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Autore: Roiben    07/01/2018    2 recensioni
Di nuovo guai in vista per i Guardiani. Questa volta, tuttavia, non sono unicamente i bambini a fare da bersaglio.
Manny ha un’idea, ma non tutti ne sono entusiasti, in particolare l’Uomo Nero, reduce dalla recente e ancora molto sentita disfatta.
Genere: Avventura, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: I Cinque Guardiani, Nightmares, Nuovo personaggio, Pitch
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo Quindici


«Si tratta di due fratelli» decide di spiegare Pitch. «Quello dei due con il quale mi sono scontrato è certamente il più irascibile e impulsivo, ma non per questo il più pericoloso. Si chiama Ba’al; per sé stesso usa l’appellativo di Signore delle Tempeste, ma gli esseri umani, per molto tempo, lo hanno considerato anche e soprattutto il dio della fertilità».


«Quel Ba’al?» commenta Nicholas, confuso, scuotendo la testa.


«Quello, esattamente» conferma l’Uomo Nero.


«Ma… Non ha senso. Perché dovrebbe rappresentare un pericolo? E per quale motivo ti avrebbe attaccato? Lo hai offeso in qualche modo?» si intestardisce Nicholas.


Pitch assottiglia lo sguardo e digrigna i denti. «Niente affatto! Non ha alcun bisogno di un pretesto per giocare con le sue vittime, quello. E io sono capitato lì per sbaglio, nemmeno sapevo chi avrei incontrato. Non è mia abitudine andare ad attaccar briga con creature tanto potenti quando non posso neppure contare sulla mia piena forza» sibila contrariato.


«Non è certo la prima volta che sopravvaluti le tue possibilità» commenta Aster.


«Pooka, non sai di cosa parli» ringhia Pitch, perdendo definitivamente la pazienza. Una mano di Nyx si posa piano sul suo braccio e lui le lancia un’occhiata obliqua, chiedendo silenziosamente spiegazioni. Lei tuttavia si limita a un minuscolo sorriso enigmatico che sembra comunque servire allo scopo di alleviare un poco la tensione. «Un conto è pianificare una battaglia e perderla a causa di un intervento non previsto» decide di proseguire, nonostante tutto. «Tutt’altra faccenda sarebbe presentarsi da solo e senza copertura in casa di creature di cui si ignora totalmente la provenienza e le potenzialità. Questo sarebbe un suicidio, altro che tattica» sbotta seccato.


Nicholas fa roteare gli occhi, già esausto per quella discussione che ancora non è approdata a nulla di utile. «Quindi, Pitch, perché credi che ti abbia attaccato? Senza un motivo… non è normale. Potrà anche essere impulsivo e avere, come hai detto, un carattere difficile, ma si tratta pur sempre di una creatura della luce. Non cercano battaglia per il gusto di far del male».


«Ah no?» sogghigna Pitch. «Strano, perché a me è sembrato proprio che lo stesse facendo esattamente per quel motivo».


Jack lo fissa attento, stringendo con più forza il suo bastone senza realmente rendersene conto.


«Pitch, non può essere, ragiona…» tenta Nicholas.


«Che cosa, esattamente, ti fa sentire tanto sicuro che ciò non possa accadere?» ribatte Pitch, riuscendo in qualche modo a mantenere un tono tranquillo.


«Ma proprio perché stiamo parlando di una creatura della luce, è chiaro!» si impunta il guardiano della meraviglia.


Pitch lo osserva quasi con curiosità. Poi, suo malgrado, sposta lo sguardo in quello limpido dello spirito dell’inverno e reclina leggermente il capo di lato. «Tu che ne pensi, Frost? Credi che nessuna creatura della luce possa comportarsi in modo meschino e, addirittura, malvagio?».


Jack è nuovamente sorpreso per essere stato inaspettatamente interpellato, ma presto dimentica la sorpresa e riflette seriamente sulla domanda che gli ha posto l’Uomo Nero. «Forse no. Forse… dipende dalla volontà di ognuno» mormora incerto.


Gli occhi di Pitch si sgranano impercettibilmente. Ghigna, incredibilmente appagato per quella piccola rivelazione. «Molto giusto, Jack Frost» soffia, per una volta senza traccia di sarcasmo.


«Questo è impossibile, te ne rendi conto?» interviene Aster, contrariato. «Stiamo vaneggiando su una improbabile interferenza di un essere che non dovrebbe neppure comparire sulla famosa lista nera di North né, tanto meno, di Manny. È chiaro che stiamo perdendo tempo a scambiarci inutili opinioni su di uno spirito della luce, quando invece dovremmo darci da fare per scovare una creatura oscura che presto diventerà un problema tangibile» protesta veemente.


«Ma davvero?» mormora Pitch, quasi distrattamente. «A parte il fatto che non si tratta di uno spirito, non nel modo in cui lo intendete normalmente voi guardiani, ma di una divinità, attuale o meno che sia non è poi di così basilare importanza a questo punto. In secondo luogo, mi piacerebbe realmente comprendere cosa ti faccia avere tanta sicurezza nel fatto che, unicamente in funzione del fatto che si serva di magia di luce, non possa semplicemente decidere di spazzare via la vostra insulsa base con tutto l’emisfero boreale annesso in un colpo solo?» ringhia, di nuovo terribilmente a corto di pazienza.


«Perché mai dovrebbe fare una cosa simile?!» si inalbera Aster, saltando in piedi e sventolando un pugno verso Pitch.


«Perché può! Idiota di un pooka, non lo capisci? Siete davvero ottusi fino a questo punto? Seriamente, pensate che qualcuno con un minimo di cervello e con troppo potere non possa avere la tentazione di usarlo nel modo sbagliato? Non è certamente basandovi sul tipo di magia che usa che potrete giudicare le intenzioni di chiunque. Uno spirito oscuro è tale solo e semplicemente in virtù dell’origine del suo potere, ma non è affatto matematico che lo usi per fare del male al prossimo, né per scopi malvagi, come invece sembrate pensare voi. Dipende soprattutto da ciò che decide di farne, o di non farne. È la volontà quella che davvero conta, l’intento con cui agisce, non l’origine di un potere. È chiaro? No? D’accordo, prendete Frost: è un guardiano; lo ha accettato non certamente per le vostre belle facce, ma perché gli stanno a cuore i bambini e la loro felicità. Ora però togliere i bambini all’equazione, aggiungete trecento anni senza rapporti con nessuno, sommate il suo potere e la giovane età in cui ha perso la vita. Che cosa ottenete? Nessuna idea? Ve lo dico io, allora: un maledetto spirito dell’inverno furioso con il mondo e tutti i suoi insulsi abitanti, desideroso e ben felice di congelare tutto il vostro dannato pianeta! Ecco cosa ottenete» sbraita, ansimando per la fatica di reggersi in piedi.


Un lungo silenzio cala sulla sala e i suoi presenti. Jack non sa perché quella sera sembra essere costantemente e sgradevolmente al centro dell’attenzione, e si sente un po’ troppo nervoso al riguardo.


«Jack non lo farebbe mai» borbotta Nicholas, incerto.


«Dici?».


Tutti si voltano, compreso Pitch, dato che a parlare per ultimo è stato proprio Jack Frost.


«Io, invece, penso che Pitch possa avere ragione» prosegue Jack, tentando di spiegarsi. «Che cosa mi rimarrebbe, dopo tutto, se non avessi i bambini con cui scherzare?» mormora, cosciente delle sue possibilità. «Forse Ba’al non è stato così fortunato» riflette, con un pizzico di tristezza.


Un piccolo, storto sorriso increspa le labbra secche di Pitch. «Forse, ben più probabilmente, la compagnia del fratello non ha contribuito a indirizzarlo nel modo giusto» ribatte pacato.


Toothiana e Nicholas sollevano uno sguardo pensieroso su di lui.


«Chi è, quindi, il fratello?» chiede infine il guardiano della memoria.


«Ah, buona domanda, fata. Il suo nome è Mot» rivela, spostando brevemente l’attenzione su Aster che si è appena irrigidito nell’udire quel nome. «Pare che, dopo tutto, il nostro buon pooka cominci a farsi un quadro più preciso del problema, mh?». Sogghigna senza il minimo divertimento. «Ebbene, Mot è generalmente considerato il custode e sovrano dell’oltretomba, ma non è solo questo, è anche e soprattutto un’entità primordiale, quella del caos e della distruzione, in effetti la personificazione della morte. È una creatura oscura, non semplicemente per il tipo di potere di cui dispone, piuttosto per il modo in cui agisce, in cui ha sempre agito a ben vedere. I suoi scopi sono sempre stati per lo più egoistici e maligni, e nutro forti dubbi che questa volta possa essere differente». Ora che l’attenzione di tutti è su Pitch, si rende conto di quanto in effetti risulti spiacevole. «Ora, signori, parlatemi nuovamente di quanto buona e cara possa essere una creatura della luce. Poi, già che ci siete, ricordate di prendere in considerazione il suo caro fratellino, e fatemi sapere il risultato. Non c’è fretta, naturalmente; è solo un insignificante pianeta ai margini di una galassia, dopo tutto» ironizza con tono macabro.


*


È stanco, accidenti. Ha proprio bisogno di sedersi. Per sua sfortuna si trova in un salone pieno zeppo di guardiani. Ma, in fin dei conti, non ha tutte queste possibilità fra cui scegliere; o si mette comodo e risparmia energie, oppure finirà presto per stramazzare al suolo, e il pavimento è sempre troppo duro per aver voglia di caderci sopra di peso. Così infila le dita della mano destra nella criniera di Epiales, chiedendogli silenziosamente di fargli strada e, cauto, si accomoda su un enorme tappeto vicino al camino, sospirando di sollievo.


«Sei ancora tutto intero, tesoro?» spunta la voce di Nyx alle sue spalle.


«Più o meno» mugola. «E non chiamarmi in quel modo» aggiunge automaticamente ma con ben poca convinzione.


Nyx sorride e gli scompiglia i capelli, godendosi uno sbuffo scocciato di un quasi inerme e molto imbronciato Uomo Nero.


«Un gran discorso» lo incoraggia.


«Sì, certo» borbotta Pitch, affatto convinto. «Non sono granché sicuro che sia giunto decentemente a destinazione» ammette.


«Lo ha fatto, invece» lo informa Nyx. «Forse non per tutti» concede titubante, «ma quel Frost ha di certo ricevuto il messaggio, forte e chiaro» conferma, osservando Pitch abbassare le palpebre e rilassare appena le spalle.


«È un inizio» concede pensieroso.


«È un buon inizio» lo corregge lei, sedendosi al suo fianco e godendosi il piacevole calore del camino scoppiettante.




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L’Angolino Buio e Polveroso dell’Uomo Nero (e dell’autrice a cui piace maltrattarlo)



Ebbenedunque (?), questo è IL capitolo! Ovvero, il motivo per cui ho dovuto spremermi le meningi e mettere su tutto questo ambaradan.

In sintesi, un bel dì di fine settembre mi godevo un buon bagno caldo, tranquilla, pacifica e senza crucci, quand’ecco comparire un pensiero non mio. Pitch maledetto guastafeste aveva evidentemente deciso di scocciarmi con uno dei suoi discorsetti etico/filosofici. Mentre mi lavavo i capelli lui aveva già attaccato a chiacchierare di intenzioni e uso dei poteri (che pareva lo zio di Peter Parker durante uno dei suoi insegnamenti saggi e profondi).

Sono rimasta a rimuginarci per qualche giorno e a crogiolarmi nell’indecisione, poi mi son detta che poteva valer la pena di provarci, così ho deciso di scriverlo. Certo, però, non potevo metter lì il bel discorsetto di Pitch campato per aria, ché non avrebbe avuto molto senso. Così mi sono dovuta costruire un retroscena in cui il sermone di Pitch avesse un filo logico. Questo è il risultato, e il qui presente capitolo ne è la realizzazione, più o meno precisa (meno, probabilmente, visto che non sono riuscita a replicare le parole esatte del discorso originale). Purtroppo una volta messo in moto, il racconto ha preso una sua direzione e io gli sono andata dietro arrancando e protestando a viva voce (senza peraltro essere degnata di uno sguardo che sia uno). Spero di riuscire a chiudere la faccenda entro i trenta capitoli, ma non ci giurerei, quindi già mi scuso in partenza se dovesse procedere oltre.

Questa è la triste storia della mia sorte sfortunata e di come mi son ritrovata costretta a scervellarmi per metter giù questa idea (ghghgh!).

Grazie per l’attenzione e alla prossima!


Roiben

  
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