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Autore: namary    09/01/2018    4 recensioni
Post TLJ.
Dopo quanto accaduto nella Sala del Trono e su Crait, Rey si scopre smarrita e insicura riguardo il proprio futuro e quello dei suoi amici. A complicare la situazione, il legame nella Forza tra lei e Ben Solo, che è vivo sotto la cenere e rischia di compromettere tutta la Resistenza. Saranno nuove visioni e ciò che rimane del Codice Jedi, a guidarla verso una Terra inesplorata, dove tutto è possibile.
*Reylo
Genere: Azione, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ben Solo/Kylo Ren, Luke Skywalker, Principessa Leia Organa, Rey
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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3.
 
Nero e Bianco.
Luce e Ombra.
La sua mente galleggiava nello spazio, tra le stelle... c'era pace, silenzio.
In lontananza, scorse un'ombra avvicinarsi rapidamente a lei.
No... era il contrario.
Volava verso un pianeta spezzato, circondato da due anelli. Era così vicina che presto si sarebbe schiantata su quell'ammasso desolato.
Lo oltrepassò.
C'era una stella poco luminosa, ma sembrava calda e accogliente.
Le sembrò di essere attirata da quel sole dall'aspetto materno, e per un attimo pensò che si sarebbe fusa con esso... poi si accorse di un pianeta talmente piccolo da sembrare una luna.
Orbitava lento attorno alla stella morente, eppure percepì una forza immensa sprigionarsi da quel piccolo rifugio.
Improvvisamente si ritrovò a camminare in mezzo a campi pieni di piccoli fiori gialli e poi in una foresta fatta di alberi verdi e immensi.
Tutto era immerso nella quieta luce del tramonto: nella foresta c'era un fiume tumultuoso.
Seguì le acque, fino ad arrivare al punto dove si gettavano in una voragine.
La Forza la chiamava.
Era in un canyon luminoso e aperto, ma che in un certo modo era anche oscuro, pericoloso nei punti dove le rocce rientravano e le acque scorrevano più veloci.
Entrò in una grotta, e nel suo centro c'era un cristallo enorme, puro e limpido, eppure non avrebbe saputo dire di che colore fosse.
Inizialmente le parve azzurro, poi diventò rosso, giallo, bianco, e infine... nero. I colori sembravano sovrapporsi, giocare tra loro.
Si sentiva attratta da quel cristallo, desiderava scoprire il suo segreto.
Rey...
Non appena lo toccò, tutto svanì e si trovò distesa nel suo letto.
Si girò di fianco, tornando a chiudere gli occhi, in qualche modo delusa di essere stata strappata via da quel posto.
Cercò di dormire ancora un po', ma quando scoprì di non riuscirci, si alzò e prese la sua spada laser.
Osservò desolata le due metà, chiedendosi cosa ne sarebbe stato di lei.
Ma questa, rimaneva una domanda senza risposta.
 
 
Attento a mantenere un atteggiamento di superiore indifferenza, il Generale Hux marciava verso la Centrale di Sorveglianza accompagnato da uno dei funzionari navali.
Teneva ben stretto nel pugno sinistro un piccolo dispositivo di memoria, come se temesse di perderlo.
L'occasione propizia gli si era presentata proprio quella mattina, in occasione dell'ispezione mensile.
Era raro che un funzionario di alto grado partecipasse a un compito di routine, ma quel giorno aveva ritenuto necessario fare un'eccezione alla regola.
Arrivato all'obitorio, aveva chiesto all'equipe medica di consegnargli i referti dell'autopsia eseguita sui corpi dei pretoriani, mentre il suo sottoposto esaminava il registro attività.
Li aveva letti attentamente, ma pur non essendo un esperto aveva capito subito che non avrebbe trovato nulla che potesse essergli d'aiuto.
Tutti i colpi letali erano stati inflitti da una spada laser, e questo era a dir poco ovvio.
Avrebbe potuto scrivere lui stesso un rapporto del genere.
Irritato, aveva chiesto quasi senza speranza se avessero notato qualcos'altro di rilevante.
A quel punto, con sua grande sorpresa un giovane medico si era fatto avanti.
"In realtà c'è qualcosa, Signore..."
Aveva esitato un attimo, ma quando Hux gli aveva fatto cenno di proseguire, si era fatto coraggio.
"Su tutte le armature dei pretoriani sono installati dispositivi di sicurezza all'altezza dell'addome. Abbiamo scoperto che uno di questi era stato attivato, mentre gli altri erano spenti o distrutti"
Gli aveva poi consegnato quello che somigliava stranamente ad un occhio robotico: una sfera rossa, con al centro un'iride nera e una pupilla che emanava una luce lampeggiante.
"Ha idea di cosa sia?"
Il giovane medico rispose negativamente, e Hux quindi si congedò rivolgendo un cenno di apprezzamento all'equipe.
A questo seguì una lunga e noiosa serie di controlli negli altri reparti, tra cui le cucine e il reparto lavanderia, ma Hux era stato addestrato ad avere pazienza.
Ebbe finalmente una risposta quando incontrarono una squadra di tecnici ingegneri.
Quel piccolo occhio era un dispositivo di memoria a breve termine, progettato per contenere registrazioni non superiori ai 3 minuti.
Gli spiegarono però che probabilmente non avrebbe trovato molto lì dentro, perché in genere quei record tendevano a consumarsi in qualche giorno.
Valeva la pena però fare almeno un tentativo.
Finalmente Hux entrò nella centrale e, dopo aver eseguito le formalità amministrative, passò alla questione che gli stava più a cuore.
"Sergente, ho bisogno di accedere al contenuto di questo dispositivo di memoria. In privato" aggiunse.
Seppur perplesso e leggermente nervoso, il sottoufficiale obbedì prontamente e inserì la sfera nel computer centrale.
"Grazie, sergente. Può andare"
Sentiva l'urgenza di rimanere solo. Se quanto sospettava fosse stato vero, avrebbe dovuto essere l'unico a conoscenza di quanto accaduto.
Hux trattenne il fiato, tesissimo.
La registrazione era intatta: le immagini ben definite mostravano tutto ciò che era possibile sapere.
Le sue labbra si incurvarono in un sorriso.
"Sei spacciato, Kylo Ren"
 
 
All'interno della sala d'allenamento, Kylo Ren stava cercando di sfogare tutta la sua frustrazione.
Nessun segno della Resistenza, solo inutili problemi politici di cui avrebbe fatto volentieri a meno.
Ma doveva sopportare queste responsabilità, almeno per il momento, perché presto non ci sarebbe più stata nessuna Resistenza e nemmeno un Primo Ordine.
Non si sarebbe fermato di fronte a nulla: lui era un distruttore, era il caos personificato, e sapeva bene che un nuovo mondo sarebbe potuto sorgere soltanto se quello vecchio fosse caduto in pezzi.
Proprio come aveva detto a Rey.
Lascia morire il passato, uccidilo se devi... ogni cosa doveva essere spazzata via perché tutto potesse essere messo a posto.
Come poteva non capirlo?
Per un momento, si sentì schiacciare dalla consapevolezza che, se lei avesse deciso di proseguire nei suoi intenti non ci sarebbe stato alcun futuro per loro. Avrebbe dovuto ucciderla, lasciarla morire assieme a tutto il resto, e tuttavia sentiva che questo era in qualche modo sbagliato.
Più volte aveva percepito che i loro destini erano collegati, tuttavia la sua parte più oscura, quella tormentata e accecata dal desiderio di potere e dall'orgoglio, gli intimava di andare avanti, di non fermarsi di fronte alle debolezze della ragazza.
Forse il suo conflitto dipendeva anche dal fatto che condividevano le stesse fragilità.
Lei era stata letteralmente abbandonata, ma anche lui si era sempre sentito orfano, nonostante avesse dei familiari in carne ed ossa accanto a sé.
Uccidendo Han Solo non aveva fatto altro che dare voce a una delle tante verità che aveva scoperto a caro prezzo: per lui suo padre era morto da tempo.
Perché avrebbe dovuto importargli di redimere un figlio che conosceva a malapena e che non avrebbe mai potuto comprendere?
Cercò di mettere a tacere quei sentimenti concentrandosi soltanto sui movimenti della spada laser, sulla fatica che percepiva nel corpo e che lo faceva sentire vivo.
Improvvisamente, vide un pianeta di fronte a sé.
Si bloccò, la spada a mezz'aria.
Una visione?
Per la prima volta dopo anni cercò di sgombrare la mente, come gli aveva insegnato molto tempo fa suo zio.
Le immagini si susseguirono veloci nella sua mente, tanto che quasi face fatica ad afferrarle.
Una stella nana. Un pianeta spezzato. Un'antica forza racchiusa in una grotta. Una spada laser color del bronzo...
Il ritorno alla realtà fu brusco e lo lasciò con un senso di vertigine.
Era la prima volta che un posto lo chiamava con così tanta insistenza. Le visioni che aveva sperimentato finora riguardavano sempre persone, mai luoghi.
Cosa c'era di così interessante, in quel pianeta?
D'un tratto percepì Rey al suo fianco e ne fu sollevato.
"Rey, sei stata tu?"
Capì che non era sola dal modo in cui si agitò e cominciò a guardarsi attorno nervosamente.
"Rey, mi vuoi rispondere?"
La ragazza lo guardò malissimo e gli trasmise le proprie emozioni attraverso la Forza.
Era come se stesse dicendo "Pezzo di idiota, lasciami in pace!"
Poi il collegamento si chiuse.
Ben si risentì di quel trattamento, nonostante i rapporti tra loro non fossero stati esattamente pacifici negli ultimi giorni.
Data la sua reazione, quelle immagini non potevano provenire dal loro legame, quello almeno l'aveva chiarito.
Da quando le forze del Primo Ordine avevano cominciato ad invadere Melida/Daan le cose tra loro avevano di nuovo cominciato a degenerare.
Così lei non faceva altro che buttargli in faccia più e più volte la sua mostruosità, mentre lui la accusava di rimando di essere cieca e sorda a quello che era il suo vero destino.
Melida/Daan per lui era solo un nome su una mappa stellare, uno scomodo passo politico da affrontare per poter raggiungere un risultato più soddisfacente. Per lei, era un altro pianeta assoggettato a un regime totalitario e schiavista.
Il risultato di questa tensione tra loro era che anche il legame aveva iniziato a risentirne, ma non nel modo in cui Ben inizialmente si era aspettato.
Aveva immaginato, e un po' temuto, che i contatti sarebbero diventati più brevi e sporadici, e invece le cose avevano preso una piega insolita.
Sì, i loro contatti erano effettivamente diventati più brevi, ma invece di diminuire erano aumentati.
Spesso Ben sentiva la sua presenza mentre camminava per i corridoi, mentre pranzava o era in riunione con altri membri della flotta.
Spesso era capitato di percepirsi anche in momenti più scomodi e privati, e questo non aveva fatto altro che aumentare l'imbarazzo ma anche il senso di intimità tra loro.
Ciò che lo faceva infuriare è che Rey sembrava proprio non volerne saperne di ammettere l'importanza della loro connessione.
Come se ciò che era successo nella Sala del Trono li avesse allontanati per sempre...
Fu il Generale Hux stavolta a riportarlo alla realtà.
Irruppe nella sala con passo spedito.
"Ti avevo chiesto di non importunarmi durante il mio allenamento" ringhiò minaccioso.
"Leader Supremo, siete atteso sulla plancia di comando. I Cavalieri di Ren vi stanno aspettando"



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Crack! Moment:

Le avventure di Sherlock Hux
I pretoriani col Salvavita Beghelli (dovranno pur avercele le telecamere in Star Wars... anni e anni di tecnologie avanzate, e neanche na telecamera! Va' che roba...)
Un passo avanti e due indietro

Vi lascio, se siete psicopatiche e amanti del trash più assoluto come me, questo link su Youtube. E' un video in lingua inglese che mi ha fatto morire dal ridere!!
https://www.youtube.com/watch?v=QGBsfYkmftM

Alla prossima!
 
   
 
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