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Autore: ThatWildIsaac    31/12/2017    0 recensioni
Cosa succederebbe se un misterioso minerale atterrasse sulla terra attraverso un meteorite? La cosa più ovvia, la guerra per il possesso. La Germania e gli Stati Uniti si divisero in due gruppi; non ci si poteva mostrare indifferenti alla cosa, o stavi con la Germania o con gli Stati Uniti.
Fu proprio la guerra che portò a questo giorno, nel 2023, dopo una grande esplosione che coinvolse tutto il mondo diffuse il caos, uccidendo milioni di persone e cambiandone altre. Chi se lo sarebbe mai aspettato che quella semplice pietra era capace di distruggere un mondo intero?
Ora, dopo sei anni, Light deve affrontare ancora quei ricordi che pensava di aver ormai seppellito e dimenticato anni fa. Ora deve provvedere a sistemare quel nuovo inferno.
Genere: Avventura, Generale, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Devi correre, scappare, fuggire dal pericolo, mettiti in salvo, idiota. Ma quale pericolo? Lo sanno tutti ormai, ma qualcuno dall'alto benda gli occhi delle persone e le illude con falsa speranza e dolci bugie che allietavano lo spirito, almeno finché non venivi travolto dalla verità. Nessuno ne parla davanti ai bambini, loro hanno ancora una gioventù da vivere con una mente pura e spensierata, ma i tentativi sono inutili.

Ci sono quelli che si appostano vicino al muro del salotto, a tarda notto, ad ascoltare le conversazioni dei genitori. Da lì sentono tutto, trasmettono poi la notizia agli altri bambini che iniziano a rubare i telefoni dei genitori per cercare se c’era del vero in tutto ciò, come una macchia d’olio che si estende con rapidità.
Ormai nulla è più reale, molto probabilmente non lo sarà ancora a lungo. Quando una grande esplosione che copre tutto il mondo si presenta nel corso della tua vita non puoi avere idea di ciò che succederà poi. Non ne hai neanche il tempo, alla fine, pensi solo a sopravvivere un altro giorno in un mondo distrutto. Sei anni, sono passati sei anni e ancora quel ricordo era vivo nella sua mente.
Come puoi dimenticare l'inizio della fine del mondo, di una nuova era dove nulla è più certo? Incubi ti tormenteranno ancora e ancora... Mentre ti rigiri sudata nel tuo letto... Mentre il tuo cuore batte all'impazzata la notte si chiude attorno a te come una fredda coperta; quella grazia rimasta immutata, che con la sua bellezza porta con sé anche molta distruzione.
Il volto sorridente di una ragazzina bionda, le fusa di un gatto steso per terra mentre siedi davanti al camino, l'abbraccio affettuoso di tuo padre, odore di dolci appena sfornati che inondano le narici, erba morbida e bagnata tra le dita. Tutto così lontano e soffuso...
La visione che si ricorda con chiarezza è solo una scritta rossa su un muro per metà distrutto:
 
«Io credo»

 
 
Light si svegliò di colpo nel suo piccolo letto, le coperte sparse per il pavimento e la fronte imperlata di sudore. Per qualche secondo rimase a fissare la vernice scrostata del soffitto che ogni mattina le si parava davanti agli occhi, con la sua grande famiglia di ragni che vedeva espandersi sempre di più di giorno in giorno. Era intenta a ricordare ciò che stava sognando nonostante potesse dire di che si trattava anche senza ragionarci sopra. Sei anni fa avvenne l'esplosione, sei anni fa iniziò ad avere lo stesso identico incubo che ormai sapeva raccontare a memoria.
Rimase ferma e immobile per qualche minuto, persa nei suoi pensieri finché il rumore di nocche contro la porta di legno non la risvegliò dalla sua trance.
Scostò i capelli neri dagli occhi e impugnò la pistola, pronta a reagire in caso di attacco a sorpresa. Con cautela si avvicinò alla porta, sforzandosi di non far scricchiolare le travi sotto i piedi scalzi, e guardò attraverso lo spioncino. Dall'altra parte vide una chioma rosso scuro e due occhi verdi grigi che la osservavano scocciati.
«Ragazza, sono io, fammi entrare» La voce dall'altra parte della porta era roca e familiare alle sue orecchie. Con uno scatto fece girare la chiave nella serratura e si scansò per non essere presa in pieno.
Davanti a lei si parò Niav (Neev) con la sua corporatura muscolosa e i tratti ben definiti. Di origine irlandese, quando avvenne l’esplosione ebbe la sfortuna di ritrovarsi in vacanza proprio in Italia, il luogo di nascita di Light. Aveva la pelle pallida come quella di un cadavere e due grandi borse viola sotto gli occhi, segno che era reduce di notti di guardia senza sonno. I capelli erano anche più scompigliati del solito. Solitamente Light si offriva di spazzolarli per lei, che non aveva mai molta voglia di curare la sua bella chioma. Quando le diceva che con un po' più di attenzione sarebbe stata molto più bella Niav rispondeva che la bellezza non aveva più valore, oramai. Sapeva che ciò che stava dicendo era giusto, ma era davvero tanto difficile tenere in mano una spazzola per giusto cinque minuti al giorno?
Poggiò la pistola sul comodino con un sospiro e andò davanti alla finestra per guardare il suo stesso riflesso mentre raccoglieva i capelli in uno chignon scompigliato.
«Lasciatelo dire Niav, hai un aspetto di merda» disse la corvina prima di allungare il laccio per capelli verso l'altra.
«Buongiorno anche a te» Si avvicinò e lo prese, la “aiutò” a sistemare i capelli e si allontanò per osservare il risultato. Ormai da cinque anni questa storia andava avanti, ogni volta che la rossa andava in camera dell'amica la mattina sapeva di doversi preparare a diventare la sua parrucchiera privata specializzata in chignon. Per sdebitarsi Niav aveva l’uso libero su tutte le sue risorse che conservava nella sua stanza del piccolo sgabuzzino.
«Quando hai finito di sistemarti vieni al campo d'allenamento, ragazzina» Esordì appoggiandosi con un fianco sullo stipite della porta e guardando l’altra con uno sguardo di superiorità. «Mike deve parlare con te.»
«Hai vent'anni e io diciassette, non c'è molta differenza di età, sai?» Odiava essere chiamata ragazzina, soprattutto se a farlo era una ventenne troppo cresciuta.
«Ho tutto il diritto di chiamarti così» Concluse fredda Niav avviandosi per il corridoio, seguita dopo poco da Light.
Quel corridoio era squallido, scialbo, le pareti scolorite e macchie d'umido ovunque. Camminarci a notte fonda era un vero suicido, una via facile per morire assiderati. I vetri delle finestre erano per la maggior parte rotti, cosa che non aiutava a rendere quel posto più caldo e dargli meno l'aspetto di un campo di concentramento disabitato.
Una volta c'andò a vedere un campo di concentramento, a otto anni, quando i suoi genitori decisero di fare una vacanza in Germania. Quel dannato meteorite ancora non era atterrato, altrimenti non ci sarebbero mai andati. Perché, con tutti i pianeti esistenti e privi di vita, quella misteriosa pietra ha deciso di portare la sua enorme distruzione proprio da loro?
Forse atterrò in buona fede quella pietra, all'oscuro dell'egoismo e stupidità degli umani. Magari pensava che la sua energia potesse essere sfruttata in modo positivo, invece che un pretesto per portare avanti la guerra. Alla fine della fiera, lei aveva solo una parte della colpa. Era colpa dei tedeschi, che l'hanno portata nei loro laboratori per farla analizzare e rifiutarono di condividere gli esperimenti; colpa degli americani che hanno lanciato la bomba; colpa anche di tutte le altre nazioni che non hanno fatto niente se non incitare al combattimento dividendosi in due squadre.
Venne strappata di colpo dai suoi pensieri quando andò a sbattere contro la schiena della ragazza davanti a lei, troppo immersa nelle sue fantasie per fare caso a dove stava andando.
«Guarda dove vai, Light.» La diretta interessata fece un cenno di scuse e la oltrepassò per uscire dall'edificio. Rivolse un ultimo sguardo distratto verso quello che una volta era un confortevole condominio, rovinato dall’esplosione e dal tempo, e si diresse al campo.
Non ci voleva un genio a capire quando ti avvicinavi al campo, tutto veniva coperto dal rumore di spari e l'aria si riempiva dell'odore della polvere da sparo a cui tutti si erano ormai abituati. Erano le sei di mattina, quindi non c’erano molte persone in giro, ma poteva ancora sentire degli spari.
Prima di andare nel campo vero e proprio fece una pausa nel capannone dell'equipaggiamento per prendere le sue cuffie da tiro e la sua preziosa pistola il cui manico si adattava perfettamente alle sue mani. Tutti sapevano che non dovevano neanche avvicinarsi ad esse, se qualcuno avesse osato si sarebbe ritrovato con un arto rotto nel giro di poco.
Andò nel campo, superò la sezione di allenamento facile e intermedio per passare subito alla sezione esperto, dove sapeva che la aspettava il suo amico senza neanche il bisogno che qualcuno lo specificasse. Insomma, in sei anni di combattimenti a suon di pistola l'intermedio e il facile diventano poco più difficili di giocare a uno di quegli stupidi giochi per bambini sui telefoni. Solo a pensarci le venivano in mente le ore spese su quel dannato Candy Crush a creare file di caramelle senza un motivo, come una piccola zombie.
Non c'era nessun altro nel poligono di tiro un po' improvvisato se non loro due, quindi non fu un'ardua sfida quella di trovarlo. Eccolo lì, con i suoi capelli a spazzola biondo sporco e la fascia rossa messa proprio per tenere su i ciuffi ribelli; non si era neanche voltato sentendola arrivare, aveva continuato a sparare alla sagoma di legno mentre anche Light impugnava la pistola e prendeva la mira.
«Di che volevi parlarmi?» iniziò la ragazza, consapevole che se non avesse iniziato lei non ci sarebbe mai stata conversazione fino all'ora di colazione.
«Ho trovato qualcosa, sulla riva del fiume, che credo ti appartenga» Con queste parole estrasse dalla tasca una piccola agenda sotto lo sguardo stranito della ragazza.
Le ci volle un po' per riconoscerla, giusto qualche secondo per fare la giusta associazione mentale.
Quel cuoio nero rovinato, quel lucchetto graffiato, la cinghia con un fiorellino bianco disegnato sopra e l'angolo in alto a destra morsicchiato da piccoli dentini affamati.
«Aspetta, quella è l’agenda che rubai alla mia professoressa poco prima dell'apocalisse?»
«Proprio lei, in carta e cuoio.» Mike allungò la mano verso di lei per dargliela. Light gliela strappò di mano e controllò bene che il lucchetto non fosse scassato.
Quella piccola agenda fu la sua salvezza nei primi giorni dopo l'esplosione, la sua ventola di sfogo, un po' come il suo diario; lo tenne per un anno e non lo fece mai leggere a nessuno. Si ricordava bene quando la vide sulla scrivania, nell'aula vuota, lei che stava per uscire. In un secondo era sotto il suo giacchetto, diretta verso una nuova casetta.
Forse la Light del passato sapeva che sarebbe successo qualcosa, che ne avrebbe avuto bisogno. Quel famoso sesto senso acuto dei bambini forse non è solo una leggenda.
Lo sguardo del biondino si addolcì mentre lascia che un sorriso si dipingesse sul suo volto. Riusciva a rivedere la piccola Light, la bambina spaurita di undici anni che non riusciva ad accettare tutto ciò. Eccola lì, appoggiata a un muretto, a scrivere su quella piccola agenda con la sua Biro quasi esaurita, convinta nel negare a tutti uno sguardo di ciò che scriveva.
Portava la chiave del lucchetto ogni giorno con sé a mo’ di ciondolo su una catenina d’argento, accanto a un piccolo fiore di rame. Teneva a quei ciondoli più di quanto gli importasse di Mike all’epoca, probabilmente, e se avesse dovuto scegliere fra i due non ci sarebbero stati molti dubbi.
«Grazie Mike» Rivolse uno sguardo affettuoso all'amico mentre si toglieva le cuffie e metteva il libro sottobraccio. «Non hai idea di quanto questo sia importante per me»
«Non pensare che sia una consegna gratuita, eh» Iniziò lui rimettendo a posto l'arma «Per sdebitarti dovrai farmi un favore, ragazzina, ma lo conserverò per dopo.»
La ragazza sospirò, rassegnata all'idea di non avere scampo. Quando dovevi un favore a Mike c’era da avere paura, soprattutto se lo prolungava nel tempo. Potevano anche passare mesi e riscattarlo in quel momento, data la sua lunga memoria.
Dopo essersi salutati la corvina si diresse subito in camera. Nascose l'agenda sotto la felpa e tirò su il cappuccio cercando di evitare ogni interazione sociale non voluta. Quelle poche persone che si aggiravano per i corridoi notavano la sua espressione corrucciata e la superavano con lo sguardo come fosse una sagoma fantasma.
Quando finalmente arrivò nella sua stanza si lasciò scivolare contro la porta, l'agenda in mano e uno strano, grosso e inspiegabile vuoto in pancia. Sapeva perfettamente dove era la chiave del lucchetto, ma qualcosa bloccava le sue mani tremanti anche solo dal poggiare l'oggetto per terra.
''Fallo, devi.'' si disse, ma quella sensazione di vuoto si stava espandendo per tutto il corpo, raggiungendo anche la sua mente e inculcandole in testa pensieri che voleva dimenticare.
Mike le disse, poco prima che tornasse in camera, che il fatto che quell’agenda si riuscita a conservarsi per così tanti anni sia davvero una fortuna, ma sfortuna sarebbe stato più opportuno.
Brutti ricordi erano scritti lì, inchiostro su carta, un modo per ricordarle che ormai non poteva più cancellare ciò che era successo. Ci aveva provato negli anni a dimenticare quell’esperienza, a cancellarla una volta per tutte, ma è davvero possibile cancellare un ricordo?
Lasciò che la sua vista venne offuscata dalle lacrime mentre lanciava l’agenda contro la parete con tutta la forza di cui era capace.
Sentì qualcosa rompersi, ma non ci fece minimo caso. Affondò la testa nel cuscino e aspettò di venire trascinata nel mondo dei sogni, lontana da quelle vecchie ferite aperte, lontana da tutto il male di cui il mondo si era coperto.








~Angolo autrice~

Quiiiiiiindi-
Avevo questa idea in mente da un po' e ho già una trama tutta in mente, l'unica cosa che mi rimane da fare è metterla per scritto. Solo che con la scuola non so quanto tempo riuscirò a dedicarci e in quali momenti, quindi se la storia andrà a rilento sappiate che probabilmente sarà quello il motivo u.u
Se volete leggere questa storia su Wattpad potete trovarla con lo stesso titolo in grassetto perché sì, in oltre il mio nome sul sito è "ThatWildIsaac".
E boh, spero che la storia vi piacerà, ciao~

 
   
 
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