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Autore: JEANPAGET    05/12/2017    1 recensioni
Inauguro ufficialmente la raccolta dei miei scleri per la nuova stagione
Genere: Angst, Drammatico, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Felicity Smoak, Oliver Queen, Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: Spoiler!
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Ispirato alle foto del matrimonio Olicity e alla canzone degli U2

La macchina corre veloce, nelle strade illuminate di Star City. Sotto il cielo stellato di questa giornata ormai finita.

Una giornata importante. Il giorno del mio matrimonio. Me l’avessero detto che sarebbe stato cosi’ non ci avrei creduto. Beh non avrei creduto nemmeno se mi avessero detto che mi sarei sposata davvero.

Felicity Queen. Felicity Meghan Smoak Queen. Sono la moglie di Oliver Queen. Il sindaco di Star City. Ex playboy miliardario. Green Arrow. L’eroe e l’uomo. Sono sua moglie.

Ancora non ci credo. Ma dopo tutto quel che e’ successo durante la crisi di Terra X, ho guardato in faccia alla realta’. E la realta’ e’ che io lo amo, e che voglio stare con lui. Come lui ha detto a me. Non importava come, ma solo stare insieme. E che amarci, stare insieme, ci rende migliori l’un l’altra.

Io subito non volevo sposarlo.

Non lo nego. Due anni fa ero stata presa in quel vortice di sentimenti e di felicita’ che ti offusca la mente. Lui che mi aveva chiesto di sposarlo davanti a tutti. Quel che avevamo passato insieme. La mia convinzione che potevamo stare insieme e lottare insieme. Ed era stato l’inizio della fine. Mai piu’ mi ero detta. Mai piu’.

Non volevo piu’stare cosi’ male. Prima quei proiettili che mi avevano paralizzato le gambe. E poi quella sua omissione, quella che mi era sembrata mancanza di fiducia che mi aveva paralizzato il cuore. No, basta. Non volevo piu’ soffrire.

Siamo stati lontani. E cosi’ vicini. Peggio. Abbiamo sofferto, ancora di piu’ stando separati. E lui mi ha riconquistato. Gli ho ridato fiducia. Gli ho ridato il mio cuore. Ma la mia paura piu’ grande, perderlo, non mi ha mai abbandonato.

Anche se lui mi aveva detto tanto tempo fa, prima di stare insieme, prima di essere un noi

Hey, you will never lose me

Quella paura era tornata, piu’ forte di prima. Abbandonata da mio padre. Abbandonata da Cooper. Sono sempre stata diversa da mamma, dal suo modo di fare, di sentire. Mi sono sempre fatta strada da sola nella vita.

E incontrare lui mi aveva cambiato la vita. Non avevo mai provato dei sentimenti cosi’ profondi per qualcuno.

Al suo abbandono non volevo neanche pensare. E l’avevo abbandonato io per prima.

Siamo cresciuti nel tempo in cui siamo stati separati, siamo cambiati. Ma quel che c’era tra noi, quel che c’e tra di noi, quello non e’ mai cambiato. E’ solo diventato piu’ forte.

Uno scossone dell’auto mi riporta al presente, probabilmente una buca nell’asfalto. Siamo in un taxi, seduti fianco a fianco. Io e mio marito.

Ti guardo, seduto nel taxi accanto a me. Sei serio, imbacuccato nel cappotto nero sopra allo smoking. Mi tieni la mano ma sei lontano mille miglia. Immerso in amari pensieri. La fronte aggrottata. La linea della mascella dura. I tuoi bellissimi capelli irti sulla testa, visto che ci hai passato le mani frustrato piu’ volte.  Gli occhi duri, quella sfumatura metallica che assumono quando sei preoccupato. Ormai conosco quella sfumatura. I tuoi occhi mi parlano. Mi hanno sempre parlato.

So a cosa pensi. Qualcuno nel team e’ disposto a testimoniare che sei Green Arrow in cambio di qualcosa dall’FBI. Quentin te l’ha detto durante la festa. E tu l’hai presa molto male. Un tradimento, hai detto al covo. Non riesci a capacitarti che qualcuno del team voglia vendere la tua identita’ nascosta. Perche’? Per cosa?

So come ti senti. So come ci si sente quando dai fiducia a qualcuno e ti senti tradito. E sono io che ho insistito perche’ tu mettessi in piedi un altro team.

So che pensi che non e’ Diggle. Lo penso anch’io. Ma un sentimento di sospetto, di sfiducia adesso serpeggia nel team. Qualcosa che ci mettera’ gli uni contro gli altri mentre dovremmo essere uniti.

Ma io saro’ sempre al tuo fianco.

Non hai piu’ parlato da quando siamo usciti dal bunker. John ci ha mandati a casa dicendo che non era giusto che rimanessimo la’ ad accusarci a vicenda. Tu hai obiettato che non era il momento di abbandonare la squadra ma lui ci ha ricordato che ci eravamo appena sposati e che la priorita’ eravamo noi.

“Tu mi hai mandato in luna di miele quando ho sposato Lyla proprio in un momento di crisi. Io vi sto solo chiedendo di andare a casa. E’ la vostra notte, dopotutto” aveva sorriso Dig, anche se a denti stretti.

Avevamo chiamato un taxi per prelevarci a un isolato di distanza dal bunker, per sicurezza. Il tassista ci aveva riconosciuti e ci aveva fatto mille complimenti. Ma il tuo silenzio, il nostro silenzio lo aveva poi dissuaso. E lui aveva acceso la radio, per attenuare quel silenzio.

E dalla radio erano uscite le parole della canzone degli U2

When you look so good, the pain in your face doesn’t show

When you look so good and baby, you don’t even know

When the world is ours but the world is not your kind of thing

Full of shooting stars, brighter as they’re vanishing

Oh you’ve seen enough to know it’s children who teach

You’re still free enough to wake up on a bed or a beach

You’re the best thing about me

The best thing that ever happened a boy

You’re the best thing about me

I’m the kind of trouble that you enjoy

You’re the best thing about me

Quando sei così bella che il dolore sulla tua faccia scompare

Quando sei così bella tesoro e non lo sai nemmeno

Quando il mondo è nostro, ma il mondo non è adatto per te

Pieno di stelle cadenti, più luminose mentre spariscono

Ho visto abbastanza da sapere che sono i bambini ad insegnarci le cose

Sei la migliore parte di me

La cosa migliore che possa succedere a un ragazzo

Sei la parte migliore di me

Sono il tipo di guaio che ti piace

Sei la parte migliore di me

Ti ho guardato. Mi hai guardato. E dopo un lungo momento mi hai finalmente sorriso di nuovo. E le immagini di oggi mi sono scorse nella mente. Mio padre che mi ha accompagnato all’altare. E mamma, che ho voluto al mio fianco mentre camminavo verso di te. Tu che mi aspettavi sul palco, sotto al baldacchino. Tuo figlio che teneva il cuscino con le fedi. Dig, tua sorella e Curtis che ci facevano da testimoni. Io che stringevo spasmodicamente il bouquet mentre camminavo verso di te, le farfalle nello stomaco. Tu che mi sorridevi, fiducioso, bello piu’ che mai. Io e te. Gli impensabili. Impensabile che tu potessi notarmi. Impensabile che io potessi interessarti. Impensabile che potessimo innamorarci. Impensabile che potessimo stare insieme. Impensabile quel che stava succedendo. Impensabile come il nostro amore, nato e cresciuto tra mille difficolta’, il nostro volerlo negare, le prove e le diffidenze, le sfide della vita di ogni giorno e di quella crociata notturna in cui ti seguo da 6 anni. Ha abbattuto tutti i muri che abbiamo eretto per proteggerci. Perche’ abbiamo trovato noi stessi l’uno nell’altra. Proprio come diceva mamma.

Passo dopo passo ti ho raggiunto. Mio padre mi ha consegnato a te

“Te l’affido. Trattala bene.” ti ha detto

Mamma mi ha accarezzato il viso sussurando “La mia bellissima bambina”  per poi abbracciare te

“Io so che mia figlia e’ fortunata ad avere un uomo come te che l’ama. L’ho capito 5 secondi dopo avervi visto insieme”

E tu che hai sorriso pazientemente.

La cerimonia, semplice, si e’ svolta come in un sogno.

Le promesse matrimoniali ce le eravamo gia’ scambiate e piu’ di una volta.

 E quando mi ha infilato la fede al dito mi ha detto le uniche parole che contano

“Ti amo Felicity. Voglio vivere ogni giorno della mia vita con te, mia luce.”

E io ti ho risposto “Ti amo, Oliver. Sei la mia stella. Il mio per sempre.”

Mi hai stretto forte le mani. E dopo aver rotto il bicchiere e aver ricevuto la benedizione dal rabbino ci siamo baciati, tra l’uragano di applausi degli amici e degli invitati. Ma io non sentivo piu’ niente attorno a me. Sentivo solo il tuo amore. La tua forza. La tua protezione. E non ho piu’ avuto paura. Come quando ti ho chiesto d’impulso di sposarmi. Non avevo piu’ paura. Ho fiducia in te. L’ho sempre avuta. E ho fiducia in noi adesso.

Il lancio del bouquet, preso al volo da mia madre. Incredibile. Chissa’. La festa.

Il brindisi di Rene’ “Al vero amore, a Oliver e Felicity”, io stretta al tuo braccio. La torta nuziale, io che ti imbocco e mi sorridi malizioso.  Gli amici che ballano.

Quando abbiamo ballato insieme, stretta nelle tue braccia, mi sembrava di toccare il cielo con un dito. E ho pensato a quella volta che volevi ballare con me ma io ero arrabbiata con te. E avevo ballato con Barry. Un buon amico. Pure lui sposato adesso. Sembra passato un secolo.

Il taxi si ferma davanti a casa tua. Casa .. nostra. William stara’ con Thea per qualche giorno. Avevamo pensato di andare in luna di miele a Bali. Ma con l’ombra dell’FBI che indaga su di te e ti sta addosso non puoi lasciare il Paese. Ma ci andremo un giorno, lo so.

Scendiamo. Paghi la corsa. Mi stringo nel cappotto rosa, fa freddo, sono le 4 del mattino. Mi fanno male i piedi, le scarpe bianche con il tacco a spillo che porto da stamattina mi stringono.

“Ancora felicitazioni a lei e alla sua sposa, Signor Sindaco!” e il taxi si allontana nella notte.

La tua sposa. Mi prendi per mano.

Prendiamo l’ascensore. Usciamo nel pianerottolo, ci fermiamo davanti alla porta. Non parli.

Togli le chiavi dalla tasca, apri la porta. Guardo davanti a me, deglutendo. Vorrei aiutarti ma non so bene cosa dirti, se non quel che ti ho gia’ detto al covo mentre andavamo via. Che ti amo e che puoi contare su di me. Che non ti abbandonero’ e che staro ‘sempre al tuo fianco.

Faccio per entrare ma mi prendi per un braccio, fermandomi. Ti guardo. Mi guardi. Quel tuo sguardo carezzevole e unico. Quello sguardo che hai per me da sempre. Anche se in questo momento ha un velo di tristezza. E di qualcos’altro.

“Non e’ cosi’ che devi entrare”

Mi ritrovo nelle tue braccia senza neanche aver capito come

In braccio mi porti dentro casa, chiudendo la porta con un calcio.

In soggiorno uno striscione  “Benvenuti signore e signora Queen!”

“William?” sorrido, le mie braccia attorno al tuo collo

“Probabile, con l’aiuto di Thea e Raisa”

Mi baci leggermente “Si, benvenuta davvero Signora Queen”

“Smoak Queen, prego!”

Le tue labbra piene si curvano in un lieve sorriso. Mi baci ancora, con piu’ passione, mentre mi porti in camera da letto. La tua, la nostra camera da letto.

Lentamente mi deponi a terra. Io scalcio via le scarpe con una smorfia, sono ancora piu’ piccola davanti a te.

Mi tolgo il cappotto, tu togli il tuo. Mi metti le mani sulle spalle,  me le accarezzi, scendi ad accarezzarmi le braccia. Poi mi circondi il volto con le mani, sento il freddo della tua fede al’anulare sinistro, quel modo solo tuo quando stai per baciarmi.

Mi contempli un attimo, intensamente come solo tu sai fare

“Sei bellissima, Felicity. Sei cosi’ bella che non son mai riuscito a dirtelo davvero”

Ti sorrido.

Mi accarezzi i capelli, il viso. Hai un’ombra di rimpianto negli occhi. Ti bacio alzandomi sulle punte. Non e’ colpa tua amore mio penso

“Mi dispiace, Felicity” mormori mentre mi baci le labbra, la guancia, la tempia, attirandomi teneramente a te

Mi scosto un attimo, ti accarezzo la guancia con la mano sinistra, dove brilla la fede che mi hai infilato al dito.

 “Non devi dispiacerti, tesoro.”

Tu ne baci il palmo, indugi sull’anello con le labbra

“Volevo che il giorno del nostro matrimonio fosse perfetto”

“E’ lo e’ stato. Lo e’. Una bellissima giornata “

Mi guardi incredulo.

“Lo e’ stato perche’ mi ami. E io amo te. Siamo insieme. Il resto non conta. Almeno …”

“Almeno?”

“Almeno fino a domani. Stanotte e’ solo nostra. Siamo solo io e te.”

 Mi accarezzi la guancia con un dito, i tuoi occhi valgono piu’ di mille parole

“Solo io e te… amore.” Mi stringo a te, mi abbracci forte.

Ad anni di distanza, a ogni anniversario avrei ricordato quelle poche ore tutte per noi. Il tuo bacio grato dopo le mie parole, i tuoi ti amo sussurrati sulla pelle, baci e parole brucianti. Le tue mani che abbassavano le spalline del mio abito, che tiravano giu’ la lampo fino a far cadere il vestito da sposa sui fianchi e scivolare giu’, lasciandomi in mutandine e autoreggenti bianche. Le mie mani che ti toglievano la giacca e scivolavano sulla camicia sotto le bretelle dello smoking a cercare la tua pelle calda. Il tuo petto forte e saldo, i tuoi muscoli, la tua potenza e dolcezza. La pressione della tua cintura sul mio ventre mentre ti liberavo dalla camicia attirandoti a me sul letto e sentivo la tua crescente erezione tra le cosce. La passione che era divampata come un incendio. Avvinghiati nel letto, le carezze, i baci, i morsi, le grida, i gemiti. La fusione dei nostri corpi, delle nostre anime, l’estasi che raggiungemmo piu’ volte. E poi la quiete dopo la tempesta dei sensi, il nostro dolce abbraccio, il respiro del nostro primo sonno insieme da sposati.

Io e te. Tu ed io.  Noi.  La parte migliore di noi.

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Eccoci qua SIS !

Crossover: solo due parole per definirlo: L’ABBRACCIO. Io non ci speravo proprio in quel bacio disperatamente vero e passionale.  

Per me e’ stato il massimo, piu’ del matrimonio, piu’ di tutto quello che si sono detti. Piu’ della adorabile trepidazione di Oliver nel chiedere a Felicity di sposarlo, quel dialogo tragicomico ammazzacuore. Piu’ del suo cuore infranto in quarantamila pezzi quando Felicity gli ha detto di no. Piu’ del loro parlare sulla scaletta. Piu’ del faccino triste di lui mentre si confidava con i Westallen. Piu’ del perche’ Felicity gli aveva detto di no. Piu’ della tensione quando il Dark Oliver le ha puntato contro l’arco dopo che lei gliene aveva dette 4  mentre Oliver nostro cercava di salvare lei, Cara Cattiva, capra cavoli e mondi interi. Bello bello bello. A presto!

Ps: me li hanno fatti andare insieme in moto a Central City!!! Gia’ li’ ero stesa.

Ps2: lo scrivo? Non lo scrivo? Lo scrivo: Dark Oliver era terribile, malvagio, senza redenzione ma cavoli se era .. avete capito cosa, vero? 😊

   
 
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