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Autore: Rinalamisteriosa    23/12/2017    0 recensioni
[The Infernal Devices]
Una raccolta di tre capitoli senza larghe pretese.
L'ultimo Natale dei piccoli Herondale e il primo senza Ella.
Il primo Natale di Tessa senza Will.
{Scritta per il concorso "Every Christmas is the Last Christmas" indetto da AleDic sul forum di EFP}
Genere: Malinconico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Cecily Herondale, Ella Herondale, Theresa Gray, William Herondale
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Natale, 1872 (364 parole)

 

 

Quella mattina invernale, Cecily Herondale si destò nell’udire la voce forte e chiara della sorella maggiore che svegliava il fratello.

Stropicciandosi gli occhietti chiari, la bambina scostò le coperte di lana, gattonò fino al bordo del letto, balzò giù e li raggiunse, non nascondendo una genuina meraviglia davanti al bellissimo paesaggio innevato fuori dalla finestra della camera di Will.

Impaziente, era stata la prima a coprirsi dalla testa ai piedi per uscire fuori e supplicò infantilmente Ella di fare presto con quelle sue trecce scure, ricevendo in cambio una risatina leggera e una battuta sul fatto che la neve non si sarebbe mica sciolta soltanto perché lei stava concedendo un minimo di tempo ai propri capelli.

L’aria che li investì una volta fuori era sì gelida e pungente, ma anche piacevole e rivitalizzante, ogni residuo di stanchezza svanì sostituito dall’euforica prospettiva di poter giocare tutti insieme con la neve.

Cecily si vantò di aver realizzato i due pupazzi di neve più belli, finché non avvertì una palla gelata colpirle in pieno la spalla destra e rispose al ghigno di suo fratello abbassandosi per ricambiare rapidamente il gesto.

Tuttavia, Ella la anticipò e centrò prima il fratellino, per poi mirare a lei.

I tre si divertirono moltissimo in questa improvvisata ed esaltante battaglia a colpi di neve, anche se Ella si mostrò più esperta e veloce di loro come in ogni cosa che faceva, che si trattasse di arrampicarsi sui rami più alti degli alberi o di vincere a nascondino.

Dopo che la vide dare una pacca sulle spalle a Will, Cecily, seppur avesse tenuto un adorabile broncio per la sconfitta subita, si fece contagiare dalle loro risate e pregò il fratello di portarla in spalla fin dentro casa.

«Come mai, Cecy? Non dirmi che ti sei sbucciata un ginocchio, perché c’è la neve e ciò è impossibile, avrebbe attutito ogni caduta!» la canzonò il ragazzino, e intanto si piegava per farla salire.

Cecily scosse la testa in segno di diniego e si aggrappò a lui, le guance ancora arrossate per l’euforia causata dai giochi e i ridenti occhioni azzurri.

«Gwilym, promettimi che giocheremo ancora. La prossima volta saremo noi a battere Ella!» esclamò, quando non erano a portata d’orecchi della maggiore, prima di pranzo.

 

 

 

 

 

Natale, 1873 (220 parole)

 

 

Cecily non era ancora abbastanza grande per capire gli avvenimenti sconvolgenti dell’ultimo periodo.

La mattina del dieci novembre ormai trascorso, si era svegliata e suo padre l’aveva tenuta lontana dalle camere dei due maggiori.

Aveva sentito distintamente le urla strazianti di dolore della madre provenire dalla stanza di Ella.

E nell’attimo in cui Cecily era riuscita a intravedere suo fratello, l’aveva visto pallido e terrorizzato come se lui avesse visto un fantasma, oppure un’anatra gigante. Suo padre si ostinava a dirle con voce spezzata che andava tutto bene, di non preoccuparsi, ma la bambina non capiva perché stesse mentendo, soltanto per tenerla buona?

Quella notte, Cecily si era assopita con il proposito di raggiungere, appena sveglia, il fratello e la sorella, stavolta nemmeno i suoi genitori l’avrebbero fermata!

Ma era troppo tardi: Will era fuggito mentre tutti dormivano ed Ella giaceva dentro una cassa sigillata, che più tardi Cecily avrebbe scoperto trattarsi di una triste bara.

Non vide più i suoi fratelli, non importava quanto la bambina piangesse o urlasse per la loro mancanza.

Quel Natale, i suoi genitori non se la sentirono di festeggiare.

Quel Natale, però, Cecily smise di versare le sue lacrime. Il tempo dei giochi era finito.

Era l’unica figlia rimasta a Linette ed Edmund Herondale, lei doveva essere forte per crescere, per sostenerli meglio in futuro e per riportare a casa il fratello perduto.

 

 

  
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