Anime & Manga > Death Note
Segui la storia  |       
Autore: _Bri_    02/01/2018    1 recensioni
Tratto dal prologo:
...Per questo quando si arriva ad incontrare un paio d’occhi che sono stati fatti per farti ingoiare il disgusto, pur di averli sempre incollati a te, si è disposti a spostare l’asta del proprio giudizio sul bene e il male.
Ci si sporca le mani ed il cuore.
Ma in quegli occhi, poi, potrai immergertici senza ritegno.
E sarà meraviglioso.
[Storia sospesa]
Genere: Drammatico, Erotico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Matt, Mello, Near, Nuovo personaggio | Coppie: Matt/Mello
Note: Lemon, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Threesome, Violenza
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
ALLERTA SPOILER GROSSI COME AVVOLTOI!
Ciao lettori meravigliosi e buon anno! stanno andando bene questi giorni di festa? Spero per voi di si, io mi crogiolo nel cibo e nell’influenza. So di averlo già chiarito in precedenza e non voglio sembrare ridondante, ma siamo arrivati al punto in cui la storia si intreccia con gli eventi conclusivi di “Come arance nel deserto”, quindi per chi di voi non ha letto la storia ma ha intenzione di farlo vi sconsiglio la lettura del capitolo, ma se non ve ne frega nulla (e questo posso capirlo benissimo) proseguite pure nella lettura senza indugio. Spero la storia vi stia appassionando, aspetto le vostre recensioni con trepidazione! (e ne approfitto per ringraziare chi l’ha fatto nello scorso capitolo, spiete uno splendore). Un morso al cioccolato per voi!
D.

 
 
CAPITOLO IV
Accordi
 
5 Novembre 2004
 
Fuori la pioggia batteva ininterrottamente sulle finestre e una luce scura e tetra costrinse Mello ad alzarsi svogliatamente dal letto per accendere la luce; passando accanto al letto di Matt lanciò uno sguardo ad Ái, sdraiata a pancia in giù che sfogliava distrattamente i suoi appunti di matematica.
-Potresti anche alzare il culo ed accendere te la luce- la incalzò lui –Stai ad un metro dall’interruttore.-
La ragazza teneva gli occhi sugli appunti di Mello e sbuffava infastidita –Hai una scrittura di merda lo sai? Non ci sto capendo niente di questa roba.-
-E ti lamenti pure?- Mello strappò il quaderno dalle mani di Ái che lo guardò con la bocca semi aperta –già è tanto che te li ho prestati!-
Quella si alzò e tentò di riprendere il quaderno –Dai! Possibile che ti offendi sempre per tutto? Lasciami il quaderno!-
Mello ghignò divertito e tirò su il braccio, costringendo l’amica di bassa statura a saltellare per tentare di arrivare a prenderlo –Lo faccio per te, almeno ti muovi un po’ ogni tanto! Pigra come sei se continui a restare stravaccata sul letto diventerai grossa come una balena.-
-Non…corro…il rischio!- Ái si aggrappò a Mello e cercò di tirargli giù il braccio –Ho il metabolismo veloce-
-Per il momento.- Ridacchiò lui spingendo con la mano libera la fronte della ragazza allontanandola così da lui; velocemente Ái allungò una mano ad afferrare la tavoletta di cioccolata che spuntava dalla tasca di Mello e si allontanò dal ragazzo sorridendo vittoriosa
-Gli appunti per il cioccolato!-
Mello assunse un’espressione che Ái giurò sfiorasse il panico –Non puoi farlo-
-Certo che posso- Disse la ragazza mantenendo il ghigno diabolico sul volto mentre abilmente scartava il cioccolato e lo avvicinava alle labbra rosse; con rapidità Mello mosse dei passi verso l’amica che stava proprio per addentare il suo cioccolato e la attirò a sé per la vita.
-La prima regola per far si che il nostro rapporto rimanga in un equilibrio di pace, ricordamela.- Disse il ragazzo che era stranamente di buon umore e stava al gioco ben volentieri. Ái sorrise beffarda –Non provare a rubarti il cioccolato. Ma io sono una stronza come ci tieni sempre a ribadire, perciò…- Tentò nuovamente di portare la tavoletta alla bocca, ma la mano che non stringeva a sé la ragazza fu più veloce e così Mello riuscì a riappropriarsi della cioccolata, facendo sbuffare l’amica –Che noioso che sei! Possiamo uscire dallo stupido cliché di supremazia di forza maschile, per una volta? Avresti dovuto darmi gli appunti e basta.-
Il biondo staccò un morso al cioccolato e poi sorrise –Impegnati di più la prossima volta e vedrai che riuscirai ad ottenere tutto quello che vuoi-
Le labbra di Ái si curvarono in un sorriso compiaciuto; Mello sgranocchiava il cioccolato estasiato e al contempo continuava a trattenere a sé Ái che si era ben premurata di allungare un braccio a cingere il collo dell’amico, il quale puntò gli occhi di ghiaccio nei suoi ed inarcò un sopracciglio –Che c’è, ne vorresti un pezzo?-
-Mmm…- mugugnò lei arricciando il naso –Preferirei mi restituissi gli appunti-
Quel raro momento di serena complicità dei due fu prontamente interrotto dall’irruzione di Matt nella stanza, che rimase sbalordito nel vedere gli amici avvinghiati in quel modo, ma subito si riprese –Ehi ragazzi! Mel…ho beccato Roger nel corridoio che ti stava cercando, mi sembrava avesse una certa urgenza di parlarti, secondo me è una cosa seria!-
-Che diavolo vorrà quel vecchio ora…- I due si distanziarono con disappunto, così Mello staccò un altro morso al cioccolato prima di avvicinarsi alla porta; prima di uscire si voltò verso l’amica –Non provare a toccare i miei appunti-
-Figurati. Io? Prenderti gli appunti lasciati incustoditi mentre non ci sei? Che razza di persona pensi che sia?- Rispose lei che si era già premurata di afferrare il quaderno di Mello.
Quando il biondo uscì dalla stanza Matt lanciò uno sguardo ad Ái –Beh? Non andiamo ad origliare?-
Come si fosse improvvisamente destata Ái guardò Matt sbigottita –Hai ragione- e dopo aver abbandonato il quaderno sul letto di Mello sgattaiolò fuori dalla stanza con Matt.
 
 
Londra - 5 Novembre 2006
 
Le iridi lacunose osservano con minuziosa attenzione un buco mancante nel grande puzzle composto davanti a lui. Le dita si intrecciano meccanicamente intorno ad una ciocca di capelli mentre le pupille guizzano da una parte all’altra alla ricerca dei pezzi che ritiene possano essere utili per colmare il vuoto, quando un rintocco alla porta distrae la sua attenzione.
-Near…non voglio disturbarti ma è arrivato.-
Linda si affaccia timida e fissa lo sguardo sulla figura ricurva al centro della stanza che però le da le spalle.
-Fallo entrare. Grazie Linda.- Risponde laconico senza voltarsi, per cui la ragazza si ritrae lasciando uno spiraglio aperto.
Gli occhi di Near tornano ad osservare il puzzle e con voracità la sua mente prende a contarne i pezzi, quando dei passi pesanti lo destano nuovamente.
-Ciao Matt, accomodati.-
Il ragazzo sfila gli occhiali tirandoli sulla fronte e senza indugiare si chiude la porta alle spalle per poi posizionarsi davanti al ragazzino ricurvo.
-Near, vedo che i tuoi hobby sono sempre li stessi.- Gli occhi blu corrono con distrazione lungo una manciata di pezzi al fianco di Near, si china affianco a lui e con un dito indica un pezzo specifico.
-Prova con questo.-
Near alza lo sguardo per incontrare quello di Matt, così afferra il pezzo indicato e lo inserisce in uno spazio mancante indicato da Matt, sembra accennare un sorriso quando il pezzo si incastra alla perfezione.
-Suppongo questa non sia una visita di piacere. Cosa ti serve?-
Matt si alza e prende a girovagare per lo studio guardandosi intorno curiosamente.
-Suppongo tu sappia già perché sono qui, giusto?-
-Mi piacerebbe che tu confermassi le mie ipotesi.-
Matt torna a concentrare la propria attenzione sul ragazzino ricurvo a terra, che ora lo guarda apatico.
-Ho bisogno di trovare Mello.-
Near allarga la bocca in quello che sembra essere uno strano sorriso –Viste le tue capacità non credevo riscontrassi delle difficoltà in tal senso.­-
-Se sono qui è proprio perché non sono stato in grado di trovarlo da solo. Ormai è scomparso da troppo tempo, non va affatto bene.-
Near assapora le labbra con la lingua prima di tornare a vorticare i capelli intorno alle dita.
-Se Mello non vuole farsi trovare sono abbastanza sicuro che i tuoi sforzi saranno vani, fossi in te rinuncerei all’idea di trovarlo e aspetterei si faccia vivo lui.-
-Tu puoi aiutarmi Near, conosci Mello e la sua psicologia, sei in grado di prevedere le sue mosse meglio di quanto possa fare io. Non sei compromesso dal sentimento, per cui sono certo riusciresti ad essere molto più lucido di me.-
-Ed io cosa ne otterrei in cambio se decidessi di aiutarti?-
Matt con le mani nelle tasche fissa i grandi occhi blu in quelli vacui di Near, che ricambia lo sguardo senza esitare affatto –Non so, fammi una proposta- alza appena le spalle, poi.
Il ragazzino torna ad osservare il mucchietto dei pezzi mancanti al completamento del puzzle.
-Sai Matt, potresti collaborare con noi al caso in cui sono coinvolto, suppongo che le tue capacità di spionaggio non siano che migliorate, nell’ultimo anno.-
-Tutto qui? Sento puzza di bruciato- Matt accenna ad una risata roca mentre continua ad osservare il minuzioso lavoro di ricomposizione del puzzle.
-Tutto qui.- risponde distaccato Near che non sembra prestargli attenzione.
-Allora Near, abbiamo un accordo: tu mi aiuterai a rintracciare Mello ed in cambio io ti aiuterò per quanto mi sarà possibile.-
Near alza gli occhi che si incastrano in quelli di intenso blu e con un cenno d’assenso suggella il loro accordo.
 
 
5 Novembre 2004
 
Addossati contro la porta dello studio di Roger, Matt fece cenno ad Ái di fare silenzio, in quanto la ragazza si spingeva contro il legno facendo un gran baccano e rischiando così di farli scoprire. Per quanto si sforzassero, però, non riuscirono a capire nulla di quello che Roger stava dicendo a Mello all’interno dello studio, quindi decisero di farsi indietro e di appostarsi nel corridoio nell’attesa che il loro amico uscisse e potesse riferire loro dettagli sulla conversazione avuta con il tutore.
-Secondo te si sarà beccato una punizione?- Chiese Ái incapace di rimanere ferma e tranquilla sul posto, ma che al contrario aveva preso ad ondeggiare da un lato all’altro, tanto che Matt ad un certo punto la fermò per le spalle –Te ne prego, mi stai facendo venire la nausea!-
-Scusami, ma sono agitata! Tu non sei agitato?-
Matt si lasciò sfuggire una risata e scosse il capo –Tu sei sempre agitata, ancora non riesco a spiegarmi come fai a sopravvivere senza farti venire un colpo.- Poi il ragazzo passò una mano suo capelli rossi di lei e le tirò una ciocca con delicatezza –Di un po’, cos’era tutto quell’affetto fra voi due prima?-
Gli occhi grigi di Ái si assottigliarono assieme al sorriso –Che c’è, sarai mica geloso?- lo stuzzicò lei punzecchiandogli intanto la pancia, gesto che fece ritrarre Matt il quale ridacchiò
–Macché geloso, proprio non posso essere geloso di voi due, però non puoi negare sia strano.-
-Semplice comunque- rispose lei che aveva ripreso a ciondolare frenetica spostando il peso da un piede all’altro –Quando Mello è di buon umore ne approfitto, il che converrai con me è una cosa davvero rara, per cui…- alzò le spalle e poi tornò a puntare l’attenzione sulla porta sufficientemente distante da loro. Un paio di bambini che passavano di lì si soffermarono a guardare i due più grandi che, ancora una volta, erano vestiti in maniera davvero simile; il meno timido si avvicinò a loro con coraggio –Ma voi due siete fratelli gemelli?- chiese curioso con gli occhietti sgranati in una manifestazione di stupore. Di tutta risposta Ái afferrò la mano di Matt e lo tirò a sé –Ti sbagli di grosso, noi due siamo amanti!-
Il viso di Matt diventò di un vivido color peperone, mentre il bambino sembrava non aver colto –E che vuol dire amanti?- chiese ancora stringendo a sé la palla che aveva fra le mani.
-Fattelo spiegare da Roger.- concluse la ragazza con un sorriso furbo. I due bambini si guardarono e totalmente incapaci di comprendere fecero spallucce e se ne andarono.
-Sei veramente perfida lo sai? Sono piccoli, che gli vai a raccontare?- La apostrofò il quattordicenne che ancora faticava a riacquistare un colore dignitoso; Ái scoppiò a ridere e cominciò a canzonare Matt, ma il teatrino fu interrotto dallo schiudersi della porta dello studio, dal quale uscì rapidamente Mello che aveva uno sguardo vitreo e la bocca schiusa dallo stupore. Dietro di lui apparve Near con la solita espressione assente, che si mosse velocemente nella direzione opposta rispetto a quella del biondo. Ái e Matt si lanciarono uno sguardo d’intesa e poi corsero verso Mello, che fece correre lo sguardo inquieto dall’uno all’altra. La ragazza strinse la mano di Mello e lo scosse con vigore –Allora?! Ci vuoi dire che è successo? Come mai c’era anche Near? Avete litigato di nuovo? Ti sei beccato un’altra punizione per caso?!-
-Calmati Ái! Non lo vedi che è scosso?- La ammonì Matt che guardava l’amico con sincera preoccupazione; Mello con la mano ancora stretta in quella di Ái umettò le labbra rosee prima di sussurrare con voce roca –Hanno arrestato Kira. Ce l’hanno fatta.-
 
 
Birmingham - 5 Novembre 2006
 
Zakhar "Shakro" Ivankov se ne sta seduto sulla sua poltrona costata un patrimonio ed osserva  con distrazione i suoi sottoposti litigare tra loro in russo, mentre porta alla bocca la sigaretta con superficiale meccanicità. Motivo del litigio è quel ragazzino che se ne sta lì e guarda la scena con noncuranza, mentre si mangia la sua tavoletta di cioccolata come fosse una donna da portarsi a letto, la più zozza delle prostitute a cui puoi fare tutto quello che vuoi, con quella voracità lì insomma, pensa Shakro che ancora non apre bocca.
-Dico che non possiamo fidarci di questo qui! Quanti anni avrà? Quindici? Sedici? È un moccioso che puzza ancora di latte!-
Oleg è su tutte le furie e riempie l’aria di parole che puzzano di vodka e passi pesanti.
-Non è mica compito tuo decidere. L’hai visto che ha fatto? Te lo dico io Oleg, quello ha più cervello di tutti noi messi insieme.- Nel rispondere, l’allampanato Ruslan barcolla un po’, incapace di essere aggressivo tanto quanto Oleg che lo sovrasta minaccioso, poi quest’ultimo si rivolge a Shakro con sguardo cupo –Capo, dobbiamo farlo fuori, come possiamo fidarci di un ragazzino che ha trovato il nostro covo eludendo tutta la sicurezza?! Gli tagliamo la gola a questo qui e ci togliamo il problema.-
Shakro alza la mano callosa che tiene ancora la sigaretta intimando Oleg di tacere con un solo cenno, poi punta la sua attenzione su Mello, ancora concentrato ad assaporare l’ultimo pezzo di cioccolata.
-Quindi stai rischiando di farti ammazzare solo per dimostrarmi che sei tanto bravo da essere utile alla nostra organizzazione, di cui vorresti fare parte a quanto ho capito.- Il boss si rivolge al ragazzo con un inglese dall’accento forte; Il biondo alza gli occhi affilati dal cioccolato a Shakro e lo fissa con quelle iridi di ghiaccio che, in qualche modo, riescono ad incutere una sorta di timore nel grande boss mafioso.
-Avete bisogno di qualcuno in gamba, visto quanto è stato semplice per un ragazzino rintracciarvi.- Risponde sprezzante Mello attirando l’attenzione degli altri due.
-Questo per te è il motivo per cui non devo farti squagliare dentro un barile di acido?- Il tono di Shakro è curioso e drammaticamente ironico al contempo, ma subito il volto si indurisce quando sente la risposta decisa e canzonatoria –Saresti un vero stupido se sprecassi questa occasione, mi sembri circondato solo da gorilla ubriaconi- Mello indica con il pollice i due uomini di fianco a lui –quindi non hai nulla da perdere. Mettimi alla prova, tienimi pure sotto controllo ventiquattro ore su ventiquattro se lo ritieni necessario, ma ti assicuro che non te ne pentirai.-
Oleg nel cogliere l’offesa rivolta dal ragazzino è pronto a scagliarsi su di lui, ma ancora una volta Shakro lo ferma, ora più spazientito e meditabondo di prima.
-Un altro passo Oleg e ti faccio schizzare il cervello sulle pareti.- Alla dura minaccia del suo capo Oleg si arresta digrignando i denti. Mello non si è mai mosso, è nella stessa identica posizione e mantiene lo sguardo algido su Shakro; il boss si alza mostrandosi in tutta la sua minacciosa e imponente stazza, così si avvicina al ragazzino biondo e lo fissa dall’alto. Una risata amara esce dalle labbra screpolate –Giochi con il fuoco ragazzino, ma questo può essere bene, voglio darti una possibilità.-
Dalla bocca di Oleg esce un brontolio di protesta, mentre Ruslan è evidentemente troppo sbronzo per poter capire davvero qualcosa; Mello invece non dice nulla, continua a guardare Shakro con aria di sfida, così il boss prosegue –Ma al primo passo falso puoi stare certo che troveranno i ratti a banchettare con il tuo cadavere in un canale, mi sono spiegato, giusto Melo?-
Un ghigno colora il volto del ragazzino –Chiarissimo. Comunque si pronuncia Mello.-
 
 
7 Novembre 2004
 
Il bussare alla porta ruppe la concentrazione che Mello tentava di mantenere sullo studio, anche se spesso lo sguardo si perdeva sulla parete davanti alla scrivania, in particolare su una piccola chiazza scura che rompeva l’armonia del bianco uniforme. Si alzò dalla sedia facendo un gran rumore e quindi aprì la porta, trovandosi davanti Roger.
-Mello, Soho mi ha chiamato al computer, vorrebbe parlare con te-
La sensazione di fastidio per essere stato interrotto lasciò il posto allo stupore e poi all’eccitazione data dalla notizia, per cui Mello spinse subito Roger da un lato che lo riprese a gran voce per le maniere sempre poco cortesi, ma che fu costretto a seguire il ragazzo che era corso verso il proprio studio.
Quando si trovò la faccia della ragazza sullo schermo Mello sussultò appena, riconoscendo in lei quelle occhiaie che sempre l’avevano caratterizzata, ma che ora sembravano più rosse e profonde, mentre le guance si erano fatte più scavate e sottolineavano gli zigomi pronunciati sui quali spiccavano le lentiggini. Era ancora più pallida, i capelli chiarissimi un groviglio  confuso, insomma aveva un aspetto pessimo. Eppure il solito entusiasmo con cui si rivolgeva sempre a lui non era venuto meno e la voce squillante lo salutò quasi esultando.
-Finalmente biondino! Ci hai messo una vita, ho quasi finito un cruciverba mentre ti aspettavo.-
Mello notò inoltre che Soho doveva essere seduta su un letto, dato il cuscino sul quale poggiava la schiena.
-Ehi svitata, che ti è successo? Fai più schifo del solito sai?-
-Che bello sentire le tue parole di conforto Mello, devo dire che mi sono proprio mancate- Una risata tiepida uscì dalle labbra della ragazza, che per un momento spostò gli occhi color miele verso la sua sinistra, Mello la vide chiaramente sorridere e fare un cenno d’assenso, prima di tornare a puntare l’attenzione su di lui.
-Con chi sei? Perché sei sdraiata a letto?-
-Con calma, non ti nego di essere un po’ provata dagli eventi di questi giorni.- Un sorriso morbido colorì il viso di Soho, che dopo un attimo di pausa riprese a parlare -Allora come avrai saputo da Roger finalmente ce l’abbiamo fatta. Abbiamo messo all’angolo Kira, ci crederesti mai?-
Mello ormai raggiunto da Roger che si era posizionato alle sue spalle, guardava l’amica con sincero interesse –Si si, ma voglio i dettagli! Chi era? C’è stato qualche ferito? Vi ha dato del filo da torcere?-
Soho parve rabbuiarsi un po’, ma mai smise di sorridere –Si, direi che ci ha dato una matassa chilometrica di filo da torcere, ma in qualche modo l’abbiamo sfangata. Ehi però non posso raccontarti tutto ora, la maggior parte delle informazioni sono ancora riservate e non possiamo divulgarle a nessuno; si Mello non fare quella faccia, vorrei dirti tutto subito! Ma non posso, davvero, però ci tenevo tanto a vedere la tua faccia da schiaffi.- Mello accennò una risata a seguito di quella spontanea di Soho. Quella totale folgorata gli mancava in realtà, anche se l’arrivo di Ái alla Wammy’s House, assieme alla costante presenza di Matt che si faceva in qualche modo sempre più necessaria e tossica, erano riusciti a livellare un po’ il vuoto lasciato dalla partenza della criminologa.
-Senti biondino, volevo darti quella che credo riterrai una buona notizia, sei pronto?-
Le ciglia lunghe si schiusero un paio di volte sugli occhi chiari –Certo che sono pronto, smettila di fare la vaga e spara!-
-Well, non so bene fra quanto, ma posso confermarti che torneremo a Winchester nell’arco di qualche mese…torno con L, Mello.-
Un tumulto scoppiò nello stomaco del ragazzo, che nel sentire quelle parole schiuse appena la bocca e ricercò meccanicamente nella tasca la tavoletta di cioccolato, che per la fretta non aveva preso, cosa che gli costò un gran morso al labbro inferiore –Che vuoi dirmi, eh?-
Soho avvicinò il viso alla camera e sorrise con aria malandrina –Torniamo alla Wammy’s House, conoscerai finalmente L.-
La mente si annebbiò d’improvviso, come se una coltre pesante fosse calata sul corpo per offuscargli tutti i sensi, lasciandolo inerme davanti la grandiosità degli eventi che stavano prendendo il sopravvento: Kira era stato catturato e lui avrebbe conosciuto il misterioso detective di cui lui, per anni, aveva seguito i passi nella speranza di essere un giorno istruito direttamente da lui.
-Mello? Sono addirittura riuscita a toglierti la parola? Grandioso!- La voce di Soho destò i pensieri che si erano ammassati frettolosamente nella testa, dunque dopo aver ingoiato la saliva che si era accumulata nella bocca tornò a osservare l’immagine della criminologa.
-Mi stai prendendo per il culo?-
Un colpo arrivò violento dietro la sua nuca –Mello il linguaggio!- Lo rimproverò Roger che si imbestialiva ogni volta che i ragazzi usavano un linguaggio scurrile in sua presenza.
-Ma che ti credi? Non ti mentirei mai su una cosa simile, scemo! Quindi- La ragazza si grattò la punta del naso prima di coprire la bocca spiegata in un ampio sbadiglio, per poi tornare a parlare –promettimi che ti comporterai in una maniera almeno decente e io ti prometto di portarti L, ti sta bene?-
Figurarsi se Mello si sarebbe mai piegato a prendere ordini da chicchessia, eppure la speranza di incontrare presto il grande detective lo portò a far roteare gli occhi al cielo prima di annuire a Soho –Vedi di sbrigarti a tornare svitata, non so mica se riuscirò a fare il bravo per troppo tempo.- disse infine prima di piegare appena le labbra in un ghigno; l’ennesima risata esplose dalla bocca della criminologa
-Non ne ho alcun dubbio, ma un patto è un patto, giusto? Comunque come stanno i tuoi amici? Di a Matt che qui in Giappone ci sono dei giochi pazzeschi, gliene porterò qualcuno quando tornerò-
-Stanno bene, Matt è sempre il solito, poi c’è Ái e beh, con lei non ci si annoia mai ecco. Non è un genio, ma è…bravina, ti assomiglia insomma!-
Soho sgranò gli occhi e schiuse appena la bocca sbalordita e Mello riconobbe una risata strozzata venire dall’altro capo della comunicazione,
-Ma chi c’è lì?!- Tornò a chiedere lui, di tutta risposta la criminologa cominciò ad urlare ed agitare le mani –Senti un po’ biondino! Come ti permetti di prendermi in giro?! Ti assicuro che quando ti becco ti punirò per ogni singola parola uscita dalla tua boccaccia!-
-Si si, ma intanto non puoi fare niente dal tuo pc, svitata! Ora torno a studiare mentre mi ascolto Exciter*-
-Quel disco è mio! Te lo ricordi che te l’ho solo prestavo vero?! Come tutti gli altri che ti sei accaparrato d’altronde! Ehi dove vai?! Ma guarda tu…CIAO ANCHE A TE MELLO!-
Mello si allontanò dal computer ridendo e lasciò il posto a Roger che scuoteva rassegnato il capo –Questo ragazzo mi farà impazzire Esse, te lo dico io.-
Soho abbandonò immediatamente l’aria di finta disapprovazione che aveva messo su e sorrise all’uomo –Confido nelle tue ottime capacità, puoi farcela Roger! Ora devo proprio andare, non ti nascondo di essere davvero distrutta, ho bisogno di riposare.-
-Mi raccomando riguardati, spaventi come quello avuto qualche giorno fa non voglio più prendermeli, ok?-
-Sarà fatto, a presto Roger.-
Soho chiuse la comunicazione ed allentò un po’ il sorriso forzatamente ampio, così sospirò sfinita e sprofondò la schiena nel cuscino.
-Ha ragione lui, non devi stancarti, lo sai.-
La voce di L arrivò alla sua sinistra, dove il ragazzo era appollaiato su una sedia accanto al suo letto mentre sbocconcellava una fetta di torta alla panna; Soho roteò gli occhi al cielo imitando perfettamente l’espressione di Mello di poco prima, poi sorrise rassicurante –Ma l’hai sentito? Non mi ha nemmeno chiesto come sto, sei il suo unico pensiero e nemmeno ti ha mai visto!-
-Sono io il più grande detective del mondo, è normale concentri la sua attenzione su di me.-
-Ma sentitelo…sono stata io a stargli dietro per anni e basta la promessa di un incontro che è pronto a dimenticarmi! Quello stupido biondino.-
L allungò il cucchiaino pieno di torta verso la bocca della ragazza –Tieni, mangia, ne hai bisogno.- sentenziò poi senza scomporsi; Soho catturò la torta nella bocca e la assaporò con gusto, così tirò via dalle labbra un rimasuglio di panna con la lingua –Beh, avrà un paio di grandi sorprese quando torneremo alla Wammy’s House.-
 
 
Dublino - 7 Novembre 2006
 
L’appartamento è terribilmente freddo al suo rientro. La bocca sospira nella sciarpa che le lascia scoperti solo gli occhi grigi e cupi; con rapidità chiude la porta alle sue spalle e si affretta ad avviare i riscaldamenti sperando che presto riscaldino il modesto bilocale.
Muove dei passi verso la finestra sotto la quale ha posizionato la scrivania; le dita scorrono sul legno laccato di bianco e si soffermano poi ad allacciare la chiusura del cassetto, che apre titubante. Affonda così la mano nella borsa e stringe le dita intorno al calcio di una pistola, che piano estrae e ripone poi nel cassetto che richiude senza esitare.
Ancora avvolta nel cappotto siede sulla sedia ed infine affonda le dita nei capelli, per poi sfregare la cute con un movimento nervoso e violento; un suono proveniente dalla tasca del cappotto rompe il silenzio, sconfortata lo recupera e ne osserva lo schermo.
Mr Kee.
Si morde il labbro con indecisione, infine preme il tasto per rispondere alla chiamata,
-Ciao capo, sono appena tornata.-
-Ciao ragazzina, non odiarmi ma ho bisogno di anticipare il nostro incontro. Ce la fai ad arrivare alle 22:00 al solito posto?-
La ragazza trattiene un sospiro e rinuncia all’idea di liberarsi del cappotto.
-Come da accordi, capo.-
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Death Note / Vai alla pagina dell'autore: _Bri_