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Autore: Stella Di Mezzanotte    25/06/2009    1 recensioni
I suoi capelli erano di un colore particolare: castano chiaro con sfumature color caramello, leggermente mossi e lunghi fino alla vita...[...]Le donne guerriere … discendenti di Ares, Dio della guerra …[...]Dovevo assolutamente sapere ciò che celava quella splendida Vampira.
Genere: Romantico, Azione, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Salve a tutti! Questa è una ff un po’ particolare, ho stravolto un po’ di cose all’interno del mondo di Twilight, dove ovviamente traggo solo i personaggi e alcune delle loro caratteristiche. Ovviamente ricordo che i personaggi non sono miei, ma della scrittrice che ha saputo farmi innamorare di questa splendida saga! Non vorrei anticiparvi nulla, quindi non mi rimane altro che lasciarvi a questo primo capitolo della storia. Mi raccomando fatemi sapere cosa ne pensate, i vostri commenti saranno fondamentali per la buona riuscita di questa storia! Un saluto a tutti!

                                                                                 

                    

                    Annoiata Indifferenza

Seduto sul divano della mia camera ascoltavo Debussy , con gli occhi chiusi. Nonostante la musica alta riuscivo a sentire nitidamente le voci concitate dei miei parenti, come se fossero lì accanto a me.

Carlisle ed Esme , i miei genitori adottivi, parlavano fittamente tra loro circa il modo migliore di accogliere gli ospiti, che presto sarebbero arrivati. I miei fratelli invece erano parecchio agitati : Alice sfrecciava da una parte all’altra della casa, spostando mobili, quadri e quant’altro facesse parte dell’arredamento, pensando freneticamente alle disposizioni più eleganti; Rosalie era nella sua camera da letto a provare un numero illimitato di vestiti, pensando con malizia che le vampire che sarebbero arrivate sarebbero rimaste di stucco a guardarla ; Emmett pensava a tutte le battute che avrebbe potuto dire in loro presenza, scavando nel suo ampio repertorio; Jasper, invece , era l’unico che se ne stava comodamente seduto sul divano, guardando ciò che gli stava intorno con annoiata indifferenza. Non si alzava neppure quando Alice si avvicinava per spostare il divano.

Naturalmente la forza fisica nella mia famiglia non era un problema. La nostra natura , per fortuna, ci permetteva di fare cose che agli umani era impossibile. Essere Vampiri aveva certi vantaggi. Tuttavia i lati negativi c’erano, ed io li conoscevo bene. Nonostante mi fossi abituato ormai da quasi un secolo alla mia nuova vita, c’erano cose che ancora non riuscivo ad accettare. Non a caso ero l’unico della famiglia ad essere poco socievole nei confronti dei miei simili.

Non avevo scelto io questa natura, ma mi sentivo debitore nei confronti di Carlisle, il mio padre adottivo, che mi aveva permesso di vivere ancora, nonostante una grave malattia che presto mi avrebbe portato alla morte in quel lontano 1918.

Sospirai. Poter leggere la mente degli altri a volte poteva essere frustrante. Non c’era mai nulla che non sapevo e la mia vita era una noia indescrivibile. Purtroppo non lo facevo appositamente. Quello di leggere la mente, era un dono extra che pochi vampiri possedevano. Forse nessuno. Non riuscivo a controllare questa cosa: sentivo e basta. Senza possibilità di scelta.

Mi alzai dal divano, nervosamente. I pensieri dei miei fratelli mi stavano irritando. In particolar modo quelli di Alice e Rosalie. L’una drogata di moda e arredamento, l’altra per la sua mania quasi folle di curare la sua bellezza estetica, come se non fosse già bellissima …

Un'altra cosa che sopportavo a mala pena era proprio questa: la nostra indicibile bellezza fisica. Certo, la cosa non mi dispiaceva, ma l’effetto che facevamo agli umani era insopportabile. Ci osservavano come se fossimo degli dei, senza nemmeno rendersi conto delle espressioni ridicole che assumevano. Devo dire però che anche questo lato aveva i suoi vantaggi. Non ero costretto ad essere convincente quando desideravo qualcosa da chiunque di quegli umani.

Tuttavia non erano molte le cose che desideravo. Quando la noia raggiungeva livelli incrollabili, bastava fare una passeggiata al centro e attirare qualche ragazza ammaliata dal mio sguardo. Nonostante non mi attirassero così tanto, le ragazze umane riuscivano in qualche modo a tenermi occupato per qualche ora.

Un tempo così relativo in confronto all’eternità a cui ero destinato. Un destino senza fine.

Non mi ero mai innamorato. Mai. Molte vampire avevano espresso chiaramente il loro interesse verso di me, ma non avevo mai scelto una compagna. Fin ora non c’era mai stata nessuna che mi aveva attirato più di tanto. Non avevo mai pensato all’amore. Che cosa stupida … a cosa mi serviva? Non mi ci vedevo ad essere amorevole verso qualche vampira. Nessuna mi aveva mai ispirato questo sentimento. Tutte quelle che avevo conosciuto, ed erano veramente tante, erano prese dalla loro bellezza o dai loro poteri. Pensavano solo a sedurmi e questo non mi piaceva. Ovvio, ero pur sempre un uomo, ma di solito mi bastavano le ragazze umane. Erano molto passionali e parecchio intraprendenti. Non sentivo di soddisfare questo bisogno con qualche donna della mia stessa natura. Ero certo che dopo non mi avrebbe più lasciato in pace.

Mi bloccai nell’atto di spegnere lo stereo. Avvertì i loro movimenti a un migliaio di chilometri nel bosco. Le Amazzoni presto avrebbero fatto il loro ingresso.

Uscì dalla mia stanza e scesi le scale che portavano al piano di sotto, con noia. Non avevo mai visto il Clan della Amazzoni, ma ne avevo sentito parlare molte volte da Carlisle. Vivevano nelle montagne del Caucaso, ma non avevano una meta precisa: vagavano tra quelle montagne e tra quelle foreste.

Le donne guerriere … discendenti di Ares, Dio della guerra …

Sorrisi tra me … chissà che tipe che erano …

Entrai nel salone e scossi la testa disperato. Sembrava un'altra casa. Alice stavolta aveva veramente esagerato. Il solito ambiente moderno, ma semplice, era stato rimpiazzato da un arredamento floreale pieno di piante rampicanti ovunque, per sino sui divani. Mia sorella pensava, che accoglierle in un atmosfera simile al loro ambiente naturale, le avrebbe messe a loro agio.

Da quanto avevo capito sapevano essere piuttosto aggressive, se le si innervosivano. Chissà forse mi sarei pure divertito, per una volta …

Mi ritrovai al centro della stanza, non sapendo bene cosa fare. Sedermi nel divano sommerso tra tutte quelle foglie? No, non era il caso. Jasper ormai sembrava una creatura dei boschi tanto si era mimetizzato con quelle piante addosso.

Gettai uno sguardo intorno per vedere come si comportavano gli altri.

Carlisle ed Esme, come da copione, erano davanti alla porta aperta, aspettando le Amazzoni. Alice continuava imperterrita ad aggiungere fogliame dappertutto. Emmett era accucciato vicino al televisore, cercando di sintonizzare qualche canale di sport. Inarcai un sopracciglio. Da quanto sapevo c’erano solo due Vampiri nel loro Clan. Uno di loro era considerato il loro mentore, un po’ come per noi era Carlisle, mentre l’altro non sapevo bene che ruolo avesse in quel covo di vampire. Eppure Emmett era convinto di distrarli con qualche partita di Baseball.

Spostando lo sguardo, vidi Rosalie appoggiata al camino, con un braccio disteso sopra la superficie, stile “Donna Fatale“ . Ci teneva molto alla sua presentazione. Poverina … si sentiva molto in ansia per quest’incontro. Se avesse potuto avrebbe cancellato tutte le vampire sulla faccia della terra, per non avere rivali verso la sua bellezza.

Sospirai rassegnato, rimaneva un unica soluzione : rimanere in piedi.

In quello stesso istante voltai lo sguardo verso la porta. Le Amazzoni erano appena arrivate. Prima entrarono due vampiri. Il primo sembrava molto anziano, probabilmente era stato trasformato molto tardi in vampiro. Aveva corti capelli grigi e occhi color oro, come tutti quelli della nostra razza del resto. Un fisico asciutto e abbastanza alto. Il suo volto non era rilassato, come di solito lo era quello di noi vampiri, ma era tirato e solcato da evidenti rughe. La sua età era evidente e non volevo neanche pensare a quanti secoli avesse la sua natura di vampiro. Sembrava molto saggio. Notavo il trasporto con cui parlava con Carlisle. Sapevo che erano grandi amici, ma mio padre non mi aveva mai raccontato nei dettagli della loro famiglia. Probabilmente io non mi ero mai mostrato molto interessato.

Il Vampiro accanto a lui aveva sembianze molto più giovani. Aveva capelli neri come la pece e un fisico slanciato e statuario. L’espressione era molto vivace. Guardava con circospezione lo spazio intorno a lui e più di una volta i nostri sguardi si incrociarono. Poteva avere più o meno la mia età a livello umano, ma credo che ne avesse molti di meno rispetto a me, per quanto riguardava la sua natura vampira, eppure non sembrava male. Di solito non mi sbagliavo nelle mie previsioni.

Sentì Esme, da fuori, che salutava le donne. Dopo qualche minuto finalmente le vidi entrare.

Erano quattro e tutte naturalmente bellissime. Notai subito il loro abbigliamento: tutte portavano una gonna corta, una maglietta mono spalla e degli stivali di pelle, alti fino al ginocchio. Il tutto dello stesso colore nero. Gli uomini invece avevano pantaloni e giacche piuttosto normali, con la sola eccezione che indossavano lunghi mantelli neri alle spalle.

- Edward, posso presentarti le nostre ospiti? –

Mi voltai verso mia madre, seduta sul divano, attorniata dalle Amazzoni.

- Queste sono Amalia, Laida, Roxy e infine Antiope che è la capogruppo del Clan –

Capogruppo? Eppure pensavo che fosse quel Vampiro anziano il vero capo del Clan.

Le guardai attentamente. Erano di certo molto maliziose, ma almeno in quel momento davano un aspetto piuttosto serio alle loro espressioni. Erano sensuali …

Amalia era una Vampira con lunghi capelli ricci e neri fino alla vita, un viso molto espressivo, e naturalmente gli occhi color oro come tutte le altre. Mi guardava con curiosità.

Laida sembrava molto simpatica, un po’ come Alice. Era più bassa rispetto alle altre e avevi corti capelli castani a caschetto e due occhi molto vispi.

Roxy era molto altezzosa e piuttosto indifferente. Lei somigliava più a Rosalie, infatti dopo avermi lanciato un occhiata distratta puntò i suoi occhi su mia sorella, che era ancora poggiata al camino. Naturalmente non smettevano di studiarsi a vicenda. In effetti era molto bella con quei capelli biondi e lisci fino alla vita.

Infine Antiope aveva un aspetto molto aggressivo. La sua muscolatura era parecchio sviluppata rispetto alle altre. Notai il tatuaggio abbastanza evidente sul suo avambraccio. Sembrava un disegno tribale. Aveva di sicuro un significato ben preciso e la contrassegnava probabilmente come la Capogruppo, infatti era l’unica ad averlo.

Mi guardò con una strana espressione che non riuscì a decifrare. Sembrava compiaciuta. Tuttavia non mi guardava con desiderio, ma solo con studiata curiosità. Assomigliava molto all’espressione di Amalia.

- E’ un piacere conoscervi. Il mio nome è Edward Cullen. –

Non appena sentirono la mia voce Amalia e Antiope si scambiarono uno sguardo impercettibile, che probabilmente sarebbe sfuggito alla vista di un umano, ma non alla mia.

Feci finta di niente e sorrisi come se non mi fossi accorto di nulla.

- E’ un piacere anche per noi conoscerti, Edward. Purtroppo manca la nostra Xenia all’appello, ma sarà qui a momenti. –

Annuii, come se la cosa avrebbe dovuto interessarmi. A quanto pare c’è ne era un'altra. Mi congedai e mi avviai alla grande porta finestra del salone, che dava direttamente sul retro della casa. Mi appoggiai lì, fissando il bosco al di là di essa.

- Edward, vieni qui con noi! Non ti ho ancora presentato i nostri due ospiti. –

La voce di Carlisle mi riscosse e mi avviai verso i tre Vampiri.

- Piacere Edward, io mi chiamo Elisar. –

Allungai la mano stupito. Quel vampiro anziano aveva una voce profonda ed unica. Infondeva calma e incuteva un certo rispetto.

- Invece questo accanto a me è Jorel –

Spostai lo sguardo su di lui e vidi rivalità nei suoi occhi. Risi profondamente e tutti si voltarono a guardarmi. Diedi la mano a Jorel, il quale me la strinse con forza eccessiva. Tuttavia il sorriso non abbandonò il mio volto e strinsi la sua mano ancora di più, tanto che la ritirò di scatto. Con la coda dell’occhio vidi Elisar seguire con attenzione la scena. Non m’importò. Evidentemente quel novellino mi considerava in qualche modo pericoloso. Ma per cosa?

Interruppi i miei pensieri quando un odore sconvolgente mi fece quasi tremare. Mi concentrai sul mio olfatto e mi sentì quasi morire. Che stava succedendo? Sentì quasi girare la testa al sentire quel profumo delicato, ma deciso nello stesso tempo. Sembrava Miele d’Acacia, ma era sfumato da qualcos’altro che non riuscì a definire. Sembrava essere intervallato da un intenso profumo di Rose. Unico e particolare.

- Xenia – sentì sussurrare da Jorel.

Mi voltai a guardarlo e aveva un espressione deliziata sul volto e gli occhi socchiusi. Quell’odore apparteneva all’altra Amazzone? Non ebbi il tempo di pensare che quest’ultima fece la sua apparizione.

I miei occhi non avevano mai visto nulla di più bello. Una ragazza più o meno dalla mia età, molto alta e slanciata fece il suo ingresso.

I suoi capelli erano di un colore particolare: castano chiaro con sfumature color caramello, leggermente mossi e lunghi fino alla vita. Aveva un fisico splendido, tutto era proporzionato al suo fisico snello e slanciato. Rimasi affascinato dalle sue curve sinuose. Aveva un viso all’apparenza delicato e dei lineamenti molto fini. Quando incrociai i suoi occhi rimasi senza fiato. Aveva degli splendidi occhi … verdi.

Ma come era possibile? Tutti i Vampiri avevo gli occhi color oro. Che fosse umana? No, impossibile. Me ne sarei accorto subito.

Non riuscivo a staccarle gli occhi di dosso, mentre si avvicinava alle sue compagne e veniva presentata ai miei fratelli. Sentì chiaramente i pensieri omicidi di Rosalie e quelli ammirati di Emmett, e perfino di Jasper che non si era mai pronunciato. Alice sembrava invece molto curiosa della sua presenza. Non volevo concentrarmi sugli altri, così cercai di isolare la mente. Non era un compito difficile, dato che non riuscivo a pensare nulla di coerente. Stavo impazzendo. Dovevo sapere.

Notai che era un tipo piuttosto diffidente. Avevo uno sguardo molto enigmatico. Sembrava che stesse in un altro mondo. Sentì i pensieri adoranti di Jorel. Vidi i loro sguardi incrociarsi. Jorel la guardava intensamente con un mezzo sorriso e lei rispose con un occhiata spensierata, ma senza ricambiare il suo sorriso. Subito dopo i suoi misteriosi occhi verdi si posarono su di me. Le sorrisi e mi avvicinai a lei.

Restammo a fissarci per un po’, fino a quando non mi presentati.

- Edward Cullen –

Non allungai la mano verso di lei, ero certo che non avrebbe ricambiato. Non sapevo il perché, ma avevo una strana sensazione nei suoi confronti.

- Xenia –

Un brivido mi percorse la schiena. La sua voce era decisa e sensuale. Non avevo mai sentito nulla del genere. Il suo odore mi colpì con forza. Ancora quello strano miscuglio che mi stordiva. Era veramente bellissima. Era la prima volta che mi sentivo attratto da una Vampira.

Sei stupenda …

Vidi i suoi occhi accendersi di una strana luce. Inarcò un sopracciglio delicato guardandomi in un modo che mi regalò mille brividi. Mi passò accanto per superarmi e mi sussurrò all’orecchio - Grazie – .

Mi bloccai sul posto. Come? Impossibile che mi avesse sentito. L’avevo solo pensato. La seguì con lo sguardo, cercando di studiarla attentamente. Possibile che non stesse pensando a nulla in quel momento? Non riuscivo a sentire nulla dei suoi pensieri. Silenzio.

Scossi la testa impercettibilmente. Evidentemente ero rimasto talmente colpito da aver sussurrato quelle parole inconsciamente, e di sicuro lei sapeva isolare bene i suoi pensieri. C’era ancora la questione dei suoi occhi. Non riuscivo a darmi pace, mentre seguivo la sua andatura felina.

- Edward, cosa c’è? –

Esme insieme alle altre Amazzoni mi guardava in modo strano. Accidenti! Ma cosa mi stava prendendo?

- Probabilmente si starà chiedendo il motivo per il quale la nostra Xenia ha gli occhi verdi. E’ un buon osservatore. –

Era stato Elisar a parlare. Non risposi, ma sperai che mi dicesse la risposta. Tutto il Clan sapeva nascondere bene i propri pensieri, ma qualcosa riuscivo sempre a coglierla. Xenia invece era un mistero che avrei voluto risolvere al più presto.

- E’ vero, anch’io l’ho notato. –

Carlisle, con mio grande sollievo, si unì alla discussione. Avevo più probabilità di conoscere il mistero. Non volevo chiedere personalmente, ma se ci fosse stata la necessità l’avrei fatto. Di solito non era mia abitudine interessarmi agli altri, ma di lei dovevo occuparmene.

Nonostante stessimo parlando di lei, la vidi appoggiata alla porta finestra da cui poco tempo prima mi ero scostato. Completamente indifferente.

- Il colore dei suoi occhi dipende dal suo potere. –

Mi voltai interessato.

- Il suo potere? – domandò Carlisle.

- Si. In realtà ha diversi poteri e si distingue da tutti gli altri Vampiri. E’ l’unica al mondo ad avere un simile potenziale. E’ la nostra più grande forza. –

Non aggiunse altro, ma io rimasi di stucco a quelle parole. Le sue compagne invece di essere invidiose per quelle parole si voltarono tutte verso di lei, con espressioni di fiducia.

Per fortuna, per il loro soggiorno si sarebbero stabiliti in una casa non molto lontana dalla nostra. L’avrei conosciuta meglio e non mi sarebbe sfuggita facilmente.

Dovevo assolutamente sapere ciò che celava quella splendida Vampira.

  
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