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Autore: edoardo811    29/12/2017    1 recensioni
Come un orso che si sveglia dal letargo, Chris McLean è tornato a fare danni dopo anni di silenzio, e questa volta, vuole farlo per davvero.
Una nuova location, sedici nuovissimi concorrenti, il burbero Chef ed alcune vecchie glorie che, malgrado il loro continuo negare, sono sempre pronte a tutto per mettersi in tasca qualche centesimo in più.
Una nuovissima edizione di A Tutto Reality sta per cominciare, mi raccomando gente, non cambiate canale!
Genere: Comico, Commedia, Demenziale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Blaineley, Chef Hatchet, Chris McLean, Nuovo Personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
Capitoli:
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I CONCORRENTI (pt2)

 

 

Probabilmente sarebbero rimasti a mangiarsi le mani per la tensione per tutte le ore successive, fino a consumarsele del tutto, ma l’entrata in scena dell’ennesimo candidato riuscì a smorzare la tensione.

Questa volta fece il suo teatrale ingresso un’altra ragazza, la cui espressione incerta si trasformò in un sorriso a trentadue denti nel momento in cui si accorse del conduttore davanti a lei e il già piuttosto ingente numero di concorrenti dietro di lui.

Indossava dei leggins neri che le arrivavano alle ginocchia, scarpe da ginnastica e una t-shirt color lime. Aveva i capelli tinti di un arancione acceso che le arrivavano all’altezza del collo, con delle ciocche bionde sparpagliate qua e là – probabilmente quello era il loro colore naturale. Sembrava che un tornado fosse passato sopra di essi, o che lei si fosse svegliata da poco; dire che ce li aveva arruffati era riduttivo. I suoi occhi nascosti in parte da qualche ciuffo ribelle erano grossi e verdi brillanti, quasi impossibili da non notare vista la loro luminosità. Il naso piccolo e le labbra sottili erano incastonati su un volto alquanto grazioso. Anche lei era piuttosto carina, malgrado l’aria da scappata di casa.

«Oh cavolo, Chris McLean!» esclamò con voce stridula, congiungendo le mani e saltellando per l’emozione. «Ma allora vuoi davvero reclutare un nuovo cast!»

L’uomo sorrise sollevato, rincuorato dall’arrivo dell’ennesima pazzoide che voleva umiliarsi in diretta mondiale solo per cercare di vincere una valigetta che puntualmente andava perduta alla fine della stagione. «Certo che stiamo reclutando, mica abbiamo messo l’annuncio senza motiv...»

«Posso partecipare??» Quasi la urlò, quella frase, fissando l’uomo con le sue iridi verdi quasi ipnotizzanti e cariche di aspettativa. «Posso posso posso posso poss...»

«SÌ, SÌ!» la interruppe Chris tappandole la bocca con una mano, guardandola con sguardo esasperato. «Maledizione, sì! Basta che taci!» Staccò il palmo dalle labbra della ragazza, mettendola un’ultima volta in guardia: «Siediti qui da qualche parte e non rompermi più le scatole!»

La ragazza sorrise di nuovo smagliante ed annuì. «A proposito, io sono Rosa!»

«E io sono quello che non te l’ha chiesto» brontolò il conduttore distogliendo lo sguardo da lei e concentrandosi di nuovo sulla porta vetrata dell’ingresso.

Rosa non badò al sarcasmo tagliente dell’uomo. Procedette per la sala senza smettere si sorridere. Non fece caso a nessuno dei ragazzi che la guardavano perplessi, rimase isolata nel suo mondo, ad esultare in silenzio per essere stata presa nel reality più famoso del mondo. «Sì!» esclamò agitando un pugno in senso di trionfo, voltandosi di colpo e dando le spalle a tutti i presenti. «Finalmente ho un’opportunità per...»

Realizzando in quel momento di avere praticamente gli occhi di tutti su di sé, Rosa si voltò e lanciò un’occhiata truce a tutti i presenti. «Che cavolo avete da guardare?!»

I ragazzi la guardarono dieci volte più straniti, alcuni quasi spaventati dalla sua reazione aggressiva così improvvisa e inaspettata. Rosa mugugnò di rabbia e si allontanò da tutti loro, mettendosi in un punto appartato per poi riprendere i suoi festeggiamenti silenziosi.

Quando si fu allontanata, Edward, Paul e Stephanie si guardarono perplessi, Travis dischiuse le labbra e perfino Seth drizzò la testa ed inarcò un sopracciglio. Kristy si voltò verso di Tonya e roteò l’indice vicino alla tempia, fischiettando come un usignolo. L’afroamericana scoppiò in una sonora risata.

Rosa era di nuovo diventata talmente felice che non sembrò badare a nessuno di loro. Ancora non riusciva a credere di essere arrivata in tempo, aveva avuta davvero un gran bel colpo di fortuna.

Travis la fissò mentre era girata di spalle, dopodiché i suoi occhi scesero lentamente, quasi come se fossero calamitati ai suoi leggins neri. «Che culo...» commentò ad alta voce quando le iridi raggiunsero il loro obiettivo. Dio benedica i leggins, pensò.

«È vero, sono proprio stata fortunata ad arrivare in tempo!» rispose la ragazza voltandosi, sorridendo di nuovo di gioia.

Il ragazzo la guardò confuso, corrucciando la fronte. «Cosa? No, io intendevo...» Stephanie gli tappò la bocca prima che dicesse la cosa sbagliata al momento sbagliato. «Niente, non intendevi niente!» esclamò frettolosa, sorridendo accomodante a Rosa.

«Ma che...» cercò di dire quest’ultima.

«Non dovresti essere felice di aver fatto in tempo...» disse Tonya alzandosi, interrompendola. La guardò nello stesso modo con cui aveva guardato Edward, minacciosa, determinata, cattiva. «...perché tanto non arriverai alla prossima settimana!»

Ed ecco che ricominciava a fare la sgarbata. Gli altri ragazzi la fissarono quasi infastiditi dal suo comportamento.

Rosa la fissò stagliarsi in tutta la sua altezza, ma non si lasciò affatto intimidire. Viveva costantemente sotto la pressione di sua sorella maggiore, Miss Stronza, pertanto l’ennesima tipa altezzosa non la spaventava affatto. La risposta le arrivò rapidamente, concisa e letale: «Beh, sicuramente durerò molto di più di una tavoletta di cioccolato tra le tue mani...»

«COSA?!»

«Sei sorda? Cos’è, compensi i chili di troppo con lo scarso udito?»

Tonya dischiuse le labbra. Rosa sorrise compiaciuta. Colpita e affondata.

Vedendo l’espressione dell’afroamericana, Stephanie soffocò una risatina, imitata da Kristy che da dietro di Tonya era diventata quasi rossa per la troppa ilarità.

Edward non si preoccupò troppo di non farsi notare. Scoppiò letteralmente a ridere, piegandosi in due, venendo ben presto imitato da Paul. I due ebbero bisogno di reggersi in piedi con l’ausilio dell’altro, o avrebbero finito col rotolare per terra. Anche Seth, senza dare troppo nell’occhio, sorrise.

«Io non l’ho capita...» disse Travis grattandosi il cappellino.

Rosa allargò il suo sorriso compiaciuto. Quella tizia aveva cercato di metterle i piedi in testa, beh, lei le aveva subito fatto capire di che pasta era fatta.

«Oh cavolo...» Paul si raddrizzò asciugandosi una lacrima.

«Ti ha spenta!» esclamò Edward indicando Tonya.

L’afroamericana rimase come in trance, ad osservare la mezza bionda. Non riusciva a capacitarsi di come quella ragazza avesse osato risponderle. Una vena pulsò sul suo collo per la rabbia. Si piantò le unghie nei palmi e digrignò i denti talmente forte che quasi li ruppe. Avanzò contro quel cuor di leone di ragazza. L’avrebbe fatta a pezzi proprio lì, seduta stante, non avrebbe nemmeno aspettato l’inizio della stagione. 

O meglio, il suo proposito era quello, finché non andò a farsi benedire quando si accorse del ragazzo in piedi dietro di lei. Non riconoscendolo, si bloccò di colpo e inarcò un sopracciglio. «E tu chi diavolo sei?»

«Chi?» Rosa si voltò, per poi ritrovarsi di colpo il nuovo arrivato di fronte e sobbalzare per lo spavento. «OCCAVOLO!»

Quello sorrise arrogante alla ragazza spaventata, dopodiché gli sguardi di tutti si posarono su di lui.

Aveva dei jeans simili a quelli degli altri e una felpa bianca senza maniche, indossata sopra una camicia a quadri. La sua pelle era piuttosto abbronzata, con tuttavia i segni del suo lento schiarimento, i capelli erano neri con un ciuffo tinto di rosso, gli occhi erano nascosti da un paio di occhiali da sole Ray-Ban. «Sono Xander» si presentò. «Sono arrivato poco fa’, ma eravate tutti presi a guardare le micette che bisticciavano e non vi siete accorti di me...» Si rivolse a loro due. «A proposito, perché avete smesso? Continuate, su, su!»

Travis schioccò le dita. «Ora l’ho capita! Il cioccolato, HAHAHAHA» Si spanciò dal ridere, stravaccandosi sulla seggiola.

Xander lo soppesò con lo sguardo inarcando un sopracciglio. «Ma che problemi hai?»

«Faremmo prima a nominare quelli che non ha...» replicò Kristy, guardando quasi schifata il ragazzo che non accennava a smettere di ridere. E probabilmente non aveva nemmeno veramente capito la battuta di Rosa.

Il ragazzo nuovo rise di gusto, poi si rivolse a Kristy. «Sei forte!» Dopodiché si sedette pesantemente sulla seggiola accanto a quella di Stephanie, stravaccandosi e allungando le braccia sopra gli schienali delle sedie accanto alla sua, finendo con un braccio dietro le spalle della ragazza senza farci molto caso. «Allora, voi dei nomi ce li avete o devo inventarmeli io?»

Edward e Paul si scambiarono un’occhiata eloquente, meditando sul fatto di rivelare il loro nome o mandarlo a quel paese per quella sua strafottenza, ma alla fine optarono per la prima. 

Terminate le presentazioni, il ragazzo annuì. «Bene, cercherò di ricordarmeli, ma la vedo molto dura.»

«Perché hai gli occhiali da sole anche se ormai è notte fonda?» domandò Stephanie al nuovo arrivato, guardando nervosamente il suo braccio vicino alle spalle.

«Perché non ti fai i fatti tuoi?» domandò Xander a sua volta, emulando la stessa faccia perplessa della ragazza, avvicinando il volto a quello della ragazza per scrutarlo meglio. «...bellezza?» aggiunse con un altro sorriso schernitore.

Stephanie indietreggiò lentamente, in parte intimorita da lui, accantonando la sua altra curiosità riguardante il suo ciuffo tinto. «Scusa...»

Xander sogghignò e si allontanò da lei, per poi accennare a Seth con il pollice. «E quel tipo cordiale come la morte in persona come si chiama?»

«Seth» rispose Edward senza farsi sentire troppo. Non sia mai che quel tipo si arrabbiasse quando sentiva gli altri parlare di lui. «Si è seduto là quando è arrivato e non ha spiccicato una parola.»

Xander si prese il mento e rifletté. «Mh...» Alzò lo sguardo e sorrise ad Edward, questa volta però non c’era arroganza in esso. «Secondo me è solo un po’ timido, magari se andiamo da lui e ci parliamo un po’ riusciamo a convincerlo a venire qui, no?»

Si alzò in piedi e andò da Seth, senza nemmeno attendere la risposta degli altri. Edward lo guardò attonito, così come tutti gli altri. Un attimo prima quello era tutto fuorché gentile, e un attimo dopo voleva andare a fare amicizia con quel ragazzo che sembrava voler tutto meno che un amico.

Travis lo guardò inarcando un sopracciglio, pensando le stesse cose. «Ma che problemi ha?»

Nessuno seppe cosa rispondere. Xander raggiunse Seth e lo chiamò a gran voce: «Ehi, amico, perché non ti alzi e vieni a fare un po’ di amicizia? Chiacchieriamo un po’, ci facciamo due risate, ci...»

«Passo» replicò Seth senza guardarlo, facendo di nuovo udire a tutti la sua voce pesante. Tutti i presenti si irrigidirono, non appena lo sentirono parlare di nuovo.

«Cosa, perché?» domandò Xander, l’unico che invece non si era spaventato. «Che c’è di male, facciamo solo un po’ di conoscenz...»

«Forse non hai capito...» Seth drizzò la testa di colpo, raggelandolo con lo sguardo. Si alzò lentamente in piedi e lo fronteggiò, guardandolo dall’alto. Avvicinò il volto a quello del ragazzo, fissandolo dritto nelle lenti degli occhiali.

I presenti trattennero il fiato, mentre si preparavano psicologicamente a vedere Seth fare a pezzi quel poveretto. Il ragazzo si sgranchì le nocche e il collo, il tutto senza smettere di fissare gli occhiali neri di Xander, che dal canto suo era ammutolito e lo fissava con un’aria indecifrabile. Seth si avvicinò di colpo, alcuni chiusero gli occhi, altri ancora invece gli spalancarono.

«Ho detto che passo» ripeté Seth in tutta tranquillità, per poi dargli le spalle ed allontanarsi con le mani in tasca.

Tutti quanti ripresero a respirare, alcuni tirarono sospiri di sollievo, altri visibilmente delusi.  Xander fissò il ragazzo allontanarsi, poi si piantò le unghie nei palmi e sbottò riacquistando il caratteraccio di poco prima: «Sì, bravo, vattene!»

Si voltò e raggiunse i ragazzi, brontolando aggettivi poco carini nei confronti di Seth.

«Grandioso...» borbottò Kristy a bassa voce, guardando come cambiasse radicalmente carattere da un estremo all’altro. «Abbiamo un altro psicopatico...»

Mentre i ragazzi continuavano a discutere animatamente, Chris attendeva il prossimo candidato. Controllò l’ora e constatò con suo rammarico che non gli restava molto più tempo. Se altri cinque ragazzi non fossero entrati lì dentro nella successiva mezz’ora, addio show. Cominciò a divorarsi le unghie per la tensione, il tutto senza scollare gli occhi da quella porta vetrata che avrebbe sancito il proseguimento della sua sfavillante carriera o la sua tragica fine.

«Sicuro che sia qui?» Una voce giunse da fuori, facendo trasalire l’uomo.

«Fratello, ne sono sicuro al cento percento!» rispose un’altra.

«Bah, perché mai Chris dovrebbe...» Il ragazzo che stava parlando entrò nella stazione guardando alla sua destra, per poi sgranare gli occhi quando si accorse del conduttore intento a fissarlo con un sorriso sfavillante. «Oh...» biascicò interrompendo la sua precedente frase.

Accanto a lui apparve un altro ragazzo, che sorrise. «Visto fratello, te l’avevo detto che era qui!»

L’altro rimase a bocca aperta.

«Benvenuti!» esclamò Chris euforico, spalancando le braccia. «Siete qui per unirvi al cast!»

Il primo ragazzo annuì. Aveva indosso una maglietta blu scura delle maniche lunghe, con sopra diverse scritte bianche, pantaloni da ginnastica che arrivavano poco sotto al ginocchio e un cappello fedora sui capelli neri e lisci. Gli occhi erano grigi e l’espressione seria. «Io sono George.»

L’altro ragazzo aveva indosso una lunga felpa bianca chiusa, con il cappuccio alzato, i pantaloni lunghi erano dello stesso colore. La carnagione era scura, da afroamericano come Tonya, gli occhi nascosti da un paio di fatiscenti occhiali da sole con lenti azzurre. I capelli erano castani, nascosti dal cappuccio alzato, e aveva un corto pizzetto sempre dello stesso colore. Rivolse a Chris uno strano gesto delle dita, forse qualche bizzarro saluto, e si presentò a sua volta. «Io sono Jericho, fratello.»

Il conduttore sorrise accomodante e si fece da parte, mostrando loro la sala. «Prego, prego, accomodatevi!»

George sorrise e avanzò nella sala, Jericho si fermò per un altro rapido cenno di saluto, poi seguì il compare.

«Salve» salutò il primo raggiungendo il già cospicuo numero di ragazzi.

«Altri ragazzi?!» sbottò Kristy adirata quando si accorse di loro due, anziché ricambiare educatamente il saluto. «Accidenti, ci sono già sette ragazzi e noi ragazze siamo solo in quattro!»

George la guardò attonito, indietreggiando lievemente con la testa.

Tonya si sbatté le nocche contro il palmo. «Beh, saranno di più a soccombere!»

«Oh oh» borbottò Jericho avvicinandosi all’orecchio dell’amico. «Capto brutte vibrazioni, fratello...»

George lo spinse via facendo una smorfia, poi si sforzò di essere accomodante e sorrise. «Mi spiace di non essere ciò che vi aspettavate, ma chiunque può partecipare, non mi pare di aver letto restrizioni riguardo i limiti di ragazzi o ragazze. E comunque, io sono George.»

«E io Jericho!»

«E tu devi levarti subito quegli occhiali!» esclamò Xander alzandosi in piedi, per fronteggiare l’afroamericano. «Solo io posso portarli!»

Jericho fece cenno con le mani che ciò era fuori discussione. «Fratello, è meglio per te che tu non veda in che stato sono ridotti i miei occhi...ho fumato un casino di...»

«Per strada abbiamo visto altre due ragazze, poco fa’, che volevano partecipare» lo interruppe George tappandogli la bocca, prima che parlasse troppo. Si rivolse a Kristy. «Solo che hanno preso una strada diversa dalla nostra...»

«Oh davvero?» domandò la bionda, quasi rasserenata.

George annuì. «Sì, ma hanno visto Jericho e hanno preferito cercare questo posto senza di noi...» Guardò di traverso l’afroamericano. «E hanno fatto bene!»

«Cosa?» domandò l’altro quasi offeso. «Perché?»

«Le hai chiesto se avevano della "roba"!» esclamò George arrabbiandosi.

«Non è colpa mia se quelle due mi sembravano fatte!» si discolpò l’altro, incrociando le braccia.

«Ma se erano normalissime, sei tu che hai il cervello bruciato!»

«Ma quindi voi due vi conoscevate già?» interrogò Stephanie interrompendo la loro lite. George scosse la testa, girandosi verso di lei. «No, ci siamo incontrati sul pullman che da fuori città arrivava qui e abbiamo deciso di cercare questo posto insiem...»

«FINALMENTE!» sbraitò una voce femminile dall’altra parte della sala. I presenti si voltarono e videro sull’ingresso due ragazze.

La prima, che doveva essere quella che aveva urlato, teneva le mani sui fianchi, il cellulare chiuso in una di esse, e le gambe divaricate, con un’espressione incavolata nera sul volto. Aveva i capelli biondi ossigenati e lunghi, gli occhi marroni nocciola e una camicia azzurra, con un paio di shorts e sandali.

La seconda aveva i capelli neri e gli occhi dello stesso colore, con indosso una minigonna, vans blu e una maglietta verde. A differenza della prima, sembrava molto più tranquilla e rilassata.

Si avvicinarono al conduttore. «Io sono Light» disse la prima, con tono acido.

«Io Anna» si presentò la seconda. «Vorremmo partec...»

«Prese. Adesso sedevi e tappatevi la bocca» ordinò Chris indicando le sedie dietro di lui.

Anna ignorò il caratteraccio del conduttore. Chinò la testa e sorrise. «Grazie.»

«Se, se, grazie...» brontolò Light avvicinandosi al gruppo di ragazzi, per poi bloccarsi di colpo quando vide Jericho. A quel punto fece una smorfia. «Guarda chi si rivede...»

L’afroamericano sorrise e la salutò con quello strano cenno della mano. «Pace e amore, sorella!»

Light roteò gli occhi e ricacciò tutti gli insulti possibili immaginabili da rivolgere a quel beota.

«Sono loro le ragazze che avevate incontrato?» domandò Rosa a George. Il ragazzo annuì.

«Quindi, ricapitolando, sei ragazze e sette ragazzi.» Edward fece il punto della situazione, sedendosi su una seggiola.

«Quanti concorrenti ci saranno in totale?» domandò Paul guardando gli altri in cerca di risposte.

Tonya scrollò le spalle. «Non ha importanza, perché tanto...»

«E tappati quella dannata bocca!» esclamò Xander drizzando la schiena e guardandola. «Dio, sei peggio di un gatto attaccato ai...»

«Il limite è di ventidue concorrenti» disse Chef senza alzare lo sguardo dal telefono. Solo allora i ragazzi si resero conto della sua presenza. Era rimasto in silenzio e in disparte per tutto il tempo, proprio come Seth. «Il numero minimo accettabile è di quattordici» proseguì l’uomo, senza fare caso all’occhiata omicida che Tonya rivolse a Xander. «Perciò manca solo più un ragazzo o una ragazza e avrete la vostra maledetta stagione!» Dal suo tono di voce, fu ben evidente che avrebbe desiderato ogni cosa al mondo fuorché dover di nuovo fare il cuoco per un altro branco di ragazzi che avevano sempre solo e comunque da lamentarsi per il suo cibo.

Tutti i ragazzi, venuti a conoscenza di quella cosa, sorrisero raggianti. Perfino i più scontrosi, Light, Kristy, Tonya e Xander. L’unico che mantenne la sua espressione seria immutata fu Seth, che continuava a guardarsi la mano mentre la chiudeva a pugno e la riapriva. Gesto che lasciò alquanto perplessi tutti i presenti, eccetto Light che sorrise maliziosa. «E quel bell’imbusto chi è?»

«Seth» rispose Stephanie, guardando perplessa la ragazza dopo aver sentito l’appellativo affibbiato al ragazzo solitario.

Light si giocherellò distrattamente con una ciocca di capelli, guardandolo intensamente, concentrandosi sugli abiti trasandati, la barba e i capelli incolti, il tatuaggio e il piercing. «Mh...adoro i cattivi ragazzi...»

Stephanie inarcò un sopracciglio, scambiandosi un’occhiata perplessa con Anna, che da dietro di Light aveva sollevato le spalle.

«I gusti son gusti...» brontolò George, per poi ritrovarsi addosso la bionda, che cominciò a puntellarlo sul petto con l’indice. «Parli tu che hai in testa quel ridicolo cappello!»

«Ehi!» George si indicò il copricapo, guardando male la ragazza. «Guarda che questo è un cappello di alta classe!»

«Oh, ti prego! Sembri un pescatore!»

«Signori, per favore!» Jericho si frappose e li divise, per poi guardare prima l’uno e poi l’altra. «Mettete i fiori nei vostri cannoni!»

I due guardarono di traverso l’impiccione. Edward sospirò e scosse la testa. Ci mancava solo più quel mezzo hippie a rompere le scatole in quel cast.

«Ha ragione» disse Anna sorprendendo tutti i presenti, sorridendo a Jericho e venendo ricambiata quasi subito. «Litigare porta solo sofferenza!»

«Allora fareste meglio ad andarvene seduta stante, perché presto o tardi qui non si farà altro...» brontolò Kristy incrociando le braccia.

ROOOONFFF

I ragazzi sobbalzarono. «Che cavolo è stato?» domandò Rosa guardandosi intorno allarmata.

Paul sollevò le spalle. «Non lo so, sembrava un...»

«Un Travis addormentato» lo interruppe Edward indicando il ragazzo stravaccato sulla seggiola, con la bocca spalancata e uno schifoso rivolo di saliva che fuoriusciva da essa.

«Bleah!» Kristy fece una smorfia, notando la bava. «Ma dobbiamo proprio portarci dietro quel...quel...»

«Questo ragazzo che proprio come te vorrebbe vincere il reality e ha emozioni e sentimenti?» domandò Stephanie interrompendola e guardandola di traverso.

Kristy roteò gli occhi. «Ti prego! Quello lì non saprebbe nemmeno...»

«BASTA, STATE ZITTI!» urlò Chris voltandosi e guardandoli con sguardo incendiario. «TACETE, BRANCO DI COMARI!»

I ragazzi atterrirono. Guardarono uno più sbigottiti dell’altro il conduttore, alcuni quasi spaventati. Travis si svegliò perfino sentendo le urla e si guardò intorno spaesato. L’uomo sferzò l’aria con la mano, proseguendo: «Maledizione, il tempo sta per scadere e se non arriva un altro concorrente potete benissimo dire addio al reality! Per questo motivo sono già nervoso di mio e l’ultima cosa che voglio è farmi sanguinare i timpani ascoltando i vostri stupidi battibecchi, perciò ZITTI FINO A NUOVO ORDIN...»

«Sc-scusi...» Una voce, flebile come un soffio di vento, risuonò nell’aria.

Chris si interruppe seduta stante e si voltò, per poi ammutolire.

Una ragazza si trovava in piedi davanti all’ingresso, con la testa incassata nelle spalle e un’aria quasi impaurita. Batteva nervosamente le punte degli indici tra loro e tremava leggermente.

Indossava uno spesso cappotto nero, decisamente troppo grosso per lei, che le arrivava fino alle ginocchia, sbottonato, con sotto una maglietta sempre nera e jeans dello stesso colore. I capelli erano rossi, lunghi e disordinati, che le coprivano buona parte del volto talmente pallido da essere quasi bianco. Gli occhi, o meglio, l’occhio, visto che l’altro era nascosto dai capelli, era verde come quelli di Rosa, ma più piccolo.

«Ehm...ecco...io...» cercò di dire, ma anche la voce le tremava, ed era ridotta a poco più di un sussurro. Sembrò quasi voler sprofondare sotto gli sguardi di tutti. Le sue guancie assunsero un vivace color porpora quasi più intenso di quello dei capelli e abbassò lo sguardo. «Insomma...vorrei...»

«SÌ!» esclamò Chris sollevando i pugni in senso di trionfo, per poi agitarli come un ossesso. Stritolò la nuova arrivata in un abbraccio talmente forte che sembrò quasi spezzarla in due. «SÌ, SÌ, SÌ, SÌ!» Non aveva permesso alla ragazza di terminare la frase, ma era chiaro cosa volesse. Il conduttore sprizzava gioia da tutti i pori, finalmente il cast aveva raggiunto il numero necessario per la nuova stagione! Finalmente poteva di nuovo torturare quei poveri ingenui che avevano deciso di partecipare!

Chef ripose il telefono in tasca e maledisse a denti stretti qualunque cosa gli passasse per la mente, da Chris, alla produzione, a tutti i ragazzi lì presenti.

La nuova arrivata guardò attonita il conduttore, con le guance più rosse dei suoi capelli, fino a quando quello non smise di esultare e la lasciò andare: «Vuoi partecipare, giusto?»

Lei si limitò ad annuire, muovendo quasi impercettibilmente la testa. Chris sorrise a trentadue denti. «SPLENDIDO!» Si voltò e richiamò l’attenzione di Chef. «Chef! A quanto pare avremo ancora il nostro lavoro, non sei contento?»

L’omaccione digrignò i denti e grugnì di rabbia, evitando di rispondere per non dire parole spiacevoli. Chris mantenne il sorriso smagliante e controllò l’orologio. «Splendido! Sei arrivata in perfetto orario...ehm...com’è che ti chiami?»

«S-Sunry...»

«Sunry!» ripeté l’uomo schioccando le dita. «Giusto, sì, stavo per dirlo, perché non ti accomodi da qualche parte così faccio il resoconto della situazione?»

La rossa annuì di nuovo timidamente e si avvicinò al gruppo di ragazzi come un animaletto impaurito. Ricevette tante di quelle occhiate diverse che le fu impossibile memorizzarle tutte. Da quelle più comprensive a quelle più minacciose a quelle completamente apatiche.

Tonya la guardò con un sorriso cattivo, pensando a quanto sarebbe stato facile buttare fuori una così. Sarebbe bastato un soffio di vento per spezzarla letteralmente in due, gracile com’era.

Sunry cercò di parlare, ma Chris la stroncò sul nascere. «Bene!» esclamò battendo le mani. «Allora, ricapitoliamo. Abbiamo quattordici concorrenti: Travis, Stephanie, Tonya, Edward, Paul, Kristy, Seth, Rosa, Xander, George, Jericho, Light, Anna e Sunry!» Ridacchiò sfregandosi i palmi. «Magnifico! Magnifico! Ora, se volete cortesemente alzare le chiappette e seguirmi, ve ne sarei davvero grato!»

«E dov’è che andremmo?» domandò Light incrociando le braccia, mentre i ragazzi seduti obbedivano e si mettevano in piedi.

Il conduttore sorrise con aria di sufficienza. «Che domande, andremo alla location per il reality, ovviamente!» Si voltò e si incamminò verso l’ingresso, per poi fare cenno a tutti loro di seguirlo. «Forza, andiamo! Anche tu, Chef!»

L’omaccione grugnì per l’ennesima volta e si mise in piedi, lanciando occhiate omicide a chiunque capitasse a tiro.

I ragazzi si guardarono tra loro un’ultima volta, poi, chi scrollando le spalle e chi no, si affrettarono a seguire il conduttore.

Uscirono fuori, all’aria fredda della notte e al fioco bagliore della luna.

Camminarono sul marciapiede, costernando edifici addormentati e la strada deserta, ma non fecero molta strada prima di fermarsi. Due ragazzi arrivarono di corsa dal punto in cui si stava dirigendo il gruppo. Chris li notò e inarcò un sopracciglio. Quando arrivarono davanti a lui, si fermarono e tentarono di riprendere fiato dopo la stremante corsa.

Uno era un ragazzo, con maglietta azzurra, felpa, jeans e scarpe All Stars blu, più un braccialetto al polso. Aveva i capelli neri e lisci, gli occhi color oceano e la carnagione della pelle chiara.

L’altra era una ragazza, con indosso jeans strappati neri, converse dello stesso colore e una felpa verde senza maniche. I suoi capelli erano molto lunghi e castani, con ciocche bionde, gli occhi erano di un particolare colore verde tendente al giallo e anche la sua pelle era piuttosto chiara. Due orecchini, sempre di colore verde, le decoravano le orecchie, mentre un braccialetto color oro contornava il polso.

«Siamo...anf...siamo ancora in tempo?» domandò lei, ancora col fiatone e le mani appoggiate alle ginocchia.

Anche l’altro guardò inquisitore l’uomo, respirando rumorosamente dal naso per la fatica, dopo aver attraversato di corsa tutta la città per colpa di un taxista che aveva sbagliato strada.

Chris li guardò perplesso, poi un altro smagliante sorriso gli dipinse il volto. Di bene in meglio. «Ma certo!» Allargò le braccia, con fare amichevole. «Certo che siete in tempo! Più vittim-ehm-concorrenti ci sono e meglio è!»

«Ma anche no...» borbottò Chef, che ormai non sapeva più chi mandare a quel paese.

«Suvvia, Chef, sii cordiale!» disse Chris dandogli qualche pacca su una spalla, per poi guardare i nuovi arrivati. «Nomi, prego!»

La ragazza sorrise, tirando un sospiro di sollievo, grata per essere riuscita ad arrivare in tempo nonostante il colossale ritardo del suo treno. «Io sono Lucy.»

«Io Haru» si presentò l’altro, con tono di voce incolore e braccia conserte.

«Altri due?!» domandò Tonya alle spalle di tutti i presenti. «Maledizione, ma quanti cavolo...»

«Datti una calmata, caterpillar!» la interruppe Chris girandosi, facendole cenno con una mano di non scomporsi. «L’annuncio parlava chiaro, chiunque può partecipare.»

«Sì, ma doveva arrivare entro l’ora stabilita!» protestò Light, togliendo il naso dal cellulare, stringendo una mano a pugno.

«Giusto, ma – ahimé – l’ultima parola spetta a me, e io dico che possono partecipare!»

Lucy sorrise provocatoria all’altra ragazza. «Sentito? Ci sono anch’io in questa partita!»

Light digrignò i denti, ma la rabbia svanì in una nuvoletta di vapore quando si rese effettivamente conto dell’aspetto fisico dell’altro nuovo acquisto del cast. Non si accorse nemmeno del fatto che praticamente tutte le altre ragazze avevano avuto la sua stessa reazione. Ognuna di loro fissava Haru come in trance. Kristy, Stephanie, Rosa, Anna, perfino Tonya aveva le labbra dischiuse e gli occhi magnetizzati a lui. L’unica che invece non lo fece fu Sunry, la quale rimase rigorosamente con le iridi fisse a terra.

Pure i ragazzi si accorsero di tutti quegli sguardi e rotearono gli occhi.

«A me le ragazze non hanno mai guardato così...» biascicò Travis abbassando la testa sconsolato, per poi ricevere delle pacche di consolazione da Jericho., che cercò di rassicurarlo a parole: «La vita è dura, fratello, ma è come ti rialzi dopo essere caduto che ti...»

«E smettila di dire idiozie per almeno cinque minuti...» brontolò George, guardando quel mezzo asiatico con una punta di invidia.

Lucy intanto ridacchiò. «Fatevi sparire quelle facce da baccalà, Haru è fidanzato.»

Rosa batté le palpebre più volte, poi il suo cervello metabolizzò la frase e scrollò la testa. «C-Cosa?»

«Sta con te?» domandò Anna quasi con timore.

Lucy rise di nuovo. «No, non sta con me.» Guardò Haru con sguardo eloquente. «Magari.»

«Si chiama Helen» borbottò il ragazzo voltandosi e dando le spalle a tutti quanti. «E vi posso garantire che tutte voi messe insieme non valete la metà di lei.»

Diversi versi di protesta si sollevarono tra le ragazze, mentre i maschietti si facevano due risate guardandole civettare. Haru non badò a nessuno di loro e si incamminò con le mani in tasca, mettendosi a seguire Chris e Chef che nel frattempo avevano già ripreso la marcia e li stavano richiamando.

Xander, che si era messo a pulire le lenti dei suoi occhiali alitandoci sopra, rivelando così i suoi occhi marroni, li indossò di nuovo poi diede di gomito a Seth e sorrise provocatorio. «Hai visto? Quel tipo è peggio di te!»

Il castano non lo sentì nemmeno. Anche i suoi occhi erano fissi su di Haru, ma di certo non era per contemplarne il fascino, quanto più per osservare attentamente colui che avrebbe potuto rivelarsi il suo più grande avversario.

Nel giro di poco tempo tutti quanti ripresero a seguire quei due uomini e a chiacchierare del più e del meno, diretti verso quella stramba avventura che si sarebbe presto rivelata la loro fortuna o la loro rovina.






Come dissi già nel primo capitolo, alcuni personaggi non sono miei OC. 5 di loro mi sono stati inviati all’epoca in cui scrissi questa storia, e sono, per l’esattezza: Xander, Light, Anna, Haru e Lucy. Sfortunatamente non ricordo minimamente i nomi degli autori che me li inviarono, o meglio, ne ricordo 2 su 5, ma non voglio fare un torto ai tre che non ricordo, quindi non ne nominerò nessuno. Se siete lì e state leggendo, ne dubito, ma non si sa mai, fatemelo sapere e provvederò a menzionarvi in un prossimo capitolo. Light in origine si doveva chiamare Mary Anne Light, ma poi ho cambiato il suo nome per via della somiglianza con Anne Marie.
Grazie per la pazienza, alla prossima!
   
 
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