Vite in vendita sulle scale
Pungenti sguardi
di volontà estranee
saccenti di amicizia
preoccupati per il mio fato
mi fissano senza vedermi.
Ma io li vedo.
Mercanti fastidiosi che fanno
vendita aggressiva bussando alla mia porta
per rifilarmi la loro vita
in vetrina,
un palcoscenico
tutto sommato accomodante
ma già visto e rivisto.
Ma io vedo.
Dietro il sipario rosso sangue
fra le macerie di ricordi,
i loro veri sogni abbandonati e nascosti
dentro scatoloni,
in mezzo a ciarpami,
abiti,
telefonini,
case,
apparenze.
Ma io vedo.
Alla soglia dello spazio vitale
il vecchio sfidante giallo
cercare di elemosinare
totale attenzione a cedergli.
Cedere all’inquietudine.
Cedere al senso di colpa.
Di nuovo ancora una volta.
Regalare a lui la mia energia,
perché lui ha ragione ed io torto.
Loro hanno ragione ed io torto.
Ma io vedo.
Sono il regista di questo film,
ed attrice.
Conosco tutte le parti e questa recita.
Se voglio posso far smetter loro di fissarmi
e giudicarmi.
Una sola battuta.
Mentre tutti arrancano
per salire quella scala,
sgomitando col vicino,
facendogli torto,
spingendolo argutamente indietro
per conquistare un gradino in più,
io volterò loro le mie spalle,
e scenderò in basso,
rendendomi ridicola ai loro occhi.
Ridicola, inutile, inesistente.
Dal fondo della scala,
basta un colpo d’occhio
e vedo tutto l’insieme.
In cima alla scala non c’è nulla,
così come qui dove sono ora.
Su quella scala ho lasciato tutte le mie maschere.
Su quella scala ho abbandonato
orgoglio e vittimismo,
per essere un nessuno
che è assolutamente invisibile
e
libero.
Pungenti sguardi
di volontà estranee
saccenti di amicizia
preoccupati per il mio fato
mi fissano senza vedermi.
Ma io li vedo.
Mercanti fastidiosi che fanno
vendita aggressiva bussando alla mia porta
per rifilarmi la loro vita
in vetrina,
un palcoscenico
tutto sommato accomodante
ma già visto e rivisto.
Ma io vedo.
Dietro il sipario rosso sangue
fra le macerie di ricordi,
i loro veri sogni abbandonati e nascosti
dentro scatoloni,
in mezzo a ciarpami,
abiti,
telefonini,
case,
apparenze.
Ma io vedo.
Alla soglia dello spazio vitale
il vecchio sfidante giallo
cercare di elemosinare
totale attenzione a cedergli.
Cedere all’inquietudine.
Cedere al senso di colpa.
Di nuovo ancora una volta.
Regalare a lui la mia energia,
perché lui ha ragione ed io torto.
Loro hanno ragione ed io torto.
Ma io vedo.
Sono il regista di questo film,
ed attrice.
Conosco tutte le parti e questa recita.
Se voglio posso far smetter loro di fissarmi
e giudicarmi.
Una sola battuta.
Mentre tutti arrancano
per salire quella scala,
sgomitando col vicino,
facendogli torto,
spingendolo argutamente indietro
per conquistare un gradino in più,
io volterò loro le mie spalle,
e scenderò in basso,
rendendomi ridicola ai loro occhi.
Ridicola, inutile, inesistente.
Dal fondo della scala,
basta un colpo d’occhio
e vedo tutto l’insieme.
In cima alla scala non c’è nulla,
così come qui dove sono ora.
Su quella scala ho lasciato tutte le mie maschere.
Su quella scala ho abbandonato
orgoglio e vittimismo,
per essere un nessuno
che è assolutamente invisibile
e
libero.