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Autore: incasinata    26/06/2009    3 recensioni
"Ma dai,non è possibile essere innamorate così tanto senza averci mai parlato""Solo perchè tu non sai che vuol dire...""A me non succederà mai..."E' questo che pensa Mariko,16 anni,appena arrivata al liceo Shohoku. Ma non ha fatto i conti con il destino...e con un certo MVP...
Genere: Romantico, Sportivo, Erotico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Hanamichi Sakuragi, Hisashi Mitsui, Kaede Rukawa
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Buongiorno a ttt!!!!!!!!!!!!!!!!!!! Allora, innanzitutto ringrazio ttt coloro ke s sno degnati d leggere qesta mia prima storiella, fosse anke x farsi 2 risate. Un grazie anke a mia sorella Alessandra, la vera “incasinata”. Sì, xké io sono sua sorella, m kiamo Marianna e ho 1 anno in + d lei. E’ inutile dire ke i commenti sono graditi anzi obbligatori, sia positivi sia, soprattutto, negativi, in modo da migliorarmi.
Beh, ke dire? Buona lettura e al proximo capitolo.


USCITA DA SCUOLA
Me ne sto seduta al mio banco e guardo fuori, mentre il prof spiega matematica. Non so voi, ma per quanto mi riguarda l’ultima ora di mate è la disgrazia peggiore che possa capitare a degli alunni. Soprattutto se a spiegare è il prof Kanami. Quest’uomo, signore e signori, è la prova vivente che, sì, Darwin aveva ragione: discendiamo dai molluschi. Kanami è il perfetto incrocio fra una lumaca ed un granchio; credo sia inutile dire che l’esperimento non è riuscito bene, ma nonostante tutto è riuscito lo stesso a trovare lavoro: e sfido, visto che qui al liceo Shohoku si assume di tutto e di più come corpo insegnante. Già la matematica è pesante di suo; ma se poi la si sente biascicare da sto mostro di prof, allora ascoltarla vuol dire auto suicidarsi. Ma visto che essere bocciata è il peggior modo di perseguire la morte, mi costringo a girarmi e ad ascoltare in che modo si risolvono i sistemi. E per fortuna a questo punto, proprio quando mi dirigo a testa bassa verso la mia morte cerebrale, la campanella suona.
KAMI ONNIPOTENTE, IO TI RINGRAZIO DAL PROFONDO DEL CUORE!!!!!!!!!!!!!!!!!! Mi alzo, butto tutte le varie scartoffie nella cartella e tiro un bel respiro. Il problema della matematica è che mi deprime e mi fa odiare il mondo intero, manco fossi un’emo. Così, con ritrovata voglia di vivere, mi dirigo verso Sarako, la mia compare che si sta appuntando i compiti (che io poi sarò costretta a chiederle).
“Amore, grazie a tutti i kami esistenti Kanami ha finito di frullarci le balle! Dai reffati, che andiamo a casa. Io sto morendo di fame e se torno a casa tardi mia nonna mi costringe a pulire tutto il tempio.” Sara si alza e mi risponde: ”Tua nonna riguardo agli orari è più fissata del capitano della squadra di basket; un giorno o l’altro devi presentarli quei due, sono certa che entro una settimana starebbero già a farsi le treccine a vicenda.” Ci mettiamo a ridere mentre usciamo dalla classe.
Mi chiamo Mariko Kanami, ho 16 anni e, come avrete capito, frequento il primo anno del liceo Shohoku, nella prefettura di Kanagawa. Vivo poco lontano dalla scuola, con i miei genitori e mia nonna, nel tempio di famiglia; che è anche il motivo per cui ad Halloween mi travestivo sempre da monaco Sanzo o da sacerdotessa. La nanerottola che mi trotterella al fianco si chiama Sarako Minamoto ed è la mia migliore amica fin da quando ho memoria; e abitiamo vicinissime: la sua famiglia sta in una casa lungo la mia via. I nostri nomi si pronunciano sempre attaccati, perché noi siamo state e sempre saremo attaccate: SaraeMari, MarieSara. Però non pensate che Sara sia uno gnometto da giardino (che a proposito è uno dei miei soprannomi preferiti per lei); la mia gigia è una normalissima fia alta 1,57. Il problema, se così si può chiamare,sono io: sono alta 1,78, e per fortuna che mi sono fermata. E per descrivermi del tutto vi informo che ho i capelli castano scuro, non molto mossi ma abbastanza da farmi penare in ogni mattina umida e gli occhi verde scuro, di provenienza russa (la madre di mia madre era da San Pietroburgo). In Giappone non si trovano molte ragazze tanto stanghe, e in effetti credo di essere la fia più alta di tutto lo Shohoku. Ormai mi sono abituata alle occhiate meravigliate delle persone, ed anche ai prof che ogni nuovo anno si presentano alla mia porta pregandomi di entrare nella loro squadra di chissache. Ma come insegna il detto, la quantità non è sinonimo di qualità: sono sì alta e slanciata, ma la pallavolo non riesco a soffrirla e sono una vera e propria scarpa in tutti gli sport. Certo, probabilmente se mi impegnassi un po’ di più potrei riuscire bene; ma non mi interessa. L’unico sport che mi piace è il karate, però non sono iscritta al club della scuola; lo pratico nella palestra di casa mia non lontano. Quando l’ha scoperto, il mio prof di ginnastica si è praticamente messo a piangere, chiedendomi perché non lo faccio a scuola. Perché non a scuola prof?Ma scherziamo vecchio?????Che poi mi tocca fare 3000000000000000000000 ore di allenamento al giorno e pure le gare la domenica?Caro prof,si attacchi al tram,perché ha davanti una pigrona cronica che la domenica dorme. Anche Sara non va bene negli sport,ma non gliene frega niente perché a scuola riesce benissimo e dice che il suo sport estremo consiste nel convincermi a studiare e nel pestarmi in testa le regole di mate(come ho già esternato prima,odio la matematica,la odio,la odio,la odio...). Sara è piccolina,magrolina,con lunghi capelli neri e lisci(io li ho dalle spalle)e occhioni neri dolci e profondi. Si piace abbastanza:il suo più grande cruccio è,come per la maggior parte delle ragazze,il suo seno. Cosa volete,tutte le donne in famiglia sua sono piatte e lei non fa eccezione;al contrario,io per retaggio della genetica e per il nuoto che potenzia i muscoli pettorali,mi ritrovo con una quarta coppa C che mi scoccia e che mi fa vergognare come se fossi nuda quando sono in piscina e tutti gli occhi mi si incollano addosso. Confesso,farei volentieri a meno di tutta questa abbondanza.
L’umanità che si può incontrare qui al liceo Shohoku è varia e pittoresca. Si va dalle persone normali,ai vari bulletti e teppistelli che fanno i duri nei corridoi,passando per la solita troietta che si è passata tutto il componente maschile della scuola,e gli immancabili truzzi,tamarri e sfigati.
Però,dall’inizio di quest’anno,il panorama è leggermente cambiato. Dico leggermente,ma lo è solo per me, perchè del basket non me ne sbatte un’amata minchia. Ma visto che io sono una sola concedetemi di dire che,da quando quest’anno la squadra di basket ha cominciato a volare alto,sembra che il liceo sia pervaso da una febbre cestista.
Mentre rimugino tali alti pensieri,Sara mi sussulta di fianco“Che c’è,vecchia?””Beh...Cavolo Mari...lui... arriva!!!”E mi salta alle spalle,nascondendosi.
Ed ecco spuntare dal fondo del corridoio la principale,e secondo me unica,ragione per cui il basket qui è diventato così popolare:Kaede Rukawa,arrivato quest’anno,l’asso dello Shohoku,la matricola numero 1 di Kanagawa,il baskettaro per antonomasia,nonché l’arrapatore ufficiale di tutto il componente femminile di scuola e dintorni. Al di fuori di me.
Penso di essere l’unico essere femminile nel raggio di miglia a non avergli mai sbavato dietro,non averlo mai seguito con lo sguardo o a non aver mai esclamato “Che tocco di gnocco!!!!!!” Secondo voi è strano?Credetemi,non ci trovo niente di attraente. Ok,ammetto che è un bel fio;ma la cosa finisce qui. Anche perché io mi domando perché tutte le ragazze gli muoiano dietro,quando è palese che questo non se le filerà neanche per sbaglio. Perché innamorarsi di una persona irraggiungibile,che ti farà solo stare male per niente?Tanto,per quanto facciano,lui non proverà per loro altro che indifferenza,o nel peggiore dei casi fastidio. Già,perché la follia”Rukawuccio sarà mio,no mio,brutte baldracche invece sarà mio...”è giunta a tal punto che un bel po’ di fie,anzi praticamente tutte,hanno fondato vari fanclub osannanti e miagolanti al passaggio del dio dai capelli neri,che ogni volta fa una faccia da”cazzovuoi”(e come dargli torto,povera bestia! Chiunque ad averle intorno si scoccierebbe). Fanno eccezione alcune fan con abbastanza sale in capo da non esternare troppo la loro cotta;altre,come Sara,troppo timide per andare a distendersi ai suoi piedi;e io,che pur essendo al primo anno,mi rendo assai bene conto del bordello che si è scatenato. Perché vedete,il problema è più grave di quanto appaia:tutte le fie,comprese quelle dell’ultimo anno(possibile?Ebbene,sì)sono,se non proprio perse,comunque discretamente ingrifate e decerebrate da questa stanga imbronciata. In effetti mi stupisco che non lo aspettino in mutande davanti alla sua classe,che per la cronaca è nel mio stesso piano. Con croce e delizia di Sara,che se da una parte può vederselo sfilare davanti più spesso rispetto alle altre fan,dall’altra ogni volta che lo avvista parte con una scenetta che prevede sempre lo stesso copione:
-lo vede;
-sussulta(con opzione di gridolino estatico);
-mi sussurra qualcosa di incomprensibile,che comprende sempre le parole”Rukawa....Mari...cavolo...lui”e mi si getta alle spalle;
-il figone passa;
-lei riemerge tutta rossa e imbarazzata;
-tutti la guardano,perciò lei si impappina ancora di più;
-io scuoto la testa e la trascino via. Cala il sipario,applausi.
Anche questa volta la nostra Giulietta non si smentisce. Al passare di Rukawa,Sara si fionda dietro di me e ci si accuccia;nel frattempo io squadro questo Dio del sesso che,senza filarsi nessuno neanche di striscio,esce e se ne va verso la sua bicicletta. Rukawa è alto 1,87,ha la pelle color latte,i capelli neri,lisci e perfettamente spioventi davanti agli occhi,che sono scuri con lampi più chiari. Ah,per la cronaca io e questa schizzata che mi sta al fianco abbiamo passato pause pranzo intere appostate dietro al parcheggio delle biciclette,nella vana speranza(sua,mica mia)che lo gnoccolone passasse. Lo gnoccolone non si è mai fatto vedere;in compenso vi potrei smontare e rimontare,con una sola mano,nel giro di massimo cinque minuti la sua bella bici. Che a proposito è di un grazioso rosa porcellino:particolare con cui non manco mai di sbeffare Saruccia mia.
La osservo mentre si ricompone,tutta rossa.”Ma io mi chiedo che cos’ha quello per attrarti così tanto”le dico mentre la aiuto a tirare su i libri che ha fatto cadere”Cioè,è vero che è un bel ragazzo...””Un ENORMEMENTE bel ragazzo”specifica il mio tesoro alzandosi.”Ok,è un gran bel ragazzo,ma io giuro che non ti ho mai visto così partita per un tipo,mai mai mai. Sei sicura che sia tutto normale?” Sara mi guarda come se avessi appena annunciato di aver visto gli asini volare:”Io invece te l’ho già detto che sei tu a non essere normale. Come fai a non innamorarti di Kaede? Insomma,voglio dire...l’hai visto bene? E’assolutamente perfetto,cosmicamente perfetto,perfettamente perfetto...con quei capelli lisci e scuri,quella pelle talmente liscia e chiara,quell’espressione seria e misteriosa...e poi la parte migliore:quegli occhi scuri,che ad un esame più attento rivelano di essere blu zaffiro...”Sbuffo mentre scendiamo la miriade di scale che conduce all’uscita:”Ma porco zietto,come hai fatto ad accorgerti che ha gli occhi blu?Io mi reffo che passa solo perché svetta nella calca,e tu sei riuscita anche ad accorgerti che ha gli occhi blu?Secondo me lo spii di notte,ammettilo” sogghigno mentre usciamo con un fiume di gente. Sara sta per esplodere,quando sento un certo trambusto provenire dal cancello.”Ma che succede?”mi domanda Saretta. Io non ne ho la più pallida idea e sto per dirglielo,quando attacca una raffica di urlacci maschili che culmina con un inconfondibile:”Io ti ammazzo,volpaccia addormentataaaaaaa!!!!!!!” A questo punto mi si accende una lampadina nel cervello:”Sì,so chi è che sta facendo sta scenata...”sogghigno mentre mi dirigo in quella direzione con Sara che mi trotterella dietro:”Ah sì?E chi è?”Le sorrido mentre ci facciamo largo fra la calca:”Mi sa che fra un po’ ci sarà da ridere...e tu dovrai difendere il Rukawuccio tuo...”E perché?””Beh,ma perché...” a questo punto arriviamo ai bordi del cerchio e la scena ci si para davanti. Ecco,appunto.
  
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