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Autore: PrincessintheNorth    24/12/2017    1 recensioni
Prequel di "Family"!
Nel regno del Nord, una principessa e Cavaliere dei Draghi, Katherine, farà conoscenza di Murtagh, il Cavaliere Rosso che si è autoimposto l'esilio ...
In Family abbiamo visto il compimento della loro storia e il loro lieto fine: ma cos'è successo prima?
"-Principessa, per l’amor del cielo … - prese a implorarmi Grasvard. – Spostatevi da lì … non vi rendete conto di chi è?
-È Murtagh figlio di Morzan, ex Cavaliere del Re Nero, erede del ducato di Dras-Leona. – ringhiai. – So benissimo chi è. So anche che è un essere umano come me e come te, a meno che tu non sia un elfo sotto mentite spoglie. È un essere umano ed è vivo per miracolo. Quindi, dato che come me e come te è carne e sangue, gli presteremo le cure che necessita. Sono stata chiara abbastanza?"
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Castigo, Eragon, Murtagh, Nuovo Personaggio, Un po' tutti | Coppie: Selena/Morzan
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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DEREK
 
 
 
- Secondo te come sta? – mormorò Miranda, sdraiata sul letto con le braccia incrociate sotto la testa.
Ormai erano tre mesi che Grasvard aveva preso Winterhaal, e tre mesi che, nonostante conducessimo la nostra solita vita, eravamo prigionieri.
Riuscivamo a trovare un po’ di felicità nella famiglia, ma anche questa, come i nostri ruoli, era monca.
- Bene, credo. – risposi.
Erano tre mesi che non vedevo i visi delle mie piccole, evitando di divinarle per non accrescere il senso di nostalgia e lontananza che provavo.
E per evitare che il presentimento che non ce l’avessero fatta a giungere sane e salve a Lionsgate non si avverasse.
Meglio continuare a sperare che stessero bene, a vederle nella mia immaginazione felici e al sicuro, protette da Murtagh. Lui e Katie avrebbero cresciuto le piccole, sarebbero stati ottimi genitori per loro.
Solo per un attimo, visualizzai il visino di Annabeth mentre mi faceva le smorfie; poi, quello di April mentre rideva; e infine, quello della mia Katherine nel momento in cui le avevo ridato la Marina, quello sguardo di felicità e confusione che le aveva pervaso gli occhi.
- Come fai ad esserne sicuro? – fece Alec, la voce scurita. Beh, si era incupito da quando non aveva più sua figlia tra le braccia. 
Potevo capire la sensazione di nostalgia, che sicuramente provava, ma sentivo che non c’era solo quello.
Sembrava arrabbiato con Katie. E sinceramente non capivo perché. In quel momento non sapevamo che Grasvard ci avrebbe liberati, rischiavamo di passare chissà quanto tempo nelle prigioni gelate del castello, Annabeth ed April sarebbero state le prime a morire.
Loro, che erano le più piccole, erano state le uniche che eravamo riusciti a salvare. Molto probabilmente, Sìgurd era riuscito a raggiungerle.
E poi, le piccole erano con Katherine, la adoravano e le obbedivano quasi più che alle loro madri. Lei avrebbe dato senza problemi la vita per dare loro anche la più pallida speranza di fuga e salvezza.
Cos’aveva da essere arrabbiato?
- Non lo sono. Ma lo spero.
- Non possiamo divinarle? – chiese Audrey. Ecco, lei non sembrava infuriata. Come me e Miranda, aveva solo nostalgia delle nanette.
- È un rischio. – risposi. – Quasi sicuramente Kate avrà imposto su sé stessa e le bambine incantesimi di schermo.
- Quasi sicuramente. – obiettò. – Non vuoi sapere se stanno bene?
Era l’unica cosa che volevo.
Rivederle davvero.
Vedere quanto fossero cresciute, vedere come stessero.
- Va bene. – decisi alla fine.
Se erano morte, era inutile continuare a sperare; se erano vive, avremmo tirato un sospiro di sollievo.
Perciò, presi uno specchio e cercai di riportare alla mente l’immagine più chiara che avessi di loro tre.
Immediatamente, la superficie dello specchio si increspò, mentre compariva un’immagine.
- APRIL SHEPHERD, PER TUTTI GLI DEI, SE LO FAI UN’ALTRA VOLTA TI GIURO CHE VAI DAVVERO A LETTO SENZA CENA!
A quell’urlo, non potemmo non scoppiare tutti a ridere.
Katherine era sana, viva e sicuramente lei.
La risata di una bambina risuonò nell’aria, seguita da una pernacchia.
La mia piccola April faceva le boccacce a sua sorella, che cercava di trattenere un sorriso divertito. Katie teneva Annabeth tra le braccia, che aveva una manina in bocca, probabilmente per i dentini che le stavano spuntando, e la testina bionda appoggiata alla spalla di sua zia.
Le bambine erano cresciute moltissimo, erano quasi irriconoscibili.
Tutte e tre avevano i capelli legati in una treccia che ricadeva su una spalla, ma mentre quelle delle bambine erano semplici, Katie aveva ornato la sua con delle piume bianche.
Sulla testa, aveva appoggiato il suo cappello nero, decorato da una lunga penna dello stesso colore.
E nel vedere quel capo d’abbigliamento, notai anche l’ambiente esterno dove si svolgeva la scena.
Erano su una nave. La Katherine, senz’ombra di dubbio, l’ammiraglia.
L’albero maestro sembrava un po’ danneggiato, probabilmente erano incappati in una tempesta, infatti c’erano dei carpentieri a ripararlo.
- Tata ma pecchè Aplil fa le facce buffe? – chiese Annabeth con quella sua vocina.
- Perché è un po’ … simpatica. – rispose Katie coccolandola.
April si buttò sdraiata sul ponte, iniziando a rotolarsi, e venne riacchiappata da Sìgurd.
Anche lui era cresciuto parecchio: si era irrobustito e probabilmente si era fatto più alto. Come Katherine, aveva un accenno di abbronzatura dovuta a mare: per ora, erano solo dei cenni rossi sulle guance, sul naso e sulla fronte, ma sapevo che quando li avrei rivisti avrebbero avuto il viso leggermente indorato. I capelli biondo cenere si erano allungati e li teneva a bada con varie trecce fermate da anelli metallici.
Katie invece non era cambiata molto d’aspetto, a parte il rossore sul viso, ma erano i suoi occhi a preoccuparmi: certo, si vedeva che era felice e che le piccole le illuminavano la vita, ma erano offuscati da un velo di dolore.
Probabilmente anche a lei mancava casa.
La mia piccola.
- Comandante! – la chiamarono, e si voltò in fretta.
- Cosa c’è?
- Una tempesta in avvicinamento! – fece Sìgurd, indicando verso Nord.
Una tempesta tremenda.
Miranda si portò le mani alla bocca, terrorizzata.
- Non ce la farà mai. – sussurrò.
- Ce la farà. – la calmai. – è Katherine. Sai anche tu cosa dice Thornton.
- Thornton potrebbe sbagliarsi …
- Thornton non si sbaglia. Katherine supererà quella tempesta.
Tuttavia, l’espressione sconvolta sul volto di nostra figlia parlava chiaro.
Anche lei temeva di non farcela.
- Oddio, Katie … - singhiozzò Audrey, sfiorando lo specchio.
In un attimo, Katherine scosse la testa, riacquisendo un’espressione tranquilla e determinata.
- Sìgurd, porta le bambine in cabina. – disse freddamente.
Lui annuì, prendendo le piccole per mano e accompagnandole verso il castello di poppa, dove si trovava la cabina di Katie.
Lei li seguì, fermandosi al timone.
- Smith, contatta i capitani delle altre navi, riferisci di dire a tutti i marinai di legarsi agli alberi, non vogliamo perdere nemmeno un uomo. – ordinò. – Siamo in una situazione estremamente problematica e ci occorre l’aiuto, il lavoro e la collaborazione di tutti. Non possiamo permetterci disertori, ragion per cui ad essi verrà assegnata la pena capitale.
- Comandante … - fece quello sconvolto, mentre io non riuscivo a credere a ciò che vedevo e sentivo.
Era lei mia figlia?
Era proprio Katherine?
- Vai.
- Sissignora. – mormorò alla fine, prendendo uno specchio magico per contattare i capitani.
Vidi Katie che fissava intensamente dritto di fronte a sé, consapevole di avere nelle sue mani la vita di migliaia di persone e di dover trovare un modo per proteggerle tutte.
Per almeno cinque minuti rimase immobile, fissando la tempesta alla quale andava incontro, mentre Sìgurd la guardava preoccupato.
- Molto bene. – disse infine. – Sìgurd, va a chiamare Smith e digli di aggiungere che adesso praticherò un incantesimo per aiutarci ad affrontare la tempesta. Lo legherò ad ogni persona presente sulle navi, l’energia che ognuno perderà sarà minima. Sarà comunque un’avventura estremamente pericolosa, bisognerà stare molto attenti e avere coraggio.
Sìgurd annuì, mentre lei chiudeva gli occhi e iniziava a recitare l’incantesimo.
 
 
 
 
 
Per giorni, rimanemmo incollati allo specchio, incapaci di distogliere lo sguardo da ciò che stava accadendo.
Per fortuna, Miranda e gli altri mi diedero un po’ della loro energia, o sarei morto nel tentativo di tenere attivo quell’incantesimo.
A noi si erano uniti Jasper e Alienor, commossi nell’aver rivisto il loro unico figlio e come fosse cresciuto.
Katherine non mollò mai il timone e la sua posizione di comando, riuscendo a infondere coraggio e sicurezza ai suoi marinai, oltre alla voglia di combattere e a sublimare il loro istinto di autoconservazione.
Ma ce la fece.
Affrontò con forza e coraggio dieci giorni di inferno, e non solo sopravvisse, ma con lei tutte le sue navi e uomini.
Quando vide l’arcobaleno che l’accoglieva alla fine della tempesta, le sfuggì una lacrima.
- Ottimo lavoro, Comandante. – si complimentò Sìgurd.
- Ottimo lavoro, Capitano. – rispose lei, e lo sguardo del cugino si sbarrò.
- Cosa?
- Hai dimostrato più coraggio della maggior parte dei capitani là fuori. Certe cose non devono passare inosservate. Quella nave. – indicò la Resolute, uno dei migliori vascelli della flotta. – è tua. La tua promozione a Capitano, e terzo in comando della Marina, è attiva con effetto immediato.
- Il mio bambino … - sussurrò Alienor commossa.
- Ormai è un uomo. – affermò Jasper pieno d’orgoglio.
I due si guardarono un attimo, e poi gli comparve a entrambi il sorrisetto che avevano fin da bambini.
Avevano smesso per un momento i panni dell’Ammiraglio e del Capitano.
E si strinsero in un abbraccio pieno di risate, a cui si unirono presto April e Annabeth, felicissime di rivedere il sole.
- Ma tata ma scusa. – fece April muovendo una manina in un modo buffissimo. – Ma quetta balchetta. – vidi Katherine fremere nel sentire la sua migliore nave, che tra l’altro portava il suo nome, venir chiamata barchetta. – Com’è che va?
- Allora. Innanzitutto si chiama veliero. – le spiegò sua sorella.
- Ma è una balchettina. – obiettò Annabeth, facendo ridere Audrey e Alec. – Piccolina.
- Questo veliero è lungo cinquanta metri e largo venti, è la migliore nave della flotta, non potete chiamarla barchettina! – protestò.
- Ma lo è. – la zittì April. – E com’è che fa ad andale sull’acquetta?
- È un mare, non un’acquetta …
- TATA!
Evidentemente, quelle due odiavano venir contrariate.
- IO MI BUTTO IN MARE! – protestò Katherine a quel punto., fingendosi tremendamente offesa. – IO NON POSSO TOLLERARE UNA SIMILE MANCANZA DI RISPETTO!
Quando voleva, sapeva essere davvero teatrale.
- Hai delle responsabilità! – le gridò dietro Sìgurd, ridendo a crepapelle. – Spiega alle bambine perché la barchettina piccolina va sull’acquetta!
- Tu, maledetto!
Katie lo colpì con un getto di magia blu sul sedere, e Sìgurd si portò le mani alla parte lesa, saltellando.
- STRONZA!
- Stlonza! – gridarono le bambine.
- STA ZITTO, IDIOTA, CHE POI IMPARANO E MI TOCCA STARE IN MARE PER TUTTA LA VITA PER EVITARE TUO ZIO E TUO CUGINO!
- Idiota! Idiota! – ripeterono le bambine ridendosela.
A quel punto, i due sospirarono.
- Basta. Resteremo in mare tutta la vita. – commentò Sìgurd. – Io, te e una nave.
- Sì, e poi? Due cuori e una capanna? – lo prese in giro.
- Due cuori e un albero maestro.
- Poi ci sposiamo e facciamo incesto.
Sìgurd annuì. – Sai che mi sa che siamo l’unica casa reale a non averlo mai fatto?
- Allora diventiamo i primi, così ci adeguiamo.
Se ne restarono zitti un po’, ma alla fine Katie scosse la testa., scoppiando a ridere.
- Ma in due manco un cervello facciamo, eh?
Sìgurd ridacchiò. – Neanche metà.
 Mia figlia stava bene, e con lei April, Annabeth e Sìgurd.
Avevamo rivisto la parte mancante della nostra famiglia, era stato come riaverla a casa.
- Stanno arrivando per noi. – sorrise Audrey, piena di speranze.
E dal sorriso di mia figlia, non appena riprese il timone, capii che era proprio ciò che stava facendo.
 
 
 <-------------->  < Ciao a tutti! Buona vigilia! Io ve lo dico: se per Natale mi arriva Murtagh, non pubblicherò più perché sarò troppo occupata a fare con lui ciò che di solito ci fa Katherine ahahah! > < Alla prossima!>  
 
 
 
   
 
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