Capitolo quarto
I
rappresentanti delle famiglie del Nord che, non avendo evidentemente di meglio
da fare, si erano alleate con i Bolton erano riuniti nel salone di Grande
Inverno, fingendo di conversare amichevolmente ma in realtà pensando ognuno
agli affari propri. Roose Bolton aveva fin da subito provato un vago senso di
disagio osservando che, tra i convenuti, c’erano anche due degli innumerevoli
figli, nipoti & co. di Lord Walder Frey.
Che
accidenti ci facevano a Grande Inverno Ser Hosteen e Ser Aenys Frey? D’accordo,
anche loro erano più o meno degli alleati, specialmente dopo la faccenda delle
Nozze Rosse, ma non erano stati espressamente invitati, almeno per quanto ne
sapesse lui. Forse era stata sua moglie Walda a scrivere ai parenti? A Roose Bolton
non piaceva affatto non essere al corrente di ogni minimo dettaglio,
soprattutto riguardo a ciò che accadeva in casa sua. Stava appunto per
domandare alla sua Lady se fosse stata lei a invitare quei due inetti dei suoi
fratelli o cugini o che altro fossero, quando nel salone fece il suo ingresso
Ramsay, compiaciuto e con un invidiabile sorriso insolente stampato in faccia.
Già questo sarebbe stato sufficiente a causare un attacco di ulcera a Lord
Bolton, ma, siccome al peggio non c’è mai fine, la visione continuò come una
specie di lungo incubo nero e, dietro a Ramsay, comparve Theon Greyjoy,
rivestito da Lord delle Isole di Ferro o da qualche altra mascherata simile.
L’espressione
di Roose Bolton sarebbe bastata da sola a ripagare il prezzo del biglietto, se
a mai qualcuno fosse venuto in mente di spendere
soldi per partecipare a un convito
dei Bolton.
Per
qualche istante il Lord nutrì l’effimera speranza che ciò che vedeva fosse
frutto di un’allucinazione o di un bruttissimo sogno, ma sapeva di essere sobrio
e, purtroppo, anche ben sveglio.
Ramsay
aveva forse intenzione di esibirsi in un’altra buffonata con la sua creatura, così come aveva fatto al Moat
Cailin? Però l’espressione di Theon sembrava suggerire qualcosa d’altro… era
mortificato, sì, ma non così tanto come era abituato a vederlo. Che diamine
c’era in ballo? E perché lui non ne
era stato informato?
Poi,
con somma costernazione di Roose Bolton, Ramsay iniziò il suo bel discorsetto
su come aveva catturato Theon e come lo aveva punito per aver tentato di
conquistare Grande Inverno: l’attenzione di tutti i presenti si concentrò su di
lui, mentre Lord Bolton cominciava ad avvertire delle preoccupanti fitte al
fegato…
“So
bene che Lord Stark, al mio posto, avrebbe risposto al tradimento di Theon con
la decapitazione, ma io ho voluto concedergli una seconda possibilità, perché
ritengo che ognuno meriti di avere
una seconda occasione quando sbaglia. Theon Greyjoy è stato punito secondo le
antiche tradizioni dei Bolton… se qualcuno volesse i dettagli sarò felice di
esporli, naturalmente…” continuava il giovane Lord, tutto infervorato e
sodisfatto della sua parlantina.
Ma anche no…, pensò Theon e,
come lui, dovettero pensarla anche gli altri, perché nessuno chiese spiegazioni
o, peggio, esempi pratici di come era
stato castigato il traditore.
“No?
Vi fidate della mia parola? Meglio così. Dunque, come stavo dicendo, Theon è
stato punito in modo esemplare, ma il suo castigo era finalizzato alla
redenzione e non alla condanna” dichiarò Ramsay, che aveva a lungo provato
quella frase a effetto in camera sua fino a riuscire a pronunciarla senza
scoppiare a ridere. In quel caso sembrò fare una bella impressione agli uomini
del Nord, mentre Roose Bolton abbozzava un sorrisetto di convenienza a
beneficio di chiunque si voltasse verso di lui per chiedere conferma.
“La
punizione è servita a far riflettere Theon sui suoi errori e a fargli comprendere
che non dovrà commetterli mai più” riprese il giovane Bolton, dopo una pausa in
cui, chissà, forse si era aspettato un applauso che non era arrivato. “Perciò
adesso sarà lui stesso a confessare le sue colpe e a chiedere perdono a voi,
uomini del Nord.”
Roose
Bolton aveva la faccia di uno che sta per essere colto da collasso e il suo
malessere peggiorò ulteriormente vedendo che Lady Walda, al suo fianco,
guardava e ascoltava l’assurda messinscena di Ramsay come se ci credesse
davvero, con espressione rapita e occhi pieni di lacrime di commozione.
Anche
Roose Bolton avrebbe pianto volentieri, ma per ben altro motivo…
“Ho
tradito la famiglia Stark che mi aveva cresciuto come un figlio” iniziò a dire
Theon, con la voce che gli tremava… e quella, di sicuro, non era un recita; il
giovane soffriva veramente nel riflettere su ciò che aveva fatto. “Ho tradito
Robb Stark, che mi considerava un fratello…”
Per
un attimo Lord Bolton temette che Theon avrebbe osato un favoloso colpo di
scena, accusando gli stessi Bolton e i Frey di aver fatto di peggio con le
famigerate Nozze Rosse… ma no, il ragazzo era stato istruito a dovere e
continuò sullo stesso tono.
“Ho
approfittato dell’assenza di Robb Stark per cercare di conquistare Grande
Inverno e ho ucciso coloro che volevano impedirmelo, come Ser Rodrick Cassel. E
ho… ho fatto assassinare e bruciare due ragazzini, figli di un contadino, due
bambini innocenti spacciandoli per Bran e Rickon” concluse Theon… e qui, in
effetti, il colpo di scena ci fu.
Nel
brusio generale che si scatenò a queste parole tra gli uomini del Nord, che
fino ad allora avevano creduto morti i due ultimi figli di Ned Stark, le
bestemmie di Roose Bolton passarono, per fortuna, inascoltate. Che accidenti
era saltato in mente a quel maniaco omicida del suo bastardo di far rivelare a
Theon la verità sui ragazzi Stark? Non era stato deciso che tutti dovessero
crederli morti?
“Cosa
dice il ragazzo? Bran e Rickon Stark sono ancora vivi?” domandò Smalljon Umber,
rivolgendosi a Roose Bolton.
Il
Lord era diventato una statua di pietra e di essa aveva anche il colore.
“Signori,
signori, ancora un po’ di attenzione, per favore” li richiamò all’ordine
Ramsay, più o meno con lo stesso modo di fare che usava con i suoi cani. “Allora,
spiegaci, Theon: cosa ne è stato dei giovani Stark?”
“Sono
scappati nella foresta e io non sono riuscito a trovarli!” ammise il giovane,
buttando fuori questa dolorosa confessione tutta d’un fiato. “E saranno
sicuramente morti di fame e freddo, per cui… è come se li avessi uccisi
personalmente. Non merito alcun perdono, io…”
“Questo
sarò io a deciderlo” tagliò corto
Ramsay, mentre Roose Bolton riprendeva a respirare normalmente. A quanto
pareva, Ramsay si era salvato in corner,
facendo in modo che tutti credessero che i due ragazzi erano comunque morti.
Alla fin fine, forse, qualcosa da lui doveva averlo imparato…
“I
tuoi crimini sono stati nefandi” riprese il giovane Lord Bolton, dimostrando di
aver appreso anche ad usare parole difficili, “ma ritengo che i castighi che io
stesso ti ho inflitto siano stati sufficienti, ti hanno fatto capire quanto hai
sbagliato e come non dovrai compiere mai più malvagità simili, soprattutto ai
danni di chi si prende cura di te. Porterai i segni di queste punizioni su di
te per tutta la vita a perenne monito di ciò che hai fatto… a proposito, siete
sicuri di non volerle vedere? No, eh? Vabbè, sarà per un’altra volta… e,
guardando le tue cicatrici, ricorderai che non ci si rivolta contro chi ti fa
del bene.”
“Mai
più, mio signore” mormorò Theon, affranto, “ho imparato la lezione e sarò in
eterno fedele a te, che mi hai donato questa seconda occasione con tanta
magnanimità.”
“Molto
bene, allora è tutto perdonato e dimenticato. Da oggi in poi sarai il mio
fedele scudiero e alleato in questa lotta contro i nemici del Nord” ricapitolò
Ramsay, a beneficio di coloro che si fossero messi in ascolto soltanto allora…
“Lord Umber ci ha portato notizia di un esercito di bruti guidato dal traditore
Jon Snow, che potrebbe attaccarci nelle prossime settimane, ma non è tutto e le
notizie che ho da riferirvi sono ancora più gravi.”
Di che accidenti
sta parlando?,
pensò Roose Bolton, preso ancora una volta in contropiede, cosa che non gli
piaceva affatto. Sperava che, per quel giorno, le esternazioni di Ramsay avessero avuto termine e, invece, adesso
ripartiva con altre bestialità…
“Alcuni
di voi, forse, riterranno che la mia generosità verso Theon Greyjoy sia stata
eccessiva, ma mai come in questo momento abbiamo bisogno di restare uniti
contro il nemico comune, invece di crearsene di nuovi. Con l’erede delle Isole
di Ferro come mio scudiero, so di essermi acquistato la neutralità degli Uomini
di Ferro, che non prenderanno posizione alcuna durante le prossime battaglie,
visto che il loro Principe ci appoggia.”
Come discorso non
è male, peccato che tutti, in questa sala, sappiano che gli Uomini di Ferro non
prendono mai posizione negli affari dei Sette Regni, pensano solo a razziare…
e, tra l’altro, è così sciocco da attribuire pubblicamente a Theon il titolo di
Principe delle Isole di Ferro? E’ vero che conta quanto il due di spade quando
briscola è bastoni, ma il ragazzo potrebbe decidere di alzare la cresta, si disse Lord
Bolton, ancora dubbioso sulla strategia messa a punto in tutta autonomia dal
suo bastardo. Poteva essere un’idea geniale come la più grande idiozia della
storia, non era ancora chiaro e questo non gli piaceva per niente.
“Come
vi dicevo” riattaccò Ramsay, mentre suo padre stava seriamente meditando di
scaraventarlo giù dalla finestra più vicina se non si fosse zittito, “il nemico
comune a cui mi riferivo non è soltanto quel fetido esercito di bruti, dei
selvaggi che non avremmo troppa difficoltà a sbaragliare. No, purtroppo c’è un
esercito ben più grande, preparato e addestrato che ci minaccia.”
Immagino che
questo esercito fantasma se lo sia sognato di notte… a che diamine di esercito
si riferisce?
“Il
mio amato signor padre mi ha parlato in confidenza di questa minaccia, ma io credo
che sia giunto il momento che gli Uomini del Nord sappiano di che cosa si
tratta e si uniscano a noi per sventarla” dichiarò infervorato Ramsay. Tutti si
voltarono verso Roose Bolton che, non sapendo assolutamente di che cosa stesse
delirando quel deficiente di suo figlio, si limitò nuovamente ad un sorrisetto
di circostanza e a un cenno affermativo con il capo. “Voi tutti conoscete Lady
Sansa Stark, non è così? Il mio amato signor padre le aveva fatto l’onore di chiederla in sposa per me,
per unire le nostre casate e rinforzare il Regno del Nord. Ebbene, sapete qual
è stata la risposta di quell’ingrata, plagiata senza dubbio dal suo esecrabile
tutore Lord Baelish? No, grazie. Lady
Stark ha sposato il piccolo Lord Arryn, un marmocchio malaticcio e ritardato.
In virtù di questa unione, le casate Stark e Arryn si sono unite e adesso gli
eserciti degli Arryn stanno marciando per conquistare Grande Inverno.”
Una
pausa a effetto. Nel salone era sceso un silenzio greve. Roose Bolton, con sua
grande costernazione, dovette ammettere che, tutto sommato, Ramsay poteva
perfino avere ragione…
“Molti
uomini del Nord potrebbero gioire al pensiero di riavere una Stark a Grande
Inverno, lo comprendo, ma è bene sottolineare che non sarebbe Sansa Stark a
governare il Nord, bensì i Lord della Valle o, per meglio dire, Lord Petyr
Baelish che ha ordito tutto questo intrigo. E’ questo che volete? Volete essere
governati da Lord Ditocorto?” Ramsay adesso pareva un avvocato giunto
all’arringa finale e Theon pensò che, forse, non avrebbe sfigurato nemmeno a un
acclamazione di Re dalle sue parti… insomma, a chiacchiere andava forte.
“Mai!”
proruppe Lord Umber.
“E
nemmeno Stark o Arryn!” rincarò il giovane Harald Karstark, che ce l’aveva a
morte con gli Stark e non senza ragione, dal giorno in cui Robb aveva decapitato
suo padre. Harald Karstark non aveva molta familiarità con il concetto di perdonare e dimenticare…
“Allora
vi unirete al mio signor padre e a me per trionfare su entrambe le minacce che
ci sovrastano?” insisté Ramsay, che ancora aspettava la standing ovation…
“Sì!”
fu il coro unanime degli uomini del Nord e ad esso si unirono anche i due Frey,
ormai trascinati dall’atmosfera. “Guerra e morte a tutti i nemici del Nord!”
Beh,
la standing ovation non ci fu, ma Ramsay
poteva essere ben soddisfatto del successo del suo discorso. Perfino Roose
Bolton, adesso, era riuscito a capire la contorta strategia del figlio e
iniziava a sperare di avergli passato qualche gene buono, oltre a quelli della
follia ben più evidenti.
Il
tempo passa sempre più in fretta quando ci si diverte tanto, e così si era fatta l’ora del banchetto. A Theon,
per la prima volta, fu concesso l’onore di sedere a tavola al fianco di Ramsay
e… beh, sicuramente una decisa promozione rispetto al contendersi le ossa con i
cani nel canile, tuttavia chi potrebbe mangiare tranquillo e di buon appetito
sedendo accanto al giovane Lord Bolton? E vabbè…
Restava
un unico mistero da chiarire, ossia la presenza di Ser Hosteen e Ser Aenys al
banchetto. Anche quello, comunque, sarebbe presto stato svelato.
“Sono
lieto di accogliervi a Grande Inverno” disse Roose Bolton ai due cavalieri
durante il banchetto, sebbene la sua faccia raccontasse tutta un’altra storia, “ma
devo ammettere che il vostro arrivo mi ha colto di sorpresa. E’ forse accaduto
qualcosa alle Torri Gemelle?”
“No,
mio Lord, al contrario, siamo venuti qui perché volevamo congratularci di
persona con te e con nostra nipote per il lieto evento” rispose Ser Aenys.
“Nostro
padre avrebbe desiderato venire di persona, purtroppo la sua età avanzata non
glielo consente, perciò ha incaricato noi” soggiunse Ser Hosteen.
E come accidenti
aveva fatto Lord Walder a sapere che Walda era incinta?
“In
realtà nostro padre è rimasto piuttosto deluso” riprese Ser Aenys, “avrebbe
desiderato essere informato tempestivamente da una tua missiva, piuttosto che
ricevere la notizia da tuo figlio. Ha avuto… come dire… la sensazione che tu
volessi tenerlo all’oscuro di una così bella notizia.”
Ah, ecco che si
spiega tutto… ma perché Ramsay avrebbe dovuto scrivere a Lord Frey?
“E’
per questo che ci ha ordinato di presentarci a Grande Inverno per valutare la
situazione e… adesso che abbiamo sentito parlare di battaglie imminenti e di
eserciti nemici, riteniamo che la soluzione migliore per il bene del bambino
sia che Walda faccia ritorno al più presto alle Torri Gemelle. Naturalmente
penseremo noi a scortarla e a proteggerla” spiegò Ser Hosteen.
Roose
Bolton si innervosì non poco. Come si permetteva quel vecchio avvoltoio di
mandare due dei suoi inetti figli a casa sua? Pensava forse di poterlo
comandare?
“Non
credo proprio che sarà necessario” rispose in tono freddo. “Lady Walda è la mia
sposa e sarò io stesso a proteggere lei e mio figlio.”
“Nostro
padre non la pensa così” ribatté Ser Aenys. “Ritiene che Grande Inverno sia un
luogo pericoloso e non vuole rischiare la vita del pronipote che sta per
nascere. Come potrai proteggere Walda e tuo figlio se sarai a combattere contro
due eserciti nemici? E se, per qualche malaugurato incidente, rimanessi ferito,
o peggio, in battaglia? Chi si occuperebbe della tua famiglia?”
“Queste
sono soltanto scuse. Siate chiari, una buona volta. Lord Walder vuole il
bambino alle Torri Gemelle, vuole averlo sott’occhio come ha fatto con tutti i suoi
figli, nipoti e pronipoti, non è così?”
Ser
Hosteen e Ser Aenys apparvero molto imbarazzati.
“Mio
Lord, non è assolutamente una mancanza di fiducia nei tuoi confronti…”
“Nostro
padre pensa solo al bene di sua nipote e del bambino…”
“Grande
Inverno potrebbe essere assediata…”
Era proprio per
questo che non volevo che Lord Frey sapesse del bambino, perché non intendevo
lasciarlo nelle sue grinfie, ma… dannazione, Ramsay è stato tanto astuto da
raggirarmi? Che gli Estranei mi portino, temo di averlo sottovalutato!
“Mio
signore, se la situazione è veramente così pericolosa… forse dovrei ascoltare i
miei zii e partire con loro, per il bene del bambino” intervenne Walda,
timorosa. “Sai che non vorrei mai lasciarti, ma se davvero nostro figlio fosse
più al sicuro alle Torri Gemelle, io…”
“Ramsay,
hai scritto a Lord Frey senza consultarmi?” domandò seccamente Roose Bolton al
figlio, ignorando allegramente la moglie e i due cavalieri che continuavano
goffamente a cercare di spiegarsi.
“Mio
caro padre, ti chiedo perdono, ma di fronte a così tante minacce non ho potuto
fare a meno di sentirmi terribilmente preoccupato per la sicurezza del mio
fratellino” rispose candidamente il giovane, sgranando gli occhioni azzurri ed
esibendo un sorriso da cherubino candido e innocente. Va detto, a suo onore,
che recitò magnificamente la sua parte e riuscì anche a non sghignazzare
soddisfatto. Vi pare poco?
“Sì,
me lo immagino. E va bene, signori, Lord Walder sarà accontentato” capitolò
Lord Bolton, che aveva fatto due più due ed era giunto alla conclusione che,
tutto sommato, era più saggio tenere ben lontano Ramsay dal figlio che sarebbe
nato… anche se ciò significava affidarlo alla discutibile protezione di Lord
Frey. “Ma voglio essere io stesso a scortare la mia Lady alle Torri Gemelle e
voi ci accompagnerete. Così avrò anche l’occasione di parlare con vostro padre
e di… di scusarmi per non averlo avvertito della lieta notizia.”
Ser
Hosteen e Ser Aenys ripresero a respirare, contenti di essersela cavata meglio
del previsto; Lady Walda si sentì molto sollevata all’idea di allontanarsi da
quel castello che le metteva ansia, chissà mai perché… e Ramsay fu il più
contento di tutti, sebbene ostentasse una suprema e nobile indifferenza.
Quella
era stata davvero una giornata ricca di soddisfazioni per lui!
Fine quarto
capitolo