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Autore: Fanny Jumping Sparrow    25/06/2009    4 recensioni
*Completamente revisionata*
La maledizione dell'Olandese Volante è spezzata grazie all'amore fedele di Elizabeth, ma Calipso ha ancora una richiesta da fare al Capitano Turner...
Nel corso della sua ricerca, affiancato dalla moglie e dal figlioletto, ritroverà i vecchi compagni d'avventura, ma Jack continuerà a creare non pochi problemi...
Ringrazio chi continuerà a leggere e chi la metterà tra le preferite!
- E mi avevi fatto promettere "niente segreti" - sospirò Will reprimendo della sana collera.
- Non riguardava te e me. Questo è un segreto di storia della pirateria! - Elizabeth non si smentiva mai: piratessa fino alle budella.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Elizabeth Swann, Hector Barbossa, Jack Sparrow, Will Turner
Note: Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'La spada, il corvo, il mare'
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Capitolo 1: Il ritorno tanto atteso

Qualche ora prima…

- Forza Jim, muovi quelle gambe! – strepitava una giovane donna dalla corporatura esile ma scattante, i lunghi capelli biondo scuri a incorniciare dei lineamenti sofisticati, sollevando con le dita affusolate le pieghe della lunga gonna per correre più velocemente verso la spiaggia indorata dalla luce del sole appena tramontato. Aveva atteso per dieci interminabili anni quel fatidico giorno, le sue gambe si muovevano con agilità, fretta e rinnovato ardore, incurante di graffiarsi tra le fronde incolte che delimitavano il grezzo selciato scosceso.
- Non ce la faccio! Aspettami mamma! – le veniva dietro un bambino di quasi dieci anni, ansimando e faticando a mantenere la sua stessa andatura sostenuta, reggendo con tutte e due le mani il bel cappello nuovo a tricorno che aveva indossato per quella speciale occasione.

Nell’ampia insenatura che incorniciava quel verdeggiante scorcio delle Bahamas, un immenso vascello aveva appena ammainato le vele e gettato le ancore e i suoi marinai si affaccendavano con zelo ad assicurare il resto del cordame per metterlo alla fonda.
- La scialuppa è pronta, Capitano – dichiarò il vecchio nostromo dell’Olandese Volante.
- Calatela in acqua, allora! Cosa state aspettando? – il comandante indossata la giubba esortò i suoi uomini con fare impaziente e irrequieto, saltando con agilità dentro la barcaccia e afferrandone i remi.
La manovra fu così brusca che il natante cadde sulla superficie delle onde quasi rimbalzando, ma la ciurma non ebbe neanche modo di scusarsi per la svista poiché il giovane Capitano aveva immediatamente cominciato a vogare verso terra con un entusiasmo e un’energia che non aveva mai mostrato ai suoi compagni di bordo durante quel lungo periodo trascorso insieme a navigare su oceani desolati e tenebrosi.

La stradella che scendeva verso quella baia non era molto rifinita, perché tutte le navi attraccavano dalla parte opposta dell’isola dove sorgeva il porto, correndo si rischiava ripetutamente di perdere l'equilibrio scivolando, ma in quel momento lei aveva messo da parte ogni pensiero negativo perché lui era arrivato.
Il piccolo, invece, seppure eccitato dall’idea di conoscere suo padre, aveva rallentato il passo sentendo un fitto dolore alla milza e allo stesso tempo provando un po’ di insicurezza: era cosciente di non avere molto tempo per stare con quel genitore che tanto aveva idealizzato e temeva di restarne deluso, o, peggio, di deluderlo non riuscendo a fargli conoscere più cose possibili di sé nel ristretto lasso di tempo che avrebbero potuto condividere.
Di tanto in tanto la donna si voltava, continuando sempre a procedere speditamente, per assicurarsi che il bambino fosse dietro di lei, mantenendo un sorriso radioso cui lui rispondeva tentando di raggiungerla, quasi stessero cimentandosi in una gara di velocità.
Il suo sguardo si spostò poi sul mare, dove la sagoma di un prestante uomo ritto su una scialuppa ad ogni vigorosa bracciata diventava sempre più nitida e vicina.
Lo vide abbandonare sbrigativamente l’imbarcazione sul bagnasciuga mentre sua madre, che in breve arrivò di fronte a lui, gli si gettò incontro di slancio, travolgendolo in un caloroso abbraccio che fece cascare in acqua entrambi.
- Oh, Will! – Elizabeth urlò esultante ridendo e piangendo allo stesso tempo, restando cavalcioni su marito ritrovato, accarezzandogli ripetutamente il volto tanto amato con le dita e con gli occhi, come a volerlo confrontare con i suoi lontani e indelebili ricordi, senza riuscire ad emettere altre sillabe che non fossero quelle del suo nome, invocato a lungo nelle sue più intime preghiere.
- Elizabeth – ripeteva il pirata contemplandola ugualmente incredulo ed estasiato – Sei meravigliosa – le sussurrò con commozione prendendole il viso arrossito tra le mani e riappropriandosi appassionatamente delle sue morbide labbra, inebriandosi del loro dolce sapore e calore, per poi distaccarsi e ritornare ad ammirarla in silenzio. Persi in quell’istante disperatamente agognato, non si curavano nemmeno delle piccole onde che s’infrangevano su di loro, bagnando i loro corpi avvinghiati in quell’abbraccio traboccante di bisogno e speranze ripagate.
Jim, giunto a pochi passi da loro, era rimasto immobile e ammutolito, assalito dall’emozione e da un briciolo di gelosia nei confronti della madre, alla quale non aveva mai visto smarrire così il contegno, finché non si decise a rompere quel momento idilliaco tra i due che lo ignoravano, sbottando imbronciato: - Mamma! Avevi detto che lo avrei salutato io per primo!
Elizabeth strizzò gli occhi e sorrise a labbra strette, sentendosi un po’ colpevole per essersi lasciata trasportare dalla voglia di riabbracciare il marito, mettendo da parte per un attimo il dono più bello che lui a sua insaputa le aveva lasciato: - Scusami, hai ragione. Will, ti presento nostro figlio – annunciò con commozione – William James Weatherby Turner.
Il Capitano, prima di voltarsi verso la vocina che si era intromessa fra di loro, indugiò a fissare con meraviglia e tenerezza la moglie, non prestando neanche attenzione alle sue parole tanto era rimasto scosso per avere già compreso da solo ciò che lei stava per rivelargli. Separandosi dalle sue braccia, avanzò sulle ginocchia verso il ragazzino che parlò togliendosi il cappello, mentre i suoi vispi occhi castani, identici ai propri, brillavano di mille emozioni: - Preferisco Jim, soltanto – puntualizzò con un leggero tremolio.
I due Turner emisero lo stesso sospiro quando furono ad una spanna l’uno dall’altro.
Con quella giubba consumata, la camicia lisa e non proprio candida, una bandana verde a fermare i lunghi capelli increspati dalla salsedine, la pelle scurita dal sole e punteggiata da una barba curata, quasi completamente bagnato, quello sconosciuto gli appariva trasandato e poco raccomandabile, rispetto a tutti gli adulti ben vestiti e dai modi affettati che incrociava per strada e che aveva sentito criticare sommessamente dalla madre. Aveva però un’espressione limpida che gli ispirava sicurezza, fiducia e stima.
- Sei proprio come t’immaginavo, papà – mormorò il bambino, aprendosi in un sorriso spontaneo dopo l’iniziale titubanza.
Will deglutì sorridendo a sua volta, mentre reprimeva un singulto di emozione che gli si era formato in gola: - Anche tu, figlio mio – affermò di rimando, spalancando le braccia in un invito che il figlio colse subito gettandoglisi incontro, assaporando quell’abbraccio a lungo desiderato, poggiando la testolina sulla solida spalla del genitore.
Elizabeth, ferma dietro di loro, si sentiva talmente felice da dubitare che ciò a cui stava assistendo fosse vero, e non poteva fare a meno di tremare dalla gioia, sentendo un insistente pizzicore alle ciglia.
- La mamma mi ha parlato sempre di te, ma ho tante cose da chiederti – sostenne il piccolo Turner distaccandosi dal padre, i cui occhi si erano arrossati, pur senza lacrimare.
- Sono pronto a rispondere a tutto – gli assicurò Will, non smettendo di scrutarlo con affetto e commozione – E tu?
- Agli ordini Capitano! – asserì scherzosamente il bambino, poi il suo sguardo eccitato rivolgendosi all’orizzonte si illuminò: - È quella la tua nave? Potrò salirci?
- Jim, tuo padre è appena tornato – gli fece notare Elizabeth, divertita dalla sua esuberanza, porgendogli il tricorno che aveva lasciato cadere sulla sabbia.
- Magari domani – propose con totale accondiscendenza il Capitano Turner, alzandosi in piedi e sistemando il cappello sulla fronte del piccolo, per poi sorprenderlo sollevandolo con un solo braccio e facendolo volteggiare un paio di volte.
- Quanto resterai con noi? – chiese Jim, senza staccare le pupille curiose dal volto del ritrovato padre per cercare di comprendere se gli avrebbe mentito.
Will lo strinse appena un po’ di più al suo petto robusto e umido di salmastro: - Per sempre.
Il bambino sussultò con incontenibile entusiasmo, lanciando un gridolino: - Davvero?!
Non immaginava di poter ricevere una simile risposta e rivolse un grande sorriso gioioso alla madre, non capendo come mai sul suo viso invece fosse calata un’ombra di tristezza.
- Certo! – rise il pirata, contento di potergli comunicare quella notizia, e Jim tornò ad abbracciarlo appendendoglisi al collo, mentre Elizabeth lo guardava con aria delusa e mesta.
Per quanto le facesse male, si decise a reagire: - Will, posso parlarti un momento?
Il marito riappoggiò il piccolo sulla sabbia e le si avvicinò, tenendo il capo chino.
- Perché vuoi illuderlo? – obiettò lei con gli occhi lucidi – Gli hai detto che resterai per sempre con noi, ma io lo so che non è così – ora la sua voce era dura e venata di rancore.
- Elizabeth … - sussurrò lui con un tono indecifrabile, ma fu subito interrotto dalla donna.
- Non sai quanto è stato difficile per me in tutti questi anni convincerlo che tu era un po’ come se ci fossi, perché non facevi altro che pensare a noi e a proteggerci, anche da lontano …
Will le appoggiò le mani sulle spalle, scuotendola: - Ma d’ora in poi ci sarò davvero – giurò con fermezza, non smarrendo un sorriso confidente.
Lei però continuava a fissarlo con aria dubbiosa.
- “Se un amore vivo al tuo ritorno troverai, nelle terre dei vivi restare potrai”- recitò allora lui, sfiorandole il mento, cercando di attirare i suoi occhi.
- Cosa? – mormorò confusa la moglie, non afferrando il senso di quelle enigmatiche parole.
Lui le cercò le sue dita e, intrecciandole alle proprie, se le portò alle labbra: - Non sono più obbligato a tornare nel mondo dei morti. Il mio debito è saldato. Grazie al tuo amore. Non ci credi? – mentre spiegava, vide sul volto dall’amata compagna di tante avventure dapprima turbamento, poi un timido sorriso accennato curvarle gli zigomi. Allora le catturò la mano destra premendola sul lato sinistro del proprio petto: - Me lo ha detto Calypso – continuò a raccontare, attendendo nervosamente che la donna tornasse ad emettere qualche sillaba – mentre stavo affondando, ma non potevo dirtelo perché lei mi ha detto che doveva accadere spontaneamente – ancora nessuna reazione. – E poi ho sempre sperato che tu potessi costruirti una vita felice, anche senza di me – concluse con un velo di malinconia.
Elizabeth emise un lungo sospiro, due lacrime le percorsero velocemente le guance accalorate: - Senza di te? – asserì con dolcezza, sorridendogli finalmente e accostando la fronte alla sua, mentre affondava le dita tra i suoi capelli ribelli, restando con le palpebre socchiuse intanto che lui le teneva le mani sui fianchi, riavvicinandola a sé.
- Ma si sta facendo buio! Non andiamo a casa? – si intromise Jim, che fino a quel momento era rimasto in disparte a giocare con la sabbia e a raccogliere conchiglie.
- Non vedo l’ora! – gli rispose con sincero bisogno Will, voltandosi e stringendo ancora a sé la fedele moglie, il cui corpo, coperto dai vestiti zuppi, cominciava ad essere scosso da brividi di freddo.
Il bambino, su cenno della madre, fece strada tutto festante e i genitori, mantenendosi qualche metro indietro, lo seguirono camminando mano nella mano.
- Elizabeth il nostro amore è vivo – attestò Will, non perdendo di vista il vivace figlioletto.
- Non ho smesso un attimo di pensarti, notte e giorno – sostenne con trasporto lei, completamente persa ad osservare il suo profilo, che non era minimamente cambiato.
- È cresciuto e vive al di fuori di me e di te – aggiunse incantato il Capitano.
- Tu parli di Jim – comprese allora la giovane moglie, dedicando anche lei l’attenzione al loro erede che trotterellava davanti a loro allegro e spensierato.
- Quanto ho sperato che ci fosse qualcuno che ti amasse al tuo fianco. Che non fossi sola – le confessò Will in un soffio amareggiato, come sentendosi in colpa – Immagino quanto sia stato difficile per te.
- Sì, lo è stato all’inizio. Ma poi mi ha donato così tanta gioia – gli rivelò lei orgogliosa, aggrappandosi al suo braccio destro e allungandosi per stampargli un bacio a fior di labbra, avendo avvertito il rammarico nel suo accento.
Così discutendo si erano attardati e Jim, smanioso, tornò indietro a richiamarli.
Allora i due innamorati rimasti a lungo separati dal destino, lo raggiunsero e lo presero per mano, e tutti e tre parlottando si incamminarono su per il promontorio.

   
 
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