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Autore: Echocide    23/12/2017    2 recensioni
{Questa storia fa parte della Quantum Universe Saga}
25 capitoli in attesa del Natale.
25 momenti per i personaggi di Miraculous Heroes.
Genere: Generale, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Otherverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Quantum Universe'
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Titolo: Miraculous Christmas
Personaggi: Un po' tutti
Genere: slice of life, generale
Rating: G
Avvertimenti: oneshot, what if...?, raccolta
Wordcount: 1.212 (Fidipù)
Note: E con questo mi sono rimessa in pari con i capitoli di Miraculous Christmas e, da domani, si continua il consueto: un giorno, un capitolo. Allora, c'è da dire che il prompt di questo è un po' tirato, come la Sciarpa di Sarah in tutto il capitolo (e niente, c'è poco da dire, come mi ispirano a scrivere Sarah e Rafael...beh, ci sono solo Adrien e Marinette. Sarà per questo che presto inizierò una storia originale dove...oops. Non devo dire altro). Detto questo, come sempre vi ricordo, la pagina facebook per rimanere sempre aggiornati e ricevere piccole anteprime dei capitoli e dei miei scleri randomici e anche il gruppo facebook dedicato a Miraculous, gestito con kiaretta_scrittrice92. Per tutti gli altri miei account social vi rimando ai link nel profilo.
Infine vi ringrazio tantissimo tutti per il fatto che leggete, commentate e inserite le mie storie in una delle vostre liste.
Grazie mille!

 

Sarah si guardò attorno, osservando il mondo che la circondava mentre si sistemava meglio la sciarpa attorno al volto, sorridendo alla morbidezza della lana candida che le carezzava la pelle, e continuando a cercare di capire da che parte doveva andare: conosceva la zona e, nonostante qualche piccolo problema che ancora la rincorreva, riusciva a prendere la metropolitana senza troppi intoppi, tranne quando risaliva in superficie e doveva orientarsi.
Fece scattare la testa sia a destra che a sinistra, incerta su quale fosse la direzione giusta da prendere: «Rafael mi aveva accennato ai tuoi problemi di orientamento…» commentò l’uomo che stava risalendo le scale, fermandosi qualche gradino sotto a lei e sistemandosi meglio il berretto pesante, passandosi poi la mano sulla barba accennata: «Ma non pensavo che eri a questo livello.»
«Non ho problemi di orientamento, Alain» mormorò la ragazza, scuotendo il capo e affossando il volto mentre l’uomo la raggiungeva sull’ultimo gradino e le sorrideva: «Semplicemente non riesco mai a capire da che parte andare quando esco.»
«Questo si chiama avere problemi di orientamento» dichiarò Alain, passandole un braccio attorno alle spalle e voltandola verso destra, trascinandola al suo fianco lungo il marciapiede che divideva in due la strada ed era una fonte di verde per la zona: «E dire che dovresti esserci abituata, americana.»
«Beh, io…»
«Ah giusto. Tuo padre. Scusa, Sarah. Non ci pensavo» mormorò l’uomo, facendole scivolare la mano sulla testa e carezzandola con dolcezza: «Beh, posso dire che mi sento un uomo invidiato: sto camminando al fianco di una ragazza bellissima e giovanissima.»
Sarah sorrise, osservando il volto dell’uomo e scuotendo la testa: «Sto iniziando a capire da chi ha preso Rafael» mormorò, guardando avanti a sé e iniziando a notare edifici familiari: le tende rosse del locale adiacente a La Cigale risaltavano sotto la luce dei lampioni e il muro bianco del locale di Alain era già illuminato dai fari: «Non ha ereditato da Emile il suo charme, vero?»
«Beh, Emile è sempre stato capace di attrarre le donne con la sua intelligenza ma quello che sa fare Rafael…» Alain si portò la mano libera sul petto, battendoselo con fare orgoglioso: «Tutto merito mio. In fondo l’ho cresciuto io quel ragazzo e mi ero preoccupato, quando ho visto l’andazzo che stava prendendo…»
«Davvero?»
«Beh, aveva superato un po’ il limite.»
«Solo un po’?»
«Ehi, ha incontrato te e messo la testa a posto. Questo è quello che conta» dichiarò Alain, esortandola a girare verso sinistra e attraversare velocemente la strada: «Scherzi a parte, Sarah, sono contento che ti abbia incontrato: da quando sta con te è cambiato, è più tranquillo, rilassato. Poteva sembrarlo anche prima ma…»
«Non lo era, lo so» mormorò Sarah annuendo e superando velocemente la seconda parte dell’incrocio che la separava da La Cigale: ricordava perfettamente il ragazzo che aveva conosciuto quando era giunta lì a Parigi e alle volte sorrideva quando la sua mente riportava in vita gli avvertimenti di Adrien, che aveva cercato di metterla in guardia da quel tipo fissato con le donne, senza cuore e solo dedito a se stesso.
Rafael non era così: era dolce, gentile, leale e talmente pauroso di venire ferito da aver creato una barriera attorno a sé fatta di sarcasmo e indifferenza; quando aveva abbassato le sue difese per lei, facendola entrare nella sua vita, aveva compreso che non avrebbe mai potuto tradire ciò che lui aveva riposto nel loro rapporto.
Bei pensieri che si volatizzarono non appena sbirciò al di là delle porte di vetro del locale, osservando suddetto ragazzo alle prese con quelle che erano sue compagne di corso: «Posso ucciderlo?» domandò, voltandosi verso Alain e osservandolo prendersi la visiera del berretto e nascondersi al suo sguardo.
«Fiorellino, fai quello che vuoi: ti fornisco alibi e arma.»
Non era possibile che non poteva assentarsi un attimo che qualcuna si fiondava su di lui?
Che doveva fare? Usare la propria sciarpa come un guinzaglio o un collare?
Aprì la porta, notando subito lo sguardo di Rafael calamitarsi su di lei e un’ombra di sollievo comparirgli in volto, mentre si allontanava dagli artigli di… era Margot, quella? Ma non stava con uno del…
Sarah scosse il capo, cercando di non cominciare a pensare ai legami che intercorrevano fra il duo che era lì dentro e i ragazzi di tutta Parigi: Lila aveva un’espressione ben colorata per definirle e non voleva tirarla fuori.
«Ti aspettavo» Rafael le si avvicinò e prese i lembi della sciarpa, tirandola lievemente verso di lui e catturandole la bocca con la propria, invitandola quasi subito a schiudere le labbra e approfondire il bacio; Sarah gli regalò un piccolo morso sul labbro inferiore, allacciandogli le mani dietro al collo e sentendo le dita di Rafael infilarsi fra le maglie grosse della lana e sfiorarle appena la pelle mentre di sottofondo ascoltava Alain esortare le due signorine ad andarsene: «Non le reggevo più» mormorò Rafael, sfiorandole un’ultima volta le labbra con le proprie e allontanandosi un poco, continuando a tenere i lembi della sciarpa: «ho detto in ogni modo che eravamo chiusi e loro ‘ma siamo amiche di Sarah’.»
«Ma non è vero!»
«Lo so» borbottò Rafael, tirandola appena a sé e facendola voltare fra le sue braccia, stringendola da dietro e affondando il volto nelle pieghe della sciarpa: «Te l’ho detto che adoro questa sciarpa?»
«Ringrazia Marinette che me l’ha fatta.»
«Grazie Marinette per i pensieri che mi stai facendo avere in questo momento.»
«Con una sciarpa?»
«Rafael, ma il freddo ti risveglia? Cristo, mia moglie mi deve…»
«Alain, bloccati» bofonchiò Rafael, scuotendo il capo e spintonando Sarah verso il bancone, lasciandola poi libera di spogliarsi di giaccone e mantenendo la sciarpa: «Com’è andata oggi?»
«Ho trovato il videogioco per quel demente del mio amico» Sarah annuì orgogliosa, tirando fuori un piccolo sacchetto di plastica e mostrandolo orgogliosa al ragazzo: «E l’ho pagato anche meno di quello che pensavo! Adrien mi ha consigliato un negozio vicino a dove andavamo alle superiori e…» si fermò, afferrando il secondo acquisto e tirandolo fuori: «The transporter, la trilogia completa.»
«Cazzo sì!» esclamò il ragazzo, prendendole il cofanetto di mano e afferrando nuovamente un lembo della sciarpa per tirarla verso di sé e darle così un bacio veloce sulle labbra: «Sarah, ti amo. Sposami.»
«Ok.»
«Le chiedi di sposarti per questo?»
«E’ come se Monique ti comprasse uno di quei film che adori, Alain: quello dove di solito la scena si svolge in una stanza e…»
«Oooooh. Capisco.»
«A Monique non piacciono…»
«Perché a te sì, fiorellino?»
«Alain, non hai un locale da gestire, da mandare avanti, con cui fare soldi e non rompere a me? Vattene. E poi cos’è questa storia del fiorellino? Non dare nomignoli a Sarah!»
Sarah sorrise, osservando Alain alzare le mani verso l’alto e poi allontanarsi mentre lei si accomodava su uno degli sgabelli e osservava Rafael, divorare con gli occhi la confezione: «Guardiamo il primo stasera?» gli domandò, poggiando la testa contro la sua spalla e sorridendo: «In fondo, ti costringiamo sempre a vedere quello che piace a noi – intendo io, Flaffy e Mikko – questo giro siamo a tua completa disposizione.»
«Tu, io e la sciarpa?»
«Si può sapere che problemi hai con questa sciarpa?»
«Mi piace e stavo pensando…»
«Aspetta. No, meglio che non lo sappia.»
«Come vuoi.»

 

   
 
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