Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones
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Autore: Abby_da_Edoras    29/12/2017    6 recensioni
A Natale si diventa tutti più buoni... io invece sono la solita bastian contrario e divento ancora più cattiva! Così eccomi a immaginare una delle mie parodie sul Trono di Spade e in particolare su Ramsay e Theon (dev'esserci qualcosa di profondamente malato in me, visto che questi personaggi mi ispirano tante storie di umorismo nero! Comunque, essendo una parodia, i personaggi sono OOC, i fatti sono allegramente travisati da me (ma del resto, anche nella serie TV fanno ciò che gli pare! XD), pertanto: Ramsay non sposa Sansa, né Jeyne Poole né chi per loro... instaurerà piuttosto un rapporto particolare col suo prigioniero (che, misericordiosamente, ho deciso di non evirare...); nelle mie storie, che sono appunto prese in giro ironiche e senza troppa cattiveria, non morirà (quasi) nessuno e... diciamo che finirà tutto più o meno bene, a tarallucci e vino.
Dai, in fondo è Natale! XD XD XD
Grazie a chiunque sarà tanto pazzo da leggere le mie follie.
Non scrivo a scopo di lucro e personaggi e situazioni appartengono a autori, registi, produttori e sceneggiatori della serie TV Il Trono di Spade.
Genere: Angst, Demenziale, Parodia | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Ramsay Bolton, Roose Bolton, Theon Greyjoy, Un po' tutti
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti
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- Questa storia fa parte della serie 'Un nuovo inizio'
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Capitolo terzo

Se Ramsay si metteva una cosa in testa, poi era fuori di dubbio che l’avrebbe fatta. Ancora convalescente, si mise a scrivere lettere a destra e a manca per convocare a Grande Inverno i rappresentanti delle famiglie che si erano alleate con i Bolton, ossia i Manderley, gli Umber e i Karstark. Per buona misura, scrisse e affidò ai corvi messaggeri anche un’altra missiva, che rispondeva a un piano tutto suo che intendeva portare avanti… e che per adesso non vi svelerò!

Il giorno in cui i rappresentanti delle famiglie convocate giunsero a Grande Inverno, anche Ramsay si era liberato della sua malattia, oppure la malattia era riuscita a liberarsi di lui, non si sa bene; ad ogni modo era pronto per tenere il suo bel discorsetto agli amici vicini e lontani.

Quel mattino Theon ebbe il suo bel daffare per portare in camera del suo Lord la tinozza e i secchi di acqua calda perché si lavasse e si presentasse al meglio delle sue possibilità agli alleati. Mentre faticava come un disperato a trasportare secchi di acqua per le scale (cosa non facile di per sé, tanto meno se si possiedono meno dita dei piedi di quanto sarebbe normale sperare…) ebbe, tuttavia, una sorta di illuminazione che gli permise di trovare meno logorante quel compito ingrato. Sì, poteva provare a fare una cosa e, se avesse ricevuto la risposta che immaginava, ne avrebbe tratto le debite conclusioni.

Oh, beh, forse, a furia di stare appresso a Ramsay, anche Theon era diventato un bel po’ contorto, però era il suo modo per resistere e, bene o male, resisteva.

Quando ebbe preparato il bagno per il suo signore, Theon restò in piedi nella stanza a fissarlo finché Ramsay non ne ebbe abbastanza.

“Insomma, te ne vuoi andare adesso? Oppure hai qualcosa da dirmi?” sbottò.

Theon finse di cadere dalle nuvole, cosa che, con l’espressione che aveva di solito, non gli risultò nemmeno troppo difficile.

“Mio signore, non credevo di disturbarti” replicò. “Ho pensato che ti servisse il mio aiuto per lavarti. Sei stato molto malato e sei ancora debole, potresti aver bisogno di…”

“Tu non devi pensare, ma solo obbedire a me!” reagì il giovane Bolton, con molta più asprezza di quanto sarebbe stato pensabile. “Non ti ho ordinato di aiutarmi, perciò esci da questa stanza!”

Theon chinò il capo, ma più per nascondere una scintilla negli occhi che per deferenza.

“Come desideri, padrone. Mi dispiace di averti offeso, è solo che molte altre volte hai chiesto il mio aiuto per fare il bagno… tuttavia, se non vuoi, me ne vado subito. Starò fuori dalla porta in modo che tu possa chiamarmi se avrai bisogno di me.”

“Poche chiacchiere e togliti dai piedi prima che si raffreddi l’acqua!” tagliò corto Ramsay. Aspettò che Theon fosse uscito e che avesse chiuso la porta prima di spogliarsi e immergersi nella tinozza… e poi si rese conto che ciò che aveva appena fatto era strano anche per uno strano come lui.

Theon aveva perfettamente e dannatamente ragione.

Finché lo aveva trattato da Reek non si era mai privato del suo aiuto, nemmeno in momenti più intimi e delicati come quello, anzi, si divertiva a metterlo in imbarazzo facendosi lavare, in un gioco che nemmeno lui capiva bene ma che lo stuzzicava non poco. Addirittura si era fatto più volte rasare da lui, mettendogli in mano un’arma mortale come un rasoio, tanto per dimostrargli ancora una volta che lo considerava talmente ammaestrato da non temere niente.

E allora perché quel giorno non aveva nemmeno voluto togliersi la camicia finché Theon non era uscito dalla camera? Perché si era sentito tanto turbato e quasi indifeso al solo pensiero?

Dev’essere stata la febbre, si disse, cercando di trarre il meglio dal suo povero neurone solitario che sbatteva incontrollato nel vuoto che c’era dentro la sua testa. Probabilmente mi sento ancora debole e non mi piace pensare di dipendere da Theon mentre non posso difendermi.

Ovviamente il ragionamento di Ramsay, come tutti quelli che faceva, non aveva senso, ma lui non se ne curò e preferì credere a quello piuttosto che ad altre spiegazioni che avrebbero potuto metterlo molto più in crisi di così.

Nel frattempo Theon, fuori dalla porta, era soddisfatto di aver segnato un altro punto a suo favore. Ramsay si era mostrato irritato e nervoso all’idea di farsi aiutare da lui durante il bagno, cosa mai accaduta prima, anzi… e questo cosa poteva significare se non che il giovane Lord cominciava a vederlo non più come un giocattolo o un burattino nelle sue mani, ma come una persona, un ragazzo come lui e che, a quanto pareva, gli provocava un turbamento che non sapeva controllare?

Come ho avuto più volte modo di sottolineare, Theon non era un aquila, ma su certe cose era più sveglio che su altre.

Ho sempre avuto la sensazione che Ramsay, in qualche suo modo malato, fosse attratto da me e adesso ne ho avuto la prova. Ma, se è così, non potrei sfruttare questa cosa a mio vantaggio? Chissà cosa potrei ottenere approfittando della sua attrazione per me. Se c’è una cosa che ho sempre saputo far bene è proprio quella mentre lui… dal poco che sono riuscito a capire è capace soltanto di stuprare, maltrattare e uccidere, è quello il suo concetto di sesso e di eccitazione. Su una cosa, almeno, sono io ad essere in vantaggio su di lui.

Prima di allora Theon non avrebbe mai immaginato di potersi anche solo lontanamente soffermare sul pensiero di avere rapporti fisici con un altro uomo e, tanto meno, con il mostro che lo aveva straziato per mesi. Tuttavia la prigionia, le torture e il successivo miglioramento di condizione lo avevano portato a rivedere parecchie delle sue priorità e, ora come ora, avrebbe acconsentito di buon grado a qualsiasi cosa gli evitasse altri patimenti, mutilazioni e sevizie varie.

Alla fine, forse, il fatto di avermi tagliato il mignolo del piede invece dell’…altra cosa… forse non è stata una provocazione, ma una specie di suo desiderio inconscio, suppose Theon e il pensiero lo fece quasi ridere… sebbene ormai da mesi e mesi non sapesse più nemmeno il significato di quella parola. Ma la speranza lo aveva reso più leggero e positivo.

E, a quanto pareva, l’inetto Theon Greyjoy aveva perlomeno appreso una bella dose di psicologia spicciola dopo il soggiorno nelle segrete di Forte Terrore!

Più tardi, Theon vide due servitori di Ramsay che salivano le scale portando anche loro secchi di acqua calda.

“Togliti di mezzo, idiota di un Reek, se non vuoi che ti faccia rotolare le scale con un calcio!” ringhiò uno dei due, che pareva un serial killer appena evaso da un carcere di massima sicurezza.

“Già, sparisci!” gli fece eco l’altro, che per l’espressione e i modi di fare sarebbe stato più adatto a vivere in un manicomio che in un castello… ma questi erano gli uomini di Ramsay Bolton.

“Non avete più alcun diritto di trattarmi così e nemmeno di chiamarmi con quel nome” reagì Theon, che si sentiva piuttosto sicuro di sé dopo le concessioni che Ramsay gli aveva fatto. “Lord Ramsay parlerà oggi stesso agli uomini del Nord per spiegare che…”

“Non ce ne frega un accidenti. Per noi sei e sarai sempre quella feccia di Reek che ci siamo tanto divertiti a tormentare” rise lo sgherro con la faccia da maniaco, mentre l’altro assestava a Theon una gomitata nelle costole e lo scansava per entrare nella stanza del giovane Bolton.

Nel frattempo, Ramsay si era lavato, vestito e preparato a fare la sua entrata sensazionale e il suo discorso memorabile agli uomini del Nord… o perlomeno questo era ciò che immaginava lui. Tutto quel trambusto fuori dalla sua porta, però, lo aveva evidentemente innervosito e accolse i suoi servitori con un’occhiata gelida che li fece ammutolire all’istante.

“Si può sapere cosa sono tutte queste grida? Ci sono i rappresentanti delle famiglie nostre alleate, nel salone. Intendete forse farmi sfigurare davanti a loro?” li rimproverò con veemenza.

“No, mio signore, io…”

“Ecco, stavamo soltanto scacciando Reek che qui fuori…”

Un lampo di collera attraversò gli occhi del giovane e Theon, che era entrato silenziosamente dietro gli altri due delinquenti… pardon, servi… sentì una lieve e maligna punta di soddisfazione nel comprendere che, una volta tanto, la rabbia del suo signore non era rivolta contro di lui.

“Quel ragazzo è Theon Greyjoy” dichiarò Ramsay, con un tono gelido e l’espressione di chi spiega cose ovvie a un convegno di deficienti. I due si scambiarono una veloce occhiata sconvolta, chiedendosi cosa si fossero persi negli ultimi giorni e, domanda ancor più angosciante, cosa avrebbero perduto nell’immediato futuro se non si fossero subito accordati con le nuove disposizioni del loro volubile Lord.

“E’ un mio prigioniero, un ostaggio dei Bolton, è vero, ma state pur sempre parlando di un Lord, dell’unico erede delle Isole di Ferro, e se vi permetterete ancora di trattarlo in un modo così irrispettoso dovrete imparare a camminare sulle mani!” riprese Ramsay, tanto per farsi capire. “Vi ho fatto portare l’acqua calda per lui e, dopo aver svuotato e riempito nuovamente la tinozza, dovrete immediatamente scusarvi per averlo oltraggiato.”

I due patibolari individui non ci avevano capito un cavolo, ma pensarono bene di fare tutto ciò che il loro signore aveva ordinato e con la massima fretta possibile.

“E un’altra cosa: non voglio sentir pronunciare mai più quel nome, Reek, né da voi né da nessun altro. Sono stato chiaro?”

Chiaro non era di certo la parola adatta. Dopo mesi in cui era stato tutto un Reek di qua e Reek di là i servitori non riuscivano proprio a comprendere come mai, quella mattina, il loro signore si fosse svegliato con l’idea esattamente opposta… eppure dovevano conoscerlo, ormai! Theon, intanto, seppure in preda ad una comprensibilissima crisi di identità, era molto sollevato dal fatto che Ramsay non ce l’avesse con lui e che, anzi, lo stesse addirittura difendendo. Eh, sì, le cose sembravano davvero cambiare in meglio per lui… e forse sarebbero migliorate ancora se avesse sfruttato quella famosa attrazione sulla quale si era soffermato a pensare fuori dalla stanza.

Quando il bagno per Theon fu pronto, Ramsay scoccò un’altra delle sue occhiatacce ai servi.

“Non manca ancora qualcosa?”

I due, che ovviamente non erano certo delle cime (altrimenti perché mai sarebbero rimasti al servizio del giovane Bolton?), si guardarono di nuovo, senza capire. Avevano svuotato la tinozza e l’avevano riempita nuovamente con i secchi di acqua calda… che altro poteva mancare?

“Vi avevo ordinato espressamente di scusarvi con Theon Greyjoy” sibilò il giovane Lord. “Sto ancora aspettando.”

Confusi e storditi, i due servitori balbettarono un paio di scuse molto poco credibili a Theon, ricevendo finalmente il permesso di lasciare quella stanza tanto angosciante. Appena fuori, si precipitarono per le scale, hai visto mai il loro Lord avesse avuto un altro improvviso colpo di genio, ribaltando di nuovo le carte in tavola… Certo che con Ramsay Bolton non ci si poteva mai annoiare!

Loro, comunque, almeno per quella volta se l’erano cavata a buon mercato.

Intanto, nella stanza del giovane Bolton si stava svolgendo un'altra sottospecie di psicodramma.

Theon avrebbe dovuto fare il bagno, sì, ma quella scena gli ricordava troppo ciò che era accaduto a Forte Terrore, tanti mesi prima, quando Ramsay lo aveva fatto lavare e rivestire (o meglio, era stato lui personalmente a lavarlo) per poi spedirlo per direttissima al Moat Cailin, interpretando Theon Greyjoy per convincere gli Uomini di Ferro ad arrendersi. C’erano troppi particolari a rammentargli quei momenti terribili e il giovane si chiedeva se non fosse tutta una messinscena anche stavolta. Certo, Ramsay aveva insistito sul fatto che, da quel momento in poi, lui sarebbe veramente tornato ad essere Theon, l’erede di Balon Greyjoy, ma se fosse stata solo una finzione a beneficio delle famiglie del Nord? Se poi avesse voluto rimetterlo al suo posto e trattarlo da Reek? Con Ramsay non si poteva mai sapere…

Eppure qualcosa di diverso c’era e Theon se ne accorse quando, finalmente, si decise a spogliarsi e a immergersi nella tinozza. Se allora, nella stanza di Forte Terrore, Ramsay gli era stato appiccicato per tutto il tempo, divertendosi perfino a lavargli la schiena in un non meglio precisato tentativo di mortificarlo o sedurlo o che accidenti poteva saperne lui… beh, adesso era proprio l’opposto!

Ramsay si fingeva concentratissimo nello scegliere gli abiti che avrebbe dovuto indossare Theon per mostrare a Umber, Karstark e Manderley di essere un ostaggio di lusso per gentile concessione di Lord Bolton e solo ogni tanto, quando credeva di non essere visto, si azzardava a lanciare una veloce occhiata al giovane nudo immerso nell’acqua. Sembrava… beh, se non si fosse trattato di Ramsay Bolton, Theon avrebbe perfino pensato che fosse imbarazzato.

E intanto chiacchierava a ruota libera, come faceva sempre… oppure, forse, straparlava per non mostrare il suo turbamento? Sarebbe stato interessante scoprirlo, pensava Theon.

“Ricordi tutto quello che dovrai dire davanti agli uomini del Nord, vero?” domandava e poi, senza nemmeno aspettare una risposta (in genere tendeva a rispondersi da solo), “Sarà meglio che tu me lo ripeta, prima di trovarci davanti a loro e fare una figuraccia. Dunque, io ti presenterò come Theon Greyjoy e tu che cosa gli dovrai dire?”

“Gli dirò che mi hai catturato dopo che avevo tentato di conquistare Grande Inverno” rispose Theon, obbediente. “Che ho tradito Robb Stark e l’ho abbandonato, cercando di occupare la sua fortezza mentre lui era lontano, e che… ho ucciso due ragazzini facendo credere a tutti che fossero Bran e Rickon.”

“Bene, molto bene, ma qui io ti chiederò che cosa avresti fatto ai veri Bran e Rickon, se li avessi trovati, e tu che cosa risponderai davanti agli uomini del Nord?” insisté Ramsay, che a quanto pareva si stava divertendo parecchio. Forse avrebbe dovuto fare l’attore invece del Lord psicopatico…

Theon sospirò. Nonostante tutto, la lista dei suoi peccati lo straziava quasi più delle torture fisiche che il Bastardo di Bolton gli aveva inflitto per tanto tempo. Rimaneva comunque un pensiero, una piccola scintilla di speranza, a confortarlo.

“Io risponderò che… che, se li avessi trovati, li avrei uccisi e che… che probabilmente sono davvero morti a causa mia, dovendo scappare nella foresta, da soli e in mezzo al gelo…”

Queste furono le parole di Theon, ma quelle che gli risuonavano in testa erano ben diverse.

E perché ti tieni così a distanza, mio Lord? Non ricordi come ti divertivi a guardarmi e a strusciarti addosso a me a Forte Terrore? Cos’è questa novità, non sono ancora e sempre il tuo prigioniero?

“Vedi che se ti applichi sei proprio bravo?” lo prese in giro Ramsay. “Ecco, a questo punto interverrò io e spiegherò di averti punito ben bene per le tue malefatte. Ah, può anche essere che qualcuno ti chieda di fargli vedere la mano destra, per verificare che ti abbia veramente tagliato il mignolo. In quel caso, la mostrerai a tutti, ma non permetterò che vedano le altre tue cicatrici o le ferite ai piedi, dovranno credermi sulla parola.”

Eh, già, ormai mi sarebbe mancato soltanto di spogliarmi nella sala dei banchetti di Grande Inverno, davanti ai rappresentanti delle famiglie del Nord… eppure anche tu sembri parecchio a disagio nel vedermi senza vestiti, mi sbaglio, mio signore?, pensava Theon. Ovviamente sapeva che, se solo avesse osato pronunciare una sola di quelle frasi, Ramsay avrebbe avuto qualcosa di nuovo da mostrare alle famiglie del Nord; tuttavia anche soltanto pensarlo lo faceva sentire in qualche modo più forte.

“Dopo di che io sottolineerò quanto sono stato magnanimo e generoso nel perdonarti e nel concederti di… sì, ma insomma, vuoi restarci tutta la giornata in quella tinozza? Vedi di sbrigarti, ti ho già preparato gli abiti che dovrai indossare” riprese Ramsay, sentendosi piuttosto a disagio e innervosendosi per questa sensazione che non gli era affatto familiare. “Ecco, di rimanere come ostaggio e come mio scudiero a Grande Inverno, proprio nella situazione in cui ti trovavi sotto la tutela di Lord Stark. E tu dovrai profonderti in ringraziamenti per la mia bontà, ripetendo che non avresti potuto trovare un Lord migliore di me in tutti i Sette Regni, che mi sarai sempre fedele e leale per averti dato una seconda opportunità e che non saprai mai come ringraziarmi abbastanza… sì, insomma, tutte le melensaggini che ti verranno in mente.”

Forse potrei trovare un modo che nemmeno immagini per ringraziarti a dovere… ma che accidenti mi sta venendo in mente?, si chiese Theon, mentre si asciugava e si rivestiva, sconvolto lui per primo dal pensiero che gli era passato per la testa.

Che la follia di Ramsay fosse davvero contagiosa?

Beh, non era quello il momento di preoccuparsene. L’ora del banchetto si avvicinava e gli uomini del Nord avrebbero assistito ad una rappresentazione davvero interessante… e ci sarebbe stata perfino una sorpresa finale!

Con Ramsay Bolton le sorprese non mancavano mai e l’atmosfera di Grande Inverno si era fatta insolitamente vivace… se nel bene o nel male non sta a me dirlo!

Fine terzo capitolo

 

 

 

 

 

   
 
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