Quella notte Brian non dormì per nulla, goccioline di sudore freddo gli bagnavano la nuda fronte e un'ansia colossale si impadroniva di lui ogni secondo. Sapeva a cosa stava andando incontro e la cosa lo terrorizzava. Il giorno dopo, all'alba, avrebbe preso il posto che gli spettava al mondo e, come tanti della sua famiglia prima di lui, avrebbe accolto il compito per il quale era nato. Eppure aveva paura, avrebbe perso tutto e lo sapeva, non riusciva a considerare un onore ciò che stava per capitargli.
Si rigirò nel letto bagnato del proprio sudore. L'indomani mattina all'alba avrebbe abbracciato la sua croce, il suo fardello, la sua ragione di vita.
L' indomani mattina all'alba avrebbe ottemperato al suo compito e avrebbe reso fiera la sua famiglia.
L'indomani mattina lui, Brian, sarebbe diventato il Cappello Parlante.
Era questo il suo destino, lo sapeva dalla nascita, la sua era la prestigiosa famiglia dei Cappellai che ogni dieci anni donava alla scuola di magia e stregoneria di Hogwarts un giovane uomo che sarebbe diventato il nuovo cappello parlante che andava a sostituire quello precedente, ereditandone tutti i poteri e tutta la sapienza attraverso un semplice ma efficace incantesimo di passaggio.
Brian rabbrividì al pensiero.
Ricordò suo cugino durante il fatidico giorno dell'investitura: i sorrisi, i regali, il petto gonfio di orgoglio, la famiglia colma di gioia... Ma per lui non sarebbe stato così e lo sapeva.
Sentii qualcosa bagnarli la guancia: stava piangendo. Si sentiva un bambino nel farlo ma non poteva trattenersi; era solo e poteva fare ciò che voleva.
Voleva scappare, andare via, voltare le spalle al triste destino che lo attendeva. Sapeva ciò che lo attendeva, l'indomani sarebbe stato trasfigurato dal membro più anziano della sua famiglia, la magia era antica e segreta e la formula si tramandava da generazione in generazione. Avrebbe perso tutto, la sua personalità, la sua autonomia, il suo essere umano per diventare qualcosa di "superiore", come predicava da anni la sua famiglia.
Ma lui non voleva tutto questo, voleva essere libero, libero di scegliere, libero di volere un destino diverso; avrebbe rinunciato a tutta la sagezza, a tutto il sapere e al potere che avrebbe avuto essendo il nuovo Cappello Parlante, avrebbe volentieri fatto a meno di tutto ciò. Lui voleva essere normale, gli sarebbe piaciuto vedere Hogwarts da studente, poter partecipare alle lezioni, avere degli amici... ma per lui era diverso, da quando era nato lo avevano tenuto segregato, nascosto, lo avevano preparato per il suo compito.
Già prima di nascere tutti erano a conoscenza del suo destino, lui era segnato, era marchiato, era da sempre stato questo il suo futuro. Aveva da sempre guardato con invidia i suoi coetanei, aveva visto bambini della sua stessa età giocare, ragazzi come lui crescere e divertirsi, aveva visto amori nascere e spegnersi, aveva visto amici, aveva visto innamorati, aveva visto la vita degli altri spiegarsi ed era sempre stato immobile ad aspettare che la sua si evolvesse e l' indomani sarebbe successo.
Aveva sempre invidiato gli altri ragazzi e ora avrebbe passato una vita intera ad osservarli e ad invidiarli ma soprattutto avrebbe passato una vita intera ad essere osservato e giudicato come un vecchio cappello.
Un altra lacrima scese sulle sue guance ormai arrossate.
Voleva scappare ma non l'avrebbe fatto.
La notte stranamente quel giorno durò molto poco, che strano: sono proprio le notti che dovrebbero essere più lunghe a durare invece di meno.
Quella fu l'ultima notte di Brian.
La passò salutando se stesso.