Anime & Manga > TSUBASA RESERVoir CHRoNiCLE / xxxHOLiC
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Autore: steffirah    02/01/2018    0 recensioni
Due amici di infanzia, da sempre innamorati, ma costretti a separarsi. Allora giunse il momento in cui lui dovette fare una scelta, e dirle addio…. Ma non per sempre, sapeva che prima o poi si sarebbero sicuramente ritrovati. Perché quella era la loro promessa.
Genere: Fantasy, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Mokona, Sakura, Syaoran, Un po' tutti
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno
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By your Side forever
 

 
Una volta rientrati nel castello vedemmo che si fu riempito di luce e tutto era tornato come in passato. Riconobbi, finalmente, quelle pareti così brillanti e vivaci, quello splendore e quella magnificenza. Osservai i dipinti affissi alle pareti, fermandomi davanti al ritratto che ci ritraeva tutti e quattro. Mi alzai in volo, sfiorando con la punta delle dita il volto di mia madre e mio padre.
Touya intanto dovette ammettere che Shaoran era stato bravo e Yukito mi fece segno di scendere, mostrandomi una piuma, sulla quale era disegnato una sorta di cuore. Mi disse che se l’avessi inglobata tra le mie ali avrei avuto la possibilità di scegliere.
«Scegliere cosa?»
«Se vivere con noi, o con gli umani. Non penso che possiate tornare nell’altro mondo così.», rise, indicandomi da capo a piedi.
«Se le mie ali svaniranno, riappariranno ogni volta che vorrò tornare?»
Mi rassicurò che proprio a questo scopo serviva la piuma che mi stava porgendo. Non appena fu tra le mie mani si frantumò in briciole di luce, confondendosi con le piume immacolate sulla mia schiena. Le mie ali pian piano rimpicciolirono, e anche il mio vestito tornò lo stesso di prima.
Lo ringraziai e vidi che proprio allora Mokona era entrata, saltando prima addosso a Shaoran, poi addosso a me. Tramite la gemma sulla sua fronte si riflesse ancora una volta la Preside, la quale si rivolse direttamente a mio fratello, scusandosi. Scoprii allora che le chiavi del nostro Giardino erano in suo possesso e il suo compito era da sempre controllare che nessuno vi entrasse senza permesso, ma avendo fallito restituì le chiavi tramite la bocca di Mokona.
Touya guardò la nostra piccola amica con sospetto e le chiese che razza di essere fosse.
«È il mio famiglio.», spiegò la preside. «E ha anche un gemello, che mi aiuta a comunicare con lei.»
Finalmente, anche quel mistero era stato svelato.
Ritornando sul discorso, citò anche Clow Reed – che sapevo essere uno dei Tre Grandi Maghi – e Touya immediatamente mi guardò, spiegandomi che ero stata affidata a lui dopo che decisero di lasciarmi. Mi sembrava incredibile, ma quasi non mi sorprendevo più di nulla.
A quanto pareva era un sospetto che già c’era da molto tempo, ma la Preside confermò che l’autore di tutti i misfatti fosse stato il terzo mago, Fei Wang Reed. Voleva impossessarsi di me per poter realizzare un desiderio impossibile, ossia riportare in vita una persona cara.
«Ma io non sono in grado di farlo.», ribattei.
«No, a meno che non lo avessi desiderato con tutta te stessa.», spiegò bonaria la Preside. «La tua magia è molto potente perché riesce a manipolare le parole. Essa fluisce in quello che dici, e ogni cosa che pronunci diventa realtà.» Shaoran mi guardò come se lo sapesse da sempre. Probabilmente lui lo aveva già capito, per questo mi spronava a credere in me stessa. «È un talento rarissimo, dovresti averne molta cura. Non esistono altre fate, streghe o maghi che abbiano un potere simile da centinaia di anni.»
Annuii e lei si accomiatò, sparendo. Mokona tornò tra le mie braccia e Touya si rivolse col suo solito tono scorbutico a Shaoran.
«Moccioso, affido a te questo compito.» Gli mise in mano le chiavi, fatte di un cristallo tralucente.
«Me?»
«Che c’è, rinunci? Non ti senti all’altezza?»
«Accetto.», dichiarò, chiudendovi attorno le dita. I suoi occhi corsero su di me e vi lessi il suo pensiero. Dicevano: “Ti proteggerò, sempre.”
In quel mazzetto gliene mostrò una più grande e gli spiegò che serviva ad evocare il Cancello Fatato. Tramite quella potevamo tornare ogni volta che lo desideravamo.
«Perché è quello che hai scelto, no?», chiese poi a me, mostrandosi forte. Sapevo in realtà quanto lo rattristasse doversi nuovamente separare da me. Ma, purtroppo, avevo vissuto una vita più da umana che come fata. Per me lì non c’era niente, eccetto gli affetti.
Abbracciai sia lui che Yukito, ringraziandoli e rinnovando l’amore che provavo per loro. Ci congedammo e una volta fuori dal castello Shaoran ricapitolò: «Quindi adesso tu sei la principessa delle fate tornata umana e io il guardiano del vostro giardino. Il giardino che rappresenta la tua vita.»
Notai che gli tremavano le mani. Le strinsi tra le mie rassicurandolo.
«È un grande compito, ma tu puoi farcela. E… Shaoran?»
«Sì?»
«Noi siamo soltanto Sakura e Shaoran. Niente di più.», sorrisi. Nel vederlo ricambiare mi venne un’idea. «Ah! Prima che torniamo a casa, c’è una cosa che voglio provare!»
Chiusi gli occhi e, quando li riaprii, ero tornata nella mia forma fatata. Quindi mi bastava pensarlo. Lo presi tra le mie braccia e mi librai in volo, facendolo volare nel cielo.
«Woah! È la prima volta che volo senza scopa.»
«Mille volte meglio, no?», risi, portandolo sempre più su, fino a quasi toccare le vicine stelle.
«Si-siamo…. Davvero in alto…»
«Soffri di vertigini?», indagai.
«No.»
Scoppiai a ridere, non mi sembrava affatto credibile.
«Non ridere!»
«Allora hai qualche punto debole! C’è qualcosa di cui hai paura!»
«La mia più grande paura è…»
«È?», lo incalzai.
«Te lo dico quando scendiamo.»
Incuriosita scesi in picchiata, sconvolgendolo. Quando sembrò riprendersi, tossicchiò tornando serio, per cui gli dedicai tutte le mie attenzioni.
«Perderti.», completò, abbassando di un tono la voce.
Gli sorrisi, trasmettendogli il mio pensiero. Quello era anche il mio più grande timore. Il peggiore dei miei incubi.
Ci sedemmo entrambi sull’erba, esausti, appoggiandoci l’uno all’altro. Per quanto volessi evitarlo ripensai a tutta quella che era stata la mia vita. A quel caos indistinto di emozioni, sentimenti, situazioni, occasioni, verità e falsità. La mia madre adottiva era mai esistita? L’uomo dei miei ricordi – che io identificavo come “padre” – era realmente il potente mago Clow Reed? Era lui la persona che mi avrebbe protetta? O era forse Shaoran? Sapevo che mia madre era in grado di prevedere il futuro tramite i sogni. E se lei lo avesse visto? E se lei aveva avuto modo di conoscerlo già prima di me, seppure indirettamente? Sorrisi a quel pensiero, nonostante qualche lacrima scendesse silenziosamente sulle mie gote. Non potevo più interrogarla a riguardo. Lei e mio padre non erano più qui. Non avrei mai più potuto rivederli, far sapere loro che ero viva, che stavo bene, che ero cresciuta ed ero felice. A meno che…
«Shaoran…?», lo chiamai, indugiante.
«Sì?»
«Secondo te… sarebbe giusto usare questo mio potere per riportare in vita i miei genitori?» Osai alzare lo sguardo, sentendomi vacillare. «Loro lo vorrebbero?»
Lui strinse le labbra, guardandomi tristemente. Poi scosse la testa, abbassando gli occhi, esalando un profondo respiro. «Solo di una cosa sono certo, Sakura, ed è che la magia funziona in un unico modo. Quando esprimi un desiderio, devi pagare un prezzo che abbia lo stesso valore. Riportare in vita due persone significherebbe -»
«I miei genitori non sarebbero d’accordo.», conclusi per lui. Annuii, facendomene capace. Quella era la realtà, dovevo imparare a conviverci.
Mi stesi, chiudendo gli occhi, in attesa che le lacrime mi si asciugassero da sole e fossero assorbite dal calore dell’alba. Svuotai per un attimo la mente, inebriandomi dell’odore di quel prato in cui avevo giocato così spesso da bambina, finché un ricordo non occupò tutti i miei pensieri. Eravamo io e Shara, stesi come in quel momento, e guardavamo le stelle. E le raccontavo che nei miei sogni esse erano molto, molto più vicine.
Riaprii le palpebre, osservando estasiata quel cielo a portata di mano. Finalmente ero a casa. Sorrisi gioiosa, voltando la testa verso Shaoran e notando solo allora che anche lui si era steso.
«Non è così male, vero?»
Voltò il capo verso di me, scuotendolo. Mi prese una mano con delicatezza, stringendo lievemente le sue dita attorno alle mie.
«Sakura… Mi dispiace averti cancellato la memoria…. Non avevo idea di quello che tu potessi aver vissuto…. Sono stato così ignorante fino ad ora, e invece ho preteso di sapere ogni cosa e -»
«Non potevi saperlo.», lo interruppi, prima che potesse ulteriormente colpevolizzarsi. «Né io né tu avremmo mai potuto immaginarlo. Quindi non preoccuparti…. Anche se deve essere stato davvero terribile quello che avete provato, sia tu, che mia madre, che il signor Clow….», realizzai mogia.  A quanto mi era parso di capire era stato lui a crearmi ulteriori falsi ricordi, per difendermi da tutto anche in seguito la sua morte. Che caso fortuito il fatto che Shaoran fosse entrato nella mia vita immediatamente dopo. Anzi, era inevitabile…
«Sakura…»
«Sapere che la persona a cui tu più tieni al mondo deve dimenticarti, perché è necessario che sia così, per il suo bene…. È terribile….»
Lui non rispose, la mia voce si perse col vento, il quale sospinse via le nuvole nel cielo. Sorrisi automaticamente indicandone una.
«Guarda! Sembra Mokona!»
«Davvero? A me ricorda un coniglio.»
Scoppiai a ridere, rotolando su un fianco.  Attorcigliai le dita tra le sue, lasciando che mi avvolgesse col suo caldo palmo. Mi avvicinai al suo viso, posandovi con leggerezza le labbra su una sua guancia.
«Grazie, per tutto quello che hai fatto per me in questi anni. Grazie davvero.», gli sussurrai col cuore.
Lui sorrise teneramente, guardandomi rasserenato. Con la mano libera mi portò i capelli dietro l’orecchio, bisbigliando dolcemente: «Ti amo.»
«Io -»
«Non dirlo. Vorrei attendere il Giudizio.»
Annuii, rispettando la sua scelta. Consapevole del futuro che ci aspettava.
Quella stessa notte, tornati nel regno degli umani, interrogai le carte. Quando voltai quella del presente mi uscì la stella, in posizione regolare. Significava “speranza”. Per questo, sorrisi al domani.
  
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