Ispirato alle foto del matrimonio
Olicity e alla canzone
degli U2
La macchina corre veloce, nelle
strade illuminate di Star
City. Sotto il cielo stellato di questa giornata ormai finita.
Una giornata importante. Il giorno
del mio matrimonio. Me
l’avessero detto che sarebbe stato cosi’ non ci
avrei creduto. Beh non avrei
creduto nemmeno se mi avessero detto che mi sarei sposata davvero.
Felicity
Queen. Felicity Meghan Smoak Queen. Sono la moglie di
Oliver Queen. Il
sindaco di Star City. Ex playboy miliardario. Green Arrow.
L’eroe e l’uomo.
Sono sua moglie.
Ancora non ci credo. Ma dopo tutto
quel che e’ successo
durante la crisi di Terra X, ho guardato in faccia alla
realta’. E la realta’
e’ che io lo amo, e che voglio stare con lui. Come lui ha
detto a me. Non
importava come, ma solo stare insieme. E che amarci, stare insieme, ci
rende
migliori l’un l’altra.
Io subito non volevo sposarlo.
Non lo nego. Due anni fa ero stata
presa in quel vortice di
sentimenti e di felicita’ che ti offusca la mente. Lui che mi
aveva chiesto di
sposarlo davanti a tutti. Quel che avevamo passato insieme. La mia
convinzione
che potevamo stare insieme e lottare insieme. Ed era stato
l’inizio della fine.
Mai piu’ mi ero detta. Mai piu’.
Non volevo piu’stare
cosi’ male. Prima quei proiettili che
mi avevano paralizzato le gambe. E poi quella sua omissione, quella che
mi era
sembrata mancanza di fiducia che mi aveva paralizzato il cuore. No,
basta. Non
volevo piu’ soffrire.
Siamo stati lontani. E
cosi’ vicini. Peggio. Abbiamo
sofferto, ancora di piu’ stando separati. E lui mi ha
riconquistato. Gli ho
ridato fiducia. Gli ho ridato il mio cuore. Ma la mia paura
piu’ grande,
perderlo, non mi ha mai abbandonato.
Anche se lui mi aveva detto tanto
tempo fa, prima di stare
insieme, prima di essere un noi
Hey, you will never lose me
Quella paura era tornata,
piu’ forte di prima. Abbandonata
da mio padre. Abbandonata da Cooper. Sono sempre stata diversa da
mamma, dal
suo modo di fare, di sentire. Mi sono sempre fatta strada da sola nella
vita.
E incontrare lui mi aveva cambiato la
vita. Non avevo mai
provato dei sentimenti cosi’ profondi per qualcuno.
Al suo abbandono non volevo neanche
pensare. E l’avevo
abbandonato io per prima.
Siamo cresciuti nel tempo in cui
siamo stati separati, siamo
cambiati. Ma quel che c’era tra noi, quel che c’e
tra di noi, quello non e’ mai
cambiato. E’ solo diventato piu’ forte.
Uno scossone dell’auto mi
riporta al presente, probabilmente
una buca nell’asfalto. Siamo in un taxi, seduti fianco a
fianco. Io e mio
marito.
Ti guardo, seduto nel taxi accanto a
me. Sei serio, imbacuccato
nel cappotto nero sopra allo smoking. Mi tieni la mano ma sei lontano
mille miglia.
Immerso in amari pensieri. La fronte aggrottata. La linea della
mascella dura.
I tuoi bellissimi capelli irti sulla testa, visto che ci hai passato le
mani
frustrato piu’ volte. Gli
occhi duri,
quella sfumatura metallica che assumono quando sei preoccupato. Ormai
conosco
quella sfumatura. I tuoi occhi mi parlano. Mi hanno sempre parlato.
So a cosa pensi. Qualcuno nel team
e’ disposto a
testimoniare che sei Green Arrow in cambio di qualcosa
dall’FBI. Quentin te
l’ha detto durante la festa. E tu l’hai presa molto
male. Un tradimento, hai
detto al covo. Non riesci a capacitarti che qualcuno del team voglia
vendere la
tua identita’ nascosta. Perche’? Per cosa?
So come ti senti. So come ci si sente
quando dai fiducia a
qualcuno e ti senti tradito. E sono io che ho insistito
perche’ tu mettessi in
piedi un altro team.
So che pensi che non e’
Diggle. Lo penso anch’io. Ma un
sentimento di sospetto, di sfiducia adesso serpeggia nel team. Qualcosa
che ci
mettera’ gli uni contro gli altri mentre dovremmo essere
uniti.
Ma io saro’ sempre al tuo
fianco.
Non hai piu’ parlato da
quando siamo usciti dal bunker. John
ci ha mandati a casa dicendo che non era giusto che rimanessimo
la’ ad
accusarci a vicenda. Tu hai obiettato che non era il momento di
abbandonare la
squadra ma lui ci ha ricordato che ci eravamo appena sposati e che la
priorita’
eravamo noi.
“Tu mi hai mandato in luna
di miele quando ho sposato Lyla
proprio in un momento di crisi. Io vi sto solo chiedendo di andare a
casa. E’
la vostra notte, dopotutto” aveva sorriso Dig, anche se a
denti stretti.
Avevamo chiamato un taxi per
prelevarci a un isolato di
distanza dal bunker, per sicurezza. Il tassista ci aveva riconosciuti e
ci
aveva fatto mille complimenti. Ma il tuo silenzio, il nostro silenzio
lo aveva
poi dissuaso. E lui aveva acceso la radio, per attenuare quel silenzio.
E dalla radio erano uscite le parole
della canzone degli U2
When you look so good, the pain
in your face
doesn’t show
When you look so good and baby,
you don’t even
know
When the world is ours but the
world is not
your kind of thing
Full of shooting stars,
brighter as they’re
vanishing
Oh you’ve seen enough
to know it’s children who
teach
You’re still free
enough to wake up on a bed or
a beach
You’re the best thing
about me
The best thing that ever
happened a boy
You’re the best thing
about me
I’m the kind of
trouble that you enjoy
You’re the best thing
about me
Quando sei
così bella
che il dolore sulla tua faccia scompare
Quando sei
così bella
tesoro e non lo sai nemmeno
Quando il
mondo è
nostro, ma il mondo non è adatto per te
Pieno di
stelle
cadenti, più luminose mentre spariscono
Ho visto
abbastanza da
sapere che sono i bambini ad insegnarci le cose
Sei la
migliore parte
di me
La cosa
migliore che
possa succedere a un ragazzo
Sei la parte
migliore
di me
Sono il tipo
di guaio
che ti piace
Sei la parte
migliore
di me
Ti ho guardato. Mi hai guardato. E
dopo un lungo momento mi
hai finalmente sorriso di nuovo. E le immagini di oggi mi sono scorse
nella
mente. Mio padre che mi ha accompagnato all’altare. E mamma,
che ho voluto al
mio fianco mentre camminavo verso di te. Tu che mi aspettavi sul palco,
sotto
al baldacchino. Tuo figlio che teneva il cuscino con le fedi. Dig, tua
sorella
e Curtis che ci facevano da testimoni. Io che stringevo spasmodicamente
il
bouquet mentre camminavo verso di te, le farfalle nello stomaco. Tu che
mi
sorridevi, fiducioso, bello piu’ che mai. Io e te. Gli
impensabili. Impensabile
che tu potessi notarmi. Impensabile che io potessi interessarti.
Impensabile
che potessimo innamorarci. Impensabile che potessimo stare insieme.
Impensabile
quel che stava succedendo. Impensabile come il nostro amore, nato e
cresciuto
tra mille difficolta’, il nostro volerlo negare, le prove e
le diffidenze, le
sfide della vita di ogni giorno e di quella crociata notturna in cui ti
seguo
da 6 anni. Ha abbattuto tutti i muri che abbiamo eretto per
proteggerci. Perche’
abbiamo trovato noi stessi l’uno nell’altra.
Proprio come diceva mamma.
Passo dopo passo ti ho raggiunto. Mio
padre mi ha consegnato
a te
“Te l’affido.
Trattala bene.” ti ha detto
Mamma mi ha accarezzato il viso
sussurando “La mia bellissima
bambina” per
poi abbracciare te
“Io so che mia figlia
e’ fortunata ad avere un uomo come te
che l’ama. L’ho capito 5 secondi dopo avervi visto
insieme”
E tu che hai sorriso pazientemente.
La cerimonia, semplice, si
e’ svolta come in un sogno.
Le promesse matrimoniali ce le
eravamo gia’ scambiate e piu’
di una volta.
E
quando mi ha
infilato la fede al dito mi ha detto le uniche parole che contano
“Ti amo Felicity. Voglio
vivere ogni giorno della mia vita
con te, mia luce.”
E io ti ho risposto “Ti
amo, Oliver. Sei la mia stella. Il
mio per sempre.”
Mi hai stretto forte le mani. E dopo
aver rotto il bicchiere
e aver ricevuto la benedizione dal rabbino ci siamo baciati, tra
l’uragano di
applausi degli amici e degli invitati. Ma io non sentivo piu’
niente attorno a
me. Sentivo solo il tuo amore. La tua forza. La tua protezione. E non
ho piu’
avuto paura. Come quando ti ho chiesto d’impulso di sposarmi.
Non avevo piu’
paura. Ho fiducia in te. L’ho sempre avuta. E ho fiducia in
noi adesso.
Il lancio del bouquet, preso al volo
da mia madre.
Incredibile. Chissa’. La festa.
Il brindisi di Rene’
“Al vero amore, a Oliver e Felicity”,
io stretta al tuo braccio. La torta nuziale, io che ti imbocco e mi
sorridi
malizioso. Gli
amici che ballano.
Quando abbiamo ballato insieme,
stretta nelle tue braccia,
mi sembrava di toccare il cielo con un dito. E ho pensato a quella
volta che
volevi ballare con me ma io ero arrabbiata con te. E avevo ballato con
Barry.
Un buon amico. Pure lui sposato adesso. Sembra passato un secolo.
Il taxi si ferma davanti a casa tua.
Casa .. nostra. William
stara’ con Thea per qualche giorno. Avevamo pensato di andare
in luna di miele
a Bali. Ma con l’ombra dell’FBI che indaga su di te
e ti sta addosso non puoi
lasciare il Paese. Ma ci andremo un giorno, lo so.
Scendiamo. Paghi la corsa. Mi stringo
nel cappotto rosa, fa
freddo, sono le 4 del mattino. Mi fanno male i piedi, le scarpe bianche
con il
tacco a spillo che porto da stamattina mi stringono.
“Ancora felicitazioni a lei
e alla sua sposa, Signor
Sindaco!” e il taxi si allontana nella notte.
La tua sposa. Mi prendi per mano.
Prendiamo l’ascensore.
Usciamo nel pianerottolo, ci fermiamo
davanti alla porta. Non parli.
Togli le chiavi dalla tasca, apri la
porta. Guardo davanti a
me, deglutendo. Vorrei aiutarti ma non so bene cosa dirti, se non quel
che ti
ho gia’ detto al covo mentre andavamo via. Che ti amo e che
puoi contare su di
me. Che non ti abbandonero’ e che staro ‘sempre al
tuo fianco.
Faccio per entrare ma mi prendi per
un braccio, fermandomi.
Ti guardo. Mi guardi. Quel tuo sguardo carezzevole e unico. Quello
sguardo che
hai per me da sempre. Anche se in questo momento ha un velo di
tristezza. E di
qualcos’altro.
“Non e’
cosi’ che devi entrare”
Mi ritrovo nelle tue braccia senza
neanche aver capito come
In braccio mi porti dentro casa,
chiudendo la porta con un
calcio.
In soggiorno uno striscione
“Benvenuti signore e signora Queen!”
“William?”
sorrido, le mie braccia attorno al tuo collo
“Probabile, con
l’aiuto di Thea e Raisa”
Mi baci leggermente “Si,
benvenuta davvero Signora Queen”
“Smoak Queen,
prego!”
Le tue labbra piene si curvano in un
lieve sorriso. Mi baci
ancora, con piu’ passione, mentre mi porti in camera da
letto. La tua, la
nostra camera da letto.
Lentamente mi deponi a terra. Io
scalcio via le scarpe con
una smorfia, sono ancora piu’ piccola davanti a te.
Mi tolgo il cappotto, tu togli il
tuo. Mi metti le mani
sulle spalle, me le
accarezzi, scendi ad
accarezzarmi le braccia. Poi mi circondi il volto con le mani, sento il
freddo
della tua fede al’anulare sinistro, quel modo solo tuo quando
stai per
baciarmi.
Mi contempli un attimo, intensamente
come solo tu sai fare
“Sei bellissima, Felicity.
Sei cosi’ bella che non son mai
riuscito a dirtelo davvero”
Ti sorrido.
Mi accarezzi i capelli, il viso. Hai
un’ombra di rimpianto
negli occhi. Ti bacio alzandomi sulle punte. Non e’ colpa tua
amore mio penso
“Mi dispiace,
Felicity” mormori mentre mi baci le labbra, la
guancia, la tempia, attirandomi teneramente a te
Mi scosto un attimo, ti accarezzo la
guancia con la mano
sinistra, dove brilla la fede che mi hai infilato al dito.
“Non
devi dispiacerti,
tesoro.”
Tu ne baci il palmo, indugi
sull’anello con le labbra
“Volevo che il giorno del
nostro matrimonio fosse perfetto”
“E’ lo
e’ stato. Lo e’. Una bellissima giornata “
Mi guardi incredulo.
“Lo e’ stato
perche’ mi ami. E io amo te. Siamo insieme. Il
resto non conta. Almeno …”
“Almeno?”
“Almeno fino a domani.
Stanotte e’ solo nostra. Siamo solo
io e te.”
Mi
accarezzi la
guancia con un dito, i tuoi occhi valgono piu’ di mille
parole
“Solo io e te…
amore.” Mi stringo a te, mi abbracci forte.
Ad anni di distanza, a ogni
anniversario avrei ricordato quelle
poche ore tutte per noi. Il tuo bacio grato dopo le mie parole, i tuoi
ti amo
sussurrati sulla pelle, baci e parole brucianti. Le tue mani che
abbassavano le
spalline del mio abito, che tiravano giu’ la lampo fino a far
cadere il vestito
da sposa sui fianchi e scivolare giu’, lasciandomi in
mutandine e autoreggenti
bianche. Le mie mani che ti toglievano la giacca e scivolavano sulla
camicia
sotto le bretelle dello smoking a cercare la tua pelle calda. Il tuo
petto
forte e saldo, i tuoi muscoli, la tua potenza e dolcezza. La pressione
della tua
cintura sul mio ventre mentre ti liberavo dalla camicia attirandoti a
me sul
letto e sentivo la tua crescente erezione tra le cosce. La passione che
era
divampata come un incendio. Avvinghiati nel letto, le carezze, i baci,
i morsi,
le grida, i gemiti. La fusione dei nostri corpi, delle nostre anime,
l’estasi
che raggiungemmo piu’ volte. E poi la quiete dopo la tempesta
dei sensi, il nostro
dolce abbraccio, il respiro del nostro primo sonno insieme da sposati.
Io e te. Tu ed io.
Noi. La
parte migliore di noi.
----------------------------------
Eccoci qua SIS !
Crossover: solo due parole per
definirlo: L’ABBRACCIO. Io
non ci speravo proprio in quel bacio disperatamente vero e passionale.
Per me e’ stato il massimo,
piu’ del matrimonio, piu’ di
tutto quello che si sono detti. Piu’ della adorabile
trepidazione di Oliver nel
chiedere a Felicity di sposarlo, quel dialogo tragicomico ammazzacuore.
Piu’
del suo cuore infranto in quarantamila pezzi quando Felicity gli ha
detto di
no. Piu’ del loro parlare sulla scaletta. Piu’ del
faccino triste di lui mentre
si confidava con i Westallen. Piu’ del perche’
Felicity gli aveva detto di no.
Piu’ della tensione quando il Dark Oliver le ha puntato
contro l’arco dopo che
lei gliene aveva dette 4 mentre
Oliver
nostro cercava di salvare lei, Cara Cattiva, capra cavoli e mondi
interi. Bello
bello bello. A presto!
Ps: me li hanno fatti andare insieme
in moto a Central
City!!! Gia’ li’ ero stesa.
Ps2: lo scrivo? Non lo scrivo? Lo
scrivo: Dark Oliver era
terribile, malvagio, senza redenzione ma cavoli se era .. avete capito
cosa,
vero? 😊