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Autore: Schmetterlinge    01/01/2018    2 recensioni
Sakura si chiude la porta alle spalle, rimanendo appoggiata alla facciata in legno.
Naruto, alla scrivania, solleva il volto, sorpreso.
La ragazza lo guarda senza parlare, intenta a riprendere fiato; lo scruta, portandosi una mano all’altezza del cuore.
“Sono in ritardo di almeno dieci anni, lo so.”
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sakura Haruno
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
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Sakura si chiude la porta alle spalle, rimanendo appoggiata alla facciata in legno.
Naruto, alla scrivania, solleva il volto, sorpreso.
La ragazza lo guarda senza parlare, intenta a riprendere fiato; lo scruta, portandosi una mano all’altezza del cuore.
Il biondino si alza, appoggiando le mani sulla superficie [marmorea] di fronte a sé.
“Sakura-chan …?”
La Jonin si limita a fare qualche passo avanti, senza mai distogliere gli occhi dall’amico.
Le mani tremano,
il corpo è in tensione,
le palpebre pizzicano,
la gola arde.
 
 




 
[Il cuore è in tumulto]
 
 




 
“Ti chiedo scusa.”
Naruto la guarda, arginando la scrivania ed avvicinandosi alla figura dell’amica che, prontamente, lo ferma con gesto della mano.
“Sono in ritardo di almeno dieci anni, lo so.”
Abbassa la testa, la ragazza dalla fronte ampia e dai grandi occhi verdi.
“Avrei voluto parlartene molto tempo addietro ma non ne avevo il coraggio; la verità è che mi vergognavo.”
Naruto si accosta al bordo della scrivania, in attesa; il sorriso di qualche minuto prima aveva lasciato  posto ad un’espressione turbata.
“Mi dispiace, Naruto.
 
 



 
[Perdonami se puoi]
 
 



 
 
Per tutto il male che ti ho fatto.”
Il ragazzo continua a fissarla, con aria indecifrabile.
 
 
 


 
[L’ultima cosa che avrei voluto al mondo]
 
 
 



 
Sospira, la Jonin della Foglia.
“In tutti questi anni, non ho fatto altro che farti stare male, perché questa è la verità.
Ti sei addossato un peso insopportabile ed ho finito soltanto col sobbarcarti di responsabilità.
Sapevo che mi volevi bene a tal punto da fare qualunque cosa pur di vedermi sorridere ed io, egoista, ti ho fatto soffrire.”
Singhiozza, Sakura, stringendo le nocche delle mani e deglutendo pur di scacciare quel groppo [pesante] dalla gola.
“Persino Sai si era accorto che tutto quello in cui ti impegnavi non lo facevi solo per te stesso ma anche e, soprattutto, per me.”
Si passa una mano sulla guancia, la ninja dai grandi occhi verdi.
“E non dirmi che non è vero.”
Naruto la guarda serio, impassibile.
“Avresti meritato una compagna di squadra migliore, non un impiastro come me.”
Il ragazzo si avvicina, lentamente, senza mai distogliere lo sguardo.
Sakura indietreggia, scuotendo il capo.
No.”
 



 
 
Una lacrima,


 
una seconda


 
e un’altra ancora.
 
 



 
La voce si alza, assumendo un tono stridulo.
“Non ti avvicinare, Naruto.”
Il ragazzo pare non averla nemmeno sentita; con un gesto, secco, della mano, la spinge contro il muro, prendendola per le spalle.
“Adesso basta.”
Sakura ammutolisce; schiude [appena] le labbra dalle quali, tuttavia, non esce alcun suono.
“Hai ragione, sei in ritardo di almeno una decina d’anni.”
La ragazza sgrana gli occhi.
 
 
 




 
[Uno schiaffo in pieno volto]
 
 





 
“Non immaginavo pensassi certe cose. Ti sei portata, dentro, questo peso per tutto il tempo?”
La ragazza lo osserva; Naruto non era semplicemente adirato; era infuriato, lo leggeva nei suoi occhi.
 
 



 
 
E deluso.

E rammaricato.
 
 
 



 
“Smettila di addossarti colpe che non hai.”
Il tono dell’amico era duro, non ammetteva repliche.
Erano state rare le occasioni in cui Naruto era riuscito a lasciarla senza parole.
Erano state poche le volte in cui l’aveva [letteralmente] zittita.
Sakura non aveva mai perso una conversazione contro di lui.
 
 




 
O quasi.
 
 
 




“Hai ragione, ti ho sempre voluto bene e avrei fatto di tutto pur di vederti sorridere; mi bastava starti accanto e saperti felice per esserlo a mia volta.”
Indietreggia, il ragazzo dagli occhi celesti.
“Però, ciò che ho fatto in tutti questi anni non è stato altro che il frutto di una scelta ponderata e consapevole. 
Quel peso di cui ti ostini tanto a parlare, quella promessa di cui ti senti pienamente responsabile e che avrebbe finito col divorarmi l’anima sono stati una mia scelta, mia e di nessun altro.
Non mi sono mai sentito in obbligo nei tuoi confronti.
Ho fatto quello che ho fatto perché era giusto farlo, perché non vi erano altre possibilità.
E se proprio vuoi saperlo, se ho continuato ad andare avanti, nonostante tutto e tutti, è stato grazie a te.
Perché sapevo [ne ero certo] che ti avrei avuta al mio fianco, fino alla fine.
Il ragazzo si appoggia al muro di fronte a sé, incatenando il proprio sguardo a quello della ragazza.
“Non mi avresti mai lasciato solo.
Perciò smettila di ritenerti la causa di qualcosa che non sei.
Sei stata uno sprono per me,
uno stimolo per non demordere,
un punto fermo in una vita di incertezze.”
Il ragazzo la scruta, assottigliando lo sguardo.
“Se fossi stata così egoista come dici, non avresti finto di amarmi per indurmi a lasciar perdere.
Eri pronta a rinunciare a lui per me.”
 





 
 
Per liberarmi da quel peso di cui ti sei sempre sentita responsabile.
 







 
Sakura appoggia il capo contro lo stipite della porta; ormai poco le importa delle lacrime che le ricadono lungo il volto.
“Eri disposta ad ucciderlo.”
 
 
 




 
Per liberarmi da quel peso.
 
 




 
La ragazza non ribatte; abbassa il capo, passandosi, maldestramente, una mano sulle guance rosee.
“Ero stanca.”
Sakura sospira, piena di rammarico, di fronte allo sguardo inquisitore del ragazzo.
“Ero stanca di vederti stare male.”
Il biondino le sfiora il mento con le dita, richiamandone l’attenzione.
“Rinunciare alla propria felicità per quella di qualcun altro non è un gesto da egoisti.
Non avresti potuto farmi regalo più grande.
Nonostante mi urlassi contro dalla mattina alla sera, quello che eri disposta a fare dimostrava quanto mi volessi bene.”
 
 





 
O sbaglio?
 
 





 
Le sorride, il ragazzo; gli occhi, diventati di un blu intenso, erano tornati del color del cielo.
“Però, non era la cosa giusta da fare.”
Le scompiglia i capelli, Naruto.
“Ti sei sempre data troppa importanza, Sakura-chan.”
Il tono è palesemente provocatorio, ilare.
La ragazza lo fissa, maliziosa, schioccando le nocche.
“Occhio a come parli, testa quadra.”
Naruto scuote la testa, alzando le mani in segno di resa; scoppia a ridere il ragazzo dallo sguardo furbo, dal carattere allegro.
Poi, si guardano, in silenzio.
 
 
 




 
Lei con gli occhi ancora lucidi, il volto paonazzo, le labbra screpolate.
 
Lui alto, prestante, sicuro di sé.
 
 




 
Si avvicinano l’uno all’altra, senza fretta, fino a quando la ragazza si abbandona tra le braccia dell’amico che la stringe a sé.
Non servono altre parole, è un abbraccio che ne vale mille.
 
 




 
E restano così, aggrappati l’uno all’altra,
in una stretta che sa di pentimenti,
di scuse,
di rammarichi
e di bene incondizionato.
 
 
 
 
 

















 
 
Ciao a tutti!
Grazie in anticipo di aver dedicato una parte del vostro tempo alla lettura di questa Oneshot.
Niente, ultimamente va così, sprofondo sempre più nell’angst …
Spero che la Fic vi sia piaciuta (mi piacerebbe poter sentire qualche vostra opinione in merito ^.^)
Alla prossima, con l’augurio di un sereno Anno Nuovo!
Schmetterlinge
 
 
 
 
   
 
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