenti, anche Brock. Ormai
era diventato davvero fastidioso.
Detto questo, Lucinda però riflette su una cosa:
"Ingredienti? Ingredienti per cosa?"- chiese subito la ragazza.
"È molto semplice- disse lui.
Vedete, io sono un cuoco".
"Un cuoco?!"- esclamarono all'unisono tutti e tre gli Allenatori con
stupore.
Gli altri ne rimasero colpiti.
"La cosa vi stupisce particolarmente?"- chiese la donna adulta.
"Che coincidenza!- disse Zoey.
Anche il nostro amico con cui hai litigato prima è un cuoco
provetto!".
Sentendo queste parole, il giovane si girò subito verso
Brock. Non aveva più uno sguardo furibondo, ma anzi stava
iniziando a nutrire una leggera curiosità verso di lui:
"Ah, davvero?"- chiese.
"Si- rispose in maniera schietta.
Mi chiamo Brock".
"Io invece sono Sanji-
rispose il ragazzo presentandosi a sua volta.
Fu a questo punto il turno delle presentazioni anche per le due ragazze:
"Voi avete detto di chiamarvi Lucinda e Zoey, giusto?"- chiese la
ragazza che era caduta, e le due Coordinatrici annuirono.
"Io invece sono Nami
e lei è la mia amica Robin".
"Piacere di conoscervi"- disse l'altra con un sorriso dolce e sincero.
"Il piacere è nostro!"- esclamò Lucinda,
dopodiché ebbe un'idea:
"Sentite ragazze, che ne direste se vi accompagnassimo fino a questa
città di cui parlate?".
Nami e Robin accettarono subito di buon grado l'offerta, rimanendo
piacevolmente colpite dalla disponibilità e dalla gentilezza
della Coordinatrice di Duefoglie.
Brock però dovette riportare la sua amica con i piedi per
terra.
"Non possiamo Lucinda. Ti ricordo che dobbiamo ancora trovare Ash e
Pikachu"- disse lui facendo riflettere la ragazza, che
abbassò così la testa pensierosa.
"Aspetta, state cercando anche voi dei vostri amici che si sono
persi?"- chiese Nami perplessa.
I tre Allenatori quindi raccontarono cosa era successo da quando
avevano messo piede sull'Isola Rossa, senza tralasciare nessun evento
ed entrando sempre di più nel dettaglio. Alla fine di tale
discorso, i tre davanti a loro erano rimasti particolarmente colpiti.
"È davvero curioso- disse Robin.
La vostra storia somiglia davvero moltissimo alla nostra, tranne forse
per come siete arrivati qui".
"Già, è una coincidenza che ha dell'incredibile"-
commento Sanji portandosi una sigaretta alla bocca.
Nami invece meditava a braccia conserte, e dopo qualche secondo sorrise
attirando l'attenzione dei nostri eroi.
Aveva in mente un'idea.
"Allora possiamo fare in questo modo- cominciò a spiegare.
Voi preoccupatevi solo di seguire me, Robin e Sanji; noi vi aiuteremo a
trovare il vostro amico, e poi usciremo tutti insieme dalla foresta".
Il gruppo era piuttosto perplesso.
"Ma come pensi di fare?"- chiese Zoey.
Di sua risposta, la giovane donna fece l'occhiolino alla Coordinatrice
e mostrò uno strano bracciale sul suo braccio destro:
"Questo è un Log Pose- spiegò lei.
Io sono una Navigatrice, ragion per cui sono perfettamente in grado di
orientarmi dove voglio e quando voglio grazie a questa preziosissima
bussola.
Vedrete che una volta trovato il vostro amico, non sarà
difficile tornare in città".
I tre Allenatori sorrisero gli uni agli altri per l'intelligenza appena
dimostrata dalla loro nuova amica, così decisero di
riprendere le ricerche assieme a lei, aiutandola anche a reggersi
più facilmente in piedi. Nel frattempo però che
camminavano passo passo, a Lucinda tornarono in mente le ultime parole
di Robin:
"Scusa se te lo chiedo Robin, ma cosa intendevi quando hai detto
"tranne per come siete arrivati qui"?".
"Ecco..."- cominciò a spiegare la donna. Dal suo sguardo
però si notava che non sarebbe stato un racconto
"particolarmente lieto".
0000000000000000000000000000000
Nel frattempo, tornando
da Ash...
"Siete naufragati?!"- chiese il
ragazzo di Biancavilla rimanendo di stucco.
"Si- gli rispose il suo nuovo amico.
Stavamo viaggiando seguendo la nostra rotta, quando improvvisamente il
mare ha cominciato ad aprirsi...".
Ash lo interruppe subito:
"Cosa intendi dire con "aprirsi"?".
L'altro ragazzo si mise una mano sulla testa e provò a
spiegarsi, anche se gli era piuttosto difficile:
"Ecco, si era formato come una specie di "varco", non so bene cosa
fosse...
Comunque, io e i miei amici ci siamo passati attraverso e siamo finiti
su quest'isola, poi abbiamo conosciuto un anziano signore che ci ha
accolto in casa sua.
Fine della storia".
Il giovane Allenatore però, pur avendo sentito l'intero
racconto, era rimasto estremamente colpito dall'inizio:
"Un varco?- disse tra se e se.
Non ci posso credere, lui è giunto qui esattamente come io
sono giunto nel suo mondo!
È a dir poco assurdo...".
"Che ti prende?"- gli chiese il ragazzo, interrompendone le fantasie.
Questi smise quindi di pensare, e apparì indifferente.
"Niente, lascia stare..."- fece, per poi farsi venire in mente un
piccolo dettaglio.
"Ora che ci penso, non ci siamo ancora presentati- disse.
Io mi chiamo Ash Ketchum, e lui invece è il mio amico
Pikachu".
"Pika, pika-chu!".
"Piacere di conoscerti Ash- gli rispose il ragazzo con un grosso e
spensierato sorriso.
Io sono Monkey D. Rufy".
"Ascolta Rufy...- continuò a parlare Ash.
Visto che ci siamo smarriti entrambi, cosa ne diresti se provassimo a
uscire dalla foresta insieme?
Tra l'altro, se come hai detto prima tu e i tuoi amici vi trovate qui
da due giorni, allora potresti anche farmi vedere la città".
Il ragazzo più grande accettò subito la richiesta
di buon grado:
"Va bene!"- disse sorridendo a trentadue denti.
"Ottimo, allora andiamo di là- rispose Ash indicando una
strada davanti a lui.
Se non sbaglio sei venuto da li, quindi se percorriamo quella strada
all'inverso dovresti ricordare meglio dove si conclude la foresta e
inizia la città".
E fu così che i due nuovi amici si misero in viaggio verso
la stessa meta.
E intanto...
Era passata circa mezz'ora da quando il gruppo dei nostri
eroi aveva, tra smarrimenti e divisioni varie, intrapreso
l'esplorazione dell'Isola; e finalmente, dopo tanto camminare, si
riusciva a vedere dalla cima degli alberi la fine della foresta, con
poi molta più chiarezza rispetto all'inizio del cammino.
"Barry, riesci a vedere senza problemi?"- chiese Rayleigh al giovane
Allenatore, il quale era per l'appunto appollaiato su un ramo a
osservare l'orizzonte.
"Si"- gli rispose, per poi scendere piano piano dall'albero:
"Non c'è dubbio ragazzi, ormai siamo vicini a uscire".
Madame Shirley prese subito parola:
"Allora fermiamoci qui.
Aspetteremo il ritorno di Ash e gli altri, dopodiché
proseguiremo per gli ultimi tratti".
Il gruppo annuì, dopodiché ciascuno si sedette a
terra e sospirò guardando il cielo, affaticato dal continuo
camminare e quindi desideroso di prendersi una pausa.
D'un tratto, però, Rayleigh sobbalzò lasciando
una vena di sorpresa in tutti i presenti.
"Cosa ti prende, Rayleigh? Hai sentito qualcosa di strano?"- gli chiese
Shakki con una sigaretta alla bocca.
L'anziano ex-pirata assunse un'espressione molto seria e per certi
versi stupita, incuriosendo moltissimo coloro che aveva attorno;
fortunatamente, non si mostrò ma per nulla turbato, ma
semplicemente un po' perplesso:
"Cosa ci fanno loro qui?"- si chiese a bassa voce.
Paul dunque gli si avvicinò interessato:
"Di cosa parli Rayleigh?".
"Sento che si stanno avvicinando delle persone... persone che io
conosco molto bene!"- rispose lui.
I presenti rimasero quasi scioccati da tale affermazione.
"Non starai mica usando l'Ambizione per..."- fece Kenny con delle gocce
di sudore che gli rigavano il volto.
"Esatto- rispose subito l'uomo.
Chi ha un buon controllo di base dell'Ambizione è capace di
usarla quando vuole e in maniera quasi istantanea".
"Wow...".
Il Coordinatore di Duefoglie non poté rispondere
in altro modo, e anche Paul e Barry erano estremamente colpiti da
quest'abilità dell'anziano, ora che la vedevano in azione
per la prima volta dopo solo qualche mera informazione riguardo il
concetto di base.
Tuttavia, rispetto agli altri due Allenatori il giovane dai capelli
rossi assunse un comportamento molto diverso, e per certi versi anche
più strano; mentre Barry sembrava particolarmente
affascinato, e per certi versi eccitato, oltre che stupito, e Paul
manteneva una certa serietà e "freddezza" nonostante lo
stupore, Kenny
guardò verso il basso con un'aria stranamente mogia.
Era molto simile a quella che aveva assunto durante la lotta tra Ash e
Paul, e che solo Zoey era riuscita a notare; anzi, forse era proprio la
stessa identica espressione dello stesso identico stato d'animo.
Ma non era solo per l'Ambizione.
"Le Prove dei Saggi...-
si mise a riflettere tra se e se.
Se come dice Rayleigh,
nella Rotta Maggiore c'è molta gente che utilizza il potere
dell'Ambizione come lui, allora... in che modo dovrei sentirmi?
Prima Ash partecipa al
mio stesso torneo, poi lotta con Paul in una maniera incredibile... e
adesso le Prove...
Perché...
perché mi sento così a disagio ultimamente?".
I suoi pensieri però furono bruscamente interrotti. Il
gruppo infatti cominciò a sentire un suono continuo e
piuttosto sospetto: sembravano
dei passi. Passi molto rapidi, probabilmente di corsa.
E come se non bastasse si udì anche una voce:
"Rayleigh!"- gridò questa, lasciando di stucco tutti coloro
che erano attorno all'ex-pirata.
"Avevi ragione!"- esclamò Paul visibilmente sorpreso, anche
più di prima, per poi fare una domanda:
"Ma scusa, come fa a sapere che sei qui? Sa usare anche lui l'Ambizione
per caso?".
Rayleigh annuì, mantenendo un'espressione seria e riflessiva
riguardo tale presenza inaspettata.
Rispetto al resto del gruppo, Madame Shirley però rimase
leggermente perplessa, piuttosto che solamente sorpresa, da tale voce,
anche se non ne capiva il motivo; un attimo dopo, avendola sentita
nuovamente, comprese invece la ragione del suo stato d'animo:
"Aspettate questa voce la conosco anch'io!"- disse la chiaroveggente
attirando l'attenzione di tutti.
"È uno dei Pirati
di Cappello di Paglia! Anche se non riesco a ricordarne il
nome...".
Paul si voltò subito verso di lei, non comprendendo tale
nome:
"I pirati di Cappello di Paglia?".
"Si- gli rispose lei.
Non ve lo avevamo detto al Palazzo del Drago, ma ad aver intrapreso la
battaglia contro Hody Jones, e quindi ad aver condizionato la
mentalità degli Uomini-Pesce, sono stati dei pirati".
Tale informazione fu davvero sconvolgente, tanto da aprire nuove
domande nelle teste dei protagonisti.
"Rayleigh...- chiese Kenny avvicinandosi all'anziano.
Tu conosci degli altri pirati come te?".
Il vecchio annuì sorridendo:
"Si, e a dirla tutta avevo anche capito che Nettuno si riferisse a
loro, ma non ne sono rimasto affatto sorpreso. So bene ormai che quei
ragazzi sono fortissimi!".
I tre Allenatori si guardarono gli uni negli occhi degli altri, senza
capire molto delle sue parole.
"Tuttavia...- riprese a parlare lui.
Proprio non capisco come diamine siano arrivati qui...".
Improvvisamente questo clima di domande e rispose si
interruppe in maniera molto brusca, in quanto da dietro gli alberi
comparve finalmente colui che aveva nominato Rayleigh.
Era un uomo muscoloso e visibilmente affannato, poiché aveva
corso moltissimo; non appena alzò lo sguardo verso il pirata
più anziano, rimase di sasso e stente quasi a credere di
trovarselo davanti.
"Rayleigh... Cosa ci fai tu qui?"- domandò con un volto
estremamente scioccato, rigato inoltre dalle gocce di sudore dovute
alla corsa.
Prima però che Rayleigh potesse aprire bocca, Paul si
avvicinò al tizio misterioso:
"Questo dovremmo essere noi a chiederlo, non ti pare?"- chiese il
giovane di Rupepoli, lasciando l'uomo perplesso.
"E tu chi sei? Ci conosciamo?"- gli chiese.
"Io mi chiamo Paul- rispose il giovane Allenatore.
Rayleigh si chiedeva la stessa cosa di te. Come ti chiami?".
Il ragazzo sospirò, poi riprese a parlare:
"Ci sarà tempo per discutere di quello. Comunque io mi
chiamo...".
"Zoro!".
"Esatto, il mio nome è...
Che cosa?!".
Da dietro gli alberi precedentemente nominati saltarono fuori altre
quattro figure, una più stramba dell'altra.
Il primo era un uomo letteralmente gigantesco, dai capelli azzurri
rasati e con braccia e
mani molto strane, quasi meccaniche; il
secondo invece era un
piccolo animaletto peloso con le corna e il naso blu, dal
grande cappello rosa; il terzo era un ragazzo alto, dai capelli neri e un naso insolitamente lungo;
e infine l'ultimo, ecco...
"Aiuto! Uno scheletro!"- gridarono dalla paura Barry e Kenny, entrambi
impalliditi terribilmente alla sola vista di uno scheletro coi capelli ricci e
gli occhiali da sole. Paul invece ne era rimasto
scioccato, ma era molto più composto.
Come se non bastasse...
"Yohohohoho, non abbiate paura ragazzi! Io non mordo se è
questo che..."
"Uno scheletro che parla!" (E di nuovo i due che urlano mentre il terzo
rimane composto).
"Smettila, anche noi abbiamo avuto paura di te la prima volta che ti
abbiamo visto"- disse l'uomo gigante avvicinandoglisi.
"Concordo"- commentò il tizio dal lungo naso.
"Siamo in tre"- concluse il piccolo animale.
Improvvisamente però anche loro quattro si accorsero della
presenza di Rayleigh, e ne rimasero esterrefatti. Ma a complicare il
tutto fu un arrivo inaspettato, un "doppio arrivo" da Est:
"Rufy, non correre!".
"Rufy?!"- fece l'intero gruppo all'unisono, alcuni perché
erano sconcertati dalla sua presenza e altri perché non
conoscevano.
E i nostri Allenatori, appartenenti al secondo gruppo, riconobbero per
primi la voce che ne aveva fatto il nome rimanendone colpiti.
"Ehi, ma sbaglio o quello era Ash?!"- domandò Paul, ma non
fu necessario che qualcuno aprisse bocca per rispondergli. Dai cespugli
a Est uscirono fuori proprio Ash e Pikachu, accompagnati da Rufy che
osservava i presenti sbalordito.
"Rufy, perché ti sei messo a correre così? Non ce
n'era...".
Ash si interruppe subito, scoprendo di essere finalmente riuscito a
tornare dai suoi amici:
"Ragazzi, vi ho cercato dappertutto!".
"Pika-pika!".
Paul si avvicinò al suo ex-rivale con un'espressione
estremamente contrariata, tanto da farlo sudare freddo.
"Sappi che questo l'abbiamo fatto anche noi. Adesso ci spieghi
cos'è successo, per favore?!".
"Non ti arrabbiare!- cercò di scusarsi il ragazzo di
Biancavilla muovendogli le mani davanti.
Sono stato attaccato da degli animali, e una volta che li ho sconfitti
mi sono messo a cercarvi e ho incontrato lui".
Ash stava indicando Rufy con la sua mano destra, tuttavia girandosi
notò che questi aveva sul volto un'espressione decisamente
scioccata: i suoi occhi erano dilaniati, la bocca era spalancata...
Sembrava che il giovane pirata avesse visto un fantasma!
"Rayleigh... Come mai sei qui?!"- domandò lui all'anziano.
"È esattamente quello che vorrei sapere io di te...".
Ed ecco arrivare l'ultima interruzione.
Dal nulla erano apparsi, davanti ai nostri eroi e ai loro nuovi amici,
l'ultimo gruppo che avevamo visto conoscersi nella foresta.
"Rufy, Rayleigh!"- esclamò Sanji, comparso all'improvviso e
ora reduce da una corsa frenetica.
"Rufy, eravamo preoccupati per te!"- gridò invece Nami con
le mani sui fianchi e un'aria scocciata.
"Ash, Pikachu! Finalmente vi abbiamo trovato!"- concluse invece
Lucinda, ansimante a causa della corsa così come lo erano
Brock e Zoey.
"Pi-plup!".
In quel momento però tutti si interruppero di scatto, come
per magia.
Ognuno aveva in mente qualcosa da dire agli altri, ma nessuno sapeva da
dove cominciare ne con chi cominciare; seguì dunque un
silenzio tombale, condotto tra gli sguardi stravolti e le facce
scioccate di ciascuno.
000000000000000000000000000000
Al di là della foresta si ergeva una città
dall'aria abbastanza pittoresca. Era infatti caratterizzata dalla
presenza di numerose case costruite usando il legno, dotate poi di
tetti realizzati in paglia; non c'erano tuttavia strade in cemento o
marciapiedi, e quindi il luogo assomigliava molto a un villaggio di
campagna dall'atmosfera semplice e rasserenante, circondato da distese
di erba e fiori.
Il gruppo aveva deciso, in seguito a quell'incontro inaspettato, di
recarsi in essa e per la precisione di andare a stare in una casa dove
abitavano i nuovi "amici pirati"; una casa molto più grande
e sporgente di tutte le altre, quasi come se appartenesse a qualcuno di
importante.
"Allora... da dove cominciamo?"- chiese Usopp.
"Io personalmente vorrei sapere qualcosa di più sul vostro
naufragio"- rispose Ash.
"Si- aggiunse Rayleigh.
Anch'io vorrei scoprire cosa ci fate qui".
"Va bene- disse Rufy.
Visto che a chiedercelo siete voi, allora racconteremo tutto.
È successo due giorni fa".
"Stavamo proseguendo lungo la solita rotta, poi..."- aggiunse invece
Nami, introducendo così il flashback che sarebbe stato
narrato.
Inizio
Flashback
"Aiutooooo!"-
gridò Usopp terrorizzato e con le lacrime agli occhi.
La Thousand Sunny ormai
era in balia di quel varco misterioso che si era aperto dal nulla in
mezzo al mare e, nonostante gli sforzi di tutto l'equipaggio, alla fine
fu risucchiata; quando aprirono gli occhi, Rufy è i suoi
amici non avevano parole.
Davanti a loro si
estendeva una gigantesca spiaggia sconosciuta, su cui crescevano
numerosi alberi di frutta e a cui si affacciava una gigantesca foresta.
"Dove siamo finiti?"-
si chiese il ragazzo di gomma, mentre molti dei restanti si alzavano
massaggiandosi la testa.
"Non lo so... ma di
sicuro ci è successo qualcosa di strano!"-
commentò Zoro, girandosi attorno e non percependo nulla di
famigliare.
Ognuno dei presenti
sentiva chiaramente di essere stato vittima di un evento a dir poco
"anormale", qualcosa senza precedenti anche per loro che ne avevano
viste di tutti i colori durante il loro viaggio; tra un senso di
smarrimento e l'altro poi, dopo pochi minuti, Chopper si accorse di
qualcuno in lontananza:
"Laggiù,
ragazzi!"- disse ai suoi compagni indicando la foresta davanti a loro.
Questi risposero mettendosi ognuno in guardia, pronto a combattere nel
caso ce ne fosse stata l'eventualità, ma sorprendentemente
dalla foresta uscì un individuo che sembrava essere tutto
fuorché un nemico.
Era infatti un uomo
all'apparenza molto anziano, sebbene anche piuttosto alto e corpulento;
aveva una pelle scura, probabilmente abbronzata, dei capelli bianchi
raccolti in un lungo codino che terminava dietro la schiena e degli
occhi erano socchiusi. Infine indossava una camicia color pesca
sbottonata, dei pantaloncini di sera bianchi e un paio di sandali di
gomma color corvino.
La sua apparizione
tranquillizzò i giovani pirati, che non percepirono in lui
alcuna minaccia. Questi si avvicinò loro e, con un tono
molto calmo e pacato, gli parlò:
"Ho sentito un forte
rumore venire da questa parte... Voi chi siete?".
"Ci perdoni signore, ma
avremmo urgentemente bisogno di aiuto"- disse Nami.
"Vede, non sappiamo
come ma siamo misteriosamente naufragati qui"- aggiunse Nico Robin.
Il vecchio rimase
estremamente colpito da tale affermazione, ma cercò di
mantenersi.
"Naufragati?".
"È
così- stavolta parlò Franky.
In teoria non
dovrebbero esserci molti problemi alla nave, però non
conosciamo il posto e vorremmo informazioni".
"Siete sull'Isola
Rossa- affermò l'anziano, lasciando tutti in silenzio e
straniti. Ognuno si guardava reciprocamente negli occhi e anche attorno
a se, ma di fatto quel nome era del tutto sconosciuto per ciascuno-
anche per Robin e Nami, che erano le più dotte del gruppo e
quindi sembrava molto strana una tale ignoranza pure da parte loro.
L'uomo davanti a loro
nel vederli ricominciò a sentirsi stranito, ma si compose; e
sorridendo, con le mani dietro la schiena disse:
"Seguitemi".
I pirati si rivolsero
al loro capitano che, dopo aver chiuso gli occhi per qualche istante,
decise di assecondare l'anziano.
Il gruppo
così raggiunse il cuore dell'isola e la città in
cui si trovava adesso, rimanendone particolarmente colpito e osservando
ogni dettaglio con estremo interesse. Quando poi giunse alla casa del
loro accompagnatore, si accorse tuttavia di una cosa piuttosto strana:
coloro che incrociavano il loro cammino, vedendo l'anziano finivano per
accoglierlo a braccia aperte, mostrando moltissimo rispetto.
"Il maestro Futoshi
è qui!"- esclamo un ragazzo molto giovane sorridendo.
Il suo intervento
confuse abbastanza i protagonisti e, contemporaneamente, fece
avvicinare altri cittadini entusiasti:
"È proprio
lui! Quale sorpresa!".
"È il
difensore dell'isola!".
Brook si
avvicinò quatto quatto all'anziano signore, mostrando tanta
curiosità.
"Mi scusi, come mai lei
è così acclamato in questa cittadina?".
"Perché ne
sono il capo"- rispose subito lui, sorprendendo i giovani pirati.
"Tu sei il capo
dell'isola, vecchio?!"- domandò Rufy con la bocca spalancata.
"Non è molto
educato darmi del "vecchio", ma fa niente- disse lui.
Suppongo che voi non
conosciate molto bene come stanno le cose, quindi vi darò
delle spiegazioni".
"In che senso non
sappiamo come stanno le cose?"- chiese Zoro.
"Che intende di
preciso?"- aggiunse Sanji. Il gruppo si stava solo confondendo sempre
di più riguardo la situazione.
"Calma, calma- rispose
l'anziano abbassando adagio le mani.
Prometto che vi
spiegherò ogni cosa, ma per il momento entrate in casa mia e
non preoccupatevi di nulla.
Sono Futoshi, il Saggio
che sta a capo dell'Isola Rossa".
Fine Flashback
"E alla fine è andata così"- disse Nami.
"Futoshi da quel momento ci ha introdotto alla storia delle Isole
Arcane e ci ha permesso di stabilirci qui"- aggiunse Chopper.
"Questo almeno finché non ripartiremo...".
Rufy si interruppe immediatamente: per motivi sconosciuti, Ash sembrava
decisamente sconvolto assieme ai suoi amici; anche il gruppo dei
Rayleigh, tuttavia, mostrava simili atteggiamenti e tutto
ciò lasciava perplessi i giovani pirati.
"Hai detto... che avete incontrato il Saggio dell'Isola Rossa?!"-
domandò il ragazzo di Biancavilla in preda allo
sbigottimento più totale, tanto da sbattere fortemente le
mani sul lato del tavolo appartenente a Cappello di Paglia.
Questi si prese un leggero spavento e indietreggiò assieme
ai suoi compagni.
"Cosa ti prende, Ash?!- fece lui.
Ti interessa così tanto conoscere il Saggio di quest'isola?".
"Ecco, io...".
Ash si interruppe immediatamente e abbassò la testa,
confondendo ulteriormente i suoi interlocutori. Aveva giurato a se
stesso che non avrebbe mai raccontato a degli estranei la sua vicenda,
ma adesso si trattava di amici che, tra l'altro, avevano subito un
destino simile al suo; ragion per cui, sentiva una sorta di conflitto
crescere all'interno di se stesso e non sapeva minimamente
come uscirne.
A un tratto, però, una voce venne in suo aiuto:
"Non ti preoccupare, Ash".
Si trattava di Rayleigh. Una volta che lo sentì, il giovane
Allenatore gli si rivolse subito.
"Ormai è chiaro che i miei amici sono coinvolti in una
vicenda simile alla vostra, quindi non avere timore.
Racconta perché siamo venuti qui".
"Condivido pienamente- aggiunse Lucinda, attirando l'attenzione.
Sentiti libero di parlare a nome nostro".
"Pika-pi!"- concluse Pikachu sulle sue ginocchia.
Ash fece quindi un profondo respiro e si rivolse nuovamente a Rufy,
determinato a dirgli tutto.
"È una storia molto lunga. Vedete, noi...".
Angolo Autore:
Sono tremendamente mortificato per l'attesa che vi ho dato, ma tra un
mese intero fuori casa e l'inizio della scuola il tempo si è
ristretto.
Spero che comunque il nuovo episodio sia di vostro gradimento, e
soprattutto che mi continuerete a seguire.
Bye!