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Autore: AllisonHermioneEverdeen    28/12/2017    1 recensioni
Fin da piccola, Liv Winchester ha sempre saputo che il buio è qualcosa di cui avere paura.
Non è mai stata davvero bambina, inghiottita dall'oscurità del mondo quando era ancora troppo piccola per capire quello che succedeva intorno a lei.
Non ha mai avuto molte sicurezze nella sua vita, seguendo il padre nella sua folle caccia.
Ma ha sempre avuto un motivo per andare avanti, per rialzarsi dopo la morte del padre, per trovare la forza di ridere e scherzare di nuovo...
Quel motivo ha due nomi: Sam e Dean Winchester. La sua famiglia.
Quando Dean è morto, reclamato dagli inferi, ha creduto di morire.
Ma adesso è tornato, e Liv dovrà tirare fuori tutta la forza e il coraggio che possiede per affrontare l'ennesimo colpo che la vita non si stanca di sferrare contro la sua famiglia...
Perché non puoi chiamarti Winchester e aspettarti di avere una vita tranquilla!
Genere: Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: Movieverse | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Quarta stagione
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'The Third Winchester'
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Capitolo undici



Quel motel non era dei migliori, questo doveva ammetterlo: per addormentarsi su quei materassi bitorzoluti ci aveva messo una vita, per non parlare della doccia in mezzo alla polvere! Però era il motel più vicino al paese dove avevano rilevato un'insolita attività demoniaca. Insolita per i vecchi tempi, in realtà: in quel periodo sembrava che l'attività demoniaca avesse avuto un picco improvviso. Forse per via di quel piccolo fatto dell'Apocalisse...
Liv si svegliò all'improvviso, e lì per lì non capì il perchè: sembrava tutto tranquillo... Poi, però, si accorse che il letto di Sam era vuoto. Saltò a sedere sul materasso bitorzoluto, guardandosi spasmodicamente intorno, ma di Sam nessuna traccia. Poi sentì un'auto accostare al motel. Si precipitò alla finestra: Sam stava salendo su quell'auto, in cui era già seduta Ruby.
- Sammy, cosa diavolo stai combinando? - sibilò tra i denti la ragazza. Provò ad uscire per fermarlo, ma l'auto era già partita. La guardò allontanarsi, arrabbiata: quando sarebbe tornato, avrebbe costretto Sam a forza di calci nel sedere a dire a Dean la verità su Ruby, era arcistufa di quella situazione di mezze verità.
Alla fine tornò dentro, pronta a passare il resto della notte al computer a fare ricerche, ma appena varcò la soglia della stanza del motel, vide una figura umanoide luminosa davanti a Dean: stava portando due dita sulla fronte del ragazzo...
- Dean! - gridò Liv, allarmata, e con uno slancio prese il fratello per un braccio, sperando di poterlo allontanare da quella strana creatura. Appena afferrò il braccio di Dean, però, si sentì risucchiare in un vortice indistinto di colori e suoni... Perse la presa e rotolò per terra. Quando si fermò, sentiva di star per vomitare. Si rimise in piedi a fatica, respirando profondamente, e si guardò intorno: era su un marciapiede; accanto a questo erano parcheggiate delle auto d'epoca. Per la strada ne passavano altre... Ma dov'era finita? In un raduno di fanatici di auto vecchie?
Per il resto, però, quella dov'era finita sembrava una normale cittadina americana. Ovunque guardasse, però, Liv non riusciva a vedere suo fratello.
- Dean? - chiamò preoccupata. Cosa poteva essergli successo? Era finito anche lui in quel posto, oppure era da tutta altra parte?
- Dean?! - alzò la voce, mentre il panico la stringeva nella sua morsa.
- Ehi? - la chiamò una voce gentile. Liv si voltò: davanti a lei c'era una ragazza più o meno della sua età, dai biondi capelli mossi, la pelle bianca come il latte e due luminosi occhi azzurri. Aveva un'aria familiare...
- Mio fratello... - cercò di spiegarsi Liv, agitata. - Non riesco più a trovarlo! -
- Va bene, vediamo se posso aiutarti, - le sorrise rassicurante la ragazza. Liv annuì, facendo dei respiri profondi per calmarsi.
- Mi chiamo Mary, - si presentò intanto la sconosciuta. - Mary Campbell, e tu? -. Liv rimase pietrificata a fissarla. Quella... quella era...
- Ehi, stai tranquilla, troveremo tuo fratello, - disse Mary, pensando che l'espressione attonita di Liv fosse dovuta al panico per la scomparsa del fratello.
- Certo, - si costrinse a riprendersi Liv. - Io mi chiamo Olive Van Hallan, ma tutti mi chiamano Liv - e le strinse la mano. Sto stringendo la mano di mia madre... pensò con un tuffo al cuore. Non riusciva a crederci...
Ma se era tutto vero, lei aveva viaggiato nel tempo!
Mentre stringeva la mano di Mary, abbassò lo sguardo e vide il braccialetto della ragazza: era d'argento, e aveva come ciondoli dei pentacoli e altri simboli scaccia-demoni. Liv rimase attonita a fissarlo.
- Tutto bene? - le chiese Mary di nuovo.
- Tu... - balbettò Liv. - Tu sei una cacciatrice! -.

- Quindi una strana creaura ha afferrato tuo fratello, hai provato ad aiutarlo e ti sei ritrovata qui? - riepilogò Mary.
- Esatto, - annuì Liv. - Tuo padre è un cacciatore, vero? -
- Si, come tutta la mia famiglia, - sospirò Mary, accostando davanti a casa sua. Aveva deciso di portarla dalla sua famiglia per aiutarla a ritrovare suo fratello. Dal canto suo, Liv era ancora attonita per le ultime scoperte, ma cercava in tutti i modi di non darlo a vedere.
- Eccoci arrivati, - disse intanto Mary. Le due ragazze scesero dall'auto e percorsero il vialetto di casa Campbell. - Ti avverto, - Mary si fermò all'ingresso. - Mio padre non si fida degli altri cacciatori, perciò cerca solo di fare una buona impressione -.
- Farò del mio meglio, - si limitò a dire Liv. Mary suonò alla porta e una donna venne ad aprire: aveva una bella chioma di capelli castano chiaro, occhi luminosi ed un sorriso rassicurante.
- Ciao Mary, chi è la nostra ospite? - chiese dopo averle invitate ad entrare.
- Olive Van Hallan, un'altra cacciatrice, - spiegò Mary. - L'ho incontrata mentre tornavo, sta cercando suo fratello, speravo potessimo aiutarla -.
- Samuel è in sala, - le informò la donna. - Cercherò di darvi una mano a convincerlo -. La casa era spaziosa, ma senza esagerare, arredata in modo semplice e pratico.
- Samuel? - chiese intanto Liv. - Tuo padre si chiama Samuel? -
- Sì, e mia madre Deanna, - scrollò le spalle Mary.
Samuel e Deanna... Liv si ritrovò a sorridere.
- Ehi, sorellina! - le sorprese una voce mentre stavano per entrare in sala. Dietro di loro c'era un ragazzo alto, dalla pelle chiara, il naso puntellato di lentiggini e una chioma di capelli castani tutti scompigliati. - Non mi presenti la nostra affascinante ospite? -
- Oliver, - alzò gli occhi al cielo Mary. - Un po' di contegno! Lei è Liv, una cacciatrice che ho conosciuto oggi -.
- Felice di conoscerti, - improvvisò un inchino il ragazzo.
Samuel, Deanna e Oliver... non dovrò mai più chiedermi da dove arrivano i nostri nomi! pensò Liv. Si chiese distrattamente quanta voce in capitolo avesse avuto suo padre nel dare loro i nomi: doveva essersi lasciato convincere da Mary!
- Lasciala in pace, - stava dicendo intanto Mary.
- Non ti ricordavo così noiosa, - la prese in giro Oliver. - Comunque volevo ricordarti che tra poco verrà il tuo prinicipe azzurro a prenderti -.
- E' vero! - esclamò Mary, cadendo dalle nuvole. - Stavo quasi per dimenticarmene... Grazie per avermi avvertito! - e corse su per le scale, gridando poi dal piano superiore: - Aiuta Liv a convincere papà ad aiutarla, io vado a prepararmi! -.
- Il suo principe azzurro? - chiese subito Liv.
- Proprio così, - sorrise Oliver. - Si chiama John Winchester, si sono conosciuti un po' di tempo e da allora Mary ci esce insieme... Ma non sono qui per annoiarti con queste storie! Vieni, papà è in sala, - e sparì oltre la porta accanto a Liv. La ragazza fece un respiro profondo per tentare di rallentare il suo cuore impazzito: prima Mary, poi John... Smaniava dalla voglia di riabbracciare i suoi genitori, ma al tempo stesso sapeva che quelli non erano i suoi genitori, non ancora, e non avrebbero preso bene una sconosciuta che improvvisamente li abbracciava.
- Ehi, vieni? - la chiamò Oliver.
- Arrivo! - si scosse Liv. Prima Dean, si disse. Prima pensa a ritrovare Dean, poi insieme a lui ti occuperai del resto.

Samuel Winchester era un uomo pelato dall'espressione severa. Aspettava Liv seduto sul divano, come se volesse rendere l'idea che la sua visita non doveva scomodarlo.
- Allora, - esordì senza tanti giri di parole. - Tu saresti la cacciatrice che Mary ha incontrato stamattina? -
- Sì, signore, - rispose Liv drizzando la schiena. Doveva fare bella impressione? Bene, l'avrebbe fatta.
- Mi hanno detto che non riesci a trovare tuo fratello, - continuo Samuel senza scomporsi.
- Infatti, e Mary si è offerta di aiutarmi a cercarlo, - rispose tranquillamente la ragazza.
- Dimmi, quando uccidi un vampiro usi l'argento o un paletto nel cuore? - chiese Samuel scrutandola.
- E' uno scherzo? - fece Liv. - Nessuno dei due: di solito li decapito -. Il cacciatore accennò ad un'espressione soddisfatta, ma durò giusto un millesimo di secondo.
- Brava, ora puoi andartene, - disse tornando al suo giornale.
- Papà... - provò a protestare Oliver alzando gli occhi al cielo.
- Non mi fido degli altri cacciatori, perciò: quella è la porta, - ripetè Samuel.
- E' la tua ultima parola? - chiese Liv, scrutandolo.
- Senza dubbio, - rispose questo senza tentennamenti.
- Bene, mi spiace averla disturbata con la mia inutile visita, in fondo mi serve solo aiuto per ritrovare mio fratello, ma se sollevare gli occhi da quel giornale e prestare attenzione ad una ragazza alla disperata ricerca del fratello è troppo faticoso per lei, allora nessun problema: arrivederci e grazie -. Liv aveva parlato con estrema feddrezza, e dette queste parole girò i tacchi e andò verso l'uscita.
Oliver guardò con rimprovero il padre, e Deanna, che era rimasta sulla soglia, scosse la testa. Samuel dovette sentirsi osservato, perchè roteò gli occhi e disse: - Aspetta! -. Liv si bloccò.
- Come si chiama tuo fratello? - le chiese il cacciatore. La ragazza si sarebbe messa a fare i salti di gioia, ma non voleva rompere quell'equilibrio precario, perciò si voltò con un sorriso appenna accennato in volto.
- Dean, - rispose. - E' biondo, con gli occhi verdi e veste con una giacca di pelle -.
- Va bene, Oliver ti aiuterà a cercarlo, - affermò Samuel. - Ma sappi che la tua irriverenza non mi è affatto piaciuta: vedi di comportarti in modo più rispettoso - aggiunse poi.
- Sì signore, - annuì Liv.
Una volta che lei e Oliver uscirono dalla sala, Oliver le sorrise vittorioso.
- Ben fatto! - le disse. - Confesso che pensavo ti avrebbe incenerito... -
- Confesso di averlo pensato anche io, - ammise Liv.
Mentre si dirigevano alla porta furono raggiunta da Mary, adesso pettinata e con abiti puliti.
- E' arrivato? - chiese subito. Oliver aprì la porta di casa: in fondo al vialetto, parcheggiata accanto al marciapiede, c'era una bellissima Impala del 67 nera. Liv stava per correre incontro a Dean, ma si ricordò in tempo che l'Impala non aveva viaggiato con loro. Infatti, quello che aprì lo sportello era un ragazzo di bell'aspetto dai capelli neri. Con un tuffo al cuore, Liv si rese conto che non poteva che essere suo padre da giovane. Quel John Winchester, però, sembrava uno sconosciuto: sereno, sorridente, pulito...
Mary lo raggiunse di corsa, sorridente anche lei.
Non piangere si impose Liv. Non-azzardarti-a-piangere!
- Ti senti bene? - le chiese Oliver. Doveva essersi accorto che era un po' scossa.
- Si... - rispose in fretta Liv. - No, - aggiunse poi. - Devo trovare mio fratello! -
- Allora andiamo, - le sorrise rassicurante Oliver. Peccato che Liv non si sentisse affatto rassicurata: si trovava nel passato, di fronte ai suoi genitori, sorridenti e pieni di speranza per il futuro, e aveva scoperto che sua madre faceva la cacciatrice. Si sentiva in balìa di queste nuove scoperte, sola e sperduta. Tuttavia, fece un respiro profondo per calmarsi e seguì suo zio.
Una cosa alla volta si disse. Prima devo trovare Dean.

Avevano controllato tutti i locali e chiesto informazioni a passanti e amici di Oliver, ma nessuno sembrava aver visto Dean. Liv cominciava ad essere preoccupata, e quando era preoccupata diventava intrattabile.
- Vedrai che lo troveremo, - le disse Oliver quando scesero dall'auto. Oliver aveva un vecchio amico che vendeva auto, pensava che potesse aver visto Dean.
- L'hai detto anche due ore fa, - sibilò Liv.
- Ma questa volta credo ci siamo vicini, - affermò Oliver. Liv ingoiò una rispostaccia che le stava per scappare: ci mancava solo che offendesse l'unico alleato che aveva della famiglia Campbell, Samuel non l'avrebbe neanche più fatta entrare in casa!
Mentre seguiva Oliver verso il negozio di auto, però, vide una figura umanoide avvolta da una flebile luce bianca davanti al locale lì vicino.
- Torno subito! - esclamò la cacciatrice. - Tu parla pure con il tuo amico! - e, senza aspettare risposta, sfrecciò verso la figura.
- Chi sei? - le chiese subito, trattenendosi dal saltarle addosso: non voleva rischiare di ritrovarsi in un tempo diverso.
- Scusi? - provò a dire la figura. Liv strizzò gli occhi, cercando di scrutare la forma umana avvolta da tutta quella luce.
- Ti ho chiesto chi sei, - ripetè. - E voglio sapere anche dov'è mio fratello! -. Se si concentrava riusciva a vedere un uomo dall'aria un po' malaticcia, qualche capello grigio tra la chioma ramata, gli occhi marroni e la pelle puntellata di lentiggini. La stava scrutando con curiosità.
- Tu... - sussurrò, continuando a fissarla. - Tu non sei di questo tempo... -
- Grazie! - ironizzò Liv. - Hai trasportato me e mio fratello indietro nel tempo, perciò smettila di fare il finto tonto! -
- Ti sbagli, - affermò questo. - Non sono stato io: la mia grazia non è abbastanza potente -.
- La tua... cosa? - chiese Liv, confusa.
- La mia grazia, - spiegò pazientemente lo sconosciuto. - La mia energia, tutti gli angeli ne hanno una -.
Aspetta. Rewind. Angeli?
- Sei un angelo, - constatò Liv, sconcertata. - Perciò, anche quello che ci ha trasportati qui è un angelo -.
- Esatto, - affermò il suo interlocutore. - Mi chiamo Elia -. Continuava a guardarla con curiosità, sembrava scrutarla dentro...
- Molto bella, - disse infine. Liv lo guardò confusa, e lui parve accorgersene.
- Intendevo la parte di grazie in te, - spiegò, come fosse una cosa ovvia. Liv rimase a fissarlo a bocca aperta.
- La mia... parte... di grazia? - boccheggiò.
- Sì, molto luminosa, e familiare... - Elia si accigliò. - Sembra quasi... - sussurrò ancora, poi parve sbiancare. - Non può essere! - esclamò, indietreggiando.
- Cosa c'è? - chiese Liv.
- Non avvicinarti! - fece Elia. Sembrava terrorizzato. - Non voglio gli altri angeli alle calcagna! -. Indietreggiò ancora di un passo, poi semplicemente sparì.

ANGOLO MALATA DI MENTE
Ohilà gente!
Eccoci qua con il nuovo capitolo!
Liv si ritrova a fare un bel tuffo nel passato, in cui ha il piacere-infarto di trovarsi a faccia a faccia con una certa Mary, di conoscere sua nonna Deanna e il suo adorabile nonnino Samuel (che dopo aver visto la sesta stagione, non sopporto proprio!). Ho aggiunto un personale originale alla famiglia Campbell, cioè Oliver: mi sembrava carino, dato che i nomi si Sam e Dean sono presi da Samuel e Deanna, che anche il nome di Liv derivasse da un parente di Mary.
Detto questo, spero vivamente che il capitolo vi sia piaciuto!
Mi piacerebbe sapere cosa ne pensate della rivelazione dell'ultimo paragrafo: ve l'aspettavate? L'avevate intuito? Oppure è stata una completa sorpresa?
Grazie a tutti i lettori, a chi segue e preferisce. Grazie infinite a Biota per le sue recensioni!
A presto
AllisonHermioneEverdeen

   
 
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