Cerisier
Rallentò il passo senza
quasi rendersene conto, ed era fermo nell’arco di un pugno di secondi. Suigetsu
evitò per un soffio di sbattergli addosso, e dietro a lui Juugo, poi lo spadaccino
sbatté gli occhi stralunato. Karin, solerte, spostò lo sguardo
nella direzione in cui era affisso quello impenetrabile e distante dell’erede
dello sharingan, e poi sorrise maliziosa.
“Vuoi che ti raccolga delle ciliegie?” propose
provocante.
Sasuke non sembrò
nemmeno far caso al fatto che avesse parlato. Senza badare a nessuno di loro si
mosse lentamente verso gli alberi, continuando ad osservarli impenetrabile. Suigetsu
lo seguì con occhi penetranti, storcendo appena le labbra. L’aveva
già visto, una decina di giorni prima, trattenersi per qualche minuto come
in tralice davanti ai ciliegi fioriti. Ora i petali rosati avevano lasciato il
posto al rosso acceso dei frutti, ma Sasuke continuava a guardarli.
Li osservò granitico
per qualche altro secondo, poi allungò lentamente un braccio verso il
ramo più basso, avvolse le dita intorno a una ciliegia e la
staccò delicatamente, tenendola nel palmo della mano. Guardò anche
quella per qualche istante senza cambiare espressione, assorto e indifferente.
Spostò lo sguardo di
scatto verso l’orizzonte, nella direzione in cui si trovava Konoha, la
terra che odiava, e la sua fronte si
aggrottò appena, mentre le labbra si assottigliavano dure. La sua mano
si strinse a pugno repentinamente, schiacciando il frutto tra il palmo e le
dita. Il succo rosso della ciliegia gli colò lungo la pelle, sanguigno,
stillando una goccia verso terra.
Sasuke sollevò di nuovo
la mano e la portò verso il viso, scrutando il disegno del liquido
rossiccio tra le pieghe delle sue dita. Spostò ancora gli occhi verso
Konoha, senza che la sua espressione di aspra ostilità si addolcisse. Anzi,
si fece più marcata.
Sangue, era il destino dei
fiori di ciliegio.
Non è che vi prende per bestie, ma meglio dirlo per sicurezza. Sakura vuol dire "fiore di ciliegio".
See ya.
suni