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Autore: Moglyo    26/12/2017    0 recensioni
Una favola della buonanotte, un racconto di fantasia... Tutto mi sembrava fuorché la verità nascosta nelle piaghe di una fiaba.
Adrien e Mari, due ragazzi legati dal destino, separati dalle differenze, uniti in una leggenda.
Genere: Drammatico, Sentimentale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Gabriel Agreste, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug, Sabine Cheng, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo
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ATTENZIONE DA QUI IN POI LA STORIA SARÀ PIÙ VIOLENTA CON ANCHE PRESENZA DI SCENE ESPLICITE
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"Adrien... la tua gamba."

Sabine sbiancho vedendo la ferita aperta sul polpaccio sanguinante, sicuramente era doloroso camminare.
Il biondo guardò la sua gamba, non si era accorto che la crosta fosse venuta via nell'asciugarsi, non sapeva come rispondere a Sabine; voleva scusarsi per avergli sporcato gli asciugamani, voleva nascondere la ferita dire che era solo un graffio, ma non usci niente dalla sua bocca.

"Zia fallo rivestire, avrà sicuramente freddo "vestito" così, poi potrai controllare la ferita." Nathalien si prese coraggio, dimenticando l'urgenza impellente che aveva causato quella situazione, prese la mano di sua zia e la porto fuori, chiuse la porta e scappo nello sgabuzzino.

Dopo qualche minuto Adrien usci dal bagno vestito, si sentiva bene e comodo. Era da una vita che non indossava qualcosa di così morbido e caldo. Sabine gli aveva dato una tuta in paile un po' larga, ma calda e confortevole.

"Gra...grazie. Non dovevi disturbati tanto." Il ragazzo sulla soglia del salotto, con le guance e un colorito più normale, non si sentiva ancora a suo agio.
"Adri, vieni ti mostro un nuovo gioco" Nat lo trascino verso il televisore e accese il gioco, facendolo sedere di fianco a lui.
"...la gamba. Come ti sei fatto quella ferita?" Sabine prese il poco coraggio rimasto e glielo chiese.
Adrien abbassò lo sguardo, la paura si impadroniva di lui nei momenti peggiori.
Aprì la bocca per parlare ma la richiuse subito, mordendosi il labbro con i canini affilati facendolo sanguinare.
La donna si avvicinò a lui, inchinandosi alla sua altezza posando una mano sulla sua guancia accarezzandolo.
Il biondo iniziò a raccontare l'accaduto, tenendo sempre le orecchie e lo sguardo in basso.
Sabine ascolto in silenzio, capiva bene che era stata autodifesa, ma ora le importava solo curare quella ferita.
"Posso medicarla?" Chiese in tono serio.
Il biondo annuì, tirandosi su il pantalone mostrando la ferita.
Dal taglio uscivano sangue, pus, acqua e un odore maleodorante.
La signora Dupain andò a prendere garze e disinfettante, prendendo un respiro profondo iniziò a tamponare.
Adrien strinse i denti, si mordeva il labbro cercando di trattenersi dall'urlare. Il disinfettante bruciava come il fuoco e la pressione sulla ferita era un dolore indescrivibile.
Non si accorse neanche che la Sabine l'aveva fasciato e si era alzata, mentre Nat lo guardava con un po' di preucupazione.
"Tutto bene? Ti sanguina il labbro."

"S-si" ansimando per il dolore Adrien rispose e con la manica si puli il labbro.

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Mari era uscita con i suoi amici, voleva divertirsi e non pensare a niente. Era già passato un giorno da quando era uscita di casa per quella gita improvvisata. 
Kim la prese per i fianchi, seduto sul retro del furgone, posandola sul cavallo dei pantaloni. Inizio a baciarle il collo, mentre una mano si infilava nella maglietta, toccandole il seno, iniziando a massaggiarlo e strizzarlo. 
Mari sapeva bene cosa voleva il suo fidanzato, sesso. Il sesso era la cosa più importante per lui, le faceva pressioni di ogni tipo: a volte romantiche a volte un po' violente, e quella volta era abbastanza violenta.
Kim aveva bevuto sei o sette birre con Nino, poi quando erano passati a prendere lei ed Alya si erano scolati altre due bottiglie di vodka e altro.
La sua mente era annebbiata, si ma non abbastanza da non capire cosa voleva il suo amore.
Nino e Alya stavano amoreggiando sui sedili davanti, lei era sopra di lui o il contrario, Mari non riusciva bene a capire a causa del buio e dell'alcool, sentiva solo qualche risatina e qualche ansimazione o gemito dovuto al piacere sperava. 
Kim la teneva ancora stretta, il suo pene era ormai duro da un po' e la voglia di far Marinette sua era molto forte, forse più dell'alcool assunto quella sera. Strizzandole il seno un po' più forte del solito, la mora squitti di dolore, facendogli salire sangue e voglia.
Mari cercava di liberarsi dalla presa, non voleva certo passare la sua prima volta in un furgone con il suo amore ubriaco fradicio, sentendo la stretta farsi più serrata e la mano che prima gli torturava il seno ora si stava spostando in basso, arrivata alle sue mutande iniziò ad accarezarla.
"Kim...kim ti prego basta" ansimando per la stretta che le schiacciava lo stomaco. "Kim mi fai male, basta per favore." Marinette si sentiva in trappola, non gli piaceva quella situazione, le dita di Kim avevano iniziato a spostarsi dentro le sue mutandine, cercando di penetrarla provocandole fitte di dolore. 
Kim si fermò sentendo Marinette che iniziava a singhiozzare, aveva esagerato ma non gli importava lui voleva farla sua. Sciolse la presa sullo stomaco, tenendola stretta a un polso e portando il viso delicato della mora verso il suo. Con la mano libera gli prese il mento e la bacio con forza, la sua lingua s'infilo prepotentemente nella bocca della ragazza.
Marinette appena senti la presa sullo stomaco allentarsi cerco di allontanarsi dal suo ragazzo, quello che gli diceva spesso che l'amava, che non gli avrebbe fatto del male, che l'avrebbe rispettava, ma non fece in tempo che si senti il polso imprigionato. La stretta era forte e sicuramente gli avrebbe lasciato i lividi, poi venne tirata verso Kim, il suo alito puzzava di alcool da far star male, non potendo liberarsi accetto di baciarlo a suo malgrado. Odiava quando faceva il prepotente e ultimamente succedeva spesso.
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Il signor Fujiwara arrivò puntuale come sempre a casa Dupain.
Sabine lo saluto con un bacio e lo porto subito da Adrien, che stava imparando a giocare con Nat ai videogiochi.

Le orecchie del biondo si mossero  sentendo dei passi avvicinarsi di due persone distinte.
Sull'uscio della porta c'era Sabine e un signore anziano, con una lunga barba bianca, gli occhi assottigliati e una borsa nera in mano.
"Ciao mister Fu" saluto Nathalien il signore anziano con un caloroso abbraccio.
"Salve" il biondo saluto Fujiwara con un po' di freddezza. La coda di muoveva agitata, le orecchie allerta e gli occhi verdi assottigliati a sole due fessure.
"Buongiorno io sono Fujiwara, tu sei Adrien, come ti senti?" Chiese l'anziano, avvicinandosi al ragazzo che si ritrasse involontariamente. 
Posando la borsa a terra, l'anziano l'apri e tiro fuori uno stetoscopio. 
Alla di quello strumento medico, Adrien iniziò a ringhiare, mostrando i canini affilati e sfoderando le unghie, mettendosi davanti a Nat cercando di proteggerlo. 
Il biondo conosceva bene i vari strumenti medici, fin da piccolo suo padre? Il signor Agreste lo aveva portato da ogni medico o scienziato per capire perché fosse nato così.
Perché di quelle orecchie, di quella coda, di quegli artigli... Il perché fosse diverso. 
Era stato sottoposto a ogni test, analisi, esperimento o altro che veniva in mente a quelli.

Ai camici bianchi.

Adrien non voleva che quell'uomo, il signor Fu, facesse del male a Nathalien.
"Tranquillo, vedo nei tuoi occhi il  terrore puro, ma io non sono qui per farti del male" continuò l'anziano, avvicinandosi fino ad essere davanti al biondo che ansimava.
Passandogli una mano sulla fronte, Fujiwara constato che la febbre era ancora alta, poi posò gli occhi sulla gamba del ragazzo; una macchia rossa risaltava sui pantaloni.
"Adrien puoi fidarti, lui è uno di famiglia fagli vedere la ferita lui può guarirti." Cercando di tranquillizzarlo Sabine si avvicinò a lui.
Il biondo abbasso le difese, alzando poi i pantaloni al di sopra del bendaggio sporco.
"Nat lascia solo il signor Fu" chiese dolcemente Sabine, mentre il ragazzo con malinconia obbedi.
Il signor Fujiwara tolse delicatamente le bende, constatando che la ferita era veramente brutta, andò a prendere la borsa avvicinandola a sé.
Prese un barattolo tondo, dal colore nero e dall'odore di erbe.
"È un unguento per alleviare il dolore, ti messaggero sul taglio, sentirai bruciare ma cerca di resistere una volta prenetrato non sentirai più nulla" Fu spiegava tutto con calma, senza mai distogliere lo sguardo dagli occhi verdi felini che lo fissavano.
Inizio a massaggiare l'unguento sul polpaccio, Adrien tratteneva ogni singola nota di dolore che il massaggio gli procurava. Dopo pochi minuti il dolore iniziò a sciamare, e l'anziano chiese a Sabine degli stracci puliti. 
Fu iniziò a premere sul taglio, facendo uscire pus e sangue, maleodorante pus che fece storcere il naso fine del ragazzo.
"Quando te la sei fatta?" Chiese Fujiwara.

"...circa un mese fa..." sussuro Adrien.

"La ferita è infetta, ti farò un piccolo taglio, non sentirai male" prendendo un coltellino e incidendo appena sotto il taglio, il gonfiore diminuì e anche il colore della gamba migliorava molto. Poi Fu prese un altro barattolo con dentro una crema maleodorante, e la spalmo sui tagli, rifasciando il polpaccio.
"Se sarai fortunato non ti dovrò dare dei punti, quella é una crema molto efficace. Bene ora che abbiamo risolto il problema numero uno ti visitero per bene" concluse il signor Fujiwara.

Ad Adrien non piaceva mettere in mostra il petto, essendo pieno di cicatrici. Lo stetoscopio freddo sulla sua pelle bollente gli dava un po' di sollievo mentre ispirava ed espirava.
La febbre era scesa sui 38.5 C°, mentre il respiro era regolare. Fu tocco delicatamente le orecchie di Adrien, dalla punta all'attaccatura era tutto perfettamente armonioso, niente cicatrici o segni. 
"Ragazzo mio tu sei uno Chatnoir" affermò Fujiwara.

   
 
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