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Autore: Rubina1970    27/12/2017    4 recensioni
In questa storia cercherò di dare spazio a tutti i personaggi. Che siate fans di Abel, di Arthur o di Lowell, prometto di dare la massima attenzione a tutti loro!
Il punto è: e se Georgie, alla fine del cartone, si fosse rimessa con Lowell?
Nell'anime, non si vede mai che s'innamori di qualcun altro, e anche se torna a casa coi Butman Brothers non per questo ne sceglie uno. Questo è uno dei motivi per cui il finale dell'anime non mi soddisfa.
Spero che la mia storia vi piaccia, ci saranno baci, lacrime e risate, e paesaggi che uno non si aspetta (tipo: che ci fa Georgie in Italia?!) ... e aspetto vostri commenti!
Genere: Commedia, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Abel Butman, Altri, Arthur Butman, Georgie Gerald, Lowell Gray
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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La vera liberazione di Maria stava avvenendo adesso. Il primo piccolo passo fu nell’intimo scompartimento letto suo e di Arthur. Per lei, era importante sfogarsi in quel momento, e Arthur era proprio l’uomo giusto. Per lui, l’unione con Maria era il traguardo di una vita passata a nascondere i propri sentimenti. Nella società del tempo, tanto in Australia quanto in qualsiasi altro posto come l’Inghilterra o l’Italia, non era consentito parlare di certe emozioni in pubblico, e ovviamente Arthur era stato educato così, ma per lui l’amore verso Georgie era stato un tormento segreto particolarmente doloroso. E poi, perfino la soddisfazione di un fidanzamento ufficiale era stata irraggiungibile, vista la posizione di Maria. Ora, Arthur ci teneva particolarmente a non avere più segreti, con la persona che amava. Per questo, e perché era preoccupato, aveva cercato di capire fin da subito come Maria si sentisse, dopo essere stata ritrovata, e l’aveva interrogata con affetto e discrezione. Il momento delle confidenze era quello che precedeva il sonno. Se Maria non spiegava bene quello che provava, era perché non sapeva descriverlo:
― Il fatto è che mi sento strana, inquieta. Ho avuto paura …
― Certo, come potevi non averne? – Arthur scostò un lungo ciuffo che copriva il volto chino di Maria, portandolo dietro il suo orecchio.
― … Sapevo che mi avrebbero uccisa. – La voce di Maria di colpo fu bassa, dura, e Arthur rabbrividì.
― Mio Dio …
― Mi capisci?
― Sì. Ci sono passato, ti ricordi? Dangering padre e figlio me lo dicevano. Anche prima che mi chiudessero nella cella sotterranea, mi minacciavano, per questo ho cercato di suicidarmi. Alla fine si erano decisi.
Maria alzò su di lui degli occhi enormi, e poi si mise a piangere:
― Non ti ho saputo proteggere! Ora lo so come ti sentivi …
― Ma no, tu mi hai salvato, Maria, non te lo ricordi più? Che stupido a parlartene proprio ora, non volevo turbarti …
― Ma perché il mondo è così? Se io … se io … non fossi stata fortunata … mi volevano violentare, sai? E forse un giorno avrebbero ritrovato il mio corpo irriconoscibile …
Arthur l’abbracciò, come per trattenerla prima che l’angoscia la strascinasse via:
― No, no! Non hanno potuto niente contro di te, non è successo! – Maria singhiozzava – Non pensare a questo. Non ti cercheranno nemmeno, tanto tutti sanno che sono stati loro e non possono avvicinarsi, tu sei al sicuro! Sei lontana da queste cose, non pensarci! Resta con me, tra le mie braccia …
Arthur la capiva benissimo, e Maria ne era sicura. Era sicura di amarlo come sempre, eppure avvertiva una barriera, non tra di loro, ma dentro di sé: la Maria di sempre era stata forte, fiduciosa e appassionata, eppure ora non riusciva più a sentire la voce del suo cuore.
Poi erano arrivati nella splendente estate di Ischia, dove per calmarsi Maria spesso suonava, oltre a contemplare il mare. Al tempo stesso, capiva che isolarsi non le faceva bene. Com’era preziosa per lei l’atmosfera famigliare della casa di Georgie! Tutti si volevano bene, e ne volevano a lei. Le capitava di notare che il Conte Gerard mostrava attenzioni speciali nei suoi confronti, e non era la solita compiacenza che tutti le avevano sempre riservato per il suo rango: il Conte sapeva che lei non era allegra come Georgie e Maristella, che sprizzavano felicità. Semplicemente, la coccolavano tutti, e Maria si accorse che le piaceva molto.
Nella tranquillità della vita a casa di Georgie, c’erano stati altri momenti di tenerezza tra lei e Arthur. Se lui voleva baciarla, Maria accettava, all’inizio. Ma se erano nella loro bella camera color crema, magari vicini all’intimità, si tirava indietro, dopo pochi momenti.
 
***
 
A dieci giorni dal suo arrivo, decisa a trovare una soluzione ad almeno uno dei suoi problemi, Maria prese una risoluzione:
“Cara cugina,
è da molto che non parliamo, e da allora quante cose sono successe! Spero che tu sia in salute e così tutta la tua cara famiglia.
A quest’ora, mia zia sarà tornata a Londra e avrà comunicato tutto quello che ho attraversato in questo periodo. Spero ti faccia piacere sapere che io sto bene, nonostante il mio sequestro. Non ho scritto “nonostante le mie disavventure” perché voglio che non ci siano dubbi: le mie nozze io le considero la più grande gioia della mia vita, e solo dei malintenzionati che mi hanno rapita per poche ore qui in Italia (con la mia breve perdita della memoria) hanno potuto offuscarla. Immagino che scandalo sia stato per la società inglese, invece, il mio repentino matrimonio. Mi dispiace se questo ti ha creato qualche difficoltà o preoccupazione. Certo, ai Dangering un nuovo scandalo non avrà portato nulla di buono, ma fido che ti sentirai molto sollevata quando avrai letto lo scopo di questa mia lettera.
Io ho deciso di declinare il mio diritto di eredità a tuo favore. Sì, lo so che sembra assurdo, ma ho le mie ragioni per farlo. Tu sarai sempre una Dangering, mentre io sto entrando in un mondo nuovo dove non ci sarà posto per certe convenzioni. Del resto, che ci si aspetta, che io magari ritorni a Londra e mi rimetta a frequentare i migliori salotti della città, o la Corte perfino, dopo essere scappata, con un borghese australiano, alla vigilia delle mie nozze? T’immagini le facce? No, per carità! E per la carriera politica di tuo padre, poi, sarebbe molto meglio che io non tornassi. E soprattutto, Arthur è un uomo profondamente diverso da quelli che frequentano quegli ambienti. Non verrebbe accettato mai. Non mi aspetto che tu capisca, ma in realtà a me non interessa affatto che lui sia accolto tra quei signori, o di tornare da quelle signore. Quello che dicono e fanno non mi riguarda più. Perché dovrei sottoporre mio marito a certe situazioni, e per tutta la vita? Per lui sarebbe penoso, ma nemmeno a lui interessa quella gente fintanto che non ci deve vivere insieme. Abbiamo altri pensieri, lui ha altri sogni. Sorpresa di scoprire che non è un avventuriero bramoso del mio titolo e delle mie proprietà? Scommetto che sei addirittura incredula, non sorpresa!
Davvero, io mi sto impegnando con te, mia cara Elisa. No, io non voglio più diventare duchessa. Non intendo disprezzare la fortuna di cui ho goduto senza averne nessun merito, solo per la mia nascita. Voglio solo vendere una parte della proprietà – la parte alienabile36, e neanche tutta – e trasformare così la mia fortuna di nascita in libertà. Il resto, come vuole la legge (e come di sicuro vorrai anche tu), sarà di mio zio Dangering, tuo padre, e un giorno diventerà tuo.
Ora, dovrò comunicare questo alla zia, e so che le dispiacerà, ma so anche che mi vuole bene … il suo vero dolore non sarà tanto che io rinunci al titolo e al resto, ma il fatto che non tornerò.
Ah, ho un’altra notizia che forse ti farà piacere: se non lo saprai già per quando la lettera arriverà, sappi che Lowell è guarito dal colera! Qui siamo tutti in grande attesa del suo ritorno, pensa che ha fatto appena in tempo a conoscere il suo nuovo nato e poi è partito e si è ammalato! Ma è Georgie quella più felice, naturalmente.
Anche a te auguro ogni felicità, e spero che vorrai augurare la stessa cosa a me: una grande avventura mi aspetta. Penso proprio che partiremo per l’Australia, e tu sei la prima a cui lo dico. Sarò un’inglese all’estero, ma viaggerò senza portarmi dietro la mentalità britannica, almeno spero. Vedi quante novità?
Arrivederci, salutami la tua famiglia e sta’ tranquilla: manterrò la parola.
Con affetto, tua cugina
Maria Daphne Dangering Butman”
Arthur e Maria ne avevano parlato già dal viaggio: non si trattava più di una fuga da tutto, romantica e piena di prospettive nuove, ora era necessario fare dei progetti concreti. Maria era corsa via dall’Inghilterra e da tutta la sua vita pensando di non doversi più voltare indietro, e invece l’Inghilterra l’aveva ripresa. I malfattori che l’avevano rapita erano partiti da lì, inviati da sua madre (che aveva ripetuto a Maria di aver voluto “solo il suo bene”, confondendolo in buona fede con l’eredità). In modo più o meno consapevole, Lady Constancia e gli uomini da lei assoldati erano stati emissari di una tradizione più forte della volontà degli individui. Per questa tradizione, non si poteva sfuggire alla propria nascita, e i doveri erano più importanti delle scelte. La libertà era una cosa che in Inghilterra non esisteva, non se ne doveva nemmeno parlare, almeno negli ambienti di livello, e non certo davanti a una signorina.
Ad Arthur non sfuggiva che il benessere che si affacciava nella sua vita era qualche cosa di decisivo ed enorme, ma in effetti, provava un gran senso di fastidio al pensiero che per tutta la vita ne avrebbe pagato il prezzo, vivendo in Inghilterra, facendo esercizio di paziente ipocrisia per mostrarsi all’opposto dell’uomo che era, essendo destinato a un certo disprezzo da parte dell’alta società comunque e sempre … Non voleva fare pressioni a Maria, ma aveva paura: e se un giorno, nello specchio, non si fosse riconosciuto più? … trasformato in un “principe consorte” stanco e deluso, costretto a compiacere gente odiosa per non dare motivo d’imbarazzo alla sua amata moglie, senza successo e senza sosta, privato di qualunque libera iniziativa sulla propria vita, esiliato per sempre da quella che per lui era casa … Non riusciva nemmeno a immaginare che il rischio peggiore che correva era un altro: quello, per non impazzire, di diventare un giorno “come loro”, quei nobili che in cuor suo detestava.
Eppure, quando Maria glielo disse, il giorno prima di scrivere a Elisa, per Arthur fu una grossa sorpresa. Gli pareva che Maria rinunciasse a qualcosa di troppo grande, e lui non pensava che le radici si dovessero tagliare. “Sei sicura?”, domandò:
― Ma certo che sono sicura! Basta Inghilterra, basta col passato! Se devo guardare avanti, allora voglio cominciare col non tornare indietro. Come credi che mi guarderebbe la gente? Scappata, sposata con un australiano del popolo, poi rapita … “un altro scandalo dei Dangering”, un fenomeno da scrutare per criticare! Elisa conosce le clausole del testamento, e sicuramente sarebbe molto irritata dalla situazione, potrebbe anche contestare il mio diritto al titolo. E poi, potremo andare in Australia con un bel patrimonio! Ho bisogno di te, non di tutte quelle persone che non ci capirebbero mai.
Arthur immaginò una vita nuova, in Australia, con Maria, e capì di essere libero come non era mai stato. Maria lo rendeva libero! L’abbracciò per la felicità, sollevandola da terra.
 
*** 
 
L’entusiasmo per l’imminente ritorno di Lowell, la complicità tra Abel e Maristella, e ora una diversa armonia tra Arthur e Maria: tutti parevano sapere dentro di sé che le cose più belle dovevano ancora accadere. Solo una settimana e ci furono, segretamente, nuovi sviluppi.
Arthur attendeva con grande rispetto che Maria ritrovasse il suo desiderio esuberante, ma non era del tutto inattivo. C’erano sere in cui la baciava con tenerezza, guardandola in un modo che sottintendeva molto di più. Ogni volta, però, s’interrompeva quasi subito, per non spaventarla, e le diceva:
― Quando vorrai … io ti aspetto. – Oppure: ― Tu mi rendi felice, e un giorno riuscirò a rendere felice te …
Infine, una sera, quando erano già tra le lenzuola, le baciò la fronte, gli occhi, le guance e le labbra, tenendo una mano dietro la nuca di Maria, e con l’altra tenendosi una mano di lei sul cuore:
― Voglio baciarti per venerarti, e sarai tu a fermarmi. Appena mi dici di smettere, io smetto.
Maria fece di sì con la testa. Arthur le baciò di nuovo la bocca lentamente, poi il mento e la gola. Le diede un piccolo bacio sul petto, proprio al centro, poi si fermò a guardarla e sussurrò:
― Sei splendente come la Stella del Sud, e ti amo tanto … ma se vuoi, mi fermo.
― No … ― la voce di Maria nascondeva bene una certa emozione.
Arthur riprese a baciarla, spostandosi verso una spalla, che scoprì; poi baciò il braccio, poi la mano. Avvicinò le mani di Maria tra loro, per baciare l’altra, e risalire delicatamente con le labbra lungo l’altro braccio fino alla spalla e al collo. Aveva il respiro corto, e Maria se ne accorse. Poi, la guardò e Maria sostenne il suo sguardo:
― Maria, le tue mani sono calde, ma il mio amore brucia di più! Però, se vuoi che smetta, ti basta dirlo.
― No. – Maria non sembrava spaventata, eppure un po’ lo era, e lei stessa si chiedeva perché lo lasciava fare, invece di fermarlo.
Arthur abbassò la camicia da notte di Maria (ormai sbottonata e scomposta), avvicinò i suoi seni, e tra di essi nascose il viso per un attimo. Subito li lasciò liberi – gli tremavano le mani, Maria se ne accorse ― , e baciò la parte alta del suo ventre chiarissimo. Coi baci percorse una “esse” sul suo costato (baciandolo prima da una parte, poi dall’altra), per scendere verso l’ombelico.
― Un mortale come me può solo sognare tanta bellezza! Dimmi, vuoi che mi fermi qui?
― No … ― ora, la voce di Maria tremava.
Arthur le baciò l’ombelico, che si ritrasse rapidamente:
― Oh, scusa, mia adorata, ti ho fatto il solletico?
― No! – era una bugia.
― Allora … smetto?
― No, non smettere …, ancora. – Maria si stupì di se stessa.
Il suo stupore aumentò quando sentì che Arthur la spogliava del tutto senza incontrare resistenza. Stranamente, temeva quello che stava per accadere, e al tempo stesso voleva che accadesse proprio così … Nei fatti, era solo lei a decidere, e questo la rassicurava completamente.
Arthur disegnò un circolino con la lingua intorno all’ombelico di Maria, disse “Torno subito!” con un sorrisetto, poi si spogliò completamente a sua volta, ma la spiazzò quando, invece di tornare effettivamente a dedicarsi al suo ventre, la baciò su un fianco, all’esterno dell’osso pelvico. Sarà stato l’effetto della sorpresa, o dei baci sulla parte laterale della coscia fin verso il ginocchio, ma a Maria sfuggì un sussulto. Il bell’Arthur alzò lo sguardo su di lei e vide che aveva gettato la testa indietro:
― Oh, non illudere così il tuo povero amante! Se devo fermarmi, dimmelo, e io non protesterò.
― Non … per adesso, no … ― Maria scoprì solo in quel momento che la situazione la divertiva. Stava per dire ad Arthur di non smettere assolutamente, ma all’ultimo secondo decise di non dargli questa soddisfazione.
Da parte sua, Arthur evitava accuratamente di accarezzarla perché gli pareva un gesto troppo aggressivo: le mani possono anche afferrare, e lui voleva che lei lo autorizzasse, prima di fare niente del genere, per non intimidirla. Le baciò il ginocchio senza sollevarlo, quindi, anche se moriva dalla voglia di sfiorarle la gamba con le dita. Scese più in basso, giunse alla caviglia, vide l’altra gamba proprio lì e baciò anche l’altra caviglia. Maria gliela sottrasse piegando il ginocchio in su.
― Se questo tuo pellegrino ha osato troppo, mi fermo subito. Vuoi che mi fermi?
― Arthur … ― Maria sospirò – ma se sei arrivato alla fine, dove vuoi andare, pellegrino?
― Oh, sarebbe scandalosa, la risposta a questa domanda! – Arthur sorrideva lievemente, con le guance rosse – Intanto vorrei tornare indietro, fino alla tua bocca di rugiada, e poi … dove vorrai tu!
― Io ti voglio … qui … ― Maria gli tese le braccia.
― Mia signora, sono qui …


36 Per la legge, ancora parzialmente feudale, che governava la proprietà della terra, i signori non sempre potevano fare quello che volevano coi beni che ereditavano. La terra poteva, sì, essere venduta (o confiscata, ad esempio per debiti), ma i nobili spesso non potevano spezzarla, poiché la proprietà era più importante, antica e duratura delle stesse famiglie che la possedevano. Ecco perché i figli cadetti non ereditavano una parte della terra (a volte neanche delle rendite derivanti da altri affari, come industrie o altre compagnie): tutto derivava da una concessione reale di molti secoli prima, che era avvenuta in blocco e doveva restare unita, come se, ipoteticamente, un giorno la si dovesse restituire integra al re.



*Carissimi amici, avevo promesso di aggiornare per Natale e non ci sono riuscita! * La colpa è stata soprattutto di Microsoft, che ha fatto ** impazzire il mio computer con l'ultimo update. *Per riuscire a farlo tornare a posto ho dovuto fare un backup di tutto, e mi ci è voluta un settimana, prima di ripristinare la vecchia versione di Windows, e intanto mi sono ritrovata sotto le Feste. *E allora, *posso solo augurarvi adesso delle * Feste serene , per quello che ancora ne rimane, *e un meraviglioso 2018! *
PS: Per farmi perdonare, oltre a riempire di amore questo capitolo, ho intenzione di aggiornare molto presto ... *
 
  
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