Parole: 493 secondo Utelio.

Fumo negli occhi

Tu e lui nudi sul letto ad ascoltare l'eco dei vostri pensieri.
Graffi sulle spalle, le cosce ancora tremanti ancorate alle sue.
Amore tossico.

Lo hai visto vagabondare per Diagon Alley e lo hai identificato subito: Remus Lupin, feccia, bestia, inumano. Aveva occhiaie profonde e capelli grigi, le rughe del volto formavano solchi dolenti sul suo viso, invecchiandolo.
La vita colpisce senza pietà.
Lui ti ha riconosciuto immediatamente, lo hai capito dalla smorfia che ha assunto: in fondo sei la moglie di Lucius Malfoy, la cugina di Ninfadora. Hai percepito la paura nelle sue gambe instabili. Ma non lo hai denunciato, aveva nello sguardo la tua stessa disperazione, vedevi le tue iridi riflesse nelle sue: anime perse senza una direzione, alla deriva su una barca dalla quale è impossibile salvarsi.

Siete vicini eppure distanti.
Morsi sui tuoi seni, le labbra gonfie posate sul suo petto.
Frenesia clandestina.

Hai incontrato i suoi occhi per la seconda volta in un mese: era appoggiato a un muro lontano dalla via principale. Lo hai osservato mentre le sue membra stanche si accasciavano sul suolo fangoso. È scoppiato a piangere con le mani sulla fronte, come a sorreggere pensieri troppo pesanti per un solo uomo.
La mente logora senza fretta, ma alla fine è letale.
Singhiozzava ignaro della tua presenza. Ti sei avvicinata lentamente, lo hai afferrato per la mano, gli hai sfiorato la guancia e infine hai unito la tua bocca alla sua. Le labbra di Remus erano screpolate, è stato come baciare la sabbia arida del deserto*: faceva male, ma era un antidoto, un caldo balsamo. E tu sentivi freddo da troppo tempo. Hai preso un altro bacio, e dopo un altro ancora. Le sue lacrime hanno lavato via un po' dello sporco che ti porti dentro da sempre. Donna ignorata. Moglie dimenticata. Madre impotente. E hai semplicemente lasciato che fosse**. Gli hai permesso di entrare nelle tue carni, nel tuo corpo… e nella tua anima.

Voi due abbracciati tra le lenzuola, abbandonati dalla vita, incompresi dall'universo. Lividi sui tuoi fianchi, ciglia bagnate a lenire la solitudine.
Passione proibita.

Avete fatto l'amore, ancora e ancora. Tu desideravi provare qualcosa, qualunque cosa. Lui voleva dimenticare tutto. Gli hai leccato i tagli inferti dalla Luna, impossibili da curare. Lui ha cercato di riempire quel vuoto al centro del tuo petto, ricoprendolo di urla e carezze, troppo grande e profondo, però, per essere colmato del tutto. Illusione transitoria della durata di un battito di cuore. Un uomo e una donna, due spiriti abbandonati che anche congiunti hanno continuato a essere soli. Avete interpretato il ruolo degli amanti per un periodo breve, ma infinito. Volevi essere salvata da te stessa, da quel veleno che ti riempie le vene, che pompa nel cuore e nutre i tessuti. Nettare nefando del corpo e dell'anima. Ma lui non poteva aiutarti: è stato condannato come te ad essere se stesso.

Siete due metà che unite non combaciano, siete lo stesso pezzo del puzzle.

“Narcissa… Ninfadora è incinta”.
“Lo so, Remus. Torna da lei. Noi siamo solo fumo negli occhi”.

*cit. dall'anime Toradora

**cit. Let it be