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Autore: _Fire    05/01/2018    2 recensioni
AU Malec || Magnus!Badboy
Alec è al suo primo anno quando incontra Magnus Bane, senza sapere il suo nome.
Le loro strade si incrociano nuovamente al terzo anno di Alec, ma il ragazzo che aveva visto piangere quel giorno di due anni prima non c'è più: ha lasciato posto a un ragazzo sfacciato e arrogante.
Come una stella che si trasforma in un buco nero.
Alec riuscirà a portare un po' di luce sul suo cammino o verrà inghiottito dall'oscurità?
Genere: Angst, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Alec Lightwood, Magnus Bane, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Era passato un mese da quando lui e Magnus erano tornati insieme, e Alec si sentiva rinato, dopo il periodo passato separati. Ogni giorno in cui baciava Magnus, lo toccava, o anche lo vedeva solamente faceva sbiadire il dolore che aveva provato quando non poteva fare nessuna di queste cose.
«A che pensi?» chiese Magnus, schioccandogli le dita davanti agli occhi.
Alec gli scostò la mano, ridendo, e strinse le sue dita sul tavolo. Erano seduti ad un bar a metà strada tra casa sua e l'appartamento di Magnus, comodo da raggiungere per entrambi, e che, in più, faceva dei cornetti buonissimi. Un'altra cosa positiva era che lì quasi tutti pensavano ai fatti propri e, come in quel momento, persino uno come Alec riusciva a stringere la mano del proprio ragazzo sopra il tavolo, e non di nascosto.
«A niente.» rispose.
«E allora perché continui ad avere quel sorrisetto stampato sulle labbra? Non sono abituato a vederti così allegro.» lo prese in giro Magnus.
«Ah ah» ribatté Alec, mettendo su un finto broncio, che però non riuscì a mantenere a lungo. «Se proprio vuoi saperlo, pensavo a te.»
«Sono lusingato.»
Magnus aveva usato il solito tono ironico, ma Alec, che ormai lo conosceva molto bene, aveva capito che in realtà la cosa gli faceva sul serio piacere, quindi continuò.
«A noi, in realtà. Sono veramente felice.» guardò Magnus negli occhi. «Perciò farai meglio ad abituarti a vedermi allegro, finché saremo insieme.»
«Dovrò farlo davvero» concordò Magnus.«perché saremo insieme per un bel po'.»
Magnus lasciò i soldi del conto sul conto e si alzò, invitandolo a fare lo stesso.
«Prima avevi detto di volere un succo d'arancia.» osservò lui, confuso.
«C'è una cosa che voglio di più ora.» mormorò, prendendogli la mano e conducendolo fuori.
Appena usciti, trovato un posto non troppo esposto, Magnus gli prese il volto tra le mani e lo baciò profondamente, mentre Alec stringeva le mani sulle sue spalle.
«Meglio di un succo d'arancia, no?»
«Decisamente.» annuì Alec, restandogli il più vicino possibile.
«Volevo farlo da quando hai detto che pensavi a me, e non potevo aspettare di arrivare fino a casa.»
«Eri davvero lusingato, eh?»
Per tutta risposta, Magnus lo baciò ancora, fino a quando non gli mancò il fiato.
Alec lo prese come un sì.
Pensò che se fossero stati a casa probabilmente quei baci avrebbero portato a qualcosa di più, e questa idea gli fece provare sentimenti contrastanti. Da una parte ovviamente lo desiderava – dire il contrario sarebbe stato negare l'evidenza – ma dall'altra non aveva nessuna esperienza, al contrario di Magnus.
Dopo averlo baciato ancora, gli disse che doveva tornare a casa, e Magnus si offrì di accompagnarlo, però lui rifiutò, sostenendo che camminare un po' gli avrebbe fatto bene e promettendo di scrivergli più tardi.
«Va bene, capisco.» rispose Magnus, e non si riferiva solo al tornare a casa a piedi. Magnus aveva compreso benissimo che Alec voleva pensare, che non poteva farlo con lui così vicino, e la cosa gli andava bene. Voleva che avesse una prima volta migliore della sua.
Alec lo baciò di nuovo, e Magnus sperò che non ci mettesse troppo tempo a pensare.

 

* * *

 

Una volta arrivato a casa, trovò i suoi fratelli seduti sul divano nel salone a guardare la TV, e li salutò velocemente.
«Fa caldissimo qui dentro.» disse, e spalancò tutte le finestre della stanza, prima di salire nella propria camera. In un altro momento gli sarebbe piaciuto rimanere con loro, ma ora non gli sembrava il caso.
Tuttavia comunque non riuscì a rimanere da solo, perché qualcuno lo seguì, infilandosi nella sua camera prima che riuscisse a chiudere la porta, e si sedette sulla sua scrivania, guardandolo con un sorriso sornione.
«Jace?»
«Sì?» ripose l'altro, come se fosse stato Alec a dovergli dire qualcosa.
«…perché sei nella mia stanza?»
«Me ne sono accorto addirittura prima di Isabelle. Muori di caldo quando la casa è freschissima, sei tutto rosso in volto e hai le labbra gonfie… sono tutti segnali che so riconoscere.» gli spiegò, come se fosse la cosa più logica del mondo.
«Non ti seguo.»
«Eddai, Alec, non costringermi a chiedertelo direttamente…» Esitò, ma alla fine lo fece. «Tu e Magnus avete-»
A quel punto Alec capì dove voleva andare a parare. «No, no!» lo interruppe, arrossendo. Non è che avesse tutta questa voglia di parlarne. «In realtà era proprio su questo che volevo riflettere.» Appena Jace dischiuse le labbra si affrettò ad aggiungere: «Da solo.»
Jace alzò le mani. «Non pensare che la cosa non imbarazzi un po' anche me. Però penso che preferisci parlarne con me piuttosto che con Isabelle, quantomeno per non dover pensare a lei in quel modo.»
Effettivamente, preferiva non pensare all'esperienza che Isabelle poteva avere in quel senso – era pur sempre la sua sorellina.
«Preferirei non parlarne con nessuno, in tutta sincerità.»
«Non vuoi qualche consiglio?»
Alec scoppiò a ridere. «Non penso che tu te ne intenda, a meno che tu non sia stato con un ragazzo a mia insaputa...»
Adesso fu Jace ad arrossire. «Intendevo in generale.» si corresse, cercando di recuperare.
Era vero che non voleva parlarne, ma se proprio Jace ci teneva, almeno poteva aiutarlo…
Del resto, da quando Alec gli aveva confessato la sua omosessualità, Jace – sebbene lo sospettasse già da prima – si sentiva più a suo agio a parlare e, molto più spesso, a scherzare con lui su certe cose. Inoltre, doveva riconoscergli che aveva quasi del tutto superato la sua iniziale antipatia nei confronti di Magnus, capendo quando fosse importante per Alec.
«Quando sei pronto per farlo?» gli chiese allora, abbassando un po’ la voce.
Jace rifletté giusto un secondo. «Non c'è un tempo preciso. Te lo senti, e dentro sai che per te è il momento giusto.»
Alec annuì, pensando che se lo sentiva, ma allo stesso tempo...
«Non rimuginarci troppo, anche se è quello che tendi a fare sempre.» Jace interruppe i suoi pensieri, cogliendo nel segno. «Lui ci tiene a te. Va tutto bene.»
«Grazie, Jace.» gli disse.
«Prego.» rispose, alzandosi dalla scrivania. «Sono felice di poter essere io a dare un consiglio a te, una volta tanto.»
Si avviò alla porta, ma prima di uscire lo richiamò. «Alec» sussurrò. «Se lo vuoi, se ti rende felice… fallo e basta.»

 

* * *

 

Quella sera, Alec prese la sua giacca e uscì, incoraggiato da due pollici alzati da parte di Jace e da un sorriso di Isabelle.
Parlare con Jace gli era stato più utile di quanto pensasse, perché l'aveva aiutato a capire che si stava facendo, come nella maggior parte dei casi, una marea di paranoie. L'unico modo per superarle era mettersi in quella situazione che voleva e temeva allo stesso tempo.
Solo una volta giunto davanti alla porta dell'appartamento di Magnus realizzò di non avergli scritto nessun messaggio, perciò cercò di rimediare esclamando un “sorpresa!” quando Magnus aprì.
Evidentemente funzionò: Magnus gli sorrise e lo fece entrare. «Sono felice di vederti. Vuoi qualcosa da ber-» cominciò a chiedergli, ma prima che potesse finire Alec lo baciò, stringendo le mani attorno alla sua vita, mentre le dita si infilavano sotto l'orlo della maglietta.
«Wow, okay» fece Magnus, quando si staccarono. «A cosa lo devo?»
«Ci siamo interrotti, prima, a causa mia. Però… non credo di voler interrompere ancora quello che stava succedendo.»
Magnus, ovviamente, capì cosa intendeva, e il cuore cominciò a battergli più velocemente.
«Alec...» cominciò, cauto. «Sai che ti desidero. Non è un segreto e non l'ho mai nascosto. Dio, ti desidero dalla prima volta che ti ho visto.» ridacchiò, passandosi una mano sul volto. «Ma non voglio assolutamente che tu ti senta forzato a fare qualcosa che non vuoi.» gli assicurò, parlando seriamente, mentre gli prendeva la mano.
«So che mi vuoi e io voglio te. Voglio tutto questo.» ribatté immediatamente l'altro. «È che io non so come...» riprese. «Cioè, sai che ho già fatto delle cose – noi abbiamo fatto delle cose, ma...»
«Se è questo che ti preoccupa, fin'ora stavi andando benissimo.» sussurrò Magnus.
«Okay.» mormorò Alec, e lo baciò, ancora e ancora. Non smise di farlo, se non per prendere fiato, mentre Magnus lo conduceva in camera sua, dove sarebbero stati più comodi, non senza far cadere qualcosa a terra nel percorso.
Alec cominciò a slacciarsi gli anfibi – cosa che risultò piuttosto complicata, in piedi, con una mano sola e con le labbra di Magnus sulle proprie. Stava quasi per scivolare, e Magnus rise, sostenendolo. Rimasero un secondo così, fronte contro fronte, l'uno con le mani addosso all'altro, a ridacchiare e a guardarsi negli occhi. Alec si sfilò giacca e maglietta e fece per spingere Magnus sul materasso, ma, nel tentativo di togliere l'altra scarpa, cadde lui sul letto, trascinando l'altro sopra di sé.
«Molto aggraziato.» lo prese in giro Magnus.
«Lo so, grazie.» rispose Alec, sorridendo, e riprese a baciarlo, mentre cercava di togliergli la maglietta. Magnus lo fece da solo, lasciando solo una piccola collana a brillare sul suo petto nudo. Alec gli appoggiò una mano sul cuore. «Sei bellissimo.»
Magnus si sistemò meglio su di lui e fece scivolare un dito dalla base del suo collo all'ombelico. «Anche tu.»
Le mani di Magnus si spostarono più in basso, ed entrambi si liberarono dei vestiti rimasti, annullando ogni distanza tra loro.
I loro corpi si inarcarono l'uno verso l'altro, attraversati da una scarica di piacere, forte come fuoco.


«Buongiorno.» fece Alec, con la voce ancora impastata dal sonno. Aveva deciso di dormire da Magnus dopo… la loro serata, per rimanere ancora con lui, in quella bolla perfetta che avevano creato, separata dal resto del mondo.
Era steso su un fianco, con le braccia di Magnus attorno a lui.
«Buongiorno.» soffiò l'altro, con la testa nell'incavo del suo collo, facendogli il solletico.
Alec si girò dall'altro lato, in modo da essere faccia a faccia con Magnus.
«Non mi ero mai sentito così.» sussurrò, incrociando le dita a quelle di Magnus, scontrandosi con il freddo degli anelli di metallo.
«Neanche io.»
Alec lo guardò con un sopracciglio sollevato.
«Voglio dire» si affrettò a spiegare Magnus. «l'avevo già fatto, ma è stato diverso. Avrò anche esperienza con il sesso, ma per quanto riguarda l'amore… è raro che provi quello che provo per te.»
«Ti amo anche io.» rispose semplicemente lui, ricevendo un leggero bacio.
«Comunque non mi hai detto cosa ti ha convinto a fare questo passo proprio ora» disse Magnus, sollevandosi su un gomito per guardarlo negli occhi, curioso. «Non che mi dispiaccia, ovviamente.»
«Prima di tutto tu» ribatté Alec, come se fosse ovvio, ripercorrendo il suo corpo con lo sguardo da capo a piedi, e la risposta gli fece ottenere un altro bacio. «e in realtà ci stavo pensando già da un po' di tempo. Forse ad aiutarmi a superare i problemi che mi stavo creando da solo è stato Jace.»
«Non posso credere di dover ringraziare proprio lui.» rise Magnus, dopo che Alec gli ebbe raccontato la loro conversazione. Poi, ripensando alle parole di Jace (“Se lo vuoi, se ti rende felice… fallo e basta”), aggiunse, un po' meno scherzosamente: «E… ti ha reso felice?»
«Pensavo l'avessi capito.» stavolta rise Alec. «Sì.» gli assicurò. «Sono contento che sia stato bello anche per te.»
«Ah, è stato più che bello.» ribatté Magnus, con un gran sorriso, prima di avvicinarsi di più a lui e lasciargli un bacio sul collo.
«Oh, Dio.» riuscì a mormorare Alec, prima di abbandonarsi di nuovo a Magnus.

 

* * *
 

«Sai come prendo il caffè?» chiese Alec, piacevolmente sopreso.
«Ovviamente. Non sottovalutarmi.» rispose Magnus, porgendoglielo con un occhiolino. 
Dopo essere rimasti a letto per buona parte della mattinata, anche solo a parlare, visto che Alec doveva tornare a casa, Magnus aveva deciso di accompagnarlo, ed era entrato in un bar a prendere qualcosa da bere nel frattempo.  
Con il caffè in una mano e l'altra intrecciata a quella di Alec, mentre camminava per le vie di Brooklyn, pensava che quel quartiere non gli era mai sembrato più bello. Gli era sempre piaciuto, certo, perciò aveva scelto di viverci, oltre che per la sua vita notturna, però ora lo sentiva più...suo, perché a molti posti che vedeva riusciva ad associare un ricordo con Alec. 
«Non sono pronto alle battuttine che mi aspettano da parte di Jace e Isabelle.» disse Alec, con un sospiro, quando erano abbastanza vicini alla casa.
Magnus rise. «Ce la puoi fare.»
«Uhm» fece l'altro, non molto convinto. «Forse sarebbe meglio se ci fosse qualcuno dalla mia parte.» rifletté, guardandolo.
«Mi stai chiedendo di venire a casa tua?»
«Puoi anche rimanere a pranzo se ti va.»
«Certo che mi va.» rispose subito Magnus, che stava giusto pensando a quanto lo scocciasse doversi separare da Alec proprio in quel momento. «Non so se andrà bene anche ai tuoi fratelli.»
«Sì, gli piaci. Jace non lo ammetterà mai, ma gli sei diventato più simpatico.»
«Anche lui a me, ma neanche io lo ammetterò mai.» 
«Allora direi che siete pari.» sentenziò Alec, sorridendo. «Quindi ci stai?»
«Ci sto.» affermò Magnus e sfiorò le labbra di Alec con le sue davanti alla soglia di casa. Guardò Alec aprire la porta e salutare tutti i fratelli, come poi fece anche lui, e pensò che si sarebbero abituati a stare insieme ogni tanto, visto che non aveva alcuna intenzione di farsi scappare Alec.
L'aveva già fatto, e non avrebbe commesso lo stesso errore per la terza volta. 
«Sai cucinare?» gli domandò all'improvviso Max, interrompendo i suoi pensieri. 
«Non benissimo, ma me la cavo.» rispose sinceramente Magnus. 
Max sembrò riflettere sulla sua risposta, con un'espressione che gli ricordò tantissimo Alec, e poi decise che avrebbero potuto provare a combinare qualcosa. «Ho visto dei tutorial su internet» gli spiegò. «però non mi lasciano provare molto.» aggiunse, guardando i suoi fratelli maggiori. 
«Lo terrò d'occhio io.» garantì Magnus ad Alec.
«È difficile che farete peggio di Isabelle.» rise Jace, ricevendo uno schiaffetto dietro la nuca dalla sorella. 
Alec si unì a Magnus e Max in cucina, anche per sfuggire alle battute di Isabelle e Jace, i quali, intanto, proposero di invitare anche Simon e Clary a questo pranzo improvvisato e l'idea fu approvata, così Magnus li avrebbe conosciuti e viceversa.
Quando furono arrivati tutti, dopo aver fatto le presentazioni, si sedettero a tavola e l'atmosfera non poteva essere più serena.
Alec strinse la mano di Magnus, pensando che quella fosse davvero una bella giornata.
E ce ne sarebbero state ancora tante altre così.











 



Note dell'autrice:
Eccoci! Nuovo anno, nuovo capitolo, e direi che iniziamo alla grande xD
È arrivato quel momento che probabilmente stavate aspettando, e spero di non avervi deluso – ho cercato di scriverlo meglio che potevo, anche se mi imbarazza alquanto scrivere queste scene ahahah
Passando ad altro, sono stata indecisa se far parlare Alec con Isabelle o con Jace, ma alla fine ho scelto quest'ultimo, sia un po' per cambiare, visto che la confidente di Alec è sempre Isabelle, sia per dare un po' di spazio al rapporto Alec/Jace, non molto presente neanche nei libri. Inoltre, è stato divertente, lo ammetto ahahah. Spero che non vi sia sembrato OOC!
La scena finale l'ho aggiunta all'ultimo momento perché volevo riunire tutti i personaggi, anche se non l'ho approfondita. Però ho in mente un paio di scene dove parleranno tutti insieme ;)
Dico un'ultima cosa e poi la smetto con queste note: la storia è ufficialmente alla fine, come forse avrete intuito, e manca solo un altro capitolo/epilogo ç_ç
Ne approfitto per ringraziare chi sta ancora seguendo questa storia ed è arrivato fino a qui, e ovviamente chi mi lascia un parere – il che mi rende molto felice. 
Auguro a tutti voi un fantastico 2018!

Alla prossima,

| Per eventuali spoiler che potrei pubblicare nell'attesa, o anche solo se vi andasse di parlare con me, vi lascio la mia pagina autrice!
   
 
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