Anime & Manga > Caro fratello
Segui la storia  |       
Autore: Miss_Moonlight    22/12/2017    1 recensioni
Con questo racconto, ho voluto proseguire il manga di Ryioko Ikeda, "Oniisama e" ("Caro Fratello"), dunque segue gli avvenimenti del fumetto, non quelli dell'anime (cartone animato).
Rei Asaka (Saint Just) pare essersi suicidata, mentre Kaoru Orihara è morta di cancro, due anni dopo il matrimonio con Takehiko Henmi e la loro partenza per la Germania.
La storia del manga era ambientata verso la fine degli anni Settanta, dunque, nel mio racconto, siamo negli anni Ottanta.
La pubblicherò a capitoli ma non farò attendere molto; ho finito il racconto, lo sto solo ricopiando a pc (dato che a me piace scrivere su carta :) )
Se qualcuno leggerà e ed avesse voglia di scrivermi un commento, mi farebbe piacere!
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yuri | Personaggi: Fukiko Ichinomiya, Mariko Shinobu, Nanako Misonoo, Rei Asaka, Takehiko Henmi
Note: Lime | Avvertimenti: Non-con, Tematiche delicate, Threesome
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

“Fukiko...”
“Shh, non dire niente!” L'Ichinomiya zittì Nana prima che potesse esordire, nell'attimo in cui la macchina che le trasportava si fermò davanti a casa Misonoo.
Fukiko sorrise tra sé e sé. *È già la seconda volta che mi chiama per nome… Che stia, finalmente, diventando un'abitudine?*
Nana prese le mani dell'Ichinomiya tra le proprie e le baciò.
Fukiko le accarezzò il viso e le pose un lieve bacio sulle labbra.
Nana scese dalla macchina, salutò l'autista che, intanto, le aveva scaricato la valigetta e si diresse verso casa.
Suonò al campanello e rimase di stucco quando, ad aprirle, si trovò davanti Takehiko Henmi.

“Ta-Takehiko! Che ci fai qui?”
“Ciao Nana.” Replicò Henmi, prendendole la borsa di mano.
“È successo qualcosa?” Chiese lei, allarmata.
“No, no! – Intervenne la mamma – Ciao, tesoro. Com'è andata?”
“Cosa? Ah, sì, bene, bene ma tu stai bene? Ma che sta succedendo?” Continuò a chiedere la giovane Misonoo.
“Avevo chiamato io Takehiko, perché sono molto preoccupata per te e non so come parlarti. È sempre stato tuo padre quello che ci riusciva ed ora...”
“Mamma! Oh, cielo, hai fatto venire Takehiko dalla Germania perché sei preoccupata per me?! Non potevi parlarmene?!”
“Ci ho provato ma non si può parlare con te… Comunqe non gli ho chiesto di correre qui, non mi sarei mai permessa...”
“Sono stato io a voler venire di persona. – Le interruppe Henmi – Non avevo avvisato, mi sono presentato qui, stamattina, non solo perché anch'io sono preoccupato e per stare un po' con te… Anche, sì, ma anche perché volevo dirvi una cosa per me molto importante… Volevo, appunto, dirvela di persona…”
“Vi lascio soli. Takehiko ed io abbiamo già parlato.” Disse la signora Misonoo e salì al piano di sopra.
Nana ed Henmi si accomodarono in salotto.
Lei si torceva le mani, appariva tesa, lui sembrava più sicuro. Henmi fece un profondo sospirò e parlò.
“Non sono un combattente. Sono lento e, probabilmente, molto più sveglio nello studio ché nella vita.”
“Takehiko! Perché dici questo!?” Quasi gridò Nana.
“Fammi parlare, ti prego. Avrei dovuto farlo molto, molto tempo fa. Avrei dovuto parlarti, non permetterti di allontanarmi, di escludermi. Avrei dovuto combattere per te ma non l'ho fatto… Così come non l'ho fatto per nostro padre, affinché non sparisse dalla mia vita...”
“Eri solo un bambino...”
“Forse sì, forse essere stato un bambino mi ha giustificato, in quell'occasione ma non con te e non con Kaoru. Quando Kaoru si è ammalata e mi ha lasciato, avrei dovuto fare le capriole, darle il tormento, pur di poterle stare vicino. Avremmo avuto un interno anno in più, insieme. Un intero anno… E lei non si sarebbe mai sentita sola… Avrei dovuto esserci, ad ogni costo, ad ogni suo controllo, ad ogni sua partita… Così come avrei dovuto esserci per te, sorellina mia.”
Takehiko allungò una mano su quella di Nana, che gliela prese.
“Sai – proseguì lui – ero così preso dalla mia vita che, dal mio riavvicinamento a Kaoru, stava, finalmente, funzionando come avevo sognato, che non mi sono accorto che potevi aver bisogno di me. Eri diventata una signorina forte… Lo diceva anche lei… L'avevano visto tutti, anche per quanto avevi fatto per noi… per me e per lei… E, Nana, quando Kaoru è morta… – La voce di Takehiko fu rotta da un sussulto – mi è crollato il mondo addosso. Non sono andato a lavoro, non sono uscito, non mi sono lavato… per settimane...”
“Davvero?!? Io… non lo sapevo...”
“Quando hai risposto alla mia lettera in cui ti comunicavo la sua morte, ero sotto shock e non ho dato il giusto peso alle tue parole, al tuo dolore...”
“Ti avevo scritto che non ce l'avrei fatta a scriverti, per un po'… È come se ti avessi detto di non cercarmi, proprio quando potevi avere più bisogno di me… Sono stata un'egoista!”
“Mi avevi anche scritto che la morte di Kaoru era stata la goccia di troppo, per te… Che aveva riaperto le altre ferite e che non avresti più visto la vita come prima…
“Ed è stato proprio così. Per questo me ne sono andata...”
“Non ho dato abbastanza importanza alle tue parole, al tuo dolore…”
“Avevi già il tuo di grande dolore...”
Henmi sospirò, affaticato, poi riprese la parola.
“Quasi un anno dopo, un mio docente mi ha consigliato di andare ad un gruppo… un'associazione dove si riuniscono persone che hanno subito un lutto. Sono passati quattro anni dal primo incontro ed ancora ci vado, qualche volta.”
Nana teneva lo sguardo fisso sul fratello, sgomenta.
“Non… non avevo idea… Come ho potuto?! Ho pensato che tu non soffrissi quanto soffrivo io per…” Nana tacque, imbarazzata.
“Per Rei Asaka. Lo so. Mi ricordo bene le tue lettere, quel che mi hai scritto di lei ed anche Kaoru me ne ha parlato. Nanako… Sono stato devastato dalla morte di Kaoru, per anni. Per quattro anni, dalla sua morte, non ho frequentato nessuno, sentimentalmente parlando. Era impensabile! Ma, nel frattempo, è successa una cosa… Una cosa incredibile… Agli incontri, al secondo anno, è arrivata una ragazza, si chiama Gerta, è tedesca ed aveva perso il marito ed una gamba, per colpa di un camionista che, a causa di un colpo di sonno, li ha investiti alla fermata del tram. Il marito di Gerta discendeva da una famiglia di Kyoto e sai come si chiamava? Kaoru.”
Nana rimase completamente attonita.
“Gerta è stata la ragione per cui ho ripreso a sentirmi utile e vivo. Per tre anni siamo stati come fratelli… La accompagnavo alla riabilitazione e parlavamo e piangevamo i nostri Kaoru… Ci sembrava incredibile, quasi magica, questa comunanza… Un giorno, mi sono ritrovato a ridere e stare bene e baciare un'altra donna… ed ho sentito il cuore tornare caldo e vivo al solo pensarla… Non lo credevo possibile, eppure è successo... Ed ora… Gerta ed io aspettiamo un bambino che, femmina o maschio che sia, si chiamerà Kaoru e voglio, voglio, te lo ribadisco, voglio che tu faccia parte della sua vita!”
La dichiarazione finale di Henmi era esplosa come un sacchetto pieno di coriandoli.
Nana sentiva mille pensieri vorticare ed accavallarsi nella sua mente ma cercò di essere presente a se stessa e fece l'unica cosa che il suo cuore e le fibre sue tutte dicevano: scattò e si gettò al collo di Takehiko, abbracciandolo. “Come sono felice per te, fratello mio, sono tanto felice per te, caro fratello!”

Quella sera, a letto, pur essendo molto stanca, Nana continuava a rigirarsi, non riuscendo a dormire.*Ha sofferto tanto anche lui… E poi si è innamorato di nuovo… Ed anche lei amava una persona di nome Kaoru… Sono i fili della vita che si ritrovano… Sembra… così giusto…* Rifletteva.
Tastò il letto, vuoto, al suo fianco. Ebbe freddo. *L'inverno sta arrivando.*
Il suo pensiero andò a Fukiko. Al clima rigido che c'era anche la sera che l'aveva trovata, a terra, sotto casa di Saint Just. Pensò alla visione che era stata, la prima volta che l'aveva vista senza abiti. Pensò al suo profilo… Alla somiglianza con Saint Just.
*Io ho imparato a somigliarle per sentirla un po' più vicina; Fukiko, invece, è così diversa, eppure le somiglia, perché sono sorelle…*
Pensò alle cose spettacolari che con Lady Miya aveva vissuto, alla generosità che lei le aveva dimostrato ma, soprattutto, pensò a quel tempo indefinito che avevano passato abbracciate, al locale.
All'improvviso, l'immagine di Saint Just, seduta nel giardino del Seiran, sotto alla pioggia, fece capolino nella sua mente. Com'era disperata per l'ennesimo rifiuto di Lady Miya!
E quel bacio che Saint Just le diede..!
Nana sentì una fitta al cuore.
*Lady Miya presto si sposerà e tutto questo sarà solo un sogno assurdo…*
Si alzò, prese dalla valigia la bambolina e si rimise a letto, stringendola al petto.

In quegli attimi, nella sua stanza, sul suo grande letto, Fukiko era stesa stesa sulla schiena, immobile, a guardare il soffitto.
Non riusciva a dormire.
Si lisciò la camicia da notte di seta azzurra che le avvolgeva delicatamente il corpo; le sua mani scivolarono dalle scapole, al ventre… Sospirò.
Pensava ai giorni appena trascorsi, all'essersi divertita come non accadeva da tempo immemore; pensò alle risate fatte con Nana…
Fece scivolare una mano più in basso, verso il suo luogo più intimo ma un flash back della notte in cui era stata aggredita la fece trasalire.
Tremò.
Si coprì, portando il piumone fino al mento.
Chiuse gli occhi e cercò di scacciare quelle immagini dalla memoria.
*Se non fosse stato per Nana, quell'uomo non si sarebbe fermato. È arrivata proprio prima che lui… Nanako è capitata nel momento giusto. È la mia occasione perché le cose vadano bene. Nanako è la mia occasione per essere felice.* Si disse.

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Caro fratello / Vai alla pagina dell'autore: Miss_Moonlight