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Autore: Vagabonda    25/06/2009    3 recensioni
Mentre si chinava su di me, sussurrò, in modo che potessi sentirlo solo io: -Perdonami-, poi mi baciò.
Mi ero figurata tantissime volte come sarebbe stato baciarlo, poggiare le mie labbra sulle sue, assaporarne il sapore… ma quando succedeva ci trovavamo in luoghi appartati e romantici, come una radura vicino a un fiume o seduti all’ombra di un grande albero, soprattutto poi eravamo completamente, assolutamente SOLI. Non mi sarei mai immaginata che accadesse dentro un’affollatissima classe con tutti gli occhi puntati su di noi!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L’espressione scioccata di Elisabetta quando pronunciai le nefaste parole era tutto un programma. La vidi spalancare gli occhi e irrigidirsi, poi arrossire e diventare subito pallida, e per poco non le scoppiai a ridere in faccia.
Quando si fu ripresa, mi attaccò furiosa.
-Ma sei impazzita?!?- sbraitò, poi cercò di aggiungere qualcos’altro, ma le guance le si imporporarono nuovamente e tacque. Davanti alla sua muta rabbia sghignazzai, incapace di trattenermi oltre.
Mi fulminò con lo sguardo –Non lo farò mai- sibilò.
Tornai seria –Oh, invece sì cara mia, non eri la signorina “so-fare-tutto-io”?-
Vidi le sue labbra tremare e gli occhi riempirsi di lacrime –Non puoi farmi questo, e poi lui non vorrà mai!-
Nonostante le lacrime avessero cominciato a rigare il suo volto, non mi feci impietosire –Se glielo chiedo io, capirà-
-Ma sei la sua ragazza, come puoi volere che il tuo fidanzato baci la tua migliore amica?!? È un’idea balorda e insensata- tentò ancora.
-Assolutamente no, un bacetto non significa niente e poi è per gioco- replicai io, offesa per il suo insulto alla mia trovata.
Scosse la testa –Da te non me lo sarei mai aspettata- disse, ma si vedeva che ormai si era arresa.
Sorrisi sorniona –Hai visto? Dopo tutto questo tempo so ancora sorprenderti!-
Un debole sorriso passò sul suo volto, poi si asciugò le lacrime e mi guardò, seria.
-Almeno promettimi una cosa-
Feci un cenno, invitandola a continuare.
Prese un bel respiro e parlò –Jacopo non deve venirlo a sapere, ok?-
Annuii –Certo, non sono così scema-
Mi squadrò perplessa –Non ne sono tanto sicura-
Le diedi un pugnetto sulla spalla, ma ridemmo insieme, poi tornammo a interessarci del match.
Nel secondo tempo le cose non erano andate bene per la nostra squadra, quei bastardi del Don Manzoni avevano schierato i loro giocatori migliori e i nostri si trovarono ben presto in difficoltà. Ma grazie ai due fratelli le sorti della partita vennero ribaltate. In un primo momento erano parsi troppo stanchi per continuare, poi però si erano ripresi, cominciando a segnare un punto dietro l’altro. Jacopo sembrava un ciclone, sbaragliava gli avversari per puntare dritto alla meta nemica, senza guardare in faccia nessuno. Ma Edoardo fu il meglio. Segnò mete su mete, quasi il doppio del fratello, muovendosi come una pantera e scattando come un ghepardo. Alla fine della partita, conclusasi con una nostra vittoria schiacciante contro i Manzoniani, il mio ragazzo fu acclamato da tutti e dichiarato non solo come miglior giocatore in campo, ma addirittura di tutto il campionato.
Quando i rugbisti furono usciti dagli spogliatoi, stanchi ma soddisfatti, mi precipitai giù dagli spalti, seguita da una non tanto entusiasta Elisabetta, e saltai letteralmente addosso a Edoardo.
-Sei stato grande!- gridai, scoccandogli un bacio appassionato.
Lui ricambiò con altrettanta foga, poi mi prese per la vita e mi fece girare in tondo. Risi come una bambina, felice, dopo che mi ebbe messo a terra parlò.
-Se abbiamo vinto è stato soprattutto grazie a voi e al vostro tifo scatenato! Ma come avete fatto a convincere la prof. A portarvi in palestra?- chiese curioso.
Un sorriso a trentadue denti fu la mia risposta, più che significativa.
Mi baciò ancora –Lo sapevo che c’era il tuo zampino…- mormorò tra le mie labbra.
Ridacchiai, poi lo fissai commossa –Mi sei mancato-
-Anche tu, piccola-
Un terzo bacio assalì la mia bocca, più potente perfino degli altri. Mi appiccicai con il mio corpo al suo bisognosa di sentire il suo contatto. Distrattamente mi chiesi se il bacio che avrebbe dato a Elisabetta sarebbe stato passionale come quello, e mi augurai per il bene di entrambi di no.
Qualcuno si schiarì la voce, interrompendo le nostre effusioni. Mi voltai e vidi la mia amica che ci squadrava, chiaramente scocciata. Dopo che mi fui staccata da Edoardo, si avvicinò a me e mi trascinò in disparte.
-Che c’è?- le chiesi, infastidita per l’interruzione.
-Se proprio devo farlo, preferirei sbrigarmi, prima che Jacopo esca dallo spogliatoio- mi ammonì.
Con un sorrisetto cattivo mi ricordai della scommessa appena vinta da me e, presa per mano Elisabetta, la portai davanti al ragazzo.
Si fissarono qualche secondo, in silenzio, poi pestai un piede alla mia amica, riportandola alla realtà.
-Ciao…ehm, siete stati bravi…- farfugliò lei, prendendosi tra le dita una ciocca di capelli e arrotolandola intorno al dito.
Alzai gli occhi al cielo, ma come dovevo fare con quella ragazza?!
-Oh, ehm, grazie- disse Edoardo, imbarazzato.
-Sì, eeeh…dov’è Jacopo?- chiese Elisabetta, continuando a torturare la povera ciocca.
-Penso che sia ancora di la- rispose lui, indicando dietro le sue spalle –ha detto che gli faceva male una gamba e che andava in infermeria. Ci raggiunge dopo-
La mia amica si irrigidì di colpo –Cosa? Si è fatto male?- domandò allarmata.
-Tranquilla, è solo una sbucciatura- la rassicurò il mio ragazzo.
La conversazione cadde lì e ripiombammo in un silenzio teso. Guardai Elisabetta, che ricambiò con un’espressione implorante. Sbuffai e decisi di parlare io, prima che ci fossilizzassimo.
-Senti amore…io e Eli abbiamo fatto una scommessa- iniziai.
Sorrise –Io e Jacopo vi abbiamo passato il vizio eh?-
Non so perché, arrossii, forse ricordando il nostro primo incontro, quando Jacopo aveva baciato Elisabetta.
-Può darsi, comunque la scommessa consisteva nel vedere chi tra te e tuo fratello sarebbe stato il più bravo in questa partita-
Lui alzò un sopraciglio, ma non ribatte, così continuai.
-Si da il caso, come tu sai, che abbia vinto io- dissi, orgogliosa –e che Elisabetta debba scontare la sua penitenza, ed è qui che entri in gioco tu-
Si accigliò –Io?-
Annuii –Esatto-
-E, se posso, io cosa c’entro?-
-Bhe vedi…come penitenza ho stabilito che Elisabetta dovesse dare un bacio a te, se avesse perso la scommessa-
Vidi la sua espressione mutare rapidamente, passando dalla confusione iniziale alla sorpresa, infine al terrore più puro.
-B-baciare me?!- esclamò allarmato.
Corrucciai la fronte, non capendo il motivo della sua preoccupazione.
-Ehm, Ali, posso parlarti un secondo?- mi chiese, prendendomi per mano.
Insieme ci allontanammo da Elisabetta, che continuò a fissarci curiosa.
-Ma sei fuori di testa?!- sbottò Edoardo, quando fummo abbastanza lontani da non farci sentire –come ti è venuto in mente di coinvolgermi senza neanche consultarmi?!?-
Mi innervosii all’istante –Cazzo, ma ce l’avete tutti con me?! Qual è il vostro problema, si può sapere? È solo un bacetto innocuo, non voglio mica che tu ci vada a letto!-
Si mosse a disagio –Lo so, è solo che…- esitò.
-Che??- lo incalzai.
Sospirò –Alice, tu lo sai che io non andavo molto d’accordo con Elisabetta-
Assentii –No, la odiavi!-
-Ecco, appunto, e allora perché vuoi costringere sia me che lei a fare una cosa che non vorremmo?-
Sbuffai sonoramente –Perché lei ha perso una scommessa e deve pagare pegno, tanto tu non la detesti più, o sbaglio?-
-No, certo che no, però…hai idea di cosa mi farà Jacopo se lo scopre?-
-Tranquillo, ho già promesso a Elisabetta che starò muta come un pesce-
Mi fissò combattuto. Lo guardai implorante –Eddai amore, è solo un bacetto! Fallo per me…-
Dopo qualche secondo si rilassò, arrendendosi. Lanciai un gridolino e lo abbracciai –Grazie grazie grazie!-
Insieme tornammo da Elisabetta, che aspettava impaziente.
-Allora? Cosa dice?- mi bisbigliò.
-Abbiamo il suo via libera- annunciai fiera.
-Fantastico- mormorò Elisabetta, tutt’altro che entusiasta.
Presi per mano entrambi e li portai in un angolo protetto della palestra, lontano da sguardi indiscreti. Mollai la presa e incrociai le braccia, in attesa.
I due si guardarono negli occhi, poi Edoardo si avvicinò alla mia amica.
-Io…- tentò di dire, ma Elisabetta scosse la testa, accorciando ulteriormente il distacco.
Edoardo la fissò intensamente e, molto lentamente, portò la bocca vicino alla sua. Infine le loro labbra si sfiorarono, in un bacio dolce ma casto. Poi però, non so chi dei due, approfondì il contatto. Le bocche si aprirono, lasciando intravedere le lingue intrecciate, i respiri divennero affannati. Edoardo afferrò la ragazza per la vita, tirandola a se, e Elisabetta per tutta risposta avvinghiò le sue braccia al collo del mio fidanzato.
Io, che avevo guardato la scenetta iniziale tutta contenta per la buona riuscita del mio piano, cominciai ad agitarmi già quando vidi che il contatto si faceva più intimo.
-Ok ragazzi, così penso che possa andare- dissi, ma loro, forse volontariamente o forse no, ignorarono completamente le mie parole.
Alla vista delle lingue avvinghiate cominciai ad innervosirmi sul serio.
-Dai, adesso basta però- intimai. Niente.
Quando poi i loro corpi si appiccicarono, non ci vidi più.
-EH NO, GIÙ LE MANI!- gridai, saltando addosso alla coppietta.
Tutti e tre ci trovammo per terra, in un groviglio di gambe e braccia. Una volta sciolti e tornati in posizione eretta, Edoardo dovette trattenermi per non farmi saltare addosso a quella che, fino a pochi minuti fa, avevo considerato la mia migliore amica.
-Piccola stronza, e così volevi fregarmi il ragazzo eh?! E pensare che io mi ero pure premurata perché pensavo che ti facesse SCHIFO baciarlo, mentre poi mi sono trovata davanti a una scenetta degna di un film porno!!!!- sbraitai, guardandola in cagnesco.
Lei indietreggiò, spostando lo sguardo da me al mio ragazzo.
-E NON OSARE NEANCHE GUARDARLO!!!- strillai, ormai isterica. Cercai di liberarmi dalla presa di Edoardo, che però mi teneva saldamente.
-Alice, ti prego, calmati, quello che è successo non è solo colpa di Elisabetta ma anche mia- mi ricordò lui.
Voltai il capo per fulminarlo –Tranquillo, non me ne sono dimenticata, con te farò i conti dopo- minacciai.
Lo vidi rabbrividire, poi tornai a dedicarmi alla mia principale preda.
-Mi dispiace per quello che è successo, ma te la sei andata a cercare! Sei stata tu stessa a scegliere la penitenza, ora non ti puoi lamentare…- cercò di ribattere lei.
-MA IO INTENDEVO UN BACIO CASTO, NON UNA COSA DA CENSURARE!!!- le ringhiai contro.
Elisabetta si allontanò ancora, chiaramente preoccupata per la mia salute mentale.
Preoccupati più per la tua lingua, che probabilmente non avrai più entro breve pensai furibonda.
-Io…non volevo che succedesse, scusa…- borbottò lei, la voce rotta dal pianto. Infatti poco dopo, abbondanti lacrime cominciarono a rigarle il viso.
Ma se pensava che piangendo mi avrebbe ammorbidita, si sbagliava di grosso. Anzi, facendo così non fece altro che aumentare la mia rabbia.
-È inutile che frigni, tanto non mi fai pena- sbottai –scusa, ma tu cosa avresti fatto se io fossi saltata addosso a Jacopo, eh? Saresti rimasta a guardare con la tua solita faccia da angioletto? Bhe, io non sono come te, non riesco a ignorare una cosa del genere-
Soprattutto se anche il mio ragazzo ricambia. Sembravano così uniti, le loro bocche si incastravano alla perfezione, come fatte una su misura dell’altra. Forse…forse sono destinati a stare insieme, l’odio che si trasforma in amore, gli opposti che si attraggono…che sia tutto vero? Che Elisabetta e Edoardo debbano stare insieme?
La stretta sulle mie braccia si allentò, e io caddi in ginocchio, senza forze per rialzarmi. Vedevo tutto sfuocato e avvertivo le voci in lontananza. Poi qualcuno mi scosse con forza.
-Alice? Alice? Che cos’ha?!- chiese una voce, agitata.
-Cosa succede qui?- domandò qualcun altro.
-Togliti di mezzo- intimò la prima voce –Alice, Ali? Mi senti? Ti prego, rispondimi!-
Riconobbi il tono basso di Edoardo.
-Amore mio, non fare così!- continuò a dirmi.
-Tu…io non posso impedirti di stare con chi desideri…- mormorò una voce flebile. La mia.
-Ma che cosa dici?- domandò, poi capì –no!! Hai frainteso, io amo solo te, voglio passare il resto della mia vita con te!-
Quell’ultima frase parve destarmi dal mio torpore. Spalancai gli occhi e guardai lo splendido volto del mio ragazzo di fronte a me.
-Che…che cosa hai detto?- sussurrai.
Prese un bel respiro, dopodiché si inginocchiò davanti a me.
-Lo so che siamo giovani, che abbiamo ancora tante esperienze da fare, ma io vorrei farle insieme a te. Perciò, Alice Lombardi, vuoi diventare mia moglie?-
Il respiro mi si mozzò in gola e la vista si annebbiò. Il capogiro mi lasciò stordita, ma capace di formulare un unico pensiero: Edoardo mi aveva chiesto di sposarlo. Non potevo crederci, eppure era così.
Poi, un quesito: che cosa avrei risposto?
Ero giovane, troppo giovane per accettare, non avevo ancora finito le superiori, dovevo andare all’università, fare la specializzazione…no, mi dispiaceva ma avrei rifiutato, non potevo mandare all’aria il mio futuro.
Aprii gli occhi e incrociai lo sguardo del mio ragazzo. Vi lessi impazienza, speranza…amore.
-Sì, certo che lo voglio- sussurrai, le lacrime che mi rigavano il viso.
Al diavolo tutti i miei buoni propositi, ci amavamo e tanto bastava.
Mi fissò, commosso –Oh amore mio…-
Mentre ci baciavamo, vidi alle sue spalle Elisabetta che ci guardava singhiozzando, stretta a uno Jacopo scioccato.
-Posso sapere cosa è successo?- bisbigliò quest’ultimo alla mia amica.
Lei scosse la testa, intimandogli di tacere. La ringraziai con un cenno silenzioso e lei mi sorrise. Mi appuntai mentalmente di chiederle perdono per tutte le cose orribili che le avevo detto. Poi tornai a dedicarmi al promesso sposo, e soprattutto alle sue labbra invitanti, pensando allo splendido futuro che ci si prospettava davanti, e a quello che era successo scommettendo un bacio.


FINE










...Allora, che ne pensate di questa conclusione?
Riesco a vedere le vostre facce sconvolte, gli occhi fuori dalle orbite e le bocche spalancate...
...Sono riuscita a sorprendervi eh?
Ma, vi devo confessare, che questo finale è inaspettato anche per me.
"Ma come?" direte giustamente voi "sei tu la scrittrice!"
è vero, sono io che scrivo, ma non faccio tutti i capitoli insieme, io li scrivo mano a mano che la storia procede, basandomi sull'ispirazione del momento ma soprattutto su ciò che desiderano i miei fans, perciò tengo tanto alle recensioni! Il vostro parere per me è di primaria importanza.
Siete voi che fate la storia, che la costruite mattone dopo mattone insieme a me, e perciò, oltre ai ringraziamenti specifici, volevo dire un grande GRAZIE a tutti coloro che mi hanno seguita in questa avventura, e che mi hanno fatto sapere cosa ne pensavano passo passo:
GRAZIE, siete voi il motore della storia!!!
Questa fanfic è presa dalla vita reale, i quattro protagonisti esistono realmente (ovviamente con nomi diversi), e Alice è perfino una di voi, vero Compa?
Comunque questo per dire che questa storia l'ho vissuta in prima persona, perchè anche io ne faccio parte, ed è stata un'esperienza unica e travolgente.
Ok, lo ammetto, se all'inizio di questo commento ero solamente commossa ora sono letteralmente in lacrime, e che mi ero così affezionata alla mia storia...
...e a voi, miei cari lettori, che se siete ancora svegli dopo questo mio sproloquio, vi ringrazio immensamente per tutto il sostegno che mi avete dato, quando vedevo il numerino delle visite aumentare il cuore mi si riempiva di orgoglio: c'era davvero qualcuno che leggeva la mia storia!
Per non parlare delle recensioni, quelle erano un vero e proprio colpo per me XDXD
Bhe, adesso siamo proprio arrivati alla fine del nostro viaggio, vi lascio andare che sento già vostra madre che vi richiama agli impegni, un ultimo GRAZIE a tutti, e alla prossima storia, miraccomando, ci conto!^^


Per ringraziare le persone che hanno messo questa storia tra i preferiti...


1 - aLbICoCCaCiDa
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10 - Idril Inglorion
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Un bacione a tutti! Ele

   
 
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