The
wolf
and the cat
Renford
Lestrange & Minerva McGranitt
Nda:
Il titolo dell’OS prende l’ispirazione dai due
Patronus
dei ragazzi.
Luglio
1944
La
Francia era sempre stato uno dei suoi paesi preferiti,
specialmente d’estate quando l’Inghilterra rimaneva
cupa e umida mentre quel
luogo diventava assolato e rilassante vista la mancanza dei suoi
genitori.
Sua
madre infatti non tollerava l’eccesivo sole né
tantomeno
lo charme dei francesi, giudicandoli troppo espansivi e libertini, una
compagnia poco adatta a dei distinti Purosangue per bene.
Camille
gettò la testa all’indietro, sorridendogli mentre
tirava giù le lenti scure degli occhiali da sole e le iridi
azzurre
scintillavano come fari tra le lunghe ciocche bionde.
-
A cosa pensi? –
-
Che mi sto annoiando. –
La
ragazza affondò la mano nell’acqua cristallina
della
piscina del Manor degli Shafiq.
-
Che cosa imperdonabile da dire quando si è in compagnia di
una ragazza – lo redarguì, con un broncio
scherzoso, schizzandolo.
Le
gocce d’acqua colpirono il petto scolpito e abbronzato,
facendolo trasalire leggermente.
Dopo
essersi crogiolato al sole per ore persino la temperatura
mite della piscina gli risultava terribilmente fredda … e
lui non aveva mai
amato il freddo.
-
Lo sai che non è colpa tua, ma dopo una settimana chiusi qui
dentro vorrei fare altro che non sia prendere il sole e fare il bagno.
–
Camille
si stiracchiò, sorridendo maliziosa.
-
Se non fossimo cugini penserei male. –
Roteò
gli occhi al cielo, scrollando le spalle. – Divertente.
–
-
D’accordo, allora dimmi: cosa vuoi fare, cugino? –
-
Voglio vedere Parigi. –
-
L’hai già vista decine di volte. –
-
Intendo la vera Parigi
non quella magica. –
Camille
aggrottò la fronte, ponderando le implicazioni di
quell’affermazione.
Se
i loro genitori fossero venuti a sapere che si erano
mischiati ai Babbani sarebbero andati completamente fuori di testa.
-
Se si viene a sapere desterà un sacco di scompiglio -,
battè
le mani deliziata, - perciò cosa stiamo aspettando? Andiamo!
–
Afferrò
l’asciugamano, avvolgendosi, e corse dentro al Manor
incurante dei piedi nudi e delle orme bagnate che lasciava.
Del
resto Camille era fatta così.
Tutto
quello che non la riguardava direttamente perdeva
d’importanza
alla velocità della luce.
Giovane,
bella, folle e sconsiderata.
Nessuna
sorpresa che fosse la sua cugina preferita, pensò
mentre la seguiva.
Camille Shafiq
Avevano
appena finito di visitare il Louvre quando dirigendosi
verso la zona bar adiacente il famoso museo Camille notò una
ragazza dai mossi
capelli castani e le iridi verdi che li osservava come se avesse appena
visto
un fantasma.
Tirò
la manica di Renford, indicandogliela con un cenno del
capo.
-
Chi è quella bella ragazza che ti guarda? Sembra che ti
conosca. –
Seguì
lo sguardo della cugina, sgranando le iridi cobalto.
Il
fato faceva strani scherzi.
C’era
un intero mondo a disposizione e lui e Minerva McGranitt
finivano con l’incontrarsi a Parigi nel bel mezzo delle
vacanze estive?
Se
Abraxas fosse stato lì sarebbe scoppiato a ridere
sostenendo che era destino che quei due passassero il tempo a
discutere.
-
Una mia compagna di scuola. –
-
Anche lei Serpeverde? – domandò interessata.
-
No, lei è di Grifondoro – arricciò il
naso pronunciando il
nome della loro storica Casa rivale.
-
Ah, quindi immagino non andiate d’accordo. –
-
Già, diciamo che tra me e lei c’è una
sorta di guerra
fredda. –
-
Peccato perché è veramente mignonne
– asserì nuovamente, soffermandosi sulle efelidi
messe in
evidenza dall’abbronzatura e sul fisico snello, -
Perciò se non ci provi tu
forse potrei provarci io. –
-
Minerva è Mezzosangue e per quanto ne so eterosessuale.
–
-
Le più carine sono sempre interessate agli uomini -,
sospirò
contrariata, - e quanto allo stato di sangue non mi formalizzo certo.
–
A
volte dimenticava che a Beauxbatons non si desse peso a
certe cose.
-
Già … comunque immagino sia meglio andare.
–
-
Ma perché? Voglio conoscerla! –
replicò, afferrandolo per
mano e trascinandolo con sé verso Minerva.
Le
si fermò davanti, sorridendole allegramente.
-
Sono Camille Shafiq, la cugina di Renford, e tu devi essere
Minerva McGranitt. Renford mi stava dicendo che frequenti anche tu
Hogwarts e
che sei in Grifondoro perciò tra voi non corre
particolarmente buon sangue.
Personalmente la trovo una cosa stupida, perché sembri
sveglia e decisamente
troppo attraente per essere ignorata – disse tutto
d’un fiato, nel suo inglese
dall’accento marcato, prendendo fiato solo alla fine quanto
bastava per
permettere a Minerva di replicare.
-
Piacere mio, non sapevo che Renford avesse parenti in città
–
mormorò lentamente, non sapendo bene come prendere quella
specie di bomba a
mano che era la biondina davanti a lei.
-
Rennie, non le hai parlato di me? Mauvais! –
-
Non ce ne è mai stata l’occasione -,
bofonchiò in risposta,
- e quello non è il barista con il nostro ordine?
–
Camille
annuì, voltandosi verso il bancone.
-
Vado io a prenderlo, vi lascio chiacchierare –
decretò,
allontanandosi a passo veloce.
Rimasti
soli il silenzio scese tra loro finchè Minerva non
prese la parola.
-
Tua cugina sembra … -
-
Pazza? In un certo senso, ma meno di altri membri della mia
famiglia. –
Abbozzò
un sorrisetto divertito.
-
No, stavo dicendo che sembra simpatica … forse un
po’ troppo
esuberante, ma decisamente simpatica. –
-
Anche quello è vero -, trascinò il piede sul
pavimento alla
ricerca di qualcos’altro d’intelligente da dire, -
Quindi sei qui in vacanza
con qualcuno? –
-
Sì, con i miei genitori. È il mio regalo per il
conseguimento dei G.U.F.O. –
-
Bene. –
-
Già. –
Camille
tornò proprio in quel momento tenendo il vassoio tra
le mani.
-
Ti unisci a noi, Minerva? –
-
Devo cercare i miei genitori, ma è come se avessi accettato
–
replicò la Grifondoro, sorridendole in risposta.
-
Ah … ma questa sera sarai dei nostri, vero? Renford voleva
andare a vedere la Tour Effeil illuminata. –
-
Non devi se non ti va. Camille alle volte dimentica le buone
maniere – aggiunse Renford, lanciando un’occhiata
penetrante alla cugina che
non parve minimamente risentirsene.
-
Avevo in programma di vederla anche io perciò
perché no? –
Camille
annuì soddisfatta.
-
Magnifico. Ci vediamo qui per le sette – asserì,
chinandosi
su di lei a scoccarle un tre rapidi baci sulle guance e poi
puntò il tavolino
più vicino.
-
Non devi per forza … -
-
Mi va – lo interruppe Minerva, sorprendendosi lei per prima.
Si
era appena dichiarata disposta a passare la serata con
Renford Lestrange e una sconosciuta.
-
D’accordo, allora a stasera. –
*
Era
la seconda volta che lei e Renford Lestrange rimanevano da
soli quel giorno; la cosa stava cominciando a diventare
un’abitudine e,
contrariamente a quanto si sarebbe mai aspettata, non era poi nemmeno
una
compagnia così sgradevole.
Al
di fuori della scuola Renford era brillante, educato e dai
modi galanti, come ogni perfetto rampollo appartenente a una famiglia
illustre
magica o Babbana che fosse.
E
aveva una passione per le opere d’arte visto il modo
appassionato in cui stava difendendo a spada tratta la Gioconda.
-
Alcuni sostengono che fosse Leonardo stesso travestito da
donna. –
Sorrise
incredula.
-
Sul serio? Non ne avevo idea. –
-
Già, una cosa scandalosa per l’epoca. –
-
Ed immagino che sia proprio perché è un dettaglio
scandaloso
che lo ricordi – scherzò.
Renford
scoppiò a ridere, sorprendendola.
Era
la prima volta che lo sentiva ridere, realizzò, e quando
lo faceva le sue iridi cobalto scintillavano e la fossetta sulla
guancia si
faceva più pronunciata.
-
Hai ragione, ho una passione per gli scandali … e Camille la
pensa proprio come me – aggiunse.
-
Non lo dubito visto quello che sta combinando. –
Perplesso,
inarcò un sopracciglio.
-
Dietro di te -, ridacchiò, - insieme a quella ragazza dai
capelli rossi. –
Si
voltò di scatto trovando sua cugina impegnata in una sorta
di ballo sensuale e intrigante con una ragazza palesemente Babbana
mentre un
musicista di strada accompagnava a tempo i loro movimenti.
La
vide mormorare qualcosa e la ragazza rossa annuì
sorridendo.
Poi
Camille la baciò con passione, suscitando qualche
esclamazione tra la folla di passanti alticci e su di giri per la festa
in
onore della presa della Bastiglia.
-
Sempre la solita Camille. –
-
Immagino che nessuno dei vostri genitori sappia dove vi
trovate. –
-
Già, sarebbe difficile da spiegare … quello in particolare. –
-
Sarebbe difficile anche con un padre Babbano -, ammise, - su
certe cose non sono poi così diversi dai Purosangue.
–
-
No, su certe cose immagino di no. –
Minerva
lo vide fissarla assorto per qualche secondo prima di
catturarle le labbra in un lieve bacio al quale rispose
all’istante.
Quando
si furono separati sentì le guance arrossirle.
-
E questo per cos’era? –
-
Non sei certo la peggiore delle compagnie, Minerva McGranitt
– replicò stringendosi nelle spalle.
*
-
Svegliati Romeo, la tua bella è qui –
esclamò la voce
allegra di Camille, costringendolo a mettere la testa sotto al cuscino
e
premere forte nel tentativo di soffocare la sua voce.
Quello
oppure soffocare direttamente sua cugina, scelta ardua.
-
Minerva è già in piscina, alzati! –
Questa
volta il suo cervello registrò a pieno il significato
delle sue parole.
Emerse
dalle coperte, spalancando gli occhi.
-
Cosa?! Minerva è nella tua piscina?! –
-
Esattamente come ti ho ripetuto fino ad adesso. –
-
E, in nome di Merlino e di tutti i Fondatori, perché
è qui? –
-
Domanda difficile -, ironizzò, - forse perché ho
visto voi
due che vi sbaciucchiavate e l’ho praticamente costretta a
venire qui dicendole
che volevi parlarle di quello che era successo? –
-
Camille … -
-
Lo so, lo so, mi ringrazierai dopo. –
-
Ti ucciderò dopo –
la corresse, indossando i pantaloni del pigiama e scendendo al piano di
sotto
del Manor.
Trovò
Minerva seduta sulla sdraio e intenta a tormentarsi le
mani mentre si mordicchiava il labbro inferiore.
Era
decisamente sensuale persino in quel momento in cui era
palesemente nervosa.
Fece
capolino dalla porta finestra, accennando un sorriso al
quale rispose imbarazzata.
-
Dunque di cosa volevi parlare? –
Di
come
ucciderò Camille per avermi costretto a stare in questa
situazione.
-
Immagino che nella lettera che ti è arrivata ci fosse
già
scritto chiaramente – rilanciò, sedendosi sulla
sdraio di fronte alla sua.
-
In effetti è vero -, convenne, - quindi cosa volevi dirmi a
riguardo? –
Dannazione,
era proprio brava a portarlo a dire quello che
voleva sentire.
-
Io … Salazar, è decisamente imbarazzante.
Comunque è stato
decisamente un bel bacio e … non so, tu perché mi
hai risposto? –
Ecco,
quella sì che era una buona domanda invece che starsene
lì a balbettare come un idiota.
Minerva
avvampò, ma poi una scintilla passò per le iridi
verdi
e sorrise beffarda: - Perché non sei certo la peggiore delle
compagnie, Renford
Lestrange. –
Sorrise.
-
Ah, adesso usi le mie dichiarazioni contro di me? Molto
Serpeverde non c’è che dire. –
- Immagino di essere
stata contagiata dalla tua vicinanza. –
-
Comunque, tornando alla questione di ieri sera … credo che
non mi dispiacerebbe rifarlo qualche volta. –
-
Intendi baciarci? – mormorò imbarazzata.
-
Certo quello è compreso, ma mi riferivo all’uscire
e stare a
vedere come va. –
-
Una sorta di frequentazione aperta? – chiese, in un misto di
titubanza e contrarietà.
Ah,
la
piccola Grifondoro era preoccupata dalla condivisione.
-
Sono piuttosto geloso di ciò che ritengo mio, quindi no non
è una frequentazione aperta quella a cui stavo pensando
… qualcosa di
esclusivo, ma che non venga eccessivamente pubblicizzato almeno per il
momento.
–
Minerva
parve meditarci su a lungo, ma alla fine annuì.
-
Devo prenderlo per un sì? –
Lo
baciò, intrecciando le braccia attorno al collo per
attirarlo a sé, e si rilassò nella sua stretta
quando sentì le mani del ragazzo
cingerle la vita da sopra il leggero abito di cotone bianco che
indossava.
-
Decisamente, Lestrange … Decisamente
– gli mormorò a fior di labbra.
Spazio
autrice:
Salve!
Questa
OS
non era in programma inizialmente, ma mentre stavo lavorando a
un’altra storia
mi è venuta l’ispirazione e non ho potuto fare a
meno di metterla per scritto.
Così eccoci qui al momento che ha segnato l’inizio
della storia tra questi due.
Tutto merito della cara Camille, una volta tanto le ragazze che
orbitano
attorno a Renford non causano problemi ma anzi aiutano la Rennie a
diventare
Canon xD
Ci
sentiamo con gli aggiornamenti delle altre storie.
Stay
tuned.
XO
XO,
Mary