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Autore: Le VAMP    30/12/2017    1 recensioni
“Total Drama” è nato da un’idea di Bob Hawkins: voleva parlare della colpevolezza del mondo dello spettacolo di far girare tutto intorno al denaro. Aveva assunto un ex conduttore televisivo, Chris McLean, che avrebbe dovuto dare di sé un’immagine spietata, negativa: doveva riassumere tutto ciò che potesse esserci di malato nel business.
Il punto è che, purtroppo, da lì a quattro anni che sono trascorsi alla fine è divenuto uno di quei show dipendenti dall’audience…probabilmente è anche per questo che non riuscivo a trovare nuovi spunti.
-James Hall, sceneggiatore
[In questa storia i personaggi inseriti come produttori o appartenenti alla troupe del programma televisivo sono fittizi]
Genere: Angst | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
Capitoli:
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Fourth: Sacrifice yourself for your character

Sarebbe piuttosto strano per gli appassionati del programma sapere che tra Duncan Nelson, Gwendolyn Fahnlenbock e Courtney Barlow la vera punk sia proprio quest’ultima.

Chi l’avesse vista in quel momento avrebbe continuato a non crederci neppure così: dis-impegnata a scrivere una nuova canzone, con la sua vecchia chitarra acustica, buttatasi sul divano e con i piedi poggiati sul tavolino. Era da giorni che non si preoccupava di lavarsi i capelli, né si curava di mettere in ordine la sua camera…odiava la Perfettina, l’aveva sempre odiata. Squillò il cellulare, e per alzarsi fece cadere qualcosa dal tavolo; quando la raccolse non cambiò affatto la sua smorta espressione che aveva da tempo sul viso: era una vecchia foto che la vedeva protagonista, lei e il suo gruppo musicale, con ciuffi rossastri, orecchini, piercing al naso e con un microfono tra le mani; il totale opposto del suo alter-ego.
L’evento veramente ironico, nel primo periodo in cui fu mandato in onda il programma, fu l’episodio in cui avrebbe dovuto infatuarsi del personaggio di Nelson, che a sua volta avrebbe mostrato alla ragazzetta il gusto di trasgredire: ad Hall –lo storico sceneggiatore– venne l’idea quando notò i due attori intenti a confrontarsi tra loro; infatti fu proprio Courtney Barlow ad insegnare al borghese e inesperto Duncan come si facesse ad essere dei veri punk, con i vari stereotipi che ne derivavano. E pensare che lei voleva solo un posto di lavoro che le garantisse il sostentamento della sua band –che fu costretta ad abbandonare–.
C’era Wilson al telefono, le aveva chiesto se le andava di passare a casa sua a guardare il quinto episodio della nuova stagione. Si vestì in fretta, facendo cadere una siringa sul pavimento: non se ne accorse nemmeno, quindi la lasciò lì ed uscì.

Si sistemarono con un po’ di cibo, bibite e quant’altro mentre aspettavano la messa in onda del nuovo episodio.
«Come va ultimamente? Qualche nuovo progetto?»
Barlow sbuffò. Da quando aveva lasciato alle spalle la sua carriera non aveva mai pensato di dedicarsi ad altro: le sembrava senza senso provare ad avere una vita normale quando mezzo mondo la conosceva oramai come l’isterica, la perfettina, la principessina Courtney. Era complicato essere presa sul serio, solo chi si ritrovava a fare la loro stessa vita poteva capire. Soltanto attori non creditati come loro.
«Nulla. Ispirazione zero. E tu?»
Avevano cominciato a parlarsi seriamente, quelle due, da quando la giovane andò a dire ad Heather che apprezzava il modo in cui avesse cercato di ribellarsi ai produttori: era stata tosta, l’aveva spronata ad imprimere il suo marchio.
Era accaduto infatti che dopo il suo intervento altri attori della serie cominciarono a cercarsi un agente come aveva fatto lei per tutelarsi, e da quel momento era stato deciso di parodiare la nuova situazione rendendo Courtney particolarmente fastidiosa nella seconda stagione facendole parlare di come i suoi avvocati avessero il coltello dalla parte del manico: quei bastardi erano riusciti a ridicolizzare un atteggiamento tanto umano quanto la difesa personale; per questo l’ex-punk le era andata incontro dicendole che l’ammirava. Il mercato, in fondo, era spietato.

Da allora, stavamo a dire, anche lei cercò di influenzare l’andamento del programma: aveva insistito perché inserissero un episodio legato al mondo della musica –e riprendere in mano una chitarra elettrica su un palco, seppur fosse uno stupido giocattolo, fu l’esperienza più bella che potesse desiderare sul set–; convinse perfino i produttori a puntare di più sul mercato musicale, e sebbene molti brani fossero perlopiù melodici finalmente aveva ripreso a cantare. Dava il suo meglio quando recitava la parte della ragazza isterica e viziata, soprattutto nel Tour: era in visibilio; quando tornava a casa si metteva a canticchiare da sola, e qualche volta proponeva nuovi testi da inserire negli episodi. Possiamo ammettere che scrisse oltre il 70% delle canzoni di Total Drama: aveva imparato a crescere, esprimersi in molti altri generi, aveva imparato a convivere con il suo personaggio finché non si fusero in una cosa sola: si divertiva ad impersonarla anche quando terminavano le riprese, spaventando e divertendo allo stesso tempo i suoi colleghi.

«Qualche volta li vado a trovare sul set...non hai idea, sono così teneri nei loro primi approcci, accidenti» il sarcasmo dipingeva un furbo sorriso sulle labbra della Calcolatrice «ricordi le prime volte che Anderson ci diceva di ripetere la scena da capo?» e l’altra le lanciò una stanca occhiata, stanca ma divertita: «Non va bene…poco espressivi! Voglio più vita, più vita!» si mise ad imitare il loro regista ingigantendo i gesti e compiendo ampi movimenti con le braccia, come se volesse gridare la sua esasperazione; scoppiarono entrambe a ridere, poi cominciò la puntata.

«Ah, ecco Bridgette» l’asiatica intrecciò le braccia, la compagna si mise ad indicarla: «Come nasconde gli scazzi lei credo che non sappia farlo nessun’altro. Forse solo Chris» e si misero a ridere di nuovo. Nessuno avrebbe mai creduto alle loro parole se avessero detto che la dolce surfista Bridgette Fairlie era un’irascibile giovane che perdeva spesso la pazienza, seconda solo a McLean per la capacità di mostrare tanti falsi sorrisi alla macchina da presa. Anche se, alla fine, non era male come persona: non riusciva a nascondere le sue risate nel vedere come Eva Chantrey la prendesse in giro. Se avesse potuto esprimere se stessa probabilmente non sarebbe stata nemmeno così; doveva essere colpa dello stress a cui tutti loro andavano spesso incontro. Quando l’episodio terminò furono alquanto perplesse: era difficile credere che si fossero sbarazzati di Dawn così presto.
Courtney continuò a rifletterci su prendendo altre patatine dalla ciotola
«Insomma, ci avevano investito tanti soldi»
«Forse non dovrei sorprendermi così tanto: iniziava ad avere problemi legali con Hawkins. Stava cominciando a diventare un po’ troppo...“ribelle”, forse era destino che la dovessero buttare fuori» quindi si mise a parlare delle ultime novità che apprendeva dagli studios. L’altra continuò a mangiare, affievolendo la sua meraviglia
«Ah sì, eh? Va a finire sempre così con questi stronzi»
«Un po’ mi ricorda quello che è successo a te: eri un osso duro alle tue prime esperienze» tutto ciò che ottenne dalla giovane Barlow fu un sorriso malinconico. Era stata sì un osso duro…

____

Avevano bisogno di nuovi strumenti, e un po’ di soldi per assumere un manager. Un giorno le capitò sottomano un volantino in cui per un ottimo compenso cercavano alcune parti per realizzare un finto reality show, il ruolo che le interessò immediatamente fu quello del “Marcio”, anche la “Gotica” le sarebbe andata bene, ma il colloquio non andò nel modo migliore
«Che? E vorreste spiegarmi perché non posso avere io una di quelle parti?»
«Beh, mi dispiace signorina Barlow, ma i giovani di oggi vogliono il “ragazzo dannato” e la donna isterica, oppure vogliono una giovane malinconica, dolce, non come dice lei…il tipo di ragazza che vuole proporre lei non va molto di moda»
«Cosa?» incollerendosi non andò da nessuna parte, difatti la mandarono via. Quelli non capivano nulla, il suo era un modo di essere, non una moda. Alla fine, tuttavia, fu costretta a cambiare idea quando licenziarono la leader del gruppo dal suo lavoro: quel denaro sarebbe stato perfetto per investirlo nella loro band. Non sapeva che per recitare il ruolo che le avrebbero assegnato le sarebbe stato vietato di vedersi con i compagni in pubblico; probabilmente fu anche per questo che alla fine si allontanarono definitivamente da lei.
Lei odiava la Perfettina, all’inizio l’unico modo che aveva per riuscirle bene era farsi di eroina. Appena le avevano dato in mano il copione l’unica cosa che disse fu: “ma che razza di rompicoglioni è questa?”. Per i truccatori ed i costumisti della troupe era il loro progetto più ambizioso, alla fine se ne affezionarono come una figlia: dovevano spesso sistemarle il colletto, i capelli le vennero perfettamente tagliati e in ordine, privi delle loro ardenti ciocche rosse, e il suo viso divenne pulito. Ce n’era una, tra quelle truccatrici, che ora era in pensione: la vecchia Rachel sapeva come prendere ciascuno di loro, anche se li stava preparando ad esporli ad un grande pubblico. Era il macellaio che sussurrava parole dolci al bue prima che questo venisse massacrato.
L’unico modo per sopravvivere in quel mondo era fraternizzare con chi si trovava nelle sue stesse condizioni, l’aveva capito da quando si affezionò tanto a Duncan Nelson quanto all’intellettuale
 Gwendolyn Fahnlenbock: alla fine ebbero davvero modo di divenire buone compagne, spesso le aveva dato alcuni consigli su come rendere al meglio la sua parte. Gwen forse era una delle poche a cui il personaggio si associava davvero al suo carattere.

_________

Le sue memorie s’interruppero udendo la sconvolgente notizia data da Heather, che nel frattempo era andata a prendere dell’acqua:

«La sai una cosa? È diventata mezza sorda» si fece immediatamente seria. Dawn Medrek, l’aveva vista, era già da subito diventata una spina nel fianco di Hawkins: era risentita per quanto l’avessero resa diversa da come era prima, e spesso rinfacciava le battute del suo stesso personaggio facendogli perdere la pazienza, rendendosi fin troppo serena, a volte lo ripeteva quasi istericamente: “Andare contro Madre Natura non è mai una buona cosa”, e altre di quelle frasi da hippie che hanno come solo obbiettivo distruggere la mentalità capitalistica. Heather l’aveva vista: un avvenimento come quello le avrebbe fatto perdere la ragione.
«Davvero?» Barlow rispose con apatia, delusa. Delusa da tutti
.
«Nell'ultimo intervento ci ha rimesso un orecchio: quei rimbambiti volevano allungargliele come quelle di un elfo» Wilson aveva assistito all' ultima scenata che la ragazza avesse mai potuto permettersi sul set: la cicatrice, per quanto i truccatori fecero del loro meglio per nasconderla, si notava.
«Cazzo, mi ricorda un po' il caso di Owen. A quel poveraccio presto o tardi verrà un infarto» parlava dei casi in cui molti dei loro colleghi erano costretti a modificare il loro aspetto fisico, Owen McCord doveva essere uno di quelli in cui terminato il tutto ci sarebbe stato un istruttore a fargli recuperare una linea corretta; peccato che il ragazzo non ci riuscì, ormai il metabolismo del suo corpo era cambiato. La compagna non interveniva, quindi Courtney continuò a parlare tra sé e sé:

«E secondo me nemmeno quello nuovo è messo troppo bene»
«Intendi Beverly? Come, non l'hai riconosciuto? È stato il direttore della fotografia l'anno scorso»

In fondo Courtney Barlow non era da accusare: lì c’erano tanti di quei volti che andavano e venivano che la giovane attrice non ci faceva neanche più caso.

Dopo un po’ che stettero in silenzio alla fine fu Wilson ad avere l’ultima parola mentre cambiava canale: «Beh, ora è sicuro che quel Wallis se lo mangeranno vivo»
«Chi?»
«Quelli del fandom ovviamente»

_____________



Faccio qui un appunto che probabilmente avrei dovuto fare prima, ma che ritengo importante metter in particolar modo ora: se non ho messo l'avviso OOC è perchè, così facendo, mi sarebbe sembrato di prendere in giro i ragazzi ed i problemi che vengono denunciati in questa fanfiction: qui, definirli IC o OOC vorrebbe dire, in un certo senso, giudicare le loro performance: quanto in questi momenti si stiano adattando al loro personaggio, legarli unicamente a ciò che sono nel reality, e piuttosto che cadere in questo paradosso ho preferito contraddire l'usanza che si ha qui su Efp 

PS: Visto che se ne è parlato nel capitolo (ovvero il punk) ne approfitto per consigliare un brano dei Sex Pistols, Anarchy in the U.K., con la relativa traduzione

Il prossimo capitolo sarà l'ultimo o il penultimo, devo analizzare un paio di cose...quest'avventura sta quasi per finire, spero che ispiri qualcuno a scrivere di piccoli aneddoti o avvenimenti curiosi riguardo il cast di Total Drama. Alla prossima!

   
 
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