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Autore: Sakura_Nice    25/06/2009    6 recensioni
e se non fosse stato Edward il vampiro? se fosse stata Bella?
ciao Edward!” disse uno indicandomi un posto. “ io sono Mike”. “ ciao, questo cibo fa schifo...” in quel momento notai Isabella seduta insieme a due ragazzi e due ragazze.
Mike notò dove puntavo lo sguardo e sorrise. “ già perso la testa per loro?” chiese ironico.
“ chi sono?” chiesi.
“ quella bionda è Rosalie, la più carina secondo me, che sta insieme a quel ragazzo che ha l' aria di uno in agonia: Jasper, invece Emmett quello con i capelli neri sta con quella strana Alice” spiegò indicandoli uno per uno. “ poi c'è Isabella, o Bella, ma con lei non perderci tempo, sta sempre per i fatti suoi e non gli va bene nessuno di noi, sono stati tutti adottati dai Cullen e, Alice e Jasper sono davvero fratelli, sembrano tutti usciti da una rivista di modelli” concluse sbuffando.
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan
Note: Alternate Universe (AU), What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1

 

Forks, la città più piovosa d' America sarebbe stata la mia nuova casa, mi sentivo come in un film, tua madre parte e ti abbandona da tuo padre per scappare con il fidanzato del momento. Sbuffai, il solo pensiero di quello che era successo mi innervosiva, ma ora avevo deciso e non potevo tornare indietro.

Charlie mi aspettava all' aeroporto con la solita macchina della polizia e lo sguardo serio.

“ non posso credere che mio figlio sia voluto venire a vivere con me” esclamò osservandomi, come per vedere se avessi problemi mentali.

“ non potevo di certo rimanere a casa da solo, non me lo avreste mai permesso” alzai gli occhi al cielo immaginando la scena, i miei genitori che mi chiamavano in continuazione per sapere se stavo bene, mi scappò un sorriso.

Salii in macchina svogliato, la valigia nel sedile posteriore.

“ eih Eddy! Un po' più di gioia! Non ci vediamo da una vita!” disse mio padre dandomi un pugno su una spalla.

“ sì certo, quanto dista casa tua?” chiesi aspettandomi un – lontanissimo da qui-.

“ siamo arrivati” rispose con un sorriso, rimasi un secondo spiazzato mi mi riscossi e scesi dall' auto.

Davanti a me una casa non troppo piccola, come me la ricordavo, pareti bianche, giardinetto in torno...come tre estati fa, quando rimanevo da Charlie per le vacanze o almeno quando Renée e lui stavano ancora insieme.

“ che ti aspettavi che avessi una nuova casa?” disse scettico, praticamente leggendomi nel pensiero.

Lo ignorai ed entrai in casa, salotto, cucina, tutto uguale, perciò mi diressi al piano di sopra dove sapevo si trovasse la mia camera.

Aprii la porta e la stessa stanza di anni prima era ancora lì, solo il letto era cambiato, un po' più grande e la scrivania aveva un computer nuovo. Charlie era attaccato ai ricordi, e forse era per quello che era così felice di riavermi con lui. Sospirai, controllai l' orologio, era tardi ma avevo ancora tempo per sistemare le valigie, a Phoenix c' era molto caldo perciò impiegai poco tempo per mettere quei pochi vestiti ch ero riuscito a comprare insieme a mia madre in quella settimana che avevamo avuto di tempo. Mi sedetti sul letto; sarebbe stata una notte insonne.

 

Charlie era euforico, non vedeva l' ora di uscire fuori, probabilmente c'era qualcosa di speciale ma non indagai, finii la colazione e presi lo zaino.

“ io esco, ciao” tagliai corto.

Lui si alzò, facendo cadere il caffè e mi aprì la porta.

“ faccio da solo...” lo squadrai male, ma mi ignorò e indicò una macchina vecchia, un pick up blu.

“ è tutta tua!” gridò nel mio orecchio. Ero felice di avere una macchina ma mia spettavo qualcosa di più...moderno, ma mi accontentai, almeno era qualcosa.

“ grazie papà, posso provarla subito?” chiesi riconoscente.

“ certo vai subito che sei già in ritardo”.

“ okay” dissi, lo salutai, entrai in macchina e partii verso la scuola.

La riconobbi subito, c'era un immenso cartello di fronte che indicava un edificio di cui non avrei mai saputo dire che fosse una scuola, parcheggiai e scesi.

Quasi tutti avevano auto vecchio, a parte una Volvo argentata parcheggiata in un angolo, sospirai di sollievo: non ero l' unico idiota con una macchina dell' età della pietra.

Andai verso la mia prima lezione, e per tutta la mattinata non feci molto, apparte presentarmi agli altri.

Alla terza ora, quella prima di pranzo dovevo dirigermi ell' aula tre, ma qualcuno mentre camminavo interruppe il corso dei miei pensieri.

“ eih, tu sei....Edward?” disse una voce dietro di me.

Mi girai, a parlare era una ragazza bionda e non troppo alta, con un sorriso a trentadue denti.

“ sì e tu?”.

“ io sono Jessica, la giornalista di questo posto, sono informata di tutto, ecco perchè sapevo il tuo nome” disse elettrizzata.

“ bene” dissi tanto per finirla con questa Jessica.

“ sai, sei carino” mi salutò e se ne andò da una sua amica che l' aspettava, rimasi spiazzato, che razza di affermazione era mai quella?!.

Lasciai perdere ed entrai nell' aula della mia lezione: biologia.

Presentai il cartellino per l' ultima volta di quella giornata e andai nell' unico banco libro, accanto a una ragazza straordinariamente pallida, anche più di un mezzo albino come me.

Appena mi sedetti rimase rigida, non percepivo il suo respiro, spostai lo sguardo verso la lavagna, la lezione era iniziata e dovevamo catalogare delle radici di cipolla.

“ ciao” disse la ragazza all' improvviso, la sua voce era leggermente acuta e suadente.

Feci un movimento nella sua direzione, e la guardai, mentre il professore ci distribuiva i microscopi.

“ sono Isabella Swan, ma puoi chiamarmi anche Bella” sorrise senza mostrare i denti, aveva gli occhi di oro fuso, molto carina. “ tu sei Edward Cullen, giusto?”.

“ credo lo sappia tutta la scuola” risposi scettico.

Lei rise. “ hai ragione, ma non credi sia meglio chiederlo a te come ti chiami? Invece di dar retta ad un pettegolezzo?” parlava in modo strano, come se provenisse da un altro tempo, forse studiava molto, non avevo il coraggio di chiederglielo, mi stava fissando, perciò presi un vetrino e lo analizzai al microscopio.

Furono le uniche parole che quella ragazza disse, il suo respiro si sentiva poco, e quando la campanella suonò lei si alzò tanto velocemente che a stento la notai, rimasi interdetto e me ne andai come se non fosse successo niente e me ne andai a mente.

Mi sedetti insieme a dei ragazzi che mi chiamavano.

“ ciao Edward!” disse uno indicandomi un posto. “ io sono Mike”.

“ ciao, questo cibo fa schifo...” in quel momento notai Isabella seduta insieme a due ragazzi e due ragazze.

Mike notò dove puntavo lo sguardo e sorrise. “ già perso la testa per loro?” chiese ironico.

“ chi sono?” chiesi.

“ quella bionda è Rosalie, la più carina secondo me, che sta insieme a quel ragazzo che ha l' aria di uno in agonia: Jasper, invece Emmett quello con i capelli neri sta con quella strana Alice” spiegò indicandoli uno per uno. “ poi c'è Isabella, o Bella, ma con lei non perderci tempo, sta sempre per i fatti suoi e non gli va bene nessuno di noi, sono stati tutti adottati dai Cullen e, Alice e Jasper sono davvero fratelli, sembrano tutti usciti da una rivista di modelli” concluse sbuffando.

In quel momento la ragazza di biologia si girò verso di me e i nostri occhi si incontrarono, ma distolse subito lo sguardo.

Per il resto della giornata non successe nulla, e e lezioni si trascinavano noiose e monotone. Quando finalmente tornai a casa Charlie mi aspettava con la cena in tavola.

  
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