Fumetti/Cartoni europei > Miraculous Ladybug
Segui la storia  |       
Autore: Zamia    26/12/2017    6 recensioni
Pochi capitoli che raccontano un altro dei possibili modi in cui i nostri due eroi scoprono le reciproche identità e si confessano il reciproco amore. Gli avvenimenti avvengono dopo lo svolgimento delle puntate iniziali della seconda stagione per cui per chi non le ha viste c'è rischio di Spoiler.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug, Papillon
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Scoperta

 
E per essere se stessa intendeva esattamente essere se stessa...senza maschera!
L'akuma si avvicinava a Chat Noir e la sua azione fu repentina.  "Tikki trasformami!"
 
Un lampo di luce fece sobbalzare Chat Noir che alzò lo sguardo e si trovò di fronte Marinette.
Il piccolo kwami rosso si rifugiò nella borsetta della sua portatrice. Percepì all'istante la delicatezza del momento e capì che non era il caso di interferire in alcun modo.
 
Marinette non aveva il coraggio di guardare Chat Noir negli occhi ma aveva un buon alibi: controllare la farfalla scura che, come se fosse sbattuta contro un vetro senza avvedersene, arrivò vicinissima a lui e poi cambiò la sua rotta.
Marinette era riuscita nel suo intento. L’umore del suo amico era cambiato rapidamente.
 
Chat fissò Marinette per qualche istante e poi seguendo lo sguardo della sua amata vide l'akuma che tornava sui suoi passi. Tirò un sospiro di sollievo.
 
Lontano, un urlo di rabbia si sentì echeggiare nella grossa stanza scura. Un urlo di frustrazione più che altro, perché -  dannazione - il problema degli eroi è che sono troppo ...eroici!!! Era sfumata un'altra occasione di avere i miraculous della fortuna e della sfortuna. La migliore occasione che Papillon finora avesse immaginato.
 
Il gatto tornò a fissare Marinette e sorrise, e lei vide sul suo volto un sorriso che mai aveva visto sul viso del suo collega nè su quello del suo compagno di classe.
Era uno strano ghigno di soddisfazione che non tradiva alcuna sorpresa.
 
"Allora? Sono io la tua Marinette?" chiese imbarazzata la ragazza, col viso che le si imporporava di più ad ogni parola.
 
"Certo che sei tu!" le si avvicinò il gatto che nel frattempo si era sollevato in piedi e la guardava dall'alto della sua maggiore statura. “E anche tu sai chi sono, giusto?"
 
"Credo si di....di si credo...si credo di....uffa, si!" concluse infine Marinette portandosi una mano alla fronte.
 
La giovane era confusa e preoccupata.
Si domandava perché lui non fosse sobbalzato alla scoperta e perché ora si avvicinasse a lei così repentinamente.
In maniera automatica fece un passo indietro come a difendersi da qualcosa che potesse farle male.
 
"Perché vuoi allontanarmi? Ti giuro che ci metterò buona volontà per farmi amare da te. Sono disposto a cambiare, a essere come tu mi vorrai..." ma non finì la frase perché la mano della ragazza gli tappò il muso.
 
“Perché non ti trasformi?” biascicò, raccogliendo quel briciolo di coraggio che le era rimasto e continuando a guardarlo di sottecchi.
 
"Perché solo con questa maschera posso trovare il coraggio di dirti quello che voglio dirti, anche se tu non hai voglia di ascoltarlo né da me né da Adrien".
 
"Cosa ti fa pensare che io non voglia ascoltarti?" ebbe l'ardire di chiedergli Marinette, annegando questa volta col suo sguardo negli occhi felini dell'amico.
 
"Quello che mi hai detto prima. Il fatto che, nelle vesti di Ladybug, volevi in qualche modo mettere in cattiva luce Marinette ai miei occhi"
 
"Sono stata una stupida e mi dispiace per questo! Parlandoti male di Marinette, convincendoti che Ladybug fosse gelosa, ti ho confuso e perciò ti ho messo a rischio. L'akuma ti avrebbe trasformato in un mostro. Sono stata una bambina. Mi potrai perdonare? non volevo..” la ragazza parlò a raffica.
 
Chat Noir non le diede il tempo di terminare: “non ero confuso perché pensavo che Ladybug fosse gelosa, ero confuso perché Marinette parlava male di se stessa e sono convinto che l'unico motivo per cui tu possa aver detto quelle cose era perché, non solo non volevi le attenzioni di Chat ma neppure quelle di Adrien e cercavi così di allontanarmi da te. Se non è così, ti prego, dimmelo adesso!” il suo tono divenne mieloso.
 
“no, cioè si, cioè... non dirmi bugie! tu non potevi sapere che Ladybug era Marinette!”
 
“Non lo sapevo per certo ma, a dirti il vero, lo immaginavo già da un po' e più di tutto lo speravo...e dovevo pur trovare il modo di fartelo confessare senza costringerti...diciamo che avevo costruito un piano perfetto per fartelo ammettere ...”
 
“Maledetto gattaccio, vuol dire che tutto quello che hai detto era solo una messinscena per farmi svelare la mia identità? Ti rendi conto che hai messo a rischio tutti e due? Se Papillon si fosse impadronito dei nostri miraculous, come avremmo potuto più difendere la città?” Marinette cominciò a picchiargli con le mani sul petto con le lacrime che le rigavano il viso.
 
“Ma sei davvero una stupidina, allora!” le disse mettendole una mano tra i capelli “una adorabile ma stupida insettina...è tutto vero ciò che ti ho detto. L'unica cosa che non era prevista era l'akuma. Non avevo calcolato che tu, che Marinette, potesse rifiutarmi. Ero certo che anche tu provassi qualcosa per me, ma che fossi troppo timida e imbranata per confessarlo..ed io sono pur sempre un gattaccio presuntuoso, no? Come potevo sopportare che non mi amassi?
Se non ti fossi trasformata dandomi un segno così evidente di apertura, credo che avresti dovuto sfidarmi..”. Il gatto abbassò gli occhi, vergognandosi per quell’atto di superbia.
 
“Non avresti il coraggio di parlarmi così se non avessi la tua maschera da spaccone! È per questo che non vuoi trasformarti, vero?” Marinette era furiosa.
Senza la sua, di maschera, si sentiva esposta, nuda e incapace di controbattere al suo prendersi gioco di lei.
 
“Voglio che mi dici la verità, principessa! Provi qualcosa per questo gatto? Si o no?”
 
“Trasformati!” gli urlò “voglio guardarti negli occhi..quelli veri”.
 
“Comincerai a balbettare, lo so già!”
 
“Trasformati!!” ripeté, sempre più determinata ad affrontare una volta per tutte questa scomoda situazione.
 
Chat le diede un bacio sui capelli e fece due passi indietro.
“Plagg, trasformami!” lo sentì dire e in quella notte scura, quel bagliore verdastro le fece strizzare gli occhi. In un istante si trovò davanti in tutto il suo splendore il ragazzo di cui era innamorata e che, a voler essere precisi, le aveva appena confessato di amarla.
 
O quello era Chat e adesso Adrien si sarebbe rimangiato tutto: stava solo scherzando e adesso lui se ne sarebbe andato e non avrebbero mai avuto tre figli, un cane, un criceto...e lei adorava i criceti! Si, aveva ragione lui, adesso avrebbe cominciato a balbettare e blaterare cose senza senso e lui avrebbe solo pensato che lei era davvero ma davvero stupida e...
 
Adrien, per quei brevi istanti in cui lei era rimasta incantata a guardarlo trasformarsi con un'espressione stupita e impaurita sul viso, fu intento a infilarsi Plagg dentro la camicia chiedendogli, se per favore, almeno per il momento non gli imponesse di cacciare fuori il solito, puzzolente camembert.
Poi, quasi come se avesse letto nel pensiero di lei i dubbi e le paure, le si avvicinò di nuovo e le poggiò le mani sulle spalle scendendo col viso alla sua altezza.
Era il solo modo che conosceva per provare a tranquillizzarla.
 
“Allora, milady, ricambi o no i sentimenti di questo povero ragazzo che è anche lo stesso meraviglioso gatto di prima? Mi potrai amare per quello che sono?” e poi sollevandosi di nuovo, continuò, sorridendo: “Devi rispondere si o no, quindi, non c'è rischio che balbetti”.
 
Marinette gli si avvicinò di più, si alzò sulla punta dei piedi e lo baciò sulle labbra.
Lui, questa volta, era davvero sorpreso dall'ardire della sua bella e le rivolse uno sguardo interrogativo.

“Non volevo correre il rischio di balbettare” spiegò lei. “E si, sono pronta ad amare anche la parte più irritante di te, ma solo se la releghi alle tue trasformazioni.”
 
“Se pensi che io sia irritante aspetta di conoscere il mio kwami.” concluse Adrien mentre cercava di tenere a bada Plagg che faceva capolino dalla sua camicia per reclamare finalmente il suo meritato formaggio.

“Sciocchi ragazzini, vi siete accorti di che ora è? tornate a casa a dormire e datemi un maledetto pezzo di camembert.” decretò, infatti, Plagg con la sua voce stridula parlando ancora da sotto la camicia.
 
“Prendi il tuo pezzo di formaggio e preparati a trasformarmi” gli disse teneramente Adrien porgendogli la sua ricarica di energia, “devo accompagnare a casa la mia fidanzata!” proseguì, accorgendosi appena che a quelle parole le gote di Marinette erano andate in fiamme.
 
“Ma non può trasformarsi lei e portare a casa te?” urlò di nuovo il kwami dal suo cantuccio, con la bocca piena di cremoso formaggio.
 
“Sei davvero maleducato” intervenne a quel punto Tikki, sentendosi tirare in ballo, ma la sua vocina non era adirata, tradiva piuttosto una leggera soddisfazione per tutto ciò che stava succedendo.
 
“Ho capito” disse infine Marinette sicura che il suo kwami avesse già sbocconcellato un biscotto.
Lanciò uno sguardo ad Adrien e contemporaneamente chiesero ai loro kwami di trasformarli.
 
“Per stanotte torniamo a casa separatamente. E’ già molto tardi e abbiamo bisogno di dormire e riprenderci dalle emozioni di oggi. Dopo una bella dormita, domani saremo pronti a riorganizzare le nostre esistenze e ad affrontare tutte le difficoltà che verranno. Credo che Adrien potrà sopportare quella imbranata di Marinette e Ladybug ce la farà a tenere a bada quello spaccone di Chat. Che ne pensi? Io dico che ce la possiamo fare. Siamo pur sempre due supereroi...siamo Ladybug e Chat Noir, no?”
 
“Chat Noir e Ladybug, vorrai dire, milady!” puntualizzò il gatto dandole un colpetto sul naso con le dita. “Per questa volta ti accontento e si fa come dici tu! Ma se vuoi che andiamo d'accordo, qualche volta dovrai far finta di far comandare un po' anche me!”.
 
E dopo un cenno della testa e un occhiolino della coccinella e un bacio soffiato dal palmo della mano da parte del gatto, la notte li vide saltare via tra i palazzi della città più romantica del mondo, felici come non erano mai stati prima.

Angolo dell'autrice:
Siamo giunti al termine di questo breve ma, spero, intenso racconto. A me è piaciuto immaginare che i due protagonisti arrivino molto lentamente ad apprezzarsi davvero. Sono giovani e insicuri e questa lunga chiacchierata è servita loro per scoprire tutte le carte così da poter far luce sui loro sentimenti: gelosia, paura di affrontarsi, dubbi rispetto alle debolezze dell'altro. 
Ora, però, sono sicuri del loro reciproco amore anche se ancora titubanti nell'affrontarlo senza remore. Devono dormirci su!!
e così  possono dare spazio a noi per immaginare tanti altri possibili futuri....
fatemi sapere se questa conclusione vi ha soddifatto e grazie a tutti per avermi seguito fino alla fine!

 
   
 
Leggi le 6 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni europei > Miraculous Ladybug / Vai alla pagina dell'autore: Zamia