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Autore: BloodyMeii    07/01/2018    0 recensioni
E se al posto di scegliere Asuna il nostro protagonista avesse scelto Suguha? E se quello che provava per la coprotagonista non era amore ma bensì gratitudine, cosa sarebbe successo?
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Asuna Yuuki, Kazuto Kirigaya, Kirito Kirigaya, Suguha Kirigaya
Note: What if? | Avvertimenti: Incest
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Le giornate dopo la liberazione da SAO erano monotone perché se sei abituato ad uccidere ogni giorno mostri per riuscire a sopravvivere, stare tutto il giorno sul divano oppure passare ore a fare riabilitazione possono diventare estremamente noiose. Tutti i giorni Kirito per smorzare la monotonia si allenava con sua sorella Suguha e doveva ammettere che quest’ultima ci sapeva fare con le spade nonostante la giovane età.

Come loro solito si ritrovavano nel dojo dietro casa per la loro solita seduta di allenamento. -Sei troppo lenta devi mettere più forza nelle gambe- Kirito cercava sempre di spiegarle dove sbagliava ma lei testarda com'era non lo ascoltava. -Lo so, me lo dici sempre- era stufa di essere ripresa per ogni piccolo errore che faceva, non era di certo una professionista, lo faceva solo come svago, allora perché suo fratello se la prendeva sempre così tanto?

Non poteva pensare che dietro quelle affermazioni Kirito nascondeva un grosso dolore, dopotutto lui per due anni era rimasto dentro SAO aiutando sempre molta gente dove la maggior parte delle volte queste stesse persone morivano per colpa sua, così diceva.

Continuarono per un circa un'ora dove c'era Kirito che continuava a correggere Suguha anche se quest'ultima non faceva errori. Alla fine la ragazza non resistette più. -Perché continui a fare così- era giusto che lei sapesse il motivo di tale comportamento da parte di suo fratello. -Così come? - non riusciva a capire il senso di quella domanda, dove stava sbagliando? -Così, fai finta di niente oppure mi correggi su cose che ho fatto centinaia e centinaia di volte quindi…- non riuscì a finire la frase perché un Kirito molto infuriato la fermò subito -Non vuole dire niente ok? Sai quante volte in SAO credevo di saper fare qualcosa in modo impeccabile perché la gente credeva in me e sai cosa succedeva ogni volta? - Suguha sapeva dove volesse andare a parare suo fratello con quel discorso ma voleva sentire lei stessa la risposta -Qualcuno moriva perché io credevo troppo in me stesso e nelle mie capacità quindi non fare così e ricominciamo- però Suguha non si mosse di un millimetro. -Lo sai che non sei più in SAO? Ora non devi più salvare vite o rischiare ogni giorno la vita quindi cerca di stare tranquillo, ora sei al sicuro ok? - Kirito sapeva che sua sorella aveva ragione ma non riusciva ancora ad abituarsi a quella vita troppo tranquilla. Per sua fortuna c'era sempre sua sorella, era la spalla che lo sorreggeva quando crollava. Senza di lei sarebbe di sicuro caduto in una profonda depressione dove non sarebbe uscito facilmente, poteva quasi dire che gli doveva la vita. Neanche Asuna nei momenti più bui dentro il gioco riusciva a consolarlo come faceva sua sorella, quella consapevolezza lo fece sussultare. -Per oggi abbiamo finito- lo disse quasi in un sussurro.

Suguha rimase di sasso nel sentire quelle parole ma la cosa che la toccò di più era il volto di Kirito, sembrava un fantasma, poteva dire che fosse sconvolto, ma da cosa? non pensava che le sue parole l’avrebbero offeso così tanto. Voleva chiedergli scusa ma suo fratello scappò volatilizzandosi nel nulla. Doveva ammettere che era veloce nonostante avesse iniziato la riabilitazione solo da qualche settimana.

Suguha era in cucina da circa mezz’ora, voleva cucinare qualcosa di veramente buono per farsi perdonare per quella piccola sfuriata, dopotutto lei doveva capire già da subito cosa lo tormentava. Lo stava aspettando da circa mezz’ora da quando lo aveva chiamato a mangiare, eppure non si decideva a scendere, cominciò preoccuparsi e si avviò verso la camera del fratello, bussò ma dall’altra parte non ci fu’ risposta, decise di aprire.

Suguha pensava di trovarlo al computer ma non fu’ così, aprendo vide solo caos, c’erano panni ovunque, il letto completamente disfatto e riverso a terra, sembrava che fosse passato un tornado. Notò solo dopo aver squadrato tutta la stanza che la finestra era aperta e di Kirito non c’era traccia. Vedendo che il fratello non c’era cominciò ad andare in panico prese, la prima giacca a terra ed uscì di casa cominciando le ricerche.

Kirito appena uscito dal dojo si rintanò nella sua camera, doveva capire che cosa significassero i pensieri avuti poco prima mentre parlava con sua sorella. Continuava a dirsi che se aveva provato quelle sensazione era perché gli faceva piacere che qualcuno lo rincuorasse nei momenti del bisogno però c’era quella voce in testa che gli diceva che il motivo era un altro molto peggiore se si pensava che quella fosse sua sorella.

Aveva bisogno di pensare a lungo in un luogo tranquillo e camera sua in quel momento non era il posto più adatto così decise di andarsene momentaneamente senza avvisare la sorella, si calò dalla finestra, non voleva essere visto da nessuno specialmente da Suguha. Prese a calarsi lentamente tramite una corda che aveva in un cassetto in caso di evenienza e quella situazione era decisamente tale. Sceso a terra dovette fermarsi per prendere energie, dopotutto non si era ancora ripreso del tutto doveva fare ancora un bel po’ di riabilitazione. Appena risentì le energie di nuovo in corpo cominciò a correre per andare chissà dove, correva il più veloce possibile. Dopo circa tre isolati si ritrovò davanti l’ospedale dove si trovava Asuna ancora chiusa in un sonno molto profondo dentro il Gear. Entrò sperando che almeno lì avrebbe trovato le risposte che cercava, nell’ultimo periodo gli faceva visita molto spesso sperando di colmare il vuoto che aveva dentro, non sapeva il motivo di tale sentimento era come se gli mancasse qualcosa o qualcuno.

La camera di Asuna era sempre uguale, suo padre gli faceva visita tutti i giorno solo per vedere le sue condizione, non gli portava neanche un fiore o anche solo un piccolo pensiero, molte volte Kirito si chiedeva se suo padre ci teneva davvero a lei, sua madre invece non l’aveva mai vista, una sola volta gli era capitato di incontrarla e l’unica cosa che era riuscito a capire di lei è che era una donna vecchio stile voleva che sua figlia fosse una donna di casa a tutti gli effetti e doveva avere tutti volti alti a scuola, non tollerava che sua figlia fosse rimasta rinchiusa in un videogioco.

Era lì distesa sul letto bella come sempre, o forse no? un sussulto, un solo piccolo sussulto fece cadere ogni cosa, come faceva a non aver capito prima, era davvero così stupido e cieco? forse si stava nascondendo dalla verità per paura di fare una stupidaggine, voleva bene ad Asuna ma solo quello, verso di lei provava immensa gratitudine per averlo aiutato quando aveva bisogno e di aver creduto in lui anche quando lui stesso non lo faceva ma solo ora lo aveva capito. L’aveva illusa ed aveva illuso anche se stesso confondendo la gratitudine per amore, era successo di sicuro perché entrambi avevano bisogno di una spalla su cui appoggiarsi nel momento del bisogno. Ora invece aveva qualcuno che andava oltre qualsiasi cosa, un’altra cosa lo tormentava, come l’avrebbe detto ad Asuna quando si sarebbe svegliata ma soprattutto la piccola Yui come avrebbe reagito a questa scoperta, si rattristì soprattutto per quest’ultima. Si sedette vicino la ragazza e cominciò a guardare un punto indefinito fuori dalla finestra. Passarono minuti o forse ore non lo sapeva con certezza sapeva solo che si era fatto davvero tardi infatti fuori c’era solo la luna che illuminava tutto con la sua fievole luce. Forse era giunto il momento di tornare a casa ma prima che si potesse alzare sentì una voce –Baka, finalmente ti ho trovato-

La voce di Suguha si alternava a riprese d’aria, di sicuro aveva corso tanto per cercarlo. Anche dopo aver sentito quella voce il ragazzo non fece cenno di muoversi, invece Suguha si stava avvicinando lentamente ma si fermò quasi subito perché il fratello aveva cominciato a guardarla negli occhi con uno sguardo molto penetrante poi proferì una cosa che lei non si aspettava –Tu lo sai? intendo tu lo sai che noi non siamo fratelli di sangue- la sua voce era ferma ma sentiva che qualcosa non andava, conosceva quel ragazzo molto bene. –Si lo so, me l’hanno detto quando eri chiuso dentro SAO e so che siamo cugini- non era più una ragazzina ormai l’avevano capito entrambi, era abbastanza grande per sapere la verità sulla loro famiglia. Forse andare avanti con quella storia era sbagliato lo sapeva ma non gli importava era troppo testardo per non finire ciò che aveva iniziato. Il silenzio di Kirito fece rattristire la ragazza, odiava vederlo così –Forza andiamo a casa ti ho preparato il tuo piatto preferito- provò a fare un piccolo sorriso per riuscire a sollevargli il morale ma l’unica risposta fu’ un cenno con la testa.

Il silenzio fu’ un compagno di viaggio per tutti e due i ragazzi, non sapevano cosa dire per spezzare la tensione creatasi. Il viaggio alla fine durò un po’ di più di quanto si aspettassero perché ad un certo punto Suguha si fermò di colpo con uno sguardo cupo e molto triste. –Posso sapere che cosa ti prende? sono tua sorella, mi sto seriamente preoccupando, sei cupo, non parli, non è da te quindi ti supplico dimmi cosa ti tormenta- gli occhi le bruciavano, non era così tanto curiosa di sapere la sua risposta perché sapeva che stava soffrendo per Asuna e questa cosa la faceva star male, ormai da giorni aveva capito cosa provava per quel fratello/cugino, era un sentimento sbagliato lo sapeva ma non poteva farci niente, com’è che si dice “al cuore non si comanda”. Altro silenzio da parte del ragazzo –Ti prego Kazuto- successe una cosa che non si sarebbe mai aspettata, -No, non lo sei- Suguha sapeva a cosa si riferiva e si sarebbe rattristata se Kirito non l’avesse baciata con foga. La confusione aumentò nella ragazza, che voleva dire quel bacio? non poteva crederci così in un impeto di rabbia si scansò da Kazuto. Per lei era cosa che la rendeva felice, l’aveva sempre sognato, ogni volta che lo vedeva piangere per colpa di Asuna il suo cuore si chiudeva quindi perché adesso stava facendo quel folle gesto. Non riuscivano a guardarsi nemmeno negli occhi entrambi avevano paura della reazione dell’altro. -Scusami Sugu non so proprio cosa mi sia passato per la testa, io...- stringeva i pugni, un senso di rabbia lo colpì, era stato uno stupido ed era stato troppo avventato. Ovviamente sua sorella non ricambiava, come poteva farlo erano parenti diavolo convivevano da anni ormai ma solo come fratelli. –Io l’ho sempre detto che sei un baka, prima ti disperi per una ragazza conosciuta in un gioco dicendo che lei è la donna della tua vita poi...- aveva cominciato a piangere singhiozzando infatti faceva fatica a parlare –poi mi baci senza un motivo apparente...- tra un singhiozzo e l’altro cercava di esprimere cosa provava in quel momento con apparente fatica –si può sapere cosa ti salta per la testa- ora aveva iniziato ad urlare non curandosi dei vicini o della gente che passava. Altro silenzio da parte del suo interlocutore –Kazuto rispondi chikushou- non riusciva più a controllarsi doveva sapere ad ogni costo. –Io...non so spiegartelo, sinceramente l’unico aggettivo che posso usare in questo momento è...- poi successe –sbagliato- dissero la parola all’unisono. Finalmente Kirito aveva capito, non era un sentimento a senso un unico perchè anche Suguha ricambiava e questa consapevolezza riempì i cuori di entrambi di una felicità indescrivibile. –Io ti amo Kazuto Kirigaya, l’ho sempre fatto e forse lo farò sempre, quando ho scoperto che ti eri svegliato da SAO io sono tornata ad essere una ragazza felice perché potevo avere una possibilità però quando hai cominciato a parlarmi di Asuna il mio mondo si era spezzato in mille pezzi, tutti i piani che avevo organizzato erano bruciati solo con una parola “moglie” ed ogni giorno vederti piangere per lei mi distruggeva dall’interno, sapevo che io non potevo fare niente per te perché il tuo cuore apparteneva ad un’altra quindi ora ti chiedo cosa ti ha fatto cambiare idea così all’improvviso?- era giunto il momento della verità, lei sapeva che quel discorso a cuore aperto avrebbe aiutato il ragazzo ad aprirsi e infatti fu’ così –vuoi davvero saperlo? - Kazuto ricevette solo un accenno come risposta –all’inizio credevo che quello che provavo per Asuna era amore di quello vero, puro ma invece era un sentimento molto più semplice che in una situazione come la nostra era più che capibile- una domanda balenò nella testa della ragazza –di quale sentimento parli? - un piccolo sorriso comparve sulla bocca di Kirito –gratitudine ecco cosa provavo e credo che sia così anche per lei, e quando gli dirò la verità sono sicuro che capirà- si avvicinò alla ragazza pian piano –e vuoi sapere qual è la verità? – Suguha rispose con un piccolo cenno a causa della troppa vicinanza con Kazuto, -la verità è che ti amo Suguha Kirigaya e non mi interessa se questa relazione sarà difficile, io voglio passare la mia vita con te piccola peste- si baciarono di nuovo ma questa volta non si staccarono più, ogni sentimento che avevano represso per diverso tempo, grazie a quel contatto, uscì fuori come un’esplosione che prese di mira tutti e due. Si staccarono solo per mancanza d’aria –lo sai che dovremmo tenerla nascosta? Anche a casa- Kirito se ne rendeva conto ma non gli interessava –lo so, ma non mi importa se ho te vicino-

N.B
Baka significa stupido in giapponese
Chikushou significa maledizione in giapponese

Angolo simpatico:
Hola grandi e piccoli lettori, la storia che vi ho appena proposto è una specie di scommessa che ho fatto con un mio compagno quindi spero che il risultato non sia bruttissimo. Devo dire che è stato un po' difficile creare una storia con un incesto senza però distruggere troppo la personalità dei personaggi.

   
 
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