Inizia all'improvviso.
Senti la testa girare, lo stomaco contorcersi. La gola sembra chiudersi e rifiuta ai polmoni il passaggio di ossigeno.
Nei primi momenti non capisci, è tutto troppo confuso e inaspettato.
Il tuo battito cardiaco diventa irregolare, la tua mente vaga disperata.
Dopo qualche istante realizzi quello che sta succedendo, ma nulla cambia.
Ti rannicchi per terra, sul letto, di fianco al camino. Senti l'impulso di gridare, di correre, di scalciare.
Il mondo ti sta crollando addosso, tu stai crollando addosso al mondo.
Porti il braccio vicino alla bocca, vi appoggi i denti come ad assaggiarlo, mentre le lacrime bagnano l'arto.
Mordi quel pezzo di carne fino a quando la tua pelle non grida di fermarsi, e ignorandola continui.
Senti tutto, non senti niente.
Il dolore alla mascella ti richiama alla realtà, annaspi e cerchi disperatamente una via di fuga.
Vuoi ancora urlare, vuoi che qualcuno si prenda cura di te.
Ripensi agli esercizi di respirazione che fai sempre, tenti di praticarli.
Passa qualche minuto e tremi, tremi, tremi. Sei tornato in possesso del tuo corpo, hai ripreso a respirare, ma sei distrutto.
Ti sdrai, la testa che pulsa e il petto dolorante.
Sfiori la pelle del tuo avambraccio con movimenti circolari, provi a convincerti che questa sarà l'ultima volta.

Sai che non sarà così.
Sai che succederà di nuovo.
Ma per il momento non vuoi pensarci.
Per il momento vuoi solo smettere di provare emozioni.
E così abbandoni il tuo corpo esausto alle braccia di Morfeo.