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Autore: Alis97    31/12/2017    0 recensioni
La fanfiction parte subito dopo la guerra contro Gea e il campo rivale, e questa è un po' la mia visione su come è nata la relazione tra Nico e Will.
Buona lettura!
Genere: Fantasy, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Nico di Angelo, Nico/Will, Will Solace
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 6

 

 

 

 

 

Erano arrivati quasi oltre la metà del lago quando si ritrovarono ribaltati in acqua.
Nico glielo stava dicendo che aveva i muscoli delle braccia indolenziti e sentiva le gambe essere come gelatina. Will insisteva che doveva semplicemente tenere duro, che voleva arrivare all'altra sponda del lago.
I movimenti delle braccia lentamente iniziarono a diventare sempre più scoordinati e Nico invece di usare le gambe per darsi la spinta pensò di far leva esclusivamente con le spalle, inclinandosi verso il bordo della barca e inevitabilmente sbilanciandosi fino a farla ribaltare del tutto. I due finirono a mollo seguiti dalle risate delle Ninfe che da lontano avevano visto la scena, scomparendo poi sott'acqua.
I due ragazzi riemersero, ansimanti e con i capelli che ricadevano bagnati sugli occhi. Nessuno dei due disse nulla, semplicemente si fissarono in silenzio scoppiando nell'istante dopo in una azzurra e trascinante risata. Will si passo una mano sulla fronte, spostando quei suoi non più tanto perfetti ricci che gli stavano ricadendo sugli occhi. Nico fece altrettanto con i suoi, portandosi dietro le orecchie i capelli.
« Ce la fai a nuotare? » chiese Will. Nico annuì, gli facevano ancora piuttosto male i muscoli, ma sentiva di riuscire ancora a fare qualche metro in stile libero. « Ma come facciamo con la barca? » domandò, indicando quella che era capovolta. Will la fissò, facendo spallucce il secondo dopo. « Ci penserà una Ninfa » guardò verso un punto imprecisato del lago.
I ragazzi ripercorsero una bracciata dopo l'altra il lago, finché non raggiunsero l'altezza tale da toccare e proseguire a piedi, insieme agli occhi interrogativi di tutti che li guardavano. « Tra parentesi, di Angelo, il bagno lo avevo fatto stamattina » gli disse, strizzandosi i capelli, che bagnati gli arrivavano alle spalle.
« Ho già detto che mi dispiace! » borbottò Nico, stringendo i bordi della maglia.
« In realtà non l'hai fatto » rispose Will, riprendendo a sorridere un secondo dopo.
« Be’, fa finta che l'abbia detto » lo guardò torvo Nico, togliendosi le goccioline dal viso, mascherando così una risata dietro la mano. Will alzò gli occhi al cielo, sbuffando come se fosse veramente scocciato.
Risalirono poi il campo insieme, con gli occhi di tutti rivolti verso di loro, che li additavano e ridacchiavano al loro passaggio. « Cercherò di venire in infermiera più tardi » promise.
« Ti aspetto » gli disse, allargando un raggiante sorriso. « Ci vediamo dopo! » esclamò, prendendo la direzione opposta per andare verso la sua cabina, con Will dietro che lo salutava pronto per andare verso la sua di cabina per farsi un'altra doccia e cambiarsi.
Nella sua cabina, Will si prese una parte della mattina che avrebbe dovuto passare con Nico per rimettersi a posto. Si passò l’asciugamano sul volto appena finita la doccia, tamponandosi con cura i capelli che con il vapore stavano tornando mossi. Passò qualche minuto davanti allo specchio, a guardare la sua figura riflessa, ripensando a quella breve mattina passata con Nico, al delicato complimento che gli ha fatto. Velocemente si rivestì, asciugandosi con il phone i capelli. Uscì dal bagno pronto per affrontare un’intera giornata all’infermeria ad organizzare l’inventario alla vista della fine di un altro anno al campo e preparare nuovi infusi. Proprio quando si stava chiudendo alle spalle la porta del bagno entrò nella cabina un allegro e solare Austin. « Era calda l’acqua? » domandò, non trattenendo la risata, trascinando anche Will.
« Vedo che si è già saputo » commentò Will, cercando le sue infradito arancioni.
« Altroché! » confermò il fratello, stendendosi sul proprio letto, tirando fuori l’ipod cercando un brano di Bo Diddley. « Quindi tu e di Angelo… » disse con fare allusivo.
« Io e Nico cosa? » domandò, non capendo dove volesse andare a parare il ragazzo.
« Dai Will, gli stai sempre appiccicato » continuò Austin, trovando il brano che stava cercando.
« È quindi? » chiese, accennando una risata. Austin sbuffò sollevando gli occhi al cielo.
« Guarda che non c’è niente sotto » gli disse. « Siamo solo amici » sia affrettò ad aggiungere.
« Se lo dici tu » sorrise Austin, mettendosi un auricolare nell’orecchio.
« È così » gli confermò Will, non potendo evitare di storcere le labbra. « Mi aspettano, non fare disordine » ed uscì dalla cabina con Austin che gli faceva il saluto.


Nella cabina 13, Nico aveva appena finito di riposarsi dopo una lunga doccia. Aveva passato il tempo sotto il soffione caldo della doccia a riflettere sulla mattina passata con Will, del vuoto allo stomaco che non lo lasciò in pace nemmeno per un istante quando era da solo in barca con lui, delle risate facili che gli causava e soprattutto di quella strana sensazione di sentirsi solo un ragazzo normale in sua presenza.
In camera si mise a lucidare la spada, che ancora una volta l’aveva lasciata in cabina. Non la toccava veramente da molto tempo, esclusi gli allenamenti all’arena. Non gli mancava combattere contro i mostri, non lo entusiasmava veramente e forse perché sapeva dove erano dirette tutte quelle anime che sarebbero poi risorte. Al pensiero lo percorse dietro la schiena un brivido gelido, detestava tornare in quell’orribile luogo con la mente. Desiderava con tutto se stesso dimenticarlo, proprio come aveva dimenticato tutto quello che c’era stato prima. Tirò un sospiro, concentrandosi sull’arma che aveva in mano, tirandola su per l’elsa, fissandola controluce. Se la legò alla cinta, uscendo dalla cabina diretto verso l’arena.
Non poco sorpreso notò che Jason non era ancora arrivato, c’erano ancora alcuni ragazzi che erano alle prese con l’addestramento, molti di quelli erano matricole arrivate durante l’anno. Alcuni avevano più o meno la stessa età di Nico quando arrivò al campo, altri sembrava fossero poco più grandi. Combattevano egregiamente, considerato che non c’era stato molto tempo per addestrare i nuovi semidei. Il ragazzo si fece da parte, sedendosi su uno spalto a fissare i gruppi che si allenavano a colpire i fantocci o duellare a coppie. Non stava fissando un gruppo in particolare, li guardava un po’ tutti. Ricordò che anche lui avrebbe tanto voluto imparare quelle tecniche invece che imparare a sopravvivere per i fatti propri in compagnia di un fantasma chiacchierone che rievocava nella notte i momenti gloriosi della sua vita.
« A cosa pensi? » domandò un ragazzo che si era appena seduto sullo spalto accanto a Nico. Il ragazzo scosse le spalle, uscendo dai suoi amari ricordi. « Niente in particolare » rispose. Jason annuì, facendo finta di crederci, era sempre stato un gran mistero Nico, impenetrabile, come se i suoi sentimenti fossero rinchiusi all’interno di una cassaforte e nessuno avesse modo di entrarci. « Ho sentito del lago » cambiò discorso Jason. « Bel tuffo a proposito » gli disse, non mascherando dell’ironia. Nico annuì alla battuta evitando di replicare. « Vogliamo andare? » domandò, indicando il campo che lento si stava spopolando. « Ti seguo! » esclamò Jason, seguendo Nico nell’arena semi deserta.
« Niente acrobazie aeree » disse Nico, dettando alcune regole.
« Niente scheletri » si affrettò ad aggiungere Jason.
« Il resto è tutto lecito » concluse Nico con un sinistro sorriso, stringendo la mano a Jason, come dopo aver concluso un contratto.
Entrambi estrassero la spada, lasciando in mezzo a loro un po’ di spazio attendendo che qualcuno facesse la prima. Si guardarono fissi negli occhi, studiando i reciproci volti, cercando di capire cosa dovesse passare per la mente dell’avversario. A parer di Nico, il suo sfidante non era affatto semplice da leggere, aveva ricevuto un addestramento diverso, fatto di regole e strategie; tuttavia anche Nico poteva dire di avere un bel bagaglio di strategie che più di una volta lo avevano salvato in combattimento a corpo a corpo quando vagava nel mondo esterno da solo. Si muovevano lentamente, Jason era teso, sperava fosse Nico a fare la prima mossa, eppure era ancora lì di fronte, impassibile. Cercò di studiarlo per comprendere la sua tattica ma era come leggere un foglio bianco. Decise di lanciarsi contro Nico, che parò il colpo con la lama. Rispose all’attacco girando dalla parte opposta a dove si era difeso, con l’intenzione di colpirlo di lato, facendolo arretrare. Le due lame cozzarono con ferocia, venne parato un colpo dopo l’altro. Nico schivò un altro attacco, colpendo con la parte piatta della lama quella di Jason, costringendola ad abbassarla. Sembrava tutto troppo semplice, bastava un colpo con il gomito per metterlo a terra. Jason, che aveva capito il piano di Nico, fece scivolare da lato la spada, costringendolo ad arretrare. « Bella mossa, Grace » si complimentò con l’amico, che lo aveva spiazzato con quella mossa così veloce che non se ne era nemmeno reso conto. « Non hai ancora visto niente » replicò, andandogli incontro e costringendolo alla difensiva. Parò ogni colpo che stava ricevendo, dovendo però retrocedere ad ogni attacco. Nico cercò di pensare a più soluzioni in contemporanea, sapendo che non poteva scartare di lato perché lo avrebbe preceduto e tanto meno continuare ad arretrare. Serrò la mascella, non trovando altra alternativa che ricambiare con un nuovo attacco. Sferrò un colpo da basso, che Jason per prontezza lo parò mettendosi così allo scoperto. Nico approfittò per colpirlo di lato, all’altezza del braccio. Jason lo parò, arretrando a sua volta, ormai Nico lo aveva in pugno. Il ragazzo si avvicinò, ormai Jason aveva solo modo di difendersi. Attaccò ancora un paio di volte prima di usare le ultime forze che gli erano rimaste per colpire dalla parte opposta la spada, facendogliela volare letteralmente via dalle mani. « Credo di aver vinto » disse Nico, puntando la punta della spada verso la gola di Jason. « Mi dichiaro sconfitto» tirò un sorriso, sollevando le mani in segno di resa le mani.
Nico ripose la spada, passandosi sulla fronte il dorso della mano per togliersi le gocce di sudore. « Bel duello » disse Jason, andando a riprendere la spada facendolo tornare sotto forma di sesterzio. « Però sei stato lento ad intercettare il colpo, fosse stato un vero combattimento ti avrebbero causato una gran bella emorragia » commentò, girandosi tra le dita la moneta.
« Lo so, credevo volessi colpire la mano con la spada » gli spiegò, andandosi a prendere una bottiglietta d’acqua.
« Era quello che volevo farti credere » gli spiegò, prendendo al volo la bottiglia che Nico gli aveva lanciato. « Però sei stato fenomenale. Non l’ho nemmeno vista la spada quando hai fatto quella finta! » esclamò sinceramente sorpreso. Nico sorrise, quel colpo lo aveva salvato più di un paio di volte quando non era al sicuro nel campo.


Continuarono a parlare a lungo delle tecniche di combattimento e tra una presa di fiato e l’altra impararono anche nuove mosse da poter mettere in atto al prossimo combattimento. Jason gli mostrò a rallentatore una tipica mossa romana, di cui andava veramente molto fiero. Nico ricopiò i movimenti, trovandola troppo aggraziata per essere romana.
Si esercitarono poi a turno su qualche manichino, con Jason e poi Nico che urlavano cosa dovevano fare, per vedere se l’uno e poi l’altro si ricordavano le mosse appena imparate.
Poi i due si salutarono, dandosi come al solito appuntamento alla mensa. Entrambi si diressero nelle loro cabine. Nico si fece la terza doccia, cambiandosi d’abito ancora una volta. Ormai nella cabina c’erano solo panni sporchi e solo un paio di maglie pulite, una di quelle era del campo.
Si infilò l’altra maglia, mettendo in ordine la cabina e raccogliendo in un angolo i panni sporchi, così che le arpie potessero occuparsene di pomeriggio mentre lui era da Will.
Da lontano si sentì suonare la conchiglia, Nico stava finendo di piegare l’ultima maglia e metterla nell’armadio quando quella suonò. Uscì dalla cabina, non si era reso conto di quanta fame avesse finché non suonò il richiamo. Tutti i semidei si diressero verso la mensa, occupando i posti che volevano. Al tavolo di Nico con sua grande sorpresa c’era anche Percy, che a quanto gli sembrava stava raccontando qualcosa di divertente a Jason.
Nico sospirò andando verso il proprio tavolo, era da un po’ che non vedeva più il pupillo degli dei, sempre troppo occupato a passare il tempo con le matricole a raccontare storie di imprese, pensava. « Ehi! Calda l’acqua? » domandò il ragazzo appena lo vide. Sembrava essere sempre così allegro, sebbene come pochi aveva patito letteralmente le pene dell’Inferno. Nico si passò una mano tra i capelli, ormai la storia del lago si stava facendo ridicola. « Bollente » rispose piatto, volendo chiudere lì la storia. Non era la prima volta che qualcuno si ribaltava e non sarebbe stata neppure l’ultima. Percy tuttavia continuò a ridere tra sé e sé, trascinando anche Jason nella risata. « Dei! Ma come è successo? » gli chiese, realmente interessato a conoscere i fatti. « Semplice, mi sono sbilanciato » rispose, inforchettando quello che aveva nel piatto. I due annuirono, comprendendo l’errore.
« Errore da manuale » disse Jason.
« Già, avresti dovuto continuare a far leva con le gambe » gli disse Percy, prendendo un sorso di quella bevanda azzurra.
« È quello che ho fatto finché ho smesso di sentirle » gli spiegò Nico.
« Capita » rispose Percy, infondo sa che Nico non aveva mai messo piede al lago prima di allora, se non quando era arrivato la prima volta al campo; anche se in quel caso c’era finito completamente dentro insieme ad uno scuolabus.
« Perché canottaggio? » domandò dopo un po’ sempre Percy. Nico rimase per un momento in silenzio, esattamente non sapeva proprio il perché. « Me l’hanno chiesto, ho accettato, fine della storia » rispose semplicemente, nascondendo il viso dietro il calice. « L’ha proposto Will » intervenne Jason, indicando, con un impercettibile cenno del capo, il tavolo di Apollo. Percy allungò un po’ il collo per vedere il ragazzo. Non lo conosceva molto bene, sapeva che era diventato capo della casa sette durante la guerra contro i Titani, titolo che gli era stato offerto per ordine di anzianità. Quell’improvviso ricordo lo rattristò un po’, sembrava ieri quando in soffitta aveva letto la profezia, scendendo in campo contro i nemici. Avevano perso così tanti amici quel giorno, di alcuni non se ne trovò nemmeno il corpo. « È un bel tipo » commentò Percy, insomma il classico figlio di Apollo con la pelle abbronzata, i capelli biondi e gli occhi azzurri. Nico, tuttavia, non capì dove volesse andare a parare. « Sì, credo » rispose, non proprio convinto di voler sapere che razza di piega stava assumendo la conversazione. « Ma siamo solo amici » si affrettò a dire, non capendo perché all’improvviso le persone si erano messe in testa strane idee. Jason annuì, come per dire “Sì certo, e noi ci crediamo”. « È così! » esclamò Nico, dandogli uno schiaffo sul braccio.
« Mi hai fatto male! » si lamentò il ragazzo, accarezzandosi il punto dove era stato colpito.
« Ma smettila » lo guardo torvo Nico. « Cosa vi siete messi in testa non lo so, da quando un ragazzo non può uscire con un altro ragazzo? » quella strana e ambigua situazione lo stava scocciando.
« State sempre insieme » si azzardò a dire Jason. « Non fate altro che ridere » continuò il ragazzo. « Sembri davvero felice quando ti sta vicino » concluse, non potendo evitare di piegare le labbra in un sorriso. Nico alzò semplicemente le spalle, non era falso quello che stava dicendo, gli piaceva davvero la compagnia di Will, forse gli piaceva anche altro oltre alla stessa compagnia. « Sì, e allora? Non è la prima volta che sorrido, sembra sia un evento raro da come ne parli » commentò Nico, trovando ridicolo quel discorso.
Dopo la frase di Nico nessuno dei tre parlò più. Nico fu grato di quel silenzio, almeno al suo tavolo, eppure si sentiva amareggiato. Non riusciva a spiegarlo nemmeno a se stesso quali assurde emozioni provava per Will, figuriamoci spiegarle a qualcuno, di una cosa però era certo: vicino a Will si sentiva di nuovo felice.






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n.d.a.

Ancora una volta EFP mi blocca la pubblicazione degli altri capitoli, credo ci siano dei bug o qualcosa del genere. Comunque, se la fanfiction vi piace e volete leggerla per intero la trovate conclusa su Wattpad (in data 06/07/2020 è entrata in revisione, per tanto non troverete tutti i capitoli)

Mi dispiace non essere riuscita a portarla per intero anche su questo sito, mi sarebbe piaciuto scriverla anche qui…

 

Vi lascio alcuni link utili se volete seguirmi, restare in contatto o sapere in anticipo della pubblicazione di nuove storie e fanfiction:

Instagram: _alicebellucci
Wattpad: _akindofmagic


In oltre vi consiglio di seguirmi su Instagram perché in futuro porterò in PDF questa fanfiction e molte altre e comunicherò lì dove trovarla.

 

Un bacio a tutti,
Alis

   
 
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