Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones
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Autore: Abby_da_Edoras    05/01/2018    5 recensioni
A Natale si diventa tutti più buoni... io invece sono la solita bastian contrario e divento ancora più cattiva! Così eccomi a immaginare una delle mie parodie sul Trono di Spade e in particolare su Ramsay e Theon (dev'esserci qualcosa di profondamente malato in me, visto che questi personaggi mi ispirano tante storie di umorismo nero! Comunque, essendo una parodia, i personaggi sono OOC, i fatti sono allegramente travisati da me (ma del resto, anche nella serie TV fanno ciò che gli pare! XD), pertanto: Ramsay non sposa Sansa, né Jeyne Poole né chi per loro... instaurerà piuttosto un rapporto particolare col suo prigioniero (che, misericordiosamente, ho deciso di non evirare...); nelle mie storie, che sono appunto prese in giro ironiche e senza troppa cattiveria, non morirà (quasi) nessuno e... diciamo che finirà tutto più o meno bene, a tarallucci e vino.
Dai, in fondo è Natale! XD XD XD
Grazie a chiunque sarà tanto pazzo da leggere le mie follie.
Non scrivo a scopo di lucro e personaggi e situazioni appartengono a autori, registi, produttori e sceneggiatori della serie TV Il Trono di Spade.
Genere: Angst, Demenziale, Parodia | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Ramsay Bolton, Roose Bolton, Theon Greyjoy, Un po' tutti
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti
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- Questa storia fa parte della serie 'Un nuovo inizio'
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Capitolo quarto

I rappresentanti delle famiglie del Nord che, non avendo evidentemente di meglio da fare, si erano alleate con i Bolton erano riuniti nel salone di Grande Inverno, fingendo di conversare amichevolmente ma in realtà pensando ognuno agli affari propri. Roose Bolton aveva fin da subito provato un vago senso di disagio osservando che, tra i convenuti, c’erano anche due degli innumerevoli figli, nipoti & co. di Lord Walder Frey.

Che accidenti ci facevano a Grande Inverno Ser Hosteen e Ser Aenys Frey? D’accordo, anche loro erano più o meno degli alleati, specialmente dopo la faccenda delle Nozze Rosse, ma non erano stati espressamente invitati, almeno per quanto ne sapesse lui. Forse era stata sua moglie Walda a scrivere ai parenti? A Roose Bolton non piaceva affatto non essere al corrente di ogni minimo dettaglio, soprattutto riguardo a ciò che accadeva in casa sua. Stava appunto per domandare alla sua Lady se fosse stata lei a invitare quei due inetti dei suoi fratelli o cugini o che altro fossero, quando nel salone fece il suo ingresso Ramsay, compiaciuto e con un invidiabile sorriso insolente stampato in faccia. Già questo sarebbe stato sufficiente a causare un attacco di ulcera a Lord Bolton, ma, siccome al peggio non c’è mai fine, la visione continuò come una specie di lungo incubo nero e, dietro a Ramsay, comparve Theon Greyjoy, rivestito da Lord delle Isole di Ferro o da qualche altra mascherata simile.

L’espressione di Roose Bolton sarebbe bastata da sola a ripagare il prezzo del biglietto, se a mai qualcuno fosse venuto in mente di spendere soldi per partecipare a un convito dei Bolton.

Per qualche istante il Lord nutrì l’effimera speranza che ciò che vedeva fosse frutto di un’allucinazione o di un bruttissimo sogno, ma sapeva di essere sobrio e, purtroppo, anche ben sveglio.

Ramsay aveva forse intenzione di esibirsi in un’altra buffonata con la sua creatura, così come aveva fatto al Moat Cailin? Però l’espressione di Theon sembrava suggerire qualcosa d’altro… era mortificato, sì, ma non così tanto come era abituato a vederlo. Che diamine c’era in ballo? E perché lui non ne era stato informato?

Poi, con somma costernazione di Roose Bolton, Ramsay iniziò il suo bel discorsetto su come aveva catturato Theon e come lo aveva punito per aver tentato di conquistare Grande Inverno: l’attenzione di tutti i presenti si concentrò su di lui, mentre Lord Bolton cominciava ad avvertire delle preoccupanti fitte al fegato…

“So bene che Lord Stark, al mio posto, avrebbe risposto al tradimento di Theon con la decapitazione, ma io ho voluto concedergli una seconda possibilità, perché ritengo che ognuno meriti di avere una seconda occasione quando sbaglia. Theon Greyjoy è stato punito secondo le antiche tradizioni dei Bolton… se qualcuno volesse i dettagli sarò felice di esporli, naturalmente…” continuava il giovane Lord, tutto infervorato e sodisfatto della sua parlantina.

Ma anche no…, pensò Theon e, come lui, dovettero pensarla anche gli altri, perché nessuno chiese spiegazioni o, peggio, esempi pratici di come era stato castigato il traditore.

“No? Vi fidate della mia parola? Meglio così. Dunque, come stavo dicendo, Theon è stato punito in modo esemplare, ma il suo castigo era finalizzato alla redenzione e non alla condanna” dichiarò Ramsay, che aveva a lungo provato quella frase a effetto in camera sua fino a riuscire a pronunciarla senza scoppiare a ridere. In quel caso sembrò fare una bella impressione agli uomini del Nord, mentre Roose Bolton abbozzava un sorrisetto di convenienza a beneficio di chiunque si voltasse verso di lui per chiedere conferma.

“La punizione è servita a far riflettere Theon sui suoi errori e a fargli comprendere che non dovrà commetterli mai più” riprese il giovane Bolton, dopo una pausa in cui, chissà, forse si era aspettato un applauso che non era arrivato. “Perciò adesso sarà lui stesso a confessare le sue colpe e a chiedere perdono a voi, uomini del Nord.”

Roose Bolton aveva la faccia di uno che sta per essere colto da collasso e il suo malessere peggiorò ulteriormente vedendo che Lady Walda, al suo fianco, guardava e ascoltava l’assurda messinscena di Ramsay come se ci credesse davvero, con espressione rapita e occhi pieni di lacrime di commozione.

Anche Roose Bolton avrebbe pianto volentieri, ma per ben altro motivo…

“Ho tradito la famiglia Stark che mi aveva cresciuto come un figlio” iniziò a dire Theon, con la voce che gli tremava… e quella, di sicuro, non era un recita; il giovane soffriva veramente nel riflettere su ciò che aveva fatto. “Ho tradito Robb Stark, che mi considerava un fratello…”

Per un attimo Lord Bolton temette che Theon avrebbe osato un favoloso colpo di scena, accusando gli stessi Bolton e i Frey di aver fatto di peggio con le famigerate Nozze Rosse… ma no, il ragazzo era stato istruito a dovere e continuò sullo stesso tono.

“Ho approfittato dell’assenza di Robb Stark per cercare di conquistare Grande Inverno e ho ucciso coloro che volevano impedirmelo, come Ser Rodrick Cassel. E ho… ho fatto assassinare e bruciare due ragazzini, figli di un contadino, due bambini innocenti spacciandoli per Bran e Rickon” concluse Theon… e qui, in effetti, il colpo di scena ci fu.

Nel brusio generale che si scatenò a queste parole tra gli uomini del Nord, che fino ad allora avevano creduto morti i due ultimi figli di Ned Stark, le bestemmie di Roose Bolton passarono, per fortuna, inascoltate. Che accidenti era saltato in mente a quel maniaco omicida del suo bastardo di far rivelare a Theon la verità sui ragazzi Stark? Non era stato deciso che tutti dovessero crederli morti?

“Cosa dice il ragazzo? Bran e Rickon Stark sono ancora vivi?” domandò Smalljon Umber, rivolgendosi a Roose Bolton.

Il Lord era diventato una statua di pietra e di essa aveva anche il colore.

“Signori, signori, ancora un po’ di attenzione, per favore” li richiamò all’ordine Ramsay, più o meno con lo stesso modo di fare che usava con i suoi cani. “Allora, spiegaci, Theon: cosa ne è stato dei giovani Stark?”

“Sono scappati nella foresta e io non sono riuscito a trovarli!” ammise il giovane, buttando fuori questa dolorosa confessione tutta d’un fiato. “E saranno sicuramente morti di fame e freddo, per cui… è come se li avessi uccisi personalmente. Non merito alcun perdono, io…”

“Questo sarò io a deciderlo” tagliò corto Ramsay, mentre Roose Bolton riprendeva a respirare normalmente. A quanto pareva, Ramsay si era salvato in corner, facendo in modo che tutti credessero che i due ragazzi erano comunque morti. Alla fin fine, forse, qualcosa da lui doveva averlo imparato…

“I tuoi crimini sono stati nefandi” riprese il giovane Lord Bolton, dimostrando di aver appreso anche ad usare parole difficili, “ma ritengo che i castighi che io stesso ti ho inflitto siano stati sufficienti, ti hanno fatto capire quanto hai sbagliato e come non dovrai compiere mai più malvagità simili, soprattutto ai danni di chi si prende cura di te. Porterai i segni di queste punizioni su di te per tutta la vita a perenne monito di ciò che hai fatto… a proposito, siete sicuri di non volerle vedere? No, eh? Vabbè, sarà per un’altra volta… e, guardando le tue cicatrici, ricorderai che non ci si rivolta contro chi ti fa del bene.”

“Mai più, mio signore” mormorò Theon, affranto, “ho imparato la lezione e sarò in eterno fedele a te, che mi hai donato questa seconda occasione con tanta magnanimità.”

“Molto bene, allora è tutto perdonato e dimenticato. Da oggi in poi sarai il mio fedele scudiero e alleato in questa lotta contro i nemici del Nord” ricapitolò Ramsay, a beneficio di coloro che si fossero messi in ascolto soltanto allora… “Lord Umber ci ha portato notizia di un esercito di bruti guidato dal traditore Jon Snow, che potrebbe attaccarci nelle prossime settimane, ma non è tutto e le notizie che ho da riferirvi sono ancora più gravi.”

Di che accidenti sta parlando?, pensò Roose Bolton, preso ancora una volta in contropiede, cosa che non gli piaceva affatto. Sperava che, per quel giorno, le esternazioni di Ramsay avessero avuto termine e, invece, adesso ripartiva con altre bestialità…

“Alcuni di voi, forse, riterranno che la mia generosità verso Theon Greyjoy sia stata eccessiva, ma mai come in questo momento abbiamo bisogno di restare uniti contro il nemico comune, invece di crearsene di nuovi. Con l’erede delle Isole di Ferro come mio scudiero, so di essermi acquistato la neutralità degli Uomini di Ferro, che non prenderanno posizione alcuna durante le prossime battaglie, visto che il loro Principe ci appoggia.”

Come discorso non è male, peccato che tutti, in questa sala, sappiano che gli Uomini di Ferro non prendono mai posizione negli affari dei Sette Regni, pensano solo a razziare… e, tra l’altro, è così sciocco da attribuire pubblicamente a Theon il titolo di Principe delle Isole di Ferro? E’ vero che conta quanto il due di spade quando briscola è bastoni, ma il ragazzo potrebbe decidere di alzare la cresta, si disse Lord Bolton, ancora dubbioso sulla strategia messa a punto in tutta autonomia dal suo bastardo. Poteva essere un’idea geniale come la più grande idiozia della storia, non era ancora chiaro e questo non gli piaceva per niente.

“Come vi dicevo” riattaccò Ramsay, mentre suo padre stava seriamente meditando di scaraventarlo giù dalla finestra più vicina se non si fosse zittito, “il nemico comune a cui mi riferivo non è soltanto quel fetido esercito di bruti, dei selvaggi che non avremmo troppa difficoltà a sbaragliare. No, purtroppo c’è un esercito ben più grande, preparato e addestrato che ci minaccia.”

Immagino che questo esercito fantasma se lo sia sognato di notte… a che diamine di esercito si riferisce?

“Il mio amato signor padre mi ha parlato in confidenza di questa minaccia, ma io credo che sia giunto il momento che gli Uomini del Nord sappiano di che cosa si tratta e si uniscano a noi per sventarla” dichiarò infervorato Ramsay. Tutti si voltarono verso Roose Bolton che, non sapendo assolutamente di che cosa stesse delirando quel deficiente di suo figlio, si limitò nuovamente ad un sorrisetto di circostanza e a un cenno affermativo con il capo. “Voi tutti conoscete Lady Sansa Stark, non è così? Il mio amato signor padre le aveva fatto l’onore di chiederla in sposa per me, per unire le nostre casate e rinforzare il Regno del Nord. Ebbene, sapete qual è stata la risposta di quell’ingrata, plagiata senza dubbio dal suo esecrabile tutore Lord Baelish? No, grazie. Lady Stark ha sposato il piccolo Lord Arryn, un marmocchio malaticcio e ritardato. In virtù di questa unione, le casate Stark e Arryn si sono unite e adesso gli eserciti degli Arryn stanno marciando per conquistare Grande Inverno.”

Una pausa a effetto. Nel salone era sceso un silenzio greve. Roose Bolton, con sua grande costernazione, dovette ammettere che, tutto sommato, Ramsay poteva perfino avere ragione…

“Molti uomini del Nord potrebbero gioire al pensiero di riavere una Stark a Grande Inverno, lo comprendo, ma è bene sottolineare che non sarebbe Sansa Stark a governare il Nord, bensì i Lord della Valle o, per meglio dire, Lord Petyr Baelish che ha ordito tutto questo intrigo. E’ questo che volete? Volete essere governati da Lord Ditocorto?” Ramsay adesso pareva un avvocato giunto all’arringa finale e Theon pensò che, forse, non avrebbe sfigurato nemmeno a un acclamazione di Re dalle sue parti… insomma, a chiacchiere andava forte.

“Mai!” proruppe Lord Umber.

“E nemmeno Stark o Arryn!” rincarò il giovane Harald Karstark, che ce l’aveva a morte con gli Stark e non senza ragione, dal giorno in cui Robb aveva decapitato suo padre. Harald Karstark non aveva molta familiarità con il concetto di perdonare e dimenticare

“Allora vi unirete al mio signor padre e a me per trionfare su entrambe le minacce che ci sovrastano?” insisté Ramsay, che ancora aspettava la standing ovation

“Sì!” fu il coro unanime degli uomini del Nord e ad esso si unirono anche i due Frey, ormai trascinati dall’atmosfera. “Guerra e morte a tutti i nemici del Nord!”

Beh, la standing ovation non ci fu, ma Ramsay poteva essere ben soddisfatto del successo del suo discorso. Perfino Roose Bolton, adesso, era riuscito a capire la contorta strategia del figlio e iniziava a sperare di avergli passato qualche gene buono, oltre a quelli della follia ben più evidenti.

Il tempo passa sempre più in fretta quando ci si diverte tanto, e così si era fatta l’ora del banchetto. A Theon, per la prima volta, fu concesso l’onore di sedere a tavola al fianco di Ramsay e… beh, sicuramente una decisa promozione rispetto al contendersi le ossa con i cani nel canile, tuttavia chi potrebbe mangiare tranquillo e di buon appetito sedendo accanto al giovane Lord Bolton? E vabbè…

Restava un unico mistero da chiarire, ossia la presenza di Ser Hosteen e Ser Aenys al banchetto. Anche quello, comunque, sarebbe presto stato svelato.

“Sono lieto di accogliervi a Grande Inverno” disse Roose Bolton ai due cavalieri durante il banchetto, sebbene la sua faccia raccontasse tutta un’altra storia, “ma devo ammettere che il vostro arrivo mi ha colto di sorpresa. E’ forse accaduto qualcosa alle Torri Gemelle?”

“No, mio Lord, al contrario, siamo venuti qui perché volevamo congratularci di persona con te e con nostra nipote per il lieto evento” rispose Ser Aenys.

“Nostro padre avrebbe desiderato venire di persona, purtroppo la sua età avanzata non glielo consente, perciò ha incaricato noi” soggiunse Ser Hosteen.

E come accidenti aveva fatto Lord Walder a sapere che Walda era incinta?

“In realtà nostro padre è rimasto piuttosto deluso” riprese Ser Aenys, “avrebbe desiderato essere informato tempestivamente da una tua missiva, piuttosto che ricevere la notizia da tuo figlio. Ha avuto… come dire… la sensazione che tu volessi tenerlo all’oscuro di una così bella notizia.”

Ah, ecco che si spiega tutto… ma perché Ramsay avrebbe dovuto scrivere a Lord Frey?

“E’ per questo che ci ha ordinato di presentarci a Grande Inverno per valutare la situazione e… adesso che abbiamo sentito parlare di battaglie imminenti e di eserciti nemici, riteniamo che la soluzione migliore per il bene del bambino sia che Walda faccia ritorno al più presto alle Torri Gemelle. Naturalmente penseremo noi a scortarla e a proteggerla” spiegò Ser Hosteen.

Roose Bolton si innervosì non poco. Come si permetteva quel vecchio avvoltoio di mandare due dei suoi inetti figli a casa sua? Pensava forse di poterlo comandare?

“Non credo proprio che sarà necessario” rispose in tono freddo. “Lady Walda è la mia sposa e sarò io stesso a proteggere lei e mio figlio.”

“Nostro padre non la pensa così” ribatté Ser Aenys. “Ritiene che Grande Inverno sia un luogo pericoloso e non vuole rischiare la vita del pronipote che sta per nascere. Come potrai proteggere Walda e tuo figlio se sarai a combattere contro due eserciti nemici? E se, per qualche malaugurato incidente, rimanessi ferito, o peggio, in battaglia? Chi si occuperebbe della tua famiglia?”

“Queste sono soltanto scuse. Siate chiari, una buona volta. Lord Walder vuole il bambino alle Torri Gemelle, vuole averlo sott’occhio come ha fatto con tutti i suoi figli, nipoti e pronipoti, non è così?”

Ser Hosteen e Ser Aenys apparvero molto imbarazzati.

“Mio Lord, non è assolutamente una mancanza di fiducia nei tuoi confronti…”

“Nostro padre pensa solo al bene di sua nipote e del bambino…”

“Grande Inverno potrebbe essere assediata…”

Era proprio per questo che non volevo che Lord Frey sapesse del bambino, perché non intendevo lasciarlo nelle sue grinfie, ma… dannazione, Ramsay è stato tanto astuto da raggirarmi? Che gli Estranei mi portino, temo di averlo sottovalutato!

“Mio signore, se la situazione è veramente così pericolosa… forse dovrei ascoltare i miei zii e partire con loro, per il bene del bambino” intervenne Walda, timorosa. “Sai che non vorrei mai lasciarti, ma se davvero nostro figlio fosse più al sicuro alle Torri Gemelle, io…”

“Ramsay, hai scritto a Lord Frey senza consultarmi?” domandò seccamente Roose Bolton al figlio, ignorando allegramente la moglie e i due cavalieri che continuavano goffamente a cercare di spiegarsi.

“Mio caro padre, ti chiedo perdono, ma di fronte a così tante minacce non ho potuto fare a meno di sentirmi terribilmente preoccupato per la sicurezza del mio fratellino” rispose candidamente il giovane, sgranando gli occhioni azzurri ed esibendo un sorriso da cherubino candido e innocente. Va detto, a suo onore, che recitò magnificamente la sua parte e riuscì anche a non sghignazzare soddisfatto. Vi pare poco?

“Sì, me lo immagino. E va bene, signori, Lord Walder sarà accontentato” capitolò Lord Bolton, che aveva fatto due più due ed era giunto alla conclusione che, tutto sommato, era più saggio tenere ben lontano Ramsay dal figlio che sarebbe nato… anche se ciò significava affidarlo alla discutibile protezione di Lord Frey. “Ma voglio essere io stesso a scortare la mia Lady alle Torri Gemelle e voi ci accompagnerete. Così avrò anche l’occasione di parlare con vostro padre e di… di scusarmi per non averlo avvertito della lieta notizia.”

Ser Hosteen e Ser Aenys ripresero a respirare, contenti di essersela cavata meglio del previsto; Lady Walda si sentì molto sollevata all’idea di allontanarsi da quel castello che le metteva ansia, chissà mai perché… e Ramsay fu il più contento di tutti, sebbene ostentasse una suprema e nobile indifferenza.

Quella era stata davvero una giornata ricca di soddisfazioni per lui!

Fine quarto capitolo

 

 

 

 

 

 

   
 
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