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Autore: anilasnoches    30/12/2017    0 recensioni
Il più grande svantaggio di vivere in un seminterrato è che la mattina quando ci si sveglia,e fuori c’è una bella giornata,non si può ammirare nessun panorama attraverso le finestre.Probabilmente era per questo che,nella mente autolesionista di Massimo,ogni mattina le prime parole a cui pensava fossero quelle che suo padre soleva dire quando le cose si mettevano male..
Ora non si trovava più nella sua vecchia camera a casa dei suoi,dove si apriva un balcone affacciato su un terreno alberato.Osservando l’unica miserevole finestrella della stanza,di circa mezzo metro per dieci centimetri,quelle parole per lui erano una beffa più che mai.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Giunti ormai ai piedi del bosco,Massimo e Anna dovettero constatare che il sentiero si interrompeva.
-- Come se non bastasse che ormai stiamo praticamente andando allo sbaraglio,adesso dovremmo anche entrare in un bosco senza seguire un sentiero.Scusa Anna,ma come faremmo dopo a tornare indietro senza un sentiero? -- disse Massimo.
-- Male che vada costeggeremo il lago fino a che non ritroveremo la strada asfaltata.Tanto fino a li non dovrebbero essercene più di villette di borghesucci ad occultare il lago. --
-- La fai facile tu.Vabé,dopotutto non abbiamo nessun impegno in programma oggi. --
Massimo la guardò con un misto di ammirazione e arrendevolezza.La sua determinazione lo affascinava,al netto di tutti i problemi che gli stava creando.
-- Aspetta -- riprese Anna,vedendo che Massimo stava per asciugarsi il sudore che gli bagnava la faccia con la sua maglia – se mi sleghi il fazzoletto ti asciugo io. --
E così dicendo,gli avvicinò il suo braccio sinistro.
-- No tranquilla,non ce n'è bisogno. --
-- Insisto. --
Le si dipinse un adorabile sorriso sul volto.Il sorriso di chi sa di avere la piena complicità del proprio interlocutore.Non quella complicità che nasce in virtù di un rapporto di potere,ma più semplicemente quella consapevolezza che si basa sul rapporto di fiducia reciproco.Massimo obbedì,non senza difficoltà.Il nodo con il quale era stato legato il fazzoletto particolarmente ostico.Inoltre notò una smorfia di dolore sul volto di Anna,che sembrava soffrire quando Massimo gli premeva sul gomito.
-- Ti fa male? -- gli chiese,preoccupato.
-- No,tranquillo.E' solo che l'ho legato un po' troppo stretto -- rispose Anna,cercando di dissimulare il dolore.
Quando Massimo riusci a slegarlo,come prevedeva si scopri una lesione da pressione in corrispondenza del gomito.Questi era abituato a vederne di ben più gravi lavorando in una casa di riposo,quindi non ne era impressionato.Cerco di esaminarla meglio,ma lei si ritrasse.A quel punto pensò che fosse lecito chiedergli qualcosa in più su quel fazzoletto,nonostante tutto ciò che lo riguardasse sembrava un taboo.
-- Scusami se te lo chiedo,ma da quanto tempo e perché porti questo fazzoletto legato così stretto?Guarda il tuo braccio. --
-- Con tutto il rispetto,questi non sono affari che ti riguardano -- rispose severamente Anna.
Massimo era mortificato.Gli sembrava un crimine aver intaccato quel sorriso così splendente e genuino,ma non si aspettava una reazione così brusca.Per fortuna lei riprese subito uno smalto sorridente e prese a pulirgli il viso con estrema calma,come se volesse dilatare quei momenti.Lui poteva sentire tutto il suo calore attraverso il cotone che gli accarezzava il viso.Quando ebbe finito di asciugarlo Anna ripiegò delicatamente il fazzoletto sotto gli occhi di lui,che stette a guardarlo per qualche istante.Concentrò la sua attenzione sui motivi floreali e baroccheggianti del merletto rosso che lo adornava,del tipo che avresti potuto vedere sul tavolo di una vedova della nobiltà decaduta.Si era chiesto più volte cosa ci facesse legato come una fasciatura al braccio di Anna.Non era quello il suo posto.Ma soprattutto si chiedeva perché questa cosa lo turbasse tanto.Forse perché gli ricordava la sensazione di sentirsi fuori posto da una vita,in perenne ritardo con il grande treno della storia.Una sensazione che solo svegliandosi la mattina nella sua triste tana di periferia era sicuro di non provare.
Con molta calma si inoltrarono tra gli alberi,procedendo nella stessa direzione del sentiero appena lasciato.Procedevano ad un'andatura piuttosto lenta sotto la fresca ombra delle piante,assuefatti gradualmente alle sensazioni del bosco. 
Non avevano la più pallida idea di quanto avessero camminato quando cominciò a materializzarsi ai loro occhi una costruzione non ben definita,dietro gli alberi di fronte a loro che diventavano sempre meno numerosi.Quella che cominciavano ad intravedere aveva le sembianze di una chiesa sopraelevata piuttosto malridotta.
-- Quella è una chiesa o sbaglio? -- disse Massimo.
-- Si,e sembra anche diroccata.Dev'essere molto vecchia,perché non ho mai sentito parlare di forti scosse di terremoto nella zona -- rispose Anna.
Superati gli alberi si trovarono di fronte ad una radura "recintata" tutt'intorno dai pini del bosco e in mezzo alla quale troneggiava impietosa la chiesa in questione,preceduta da una specie di rampa naturale formata dal terreno erboso.Il tetto spiovente era crollato al punto da dare l'illusione che l'affresco del cristo sulla facciata frontale stesse ascendendo veramente al cielo,le cui mani protese sembravano quasi uscire fuori dall'edificio.Il portale spalancato era contornato di una serie di variegati ghirigori che si ripetevano specularmente da destra a sinistra,dando quel tocco barocco decisamente inadeguato per l'attualità della chiesa.Entrando si ritrovarono un pavimento ricolmo delle macerie del tetto crollato.Gli affreschi delle pareti erano stati in gran parte vandalizzati e non c'era traccia di statue.In quei trecento di metri quadrati tutto sembrava essere stato trafugato.
-- E' veramente desolante la condizione in cui è stata lasciata questa chiesa.Anche considerato il fatto che certamente sia stata sconsacrata,non trovo giusto che sia stata abbandonata a sé stessa in questa maniera. --
Sull'altare maggiore non c'era traccia di tovaglie o fiori,ma si trovavano sparse delle candele di varie dimensioni.La porticina del tabernacolo era parzialmente aperta,che tuttavia non permetteva di vedere cosa ci fosse oltre.Incespicando fra le macerie Massimo si mise a perlustrare le navata sulla parte destra in cerca di qualcosa che fosse scampato ai trafugatori,mentre Anna si diresse verso la navata centrale.Quando ad un certo punto si volse in cerca di Anna,vide questa come annichilita di fronte al tabernacolo,dalla cui porticina chiusa fuoriusciva un pezzo di stoffa bianco.
-- Tutto a posto? -- disse,avvicinandosi a lei.
-- Si – rispose lei,senza voltarsi.
Non gli sembrava molto convinta.
-- Cosa c'è lì dentro? -- chiese,riferendosi al tabernacolo.
-- Niente.Solo una di quelle tovaglie usate durante l'eucarestia. --
Continuava ad essere poco convincente per Massimo.Anna dovette averne sentore,tanto che si girò di scatto con un espressione molto aggressiva.
-- Che c'è,non mi credi?Perché dovrei mentirti?Non vedi che si sono portati via quasi tutto? -- e sembrava pensare:tu non mi conosci,non sai nulla di me,quindi è inutile che mi guardi con quella faccia inquisitoria.
Massimo rimase interdetto.Lei dava l'idea di una disgraziata sotto gogna mediatica che si difendeva dai giudizi trancianti in una trasmissione generalista.Fin dalla prima discussione che aveva avuto con lei,Massimo aveva percepito un muro di gomma attorno alla sua persona,che qualcosa evidentemente aveva rischiato di lacerare.Non riusciva a spiegarsi altrimenti quell'atteggiamento così difensivo.Naturalmente Massimo era consapevole di non poter pretendere che lei si mettesse a nudo dopo così poco tempo.Però,allo stesso tempo,percepiva una prevenzione da parte sua che forse nessuna connessione reciproca poteva superare.
Guardandola più da vicino si rese conto che sulla porticina dorata del tabernacolo qualcuno aveva disegnato un pentacolo rovesciato,presumibilmente con del sangue.Che fosse quell'inquietante simbolo esoterico ad aver scombussolato Anna?Se si,Massimo non osava immaginare per quale motivo.Sulla strada del ritorno si fermarono a chiedere delle indicazioni - per la fermata del pullman che li avrebbe riportati al campeggio - ad un Indiano che lavorava al giardino di una villetta.Questi,tuttavia,con evidente imbarazzo e frustrazione,non riusci a formulare nemmeno una frase di senso compiuto.Con grande stupore di Massimo,Anna sembrò commuoversi di fronte a quella scena,come se all'improvviso si fosse ipersensibilizzata.Quello fu l'unico momento in cui sembrò tradire le sue emozioni.  
   
 
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