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Autore: piccina    27/12/2017    1 recensioni
Ecco come mi sono sempre immaginare dovesse finire la giornata del Jagathlon. Cosa sarebbe successo se Harm avesse avuto il coraggio di parlare, una buona volta.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harmon 'Harm' Rabb, Sarah 'Mac' MacKenzie, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Sturgis aprì la porta. “Harm, cosa succede?”
Il suo amico era sulla soglia, terreo in volto.
“Avanti, entra!”
“E’ finita, Stu. SONO finito.”
”Ma cosa stai dicendo, Harm? Di cosa stai parlando?”
”Mi ha cacciato di casa, Sturgis. Non mi vuole più vedere e ha ragione. Ho distrutto tutto, ho ferito e umiliato mia moglie, farò soffrire i bambini.”
”Harm, calmati, siediti e fammi capire.”
 
Harm abbassò il viso, non riusciva a guardare Sturgis poi confessò e sembrò più che altro una drammatica e tardiva presa di coscienza di quanto aveva fatto.
 
”Ho tradito Sarah… ho, .... avevo una relazione e lei l’ha scoperto.”
”Cos’hai fatto? Ma che diamine hai nella testa? Da quando? Con chi?”
“Con Lauren…”
”Con la Singer? Quella iena arrampicatrice del nuovo tenete?”
”Si. Negli ultimi mesi abbiamo lavorato spesso insieme. Non è la serpe che vuole mostrare di essere.”
”Però non si è fatta scrupoli ad andare con un uomo sposato. Sposato con una collega che frequenta quotidianamente. Anche tu, come hai potuto? Lavoravi con la Singer, ti organizzavi i “diversivi” durante le indagini fuori sede e poi entravi nell’ufficio di Mac a prenderla per tornare a casa o a chiedere cosa comprare al supermercato?! Non ho parole.”
”Non ce ne sono di abbastanza dure per descrivermi, non so come ho potuto. Non lo so, non lo so”  Iniziò a singhiozzare, con le mani a coprirsi il volto.
”I bambini, le notti insonni, Sarah stanca e nervosa, poco tempo per noi, per le mie passioni, negli ultimi 2 anni avrò volato 3 volte e io, stupido, egoista e immaturo non sono riuscito a reggere. Non ho scuse.
Sarah è cambiata, è cresciuta con la nostra famiglia e io ... io ho avuto paura.
Aveva ragione lei, ha sempre avuto ragione lei.
Sono solo uno stupido bambino viziato che vuole qualcosa solo quando non la possiede e poi ottenuta, la lascia, la abbandona, la calpesta.
Credeva che fossi cambiato, anche io mi sono illuso di esserlo. L’ho delusa e questa volta l’ho persa. Per sempre... e i miei bambini, Luke, Cate... i miei bambini...“  i singhiozzi si fecero squassanti e non riuscì più a parlare.
Strugis non sapeva cosa dire nel vedere Harm schiacciato dal senso di colpa e dalla consapevolezza di aver compiuto un errore irreparabile.
Lo lasciò sfogare e poi, quando il pianto si calmò, gli offrì un bicchiere di whisky e poi un altro e un altro ancora. Non aveva bisogno di un censore o di un giudice, era venuto da lui perchè aveva bisogno di un amico. Trovò un amico.
Finirono addormentati, mezzi sbronzi, sul divano di Sturgis, dopo una nottata che nessuno dei due avrebbe dimenticato.
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Dopo ore di immobilità quasi totale trovò la forza di alzarsi, si fece la doccia, cercò di rimettere insieme i cocci e rendersi presentabile per quando i suoceri avrebbero riportato i bambini.
 
Quando arrivarono, chiese a Frank di dare la cena a Cate e Luke e  si ritirò in sala con Trish per   spiegarle la situazione.
Trish rimase impietrita. Le disse che capiva la sua reazione, più che giustifica, ma la pregava di riflettere bene...  veramente voleva distruggere la loro famiglia?
”Non sono io a volerla distruggere, lo ha fatto Harm. Quando mi ha tradito, ha tradito tutti noi, il nostro progetto, la nostra famiglia. Non posso perdonarlo, Trish, non posso, non ci riesco ...”

”Hai ragione Mac. Forse il tempo, Harm è mio figlio e non posso abbandonarlo, però voglio bene anche a te e avrai il mio appoggio, ora e sempre, qualsiasi cosa deciderai di fare. Conta su di me anche per i bambini.”
Mac l’abbracciò forte e si mise a piangere, sommessamente  per non farsi sentire dai figli. Poi andarono in cucina.
“Mamma, dov’è papà?”
“E’ andato a coere al parco?Quando tona?”
”Papà è dovuto partire improvvisamente per lavoro, starà via un po’ di tempo, ma vi chiamerà domani per salutarvi, e adesso a lavarsi i denti e a nanna. Forza, marsh!”
Una volta messi a letto i figli, Mac sentì le forze venirle meno e tutto il peso di quella catastrofica giornata crollarle addosso. Andò a dormire nella camera degli ospiti, nel loro letto no, proprio non poteva; faticò a prendere sonno. L’indomani c’erano molte cose da affrontare con Harm, prima di tutto decidere come spiegare la situazione a Cate e Luke. La scusa che aveva inventato non poteva reggere a lungo e poi doveva cercarsi un avvocato. Dormì un sonno tormentato, senza sogni e si svegliò sentendosi più stanca della sera precedente.
Preparò i bambini e li portò all’asilo, poi si diresse al Jag. Sarebbe stata una giornata lunga e dolorosa.
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Le tempie che pulsavano, fitte alla testa e un sapore in bocca indescrivibile.
Strugis e Harm ebbero forte la tentazione di darsi malati... soprattutto Harm che sembrava non avere neanche la forza di alzarsi.
L’abitudine alla rigida disciplina militare lo aiutò a imporsi di preparasi ... fece colazione, indossò una delle divise di Strugis e si diresse in ufficio.
Mac ci sarebbe stata? Come doveva comportarsi? Come avrebbe reagito vedendolo?
Doveva parlarle, doveva costringerla ad ascoltarlo, doveva farsi perdonare. Non poteva perdere tutta la sua vita così. Per un dannato, terribile errore di egoismo e leggerezza, non era stato altro. Non era stato amore. Mai. Il suo amore era di Mac, da sempre e per sempre... l’aveva solo dimenticato e dato per scontato, come un dannato stupido!
 
Gli continuavano a rimbombare nelle orecchie le parole di Mac:“ Non è quello che hai fatto in tutti questi mesi, quando mi venivi a cercare?Sesso, solo sesso!”
No, non era sesso. Mai. Neanche una volta, neanche ieri pomeriggio, neanche quel tragico amplesso era stato solo sesso per lui.
Con Lauren era fuga, era gioco da adolescente. Si, con Lauren era sesso, solo sesso.  Non con Sarah, con lei poteva essere solo amore. Come poteva credere che la cercasse per sesso? Fino a questo punto era riuscito a ferirla, a ferire l’unica donna che avesse mai veramente amato. Una fitta dolorosa lo colpì allo stomaco, come il colpo sordo di un pugno.
Le porte dell’ascensore si aprirono ed entrò in ufficio.
La cercò con lo sguardo, ma non la vide, anche il suo ufficio era vuoto.
 
“E’ dall’Ammiraglio, Signore” disse Bud interpretando lo sguardo di Harm, mentre la voce lasciava trasparire la domanda che l’etichetta militare non permetteva di formulare: “Cosa diamine succede stamattina, Signore? Il Colonnello è arrivata da sola, con l’aria sconvolta e lei sembra uno spettro ...” 
”Grazie Bud” e andò a rintanarsi nel suo ufficio.

Bud e Harriet si guardarono interrogativi e preoccupati. All’improvviso la voce tonante dell’Ammiraglio: “CAPITANO RABB, SUBITO NEL MIO UFFICIO!”
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M:” Grazie di avermi ricevuta subito...”
Amm:” Cosa succede Colonnello? Sta male?E’ capitato qualcosa ai bambini, al Capitano?”
Lo sguardo preoccupato del suo superiore non sfuggì a Mac, che decise di dirgli la verità, tutta la verità. Oltretutto aveva bisogno del suo aiuto per riuscire a gestire la situazione, senza impazzire....
 
M:”Temo che non potremo prestare fede alla promessa che le facemmo anni fa di non portare i problemi famigliari in ufficio...”
Amm:” Cosa sta dicendo Colonnello?”
M:” Fra il Capitano e me è tutto finito, Signore. Il nostro matrimonio è finito. Ieri ho chiesto al Capitano di andare via di casa... Non mi chieda il perchè. Glielo dirà lui, se vorrà...”
 
Amm:” Sta scherzando? Vi siete lasciati? E i bambini? Ci pensate ai bambini?”
 
M:”I bambini sono l’unica cosa a cui penso, Signore ... Ma non posso farli crescere in una famiglia nella quale la madre disprezza  il padre. E’ doloroso, Signore, ma sono sicura che sia meglio così anche e soprattutto per Cate e Luke. Sarà dura, ma alla lunga sarà meglio che vivere nel rancore e nella finzione. Ho bisogno del suo aiuto, Signore”
Amm:” Spero che le cose si aggiustino ...., immagino che la situazione sia veramente grave per essere arrivata a questa decisione. Di cosa ha bisogno, Colonnello?”
M:” Ho pensato di chiedere il trasferimento, ma non sarebbe giusto per i bambini allontanarli così dal padre. Proverò a rimanere al Jag e le chiedo se, nel limite del possibile, può evitare di farmi lavorare a contatto con il Capitano Rabb.
Saremo costretti a incontrarci, ma vorrei contenere le occasioni al minimo.
Le assicuro che comunque cercherò di non farmi influenzare dalla situazione nello svolgere i miei compiti.”
Amm:” Va bene, Colonnello. Può contare sulla mia collaborazione. Se è tutto, può andare”
M:” Agli ordini, Signore. Grazie, Signore.”
Amm:” Colonnello?
M:”Si?”
Amm:” Buona fortuna...”
 
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H:”Comandante Rabb a rapporto, Signore!”
Amm:”E’ appena uscita sua moglie... Dannazione, mi vuole dire cosa ha combinato questa volta?”
Seguì un silenzio rotto all’improvviso da un singhiozzo malamente soffocato.
“Mi scusi, Signore. Il mio è un comportamento imperdonabile” disse Harm cercando di ricomporsi e di cacciare in dietro le lacrime.
“Si sieda, Capitano e si calmi” rispose l’ammiraglio ad dir poco spiazzato dalla reazione del suo sottoposto. Poi si alzò dalla sedia, si avvicinò al Capitano Rabb, gli mise una mano sulla spalla e con voce paterna gli disse:”Allora mi vuole dire perchè sua moglie non vuole più avere nulla a che fare con  lei e mi  ha chiesto di aiutarla, assegnandole casi che non la riguardino?”
Harm non fece mistero di nulla, omise solo il nome della donna con la quale aveva avuto una relazione. Di vita rovinata bastava la sua, non c’era motivo di compromettere anche la carriera di Lauren, infondo la colpa era sua, lei era libera, era lui quello sposato, era lui quello che aveva degli impegni.
H:”Non è durata molto, mi sono reso conto che stavo solo cercando di fuggire alle responsabilità, ma che amavo mia moglie e non volevo rischiare di perderla. Quando Mac, volevo dire il Colonnello, l’ha scoperto, avevo già chiuso e combattevo con i sensi di colpa, indeciso se confessarle tutto...”
 
Amm:”Bene Capitano, questa volta sembra proprio che abbia combinato un gran bel casino! Spero si renda conto della gravità del suo comportamento e che sia disposto ad assumersene la responsabilità. Mi ha deluso Capitano ...”
H:” Si, Signore ... “
Amm:” Che cosa vuole ora Capitano?”
H:”Rivoglio mia moglie, Ammiraglio. Sono disposto a tutto purché mi perdoni ...”
Amm:” Mi auguro che sia vero.
Il Colonnello ha rinunciato a chiedere il trasferimento ad altra sede per non allontanare i bambini da lei e forse, in fondo al cuore, anche lei non è ancora pronta a un distacco definitivo... Forse ha ancora una chance di riconquistarla. Ci vorrà tempo, pazienza e perseveranza ... e fede! Non ho mai visto il Colonnello ridotto così. Ci voleva lei, Rabb!”
Amm:”Adesso vada. E ... Capitano, non faccia lo stupido!”
H:”Si, Signore. Grazie, Signore” e uscì.
 
Nei giorni che seguirono Harm cercò più volte di parlare con Mac, invano. Riusciva sempre a evitare di trovarsi da sola in una stanza con lui e quando si incrociavano per motivi di lavoro era distaccatissima. In presenza di altri non lo chiamava neanche  più per nome, ma Capitano e gli dava del lei.
 
Dopo due o tre giorni, mentre era chino sulle carte, sentì bussare alla porta.
Alzò gli occhi e la vide.
 
M:”Dobbiamo parlare.”
H:”Lo penso anch’io, sono 3 giorni che cerco di farlo ...” alzatosi le si era avvicinato e stava per appoggiarle una mano sulla spalla. Gliela scostò con rabbia.
M:”Non mi toccare. Non voglio avere niente a che fare con te, ma dobbiamo prendere delle decisioni in merito ai bambini”
Abbassò gli occhi e tornò a sedersi.
H:” Dimmi ...”
 
E così iniziò un nuovo menage ...
Harm si trasferì nel suo appartamento da scapolo, che per fortuna non aveva venduto, una sera alla settimana, un we si e uno no, andava a prendere i bambini e li teneva con sè.
 
In ufficio si vedevano il meno possibile e se costretti, parlavano esclusivamente di lavoro perchè Sarah non permetteva altro.
Due mesi dopo Mac aveva voluto formalizzare la situazione, così avevano firmato le carte ed erano ufficialmente separati. Harm era sicuro che appena trascorsi il termini di legge, negli Stati Uniti assai brevi, gli avrebbe chiesto il divorzio.
 
Aveva sperato che continuando a lavorare entrambi al Jag sarebbe riuscito piano piano a ricominciare a parlarle, ad avvicinarsi di nuovo e invece niente. Passavano i mesi, ormai erano 8 e non cambiava nulla. Rapporti formali e distaccati in ufficio e comunicazioni di servizio riguardo alla gestione di Cate e Luke.
Vista l’acrimonia che nutriva nei suo confronti Harm era strabiliato, anche se non ne aveva mai dubitato, di come Sarah non avesse mai detto una parola di biasimo su di lui ai bambini. Cate e Luke, si stavano piano piano abituando alla nuova situazione, anche se era evidente che ne soffrivano... Lui cercava di essere il più possibile presente e affettuoso, quando non erano con lui li chiamava tutte le sere prima che andassero a letto. Gli mancavano da morire e gli mancava Mac, quasi da togliergli il fiato.
Viveva come un automa, lavoro, casa, bambini e nient’altro ... poiché nulla sembrava più importargli.
Non che Mac stesse meglio, ma le incombenze quotidiane della gestione di due figli piccoli, oltre al lavoro, le lasciavano meno tempo per pensare. In qualche modo, quella grande mole di impegni, la anestetizzava.
 
Bud, Harriet, Jen, Sturgis e tutti i loro amici erano veramente preoccupati, ma non riuscivano a fare nulla per aiutarli. Tutti loro però si erano dimostrati di una delicatezza e sensibilità enormi ed erano riusciti a dividersi fra Harm e Mac, senza giudicarli e senza schierarsi, facendo sentire il loro affetto e offrendo il loro aiuto.
Certo che era strano avere a cena ora l’uno, ora l’altro ... era strano trascorrere la vigilia di Natale con Harm, Cate e Luke e il pranzo del 25 con Mac e i bambini.
Indubbiamente la famiglia Rabb mancava e molto, anche ai loro amici.
 
Ormai era quasi passato un anno da quando Harm era andato via di casa, a settembre Cate avrebbe iniziato la scuola ... Puntuali come gli acquazzoni di fine estate, una mattina Harm trovò sulla scrivania le carte che tanto aveva temuto. Mac chiedeva il divorzio.
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Teneva la busta in mano e non si decideva ad aprirla, in quel mentre Mac si affacciò al suo ufficio.
M:” Bene, vedo che hai trovato i documenti.  Spero non farai difficoltà per firmarli. D’altra parte non si tratta che di certificare l’evidenza dei fatti. Come noterai, vengono solo confermate le condizioni della separazione. Leggi pure con calma e poi lasciameli, firmanti, sulla scrivania.
Ti saluto” e si voltò per uscire dall’ufficio.
 
H:”Sarah, fermati, aspetta un attimo. Io non voglio firmare queste carte, io non lo voglio questo divorzio ... io rivoglio te, la nostra famiglia. Parliamone. Sono stato uno stupido, ho sbagliato, ma sono cambiato ... quest’anno lontano da voi mi ha cambiato. Ti prego, perdonami, dammi un’altra possibilità. Non facciamo un passo così definitivo ...”
 
M:”Harm risparmia il fiato per l’arringa finale del tuo processo. Niente che tu possa dire potrà cambiare le cose. Ho creduto in te più che in me stessa, ti ho amato più di ogni altro, ma ormai ti guardo e non so più chi sei... firma quelle carte Harm e facciamola finita. Forse, prima o poi riusciremo a ricominciare, con qualcun altro” disse Mac con voce stanca.
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No. Non si sarebbe arreso così. Non avrebbe rinunciato senza combattere.
In quell’ultimo anno, schiacciato dal senso di colpa e dal dolore, era stato troppo passivo e remissivo.
Se divorzio dovrà essere, avrò almeno tentato ... pensava fra sè, mentre chiedeva a Tiner di essere annunciato all’Ammiraglio.
 
Il Comandante Rabb era tornato in campo.
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H:”Mac, stai dormendo?”
M:” No, perché? Mi stavo godendo il momento. Mi è sempre piaciuto fare l’amore con te ... e poi ti dirò, con il tempo, siamo diventati proprio bravi.” Si girò a baciarlo dolcemente, mentre Harm le accarezzava le spalle.
H:” Stavo pensando che mi è venuta fame ...”
M:” Ah, io ti dico le romanticherie e tu pensi al cibo?” gli tirò un buffetto ridendo. “E poi non sono sempre stata io la famelica di casa?”
H:” Si sa che invecchiando si tende ad assomigliarsi, no?” ridacchiò lui.
M:”Veramente hai fame? Con tutte le “schifezze” che abbiamo mangiato al rinfresco per Alan riesci ad avere fame?”
H:” Non è proprio che ho fame ... Ma se scendessi in cucina, stappassi una buona bottiglia, tagliassi un po’ di prosciutto e prendessi  un po’di grana che ci manda Francesca dall’Italia, portassi tutto su e ce ne stessimo qui a letto a bere, mangiucchiare e a farci le coccole? E’ tanto che non lo facciamo ... Che ne dici? Ti tornerebbe un po’ di appetito?”
M:”Harmon Rabb, come potrei dirti di no?”
H:”Lo sapevo! Ti amo anche per questo. Vado e torno!”
Mentre stava varcando la soglia, sentì gli occhi di Mac addosso e si girò a guardarla.
M:”Lo sa che ha sempre un bel sedere, Ammiraglio?”
Sorrise e scese in cucina.
A volte è proprio bello essere ormai soli, in questa grande casa, poter girare nudi, con tua moglie che ti guarda, e preparare uno spuntino di mezza sera. Pensò Harm, stappando una bottiglia di Morellino.
  
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