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Autore: _Hale_    28/12/2017    2 recensioni
Era trascorso un anno da quando dodici esseri umani -sei ragazzi e sei ragazze di diciotto anni- avevano deciso di aderire a quell'esperimento, un progetto senz'altro ambizioso ma in cui nessuno, neanche i dodici, credeva realmente: gli esseri umani dovevano proteggersi, dovevano difendersi a tutti i costi da coloro che volevano sterminarli per non vivere più nella penombra, più forti ma in netta minoranza numerica. I vampiri non erano frutto della fantasia, non erano mostri che esistevano unicamente nei libri per ragazzi o nei film dell'orrore, erano reali e dodici di loro vennero selezionati per frequentare l'accademia e dimostrare che la convivenza con gli umani era non solo possibile, ma addirittura vantaggiosa.
Genere: Fantasy, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Universitario, Sovrannaturale
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NB: questa storia è il sequel di Desiderio. Presenti SPOILER se non avete concluso il primo racconto.

 

Accademia G.A.

(sequel di "Desiderio")

 


Cap 1. Ritorno all'accademia

Era trascorso un anno da quando dodici esseri umani -sei ragazzi e sei ragazze di diciotto anni- avevano deciso di aderire a quell'esperimento, un progetto senz'altro ambizioso ma in cui nessuno, neanche i dodici, credeva realmente: gli esseri umani dovevano proteggersi, dovevano difendersi a tutti i costi da coloro che volevano sterminarli per non vivere più nella penombra, più forti ma in netta minoranza numerica. I vampiri non erano frutto della fantasia, non erano mostri che esistevano unicamente nei libri per ragazzi o nei film dell'orrore, erano reali e dodici di loro vennero selezionati per frequentare l'accademia e dimostrare che la convivenza con gli umani era non solo possibile, ma addirittura vantaggiosa.
Erano cambiate molte cose dal giorno in cui la nuova generazione di umani e vampiri era ritrovata per la prima volta nella stessa stanza dell'istituto; la tensione, allora, era palpabile: i primi erano terrorizzati e disgustati all'idea di avere a che fare con mostri che si nutrivano di loro, mentre i secondi erano sprezzanti e prepotenti, convinti di poter sottomettere l'altra razza nel giro di pochi giorni. 
Ciò che accade in poche settimane, però, costrinse entrambe le parti a ricredersi: l'umano e il vampiro che tanto si disprezzavano divennero compagni, nei casi più fortuiti persino amici e la vecchia faida, che da secoli impediva alle due razze di trovare un punto di incontro, sembrò svanire nel nulla all'interno di quelle quattro mura.
Fu un episodio a segnare la svolta decisiva, una disgrazia che colpì profondamente non solo i vampiri, da sempre giudicati gli assassini tra le due razze, ma persino gli umani: uno degli esponenti della razza tecnicamente più "selvaggia" venne brutalmente ucciso da un gruppo di esseri umani esterni all'istituto; il suo intento era difendere una giovane mortale, anch'ella, come lui, parte dell'esperimento. La vicenda, che nella vita di tutti i giorni avrebbe scatenato una guerra più che giustificata tra le due razze, portò invece umani e vampiri a creare un unico fronte: quella nuova generazione si rese conto che non esistevano razze buone o razze cattive, non era la sete di sangue a determinare l'indole di un individuo, quanto le scelte che esso compiva.
Gabriel era un vampiro, il rampollo di una delle famiglie più nobili e antiche che il mondo avesse mai avuto, e aveva perso la vita per proteggere Annabelle, un'umana, la persona che amava di più sulla faccia della terra.

La sua unica consolazione era che non sarebbe rimasta sola.

*     *     *

Il ritorno all'istituto fu relativamente semplice, soprattutto dopo avervi trascorso i mesi successivi la morte di Gabriel. Quello sì che era stato un vero Inferno, ed Annabelle non se n'era persa un solo giorno. 
I genitori le avevano proposto di abbandonare il progetto una volta saputo dell'accaduto, ma se c'era una cosa che la ragazza non poteva accettare, era tornare alla vita di un tempo, quella in cui Gabriel non c'era, di cui non aveva mai fatto parte e nella quale non avrebbe mai più potuto rivivere nulla che lo riguardasse. Lui c'era stato, aveva fatto parte della sua vita e se per rendere concreto il suo passaggio su questa terra era necessario rimanere all'istituto, allora Anne sarebbe tornata tra quelle mura. Almeno lì era tra persone che lo avevano conosciuto e che gli avevano voluto bene, ognuno a proprio modo.
I mesi estivi erano trascorsi molto lentamente e la ragazza li aveva passati interamente a leggere, ad eccezione di un paio di settimane in cui le sue due più care amiche -Daphne e Rebecca, anch'esse parte dell'esperimento di Joskow- erano andate a trovarla.
Anne sapeva che le due ragazze avevano come intento quello di farle trascorrere un'estate quanto meno piacevole, in fondo Gabriel se n'era andato da più di sette mesi ed era ora, per quanto anche loro sentissero la sua mancanza, di riprendere in mano le proprie vite. Avevano tentato di farla uscire, di portarla al mare, di farla partecipare alle feste degli amici di quartiere e nessuna delle due, neanche una volta, aveva accennato a Gabriel o a un qualsivoglia vampiro. Fu Annabelle che, spinta dalla curiosità di sapere come stessero gli altri ragazzi dell'esperimento, chiese alle due notizie su alcuni studenti in particolare.
Daphne ed Elessar, uno dei vampiri dell'esperimento, stavano insieme da mesi, ormai, e la loro storia procedeva a gonfie vele: Daphne aveva impiegato parecchie settimane a lasciarsi andare e ad aprire il proprio cuore al bel vampiro ma, una volta fatto, quei due erano diventati inseparabili.
Anne era davvero contenta per loro, in fondo ne avevano passate così tante prima di riuscire a vivere serenamente la loro storia; in più, entrambi avevano sofferto moltissimo nella loro vita, per quanto breve fosse stata fino ad allora, dunque meritavano davvero un po' di felicità.
- Mi manca, sai? Mi manca soprattutto la sua magnifica chioma ramata. - disse Anne un pomeriggio assolato, mentre tutte e tre erano sedute sul letto della ragazza a raccontarsi vari aneddoti. Daphne si sentiva terribilmente a disagio a parlare dell'argomento con Anne, non perché non fosse in confidenza con la ragazza, al contrario, le due si adoravano, ma temeva che la sua relazione con Elessar potesse ricordarle ciò che aveva perso con la morte di Gabriel. Anne, d'altro canto, era sinceramente felice per l'amica e cercò di farle capire che oramai aveva accettato la cosa.
- Salutalo da parte mia appena lo senti.
- Potrai farlo di persona: pensava di venire a trovarti una di queste sere, in fondo non abita lontano da qui. Mi sembra di aver capito che anche Devon ci terrebbe molto a vederti.
Per quanto Daphne tentasse di non dar peso alle parole appena pronunciate, persino Rebecca si intesì. Devon era stato, insieme a Elessar, il compagno di stanza di Gabriel e, come il vampiro dai capelli rossi, uno dei suoi più cari amici, per quanto litigassero piuttosto di frequente.
Ad Anne non era mai piaciuto molto Devon, ma dopo che questo aveva preso le parti sue e di Gabriel durante la visita dei genitori -umani e vampiri- all'istituto dell'anno precedente, la sua opinione su di lui era nettamente migliorata; persino Daphne aveva dovuto ricredersi, e lei era stata addirittura attaccata dal vampiro durante le prime settimane all'istituto.
- Anne? Hai sentito quello che ho detto?
Come accadeva ormai di frequente, ogni qualvolta si accennava a qualcosa o qualcuno che avesse a che fare con l'istituto, la ragazza si perdeva tra mille ricordi. Era quasi come se preferisse continuare a parlare di quei mesi appena trascorsi piuttosto che vivere la vita al di là di quel contesto.
- Certo che sì. Sarebbe carino.
In realtà, dopo che Daphne e Rebecca tornarono a casa, Anne non vide più nessun altro dell'accademia, in fondo mancavano poche settimane al ritorno a scuola e avrebbero avuto tempo e modo di parlare e raccontarsi come avevano trascorso l'estate.


Le valige erano ormai pronte da un pezzo, Annabelle era sulla soglia di casa e attendeva che i genitori scendessero per accompagnarla. Una volta in auto, la madre iniziò a parlare di quello stesso viaggio di un anno prima, quando Anne non aveva la minima intenzione di partecipare a un progetto simile, considerandolo privo di senso e totalmente inutile, oltre che pericoloso per gli umani.
- Ricordo che tenesti il broncio a me e a tuo padre per settimane, prima che l'anno scolastico avesse inizio.
Lo ricordava bene: non capiva perché i suoi stessi genitori, le persone che più avrebbero dovuto amarla sulla faccia della terra, volessero condannarla a una fine così brutale. Nove mesi in compagnia di malvagi assassini assetati di sangue? Un colpo di pistola sarebbe stato più veloce e meno doloroso.
Invece le cose erano andate diversamente e, quell'anno, Anne non vedeva l'ora di rimettere piede nell'accademia.
- Sai, credevo che dopo quanto avvenuto a quel vampiro tu non avessi più voglia di tornare lì.
Il padre ricevette una gomitata in pieno fianco destro da parte della moglie a seguito di quella frase, come se nominare -o tentare di farlo- Gabriel fosse un insulto alla sua memoria.
Annabelle, d'altra parte, sorrise indulgente ai genitori e tornò a rivolgere la propria attenzione fuori dal finestrino, a un panorama del tutto ordinario, col mento poggiato sulla mano sinistra e lo sguardo perso nel vuoto. Suo padre non ricordava neppure il nome di "quel vampiro", ma non gliene fece una colpa. I suoi amici, i pochi che aveva da una vita, non sapevano neppure come fosse fatto: il colore dei capelli, la corporatura, quegli occhi di ossidiana che lei tanto aveva amato.
Ma non poteva farne una colpa a nessuno.
- La vita va avanti, giusto? Lui non avrebbe voluto che mi chiudessi nella mia stanza a piangere tutto il giorno e tutta la notte.
Così dicendo, Anne chiuse l'argomento con i genitori, i quali si scambiarono un'occhiata incerta e iniziarono a parlare del tempo.


Si rese conto da sola di quando furono ormai vicini, in fondo aveva camminato tra quegli alberi per notti intere. Il parco circostante, più simile a una foresta in realtà, si diradò e lasciò posto alla magnifica vista di una villa di epoca vittoriana che si stagliava contro le luci del tramonto e sapeva di casa. Il cuore di Anne perse un battito, ma tutto tornò alla normalità dopo pochi istanti.
- Sei sicura che starai bene? Ricorda, se...
- "Se ti servirà qualcosa, qualunque cosa che non hai portato con te, chiamaci." Lo so, mamma. Sono sopravvissuta già un anno qui dentro, direi che non avrò problemi neanche per il secondo.
Anne sorrise gentile a sua madre e la abbracciò, cogliendola totalmente di sorpresa. La donna ricambiò l'abbraccio con più affetto di quanto avesse dovuto, poi lasciò che la figlia salutasse il padre e, insieme a lui, tornò a Jacksonville, quella cittadina da cui mai aveva voluto scappare come nell'estate appena trascorsa.
Prese la valigia e trasse un profondo respiro, prima di voltarsi e prepararsi psicologicamente a un altro anno in quella scuola. 
Nell'osservare la villa, Anne non poté negare che molte cose erano cambiate, anzi, tutto era cambiato e avrebbe trovato particolarmente difficile l'idea di adattarsi a tali cambiamenti.
Si fece coraggio ed entrò.


- Oh, ragazze, quanto mi siete mancate!
Rebecca, la dolce ragazza dai lunghi capelli rossi e il viso a forma di cuore era, tra le tre, la più emotiva e affettuosa. Non appena vide Anne e Daphne ai piedi della scalinata che le avrebbe condotte nel loro dormitorio, era saltata addosso a entrambe rischiando di farle cadere, nonostante fosse piuttosto minuta, stringendole in un abbraccio mozzafiato; Anne la lasciò fare ridendo, mentre Daphne, solitamente allergica ai gesti d'affetto, fece molta fatica a non scaraventarla lontano da sé.
Una volta nel loro dormitorio, l'odore di pulito e il fruscio delle tende tipico di quel luogo le fecero sentire a casa.
- D'accordo, lo ammetto: è mancato anche a me tutto questo.
E con un mezzo sorriso e un'occhiata di sbieco ad Anne, Daphne lasciò una pacca sulle spalle a entrambe le amiche e si sistemò per la cena.
Dopo neanche venti minuti dal loro arrivo, le tre ragazze scesero in sala comune, dove trovarono i restanti nove studenti umani dell'istituto. Tra i volti ormai noti Anne riconobbe Michael, un ex spasimante di Daphne che aveva ricevuto il benservito da Elessar dopo che, una sera, aveva provato a baciare la sua ragazza. Beh, qualsiasi cosa il vampiro gli avesse fatto, Anne era del parere che se la fosse pienamente meritata.
- Anne, che bello rivederti!
Il ragazzo mostrò particolare affetto per lei, cosa che le risultò piuttosto familiare: dopo la morte di Gabriel tutti all'interno dell'istituto si dimostrarono eccezionalmente gentili nei suoi confronti. Cosa, a suo parere, molto premurosa ma piuttosto inutile. Tuttavia, contraccambiò il saluto con un gran sorriso.
- Michael, ti trovo in forma! Sei andato in palestra quest'estate?
Il ragazzo, inizialmente un po' incerto su come comportarsi, a quelle parole si illuminò di gioia e ammise di aver fatto un po' di esercizio fisico. Anne rise di nuovo mentre rivolgeva lo sguardo agli altri ragazzi. Che strano, alcuni di loro non li aveva mai visti.
- Sembra che dopo il successo dell'anno precedente altri studenti si siano proposti per entrare a far parte dell'esperimento.
- Altri studenti?
Anne rimase sorpresa dalle parole di Michael, in fondo il senso dell'esperimento era far sì che ci fosse un pari numero di vampiri ed esseri umani nell'istituto per far sì che si creassero vere e proprie coppie che collaborassero tra loro. Se erano aumentati gli umani, con ogni probabilità sarebbero aumentati anche i vampiri.
- A quanto pare alcuni degli studenti dello scorso anno hanno abbandonato l'istituto: sai, i genitori non volevano rimandarli in un posto in cui è morto uno di noi.
Quel riferimento a Gabriel fece quasi commuovere Anne, che apprezzò il fatto che Michael lo avesse definito uno di loro, come se non vi fosse alcuna differenza tra la morte di un vampiro e quella di un uomo.
- Anche alcuni di loro sono andati via, me lo diceva Elessar ieri sera.
Daphne si intromise nella discussione dopo aver sentito le parole di Michael, il suo tono non lasciava molto da intendere: riteneva assurdo che alcuni vampiri avessero abbandonato l'accademia, soprattutto dopo quello che era successo a Gabriel, una sorta di guida per loro.
- Non avercela con quei ragazzi, hanno sofferto molto anche loro per la sua morte. Era giusto che avessero la possibilità di scegliere da che parte stare.
Così dicendo, Anne anticipò i compagni e si diresse fuori dal dormitorio per la cena. 
Scesero al piano terra chiacchierando allegramente del più e del meno, presentandosi ai nuovi arrivati e raccontando loro qualcosa dell'accademia; Anne, Rebecca, Daphne, Michael, Dominic, Jason, Allison e Ralph erano gli otto "superstiti" dell'annata precedente, coloro che avevano scelto di restare, e i quattro nuovi arrivi, due ragazzi e due ragazze, avevano molte domande per loro.
Una volta giunti nella sala da pranzo, il loro ingresso venne accolto con gioia dal preside Joskow, allegro e pieno di vita come sempre. Quall'uomo piaceva molto ad Anne, la sua sicurezza e la fiducia che nutriva in quell'esperimento avevano fatto cambiare l'opinione di molti dei ragazzi che, in quel momento, si trovavano nella stanza. 
Joskow lanciò un'occhiata in particolare proprio a lei, come a sincerarsi che il ritorno in quella scuola non fosse motivo di sofferenza, ma Anne annuì e gli sorrise dolcemente.
Lei stava bene.
I ragazzi presero posto ma prima di iniziare a mangiare attesero ancora qualche momento. La classe notturna avrebbe fatto il suo ingresso a minuti e i nuovi ragazzi erano eccitati all'idea di vedere così tanti vampiri radunarsi insieme a loro.
Anne, come gli altri sette veterani, attendevano invece con ansia il ritorno di alcuni di quelli che erano diventati loro cari amici.
L'attesa fu ben presto ripagata e, non appena il pesante portone di legno massiccio si spalancò, ecco fare il loro ingresso i dodici vampiri dell'esperimento di Joskow.
La mente di Anne tornò indietro di un anno, nel momento in cui vide i dodici vampiri di allora entrare in quella stessa sala e prendere posto al tavolo rettangolare di fronte al loro; ricordava perfettamente l'astio che nutriva verso la loro razza, pur non conoscendoli affatto, e con un sorriso le tornò alla mente lo sguardo famelico ed eccitato che la maggior parte di loro riversò sui dodici umani, lei compresa.
Le cose erano decisamente cambiate, poiché gran parte dei vampiri che fecero il loro ingresso deviarono dal proprio tavolo per andare a salutare personalmente alcuni degli umani presenti. 
Elessar non si fece attendere e, dopo una decina di secondi dalla sua apparizione, era già tra le braccia di Daphne per salutarla a dovere tra i fischi di approvazione dei compagni; Anne rise a quella scena, mentre un vampiro dai lunghi capelli biondo platino e gli occhi di diamante screziati di rosso le si avvicinava, sorridendo.
- Annabelle, che piacere rivederti.
Lucien era forse il vampiro più gentile e raffinato che Anne avesse mai avuto la gioia di incontrare, e le piaceva moltissimo. Era sempre stato gentile con lei, fin dal loro primo incontro-scontro sulle scale che conducevano al primo piano dell'istituto. Non avrebbe detto la stessa cosa del fratello, ma non si poteva avere tutto dalla vita.
- Lucien, sono felice che tu sia rimasto.
- Non me ne sarei andato per nulla al mondo. Questo glielo devo.
Il vampiro non ebbe bisogno di leggere la mente di Anne per sapere che la ragazza aveva afferrato il senso della sua affermazione: Gabriel aveva creduto in quell'idea ed era morto realizzandone appieno il significato; nessuno di quelli che avevano creduto in lui e che lo avevano rispettato avrebbero abbandonato il progetto.
- Ehi, bocconcino, mi hai sognato durante l'estate?
La voce di Excess, il fratello -fratellastro, a dire il vero- di Lucien si era appena rivolto a Rebecca, facendola arrossire come solo lui sapeva fare. Non era chiaro a nessuno il perché, ma il vampiro dalla pelle scura e i capelli corvini era particolarmente affascinato all'idea di infastidire Rebecca e metterla continuamente in imbarazzo.
- Dacci un taglio, Ex, te ne prego. La dolce Rebecca sarà molto stanca a causa del lungo viaggio, non le serve davvero che tu le rovini la serata.
E con un sospiro di finta esasperazione, Lucien lanciò un sorriso e un'occhiata divertita ad Anne e tornò col fratello verso il tavolo dei vampiri, non prima di essersi soffermato un attimo di troppo con lo sguardo su Rebecca e Daphne, le quali ricambiarono il gesto con aria seria.
In lontananza la ragazza vide Julian, il vampiro -o l'essere vivente- più interessato alla moda che avesse mai conosciuto, Elessar, che le promise di passare in dormitorio a salutarla prima che gli umani andassero a dormire, Zafira, la vampira dai tratti esotici che non aveva ancora deciso se Anne le piacesse o meno, Devon, che le rivolse un sorriso mesto e un cenno del capo e Charity, la compagna di stanza di Zafira. Altre quattro vampire femmine dovevano aver preso il posto di coloro che avevano scelto di abbandonare l'accademia, compresa Brittany, la ragazza che Gabriel aveva frequentato prima di conoscere Anne. E poi lo videro, il nuovo compagno di stanza di Devon ed Elessar, il vampiro che aveva preso il posto di Gabriel nell'esperimento.
Il tintinnio di una forchetta contro un calice di cristallo destò Anne da ricordi ormai lontani, facendo cessare il chiacchiericcio eccitato dei nuovi esponenti del gruppo e attirando l'attenzione di tutti i presenti.
Il preside Joskow si alzò dalla propria seduta e rivolse un sorriso gentile ai suoi studenti, il suo orgoglio.
- Benvenuti, ragazzi miei, bentornati per il secondo anno di questo magnifico progetto. Molti di voi sanno già di cosa si tratta, mentre per altri è un salto nel vuoto, una sfida a cui andranno incontro per la prima volta, pertanto, mi aspetto da voi altri il massimo supporto possibile.
Gli sguardi dei presenti cercarono i ragazzi nuovi che, comprensibilmente, apparivano come erano apparsi loro l'anno precedente: gli umani sembravano alquanto intimoriti dai vampiri, e le nuove reclute di questi ultimi non facevano che lanciare sguardi languidi e bramosi all'altra tavolata.
- Prima di dare ufficialmente inizio a questo esilarante anno scolastico, permettetemi di ricordarvi le brevi e semplici regole dell'istituto e di aggiornarvi sui recenti cambiamenti che si sono resi necessari nel personale della scuola. 
A quelle parole Anne abbassò lo sguardo sul proprio piatto, mentre tutti gli altri si fecero più attenti alle parole del preside e allungarono il collo per vedere chi fosse stato sostituito. Per coloro che erano presenti già dall'anno precedente, fu facile notare la mancanza di una persona che, fino a pochi mesi prima, era stata un punto di riferimento: Selina Moscova, la tutor dei vampiri, nonché cugina di Gabriel, era stata la causa involontaria della morte del vampiro, fatto che le aveva fatto perdere non solo la fiducia di Joskow, ma anche il posto in accademia.
Anne aveva sentito dire da Rebecca che i vampiri avevano minacciato di abbandonare l'istituto se Selina non fosse stata allontanata dalla scuola, ma la vampira stessa aveva rassegnato le sue dimissioni prima ancora che Joskow potesse prendere provvedimenti.
Nessuno sapeva che fine avesse fatto, le leggi dei vampiri erano diverse da quelle degli umani, ma ad Anne non importava. Le bastava non vederla mai più.
- Per i nuovi arrivati: le lezioni degli umani si svolgeranno durante la mattinata e nel primo pomeriggio, mentre per i vampiri si terranno la sera e la notte. Avrete la possibiità di interagire dopo il tramondo per qualche ora, prima che scatti il coprifuoco per gli umani e l'inizio delle lezioni per i vampiri; come ben sapete ogni razza gode di un proprio dormitorio e, per quanto io sia il primo a incentivare la nascita di svariate amicizie, vi pregherei di non recarvi troppo spesso nel dormitorio dell'altra razza. Inoltre, una delle novità di quest'anno vedrà un nuovo corso, tenuto niente meno che dai vostri tutor, che sarà seguito da tutti voi. Sì, avete capito bene: umani e vampiri frequenteranno la stessa lezione che si terrà ogni mercoledì nel tardo pomeriggio.
Quella sì che era una novità! L'anno precedente i contatti tra le due razze erano praticamente assenti durante le lezioni, ci si limitava a frequentarsi -quando ciò divenne fattibile- al cambio delle lezioni tra le due classi e durante la cena o, al massimo, nelle visite al paese durante i weekend.
- ... ecco perché il suo posto verrà preso dal nostro nuovo tutor, che sono certo farà un ottimo lavoro e saprà essere un punto di riferimento per tutti e dodici i vampiri dell'istituto. Gradirei che tutti voi deste un caloroso benvenuto a Raphael Addams!
Nell'udire quel nome parecchie teste si voltarono in direzione di Anne, mentre questa rivolgeva uno sguardo colmo di sofferenza a colui che aveva preso il posto di Selina come guida dei giovani vampiri.
La mano di Rebecca si strinse attorno a quella della ragazza e Daphne fu sul punto di trascinarla via da quella sala, ma Anne non si mosse e non disse nulla.
Avrebbe riconosciuto prima quel vampiro se si fosse presa la briga di guardarlo meglio una volta entrata nella stanza. Avrebbe riconosciuto il ragazzo che l'aveva beccata fuori dall'ufficio di Selina nell'inverno precedente, la sera in cui aveva sentito la vampira organizzare un incontro in cui Gabriel non avrebbe dovuto esserci. Quello stesso incontro in cui il vampiro aveva perso la vita perché quel coltello era destinato a lei, non a lui.
Selina la voleva morta, o per lo meno abbastanza terrorizzata da lasciare il suo prezioso cugino.
Ma la cosa peggiore, era che non aveva mai saputo -almeno fino a quel momento- che quel vampiro fosse il fratello di cui Gabriel le aveva parlato.
- Se lo scorso anno vi ho detto di essere certo di poter sperare nella buona riuscita di questo esperimento, a dodici mesi di distanza vi dico lo stesso, ma questa volta ho voi come prova vivente del successo di questa convivenza. Quindi rendiamo onore a questo progetto, rendiamo onore alla memoria di un vampiro che ha sacrificato se stesso per salvare un'umana che amava più della sua stessa vita. 
Ma quello fu troppo. Mentre alcuni dei presenti applaudivano, Anne si alzò brutalmente dal tavolo facendo cadere la sedia e attirando su di sé lo sguardo di tutti. Non si accorse di Daphne, Rebecca, Elessar e Lucien che si alzarono contemporaneamente con l'intenzione di seguirla, né dell'occhiata di fuoco che Raphael le riservò, tanto meno delle espressioni confuse dei nuovi arrivati.
Corse, corse a perdifiato verso il proprio dormitorio, percorrendo una strada che ormai aveva imparato a conoscere in mesi di permanenza in quell'istituto; le lacrime le appannavano la vista ma i suoi passi erano sicuri, tanto da arrivare incolume nel dormitorio degli umani e, poco dopo, sul proprio letto.
Le lacrime sgorgarono senza freni, le urla di dolore che aveva trattenuto dalla notte in cui Gabriel morì echeggiarono tra le mura dell'istituto, mentre la consapevolezza di averlo perso per sempre si faceva nuovamente strada in lei, lacerando il cuore che a fatica, per mesi, aveva mantenuto insieme.
Qualcuno entrò nella stanza qualche istante dopo di lei, ma ad Anne non interessava sapere di chi si trattasse, seppur potesse immaginarlo. Le sue urla sovrastavano le parole di Daphne e il pianto di comprensione di Rebecca, mentre le due tentavano di abbracciarla e darle conforto. Daphne la afferrò per le spalle e la costrinse a sollevarsi quel tanto che bastò per attirarla fra le sue braccia, stringendola fin quasi a soffocarla, imprimendole la sua presenza. Rebecca fece altrettanto, abbracciandola da dietro e piangendo con lei tutte le lacrime che erano state trattenute per quel momento.
- Mi manca da morire! Non riesco... non riesco a respirare! Mi fa male... troppo male... 
Anne urlava e stringeva spasmodicamente le braccia delle amiche, tentando a volte di liberarsi e altre volte di sorreggersi a quei pilastri. Dalla notte in cui Gabriel morì non aveva più versato una lacrima, neppure durante il funerale del vampiro. Ogni qualvolta qualcuno le aveva chiesto come si sentisse o se stesse bene, lei rispondeva con un sorriso, affermando che la vita doveva andare avanti e che Gabriel non avrebbe voluto vederla triste; aveva dato la sua vita per lei, dunque Anne avrebbe dovuto viverla al meglio. Era il minimo che potesse fare per onorare la sua memoria.
Ma erano stronzate, tutte stronzate. La sua vita era vuota senza di lui. Gabriel le aveva fatto conoscere la felicità, l'amore adolescenziale di cui si avrebbe conservato il ricordo per sempre. Si dice che il primo amore non dura mai tutta la vita, ma il loro era diverso, loro due insieme avrebbero potuto affrontare di tutto.
- Ha dato la vita per me... è morto per colpa mia!
- Gabriel è morto per colpa di quel pugnale, di quel bastardo che ha cercato di farti del male, per colpa di Selina! Tu eri tutto per lui, non avrebbe mai lasciato che ti accadesse qualcosa.
Daphne tentava di cullarla e di accarezzarle il viso per farla calmare, ma senza riuscirci.
- Perché me lo hanno portato via... Non dovevano portarmelo via!
Le mancava il fiato, respirava a fatica e le sue urla erano strazianti.
- Anne, ti prego, calmati...
Rebecca non aveva la risolutezza e il sangue freddo di Daphne, qualunque cosa avesse provato a dire non sarebbe stato sufficiente per placare il dolore di Anne, dunque si limitò ad abbracciarla in silenzio, non provando neppure a nominare Gabriel.
Lei e Daphne avevano capito che c'era qualcosa che non andava nell'amica; dopo la morte di Gabriel non era stata più la stessa, sorrideva ma il suo sguardo si perdeva nel vuoto, era spento e nulla attirava la sua attenzione o destava il suo interesse. Non aveva mostrato più segni di cedimento, la notte dormiva e si dimostrava partecipativa e volenterosa in qualsiasi programma che le due proponevano per distrarla. Eppure non era più lei.
Era solo questione di tempo prima che il suo dolore venisse a galla e tornare all'accademia, per quanto questo fosse il suo desiderio, era stato troppo per lei.
Lucien le aveva avvertite durante l'estate e, poco prima del discorso di Joskow, quando si era voltato per tornare al proprio tavolo, aveva lanciato uno sguardo ammonitore alle due ragazze. Lui sapeva delle parole che il preside avrebbe pronunciato, sapeva chi fosse Raphael ed era certo della reazione di Anne.
- Non posso... non ce la faccio a guardare suo fratello negli occhi, giorno dopo giorno...
- Ce la fai, certo che ce la fai! Ci siamo noi con te, non ti lasceremo affrontare tutto questo da sola, te lo prometto, ma tu devi darci una mano. 
- Non sono abbastanza forte.
- E allora crollerai, piangerai e ti struggerai di dolore. Ma poi ti rialzerai, ti renderai conto che per quanto dolorosa possa essere, la tua vita deve andare avanti. Lo devi a lui, Anne, ma prima di tutto lo devi a te stessa. Credimi, io lo so.
Il respiro della ragazza iniziò a divenire più regolare, i singhiozzi si ridussero fin quasi a sparire e le lacrime, con molta fatica e altrettanto tempo, smisero di rigarle il volto arrossato dal pianto. Quando fu pronta abbandonò le braccia delle amiche e si mise a sedere, guardandosi attorno.
Non era più tanto certa di aver fatto la scelta giusta a tornare, ma in un certo senso sapeva che Gabriel avrebbe voluto che tutti loro portassero a termine l'esperimento. In più, quei ragazzi, umani e vampiri, erano diventati la sua famiglia e l'istituto era ormai casa sua.
- L'ho amato davvero.
Sarebbe stato assurdo vivere di nuovo lì e sapere di non vederlo mai più. Era ridicolo sapere che non lo avrebbe trovato ad aspettarla in cima alla scalinata del secondo piano ogni sera alle diciotto, così come non lo avrebbe scorto a cena, come quando la fissava con l'intento di farla arrabbiare fin dai primi giorni di convivenza. Le sarebbero mancati da morire i baci che ogni mattina, all'alba, Gabriel passava a darle prima di andare a riposare e non sapeva come andare avanti senza il sorriso che aveva riservato sempre e solo a lei.
 

"Promettimi una cosa." 
"Qualunque cosa."
"Non lasciarmi mai." 
"Farò di meglio: sarò sempre con te." 
 
I ricordi dell'ultima notte trascorsa con lui tornarono prepotenti a invaderle la mente, con le ultime parole che si erano detti. Quanto di vero poteva esserci?
- Devo reagire, avete ragione. Lui non vorrebbe questo per me e non lo voglio neanche io. Ce la farò, il dolore non passerà mai del tutto ma diventerà più facile da sopportare.
A quel punto si alzò e rivolse uno sguardo carico di gratitudine alle due amiche, le quali le sorrisero di rimando, prima di dirigersi verso la finestra e osservare il panorama notturno che tanto aveva amato.
Lo sguardo le cadde sul laghetto sulle cui rive aveva trascorso ore incantevoli in compagnia di Gabriel, sulla serra in cui lui l'aveva presa in giro e fatta arrabbiare, sul percorso che finiva dritto tra i folti alberi e che, prendendo il sentiero giusto, avrebbe condotto al villaggio adiacente. Ogni cosa, ogni luogo le ricordava lui e questo non sarebbe cambiato.
In quell'accademia lo aveva conosciuto, lo aveva odiato e poi, con calma, aveva imparato ad amarlo. Questo era un qualcosa per cui valeva la pena soffrire.
- Mi aveva promesso che sarebbe rimasto con me per sempre.
- Oh, Anne, tesoro... non puoi pensare che...
- Lo so. Solo, me lo aveva promesso.



Angolo dell'autrice:
Bene, che dire? SONO TORNATA. 
Avrei dovuto concludere questa storia più di tre anni fa, me ne rendo conto, ma quando il blocco colpisce non ci si può fare nulla ç___ç era da qualche settimana, però, che continuavo a pensare di rimettermi a scrivere: le idee per questa ff continuavano a fare capolino nei momenti più disparati e, tre un ricordo di qua e un'idea nuova di là, ecco la seconda parte della storia prendere forma. Purtroppo non ho idea della frequenza con cui farò uscire i capitoli, se a distanza di ore o di settimane, ma prometto di portare alla fine questa storia, perché tutti i personaggi meritano un benedetto finale!
Quindi mi scuso, mi prostro ai piedi di chi ha aspettato invano la seconda parte della storia. A distanza di tre anni, eccomi qui a rispettare la promessa.

Passiamo al capitolo: ho deciso di pubblicare questo passaggio (come vedete molto diverso dai precedenti, dato che si concentra unicamente su Anne ed è, in un certo senso, una sintesi molto rapida di quanto accaduto nei quattordici capitoli che lo precedono) in duplice "copia", ovvero sia come capitolo finale della mia storia Desiderio, sia come primo capitolo della mia nuova storia Accademia G.A., che altro non è che il sequel, possiamo dire, dell'altra. In questo modo spero sì di riuscire ad attirare nuove lettrici, ma anche e soprattutto di ritrovare le amiche fedeli che mi hanno accompagnata nella stesura di tutti e quattordici i capitoli di una storia che non sono riuscita a dimenticare.
Come noterete se continuerete a leggere, più che su una trama complessa e articolata preferisco concentrarmi sui personaggi, mi piace caratterizzarli fin nei dettagli, amo scoprire di volta in volta lati del loro carattere che inizialmente non noto, mi piace renderli unici rispetto a tutti gli altri e, cosa che trovo molto utile, alla fine di ogni capitolo inserirò dei disegni che vi mostreranno come io immagino ciascuno di loro. Poi magari non riesco nell'intento, ma la volontà c'è ç____ç
Quindi che altro aggiungere? Se avete letto Desiderio, allora bentornate, mi siete mancate e spero vivamente di avere altre recensioni da voi, positive o negative che siano, mi aiutano sempre a migliorarmi e a perfezionare i miei personaggi; se invece siete nuove di questa storia, spero che il capitolo vi sia piaciuto o che vi abbia incuriosito quel tanto che basta per convincervi a leggere anche Desiderio, in fondo vi aiuterebbe a capire il come e il perché siamo arrivati a questo punto.
Aspetto come al solito tante critiche! Non scrivo da un po' e sono decisamente arrugginita, quindi via con i suggerimenti *-*
Un bacione e a presto, spero!
-Fra

 
   
 
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