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Autore: Ms Mary Santiago    07/01/2018    2 recensioni
[Prequel di “Hogwarts 1944 – First Act”]
[Renford Lestrange & Minerva McGranitt]
[La linea temporale della OS è l’estate al termine dell’anno scolastico 1943/1944]
In Hogwarts 1944 conosciamo Renford e Minerva già alle prese con la loro storia clandestina, ma cosa ha scaturito gli eventi ai quali abbiamo assistito?
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Maghi fanfiction interattive, Minerva McGranitt, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
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The wolf and the cat

 

 

 

 

 

 

 

Renford Lestrange & Minerva McGranitt


 

 

Nda: Il titolo dell’OS prende l’ispirazione dai due Patronus dei ragazzi.

 

 

 

 

 

 

 

Luglio 1944

 

 

 

 

 

 

 

La Francia era sempre stato uno dei suoi paesi preferiti, specialmente d’estate quando l’Inghilterra rimaneva cupa e umida mentre quel luogo diventava assolato e rilassante vista la mancanza dei suoi genitori.

Sua madre infatti non tollerava l’eccesivo sole né tantomeno lo charme dei francesi, giudicandoli troppo espansivi e libertini, una compagnia poco adatta a dei distinti Purosangue per bene.

Camille gettò la testa all’indietro, sorridendogli mentre tirava giù le lenti scure degli occhiali da sole e le iridi azzurre scintillavano come fari tra le lunghe ciocche bionde.

- A cosa pensi? –

- Che mi sto annoiando. –

La ragazza affondò la mano nell’acqua cristallina della piscina del Manor degli Shafiq.

- Che cosa imperdonabile da dire quando si è in compagnia di una ragazza – lo redarguì, con un broncio scherzoso, schizzandolo.

Le gocce d’acqua colpirono il petto scolpito e abbronzato, facendolo trasalire leggermente.

Dopo essersi crogiolato al sole per ore persino la temperatura mite della piscina gli risultava terribilmente fredda … e lui non aveva mai amato il freddo.

- Lo sai che non è colpa tua, ma dopo una settimana chiusi qui dentro vorrei fare altro che non sia prendere il sole e fare il bagno. –

Camille si stiracchiò, sorridendo maliziosa.

- Se non fossimo cugini penserei male. –

Roteò gli occhi al cielo, scrollando le spalle. – Divertente. –

- D’accordo, allora dimmi: cosa vuoi fare, cugino? –

- Voglio vedere Parigi. –

- L’hai già vista decine di volte. –

- Intendo la vera Parigi non quella magica. –

Camille aggrottò la fronte, ponderando le implicazioni di quell’affermazione.

Se i loro genitori fossero venuti a sapere che si erano mischiati ai Babbani sarebbero andati completamente fuori di testa.

- Se si viene a sapere desterà un sacco di scompiglio -, battè le mani deliziata, - perciò cosa stiamo aspettando? Andiamo! –

Afferrò l’asciugamano, avvolgendosi, e corse dentro al Manor incurante dei piedi nudi e delle orme bagnate che lasciava.

Del resto Camille era fatta così.

Tutto quello che non la riguardava direttamente perdeva d’importanza alla velocità della luce.

Giovane, bella, folle e sconsiderata.

Nessuna sorpresa che fosse la sua cugina preferita, pensò mentre la seguiva.

 

 

 

 

 

Camille Shafiq


 

 

 

Avevano appena finito di visitare il Louvre quando dirigendosi verso la zona bar adiacente il famoso museo Camille notò una ragazza dai mossi capelli castani e le iridi verdi che li osservava come se avesse appena visto un fantasma.

Tirò la manica di Renford, indicandogliela con un cenno del capo.

- Chi è quella bella ragazza che ti guarda? Sembra che ti conosca. –

Seguì lo sguardo della cugina, sgranando le iridi cobalto.

Il fato faceva strani scherzi.

C’era un intero mondo a disposizione e lui e Minerva McGranitt finivano con l’incontrarsi a Parigi nel bel mezzo delle vacanze estive?

Se Abraxas fosse stato lì sarebbe scoppiato a ridere sostenendo che era destino che quei due passassero il tempo a discutere.

- Una mia compagna di scuola. –

- Anche lei Serpeverde? – domandò interessata.

- No, lei è di Grifondoro – arricciò il naso pronunciando il nome della loro storica Casa rivale.

- Ah, quindi immagino non andiate d’accordo. –

- Già, diciamo che tra me e lei c’è una sorta di guerra fredda. –

- Peccato perché è veramente mignonne – asserì nuovamente, soffermandosi sulle efelidi messe in evidenza dall’abbronzatura e sul fisico snello, - Perciò se non ci provi tu forse potrei provarci io. –

- Minerva è Mezzosangue e per quanto ne so eterosessuale. –

- Le più carine sono sempre interessate agli uomini -, sospirò contrariata, - e quanto allo stato di sangue non mi formalizzo certo. –

A volte dimenticava che a Beauxbatons non si desse peso a certe cose.

- Già … comunque immagino sia meglio andare. –

- Ma perché? Voglio conoscerla! – replicò, afferrandolo per mano e trascinandolo con sé verso Minerva.

Le si fermò davanti, sorridendole allegramente.

- Sono Camille Shafiq, la cugina di Renford, e tu devi essere Minerva McGranitt. Renford mi stava dicendo che frequenti anche tu Hogwarts e che sei in Grifondoro perciò tra voi non corre particolarmente buon sangue. Personalmente la trovo una cosa stupida, perché sembri sveglia e decisamente troppo attraente per essere ignorata – disse tutto d’un fiato, nel suo inglese dall’accento marcato, prendendo fiato solo alla fine quanto bastava per permettere a Minerva di replicare.

- Piacere mio, non sapevo che Renford avesse parenti in città – mormorò lentamente, non sapendo bene come prendere quella specie di bomba a mano che era la biondina davanti a lei.

- Rennie, non le hai parlato di me? Mauvais! –

- Non ce ne è mai stata l’occasione -, bofonchiò in risposta, - e quello non è il barista con il nostro ordine? –

Camille annuì, voltandosi verso il bancone.

- Vado io a prenderlo, vi lascio chiacchierare – decretò, allontanandosi a passo veloce.

Rimasti soli il silenzio scese tra loro finchè Minerva non prese la parola.

- Tua cugina sembra … -

- Pazza? In un certo senso, ma meno di altri membri della mia famiglia. –

Abbozzò un sorrisetto divertito.

- No, stavo dicendo che sembra simpatica … forse un po’ troppo esuberante, ma decisamente simpatica. –

- Anche quello è vero -, trascinò il piede sul pavimento alla ricerca di qualcos’altro d’intelligente da dire, - Quindi sei qui in vacanza con qualcuno? –

- Sì, con i miei genitori. È il mio regalo per il conseguimento dei G.U.F.O. –

- Bene. –

- Già. –

Camille tornò proprio in quel momento tenendo il vassoio tra le mani.

- Ti unisci a noi, Minerva? –

- Devo cercare i miei genitori, ma è come se avessi accettato – replicò la Grifondoro, sorridendole in risposta.

- Ah … ma questa sera sarai dei nostri, vero? Renford voleva andare a vedere la Tour Effeil illuminata. –

- Non devi se non ti va. Camille alle volte dimentica le buone maniere – aggiunse Renford, lanciando un’occhiata penetrante alla cugina che non parve minimamente risentirsene.

- Avevo in programma di vederla anche io perciò perché no? –

Camille annuì soddisfatta.

- Magnifico. Ci vediamo qui per le sette – asserì, chinandosi su di lei a scoccarle un tre rapidi baci sulle guance e poi puntò il tavolino più vicino.

- Non devi per forza … -

- Mi va – lo interruppe Minerva, sorprendendosi lei per prima.

Si era appena dichiarata disposta a passare la serata con Renford Lestrange e una sconosciuta.

- D’accordo, allora a stasera. –

 

 

 

 

 

 

 

 

 

*

 

 

 

Era la seconda volta che lei e Renford Lestrange rimanevano da soli quel giorno; la cosa stava cominciando a diventare un’abitudine e, contrariamente a quanto si sarebbe mai aspettata, non era poi nemmeno una compagnia così sgradevole.

Al di fuori della scuola Renford era brillante, educato e dai modi galanti, come ogni perfetto rampollo appartenente a una famiglia illustre magica o Babbana che fosse.

E aveva una passione per le opere d’arte visto il modo appassionato in cui stava difendendo a spada tratta la Gioconda.

- Alcuni sostengono che fosse Leonardo stesso travestito da donna. –

Sorrise incredula.

- Sul serio? Non ne avevo idea. –

- Già, una cosa scandalosa per l’epoca. –

- Ed immagino che sia proprio perché è un dettaglio scandaloso che lo ricordi – scherzò.

Renford scoppiò a ridere, sorprendendola.

Era la prima volta che lo sentiva ridere, realizzò, e quando lo faceva le sue iridi cobalto scintillavano e la fossetta sulla guancia si faceva più pronunciata.

- Hai ragione, ho una passione per gli scandali … e Camille la pensa proprio come me – aggiunse.

- Non lo dubito visto quello che sta combinando. –

Perplesso, inarcò un sopracciglio.

- Dietro di te -, ridacchiò, - insieme a quella ragazza dai capelli rossi. –

Si voltò di scatto trovando sua cugina impegnata in una sorta di ballo sensuale e intrigante con una ragazza palesemente Babbana mentre un musicista di strada accompagnava a tempo i loro movimenti.

La vide mormorare qualcosa e la ragazza rossa annuì sorridendo.

Poi Camille la baciò con passione, suscitando qualche esclamazione tra la folla di passanti alticci e su di giri per la festa in onore della presa della Bastiglia.

- Sempre la solita Camille. –

- Immagino che nessuno dei vostri genitori sappia dove vi trovate. –

- Già, sarebbe difficile da spiegare … quello in particolare. –

- Sarebbe difficile anche con un padre Babbano -, ammise, - su certe cose non sono poi così diversi dai Purosangue. –

- No, su certe cose immagino di no. –

Minerva lo vide fissarla assorto per qualche secondo prima di catturarle le labbra in un lieve bacio al quale rispose all’istante.

Quando si furono separati sentì le guance arrossirle.

- E questo per cos’era? –

- Non sei certo la peggiore delle compagnie, Minerva McGranitt – replicò stringendosi nelle spalle.

 

 

 

 

 

 

*

 

 

 

 

 

- Svegliati Romeo, la tua bella è qui – esclamò la voce allegra di Camille, costringendolo a mettere la testa sotto al cuscino e premere forte nel tentativo di soffocare la sua voce.

Quello oppure soffocare direttamente sua cugina, scelta ardua.

- Minerva è già in piscina, alzati! –

Questa volta il suo cervello registrò a pieno il significato delle sue parole.

Emerse dalle coperte, spalancando gli occhi.

- Cosa?! Minerva è nella tua piscina?! –

- Esattamente come ti ho ripetuto fino ad adesso. –

- E, in nome di Merlino e di tutti i Fondatori, perché è qui? –

- Domanda difficile -, ironizzò, - forse perché ho visto voi due che vi sbaciucchiavate e l’ho praticamente costretta a venire qui dicendole che volevi parlarle di quello che era successo? –

- Camille … -

- Lo so, lo so, mi ringrazierai dopo. –

- Ti ucciderò dopo – la corresse, indossando i pantaloni del pigiama e scendendo al piano di sotto del Manor.

Trovò Minerva seduta sulla sdraio e intenta a tormentarsi le mani mentre si mordicchiava il labbro inferiore.

Era decisamente sensuale persino in quel momento in cui era palesemente nervosa.

Fece capolino dalla porta finestra, accennando un sorriso al quale rispose imbarazzata.

- Dunque di cosa volevi parlare? –

Di come ucciderò Camille per avermi costretto a stare in questa situazione.

- Immagino che nella lettera che ti è arrivata ci fosse già scritto chiaramente – rilanciò, sedendosi sulla sdraio di fronte alla sua.

- In effetti è vero -, convenne, - quindi cosa volevi dirmi a riguardo? –

Dannazione, era proprio brava a portarlo a dire quello che voleva sentire.

- Io … Salazar, è decisamente imbarazzante. Comunque è stato decisamente un bel bacio e … non so, tu perché mi hai risposto? –

Ecco, quella sì che era una buona domanda invece che starsene lì a balbettare come un idiota.

Minerva avvampò, ma poi una scintilla passò per le iridi verdi e sorrise beffarda: - Perché non sei certo la peggiore delle compagnie, Renford Lestrange. –

Sorrise.

- Ah, adesso usi le mie dichiarazioni contro di me? Molto Serpeverde non c’è che dire. –

 - Immagino di essere stata contagiata dalla tua vicinanza. –

- Comunque, tornando alla questione di ieri sera … credo che non mi dispiacerebbe rifarlo qualche volta. –

- Intendi baciarci? – mormorò imbarazzata.

- Certo quello è compreso, ma mi riferivo all’uscire e stare a vedere come va. –

- Una sorta di frequentazione aperta? – chiese, in un misto di titubanza e contrarietà.

Ah, la piccola Grifondoro era preoccupata dalla condivisione.

- Sono piuttosto geloso di ciò che ritengo mio, quindi no non è una frequentazione aperta quella a cui stavo pensando … qualcosa di esclusivo, ma che non venga eccessivamente pubblicizzato almeno per il momento. –

Minerva parve meditarci su a lungo, ma alla fine annuì.

- Devo prenderlo per un sì? –

Lo baciò, intrecciando le braccia attorno al collo per attirarlo a sé, e si rilassò nella sua stretta quando sentì le mani del ragazzo cingerle la vita da sopra il leggero abito di cotone bianco che indossava.

- Decisamente, Lestrange … Decisamente – gli mormorò a fior di labbra.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Spazio autrice:

Salve!

Questa OS non era in programma inizialmente, ma mentre stavo lavorando a un’altra storia mi è venuta l’ispirazione e non ho potuto fare a meno di metterla per scritto. Così eccoci qui al momento che ha segnato l’inizio della storia tra questi due. Tutto merito della cara Camille, una volta tanto le ragazze che orbitano attorno a Renford non causano problemi ma anzi aiutano la Rennie a diventare Canon xD

Ci sentiamo con gli aggiornamenti delle altre storie.

Stay tuned.

XO XO,

Mary

   
 
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