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Autore: thisisgiulia    28/12/2017    2 recensioni
Una ragazza si ritrova da sola in un luogo a lei totalmente sconosciuto senza ricordarsi niente, neppure il suo nome. Verrà accolta da persone a lei misteriose e "bizzarre" che le comunicheranno che è stata reclutata per una battaglia che deciderà il suo destino. Nel frattempo, ad un ragazzo succede la stessa identica cosa, ma con lui ci sono persone diverse...
Genere: Avventura, Drammatico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Cloud Strife, Jecht, Kuja, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quindi... non siamo soli? - domandò il ragazzo camminando accanto a Cloud, che annuì di risposta.

E ad altre persone è successa questa identica cosa? - domandò ancora il ragazzo, ricevendo la stessa risposta di prima.

Capisco... - disse passandosi la mano tra i suoi capelli mori e scompigliati, chiedendosi se presto sarebbe tornato alla sua vita normale... e se quello fosse solo un sogno bizzaro e realistico.

Cloud si fermò di colpo, seguito dal ragazzo che si guardò intorno. Cloud gli fece gesto di restare fermo mentre cercava di sentire la presenza di qualcuno.

- Zack, ormai non funziona più questo gioco con me – disse il biondo. Un ragazzo moro, alto e vestito quasi come Cloud, sbucò dal nulla alle loro spalle, sorridendo amichevolmente.

- Volevo riprovarci – disse stirando in alto le braccia, per poi osservare l'altro ragazzo – Il nuovo alleato, dico bene? - domandò.

- A quanto pare – rispose il ragazzo – Mi chiamo... emh... - Zack ridacchiò e gli strinse la mano – Io sono Zack, non preoccuparti, entro domani mi dirai il tuo nome -

Il ragazzo rise, poi sgranò gli occhi – Domani? - Cloud sospirò e alzò gli occhi al cielo – Eravamo d'accordo... Cosmos gli spiegherà tutto -

- Cosmos? - disse ancora il ragazzo – Voglio sapere cosa succede, ora. Qualcuno vi ha incaricato di rapirmi? O è solo uno stupido scherzo? Un reality show? -

Zack e Cloud si guardarono confusi – Strano, nessuno dava così tanti segni di confusione – disse Zack grattandosi la testa.

- Credo sia palese che io sia confuso, e ora mi sto anche preoccupando: insomma... perchè non ricordo niente? Cosa ci faccio qui? Come facevate a sapere che sarei arrivato qui? - il ragazzo cominciava ad innervosirsi e ad essere più spaventato, i due amici lo avevano notato, ma Cosmos era incaricata di spiegare tutto.

- Cloud... se vuoi posso parlare io - disse Zack - Non penso che a Cosmos dia fastidio... se spieghiamo noi - 

Cloud annuì - Va bene - disse incrociando le braccia al petto, mentre il ragazzo si preparava ad ascoltare ogni cosa assurda che sarebbe uscita dalla bocca di Zack.

- Vedi... tutti noi, come ti avrà già detto Cloud, ci siamo svegliati qui senza ricordare niente, ma per un motivo importante: dobbiamo combattere una guerra divina - 

il ragazzo stava già ridendo, ma lasciò proseguire il discorso.

- So che sembrerà assurdo... ma in questo mondo ci sono due divinità: Cosmos, la Dea dell'armonia, e Chaos, il Dio della discordia. Da sempre sono in lotta, e hanno deciso di formare due eserciti di guerrieri di luce e di oscurità per porre fine a questa battaglia. Sei qui perchè sei stato chiamato da Cosmos... per lottare - 

Zack guardò Cloud cercando un segno di approvazione, ma il biondo non dava nessun gesto, come sempre. Il ragazzo sorrise - Fine? - mentre Zack aggrottò la fronte in segno di disappunto.

- Bella fiaba, ora potete finire di raccontare sciocchezze e dirmi come torno a casa? - domandò il ragazzo, mentre Cloud si irritò sentendo quelle parole arroganti.

- Seriamente? Pensi davvero che sia una sciocchezza? Parliamo di divinità, ragazzino! - esclamò il biondo, mentre Zack cercava di calmarlo tenendolo per un braccio.

Il ragazzo si voltò, facendo per allontanarsi, ma quasi urlò di paura vedendo una sagoma trasparente di fronte a lui... e identica a lui.

- Zack, a questo ci penso io - Cloud impugnò una spada enorme, apparsa dal nulla tra le sue mani, e si scagliò sulla sagoma attaccandola e facendola vaporizzare - Semplice - disse facendo svanire la spada.

Il ragazzo rimase a bocca aperta, tremando un po' e senza sapere cosa dire.

- Pensi ancora che sia una sciocchezza? - disse Zack aiutandolo ad alzarsi.

Il ragazzo fece di no con la testa, ancora scosso. Forse era arrivato il momento di crederci, e di parlare con questa Cosmos.

•••

La ragazza camminava a circa due metri e mezzo di distanza da Artemisia e Kefka, ancora inquieta dai due strani personaggi. 

Aveva paura di far domande, e sperava che presto sarebbe tornata a casa... se ne aveva una.

Continuava a chiedersi però cosa le era successo poco prima agli occhi, aveva come sentito delle fiamme sul suo volto, e nel suo petto... qualcosa di assurdo, o la sua immaginazione? Quella donna le aveva detto che lei era "quella giusta"... ma per che cosa?

- Ehi, ferma - disse Artemisia, fermandosi insieme a Kefka.

- Cosa ti turba, carissima? - domandò il clown.

La ragazza si guardò intorno, ma non vedeva niente e nessuno. Improvvisamente una sottospecie di sfera di energia le sfrecciò accanto, facendola quasi cadere a terra dallo spavento.

Artemisia sospirò - Kuja, che cosa ci fai qui? - 

Uno strano ragazzo apparve accanto alla donna, spostandosi i capelli indietro - Non credo siano affari tuoi - disse in modo arrogante.

- Stavi per fare secca la nuova alleata! Ti pare per caso il modo? - starnazzò Kefka.

- In realtà miravo a te, stupido insetto - rispose Kuja, voltandosi verso la ragazza - Così ora Chaos recluta ragazzine? - 

La ragazza si innervosì sentendosi chiamare in quel modo - Ragazzina? Guarda che ho 18 anni! - esclamò per poi tapparsi la bocca, realizzando di essersi ricordata la sua età.

- Molto bene - disse Artemisia - Ora possiamo andare? Potete restare qui a scannarvi, voi due bambini - aggiunse ridendo.

- Temo di no, non ho tempo da sprecare con voi, e Ardyn mi ha chiesto di parlargli - disse Kuja allontanandosi - Addio, se non ci rivedremo -

La ragazza era sempre più colpita da quelle persone, ma sperava che non fossero tutti così, e che qualcuno l'avrebbe aiutata a tornare indietro.

  
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