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Autore: GeoFender    22/12/2017    2 recensioni
WonderBat Post canon
Quella era una notte quieta per Gotham.
Tutti i criminali, dal borseggiatore allo stupratore, persino Joker, sembravano essersi rintanati nel tepore delle loro case, rinunciando per una volta a compiere le loro malefatte. Persino il Crociato Incappucciato si era permesso di togliere la maschera e scivolare sotto le calde coperte come Bruce Wayne, lasciando che Nightwing, Batwoman e Batgirl stessero di pattuglia.
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bruce Wayne, Diana Prince
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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Note:
Come alcuni di voi sapranno, non shippo WonderBat. Ma mi sono volut* cimentare in questa sfida, analizzando i personaggi di Bruce e Diana, soprattutto per le perdite che hanno subito. A vllte penso che la gente si scordi che ci sia un uomo dietro quella maschera e anche tanto dolore. Ah, la scritta in greco antico vuol dire "Ti amo".


 
A Zio Panda, che tu possa finalmente riposare in pace nei Campi Elisi come Steve Trevor

 
[ How do you measure
the life of a woman
or a man]
 
 

Quella era una notte quieta per Gotham. 
 
Tutti i criminali, dal borseggiatore allo stupratore, persino Joker, sembravano essersi rintanati nel tepore delle loro case, rinunciando per una volta a compiere le loro malefatte. Persino il Crociato Incappucciato si era permesso di togliere la maschera e scivolare sotto le calde coperte come Bruce Wayne, lasciando che Nightwing, Batwoman e Batgirl stessero di pattuglia. Ipno lo richiamò subito a sé non appena toccò il cuscino perché, nonostante lo negasse, il miliardario era umano più che mai e, come tale, sentiva il peso degli anni passati a vigilare sulla Sua città. 
Morfeo e Icelo però, al contrario di loro padre, avevano altri piani per lui. 

 
«Datemi i soldi. E quella collana.» Una voce secca, autoritaria e impaziente, di un uomo nascosto nell’oscurità di un vicolo stretto, soffocata dalla stoffa del passamontagna che indossava. 
 
La sicurezza non era mai troppa. 
 
Martha Wayne, stretta nel suo cappotto lungo di lana beige, si tolse tremante il lungo filo di perle bianche che indossava e lo porse al rapinatore, che glielo strappò di mano. Alcune perle caddero sull'asfalto rovinato, contrastandone il nero con la loro bianca lucentezza. 
Thomas, volendo fuggire al più presto da quella spiacevole esperienza, decise di collaborare e fece per prendere il portafogli dalla tasca interna del suo impermebile ma ben uno, due, tre colpi centrarono il suo petto. 
Il piccolo Bruce trattenne il fiato a quella scena, incredulo. 
La pistola del criminale venne puntata verso Martha e il freddo acciaio luccicò sotto la luce fioca di un lampione. Un quarto colpo partì dalla canna, ferendo mortalmente la donna all'addome. Il piccolo Bruce chiuse gli occhi, aspettando la sua ora. Ma non udì nessuno sparo. L'uomo, che avrebbe identificato poi come Joe Chill, lo aveva risparmiato. 
Negli occhi dell'assassino, la consapevolezza di aver distrutto la vita di un bambino, forzandolo a crescere in una notte sola. 
 
Scappò, vergognandosi del suo gesto disperato e lasciando il futuro Batman a disperarsi, guardando i corpi senza vita dei genitori, immersi in una pozza di sangue. 
 
Aveva perso tutto semplicemente perché la gente di Gotham aveva fame
 
Volto sudato, barba ispida, occhiaie appena accennate e capelli spettinati. Così si presentava Bruce dopo essersi seduto di scatto. 
 
Quell'incubo... era da molto tempo che non gli faceva visita, forse l’ultima volta che aveva rivissuto oniricamente quell’infernale nottata risaliva alla prima volta che aveva indossato il mantello. 
 
Le lunghe ronde avevano sostituito quell'incancellabile ricordo che gli veniva riproposto nel sonno, rendendole un modo di mantenere una certa sanità mentale. 
«Bruce, cosa succede?» Una voce calda e femminile, leggermente impastata dal sonno, interrogò l'uomo che, non ancora del tutto lucido, non emise un solo fiato. 
La donna, dai lunghi capelli neri, si sedette al fianco di Bruce e aggrottò preoccupata le sopracciglia. Diana non lo aveva mai visto in quello stato, non lo aveva mai visto spezzato. Si coprì le spalle nude e avvicinò, stranamente incerta, una mano abbronzata alla spalla dell'uomo. Arrestò bruscamente il movimento, l'istinto la avvertì della pericolosità di quel gesto. 
 
Lo sentiva troppo intimo, molto di più di quando faceva l'amore con Batman. Aveva la sensazione che, se lo avesse portato a compimento, avrebbe violato l'anima di Bruce.
 
«Nulla Diana, torna a dormire. Hai un volo per Parigi tra qualche ora, il Louvre ti aspetta.» La dismise senza troppe cerimonie, tornando a sdraiarsi, dandole la schiena. 
 
Gli occhi scuri di Diana la percorsero distrattamente, fermandosi qualche istante quando intravedeva nel buio l’ombra di una cicatrice, un reticolo pallido che raccontava la storia di Batman e sospirò in reazione a quelle parole così prevedibili.
«In circa cinquemila anni, ho osservato e sperimentato molte cose. 
 
 
Ho visto persone nascere e morire in infiniti modi, lontani da casa o soli. Ma, soprattutto, ho visto spirare le persone che amavo. Non parlo solo di Steve… che gli Dèi lo abbiano mandato nei Campi Elisi. Ti voglio raccontare una storia che ormai nessun Mortale conosce.» Attese un cenno, un sussulto o una parola da parte di Bruce ma il silenzio continuò a regnare sovrano nell'elegante camera da letto. In cuor suo sapeva che non avrebbe sortito nessuna risposta ma doveva pur tentare. Quel discorso, però, attirò l’attenzione di Batman, che si riscosse appena dalla paralisi causata dal ricordo vivido dell’omicidio dei suoi genitori.
«Al tempo della Grande Guerra Mondiale, definita successivamente come Prima, noi Amazzoni vivevamo in pace su Themyscira. Ci allenavamo fra di noi e io ero quella che veniva addestrata più duramente, sotto richiesta di mia madre, la regina Ippolita. All’inizio mi sembrava assurdo, visto che non voleva farmi toccare nemmeno una daga di legno quando ero piccola, nonostante le mie suppliche. Volevo essere addestrata anche io e lei, invece, troppo impegnata a difendermi, ostacolava i miei desideri. L’unica ad accontentarmi era la nostra istruttrice, Antiope, mia zia.
La quiete, però, finì. Dopo aver salvato Steve, che era naufragato sulla nostra costa, diversi aerei tedeschi sono riusciti a penetrare la barriere magica che mio padre, Zeus, aveva creato, per proteggerci nell’Era degli Eroi. Le mie sorelle hanno combattuto valorosamente, ma alcune sono cadute in battaglia. Fra queste c’era Antiope. Purtroppo non ho potuto piangerla, ne assistere all’accensione della sua pira funebre. Dovevo fermare Ares prima che distruggesse per sempre il mondo degli uomini.» Bisbigliò l’Amazzone, scivolando lungo la testiera del letto e sdraiandosi su un fianco, la sua visuale comprendeva ancora la rete di pallide cicatrici sulla pelle dell'uomo. La perdita di Antiope era un peso che portava da sola da molto tempo e, a volte, nonostante il sangue divino che scorreva nelle sue vene, pensava di essere sempre sul punto di cedere al dolore.
«Mi dispiace, Diana.» Rispose una voce bassa e rauca. Bruce conosceva bene la sensazione, un mix di impotenza e rabbia. 
 
L’aveva provata davanti all’assassino dei suoi genitori e ancora dopo la morte di Jason, per mano di quel bastardo di Joker. Il suo senso di giustizia l’aveva aiutato a non ridursi come quest’ultimo, si era aggrappato disperatamente alla sua missione per non annegare come molti. 
 
«Lo so, Bruce. Ho osservato il mondo nelle diverse ere, so riconoscere il dolore e il rimorso negli occhi di una persona.» Diana si avvicinò a Bruce con cautela, come se avesse a che fare con un animale selvatico e fece aderire il suo petto alla schiena definita dell’uomo, facendo scivolare un braccio sul suo fianco. Il Crociato Incappucciato, a quel contatto estraneo, si irrigidì totalmente e Diana fu tentata di allontanarsi proprio come proprio prima, avendo invaso il suo spazio personale. Invece, una sottile mano abbronzata si introdusse tra i capelli scuri di Batman, le dita forti fra le corte ciocche sudate. Il respiro, prima affannoso, gradualmente divenne lento e cadenzato. 
Si è addormentato, osservò l'Amazzone. Il viso rilassato del miliardario confermò il suo pensiero.
 
 
Ἐρῶ σου, Bruce Wayne.
   
 
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