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Autore: JEANPAGET    28/12/2017    3 recensioni
Inauguro ufficialmente la raccolta dei miei scleri per la nuova stagione
Genere: Angst, Drammatico, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Felicity Smoak, Oliver Queen, Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: Spoiler!
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Oliver si sveglio’ di soprassalto. Nella penombra della stanza, illuminata solo dalla luce della luna piena ci mise un attimo prima di mettere a fuoco. Allungo’ d’istinto la mano verso destra ma la parte del letto matrimoniale accanto a lui era fredda, vuota.

Non erano sposati da neanche un mese, molte delle cose di Felicity erano ancora al loft, che peraltro non si decidevano a mettere in vendita, e lui non si ricordava quasi piu’ com’era dormire da solo. Averla tra le braccia, i morbidi capelli che gli solleticavano il collo, il profumo di quei capelli,  la mano di lei che gli accarezzava il petto: era diventato irrinunciabile ormai. Lui spesso le prendeva la mano, ne baciava il palmo o i polpastrelli delle dita colorate. O i capelli. E le labbra, sempre. E poi scivolava nel sonno piu’ tranquillo che avesse mai dormito. Sereno. In pace. Nonostante tutto.

Quella sera di Vigilia quando era rientrato dalla conferenza stampa natalizia al Municipio non l’aveva trovata. Era indaffarata con la sua azienda, stava tentando di riallacciare un rapporto almeno lavorativo con Curtis dopo che aveva abbandonato il Team Arrow al covo. E doveva anche passare al covo per controllare l’attivita’ dei server. Non aveva potuto accompagnarlo alla conferenza stampa e lui l’aveva capita. Da quando erano tornati insieme, lei aveva messo ben in chiaro che lei non era solo la compagna, ora moglie, del sindaco. Aveva una sua vita. Una sua professione, un suo scopo personale. Qualcosa da realizzare e da portare avanti al di la’ della sua relazione con lui o della sua appartenenza al Team Arrow, ma che non per questo metteva in secondo piano la sua vita con lui,  l’amore che provava per lui e la loro comune crociata contro il crimine.  E lui la rispettava in questa sua scelta. Anzi, ne era orgoglioso.

Qualcosa lo aveva fatto svegliare, come un rumore attutito. Si decise ad alzarsi. Usci dalla camera da letto e si avvio’ verso il salotto.

Tranne che per il fuoco acceso nel camino, la stanza era immersa nel buio. A destra, distante dal camino un Albero di Natale debitamente addobbato. Raisa e William si erano dati da fare, ed era molto bello, adorno di palline rosse e gialle, file dorati e lucine varie. Era pure comparsa la calza di Oliver bambino, con il suo nome scritto sopra. L’ultima volta l’aveva vista appesa al loft quando ci abitava Thea prima di… scaccio’ quel pensiero e si costrinse a tornare al presente.

A fianco dell’albero, posato su un tavolino di cristallo, un candelabro a 7 braccia. Non avevano dimenticato che Felicity era ebrea. Alcuni pacchetti sotto l’albero mentre lei saltellava sul tappeto cercando di raccogliere quel che era caduto.

“Cosa stai combinando?” disse lui appoggiandosi allo stipite della porta

Lei si fermo’ di botto, l’aria colpevole di chi era stato colto in fallo

Illuminata solo dal fuoco del camino, il riflesso delle fiamme che danzava sulla sua pelle diafana, era bellissima. In un paio di semplici pantaloni di pigiama e la solita canotta rosa che portava abitualmente per andare a dormire, la semplice purezza di quel profilo minuto e aggraziato che era solo suo. Il cuore di Oliver si gonfio’ d’amore solo a vederla

“Ciao, ecco io.. come e’ andata la conferenza stampa?”

Lui si tolse dallo stipite e avanzo’ verso di lei.

Ogni volta che lo vedeva arrivare verso di lei le si azzerava la salivazione. Cosi’ alto, forte, bello nella sua gloriosa fisicita’. La danza di luce e ombre su quel petto nudo, largo e segnato dalle cicatrici, i fianchi stretti nei pantaloni del pigiama, azzurri come i suoi occhi. E non si era innamorata di lui solo grazie al suo aspetto fisico.

“Bene, bene. a parte le solite domande su un futuro impeachment e se quello che si dice su di me che sono Green Arrow e presto l’FBI mi mettera’ in prigione definitivamente.. bene.”

“E cosa hai detto ai tuoi sostenitori e ai tuoi detrattori della mia assenza alla conferenza stampa di Natale del Sindaco?”

“Ho detto loro che mia moglie e’ una donna che lavora e che chiunque di loro avesse una moglie che lavorava avrebbe capito la mia sitauzione. Che le nostre compagne sono sempre al nostro fianco nelle lotte quotidiane a sostenerci, anche quando non ci sono fisicamente, perche’ impegnate nel loro lavoro e nel contribuire al benessere delle nostre famiglie.”

“Molto ben detto, signor Sindaco.”

“Beh in fondo non ho detto che la verita’. Tu lavori davvero al benessere della nostra famiglia. Solo che e’ una famiglia grande come una citta’ e un po’.. verde.”

“Una famiglia che di recente ti ha deluso.” Felicity chino’ la testa “Sia come citta’ che come team”

Oliver strinse le labbra. L’agente dell’ FBI gli stava mettendo contro la citta’ di cui era sindaco. E  ancora non si era rassegnato per quel che era successo al Team. Non riusciva a mandare giu’ quel che aveva fatto Rene’. Lo capiva. Lo capiva fin troppo bene. Come lui aveva messo il bene di sua figlia davanti a tutto.  Ma non riusciva a giustificarlo. Non per come si era comportato. E anche Dinah e Curtis se n’erano andati. Lo confortava che John fosse rimasto dalla loro parte. Ma sentiva di aver fallito, ancora una volta. E non gli piaceva.

“So che non ne vuoi parlare, ma” inizio’ lei

“Hai detto bene Felicity, non voglio parlarne. Non adesso, almeno.” Commento’ mestamente lui

“Che stavi combinando al buio?”  Chiese lui subito dopo, cambiando discorso

“Stavo tentando di fare Babbo Natale. Ma non mi viene un granche’ bene” rispose lei

“Uhm, non ci credo. Tu riesci bene in tutto.”

Lei gli sorrise. La fiducia che lui riponeva in lei la commuoveva, soprattutto da quando aveva avuto conferma che lui aveva sempre avuto fiducia in lei, anche se a lei non pareva,  durante quella straziante umanissima confessione che le aveva fatto quando erano stati intrappolati al covo. Da allora non aveva fatto che amarlo piu’ di prima, anche se non credeva fosse possibile.

“E cosa ha portato Babbo Natale?”

“Sono riuscita a scovare l’ultima edizione di quel videogioco che tanto voleva Wiliam, quella che abbiamo tanto cercato. Sono andata a ritararla stasera giusto un attimo prima che chiudesse il negozio. La volevo incartare per bene, ma lo scotch mi e’ rimasto sulle dita, la carta si e’ strappata in un punto e nel girarmi a prenderne un altro foglio e’ caduto tutto quel che c’era sul tavolino. Un elefante in una cristalleria avrebbe fatto meno danni, in queste cose non ci so fare, regali per bambini, feste di famiglia, io..”

Oliver le accarezzo’ con dolcezza una guancia, fermando quel fiume di parole. Sorrideva. Come la prima volta che si erano incontrati. La sua parlantina aveva sempre il potere di farlo sorridere. La sua semplice presenza lo faceva sorridere. Il fatto che lei lo amassa lo rendeva felice. Il fatto che lei pensasse a suo figlio lo commuoveva. Il legame di affettuosa complicita’ che lei aveva stabilito cosi’ in fretta con William era stupefacente. Ma del resto era di Felicity rendere le cose piu’ belle e piu’ semplici, uno dei tratti di lei che piu’ amava.

Depose un tenero bacio sulle labbra di quella che da meno di un mese era sua moglie. Ancora non ci credeva. A tutto quel che era successo.

Lei rispose al bacio con pari tenerezza.

“Mi piace come mi fai stare zitta, lo sai?” sussurro’ sulle sue labbra

“Lo so” rispose lui abbracciandola. Quel piccolo morbido corpo consenziente si incollo’ al suo con la solita naturalezza, data dalla consuetudine e dal reciproco desiderio. Le mani calde di lui scivolarono sulla schiena di lei, insinuandosi sotto la canotta e tra l’elastico dei pantaloni del pigiama, accarezzadole la pelle in parte morbida e in parte increspata dalle cicatrici delle operazioni subite alla parte bassa della schiena per l’impianto del chip che la faceva camminare.

Se solo pensava che quasi l’aveva persa… La bacio’ di nuovo,  la tenerezza stava diventando qualcosa di piu’ urgente, impellente

“Pero’ se continui cosi non riusciro’ a finire di incartare il regalo…” sospiro’ lei riluttante staccando le labbra dalle sue. Gli occhi di lui brillavano come stelle azzurre nella penombra, rischiatata dalla fiamme del fuoco nel camino. La passione, il desiderio non celato in quegli occhi che tanto amava.

“E va bene” concesse lui, sciogliendola dall’abbraccio

Felicity fini’ di fare il pacchetto e lo pose in bella vista davanti all’albero.

Lui decise che doveva dirglielo. Dirle quello che aveva nel cuore. Aveva bisogno di lei.

“Felicity, ho parlato con l’avvocato”

Felicity rabbrividi’, e non per il freddo

“Oliver..” disse girandosi verso di lui. Non voleva sentire quello che le avrebbe detto. E sapeva che doveva sentirlo invece.

“Felicity, dobbiamo affrontare la questione, lo sai. Vieni qui.”

Le tese la mano, si accoccolarono a terra sul tappeto di fronte al camino, lui di schiena contro il divano, lei seduta nel suo grembo, le braccia di lui attorno a lei.

“Se .. se le cose dovessero andare male, se fossi condannato”

“Non ti condanneranno, io lo so”

“Amore, se mi condanneranno dovro’ passare molti anni in prigione, lo sai. Forse tutta la vita.”

“Non voglio sentirti parlare in questo modo”  la stretta di lei si fece piu’ forte

“Felicity, io dovro’ pagare per quel che ho fatto”

“Tu non hai fatto altro che salvare questa citta’”

“Si, ma quando sono tornato qui dall’isola, prima di conoscerti, ero solo un killer. Devo rispondere delle tante morti che ho causato.”

“Tu non sei un killer. Non sei piu’ quello che eri. E hai fatto tanto di buono per Star City, questo non potranno ne’ averlo dimenticato ne’ metterlo in dubbio.”

“Felicity, tu sei buona e fiduciosa. Non tutti la penseranno come te. Dobbiamo prepararci al peggio.”

Felicity rimase in silenzio.Lui le prese la mano dove brillava la fede che le aveva infilato all’anulare

“E’ per questo che ho parlato con l’avvocato. A proposito di  William. Le ho chiesto di preparare i documenti per l’affido congiunto di mio figlio.”

“Oliver, io”

“Lui non deve pagare per i miei errori. E gli ho promesso che per quanto fosse in mio potere non sarebbe rimasto solo al mondo.” Le alzo’ il mento con il dorso della mano, accarezzandole lievemente la guancia

“Voglio affidarti mio figlio. Voglio che lui diventi anche tuo figlio. Tu sei l’unica persona al mondo che amo e di cui mi fido a tal punto da chiederti di prenderti cura di lui, di stargli accanto, di aiutarlo a crescere”

Gli occhi di lei si riempirono di lacrime

“Felicity so che ti sto chiedendo tanto. Lo faremo solo se sei d’accordo. Ma io mi sentirei infinitamente piu’ tranquillo sapendolo con te. Perche’ so che gli vuoi bene e e non lascerai che gli accada niente di male.”

“Io non so se riusciro’ .. ha bisogno di suo padre.”

“Ha bisogno di amore, e tu ne hai tanto da dare. Ci riuscirai, ne sono piu’ che sicuro. William ti vuole bene, hai riportato affetto e allegria nella sua vita. L’hai resa migliore. Esattamente come hai fatto con me. Ti prego, Felicity. Aiutami a tenere al sicuro nostro figlio”

“Nostro figlio” aveva detto. Felicity stava per mettersi a piangere, ma ricaccio’ indietro le lacrime.

“Va bene. Firmero’ i documenti e faro’ del mio meglio con William. E so che tornerai presto da noi.”

“Grazie, amore mio. Grazie”

L’abbraccio’, stringendola forte a se’. Aveva visto la lotta interna dentro di lei, la forza con la quale aveva evitato di mettersi a piangere.

Si alzo’ in piedi, e la fece alzare.

“Scusami un secondo”

Si allontano’ un secondo per poi tornare con un pacchettino rosso con il fiocco bianco  “Per te”

“Oliver non dovevi, davvero”

“Si che dovevo.”

Le diede il pacchettino, lei lo rigiro’ tra le mani con fare inpacciato

“Non e’ un’altra chiave” sorrise lui

“Su aprilo, mezzanotte e’ gia’ passata!”

Lei lo apr’i. Era un delizioso braccialetto, con appeso un piccolo charm a forma di casetta. Lei lo fisso’.Poi fisso’ Oliver

“Oliver e’  bellissimo!”

Lui lo prese dallo scatolino e glielo allaccio’ al polso, sfiorando il piccolo ciondolo con un dito

“Casa. Perche ‘ e’ questo che sei per me.”

Trattenne le mani di lei nelle sue

“Pensavo che ogni anno che ci sara’ concesso di vivere insieme, al nostro anniversario ti posso regalare  un altro charm da aggiungere a questo.”

Lei lo guardava con le lacrime agli occhi.

“Spero che questo ciondolo non resti da solo, e che non solo completeremo questo braccialetto ma che ne avrai anche degli altri.”

“Oliver” fu lei  stavolta ad accarezzarlo sulla guancia spruzzata di barba

“Anch’io ho qualcosa per te.  Volevo dartelo domani, ma visto che siamo qui”

Tolse un pacchettino dalla calza di Oliver appesa all’albero e glielo porse.

“Felicity. Tu mi hai gia’ fatto il regalo piu’ bello chiedendomi di sposarti. Non chiedevo altro”

Non era del tutto vero. Aveva un altro desiderio ma non poteva ancora dargli voce. Gia’ averla sposata era una cosa enorme, che solo fino all’anno prima aveva creduto non sarebbe mai potuta accadere. Ma ancora non poteva confidarle quello che sognava, quello che sperava da quando aveva realizzato di amarla, da quando aveva accettato  il suo amore per lei  in quel suo forte abbraccio sulla torre dell’orologio, da quando aveva visto la gioia del suo amico John quando era diventato padre. Gia’ in parte quel sogno di una famiglia sua si era realizzato con Wiliam eppure nel suo cuore serbava gelosamente quel sogno: un bambino loro. Avere un figlio da Felicity, dalla donna che amava piu’ di se’ stesso. Un meraviglioso sogno che con il tempo sperava si sarebbe potuto finalmente realizzare. Ma non voleva metterle pressione. Non adesso. Voleva viverla attimo per attimo, vivere il suo amore, costruire la loro vita insieme giorno per giorno, con William. Anche con quella spada di Damocle che pendeva sulla sua testa, del processo, dell’FBI.

“E’ solo un piccolo segno. Su dai,aprilo”

Sembrava una bambina. Eccitata e al tempo stesso titubante, come timorosa che il regalo non gli sarebbe piaciuto.

Oliver apri’ il pacchettino. Sollevo’ dal velluto una sottile catena dorata con un piccolo pendente a forma di stella racchiusa in un cerchio.

“Un’altra stella. Un’altra appartenenza” disse lei timidamente, accarezzadogli  con mano lieve il cratere sul petto di lui dove prima aveva il tatuaggio della stella Bratva.

Lui soppeso’ per un attimo il ciondolo. Voltandolo lesse la scritta incisa sul dietro “You are my star. F” (Sei la mia stella. F.)

“Anche io voglio invecchiare insieme a te. Anche se conduciamo una vita particolare e pericolosa. Ma voglio che tu sappia una cosa: che il destino ci separi domani o fra quarant’anni  non rimpiangero’ un solo secondo passato insieme a te da quando ti ho conosciuto. Mai.” La senti’ dire piano.

Alzo’ lo sguardo dal ciondolo per guardarla. Lei glielo prese dalle mani e glielo mise al collo.

“E ti aspettero’. Sempre.”

Lui la guardo’ senza parole, solo con quello suo sguardo particolare, di amore immenso, le lacrime che gli brillavano negli occhi

“Nel bene e nel male. Ricordi?” sorrise lei

“Nel bene e nel male.” Riaffermo’ lui deciso. Le strinse forte le spalle, le accarezzo’ il collo, circondandole il volto con le mani. Stavano per baciarsi con passione quando

“Ehi, voi due. Avete finito di tubare?”

William appoggiato allo stipite della porta che li guardava con aria divertita, le braccia conserte. Cosi’ simile a suo padre poco prima, in quella stessa posa indolente e rilassata.

Oliver e Felicity si separarono bruscamente,  imbarazzati

“Credi figliolo verra’ il tempo in cui anche a te piacera’.. tubare”  rispose Oliver

“Ho sentito qualcuno parlare e sono venuto a vedere se era arrivato Babbo Natale”

“E’ arrivato, e’ arrivato.” Felicity prese il pacco che con tanta premura aveva incartato e glielo porse

“Ma lo posso aprire adesso?”

“Certamente, William”

Il ragazzino scarto’ il pacco, lacerando la carta velocemente

“Wooow ! Sii, il gioco che volevo cosi’ tanto. Ma era introvabile, come..?”

“Babbo Natale ha le sue fonti” ironizzo’ Oliver, uno sguardo furtivo a Felicity

“Posso andarlo a provare?”

“William” fece Oliver improvvisamente serio e burbero

“Solo una partitina, poi vado a dormire, prometto!” imploro’ il ragazzo

“Solo una, e poi dritto a letto. Sono le 3 del mat..”

Il ragazzino non lo fece finire e abbraccio’ strettamente all’improvviso sia il padre che Felicity. D’impulso. E altrettanto velocemente li lascio’ per correre verso la sua camera.

“William?” fece Oliver, un po’ stranito dal comportamento del figlio

Il ragazzino si fermo’ di botto sulla soglia e si giro’ verso di loro

“Grazie papa’. Grazie Felicity. E non solo per questo.” Alzo’ il pacco verso di loro. “Grazie perche’.. ci siete”

fece un piccolo sorriso triste. ”Buon Natale!” E scappo’ via di corsa.

Oliver degluti’ forzatamente, tentando di  ricacciare indietro l’ondata di commozione che lo stava prendendo. Felicity si strinse a lui e lo guardo’

“Buon Natale, amore mio”

“Felice Festa di Hannukah, mia luce” fece lui sommessamente

La bacio’ a lungo, con amore e gratitudine. E la tenne stretta a se’. Sentiva il suo amore per lui. In quel momento fu sicuro che qualsiasi cosa gli avesse riservato il nuovo anno, bella o brutta, qualsiasi prova, qualsiasi situazione difficile gli si fosse posta davanti l’avrebbe saputa affrontare. Grazie a quella piccola fortissima donna che aveva tra le braccia. Grazie a quel ragazzino che era corso nella sua camera.Verso quel guscio, quello scudo dietro cui si proteggeva per nascondere i suoi sentimenti. Anche in questo cosi’ simile a lui.

Sua moglie. Suo figlio. La sua famiglia. La sua forza.

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One shot natalizia in ritardo e in anticipo per il Nuovo Anno

Tanti Auguri mie preziose lettrici. Grazie di esserci state, di esserci e di leggere le mie storie, che spero che vi abbiano tenuto e vi tengano compagnia.

A very Merry Christmas and a Happy New Year, let’s hope it’a good one, without any fear

Davvero Buon Natale e un Buon Anno Nuovo, speriamo sia buono, senza paura

Con le immortali parole di John Lennon, Buone Feste a voi tutte SIS e alle vostre famiglie e che il 2018 sia davvero un Buon Anno Nuovo! Un bacio e a presto!

   
 
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