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Autore: UnGattoNelCappello    26/12/2017    0 recensioni
Kei realizza durante il suo secondo anno di liceo che probabilmente è innamorato di Yamaguchi da quando ha dieci anni. Per quanto incapace possa essere a gestire la situazione, Kei prega almeno di non esserlo tanto quanto Hinata e Kageyama. Ma a quanto pare, è proprio così. *TRADUZIONE*
Genere: Angst, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Kei Tsukishima, Shouyou Hinata, Tadashi Yamaguchi, Tobio Kageyama
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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N/A: Piccola nota: i sogni saranno sempre in corsivo! Non cercherò mai di ingannarvi in quel modo lol.
 
 
 
 
Capitolo 4

Palla da demolizione


 

Kei fa fede alla sua promessa di far comprare a Hinata dei panini per lui e Yamaguchi una sera dopo gli allenamenti. Sembra che debba iniziare a piovere da un momento all’altro, dei turbinii di nuvole grigie volteggiano sopra i ragazzi seduti su una panchina del parco. Hinata divora la maggior parte del suo cibo in pochi minuti e Yamaguchi dà dei piccoli morsi per goderselo più a lungo. Kei spizzica il suo ogni tanto.

“Non dovevi farlo per forza, sai,” insiste Yamaguchi.

“Sì che doveva.”

“Vi dovevo un favore,” replica Hinata con un gesto del polso. “Io, ehm, sarebbe stato imbarazzante. Se loro, uhm, l’avessero…”

“Lo capisco,” annuisce Yamaguchi.

“Io no, in realtà. Davvero non vuoi che gli altri lo sappiano?” chiede distrattamente Kei. “La maggior parte di loro se lo aspetta.”

Hinata mette in bocca l’ultimo pezzo di panino e mastica con aria pensosa.

Ingoia e dice, “Non c’è proprio molto da dire. Non stiamo, tipo…”

“Insieme? Uscendo?” offre Yamaguchi.

Hinata annuisce e si pulisce la bocca con il dorso della mano, ignorando il fazzoletto che Kei cerca di porgergli. Il cielo tuona e i tre guardano in alto con aria sospettosa.

Yamaguchi chiede, “Vi siete solo baciati?”

“Se avete fatto qualcos’altro, per favore tienilo per te.”

“Tsukki!”

“Tsukishima! Sì. Solo un bacio.” Hinata arrossisce intensamente. “Uno di numero. Ed è stato del tutto per sbaglio.”

Kei si chiede come sia possibile, ma non insiste. Alle persone capita spesso di baciare qualcuno per sbaglio? Kei non è neanche sicuro di come ci si possa trovare a baciare qualcuno di proposito. Guarda Yamaguchi mentre con la lingua toglie una briciola dal suo labbro inferiore.

“Mi fa strano parlarne,” borbotta Hinata.

“Scusa. Non devi farlo. Non avrei dovuto chiederlo.”

“Te l’avrei detto per messaggio,” dice Hinata a Yamaguchi, “ma era troppo strano anche solo scriverlo.”

Hinata si copre il viso con le mani ed emette in gemito, passandole poi fra i capelli. Dei ciuffi arancioni gli spuntano tra le dita. Yamaguchi gli dà dei colpetti sulla schiena quando Hinata si accascia disperato.

“Shouyou, andrà tutto bene!” gli promette Yamaguchi.

“Finirà bene,” concorda Kei.

“Non deve cambiare niente se non vuoi.”

Kei socchiude gli occhi alle parole di Yamaguchi. Sente lo stomaco annodarsi. Di certo, questo non può essere vero. Yamaguchi lo crede davvero? Un bacio accade solo se qualcuno vuole che accada. Come fai a tornare a essere solo amici, si chiede Kei, quando finalmente scopri il sapore delle labbra di qualcuno, di come ti fa sentire?

“Come ricostruisci un argine che hai volutamente distrutto?”

“Eh?”

“…Tsukki?”

Kei si spinge su gli occhiali sul naso cercando di sembrare disinvolto. Yamaguchi posa la sua mano accanto a sé sulla panchina. È così vicino che il suo mignolo sfiora appena la coscia di Kei.

“Si può fare?” replica Hinata.

È quello che ti ho chiesto, pensa irritato Kei.

Piano, Hinata chiede, “E se non voglio ricostruirlo?”

Lui e Yamaguchi si girano verso Kei guardandolo con occhi grandi come se lui avesse la risposta. Kei al momento si sente tanto perso quanto Hinata. Distoglie lo sguardo dalle loro espressioni piene di aspettativa. Si alza il vento e Kei guarda i fili d’erba danzare intorno ai loro piedi.

“Allora cerchi di galleggiare,” mormora.

Una grossa goccia d’acqua gli cade sugli occhiali.

“Mi sono perso,” confessa Hinata dopo un minuto.

“Tsukki vuole dire che da quel momento puoi solo andare avanti.”

“Avanti,” ripete il rosso.

Kei sventola la mano in modo noncurante. La goccia di pioggia cade giù e gli atterra sulla guancia. Scivolando gli lascia una striscia fredda sulla pelle.

“Interpretalo come vuoi,” dice.

 

_______

 

da: Hinata S

oggetto: !

grazie per il consiglio di oggi cacchishima!!

 

a: Hinata S

oggetto: Re:!

Non dirlo se non ha davvero aiutato

 

da: Hinata S

oggetto: Re:!

ma ha aiutato!! o lo farà, intendo! dovresti fare lo psicologo!!! penso che sia stato utile anche a yama!

 

a: Hinata S

oggetto: Re:!

Probabilmente. Lui è molto più intelligente di te

 

da: Hinata S

oggetto: Re:!

e molto più GENTILE di TE >:[

 

da: Hinata S

oggetto: Re:!

non c’è da stupirsi che lui sia stato baciato e tu no

 

a: Hinata S

oggetto: Re:!

Chiudi la bocca

 

da: Hinata S

oggetto: Re:!

quando me l’ha detto al campo estivo ero sicurissimo che anche tu avessi dato il tuo primo bacio!!

 

a: Hinata S

oggetto: Re:!

Ok, non c’è bisogno che ne parliamo

 

a: Hinata S

oggetto: Re:!

Aspetta. Te l’aveva detto?

 

da: Hinata S

oggetto: Re:!

merda………….. sì

 

a: Hinata S

oggetto: Re:!

Perché ‘merda’?

 

da: Hinata S

oggetto: Re:!

beh mi aveva detto di non dirtelo perché pensava che ti saresti arrabbiato o una cosa così non lo so

 

a: Hinata S

oggetto: Re:!

Arrabbiato? Perché sarei dovuto arrabbiarmi?

 

a: Hinata S

oggetto: Re:!

Hinata?

 

a: Hinata S

oggetto: Re:!

Ci sei??

 

_______

 

Kei inizia involontariamente a notare ogni interazione che ha Yamaguchi con le ragazze della loro classe o in giardino a pranzo. Osserva Yamaguchi anche quando parla con Yachi. Stringe le labbra e le sue mani si chiudono a pugno senza che lui se ne accorga. Kei non vuole guardare – davvero, non vuole – e dovrebbe invece concentrarsi a ricevere la palla nei suoi allenamenti con Tanaka o ricopiare i suoi appunti o fare qualsiasi altra cosa, cose più importanti. Ma non riesce ad evitarlo.

Quando una ragazza alta e bionda della loro classe chiede a Yamaguchi i suoi appunti per un giorno in cui stava male, Kei si chiede all’improvviso se Yamaguchi la trovi attraente. Si chiede se Yamaguchi voglia baciarla. Perché a quanto pare questa è una cosa in cui Yamaguchi è interessato: baciare ragazze.

Se Yamaguchi vuole baciare delle ragazze, sicuramente non vuole baciare Kei.

Perché Kei non sapeva di questo interesse per le ragazze che Yamaguchi apparentemente ha? D’accordo, non parlano molto di relazioni o di sesso. L’argomento non esce mai. Quello che esce sono film e cibo e informazioni a caso su creature preistoriche che Kei ha imparato da un libro preso in prestito o quali Pokémon Yamaguchi vuole allenare nel suo nuovo gioco. Si chiede distrattamente di che cosa stessero parlando Hinata e Kageyama prima di baciarsi, visto che non erano delle confessioni. Era qualcosa di altrettanto innocente come le cose di cui parlano lui e Yamaguchi?

Come ricostruisci un argine che hai volutamente distrutto?

Kei ha un disperato bisogno di smetterla di pensare a queste cose; cose come la preferenza di Yamaguchi per le ragazze, le labbra rosa di Yamaguchi muoversi su quelle di qualcun altro, e specialmente deve smettere di pensare a quelle stesse labbra muoversi sulle sue. È inutile pensare a delle situazioni che non accadranno mai. È una perdita di tempo, e Kei odia sprecare il suo tempo.

Non distruggerà l’unica vera amicizia che abbia mai avuto chiedendo di più senza essere in grado di dare di più. Kei semplicemente non è destinato a stare con Yamaguchi perché sa che sarà tutta colpa sua quando finirà: il loro amore, la loro relazione e, conseguentemente, l’unica amicizia che abbia mai significato qualcosa per lui. Se vuole tenere Yamaguchi al suo fianco, Yamaguchi non potrà mai essergli più vicino del suo fianco. Yamaguchi dovrebbe innamorarsi di quella ragazza in montagna. Dovrebbe innamorarsi di Yachi o di una delle ragazze nella loro classe.

Così che quando quell’amore finirà, Kei potrà fare la parte dell’amico di una vita, pronto a rimetterlo in piedi quando cade. Kei deve essere delle solide fondamenta.

Ma è una cosa molto difficile da fare quando tutto ciò che Kei vuole essere è una palla da demolizione.

 

________

 

“Kageyama-san! Mi alzi la palla?”

Yushin saltella su due piedi e scuote le braccia. Hinata è visibilmente agitato. Yamaguchi lo guarda con un’espressione addolorata sul viso prima di lanciare occhiate furtive tra loro tre.

“Penso che dobbiamo sistemare adesso,” dice Hinata. “Giusto, Ennoshita-san?”

Ennoshita li guarda dalle porte della palestra dove sta parlando con Kinoshita.

“Non mi importa se rimanete più tardi, basta che ripulite e chiudete tutto quando avete finito.”

“Fantastico!” gioisce Yushin. “Che ne dici, Kageyama-san?”

“D’accordo.”

“Rimango anch’io,” decide Hinata, lasciando cadere la sua borsa sul pavimento della palestra.

“Ti ho alzato tutto il giorno, stupido.”

“E allora? Sei stanco?” lo stuzzica Hinata.

“No! Potrei fare altre cinquanta alzate!”

“La considero una promessa,” risponde Yushin con un occhiolino.

Accanto a lui, Yamaguchi soffoca con l’acqua che sta bevendo. Quello era chiaramente un flirt; Kageyama è davvero stupido come Kei afferma. Yamaguchi è tentato di rimanere anche lui ma lo segue quando Kei insiste con uno sbadiglio che va via per andare a dormire. Kei non riesce a decidere se si sente in colpa per averlo trascinato via o grato per poter tornare a casa insieme a lui. Le loro camminate sono sempre così facili e Kei è abituato a finire le giornate in quel modo.

“Spero che Hinata sappia che non ha bisogno di rimanere,” si preoccupa Yamaguchi.

“Non lo so.”

“Hm?”

“Penso che il fatto che Kageyama abbia accettato di fare delle alzate extra per quel ragazzino sia per Hinata l’equivalente di limonare con lui in mezzo alla palestra.”

“Forse hai ragione. Vuoi un leccalecca?” chiede Yamaguchi mentre passano davanti il negozio.

“Sono troppo stanco anche per vivere,” si lamenta Kei.

“Neanche se ne hanno uno alla fragola?”

Kei emette un suono evasivo.

“Pago io, Tsukki!”

“Perché non mi hai detto che avevi baciato qualcuno?” butta fuori Kei tutto d’un fiato.

Quella domanda rigirava nella sua testa da giorni, fin dal messaggio di Hinata. Avrebbe voluto chiederlo con più tatto – in realtà non aveva neanche deciso se chiederlo o no – ma è adesso è troppo tardi. Yamaguchi si ferma un momento e poi deve accelerare il passo per tornare accanto a Kei.

“È solo che non pensavo ti sarebbe importato.”

“Perché non dovrebbe importarmi?”

“Beh, perché dovrebbe?”

“Non lo so.”

“Okay.”

Tra di loro si è formata una strana atmosfera. Kei vorrebbe rimangiarsi la domanda. Un rossore ritardatario gli colora le guance, lo sente bruciare sulla sua pelle fredda. Yamaguchi è arrossito in modo simile.

“Te me l’avresti detto?”

“Cosa?” chiede Kei, preso di sorpresa.

“Me l’avresti detto,” Yamaguchi fa una pausa. “…Se avessi baciato qualcuno?”

“Non bacerei nessuno.”

“Bel modo di evitare la domanda, Tsukki.”

Kei è piuttosto turbato dal fatto che non riesca a pensare a neanche una situazione in cui quel bacio non sia con Yamaguchi Tadashi. Per quanto ci provi, non gli viene in mente niente. Setaccia la sua mente alla ricerca di una risposta da dare. Alla fine vince l’onestà.

“Non la stavo evitando.”

Yamaguchi aggrotta le sopracciglia, osservando Kei in modo scettico. Kei tiene gli occhi di fronte a sé.

“Quindi tu non…”

“Io non cosa?”

“Non pensi mai a quelle cose? Baciare?”

Passa un lungo momento.

“Non direi proprio così.”

“Oh. Capito.”

Yamaguchi ridacchia e spezza la tensione che si era creata tra di loro. Kei finalmente si gira verso di lui e trova che Yamaguchi lo sta già guardando. Dove il rossore è sbiadito dalle guance di Kei, è ancora di un rosa fiammante sotto le lentiggini di Yamaguchi. I suoi capelli marroni lo nascondono alla vista di Kei quando il vento cambia direzione.

“Uhm, Tsukki.”

“Che c’è?”

“Ci pensi… spesso?”

“A baciare?” chiede Kei rendendosi conto che fa decisamente troppo freddo perché lui senta così caldo.

“Sì, baciare. E altre cose, insomma.”

“Oh.” Altre cose. “A volte. Non così spesso come altri ragazzi, credo.”

“Oh,” lo imita Yamaguchi prima di rimanere in silenzio.

Non te la caverai così facilmente, pensa Kei.

“E te? Ci pensi spesso?”

“Sì,” risponde lui timidamente, “abbastanza.”

La stanchezza di Kei si dissipa all’istante. Yamaguchi cambia con eleganza il discorso sulle performance agli allentamenti dei ragazzi del primo. Kei vorrebbe quasi aver accettato il leccalecca per avere qualcosa con cui distrarsi.

Si sente ancora fuori fase dopo aver salutato Yamaguchi e essere arrivato a casa sua. Non lo aiuterà chiedersi a che cosa pensi esattamente Yamaguchi quando si tratta di baciare qualcuno (e altre cose), così Kei cerca di non farlo. Infatti, Kei fa tutto ciò che può evitare di pensarci. La squadra ha una partita tra poco; dovrebbe pensare a quello.

 

_________

 

a: Tadashi★

oggetto: —

Andiamo al centro commerciale domani mattina? Mi serve del nastro sportivo

 

da: Tadashi★

oggetto: Re: —

certo tsukki ora guardo gli orari del treno !!

 

da: Tadashi★

oggetto: Re: —

chiedo se vogliono venire anche kageyama e hinata?? hinata diceva che gli servivano dei lacci per le scarpe mi sa

 

a: Tadashi★

oggetto: Re: —

Come ti pare. Se vuoi

 

da: Tadashi★

oggetto: Re: —

classico tsukki…… :> glielo chiedo stasera dopo gli allenamenti

 

a: Tadashi★

oggetto: Re: —

Ok. Sto venendo da te

 

a: Tadashi★

oggetto: Re: —

Sta cominciando a piovere quindi attento a non scivolare mentre andiamo a scuola

 

da: Tadashi★

oggetto: Re: —

oh noooooo tsukkiiiiii

 

a: Tadashi★

oggetto: Re: —

Meteo: 5000. Yamaguchi: 0.

 

da: Tadashi★

oggetto: Re: —

.. in effetti sarà più o meno così ……

 

________

 

“Guarda! È tornata!” grida Hinata sputacchiando il cibo che stava mangiando.

“Idiota, mi hai sputato addosso!”

“Oops, scusa. Ma guarda, Kageyama!”

“L’ho vista.”

I due le si avvicinano lentamente, stendendo le mani con cautela.

“È un gatto, non una bomba,” gli dice Kei.

Il felino in questione si muove veloce come un’ombra, oltrepassando la coppia per andarsi a strusciare contro le gambe di Yamaguchi. Yamaguchi emette un suono deliziato. Hinata e Kageyama sbuffano invidiosi e Kei ridacchia.

“Non è giusto,” dice Kageyama in tono piatto. “Pensavo di piacerle.”

“Alcuni dicono che i gatti riescono a percepire il carattere di una persona,” li informa Kei e alza gli occhi al cielo quando Kageyama gli rivolge il suo distintivo sguardo vacuo, “significa che capiscono se sei una brava persona e se sono al sicuro con te.”

“Ehi,” si lamenta Hinata, “Io sono gentile quanto Yamaguchi!”

“Probabilmente sei troppo rumoroso per lei, mentre Yamaguchi ha una presenza calmante,” suggerisce Kei.

“La mia presenza è calmante.”

Hinata ride, “Fai sul serio, Kageyama?”

“…Sì?”

“Te sei la persona più snervante che abbia mai incontrato! Eccetto forse Tsukishima. Conoscere lui è stato terrorizzante. Te lo ricordi?”

Kei non sa se sentirsi orgoglioso o offeso.

“Sì. Morivo dalla voglia di prenderlo a pugni.”

“Lo so,” ride Hinata dando un altro morso dalla sua barretta.

“Adesso non volete più prendervi a pugni, però,” fa notare Yamaguchi.

Sia Kageyama che Kei alzano le spalle indifferenti. Il gatto adesso è tra le braccia di Yamaguchi, strofinando la testa contro la sua spalla. Hinata e Kageyama gli si avvicinano per accarezzarla. Sembra soddisfatta da tutte le attenzioni. Il suo pelo nero si confonde con la giacca di Yamaguchi nel crepuscolo serale e i suoi occhi giallo acceso guizzano tra i suoi ammiratori.

Kageyama risponde, “Non sempre, immagino.”

“Penso che prendi a pugni me abbastanza per due persone,” borbotta Hinata.

“Scusa.”

Hinata si immobilizza all’inaspettata scusa, ma continua ad accarezzare il gatto quando lei gli dà un colpetto alla mano con una zampa. Il ragazzo lancia un’occhiata a Kageyama ma l’alzatore ha gli occhi fissi sul gatto. Yamaguchi ha l’aria di volerla passare ad uno di loro due.

“Hinata, da adesso in poi ti darò solo abbastanza pugni per uno,” borbotta Kageyama.

“Sono progressi,” dice ironicamente Kei.

 

________

 

“Toccami,” lo sta pregando Tadashi, “toccami, baciami, succhiami. Forza, Tsukki.”

Le ombre sul suo viso cambiamo forma e intensità mentre una lampadina spoglia ondeggia nella stanza buia appesa solo ad un filo. La scheggia di luce gialla oscilla ripetutamente dal letto al pavimento alla scrivania e poi di nuovo al letto, in quell’ordine. Le mani di Kei iniziano a formicolare fastidiosamente; si sono addormentate sotto di lui.

“Non vuoi toccarmi?”

“Siamo amici,” deglutisce Kei.

“Buoni amici?”

Kei annuisce e chiude stretti gli occhi.

“Migliori amici.”

“Migliori amici…” ripete Tadashi, gattonando verso di lui sulle ginocchia sbucciate. La luce si allontana di nuovo dal suo viso e le sue pupille si dilatano nel buio. Le prossime parole che pronuncia gli escono come fossero fusa. Le mani di Kei si contorcono dolorosamente sotto il suo stesso peso.

“Non saremmo amici ancora migliori se mi toccassi?”

“Io, non, io non–” Kei fatica a parlare.

“Io non?” lo prende innocentemente in giro Tadashi. Poi, “Proviamo. Fammi vedere le tue mani. Portale a me. Sono proprio qui. Il mio corpo è proprio qui. Non lo è sempre stato? Non lo sono sempre stato?”

“Tadashi.”

Tadashi geme, “Sì, Tsukki, così mi piace, Tsukki.”

Kei deglutisce di nuovo. E ancora. Tira fuori le mani doloranti da sotto di sé.

“Tsukki, ti prego, toccami. Ti prego baciami, Tsukki. Voglio essere il tuo primo bacio.”

“Non so…” …che cosa fare.

I palmi di Yamaguchi scivolano sui suoi e le loro dita si incrociano. È come un ferro bollente sulla delicata pelle di Kei, un bruciore da cui non vuole allontanarsi. Il fascio di luce ondeggiante si ferma finalmente sopra il letto. Le spalle nude di Tadashi tremano leggermente quando lui ride.

“Non sai cosa fare, eh, Tsukki? Va tutto bene, guardami.”

Kei lo guarda.

“Dopo tutto, io l’ho già fatto, ricordi?”

Calore scivola nella sua bocca.

Il filo sopra di loro si spezza e la lampadina va a terra in mille pezzi, inondando la stanza di un buio completo.

Il contrasto quando Kei apre gli occhi di colpo è sconcertate. Raggi di sole invadono prepotentemente la sua stanza. Ha il respiro affannato come se avesse appena corso.

Kei sposta l’attenzione sulla sua dolorante erezione. Dell’immediato piacere gli scorre nel corpo quando affonda i fianchi nel materasso. Sente odore di caffè; sua madre è già in piedi. Deve fare piano. Kei infila velocemente il cuscino sotto le coperte e in mezzo alle sue gambe per aumentare la frizione. Prova di nuovo a spingere i fianchi verso il basso e sospira di piacere. Dopo non molto, è costretto ad affondare i denti nella morbida pelle del suo palmo per trattenersi dal gemere. Kei per adesso non lascia la sua mente pensare a niente. È vicino, molto vicino, sta perdendo il ritmo che il suo corpo aveva costruito, e si struscia contro il cuscino in cerca di qualcosa che è appena fuori dalla sua portata. Rapidamente, Kei si gira di schiena e strofina una mano tremante sull’aderente tessuto dei suoi boxer. Basta un pensiero su quel vago calore che gli scivola tra le labbra, e viene.

Quando finalmente allontana la mano dalla bocca, una goccia di sangue cade sul suo pallido torace.

  
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