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Autore: NiigakiHakai    27/12/2017    0 recensioni
Kara, sorella gemella di Loki e sua compagna di malefatte, dopo aver finto il suo suicidio dopo la finta morte del fratello, gira indisturbata per Midgard. Tuttavia, un giorno, fa un incontro particolare che cambierà la sua vita. (PS. Nella fanfiction sarà presente Astrid, O.C. sorella di Thor, creata da una mia amica)
Genere: Azione, Comico, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Loki, Nuovo personaggio, Thor, Un po' tutti
Note: Movieverse, OOC, Otherverse | Avvertimenti: Spoiler!
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«Stephen? Sono io, Kara! Sei a casa?»
Continuò a bussare per un po', poi le porte della casa si aprirono.
Erano passate alcune settimane dal loro primo incontro, ma tra il Dottor Strange e Kara si sentiva di già qualcosa di più di un'amicizia.
«Ehilà? Dove sei? ... Non ci casco più nei tuoi scherzetti, sappilo!» esclamò lei, entrando.
Tuttavia, nonostante le parole di Kara, non si fece vedere.
“Che gli sia successo qualcosa? O magari sta semplicemente dormendo ...” suppose.
Salì prontamente le scale e si avviò verso il soggiorno.
“Sei veramente un dannato, Stephen! Se scopro che prima non ti sei presentato intenzionalmente ti farò passare per tutti i gironi infernali!” rimuginò.
Mentre si dirigeva verso il salotto, incominciò mano a mano a vedere piccole chiazze rosse sul pavimento e sulle pareti.
“Sangue? Ma che cosa è successo?” si preoccupò lei.
La porta del soggiorno era socchiusa, e la giovane dea l'aprì cautamente.
Ciò che vide fu Stephen, senza la sua tunica, seduto su una poltrona, mentre cercava di medicare molteplici ferite.
«Ah, Kara ... Scusami, non ti aspettavo ...» mormorò lui, alzando la testa.
«Non importa ...» Kara gli si avvicinò rapidamente, e diede una veloce occhiata alle sue ferite, «... Come te le sei procutate, queste?»
«Oh, sai, un'altra creatura uscita dai peggiori incubi delle persone.» rise.
«Credi sia il momento adatto per scherzare?» ribatté lei.
«Beh, sono un dottore, so come curare delle ferite.»
Kara, di tutta risposta, prese alcune bende e gli domandò:«In tal caso, ti spiacerebbe se ti dessi una mano?»
Stephen le sorrise dolcemente e le accarezzò una guancia.
«E va bene ...» disse lui.
Passarono alcuni minuti in assoluto silenzio, seduti sul pavimento tra bende e disinfettanti.
Quando finirono, Kara si offrì di posare il tutto per evitare a Stephen movimenti bruschi che avrebbero potuto aggravare le sue ferite.
«Bene, abbiamo finito.» sospirò lei.
«Grazie mille.» la ringraziò Strange.
La ragazza sorrise sentendo quelle parole, ma lo sguardo le cadde su un piccolo livido che il dottore riportava su un lato della testa.
«E quello?» si informò Kara, indicando il livido.
«Non saprei. Non l'avevo nemmeno notato.» replicò.
«Beh, non possiamo certo trascurarlo. Aspettami qui, va bene?»
Kara si assentò per circa un minuto, per poi tornare con un sacchetto di plastica pieno d'acqua.
«Eccomi qua!» esclamò, «Ora ci penso io!»
Con alcuni rapidi gesti, fece diventare l'acqua dentro il sacchetto in ghiaccio. Ma, appena lo prese, si accorse di star diventando di colore blu. In preda al panico gettò via ciò che aveva in mano.
«Kara ... Va tutto be-»
«Ti prego non guardarmi!» lo interruppe, coprendosi il volto, «... Sono un mostro ...»
Lui le scostò delicatamente una mano dal suo viso, che si rivelò effettivamente di un colore ceruleo, mentre gli occhi erano diventati rossi ed erano bagnati dalle lacrime.
«Non ti preoccupare per questo. È perché sei una Gigante di Ghiaccio, no?»
Lei annuì, singhiozzando. Strange le asciugò le lacrime e proseguì:«Allora perché ti affliggi così tanto? Non c'è nulla di sbagliato.»
«Perché? Mi chiedi perché? Potrei fartela anch'io, allora, una domanda: perché tu sei tanto splendido e io sono solo un'orribile mostro? Non capisco come tu faccia ad essermi affezionato.»
«Ho visto una creatura meravigliosa che annegava nel suo stesso tormento, ecco come.»
Sentendo queste magnanime parole, la sua carnagione mutò repentinamente il suo colore e le gote si dipinsero di un vivo rossore.
Sentì l'anima liberarsi dall'affligente angoscia, e avvertì che la catena legata intorno alla sua cervice si sciolse permettendole di respirare.
Urlò a pieni polmoni, pianse e gemette, affranta.
Stephen tese leggermente le braccia verso la ragazza, facendole cenno di avvicinarsi. Kara, senza indugiare, si lasciò stringere dal dolce abbraccio che lui le offriva.
Adagiò il viso irrorato dalle lacrime sul suo nudo petto, cercando conforto nell'energico battito del suo cuore. Lui le accarezzò delicatamente le guance e le baciò dolcemente la fronte più volte. Il respiro di Kara tornò a poco a poco regolare e smise di piangere.
«Va meglio adesso?» le domandò gentilmente.
«Sì ...» rispose.
«Ho provocato una forte reazione da parte tua ... Ti ho sconvolta?»
«No, anzi, grazie ... Mi hai aiutato a liberarmi.»
«Ho giurato di aiutare chiunque ne avesse bisogno, sia come dottore che come stregone. Ma prima di capire quanto fosse importante quella promessa ero solo uno stupido arrogante pieno di sé ... Finché qualcuno mi ha mostrato cosa farne davvero, di questa vita. Puoi lasciarti alle spalle il passato. Non è quello che ti contraddistingue, sei tu a scegliere chi e cosa vuoi essere.»
Dopo aver pronunciato ciò aiutò Kara ad alzarsi e fece altrettanto, indossando, poi, la tunica pulita che si era già procurato.
“Oh, menomale ... È già stupendo per natura, ma in tale maniera era meraviglioso oltremodo ...” rifletté lei, mordendosi impulsivamente il labbro.
«Io penso lo stesso di te, Kara.» sentenziò tutt'a un tratto Stephen.
«Eh?!?» esclamò sorpresa, realizzando la verità: il caro dottore sapeva anche leggere nel pensiero!
«Uhm ... Ehm ... Io ... Insomma ...» balbettò, diventando a poco a poco più rossa in viso.
«Mi perdonerai per non averti detto nulla circa la telepatia ... Ma non credevo che l'avrei utilizzata per questi fini ...» si scusò lui.
Creò per lei l'usuale portale per Asgard, e ci accompagnò queste parole:«Ho ragioni per credere che tuo fratello si preoccuperà, se non ti vedrà tornare ...»
“E io che sarei voluta rimanere un altro po' ...” pensò.
«Le porte della mia casa sono sempre aperte per te, e io sarò pronto ad accoglierti quando deciderai di venire da me.» disse, rispondendo ai suoi pensieri.
«E-ehi! Smettila di sentire ciò che penso!!!» sbraitò.
Strange rise alla sua reazione, mentre lei si avviava, borbottando, verso il portale e, dopo aver rivolto il suo saluto, sparì con esso.
Entrambi, quella notte, meditarono sui forti sentimenti che li legavano l'uno all'altra, a quel fuoco che avviluppava il loro cuore e le loro menti, una fiamma che niente e nessuno avrebbe potuto spegnere.
   
 
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