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Autore: Plando    22/12/2017    2 recensioni
Judy Hopps voleva far diventare il mondo un posto migliore, era certa che ci sarebbe riuscita, era il suo sogno, in fondo era stata in grado di diventare un agente di polizia, nessun coniglio ci era mai riuscito o ci aveva anche solo provato e quando pensò che il mondo effettivamente era migliorato si rese conto che il suo era e sarebbe rimasto un sogno irrealizzabile
Genere: Drammatico, Guerra, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Judy Hopps, Nick Wilde
Note: OOC | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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Trevis ci mise un po' a capire cosa fosse successo, nel frattempo stava recuperando lentamente la vista dopo il violento bagliore che lo aveva accecato per qualche istante, uno sgradevole odore di carne bruciata gli investì le narici, la prima che vide fu l’agente Swinton mentre si strofinava gli occhi, per poi voltarsi verso la direzione in cui si trovavano fino ad un attimo prima Judy e Rocky; la coniglietta era riversa a terra e li sul momento gli era impossibile capire se fosse sopravvissuta o meno; a quanto pare il piano era fallito, in anticipo o ritardo che fosse, aveva sbagliato i tempi ed il collare aveva svolto il suo compito fino in fondo, dopo un po' riuscì a vedere anche il procione, era stato scagliato a qualche metro di distanza contro la parete, decise di andare a vedere come stava lui, dato che a Judy ci stava pensando già Lorene.

“Ehi, hai fatto un bel volo, tutto a pos…” Si interruppe subito non appena vide le condizioni in cui era l’agente federale; il braccio destro era completamente carbonizzato fino alla spalla, più della metà del resto del corpo era coperto di ustioni, nella zampa, ormai inutilizzabile, ci stava ancora quello che restava del collare, la plastica che rivestiva il dispositivo col led si era completamente fusa, diventando un tutt’uno con l’arto, nonostante tutto lui respirava ancora.

“Merda, resisti, adesso…vedo che posso fare”

Si guardò attorno, erano dentro una stanza di degenza e non vi era traccia di nessun tipo di medicinale, sarebbe dovuto uscire per cercare almeno della morfina per alleviare almeno di un po' le sofferenze che sicuramente stava patendo in quel momento; si alzò, prendendo il fucile d’assalto per poi dirigersi verso la porta quando si sentì afferrare per la caviglia, Rocky lo aveva fermato con la zampa buona, cercando di articolare qualche parola, ma l’unica cosa che uscì fu un lamento di dolore.

“Non resisterai a lungo così, ti devo cercare qualcosa”

Per tutta risposta il procione mollò la presa, ma non aveva ancora finito con lui, fece scorrere la mano lungo il suo fianco fino a raggiungere la tasca laterale dei pantaloni, senza riuscire tuttavia a centrarla, ci pensò Trevis, dopo essersi chinato, a prenderne il contenuto.

“Stai cercando questa?”

Ne aveva tirato fuori una singola chiavetta USB, grigia e semplice, non pareva avere nulla di speciale, subito dopo averla vista si dovette sforzare oltre ogni limite solo per dirgli una parola, la voce gli uscì soffocata e sperava che il furetto capisse.

“W…Wild…W…”

“Wild? Wilde? Vuoi che la consegno al marito di Judy? Nick Wilde?”





Nel frattempo Lorene prestava soccorso alla collega, li sul momento non riusciva a capire se fosse sopravvissuta o meno, si avvicinò girandola a pancia in su, posandole un orecchio sul petto per poi sospirare.

“Grazie al cielo, sei ancora viva”

Si prese un attimo per controllarla, non sembrava ferita e l’unica lesione che aveva era sul collo, parte del pelo e della pelle sottostante era stato leggermente bruciacchiato a causa delle continue scosse, non era nulla di grave.

“Cavolo Judy, sei veramente dura, a dispetto del corpicino che hai…dai svegliati, non è il momento giusto per farsi una dormita”

Provò anche a scuoterla piano, ma niente da fare, aveva sopportato troppo, in troppo poco tempo, ed ora era completamente stremata ed incosciente.

“Come sta?” Trevis si era avvicinato, attirando l’attenzione della suina.

“Ko, l’agente Barnes?”

Lui scosse la testa, per poi abbassare lo sguardo verso la coniglietta “Non ce l’ha fatta”

Loren volse lo sguardo, cercando il corpo del procione ed individuandolo poco dopo a qualche metro di distanza, il soldato lo aveva coperto con un telo e nella stanza si stava diffondendo rapidamente un disgustoso odore di carne bruciata.

“Non oso immaginare cosa sarebbe successo a Judy se…secondo te lo sapeva?”

“Cosa?” Trevis alzò nuovamente lo sguardo, distogliendolo dalla leporide “Che sarebbe morto per toglierglielo?”

“Si esatto”

“Non credo. Lo hai sentito anche tu, aveva una famiglia da cui tornare”

Lorene diede un ultimo sguardo al cadavere, per tutto il tempo da quando erano entrati dentro quell’ospedale non avevano fatto altro che inveirsi contro a vicenda, a causa del casino causato da lei, il capitano e Wilde, era certa che non avesse fatto in tempo a fare rapporto al quartier generale, per il momento, sotto quell’aspetto, erano salvi, anche se il prezzo era stato molto alto.

“Come ne usciremo da qui?”

Trevis tenne lo sguardo verso la poliziotta, era spaventata, la situazione era completamente andata fuori controllo, nulla era andato come doveva, ne avevano parlato per almeno un’ora prima di infilarsi di soppiatto, con la complicità di un altro paio di militari, nella zona di quarantena dell’ospedale, dovevano semplicemente entrare, trovare Judy e portarla al sicuro, tutto facile e semplice, non era in programma il guasto al collare ed ora si ritrovavano con un federale morto, una coniglia incapace di muoversi e un’intera sezione di ospedale da attraversare piena di predatori selvaggi, le possibilità di uscirne vivi stavano calando vertiginosamente.

“Ho promesso a quella volpe che gli avrei riportato sua moglie, prenditi in spalle Judy e seguimi, ci dirigiamo verso la zona sicura”

“Ma che…sei pazzo? Hai idea di cosa ci aspetta li fuori? Sarebbe già stato complicato in tre con lei in grado di camminare, così è un suicidio. Aspettiamo che qualcuno venga a prenderci, i tuoi compagni lo sanno che…”

“Non verrà nessuno, lo hai sentito anche tu, l’antidoto al siero arriverà solo dopodomani, nel frattempo siamo in un’area off-limits, non ci sono rinforzi, i miei compagni di plotone stanno presidiando la porta, ci faranno passare quando arriviamo, ma non possono entrare, lei ha bisogno di cure immediate, non possiamo aspettare”

Abbassò lo sguardo verso la collega inerme, nonostante fosse palese che non era grave, aveva sicuramente bisogno di un medico.

“Ascolta, so che sei spaventata, lo sono anche io, ma ho bisogno che mantieni il sangue freddo, siamo nella merda fino al collo ed io da solo non ce la posso fare, mi serve il tuo aiuto”

Lei alzò lo sguardo, rassicurata “Ok, si ok hai ragione”

“Perfetto, adesso caricatela in spalla, fai esattamente quello che ti dico e ne usciremo vivi”

La suina si chinò e prese delicatamente la collega per i fianchi, alzandola di peso e facendola posare con la pancia sulla sua spalla sinistra, così facendo poteva usare la zampa buona per impugnare la pistola e potersi difendere in caso di bisogno.

“Ce la fai?”

“Che domande, peserà si e no otto chili, cosa vuoi che sia?”

“Infatti io ho fatto una fatica bestia a portarla fin qua, adesso esco, te stai pronta, se la zona è libera ti faccio cenno di seguirmi”

Preso il fucile d’assalto, il furetto aprì lentamente la porta, mettendo fuori prima solo la testa ed osservandosi bene attorno, non sembrava esserci nessuno in giro, se non fosse stato per i cadaveri li vicino sarebbe sembrato un vero e proprio ospedale abbandonato, aveva un che di sinistro, dopo qualche secondo si decise ad uscire, tenendo puntata l’arma, pronto a sparare a qualunque cosa che avesse anche solo provato a mostrare un pelo di aggressività nei suoi riguardi; percorse il corridoio per una decina di metri, assicurandosi che le porte delle stanze adiacenti fossero ben chiuse, ormai le probabilità che ci fossero altri superstiti erano minime, chiunque li dentro aveva inalato il siero diffuso attraverso l’impianto di aerazione, alla coniglietta non aveva fatto effetto per il semplice fatto che aveva ancora in circolo l’antidoto, somministratole subito dopo il parto, avvenuto il giorno prima.

“Via libera, esci pure”

Con un po' di titubanza la suina uscì dalla stanza che gli aveva dato protezione fino a quel momento, lo spettacolo che gli si presentò poco avanti le fece pensare che forse era meglio rientrarci; vi erano a terra i resti di vari animali, probabilmente prede, anche se era difficile capirne la specie, si passava dagli arti, strappati con violenza dal resto del corpo e spolpati in più punti a corpi quasi integri, ma con il petto squartato e la cassa toracica sventrata, in un attimo si ritrovarono a camminare in una pozza di sangue e li per li quasi si pentì di aver fatto colazione quella mattina, visto che, ne era certa, l’avrebbe vomitata da li a poco.

Camminarono lungo tutto il corridoio, non incontrando praticamente nessuno sul loro cammino, mancava poco alla zona sicura dell’ospedale, dove i militari avevano radunato tutti i superstiti e tutto era fin troppo calmo, ed in effetti la calma finì proprio a poche decine di metri dalla salvezza, davanti a loro il corridoio curvava a destra, e da oltre l’angolo si potevano chiaramente udire quelli che sembravano passi, qualcuno stava correndo verso di loro, Trevis alzò l’arma, puntandola in direzione del rumore, che si faceva sempre più vicino, cominciando a distinguere il rumore degli zoccoli che colpivano il pavimento, sempre più forti e veloci. Subito dopo fece capolino una zebra, era in corsa sulle quattro zampe e nel fare la curva scivolò sul pavimento liscio, andando a sbattere contro il muro per poi riprendere la sua fuga; Lorene si voltò dietro di se, osservando l’animale sparire in fondo al corridoio.

“Un’infermiera…”

“Non possiamo fare nulla per lei, se resisterà altri due giorni sarà sa…”

Il furetto si interruppe non appena vide cosa aveva davanti, a meno di cinque metri da lui ci stava il motivo della fuga di quella zebra, una enorme tigre, a giudicare dal vestiario, uguale a quello di Judy, doveva essere un paziente dell’ospedale, ormai la zebra era andata e il suo sguardo si posò subito sulla maialina, col piccolo carico che stava trasportando, ignorando completamente il mustelide.

“Spa…sparagli”

Non aveva quasi neppure udito la voce della poliziotta, tanto era uscita soffocata dalla paura che l’enorme felino selvaggio gli mise, in quel breve lasso di tempo il predatore si avvicinò di qualche passo, ringhiando e mostrando le zanne, preparandosi a fare un balzo per raggiungere le sue prede.
Tutto questo diede a Trevis troppo poco tempo per pensare, magari sarebbe bastato sparare un colpo in aria, magari si sarebbe spaventato e sarebbe fuggito, ma se così non fosse stato, in quel caso sarebbero sicuramente morti, bastò un attimo, una leggera pressione dell’indice sul grilletto e l’arma vomitò contro il suo bersaglio una raffica di proiettili.

La tigre si accasciò a terra, emise un guaito poi più nulla, rimase immobile mentre un rivolo di sangue cominciò a scorrere da sotto il suo corpo, rimasero entrambi ad osservarlo per qualche secondo, ora giaceva a terra morto, che non ringhiava più, aveva stranamente riacquistato il suo aspetto civilizzato, o magari, semplicemente, la paura che li aveva invasi fino ad un attimo prima, stava lentamente scemando.

“Non doveva andare così”

Lorene si avvicinò, posando una zampa sulla spalla del militare “Non è colpa tua, non potevi fare altro, se c’è qualcuno da incolpare, quella è Bellwether…dobbiamo portare Judy fuori di qui, proseguiamo”

“Ok, lei come sta”

“È ancora priva di sensi, cerchiamo di sbrigarci”

Proseguirono lungo il corridoio per una ventina di metri, senza mai incontrare null’altro che qualche cadavere mezzo divorato qua e là, finchè non arrivarono ad una porta antiincendio, era il limite della zona di quarantena, al di là di quella ci stava la salvezza per tutti e tre.
Il furetto si avvicinò alla porta, dando tre colpi su di essa col calcio del fucile, si cominciò a sentire dei rumori metallici, come di una catena che veniva sfilata, dopo di che la porta si aprì, un leopardo e una zebra, entrambi in tenuta antisommossa, puntarono i fucili.

“Ehi, sono io ragazzi”

“Trevis, ce l’hai fatta?”

“Si, serve un medico”

Non appena passarono entrambi la zebra richiuse la porta, incatenandola con un grosso lucchetto, nel frattempo il leopardo aveva adagiato la coniglietta su di una barella che fu trasportata fino alla sala d’attesa, dove Nick e una buona cinquantina di altre persone aspettavano di avere buone notizie, Lorene andò diretta dalla volpe; stava seduto su di una panca, aveva la gamba sinistra ingessata e col braccio destro teneva a se un fagottino che conteneva il piccolo coniglietto di neanche un giorno, il cucciolo stava poppando dal biberon che l’ospedale aveva fornito alla volpe, come tutti i membri della sua specie alla nascita era piccolo, tanto che avrebbe potuto stare comodamente sul palmo di Nick, gli occhi erano ancora chiusi e lo sarebbero stati per almeno un’altra settimana mentre il pelo era completamente assente, lasciando scoperta la delicata pelle rosa.

“Nick”

“Lorene” Provò ad alzarsi, ma non appena posò il piede a terra il dolore gli fece capire che era meglio stare seduto “State bene? L’avete trovata?”

La maialina si voltò dietro di se, indicando una barella su cui era stata adagiata, Nick smise di dare da mangiare al piccolo per prendere la stampella e avvicinarsi alla coniglietta, ancora priva di sensi, non appena fu vicino gli posò il cucciolo di fianco, rivolgendo poi lo sguardo a lei.

“Eccoti qua tuo figlio, te l’ho tenuto finora, adesso sono solo cazzi tuoi”

L’agente Swinton, che aveva assistito a tutta la scena, rimase incredula di fronte alla non curanza della volpe per le condizioni della compagna.

“Nick, che cosa ti prende? È quasi morta e questa è l’unica cosa che hai da dire?”

“Vuoi sapere cosa succede?” Nick si voltò verso la collega, parlando con un tono aspro “Succede che Judy è la madre, ma io non sono il padre, sono stato uno stupido a pensare anche solo per un attimo che fosse possibile…”

“Nick, sono già capitati casi di cuccioli ibridi da coppie che non si ritenevano compatibili, anche se molto rari, non puoi sapere se…”

“Ed è qui che ti sbagli, mi sono arrivate le analisi che ho chiesto di fare al cucciolo di Judy, e indovina un po', non solo non è mio figlio, ma ho anche scoperto nome, cognome, vita e cazzi del coniglio che ne è il vero padre”

Lorene non seppe più cosa dire, facendo scena muta e dando modo al predatore di continuare il suo sfogo.

“Quando si sarà ripresa, ditele che può mandare qualcuno a casa mia per prendere la sua roba, le valige glie le preparo io più che volentieri, così come le carte per il divorzio”

A quel punto Nick si osservò attorno, scorgendo il militare a cui aveva chiesto di portare in salvo sua moglie, prima che sapesse di essere stato tradito.

“Dov’è Rocky?”

“Lui…” Esitò un attimo nel rispondere, pensando a cosa dirgli e come “…non…non ce l’ha fatta, ha tentato di togliere il collare a Judy, ma ne è rimasto folgorato…”

Si voltò nuovamente verso Judy, scoccandole un’occhiataccia per poi afferrare il biberon e darlo alla Swinton.

“Ecco, tieni, quando si sveglierà ditele che non deve per nessun motivo allattare il suo cucciolo, l’antidoto al siero le resterà in corpo ancora per un po' e potrebbe causargli problemi in tal senso, solo latte in polvere, mi sono spiegato?”

“S…si”

“Bene, mi dispiace averti fatto correre un rischio simile, i genitori di Judy stanno arrivando, sono rimasti bloccati nel traffico”

Finita la frase Nick si voltò, prendendo l’uscita dell’ospedale, Lorene non sapeva che fare, sarebbe corsa a fermarlo, ma il cucciolo in quel momento cominciò a piangere, le orecchie della volpe tremolarono appena ad udirlo, si fermò per un breve istante, poi, senza voltarsi proseguì fuori dall’edificio.





“Wilde”

Era appena uscito quando sentì una voce dietro di lui, era il furetto che conosceva Judy.

“Trevis giusto? Grazie per quello che ha fatto”

“E di che? È mio dovere, senta, ha saputo dell’agente Barnes?”

Nick annui “Si…non avrebbe dovuto farlo…è stato stupido”

“Se sua moglie è viva è solo per merito suo, il collare era rotto e…”

“C’è dell’altro?”

Trevis non sapeva cosa fosse successo e non capì quell’improvviso cambio di umore “Eh…si…si in effetti c’è dell’altro, era al corrente che il procione era un agente dell’FBI sotto copertura?”

Nick rimase stupito da tale rivelazione “No, non ne sapevo nulla”

Il furetto infilò una zampa in tasca da cui tirò fuori la chiavetta USB, che venne presa dalla volpe.

“Poco prima di morire, mi ha detto di rivelare questa informazione a lei, e di consegnarle questa”

“Cosa contiene?”

“Non lo so, ma a quanto pare, per lui era importante” Si interruppe un attimo per poi rivolgersi alla volpe “È sicuro di stare bene?”

Nick scosse la testa, cominciando ad elencarne i motivi “No, dicembre è iniziato con un’evasione di massa di criminali estremamente pericolosi, Dawn ha portato caos e morte in tutta la citta, il nostro fottuto paese è entrato in guerra e come se non bastasse oggi ho scoperto di essere cornuto, domani non potrà che essere un Natale di merda, quindi no, non sto affatto bene”





Note

Eccomi qua, col finale di questa serie di capitoli riguardanti l’ospedale, alla fine è andato tutto a puttane.
Adesso mi prendo un periodo di riposo, ne ho bisogno, probabilmente continuerò a scrivere nel frattempo, ma con calma.
Ne approfitto per salutarvi tutti e augurarvi un buon Natale e felice anno nuovo.

Alla prossima

E come sempre mi piace spiegare come arrivo a certe conclusioni, in questo caso il peso di Judy: Per arrivare a determinare il peso della coniglietta mi sono basato più che altro sui dati di Nick presenti nel modulo di iscrizione all’accademia di polizia, li sta scritto che Nick è alto un metro e venti e pesa trentasei kg, se teniamo conto che la volpe rossa nel mondo reale non supera i quattordici kg è alquanto ovvio che, come successo per noi, anche loro evolvendosi siano aumentati di dimensioni, quindi se Nick pesa due volte e mezza di più di una volpe reale ho dato per scontato che la stessa cosa valeva per Judy, quindi se un coniglio europeo arriva al massimo a due kg e mezzo, facciamo anche tre se è cicciotto, direi che dai sette agli otto kg per la nostra Carotina è un peso più che accettabile. Poi che ci siano incongruenze tipo Dawn è un altro discorso, le pecore sono dei bestioni e arrivano a pesare dai 50 ai 100 KG, li praticamente ci manca poco che è più piccola di Judy.
   
 
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