E ad altre persone è successa questa identica cosa? - domandò ancora il ragazzo, ricevendo la stessa risposta di prima.
Capisco... - disse passandosi la mano tra i suoi capelli mori e scompigliati, chiedendosi se presto sarebbe tornato alla sua vita normale... e se quello fosse solo un sogno bizzaro e realistico.
Cloud si fermò di colpo, seguito dal ragazzo che si guardò intorno. Cloud gli fece gesto di restare fermo mentre cercava di sentire la presenza di qualcuno.
- Zack, ormai non funziona più questo gioco con me – disse il biondo. Un ragazzo moro, alto e vestito quasi come Cloud, sbucò dal nulla alle loro spalle, sorridendo amichevolmente.
- Volevo riprovarci – disse stirando in alto le braccia, per poi osservare l'altro ragazzo – Il nuovo alleato, dico bene? - domandò.
- A quanto pare – rispose il ragazzo – Mi chiamo... emh... - Zack ridacchiò e gli strinse la mano – Io sono Zack, non preoccuparti, entro domani mi dirai il tuo nome -
Il ragazzo rise, poi sgranò gli occhi – Domani? - Cloud sospirò e alzò gli occhi al cielo – Eravamo d'accordo... Cosmos gli spiegherà tutto -
- Cosmos? - disse ancora il ragazzo – Voglio sapere cosa succede, ora. Qualcuno vi ha incaricato di rapirmi? O è solo uno stupido scherzo? Un reality show? -
Zack e Cloud si guardarono confusi – Strano, nessuno dava così tanti segni di confusione – disse Zack grattandosi la testa.
- Credo sia palese che io sia confuso, e ora mi sto anche preoccupando: insomma... perchè non ricordo niente? Cosa ci faccio qui? Come facevate a sapere che sarei arrivato qui? - il ragazzo cominciava ad innervosirsi e ad essere più spaventato, i due amici lo avevano notato, ma Cosmos era incaricata di spiegare tutto.
- Cloud... se vuoi posso parlare io - disse Zack - Non penso che a Cosmos dia fastidio... se spieghiamo noi -
Cloud annuì - Va bene - disse incrociando le braccia al petto, mentre il ragazzo si preparava ad ascoltare ogni cosa assurda che sarebbe uscita dalla bocca di Zack.
- Vedi... tutti noi, come ti avrà già detto Cloud, ci siamo svegliati qui senza ricordare niente, ma per un motivo importante: dobbiamo combattere una guerra divina -
il ragazzo stava già ridendo, ma lasciò proseguire il discorso.
- So che sembrerà assurdo... ma in questo mondo ci sono due divinità: Cosmos, la Dea dell'armonia, e Chaos, il Dio della discordia. Da sempre sono in lotta, e hanno deciso di formare due eserciti di guerrieri di luce e di oscurità per porre fine a questa battaglia. Sei qui perchè sei stato chiamato da Cosmos... per lottare -
Zack guardò Cloud cercando un segno di approvazione, ma il biondo non dava nessun gesto, come sempre. Il ragazzo sorrise - Fine? - mentre Zack aggrottò la fronte in segno di disappunto.
- Bella fiaba, ora potete finire di raccontare sciocchezze e dirmi come torno a casa? - domandò il ragazzo, mentre Cloud si irritò sentendo quelle parole arroganti.
- Seriamente? Pensi davvero che sia una sciocchezza? Parliamo di divinità, ragazzino! - esclamò il biondo, mentre Zack cercava di calmarlo tenendolo per un braccio.
Il ragazzo si voltò, facendo per allontanarsi, ma quasi urlò di paura vedendo una sagoma trasparente di fronte a lui... e identica a lui.
- Zack, a questo ci penso io - Cloud impugnò una spada enorme, apparsa dal nulla tra le sue mani, e si scagliò sulla sagoma attaccandola e facendola vaporizzare - Semplice - disse facendo svanire la spada.
Il ragazzo rimase a bocca aperta, tremando un po' e senza sapere cosa dire.
- Pensi ancora che sia una sciocchezza? - disse Zack aiutandolo ad alzarsi.
Il ragazzo fece di no con la testa, ancora scosso. Forse era arrivato il momento di crederci, e di parlare con questa Cosmos.
•••
La ragazza camminava a circa due metri e mezzo di distanza da Artemisia e Kefka, ancora inquieta dai due strani personaggi.
Aveva paura di far domande, e sperava che presto sarebbe tornata a casa... se ne aveva una.
Continuava a chiedersi però cosa le era successo poco prima agli occhi, aveva come sentito delle fiamme sul suo volto, e nel suo petto... qualcosa di assurdo, o la sua immaginazione? Quella donna le aveva detto che lei era "quella giusta"... ma per che cosa?
- Ehi, ferma - disse Artemisia, fermandosi insieme a Kefka.
- Cosa ti turba, carissima? - domandò il clown.
La ragazza si guardò intorno, ma non vedeva niente e nessuno. Improvvisamente una sottospecie di sfera di energia le sfrecciò accanto, facendola quasi cadere a terra dallo spavento.
Artemisia sospirò - Kuja, che cosa ci fai qui? -
Uno strano ragazzo apparve accanto alla donna, spostandosi i capelli indietro - Non credo siano affari tuoi - disse in modo arrogante.
- Stavi per fare secca la nuova alleata! Ti pare per caso il modo? - starnazzò Kefka.
- In realtà miravo a te, stupido insetto - rispose Kuja, voltandosi verso la ragazza - Così ora Chaos recluta ragazzine? -
La ragazza si innervosì sentendosi chiamare in quel modo - Ragazzina? Guarda che ho 18 anni! - esclamò per poi tapparsi la bocca, realizzando di essersi ricordata la sua età.
- Molto bene - disse Artemisia - Ora possiamo andare? Potete restare qui a scannarvi, voi due bambini - aggiunse ridendo.
- Temo di no, non ho tempo da sprecare con voi, e Ardyn mi ha chiesto di parlargli - disse Kuja allontanandosi - Addio, se non ci rivedremo -
La ragazza era sempre più colpita da quelle persone, ma sperava che non fossero tutti così, e che qualcuno l'avrebbe aiutata a tornare indietro.