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Autore: HarleyHearts    26/12/2017    0 recensioni
Lyla ha sempre avuto una vita normale, come tante sue coetanee ventitreenni.
Viveva con la madre e la sorellina minore, in una piccola casetta a schiera a Washington, e divideva le sue giornate tra l’Università e i migliori amici Rebekka e Robert. Andava tutto bene nella sua quotidiana monotonia.
Almeno, era così prima di incontrare in ospedale il nuovo medico pediatra Ciel O’Konnor; 27 anni di pure bellezza canadese, e un passato traumatico alle spalle.
Da quel giorno, da quel lieve sfioramento di mani, tutto è cambiato drasticamente.
L’esistenza di un mondo che credeva impossibile, una guerra sanguinosa che durava da decenni, creature straordinarie... persino Alpha; tutte cose che travolgeranno la sua vita, come un fiume in piena.
Prima storia della serie “Diversi, Simili ed Uguali”
Genere: Romantico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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capitolo 37
Capitolo 37
I rimedi della nonna funzionano sempre



Rebekka si svegliò quel lunedì mattina con l'umore sotto gli stivaletti scamosciati.
La sua migliore amica era appena partita per andarsene in chissà quale cittadina sperduta canadese, mentre il suo migliore amico era ancora in ospedale.
Dover andare in Università così, sola come un cucciolo di cane abbandonato, non era proprio paradisiaco. Avrebbe di gran lunga preferito passare un week-end intero a riordinare le cianfrusaglie di sua nonna, in ordine alfabetico e cronologico.
A proposito della nonna, la bionda si ricordò che quello stesso pomeriggio sarebbe dovuta andare in negozio per darle una mano.
Molto probabilmente sarebbe finita davvero a riordinare gli articoli in negozio, seguendo qualche assurdo ordine per lei indicibile.
Con uno sbadiglio e una stiracchiata, si allungò verso la tastiera del letto per prendere il proprio telefonino. Doveva muoversi, se non voleva finire per arrivare in ritardo a lezione.


Uscì dall'Università verso l'ora di pranzo, con l'aria stravolta e un buco nero al posto dello stomaco.
A lezione era stato persino peggio di come aveva potuto immaginare. Non era riuscita a prendere nemmeno mezza riga d'appunti, ed aveva rischiato di addormentarsi un paio di volte. Era stata una lunga tortura.
Rebekka non sapeva nemmeno perché si fosse iscritta a quel corso di laurea; forse lo aveva fatto solo perché Lyla si era iscritta là, e aveva preferito seguirla.
A differenza dei suoi amici, lei non aveva ancora la minima idea di cosa fare nella sua vita, e alla sua età era visto come qualcosa di allucinante.
Eppure per lei era così.
Non aveva la più pallida idea di cosa fare in un futuro, e in segreto ne soffriva parecchio.
Aveva sempre invidiato Lyla e Rob, con le loro idee chiarissime sul futuro. Lei invece... sentiva come se le mancasse qualcosa. Come se non avesse nulla di speciale alla fine dei conti; e una vocina nella sua testa le sussurrava che era proprio così.

Presa la metro e una volta arrivata nella zona dove si trovava il negozio di sua nonna, la bionda texana si fermò in una tavola calda lì vicina per pranzare e studiare un po'.
Rebekka andava al Doris' Diner da quando aveva poco più di una decina d'anni, e la prima volta che vi era andata per mangiare se la ricordava ancora alla perfezione.
Lei e suo padre erano andati a mangiare in quel locale per festeggiare la prima vittoria della sua squadra di hockey femminile su prato.
Ripensare a quel giorno, la fece sorridere.
Lei e il suo vecchio avevano preso un double cheese-burger gigantesco, con patatine fritte inondate da un mare di salsa BBQ.
Quel giorno era entrata subito in simpatia alla vecchia proprietaria, la dolce signora Doris. Dell'anziana donna Beki conservava un bellissimo ricordo. Sempre sorridente e gentile con i clienti, era stata per lei quasi una terza nonna, che l'aveva accompagnata per buona parte della sua infanzia e adolescenza con buoni consigli e torte paradisiache.
Rebekka era più che certa che non potesse esistere al mondo un dolce migliore di quello che preparava la signora Doris. La sua crostata alle ciliegie era ancora leggenda nel quartiere.
Disgraziatamente, la dolce Doris era venuta a mancare a causa di un brutto male tre anni prima, lasciando nei cuori di chi aveva avuto il piacere di conoscerla un enorme vuoto.
Da allora aveva preso le redini del locale la figlia Emily, la quale lo gestiva con l'aiuto della moglie Valerie e del fratello Lucas.
Fu proprio quest'ultimo ad accoglierla, una volta entrata nel piccolo locale.
Lucas, oltre ad essere molto più piccolo di almeno una decina d'anni rispetto alla sorella, era un ragazzo incredibilmente timido che passava quasi tutto il suo tempo in cucina. Gli unici con cui era molto più spigliato erano i suoi famigliari e lei. Era raro trovarlo, come quel giorno, dietro al bancone.
- Ciao, Rebekka! - la salutò, aprendosi in un ampio sorriso, il ragazzo dai folti capelli castano chiaro - Come stai? -
- Uno straccio, Luke - sospirò lei, avvicinandosi al bancone con aria distrutta.
- Brutto periodo? -
La texana si portò entrambe le mani alla testa, per raccogliere in una crocchia disordinata i lunghi capelli mossi.
- Non puoi nemmeno immaginare quanto -
Beki si guardò un po' in giro alla ricerca del volto della sorella del castano, o della moglie di lei, ma non le vide da nessuna parte.
- Emily e Valerie? - domandò infine, saltando su uno degli sgabelli girevoli.
- Oggi non ci sono. Non la sai l'ultima? -
La bionda scosse la testa.
- Hanno deciso di adottare -
Lucas lo disse con un sorriso così grande che riuscì a trasmettere anche a lei tutta la sua immensa gioia.
- Oddio, Luke! È una notizia grandiosa! - esclamò al settimo cielo Rebekka - Sono così felice per loro. Era da tantissimo che ne parlavano -
Il castano annuì con la testa, passando uno straccio sul bancone pieno di briciole.
- Già - confermò - Fatico ancora a crederci, in verità. L'idea di diventare zio tra qualche mese è... indescrivibile! Non riesco a trovare parole concrete per spiegarti come mi sento -
Il suo tono però valeva più di mille parole, e riusciva a farle comprendere in buona parte l'immensa gioia che provava.
- Immagino. Te non viziare troppo quella povera creatura, sennò poi chi la sente Emily? - ridacchiò, appena.
- Ma se non la vizio io quella povera creatura, come farò poi a meritarmi il titolo di "Super zio di sempre"? -
Rebekka ridacchiò ancora.
- Punti in grande, noto -
- Ovvio - si pavoneggiò, causando ancora più ilarità.
Lucas si fermò un secondo per osservare la bionda davanti a lui, ridere leggera. Quando era entrata nel Diner, Rebekka aveva un umore a dir poco pessimo, mentre ora... sembrava stare decisamente meglio.
Preferiva di gran lunga vederla così solare ed allegra. La trovava... bellissima.
- Ti faccio preparare il solito? Il tuo doppio cheese-burger, con oceano di patatine fritte? -
La bella texana annuì, con energia - E non dimenticarti... -
- La salsa barbecue extra e la tua birra scura? Come potrei? - domandò, retorico.
- Sei il migliore, Luke - lo ringraziò, con un ampio sorriso.
- Come sempre -

Sgranocchiando le ultime patatine rimaste superstiti nel suo piatto, Rebekka si era messa a messaggiare con Rob e Lyla nel loro gruppo comune su Whatsapp.
La corvina e il resto della combriccola in viaggio non erano ancora arrivati a destinazione, nonostante stessero percorrendo una super strada per mostri. Lyla aveva scritto loro che, secondo le previsioni di Vieri, sarebbero arrivati a destinazione a sera.
La texana non riusciva a spiegarselo ma, ripensando a Chiappe di marmo, venne invasa da una sensazione di... familiarità. Era più che certa di averlo già visto da qualche parte; ma non ricordava nella maniera più assoluta dove o quando!
Quella situazione la stava facendo uscire di testa.
Avrebbe dato di tutto per avere anche solo mezza risposta, per poterci capire qualcosa in più.
Che fosse famoso?
D'altronde era il Beta di un branco di volpi abbastanza noto, da quanto aveva capito... magari aveva letto qualche articolo sulla sua persona, qualche tempo prima.
Certo, poteva essere.
Su riviste come Streghetta2000 e Monsterpolitan erano soliti fare articoli frivoli su mostri più o meno noti. Chiappe di marmo le sembrava abbastanza gnocco da meritarsi un trafiletto, a suo parere.
Sospirò afflitta, quando si rese contro di aver finito anche l'ultima patatina rimasta nel piatto.
Controllò rapida l'orario sullo schermo luminoso, e non riuscì a trattenersi dal fare un'espressione contrariata. Mancava poco e sarebbe dovuta andare al negozio.
Se avesse ritardato, anche solo di un minuto, sua nonna le avrebbe fatto una ramanzina infinta; ed era l'ultima delle sue intenzioni fare una cosa del genere.
Con un piccolo balzo scese dallo sgabello girevole, prese al volo giaccone e borsa, ed andò verso la cassa.
Lucas, dall'altra parte della tavola calda, si accorse del suo spostamento e si affrettò a raggiungerla.
- Te ne vai già? -
- Purtroppo sì - annuì, tirando fuori dalla borsa il proprio portafoglio - Mia nonna mi aspetta, e devo andare -
Il ragazzo parve dispiaciuto, ma rimase in silenzio, mentre batteva e stampava lo scontrino per la bionda. Non voleva mostrarsi così palesemente dispiaciuto; almeno non troppo.
Una volta pagato Rebekka ripose il portafoglio in borsa, e fece per andarsene.
Lucas si guardò in giro, indeciso sul cosa fare.
Una delle cameriere del locale, Jennifer, alzò gli occhi al cielo e gli fece segno d'agire.
- Ehi, Rebekka? - la chiamò, con un poco di timore.
Lei si girò nella sua destinazione.
- Sì, Luke? -
Tentennò.
- Buona giornata -
Beki si aprì in un ampio sorriso - Anche a te - ed uscì dal Diner, sotto lo sguardo triste dell'altro.
Jennifer si avvicinò al ragazzo, e gli diede una poderosa pacca sulla schiena.
- Sarà per la volta prossima, campione -

Anche se da fuori poteva sembrare minuscolo, il negozio della nonna della bella texana era enorme e custode di un mondo magico tutto suo.
Nonna Mariah poi era una donna... singolare. La classica vecchietta un po' fuori dalle righe, con un discutibile gusto nel vestire e una di quelle capigliature selvagge, ricche di treccine, perline e persino piume colorate alle volte; ma queste solo in occasioni speciali.
Una volta Rebekka l'aveva persino trovata con quello che, ad una rapida occhiata, era sembrato essere un nido di qualche uccellino molto piccolo. Non aveva fatto domande.
Ormai, con il passare degli anni, la nipote si era quasi abituata alle sue stramberie.
Più o meno.
Rebekka entrò dalla porta d'ingresso, e le sue narici vennero subito invase da un forte odore di infusi alle erbe.
- Le due e quarantasei... -
Nonna Mariah alzò appena gli occhi scuri come il carbone, dalla sua tazza fumante, per poter guardare meglio la bionda davanti a sé.
- Come mai così in anticipo? - domandò, con fare sospettoso.
Per sua nipote arrivare in orario era un miracolo del cielo, figurarsi in anticipo di pochi minuti... c'era qualcosa che non andava.
- Beh, oggi in Università abbiamo finito un po' prima, così... eccomi qui -
L'anziana donna prese un lungo sorso della sua tisana, ed appoggiò con delicatezza la tazza sul bancone in legno scuro.
Prese da lì sotto il bastone ricurvo, suo fedele compagno da una decina d'anni a quella parte, e lentamente fece il giro per raggiungere la ragazza.
- Cosa vuoi che faccia oggi? Devo riordinare_ Ahia! Nonna! -
La bionda si massaggiò fulminea il polpaccio offeso, dal colpo a tradimento dall'anziana.
- Qual è la prima regola? -
- Ma nonna... -
- La prima regola! - ordinò, severa, battendo il bastone a terra con enfasi.
La bella texana sospirò, sconfitta.
- Niente bugie -
- E tu, signorina cara, cosa hai appena fatto? - domandò ancora la donna, appoggiando entrambe le mani sul manico.
La texana mormorò delle parole incomprensibili ma, dopo un'occhiata di Mariah che ne valeva più di mille, dovette ripetere.
- Ti ho detto una bugia, nonna. Scusami -
Ottenuta la confessione che tanto bramava, la maga tornò alla sua precedente postazione.
- Ora... - iniziò, sedendosi ed appoggiando il bastone sotto il bancone - Vuoi spiegare alla tua nonnina che succede, stellina? -

- Che gli spiriti possano proteggere la tua amica e i suoi cari - mormorò la donna, mentre versava una seconda tazza d'infuso alla texana. Rebekka la ringraziò, e la tenne un po' tra le mani per riscaldarsi.
Le aveva raccontato tutto quello che le era successo nell'ultimo periodo, e sua nonna era stata molto comprensiva. Le aveva preparato qualcosa di caldo, e l'aveva ascoltata fino alla fine senza commentare. L'aveva lasciata libera di sfogarsi.
Sua nonna era al corrente della guerra con i lupi mannari molto meglio di meglio di lei.
Mariah si ricordava ancora quando venne annunciata, sulle testate dei giornali, la loro dichiarazione di guerra contro gli altri mostri-lupo, e tutti i loro sostenitori. I suoi figli erano poco più che adolescenti, e l'orrore che aveva provato alla notizia era stato indescrivibile.
Aveva pregato allungo affinché i propri cari non si trovassero mai invischiati in quella orribile vicenda. Ora avrebbe pregato anche per la cara amica di sua nipote.
Non poteva nemmeno immaginare cosa stesse passando quella povera ragazza, con la sua famiglia.
Per non parlare anche del loro amico Robert, umano ed attaccato da un lycan.
Doveva essere un periodo davvero molto duro, per tutti loro.
- Mi fa impazzire il fatto di non poter fare nulla per aiutarli -
Rebekka strinse con maggiore forza la tazza ancora calda.
- Mi sento... completamente inutile - mormorò, infine.
- E tu cosa vorresti fare, stellina? -
La bionda sgranò gli occhi, ed osservò a metà tra il confuso e lo sconvolto l'anziana donna.
- Voglio fare qualcosa, ma... - riabbassò lo sguardo sulla tazza - Non posso fare niente -
- Sciocchezze - la riprese la donna - Si può sempre fare qualcosa -
Rebekka non ci credeva molto. Ai suoi occhi, non poteva fare niente.
Era a malapena una maga e un mostro... avrebbe solo che finita per essere un peso in più.
Non avrebbe mica potuto aiutare Lyla con qualche impacco curativo o qualcosa del genere...
Per poco la bionda non fece rovesciare la bevanda calda, nella furia in cui balzò in piedi.
Lyla non di certo, ma Robert sì!
Bevve un lungo sorso di tisana, incurante della temperatura, e corse verso il retro del negozio.
- Nonna? Sai dove_ -
- Terzo scaffale a destra - rispose Mariah con tempismo, e nascondendo il piccolo sorriso che le spuntò fuori nella tazza di ceramica.
- Grazie, nonnina! -
Quella ragazza era tutta sua nonna.

Robert si rigirò con fare annoiato, tra le lenzuola del suo lettino d'ospedale.
Faceva ancora molta fatica a muoversi come prima, ma molto lentamente stava iniziando a migliorare. Almeno ora riusciva a girarsi sul fianco sano, senza imprecazioni eccessive. Era già una conquista per lui.
Le ore lì dentro sembravano non passare mai, e questo lo faceva deprimere ancora di più.
Lui era uno di quei tipi che odiava stare rinchiuso per troppo tempo in un posto; aveva bisogno di uscire, anche solo per mezz'oretta.
Si sentiva come un canarino in gabbia, che poteva solo lamentarsi della sua situazione, senza poter fare un gran che per cambiarla.
Non c'era nemmeno il wi-fi in quello schifo di posto. Un poveretto come lui che doveva fare per passare il tempo? Fissare il muro?
Lui si era bello che stancato di fissare quello stupido ammasso di materiale edile.
Sbuffando, allungò una mano verso il comodino ed afferrò il telefonino. Rispose ad un messaggio da parte di Alberich, con non poca agitazione. Aveva il terrore di aver fatto una cazzata con lui, e poi non si erano lasciati benissimo l'ultima volta.
Non avrebbe dovuto lasciarlo andar via così. Avrebbero dovuto chiarire bene prima, e ora... sentiva la sua mancanza.
Faceva strano ammetterlo.
Alberich gli mancava.
Gli mancava lui, la sua presenza e il loro solito battibeccare.
Gonfiò le guance, indeciso sul da farsi. Un messaggio non gli bastava, doveva chiamarlo.
Forse però era impegnato; con qualche roba da lupi, o che ne sapeva lui. Non sapeva nemmeno se le cose da lupi fossero diverse dalle sue, alla fine dei conti. Era tutto così assurdo.
Si passò una mano sul viso, e sgonfiò le guance. Era riuscito ad accumulare una serie di eventi allucinanti, in pochissimo tempo.
Era stato attaccato e quasi ucciso da un lupo mannaro.
Assurdo.
Aveva rischiato di diventare a sua volta un lupo mannaro.
Ancora più assurdo.
Era poi stato salvato dal suo ragazzo, che aveva scoperto essere un uomo-lupo.
Assurdamente assurdo.
Aveva scoperto poi che anche le sue migliori amiche erano delle creature sovrannaturali.
Assurdo non bastava per dare l'idea.
E come ciliegina sulla torta a strati con doppia panna, era venuto a conoscenza di una leggendaria e terribile guerra, tra mostri buoni e lupi mannari.
Una roba assurdamente da film.
A ripeterselo nella testa, si sentiva un completo imbecille. In tutto quel quadretto fantasy, lui stonava parecchio. Non c'entrava quasi per niente, ed era strano.
Non sapeva come sentirsi all'esattezza. Sembrava essere certo solo su una cosa: sul fatto che gli mancasse da morire Alberich. Solo su questo.
Basta! Doveva smetterla, e prendere una posizione.
Come dice sua sorella Rie: "Con i se e con i ma, non si va da nessuna parte".
Per questo prese un bel respiro, gonfiò il petto e chiamò Alberich.




Angolo della mente malata:
Buon salve, volpini belli.
Come state? Io un po' abbacchiata, a causa del mio dolcissimo karma di merda che è tornato a farmi visita, ma si tira avanti.
Adesso... tutti i miei gloriosi propositi di far uscire a Natale lo speciale di one-shot a tema, di cui ben tre erano dedicate alle famose coppie di questa storia, vacilla non poco.
Se riesco settimana prossima uscirà la prima, dedicata a Rob ed Alb, e nei gironi successi cercherò di far uscire le altre.
Se vi interessa saperlo, saranno in tutto 7 one-shot. La prima dedicata, come già detto, a Rob ed Alberich, la seconda a Vieri e Bekka e la terza a Lyla e Ciel. Le ultime quattro sono invece dedicate alle coppie principali di "My Little Mermaid" "My Little Crazy Bunny" e "My Little Wolf" (quest'ultima in particolare ancora inedita).
Per chi ancora non lo sapesse, la serie di Diversi è una sotto-serie di una molto più grande, aka "My Little Love".
La vecchia versione di MLM non è più online su Watty, perché ho deciso di riscriverla completamente, ma se siete curiosi c'è ancora su EFP (io vi sconsiglio di cuore di andare a leggerla, se proprio volete è online). Mentre della versione nuova ci sono solo 4 capitoli per ora, e due di "My Little Crazy Bunny". Ve lo dico tutto questo perché la società di mostri è spiegata meglio all'interno di queste due storie, mentre qui le spiegazioni vere e proprie verrano più avanti.
Così... se siete curiosi, potete andare a dare un'occhiata :3
Io vi auguro già adesso un BUON NATALE gigantesco (perché ho imparato che nella vita non si sa mai) e vi saluto rapidissima
Ciau
-Harl


   
 
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