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Autore: Spensieratezza    06/01/2018    1 recensioni
“No. Sei un uomo molto più coraggioso di Igor Karkaroff. Sai, a volte credo che lo Smistamento avvenga troppo presto…"
Disse quelle parole che stordirono ogni piccola parte dei miei organi. Tutto a un tratto era così rigonfio, che non riuscivo a respirare.
Che imperdonabile peccato di sdolcinato sentimentalismo.
Ho sempre odiato tali sdolcinerie
Eppure in bocca a lui, quelle parole
Mi resero FELICE.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Albus Silente, Severus Piton
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4, II guerra magica/Libri 5-7
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- Questa storia fa parte della serie 'Harry Potter 2.0'
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Quando arrivai al numero 4 di Privet Drive, sentivo freddo. Era una notte fredda, ma non importava.

Dentro di me sentivo il cuore leggero. Voldemort era scomparso. Il mondo magico stava festeggiando. Qualcosa di grandioso era successo e l’animo e il cuore di tutti era gioioso.
 
 Guardavo i lampioni accesi, mi davano fastidio, mi impedivano di pensare e poi non volevo che vedessero me e Minerva, quindi li spensi con lo spegnino.

Devo ammetterlo. Fu una genialata da parte sua, aspettarmi in quel modo. Quale eleganza!

Minerva riesce ancora a stupirmi, ancora dopo tanti anni che la conosco.

Aspettarmi, travestita da gatto.

Avrei dovuto immaginarlo. La cosa mi fa sorridere.



Sono stupito che non sia a festeggiare assieme a tutti gli altri maghi, per la scomparsa di Voldemort.

Io non credo di essere più grande di quello che sia stato o che è ancora, Voldemort aveva poteri che io non avrò mai, ma Minerva mi dice che è così solo perché sono troppo nobile, per usarli.

Io non so se sono una persona nobile. Intelligente sì, certamente, di questo sono sicuro..ma cosa vuol dire davvero nobile?

è forse nobile voler capire gli altri o i meandri della mente umana, perdonare, amare sopra tutto? Continuare a sognare, a sperare, non abbandonarsi all’ira, alla distruzione? Tutto questo è fonte per me di amarezza, perché dovrebbe essere una cosa normale, ma con Minerva non dico questo. Non voglio intristirla. Non oggi. Non questa notte.



Adoro Minerva, ma a volte mi fa arrabbiare. Soprattutto quando comincia a discutere sulla mia decisione di dare Harry Potter, il bambino sopravvissuto, ai suoi zii.

Non può capire, certo, ma per Harry è molto, molto meglio crescere con i suoi zii. Solo qui può essere al sicuro. Nessuno potrà fargli del male fisicamente in quella casa. Gli zii..sono gli zii..impareranno ad amarlo!

Mi dispiace che a volte Minerva non abbia fiducia in me.



“Affiderei ad Hagrid la mia stessa vita.” dissi. Se potevo io dare fiducia incondizionata a qualcuno, perchè non potevano altri fare la stessa cosa con me, senza fare domande?

Riesco a vedere nell’animo umano. In quello di Hagrid ci vedo tanta solitudine e tanta bontà. Credo nelle persone sole perché sono quelle che hanno più amore da dare, e più gli viene negata la possibilità di darlo, e più sarà il loro amore, quando incontrano qualcuno che glielo permetterà.

Potevo immaginare Hagrid arrivare in quel momento con la motocicletta con il bambino. Hagrid è una persona buona. Su di lui si può contare. Ha il mio affetto. Sicuramente. Uno dei pochi.

Abbiamo delle cose in comune io e lui, anche se non si direbbe, siamo entrambi persone sole.
 


Quando Hagrid arriva, prendo il bambino – Harry – e lo poso sul gradino, per un attimo gli occhi mi diventano lucidi. Per pochi attimi mi lascio prendere dall’emotività, figurandomi la scena come se fossi lì presente.

Era un miracolo che Harry fosse sopravvissuto. Quanta malvagità. Voler fare del male a un bambino, solo sulla base di una profezia ridicola e senza senso!

Solo per un attimo mi chiedo se non sto facendo un errore. Posso vedere me stesso tornare indietro con il bambino tra le braccia e portarlo via con me. Assicurarmi che abbia l’amore che meriti.

Io..un vecchio come me, crescere un bambino?

Ero ancora in grado di dare amore a qualcuno?

La mia mano restò ferma nell’aria.

No. Sarebbe stato meglio, con la sua famiglia.

Avrebbe avuto una vita normale, fino a quando non sarebbe stato pronto ad affrontare il mondo magico e la verità.
 


Non mi andava di festeggiare. Voldemort era morto, ma anche Lily e James. Un bambino sarebbe vissuto senza i suoi genitori, e un uomo - Piton - avrebbe sofferto questa colpa per tutta la vita, cercando di espiare. Un uomo che in questo momento era in lacrime.

Non c'era niente da festeggiare...



Durante la notte mi rigirai nel letto. Non riuscivo a dormire. Mi sentivo tormentato. Ero in pensiero per il bambino. Speravo sarebbe stato bene con quella famiglia. Non è colpa mia. Non potevo farci niente. Solo lì sarà protetto, non gli accadrà niente di male, continuavo a ripetermi, cercando di respingere l'idea che qualcosa sarebbe andato di male.




Non immaginavo sarebbe stato tanto difficile scrivere una lettera a Harry! 



In tanti anni da quando sono a Hogwarts ne ho visti davvero di tutti i colori, soprattutto da parte di famiglie che generarono mezzosangue e non volevano accettare che i loro figli venissero qui.

È capitato spesso che molti ragazzi destinati a diventare maghi, non ricevettero la loro lettera per Hogwarts, perché i genitori non gli permettevano di leggerla. Ho visto molti casi così.

Succedeva poi che si scopriva sempre tutto, perché con il tempo, la magia sfuggiva al loro controllo e succedevano disastri che bisognava poi rimediare con cancellazione di memoria collettiva su babbani che avevano assistito a episodi palesemente magici – per fortuna innocui – e conseguente terzo grado alle famiglie.

Tutto molto imbarazzante per tutti noi.                

Ecco perché cominciai a interessarmi personalmente di tutti i futuri studenti – a rischio  - diciamo così. C’era una lista e andava rispettata. Tutti i nomi della lista dovevano essere a Hogwarts, il 1 Settembre.

I gufi ricevevano apposta l’istruzione di comunicare anche non verbalmente se la posta era stata consegnata. Se era così, il gufo tornava felice, altrimenti se c’erano stati problemi, cominciava a fare versi struduli, arrabbiato e a distruggere tutto quello che trovava.

Il gufo incaricato di consegnare la lettera a Harry, era MOLTO arrabbiato.
 

Mentre il gufo che mi trovo davanti, sta ancora stridendo nella sua lingua, davanti a me, dico:

“Va bene..ascolta..adesso faremo più copie di queste lettere. Le farai piovere tutte giù per la cappa del camino, intesi?”

Il gufo rispose con un verso acuto, dispiegando le ali.
 
 
Anche quel tentativo fu infruttuoso. Devo ammettere però che la cosa mi stava divertendo.

“Sono proprio degli idioti..” disse la Mc Granitt, scrivendo una nuova lettera, che stavolta avrebbero fatto consegnare direttamente in un albergo.

Albus non sapeva cosa dire e lui ne aveva conosciuti di idioti.

Non aveva importanza quanto cercassero di scappare. Avevano spie ovunque che potevano riferire loro, qualunque loro spostamento. Avrebbero sempre saputo dove stavano andando.
 
 
Ad un certo punto, Silente esasperato, andò a trovare Hagrid personalmente.

“Mi dispiace disturbarti, hagrid, ma occorre che tu vada a consegnare questa per me.” disse.

“Ma..signore, questa è la lettera per Hogwarts, dovrebbero essere state consegnate tutte già qualche giorno fa.” disse stranito, tenendola in mano. “Problemi con i gufi?”

“Non sono loro i problemi, non lo sono mai. Ma la famiglia del ragazzo.”

“Il..ragazzo?? Ma..aspetti..questa lettera è..è per Harry..Potter…?” chiese sbalordito.

“Sì. Purtroppo ho riposto troppa fiducia nella sua famiglia. So per certo che il ragazzo non ha ricevuto nessuna delle lettere che con estrema insistenza gli abbiamo recapitato..”

“Ma…ma…perché??” Hagrid era sbalordito dall’idea che qualcuno non volesse spontaneamente mandare dei ragazzi in un sogno come Hogwarts.

Silente fece un sorriso.

“La mente umana è piuttosto contorta, mio buon amico..ma a proposito della consegna di questa lettera, c’è bisogno di un metodo..più..incisivo. Ho pensato che tu..”

“Conti su di me, signore. Ho sempre detestato chi cerca di tarpare le ali ai giovani maghi.”
 
 
 

Caro diario, in questi anni, ho seguito Harry Potter da lontano.

Sapevo che non stava bene, ma non immaginavo potessimo arrivare a tanto.

Ho così tanto lavoro da sbrigare e ho perso un mucchio di tempo con una faccenda così banale e allo stesso tempo importante, come la consegna della lettera.

Ho mal di testa. Andrò dal pub di madama Rosmerta cercando di pensare ad altro.

Non so se siano peggio i Dursley o il sorriso divertito di Piton riguardo a questa faccenda.

Come può essere divertito da una simile infantileria?

Esiste questo termine? Potrei chiamare il ministero e chiedere di coniarlo.

Sono Albus Silente in fondo.






















Note dell'autrice: 

ragazzi ho deciso di spostare la storia con i capitoli di Silente e quelli di Piton, insieme, visto che le idee scarseggiano e i capitoli fanno fatica ad accumularsi :p

quindi la storia non è cancellata ma ho deciso di mettere le due storie insieme 
   
 
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