Storie originali > Horror
Segui la storia  |       
Autore: belle_delamb    04/01/2018    0 recensioni
Natale, tempo di gioia e di dolcezza, ma non solo, perché a volte le storie natalizie possono racchiudere contenuti agghiaccianti. Ecco una serie di racconti che vi lascerà con il fiato sospeso. Regali misteriosi, inquietanti foreste innevate, e tanto altro ancora.
Storia partecipante a Christmas Challenge" indetta da Jadis_ sul forum di Efp.
Genere: Fantasy, Mistero, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
È stato lui! È lui il colpevole ed ora vuole che sia io che paghi, vuole che vada in prigione per lui! Sarebbe una pura follia non credermi, non lo avete visto come guarda? Con quegli occhi che sembrano bottoni ma che in realtà sono pieni di vita. Lui scruta e fissa. Nessuno ha capito quanto è pericoloso, forse nessuno vuole veramente capire. Hanno accusato me di essere folle, di aver ucciso così tante persone. Non è vero, è stato lui e sono disposto a raccontare tutto.

Tutto è cominciato all’inizio dello scorso dicembre. Aveva appena nevicato e la neve ricopriva ogni cosa come un soffice mantello. Era davvero uno spettacolo suggestivo. Io mi ritrovavo alla finestra con il mio blocco da disegno, intento a riprodurre il giardino di casa mia, uno dei pochi compiti che riusciva a rilassarmi. Ero così preso dai miei pensieri che per poco non notai che dei bambini stavano facendo un insulso pupazzo di neve proprio al limitare del mio giardino. Strinsi i denti. Non sopportavo quelle sciocchezze, stupide perdite di tempo, inoltre disturbavano il mio lavoro. Mi allontanai dalla finestra.

Quella sera mia moglie tornò a casa. Era una gran bellezza, con lunghi capelli corvini e sempre un dolce sorriso che le piegava le labbra.
-Hai visto che bel pupazzo di neve hanno fatto i bambini?- mi disse.
- Quell’orrenda creatura?-
-Non dire così, è carino, gli hanno anche messo un cappello ed una sciarpa, credo che diventerà la mia prossima foto di profilo-
A nulla servirono le mie proteste, quello diventò veramente la sua foto di profilo.

Ogni giorno dovetti passare davanti a quel pupazzo di neve, ogni giorno dovetti lasciare che i suoi occhietti, piccoli bottoni neri, mi fissassero e mi giudicassero. Era tutto folle. Dovevo solo aspettare che si sciogliesse e tutta quella stupida storia sarebbe finita. Sfortunatamente non si sciolse, anzi più si avvicinava Natale più il pupazzo di neve mi sembrava diventare più grande e non era solo questo, c’era qualcosa in lui che mi faceva letteralmente rabbrividire. Era come se mi spiasse, come se con quei suoi piccoli bottoni guardasse dentro la finestra per vedere ciò che stava accadendo in casa. Presi presto l’abitudine di tirare sempre le tende.
-Non sei esagerato, mio caro?- mi chiedeva sempre mia moglie.
-Esagerato io? Bisognerebbe buttarlo giù quel coso-
-Stai tranquillo, a breve le temperature saliranno e quel pupazzo di neve si scioglierà, la sua è una breve vita-
Ci avrebbe messo comunque troppo tempo. –Questa notte uscirò e lo distruggerò-
-No!- esclamò lei –Aspetterai che si sciolga, non voglio certo che i vicini ridano di noi-
A nulla servirono le mie proteste, mia moglie non era certo una donna a cui si poteva far cambiare idea, così mi ritrovai a cercare in tutti i modi di evitare il pupazzo, peccato che la cosa non fosse poi così semplice, visto che si trovava praticamente sul vialetto di casa.

E poi cominciarono le scomparse. Alcune persone iniziarono a sparire, senza nulla che le legasse le une alle altre. Uomini e donne, dalle età più diverse, spariti nel nulla, da un momento all’altro, senza lasciare dietro di sé nessuna traccia.
-Ho paura- mi confessò mia moglie una sera.
-Di cosa?-
-Di sparire nel nulla-
-Ma che sciocchezze!- le risposi io ridendo, ma lei era seria, così seria non l’avevo mai vista.
-Ho paura di sparire- disse di nuovo lei, guardandomi negli occhi quasi mi volesse sfidare.
-Non succederà- le promisi.

Fu in quei giorni che notai che il pupazzo si avvicinava sempre di più alla nostra finestra, ogni giorno un centimetro di più. Un’illusione ottica? Forse, ma io ero certo che ci fosse dell’altro, anzi, ero sicuro che fosse coinvolto nella sparizione di tutte quelle persone.
-Follia- disse mia moglie –è un pupazzo di neve, non può essere coinvolto proprio in nulla-
-Razionalmente è così-
-Allora cosa ti turba?-
-Io lo so, ecco la verità, so che c’è qualcosa che non va-
-Non c’è proprio nulla che non vada-
Non sapeva quanto si sbagliava, ma l’avrebbe scoperto molto presto.

Mia moglie scomparve la vigilia di Natale, in una giornata plumbea e triste. Quando tornai a casa e non la trovai compresi che non l’avrei mai più vista. Il pupazzo di neve pareva ridere del mio dolore. Fu un Natale molto triste e sentii molto la sua mancanza, la immaginavo in qualche luogo buio e freddo, in lacrime, sanguinante. Probabilmente mi chiamava, pregava che io corressi a salvarla ed io non potevo aiutarla. Questo senso d’impotenza mi faceva impazzire. La notte andavo in giro come un folle, ricordo ben poco di quel periodo, tanta era l’ansia. E poi successe qualcosa che proprio non riesco a spiegarmi. Una sera presi la decisione di distruggere quel pupazzo di neve, causa di tutti i miei mali. Afferrai un enorme coltello dalla cucina, scelta folle, certo, ma un po’ folle all’epoca lo ero, mi aveva fatto diventare così il dolore per la scomparsa dell’unico amore della mia vita. Colpii più volte il pupazzo, lo feci letteralmente a pezzi, quindi rientrai in casa, lasciai cadere a terra il coltello e mi buttai sul divano dove mi addormentai.

Fui svegliato dai poliziotti. La casa era piena di gente, qualcuno stava urlando. Io avevo una pistola alla testa.
-Lei è in arresto- mi disse un poliziotto ammanettandomi.
Protestai e poi vidi il coltello insanguinato a terra. Da dove venisse quel sangue proprio non lo sapevo. Fui condotto fuori e vidi il mio vicino di casa a terra, in una pozza di sangue, proprio laddove un tempo c’era stato il pupazzo di neve. Chiesi cosa gli fosse successo, io e lui andavamo molto d’accordo, ma nessuno mi rispose.

Ho saputo tutta la storia solo in prigione. Mi accusano dell’omicidio del mio vicino e della sparizione di mia moglie e di altre sette persone. Dicono che sono un assassino a sangue freddo. Io so che non è vero, ma nessuno mi crede, neppure il mio avvocato che mi ha consigliato di ammettere le mie colpe e patteggiare. Io so che è tutta colpa di quel pupazzo di neve, so che è stato lui a fare tutto ciò e che mi ha voluto far incolpare, un giorno lo dimostrerò e allora potrò finalmente uscire di qua e completare la mia vendetta, fino ad allora però dovrò restare qua a scontare una pena che non merito.
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Horror / Vai alla pagina dell'autore: belle_delamb