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Autore: Lara_fede    03/01/2018    0 recensioni
DAL TESTO:
"Fluttuo immerso nella nebbia e il gelo che mi fa vivere, ma che odio così tanto.
Ogni passo, se così si può chiamare il mio lento avanzare che richiama la morte, il dolore aumenta e la mia ‘fame’ inizia a prendere il sopravvento."
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Dissennatore, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Dissennatore
Fluttuo immerso nella nebbia e il gelo che mi fa vivere, ma che odio così tanto.
Ogni passo, se così si può chiamare il mio lento avanzare che richiama la morte, il dolore aumenta e la mia ‘fame’ inizia a prendere il sopravvento.
Cerco di ignorare le morse allo stomaco, la voglia e insieme la repulsione per quello che potrei fare se vedessi una creatura viva.
Mi faccio ribrezzo per quello che sono ma non posso semplicemente smettere, è come chiedere ad una persona di smettere di respirare o di far fermare il battito cardiaco, impossibile...
Rassegnato svolto l’angolo, non so dove mi trovo, mi guardo intorno con la speranza di non trovarmi davanti nessuna povera creatura e poi li vedo, due umani.
Il mio cuore sembra fermarsi e i miei vuoti occhi si riempiono di malinconia, invidia, gioia, paura, com’è possibile che proprio io che ho il compito di togliere tutto questo lo stia provando?
Una coppia innamorata, quale cosa è più tenera? Proprio in questo momento si stanno scambiando delle tenere effusioni, nessun problema o preoccupazione sembra toccarli in quel momento e, ingenui, non si accorgono del pericolo imminente.
E poi eccola lì, l’invidia, la rabbia, questo sentimento che mi pervade e che mi obbliga ogni volta a diventare un mostro.
Improvvisamente sono cieco, sordo, tutti i miei sensi sembrano ovattati e tutti i miei sentimenti (se così possiamo chiamarli) spariti.
Come in trance mi avvicino alla coppia, vorrei urlargli di scappare o di correre, ma la voce non risponde ai miei comandi e il mio scheletrico corpo continua a muoversi verso di loro.
Poi lo sento, un urlo. Panico, angoscia e le mie labbra, fredde e nere sulla bocca della fanciulla ormai inerme tra le mie braccia, una sola parola si scrive vivida nella mia mente mostro.
Un mostro, questo è quello che sono. Anche se non voglio esserlo, anche se la mia vita consiste in togliere in parte quella degli altri e di pentirmene ogni volta.
Non si può fuggire alla propria natura…
  
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